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Periodico bimestrale sul Tango • NUMERO 3 • GENNAIO 2011
Il tango
che verrà
“Mundial de Buenos Aires”
di MANUELA PELATI
Intervista a Estanislao Herrera
di NANCY MIRANDA
“Códigos”: la milonga
di PIERALDO VIGNAZIA
lunedì
ricardo gallo e laura grandi
martedì
sabrina amato e marcelo alvarez > doble a tango
lezione+“Practicon” www.aatango.it
mercoledì
ricardo gallo e Julia Portas
neri Piliù e Yanina Quiñonez
sabato
neri Piliù e Yanina quiñonez
Juan manuel rosales e sabrina garcia
moira agrimi, daniela rosa e sandro Bartolini
Sabrina Amato
y Marcelo Alvarez
Doble A
Tango
mercoledì
milonga delle donne
sabato
domenica
org. alberto valente “el Firulete”
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Associazione
le milonghe
grafica Ilaria Rosa
i maestri
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> martedì
principianti, H 19:00/20:30
intermedi/avanzati, H 20:30/22:00
“El Practicon”, H 22:00/00:00
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> giovedì
primi passi, H 20:00
principianti (esperienza minima), H 21:30
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> venerdì
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CORSI
2011
EDITORIALE
“DE diez” (da dieci) ti rispondono a Buenos Aires quando le
cose funzionano alla grande... è così che abbiamo salutato
l’anno 2010 e siamo entrati nel 2011. L'anno scorso abbiamo
assistito al Fabricando Tango degli amici del “Barrio” con
serate piene di bella musica e bella gente, anche per la presenza
di Gustavo Russo e Alejandra Mantiñan, due star di “Tango
pasión” straordinariamente di nuovo insieme per questo
grande evento. Abbiamo avuto a Roma la presenza dei fratelli
De Fazio, “Los Hermanos Macana”, che insieme a Roberta
Beccarini, Geraldín Rojas ed Ezequiel Paludi hanno proposto
uno spettacolo al Teatro Greco. E poi il Meditango Festival, che
abbiamo potuto seguire attentamente, del quale raccontiamo
due momenti: il concerto del bandoneonista Juan José Mosalini
intervistato da Manuela Pelati e il grande concerto di
Capodanno dei Narcotango che ho sentito dal vivo per la
prima volta alla “Milonga della stazione”. Di loro mi ha colpito
oltre alla qualità musicale, la loro semplicità come persone. Ho
ricevuto in omaggio, autografata, la loro ultima fatica “Lima
nueva” che consiglio di ascoltare, e qui nella rivista potete
leggere l'intervista curata da due new entry della Doble Hoja:
Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta. Mi considero felice,
quindi, di quello che succede nelle milongas italiane e per
l'anno che è appena cominciato sono già in programma
moltissime proposte: “Tango” di Roberto Herrera in tour per
l’Italia farà tappa a Roma il 5 e 6 febbraio al Teatro Italia;
Miguel Ángel Zotto giunge con il nuovo spettacolo che
attendiamo con ansia... (arriva a maggio a Milano al Teatro
Nuovo di San Babila); il concerto dei Gotan Project che vedrà
anche un tappa a Roma a maggio. Per non parlare del continuo
movimento di tutte le milonghe o serate di tango che si
ripropongono ogni sera dandoci la possibilità di divertirci con
il tango, auguro a tutti un “felice 2011”. Sicuro dell’appoggio
dei soci di “Doble A Tango” e dei nostri collaboratori, mi
auguro ancora, un anno ricco di eventi e proposte da
raccontare nella “Doble Hoja”...
In questo numero un “Homenaje” a colui che chiamavano
“UN TAL GAVITO” di Monica Fumagalli, i nostri esperti
Vignazia e Notrica che continuano a regalarci insegnamenti
utili. E per ultimo, ma non meno importante la dottoressa
Nancy Miranda che intervista Estanislao Herrera, il suo stile
cresce ad ogni numero ed è da Buenos Aires che siamo
collegati a lei e al Tango. Per ultimo devo dire che poco prima
di chiudere questo numero è arrivata una brutta notizia: un
caro amico tanguero Maurizio Scozzi, grande appassionato di
teatro, ci ha lasciato. A lui vorrei dedicare questo numero della
rivista in ricordo della nostra amicizia.
