La bellezza confino íí male - Fimmg
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La bellezza confino íí male - Fimmg
La bellezza confino íí male I T ATTA ENTI Non solo operazione, radioterapia, chemio. Non solo dolore. Ma anche l'immagine di sé senza capelli, la pelle macchiata, le unghie rovinate, il viso gonfio, le cicatrici. Il cancro è anche questo, un drammatico effetto "estetico". Uno stravolgimento del profilo oltre che dell'organismo e della psiche. L'accudimento davanti allo specchio sta diventando, insieme alle terapie mediche, funzionale alla ripresa e alla ricostruzione. Un tornado, negli ultimi anni, è riuscito a cancellare la convinzione che i danni al viso o alla pelle fossero un fastidio marginale, figlio solo di leggerezza e vanità. Una sorta di inevitabile "accessorio" al cammino di chi è stato colpito dal cancro. Di chi ha attraversato interventi e chemio con la paura di perdere pezzi di sé. Come la forza di specchiarsi. Ecco perché è nata Apeo (Associazione professionale di estetica oncologica), dall'unione di Dermophisiologique ed Essence Academy. I cui utili sono devoluti a cause benefiche nel settore dell'oncologia. L'obiettivo è insegnare ad esperti di bellezza e cosmesi come effettuare i trattamenti su un paziente in terapia antitumorale. Ad ogni stadio della malattia. LE RELAZIONI Ovviamente, la cura resta esclusivo appannaggio dei medici, degli infermieri e di tutte le figure sanitarie che si occupano di chi ha un tumore. Condizione, purtroppo, molto diffusa nel nostro paese. La bellezza "sconfigge" il male? No, dicono gli oncologi, ma aiuta a non restarne vittime e a riscoprire le energie per combattere. Estetiste ed estetisti, ne sono stati appena formati 75 con il sostegno medico-scientifico dell'Istituto europeo di oncologia di Umberto Veronesi, hanno il compito di affrontare gli effetti secondari a livello della pelle, quelli che hanno un particolare impatto con la vita di relazione. Che sia al lavoro come in casa. TRUCCHI E SMALTI Parola d'ordine: aver cura di sé e stare bene nella propria pelle. Sei ancora un corpo, non solo una persona malata. Questo significa declinare nella versione oncologica tutto ciò che fa bello e aiuta a riconoscersi. Dai trattamenti sul- le zone macchiate, alla scelta di prodotti e smalti senza formaldeide, al trucco, al massaggio. «Qualcuno - commenta Umberto Veronesi - guarda con un po' di sufficienza questa nostra iniziativa. Si tratta di medici che sono concentrati solo sulla guarigione fisica, mentre sappiamo che la malattia può colpire qualsiasi organo ma viene elaborata dal cervello. Non possiamo, perciò, ignorare l'aspetto psicologico, il trauma psichico che i pazienti subiscono. Dobbiamo capire come possiamo alleggerirlo. Il ruolo delle estetiste in oncologia sarà sempre più importante. Se una paziente è seguita bene, ma anche un po' cullata da persone che le sono vicine e la seguono nei dettagli, godrà di una ripresa più che accettabile in termini di qualità della vita». La bellezza c mh u i! male A-_._ : . ;: ?- r R. FAZZOLETTO La caduta dei capelli come tabù. La scelta personale del farsi vedere con un fazzoletto legato in testa, come Emma Bonino, restare a testa nuda o coprire con una parrucca? Scelte da "sentire" dicono gli esperti, non solo copertura di qualcosa che manca. «Nelle mie lezioni spiega Florence Didier psicologa e psicoterapeuta dell'Istituto europeo di oncologia - aiuto le estetiste a comprendere gli effetti sulla psiche dei pazienti. Dalla diagnosi alle conseguenze estetiche, come la perdita di capelli, che possono favorire la depressione». Perché anche una cute lesionata può costringere i medici a interrompere le terapie. Perché anche la perdita delle ciglia e sopracciglia diventa una sfida. Come il pallore, le occhiaie, l'aumento o la perdita di peso, le ulcere. Per questo sono state perfezionate le tecniche linfodrenanti, i trattamenti nutrienti e riepitelizzanti, il trucco correttivo, la manicure. LA TOSSICITA «La nostra intenzione non è assolutamente quella di sovrapporci in alcun modo alle competenze cliniche - fa sapere Ambra Redaelli fondatrice dell'Apeo con Loretta Pizio - Dobbiamo affrontare sia i danni diretti della malattia che gli effetti secondari della terapia chirurgica, chemio o radio. Possiamo contribuire a proteggere la cute dalla tossicità, a risolvere inestetismi e a lenire irritazioni. Le estetiste preparate a trattare le persone in cura oncologica potranno però lavorare con i sanitari durante tutto il ciclo. Sia prima che dopo i cicli farmacologici. Senza mai voler "giocare al medico"». Carla Massi © RIPRODUZIONE RISERVATA Al MALATI Si SPIEGA COME AFFRONTARE LA PERDITA DEI CAPELLI, LENIRE LE IRRITAZIONI E SCEGLIERE I PRODOTTI