CAMBIAMENTO CULTURALE
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CAMBIAMENTO CULTURALE
1 2 CAMBIAMENTO CULTURALE Coinvolgere e motivare le persone nel cambiamento aziendale L’ideologia del progresso è un elemento fondamentale della società moderna. Storicamente, l’ideologia del progresso fu alla base delle rivoluzioni scientifiche e capitaliste che ebbero come scopo il cambiamento del paradigma culturale e sociale.1 1 In casi estremi, il cambiamento è di per sè diventato un valore – nuovo vuol dire meglio. L’idea del progresso ha forzato la società a cambiare con una velocità sempre più rapida (accelerazione del cambiamento). Più velocemente cambia la società, più problemi sociali si creano e più bassa sarà la capacità di risolverli. Max Weber, “The Protestant Ethic and the Spirit of Capitalism”, 1905 Temi Pagina Ideologia del cambiamento Come si crea la cultura aziendale? 1 2 Perché il cambiamento è importante? Dare un senso al cambiamento Collegare il cambiamento agli obiettivi strategici 2 2 3 Temi Come prepararsi per il cambiamento Creare la fiducia per cambiare Un processo per avere successo nel cambiamento Gestire le resistenze Conclusioni e autore Pagina 3 5 6 6 7 3 1 2 ; 20 febbraio 2017 Il cambiamento e le gap culturali Il cambiamento causa delle gap culturali che sono delle lacune tra un elemento della società che cambia velocemente e l’altro che cambia lentamente. Per esempio, la produzione di macchine (veloce) e la produzione di strade (lenta) causa problemi di traffico o incidenti. Come si crea la cultura? La cultura è un’ipotesi I comportamenti rispecchiano le credenze su come meglio “fare le cose” I comportamenti diventano comodi I nostri atteggiamenti e le nostre credenze giustificano le nostri azioni: agire senza dubbi. La comodità diventa Nel tempo, le opinioni personali svaniscono e “il modo di fare” diventa la regola L’abitudine diventa istituzionale Le abitudini si infiltrano nelle procedure e nelle regole aziendali L’istituzionalità crea l’identità Le procedure e le regole definiscono la nostra professionalità e personalità Si difende l’identità Coloro che traggono benefici dalla cultura dominante tendono a difenderla con energia. Le abitudini e l’identità rinforzano e preservano la cultura La cultura diventa quasi inespugnabile L’orientamento delle aziende verso la globalizzazione e la centralizzazione ha creato una sfida significativa per i vertici: spingere i cambiamenti culturali per portare risultati. Perchè la cultura aziendale è così importante? La cultura aziendale è descritta come “il modo in cui lavoriamo”. Quello che funziona, si ripete. Se continua a funzionare, continuiamo a farlo, finché diventa un abitudine. Infatti, la cultura in azienda si crea attraverso abitudini apprese o imposte e normalmente è il risultato di comportamenti agiti dal management. Le abitudini fanno risparmiare tempo, riducono le incertezze e suggeriscono le linee guida dei comportamenti di successo. Tuttavia, il nostro contesto continua a cambiare. Quello che ha funzionato bene una volta magari non funziona ugualmente a fronte del cambiamento che si è generato. Lo scontro culturale spesso si presenta quando ci sono differenze di opinioni tra i manager soprattutto relative alle priorità, alla strategia e al modo in cui viene implementata (“modi di fare”). Tante aziende danno per scontato l’impatto delle differenze intangibili ossia la formalità, le regole non scritte o anche il dress code. Queste abitudini diverse possono creare culture diverse all’interno dell’azienda, alimentando la mancanza di chiarezza e impattando sulle capacità dell’azienda di raggiungere gli obiettivi strategici. Per identificare e risolvere queste differenze evitando scontri culturali, il vertice deve essere preparato a dedicare tempo e risorse per sviluppare una cultura comune, allineando i valori personali a quelli dell’azienda. Facile no? Certo, non è un esercizio di una giornata, di quelli che normalmente vengono chiamati “outdoor”. La cultura è incastonata in ogni processo aziendale e in ogni persona dell’azienda. 