Marcelo Alvarez
SOMMARIO
6 “Mundial de Buenos Aires”,
vince l’abbraccio di un diciottenne
di Manuela Pelati
9 Se posso, scelgo sempre
di ballare il tango
di Nancy Miranda
11 Il Malambo
di Emilio Cornejo
12 Códigos
di Pier Aldo Vignazia
13 Guida all’ascolto del tango
di Eduardo Notrica
14 Il passo nuevo del meditango
di Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta
9
p
15 Suono il bandoneón perchè fui
benedetto alla nascita da Pugliese
di Manuela Pelati
16 Narcotango: abbandonarsi
11
in una trance onirica
p
di Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta
17 Il personaggio del mese
15
p
di Marcelo Alvarez
18 La cura del proprio spazio
di Marcelo Alvarez
19 Carlos Gavito e le pause del tango
la DOBLE HOJA del TANGO
Direzione editoriale Doble A Tango
Progetto grafico e impaginazione Ilaria Rosa
Stampa Tipografia Cangiano Grafica - Volla (Napoli)
Supplemento bimestrale n. 3 a “Spartaco”
reg. tribunale Santa Maria Capua Vetere n. 549
di Edizioni Spartaco sas di De Paolis Pasquale e C.
INSERZIONI
Per prenotare la propria inserzione pubblicitaria:
[email protected]
di Monica Fumagalli
20 Così ricordiamo Osvaldo Zotto
e Tetè Rusconi
21 Dónde praticar en Roma
22 Dónde milonguear en Roma
“Mundial de Buenos Aires”,
vince l’abbraccio
di un diciottenne
testo
Manuela
Pelati
________
s
emplicemente campioni. Lui, alto, calmo, con
un’eleganza naturale. Lei, “morocha”, svelta, con
la fierezza di una gitana. Sebastian e Maria si
sono presentati al “Mundial” di Buenos Aires ad
agosto 2010 con l’obiettivo di migliorare il loro modo di
ballare il tango, non miravano a vincere.
Lui, appena compiuti 18 anni, non aveva fretta. Era alla sua
prima volta in gara, anche se accarezzava la pista già all’età
di 10 anni. Lei, più esperta, è una trentenne che prima di
vincere, lavorava a San Telmo, ballando da anni in piazza
Dorrego. Una coppia formata due anni prima, quando Maria
ha preso sotto l’ala il niño della scuola di Carlitos Perez.
Nessuno pensava a un campione.
Poi a inizio 2010 si sono iscritti al Festival Y Mundial di
Buenos Aires, quasi per gioco. Sono andati avanti nelle
selezioni della “Trastienda” fino ad entrare in finale al teatro
“Luna Park”. Lì il 31 agosto increduli ed emozionati hanno
sentito pronunciare i loro nomi: “I campioni mondiali di
tango salon per il 2010 sono Sebastian Ariel Jimenez y Maria
Ines Bogado!”.
Tuffo al cuore. Lacrime e abbracci, gioia ed euforia. Le
emozioni sono volate. I riflettori si sono accesi su “la coppia
giovane”, come si diceva tra il pubblico. L’entusiasmo poi,
era amplificato anche dal fatto che con il loro premio, il titolo
era tornato in Argentina, dopo l’assegnazione nel 2009 a una
coppia di giapponesi. E il tango, dichiarato patrimonio
culturale dell’Umanità dall’Unesco pochi mesi prima, da
ballo della tradizione dei nonni, passava il testimone a un
diciottenne, guardando al futuro di un giovane e nuovo
abbraccio.
6
Da quel momento per Sebastian e Maria è iniziata una nuova
vita, scandita da serate, inviti e lunghe tournèe in giro per il
mondo. Fino a Roma, dove sono giunti a inizio dicembre 2010,
portati da Alessandro Amici della Milonga della Stazione.