2 1 ; 20 febbraio 2017 Dare un SENSO al cambiamento Per trasformare efficacemente la cultura in azienda occorre dare un senso al cambiamento, un senso che è collegato alle sfide aziendali e implica cambiamenti comportamentali. Cosa sta bruciando? I guru manageriali spesso scrivono della necessità di accendere un “fuoco per stimolare il cambiamento”. In effetti, il termine inglese “burning platform” ha un significato molto chiaro: o si salta nell’acqua ghiacciata o si brucia, quindi, occorre cambiare per sopravvivere. In un contesto aziendale il “fuoco” potrebbe essere un livello di performance inaccettabile tale per cui bisogna “tuffarsi” in una nuova cultura che riattivi la crescita. Per assicurare che il cambiamento sia vissuto in modo positivo deve essere chiaro ad ognuno lo scenario e il rischio collegato. Avere questa chiarezza determinerà il successo dell’azienda e del cambiamento necessario. Collegare la nuova cultura agli obiettivi strategici Per assicurarsi che i nuovi “modi di fare” siano in linea con le priorità strategiche dell’azienda è necessaria una valutazione del cambiamento culturale a cui bisogna tendere. Per esempio, se la strategia è quella di creare un contesto innovativo, il cambiamento culturale dovrebbe focalizzarsi sulla flessibilità, la cooperazione, l’abilità di ascoltare e la proattività invece che su controlli e processi gerarchici. Viceversa, se l’azienda è a rischio di acquisizione, la cultura dovrebbe focalizzarsi sul mantenimento dei costi e spingere i ricavi. Relativamente a quest’ultimo scenario potremmo fare alcune domande e approfondire la riflessione: • Cosa stiamo cercando di cambiare? (es. creare una cultura di risparmio: avere maggiore controllo dei costi) • Perché cambiare? (es. una perdita di valore per gli azionisti e rischio di essere comprati) 3 2 ; 20 febbraio 2017 • Come dobbiamo cambiare? (es. le persone devono gestire i costi dell’azienda come se fossero costi della loro impresa personale?). • Qual è la direzione del cambiamento? (es. spostarsi da un ratio di efficienza del 80% al 50%?) • Come misureremo il cambiamento? (es. i numeri dimostrano una riduzione delle spese e un incremento del margine operativo?) • Quali sono i fattori critici del cambiamento? (es. maggiore professionalità, integrità, resilienza?). Dunque, prima di attivare uno sconvolgimento culturale, è importante identificare l’entità del cambiamento voluto. Nel libro di Gladwell “Il Punto Critico”, l’autore descrive le “piccole cose che fanno una grande differenza”2. Sono piccoli aggiustamenti alle procedure e alle politiche aziendali o è un cambiamento di lungo termine a spingere le nuove credenze e attitudini? Se l’obiettivo è il secondo, è importante che l’attitudine del vertice sia coerente per avere un successo culturale – la passione e la trasparenza nella comunicazione dei comportamenti nuovi desiderati e i nuovi “modi di fare” che permetteranno all’azienda di realizzare un cambiamento più veloce ma anche profondo. Inoltre, Gladwell parla degli “agenti del cambiamento” – sostiene che non sia indispensabile cercare di cambiare direttamente ogni persona in azienda, ma è fondamentale avvalersi delle persone che sostengono il cambiamento affinché possano avvaloralo, influenzando e coinvolgendo così il resto della popolazione aziendale. Come prepararsi per il cambiamento culturale Quando implementiamo il cambiamento, ci sono numerose considerazioni da fare, da parte dell’azienda ma anche da parte dell’individuo. E’ essenziale analizzare non solo gli aspetti tangibili ma anche quelli intangibili del cambiamento ricercato e l’impatto atteso sulle persone. L’analisi può essere utilizzata per identificare i requisiti necessari e assicurarsi che i cambiamenti culturali siano efficaci. Struttura ! ! ! ! Modello operativo Catena del valore Regole & Riti Risorse/supporto Persone ! Skills/competenze ! Conoscenze ! Riconoscimenti Leadership ! Allineamento agli obiettivi strategici ! Valori/comportame nti/atteggiamenti ! Identità sociale condivisa Motivazione ! Identità condivisa ! Rinforzo positivo ! Conseguenze negative Ci sono quattro aree da analizzare: a) la struttura b) la leadership c) le persone d) la motivazione 2 Fig. 1: Analizzare il Cambiamento Culturale Malcolm Timothy Gladwell, “The Tipping Point: how little things can make a big difference”, Little Brown, 2000 4 ; 20 febbraio 2017 Il modello può essere applicato utilizzando l’esempio precedente citato: creare una cultura di cost saving. a) Struttura b) Leadership Il nuovo modello operativo dovrebbe essere disegnato in linea con il cambiamento culturale desiderato: es. processi di controllo, clienti target (nessun debito insoluto), KPI, organizzazione allineata (team responsabile per il controllo). Nuove regole e riti - formali e informali - e le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi dovrebbero essere ben definite e chiarite (incentivi per raggiungere i risparmi). La cultura viene creata dal vertice. I comportamenti del management fanno da esempio: vengono osservati e danno un messaggio forte e chiaro. I leader devono condividere l’obiettivo comune che è allineato agli obiettivi strategici. I valori e i comportamenti attesi oltre alla visione della nuova cultura vanno comunicati e i leader devono accompagnare i collaboratori nel cambiamento, dimostrando in prima persona quanto comunicato. c) Persone d) Motivazione L’azienda dovrebbe condurre un analisi delle lacune (di competenze o di comportamenti) da colmare sia nei leader che nei collaboratori. E’ necessario un investimento per sviluppare le persone e un sistema di incentivazione che premi il comportamento atteso. Questo non è semplicemente legato a un fatto remunerativo, ma può essere anche un avanzamento di carriera, o maggiore responsabilità o altri riconoscimenti. Perché la cultura è così restia a cambiare? Modificare le nostre credenze e attitudini non è facile. Il nostro “IO” e la nostra identità ci danno sicurezza e ci si avvolge nella cultura. E’ importante aiutare le persone ad identificarsi con l’azienda (creare il senso), dare una visione chiara del perché del cambiamento, anche a livello individuale (es. se stiamo attenti ai costi, possiamo investire di più sulle persone). Il feedback sull’allineamento alla cultura attesa è fondamentale per rigenerare la motivazione. Creare la fiducia: Dire le cose come stanno Comunicare costantemente durante il cambiamento aumenterà la fiducia oltre ad aiutare le persone a capire quello che succederà. Un meccanismo di feedback va costruito per affrontare le paure e i dubbi che emergono. Quando la fiducia è persa, è molto difficile riguadagnarla. Per questo motivo, i leader devono essere coerenti e proseguire sulle decisioni prese, comunicando in modo trasparente l’impatto delle decisioni e le conseguenze (positive o negative). 5 1 2 20 febbraio 2017 Un processo per avere successo nel cambiamento ALLINEARE ! Collegare il cambiamento culturale agli obiettivi culturali: creare il “fuoco del cambiamento” ! Allineare il vertice sull’esigenza del cambiamento ! Creare una struttura e assegnare le responsabilità ! Creare i KPI per misurare i successi ANALIZZARE MOTIVARE ! Diagnosi della cultura di oggi vs quella voluta ! Costruire e implementare un piano che supporti gli obiettivi e la visione della nuova cultura ! Stabilire gli standard dei comportamenti e atteggiamenti ! Valutare la capacità delle persone a cambiare ! Identificare i “sostenitori del cambiamento” Gestire le resistenze e sostenere le persone Prima di disegnare il piano, è importante anticipare le reazioni da parte dei collaboratori (Ci sarà un impatto sul mio lavoro? Devo imparare delle cose nuove?). Nella maggior parte dei casi, la prima reazione è negativa: da resistenza passiva, a resistenza negativa e ogni tanto anche a resistenza attiva. Una persona resistente può “contagiare” fino a 20% delle persone intorno3 tramite le sue emozioni (e per i manager la percentuale aumenta). Alcuni sostengono che le resistenze possano addirittura aiutare le decisioni prese durante il cambiamento in atto. Una cosa è certa: ci vuole tempo per cambiare gli atteggiamenti delle persone e il piano di comunicazione deve essere ben strutturato intorno alla curva del cambiamento. 