È LA PRIMA VOLTA CHE VENITE IN ITALIA?
> Maria: Sì, stiamo facendo una tournèe in Europa: andremo
a Bruxelles poi a Valencia e infine a Londra. In totale in
Europa gireremo per due mesi e mezzo. Poi torniamo a
Buenos Aires ma solo per una settimana perchè ripartiamo
subito per il Brasile, questa volta per una tournèe ufficiale
come rappresentanti del governo argentino.
QUEST’ULTIMO È UN PREMIO PER IL TITOLO DI CAMPIONI?
> Maria: Sì, in Brasile siamo sponsorizzati dal governo che
ci manda come rappresentanti culturali dell’Argentina.
QUANDO
VI SIETE ISCRITTI AL MONDIALE, LO AVETE FATTO CON
LO SCOPO DI VINCERE?
> Sebastian: No. L’idea
di vincere era una fantasia. Pensavo
a come sarebbe stato essere campioni, ma mai lo avrei
immaginato.
COME AVETE VISSUTO LA PREPARAZIONE PER IL MONDIALE?
> Sebastian: l’abbiamo presa come un’esperienza.
Maria: era la prima volta che ci mettevamo alla prova.
DA QUANTO TEMPO SIETE UNA COPPIA?
> Maria: Da due anni stavamo praticando da Carlitos Perez
e prendevamo lezioni solamente con l’idea di migliorare, per
poter fare delle cose nuove.
COSA STAVATE FACENDO PRIMA DEL MONDIALE?
> Maria: Io lavoravo da sette anni, ballando il tango in plaza
Dorrego a San Telmo. Ero lì dal lunedì al sabato,in quella
piccola piazza dove si concentra la gente e passa il tempo
libero bevendo un caffè. Ci sono anche molti turisti. Sebastian
invece stava studiando.
QUANDO AVETE INIZIATO A BALLARE?
> Sebastian: A dieci anni
DELLA COPPIA L ’ AVETE
SCUOLA?
>
Sebastian:
sì, durante una
pratica
FU
DIMOSTRATE UNA CALMA INTERIORE CHE MOLTI
BALLERINI NON HANNO…
> Maria: Sebastian è una
persona molto tranquilla, oltre ad
essere giovane, è sempre contento. Gioviale. Quando
balliamo trasmette questa serenità e contentezza.
QUANTO
SONO STATI IMPORTANTI PER VOI IL MAESTRO E LA
FAMIGLIA?
> Maria:
Durante la sfida del Mundial Sebastian viveva a
casa mia con i miei genitori, facevamo una vita molto
semplice e rilassata, siamo stati sempre insieme ai miei che
mi sono stati molto vicini. Il giorno
della finale, oltre a loro, al Luna
Park c’erano tutti i nostri amici e
il loro affetto si è fatto sentire.
“Sebastian è una persona
Sebastian: per me la notte della
molto tranquilla, oltre ad essere finale
era come una riunione
giovane, è sempre contento.
familiare
DOVE SEI NATO?
> Sebastian: in una zona a nord dell'Argentina, i miei
genitori sono della provincia di Santiago, dove è molto forte
la tradizione del folklore.
L’UNIONE
E QUAL È IL SOGNO?
> Tutti e due: Girare il mondo, essere sempre in tournèe…
ENTRAMBI
E PERCHÉ BALLAVI? A QUELL’ETÀ SI GIOCA A PALLONE…
> Sebastian: Mi piaceva. Tutti i fine settimana facevo una
lezione, andavo a ballare con i miei nonni. Non ho mai visto
il tango come una cosa da vecchi. Mi piace e mi svaga da
sempre. Nessuno mi obbligava da piccolo, i miei genitori non
ballano neanche.
TROVATA DURANTE LA LEZIONE A
> Sebastian: Per me è un cambiamento fortissimo.
Maria: È un cambiamento totale. Soprattutto per la
responsabilità che abbiamo, ora tutto quello che facciamo ha
un peso
UNA CONNESSIONE NATURALE O
UNA COSA STUDIATA?