3 ! Stabilire il “baseline” su cui misurare i cambiamenti ! Sviluppare workshop e investire in sviluppo manageriale per velocizzare il cambiamento RINFORZARE ! Misurare i cambiamenti e i miglioramenti (survey, 360°, pulse check, ecc). ! Aggiustare i processi o sistemi per rinforzare i cambiamenti ! Comunicare costantemente utilizzando storie di successo per sostenere i nuovi modi fare e i comportamenti Per aiutare le persone a comprendere e dare un senso al cambiamento, bisogna farle sentire coinvolte e supportate. Il piano deve essere sostenuto da fatti ed esempi, con precise indicazioni sui fattori del cambiamento e sui benefici che l’azienda potrà ottenere. The Ripple Effect: Emotional Contagion and Its Influence on Group Behavior, Sigal G. Barsade), 2002 6 ; 20 febbraio 2017 Conclusioni Focalizzarsi sia sulle componenti tangibili che su quelle intangibili aiuta l’azienda a viaggiare verso i cambiamenti desiderati. Il vertice deve essere preparato per accompagnare il cambiamento, dedicando momenti strutturati all’ascolto e alla comunicazione. Il cambiamento culturale non è un processo veloce: ci vuole del tempo. Philippa Lally del University College London ha definito che ci vogliono tra 66 a 200 giorni per adattarsi ad una nuova abitudine4 – immaginiamo quanto ci vuole per cambiare abitudini multiple! Gli esperti stimano che i cambiamenti iniziano a vedersi dopo 12-18 mesi dal lancio ma possono anche mettersi fino a otto anni a sedimentare del tutto. Pianificare e anticipare gli ostacoli porterà un cambiamento più fluido e rapido. Ogni individuo deciderà se supportare il cambiamento o meno. Se il vertice e i manager sono allineati e dimostrano atteggiamenti coerenti e comuni, il cambiamento avverrà con maggiore successo. 4 How are habits formed: Modelling habit formation in the real world, Philippa Lally, 2009 Katherina Tsalikis – Partner, Trainer, Coach Nata in Canada da padre greco e mamma svizzera, Katherina Tsalikis cresce confrontandosi da subito con un ambiente multiculturale. Si trasferisce nel 1994 a Barcellona per finire gli studi in Economia Aziendale con indirizzo in Gestione Internazionale e Risorse Umane. Inizia la sua carriera in una banca olandese multinazionale, dove ricopre diversi ruoli, da HR Director in Italia a Global e Regional Business Partner di diverse funzioni a Londra. Per 13 anni, gestisce grandi progetti cross funzionali/nazionali legati al cambiamento e allo sviluppo aziendale. Nel 2007 ottiene il diploma dall’Academy of Executive Coaching presso il Centro Studi di Terapia della Gestalt di Londra. Tornata in Italia, inizia un’esperienza di consulenza supportando top teams e leader di aziende multinazionali per sviluppare le competenze chiave necessarie a motivare le persone e a cambiare la cultura aziendale. Rientra nel mondo corporate nel 2008 lavorando inizialmente in ambiente bancario come Responsabile dello Sviluppo gestendo una forte espansione in Italia e successivamente nel largo consumo per una grande multinazionale alimentare come HR Director South Europe, collaborando alla creazione di un nuovo cluster e sviluppando piani di engagement. In qualità di Partner e Trainer dell'ICA conduce seminari, workshop e conferenze interattive. Come coach sostiene inoltre persone e team e accompagna organizzazioni in processi di cambiamento e sviluppo della cultura aziendale. Accreditata in numerosi strumenti di sviluppo (es. ICF, MBTI, Hogan, etc). Lingue: Italiano e Inglese DAL 1970 ITALIA OLANDA USA GERMANIA AUSTRIA SVIZZERA ICA Istituto per la Creatività Applicata S.r.l. P.za 4 Novembre, 4 I - 20124 Milano [email protected], +39 348 5498211 www.ica-it.com P.IVA / C.F. 06098700963 7