> Sebastian: fu perché
Gioviale. Quando balliamo
trasmette questa serenità
e contentezza”
mi sentivo
molto a mio agio
Maria: lui era il più piccolo del gruppo di Carlitos, ma
studiava già da quattro anni. Cercava una donna con cui
ballare e ha trovato me, semplicemente.
SEBASTIAN, ERI COME UNA MASCOTTE?
> Sebastian: Direi di no, Carlitos non guardava solo me! Non
ero il preferito, intendo. Sì, mi correggeva, io lo consideravo
come un parente affettuoso e sicuramente gli piacevo perché
ero giovane. Ma camminavamo tutti sulla stessa linea…
SECONDO
VOI
TUTTI
POSSONO
MUNDIAL?
gli europei hanno
un livello alto. I migliori sono i
colombiani e i cileni, insieme agli
PARTECIPARE AL
> Maria: Tutti
argentini.
Sebastian: Ci sono molti italiani con un ottimo livello. Poi oggi
voi potete fare anche il campionato Europeo prima del
Mundial. E non si può più parlare di tango argentino, ma di
tango mondiale. Anche quest’anno tra i primi c’erano i
giapponesi e le coppie miste. Tutto il mondo balla il tango.
AL MUNDIAL SI VEDE LA QUALITÀ DEL BALLO?
> Maria: Certo. E la qualità degli altri si apprezza sempre…
E LUI COSA TI DICEVA QUANDO CAMMINAVI SULLA LINEA?
> Sebastian: Mi diceva: continua! Ne dovevo fare di strada… ma
una cosa bella e importante che mi diceva sempre era: divertiti
È IL SENTIMENTO CHE PROVATE QUANDO BALLATE IL
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
QUAL
TANGO?
> Maria:
È un divertimento e un piacere. Non è mai stata per
me una cosa forzata.
QUALI SONO GLI ELEMENTI PIÙ IMPORTANTI PER VOI NEL TANGO,
LA FIGURA, LA MUSICA O LA COPPIA?
> Maria: La connessione, l’incontro
tra noi. Sia se ci stiamo
preparando per il Mundial, sia se ci mettiamo a ballare in
milonga, non cambia: per noi è importante la connessione che
abbiamo nella nostra coppia.
SAPETE
CHE I GIURATI USANO TRE MISURE PER SELEZIONARE LE
COPPIE AL MUNDIAL: SONO L’ELEGANZA…
> Sebastian: (interrompe) No, noi non
lo sapevamo, non
avevamo mai partecipato prima, ma non ce lo siamo neanche
chiesto quali fossero.
IL PRIMO TENTATIVO E AVETE VINTO?
> Sebastian: Sì, ci sono persone che vanno sei sette volte e
arrivano quarantesimi o altro. Per noi anche pensare alla
finale era già un obiettivo.
ORA LA VOSTRA VITA HA SUBITO UN CAMBIAMENTO FORTE?
7
I campioni
delle scorse edizioni
1
2
3
1. Diego Ortega e Chizuko Kuwamoto, rappresentanti della città di Colon, Argentina, campioni di tango “escenario” 2010
2. Hiroshi Yamao e Kyoko Yamao, Tokyo, Giappone, campioni di tango “salon” 2009
3. Mauro Zompa e Sara Masi, rappresentanti di Firenze, Italia, quarti nel tango “salon” 2009
Festival y Mundial de
Baile di Buenos Aires”
Il “Tango - Festival y Mundial de Baile di
Buenos Aires” si svolge solitamente nella
seconda metà di agosto e nel 2010 è giunto
all’ottava edizione. Non solo ballo: i quasi
quindici giorni di manifestazione offrono
gratuitamente
concerti
(nell’edizione
passata, tra gli altri, hanno suonato i Gotan
Project, l’orchestra Leopoldo Federico),
conferenze (molte quelle sulla storia e la
musicalità del tango) e lezioni di ballo (con
alcuni dei migliori ballerini argentini).
Per la gara di ballo l’esibizione è in due stili: “tango salon” e “tango escenario”. L’iscrizione è aperta a tutti, basta essere in
coppia, riempire un modulo che si trova sul sito www.mundialdetango.gob.ar, inviarlo, aspettare la risposta di accettazione
e prepararsi alla competizione. La coppia deve presentarsi alla convocazione il giorno d’inizio del Festival e se passa le
“rondas clasifiatorias” arriva in semifinale. Se entra poi tra i primi 10, va in finale. Nel 2010 hanno partecipato 460 coppie di
21 paesi nel mondo. La maggior parte provengono, oltre che dall’Argentina, dalla Colombia, Cile, Venezuela. Tra gli europei
il numero maggiore è quello degli italiani.. La giuria è formata da ballerini, coreografi ed esperti di tango e nel 2010 erano
presenti Juan Manuel Fernandez, il “Flaco” Dani, Maria Nieves e Miguel Angel Zotto tra gli altri.
Il premio considerato più nobile in omaggio alla tradizione è quello di tango salon, che in somma di denaro ammonta a 4.000
euro. Ma non solo soldi: il titolo offre soprattutto successo e immediate possibilità di effettuare tour in tutto il mondo.
8
“Se posso,
scelgo sempre
di ballare il tango”
Intervista a Estanislao Herrera
testo
Nancy ________
Miranda
con
uno stile forgiato da una
tecnica
precisa,
ferrea,
conservatrice, virtuosa, alle
radici della sua disciplina, la
cui culla è stata il folclore, vi
sono tracce lasciate da “el Chúcaro*” . Il tango è per lui una costante
ricerca sul movimento, in scena e nella vita. Il suo motto, “no vivir
más al límite” (non vivere più al limite) gli dà le ali per congiungersi
con la gioia di ballare il tango argentino semplicemente perché lo
ama. Un privilegio per i tempi che corrono!
PERCHÈ BALLI IL TANGO ARGENTINO?
> Perchè ciò che più mi piace ballare è la musica popolare. A
18 anni, quando sono arrivato da Jujuy, ballavo folclore
argentino. Poi qui a Buenos Aires ho imparato il tango ed è
stata così forte la connessione che è diventato la mia
professione. Ho preso lezioni di altri generi, come danza
contemporanea e classica, e ho fatto esperienza con coreografi
come Ana María Stekelman (Compagnia Tangokinesis) per il
film “La peste”, diretto da Luis Puenzo (vincitore di un Oscar).
In generale mi piace l’arte popolare di qualsiasi tipo, però è
l’abbraccio del tango che mi dà la felicità assoluta.
COME CARATTERIZZERESTI IL TUO STILE DI BALLO?
> Provengo dalla scuola tradizionale del tango e mi continua
a piacere questo stile più di tutti gli altri. Anche se credo che
sia positivo che il tango si arricchisca di altre tecniche e di altre
estetiche. Da un punto di vista visivo o dell’immagine, io ballo
il tango tradizionale da palcoscenico e sono un ballerino più
che un maestro. Scelgo le orchestre che prediligono tempi
veloci, per le mie coreografie. L’aspetto della velocità mi è
congeniale e ciò rivela il notevole sforzo necessario ad
assimilare il meccanismo per ottenere questa velocità. Mi piace
ballare su interpretazioni musicali al limite della velocità,
D´Arienzo, Pedro Laurenz o Piazzolla, solo per dare
un’indicazione generica. Però i miei preferiti da ascoltare sono
Alfredo Gobbi e Horacio Salgán. Inoltre ricordo che ho avuto
l’enorme piacere di dividere il palcoscenico con quest’ultimo e
con il suo Quinteto Real, alcuni anni fa, al “Club del vino”.
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
HAI UNA COMPAGNA DI BALLO IN QUESTO MOMENTO?
> Nel mio prossimo lavoro, farò coppia con Luján Gimenez.
In precedenza, la partner con la quale sono stato più
conosciuto è Verónica Vidan, con la quale ho lavorato per più
di 13 anni. L’ideale è avere una coppia fissa e fare insieme,
progressivamente una ricerca nel tempo per ottenere, nelle
A QUALI ALTRE ATTIVITÀ TI DEDICHI?
coreografie, quella compiutezza che le
>
Attualmente prendo lezioni di
rende più interessanti da un punto di vista
percussioni nella scuola “La chilinga”. In
artistico. Tuttavia di questi tempi a volte si
Lo sforzo viene
particolare mi interessano il candombe e
sceglie di dare priorità al lavoro piuttosto
ripagato quando
la murga. Inoltre questo esercizio mi
che alla ricerca che richiede tempo, un
sono in scena,
mantiene attivo per suonare il bombo
enorme sforzo e non dà garanzie. Molti
legüero (è un tipo di bombo o tamburo, il
non
hanno la pazienza che richiede il
perchè vivere
principale strumento di percussione del
processo creativo. L’aspetto economico e le
di ciò che si ama
folclore argentino, N.d.T.). E cerco anche
necessità di ognuno hanno strettamente a
non ha prezzo
di nutrirmi costantemente, imparando dai
che fare con tutto questo.
colleghi con cui condivido il cast nei
Oggi, a differenza di un tempo, le coppie
diversi spettacoli.
del tango non durano più molto tempo.
Inoltre partecipo alla formazione del SIPRODA (sindacato dei
Prima ci si imbatteva in coppie come Roberto Reis e
professionisti della danza). Mi sembra importante rivalutare i
Guillermina Quiroga, Roberto Herrera e Vanina Bilous,
temi che interessano gli aspetti professionali della danza,
Miguel Zotto e Milena Plebs, per nominarne solo alcune. Ora
ambito che nel nostro paese è abbastanza vulnerabile rispetto
si possono trovare buoni ballerini e coppie che ballano molto
ad altri settori delle arti. C’è molta strada da fare perché questo
bene, con un’estetica depurata ed una qualità tecnica
movimento è iniziato da poco, però è il momento di generare
eccellente però non si arriva a plasmare quel plus che si ottiene
lo spazio di cui i nostri diritti hanno bisogno.
con il lavoro fatto nel tempo.
* Santiago Ayala (1918-1994): esempio di impegno e vocazione per la danza, ha diffuso il ballo folcloristico argentino in diverse parti del mondo.
Forma la “Compañía de Arte Folklórico” con riconosciuto talento come coreografo, zapateador [esecutore del zapateo, N.d.T.], disegnatore, ballerino
e attore in diversi film. Nel 1990 fonda il “Ballet Folklórico Argentino” e molte delle sue opere sono ancora rappresentate. Balla fino all’età di 70 anni.
9
CREDI
CHE QUESTA SITUAZIONE CONDIZIONI IN QUALCHE MODO
LA QUALITÀ DEL BALLO?
> Credo che esista un
maggior numero di ballerini che
ballano bene. Allo stesso modo credo che ce ne siano molti che
ballano in modo simile. Un po’ perchè sono ancora molto
giovani e un po’ perchè manca il lavoro di coppia, che ho
menzionato poco fa, e in questo modo non si acquisisce una
personalità propria. È un momento di transizione per la danza
del tango. Per me, però, l’importante è che continui e cresca.
SI
SCONTRANO
DUE
OPINIONI
CONTROVERSE
RISPETTO
ALL’UNIVERSO TANGUERO: CHE È MORTO E CHE È DI MODA.
COSA
PENSI A RIGUARDO?
> Anche se non ci
sono molte cose nuove e, come già detto,
anche se è un momento di transizione, non si può negare che
il tango sia più che vivo. Considera che qui a Buenos Aires
ogni anno nel mese di agosto ha luogo il “Mundial de Tango”
al quale assistono più di 250.000 spettatori. Se non fosse un
momento di vivacità sarebbe impossibile attrarre un quarto di
milione di persone per un evento il Mundial, che peraltro non
annovera figure consacrate, giacché la maggior parte sono
giovani ballerini di talento da poco iniziati al tango o che
hanno al loro attivo solo una breve carriera. Tutto ciò che è
utile per nutrire l’universo del 2x4 è da ritenersi benvenuto.
Per esempio il tango elettronico non è ciò che preferisco però
se contribuisce ad avvicinare la gente al tango, allora è più che
positivo.
COME DEFINIRESTI LA SEDUZIONE NEL BALLO DEL TANGO?
> I ruoli sono ben ripartiti tra uomo e donna, esattamente
come nella vita. È interessante che lo spettatore veda questa
nostra danza da una prospettiva sensuale e che non la associ
necessariamente, come spesso accade, a qualcosa di sessuale.
Vale a dire, che ognuno immagini quello che vuole ma senza
che sia mostrato a partire da un gesto esplicito. L’arte può così
evocare altre dimensioni.
10
PER
QUANTO RIGUARDA IL RUOLO FEMMINILE E MASCHILE NEL
TANGO, COME LI CARATTERIZZERESTI?
> A me non piace che la donna faccia
più cose di quelle che
faccio io. Preferisco essere la colonna di tutto ciò che si
costruisce. Da quando ho imparato a ballare il tango, negli
anni ‘90, il ruolo femminile all’interno della coppia ha fatto
molti progressi. Prima era diverso. Ora la donna, come nella
vita, poco a poco ha conquistato il suo spazio e questo si riflette
anche nel tango.
CHE COSA DOVREBBE E CHE COSA NON DOVREBBE FARE UN ALLIEVO
PRINCIPIANTE PER IMPARARE A BALLARE BENE IL TANGO?
> Avere passione e costanza, certamente. Non darsi
delle
mete all’inizio, perché questo a volte pregiudica
l’apprendimento che dovrebbe essere, invece, piacevole per
ogni allievo. E dipende anche dal perchè si vuole imparare. Se
è per ballare socialmente è sufficiente prendere alcune lezioni
(non poche). Se invece è per dedicarsi all’attività professionale,
è completamente diverso. La carriera è complicata, comporta
prove e ancora prove e confronti senza fine. Nel mio caso lo
sforzo viene ripagato quando sono in scena, perché vivere di
ciò che si ama non ha prezzo. Tornando al problema delle
lezioni, se non hanno una continuità, per gli allievi può
diventare complicato assimilare in breve tempo ciò che
l’insegnante trasmette loro. Sono convinto che sia utile fare
prima un percorso con l’insegnante con cui si è deciso di
iniziare a studiare e solo più avanti sperimentare tutto ciò che
piace e che sembra interessante da integrare al ballo.
QUANDO SARAI IN ITALIA?
> Andrò in tournée con lo spettacolo “TANGO” della
compagnia di Roberto Herrera tra gennaio e febbraio 2011,
come Artista ospite. Saremo in diverse città italiane.
Le date del tour si trovano su:
www.luigipignotti.com - www.herrera-tango.com.ar
Il
Malambo
Una danza piena d’arte
testo
Emilio________
Cornejo
Proprio per questo vorrei farvi conoscere il Malambo, una
danza piena d'arte che mi ha permesso di esprimere di volta
volta ciò che avevo nell'anima, ma che forse molti di voi non
conoscono ancora. Quel poco che si conosce del malambo nel
mondo, è la forma che io chiamo circense, fatta con le
boleadoras, uno strumento che in origine aveva un’altra
funzione: venivano infatti utilizzate dagli indios per cacciare e
per la guerra. Personalmente non mi piace che vengano
chiamate malambo le esibizioni con le boleadoras perché il
vero malambo è quello zapateado, cioè quello danzato, dove la
parte più importante la fanno i piedi ( la parola stessa viene da
zapato che vuol dire “scarpa”).
Il malambo è una danza originaria dell’Argentina, una delle
più antiche del nostro folklore, è vibrante, agile, elegante ed è
propria del gaucho, cioè del criollo contadino ed allevatore di
animali, ma anche dell’indio avventuriero e solitario, che
cercava di sfuggire alle spedizioni militari.
In origine veniva ballato nelle feste campestri, non solo per
divertimento ma anche come sfida per disputarsi terre,
bestiame e beni, impegnando la mente ed il corpo in creazioni
sempre nuove e dando prestigio ai più abili.
In questa danza l’uomo ha la possibilità di dimostrare tutta la
sua destrezza, il vigore, la personalità ed il carisma, non solo
attraverso il movimento delle gambe ma anche grazie
all’espressività del corpo in generale e dello sguardo
provocatore, audace, di sfida.
Il malambo non ha un linguaggio prestabilito come la danza
classica, dove ogni movimento ha un nome. Questa danza è
più selvaggia, più libera. Naturalmente esistono dei parametri,
dei movimenti di base ma molto dipende dal ballerino, dalla
sua capacità di creare una buona coreografia. In questi ultimi
10 anni c'è stata una grande evoluzione tecnica, fisica e
artistica, tanto che si è cercato l’aiuto anche di altre discipline
per poter sviluppare una forma fisica e coreografica migliore.
In Argentina è sempre più grande il numero di giovani e di
persone di tutte le età che si avvicinano al malambo, che oggi
ha raggiunto livelli alti grazie a manifestazioni e concorsi
nazionali ed internazionali.
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
s
ono trascorsi già cinque anni da quando arrivai a
Roma per la prima volta, in rappresentanza del
Festival Nacional de Malambo che si tiene a
Laborde ed è il festival più prestigioso che
l’Argentina dedica a questa affascinante danza.
L'evento, realizzato da Massimo Giandomenico, che gestiva il
ristorante Café Corrientes, si chiamava “Patio Argentino” e
metteva in scena, in modo vivace, uno spettacolo che univa
tango e folklore argentino. Alcuni mesi dopo la fine di questo
evento, sono rientrato in Argentina per proseguire il mio
lavoro di ballerino, insegnante e coreografo in diverse città del
paese. Nel 2008 ho preso la decisione di tornare a Roma, questa
volta però non è stata la danza a portarmi qui ma l'amore che,
grazie alla magia del tango, era nato proprio nel 2005. Non mi
sono mai tirato indietro di fronte alle sfide, per questo ho
deciso di trasferirmi a Roma con mia moglie, romana,
lasciando la mia carriera e la mia scuola di danza, accettando
l’avventura di cominciare una nuova vita ed una carriera in
Italia, con l'obiettivo di diffondere la mia cultura.
È una danza fisicamente molto impegnativa sia a causa dei
movimenti, sia per l’energia che si utilizza, per questo un
malambista deve conoscere il corpo, l’anatomia, le reazioni e le
conseguenze che ogni colpo, ogni stimolo muscolare può
comportare. Molti di questi movimenti non si possono
realizzare senza un buon allenamento precedente alla danza.
Attualmente il malambo si esegue soprattutto in gare e
concorsi in cui si presentano le migliori coreografie, per
questo è un po' come se non si fosse perso lo spirito dei
gauchos che si sfidavano mettendo in palio
terre, bestiame o l’amore di una donna.
Naturalmente il contesto è molto diverso,
ma il senso rimane lo stesso: mostrare i
migliori
movimenti,
il
“miglior
malambo”, la destrezza e l’abilità,
l’orgoglio per l’originalità della propria
coreografia, il misurarsi con gli altri e
soprattutto con sé stessi.
11
Códigos
(seconda puntata)
Se la milonga diventa
una manifestazione di esoterismo
m
testo
Pier Aldo Vignazia
[email protected]
________
“
irada e Cabeceo”, “Settori Separati per
Uomini e Donne”, “Invito Esclusivamente
a Distanza”.... ma sono veramente questi i
“codici” della milonga? E di che milonga,
poi? Come quasi sempre accade, liti,
discussioni, le polemiche fra gli esseri umani avvengono per
quello che realmente ci differenzia dal resto degli animali: il
linguaggio. Pensate alle sfumature di significato che può avere
la parola “amore”... “Uccide per amore”, si legge sui giornali:
ma si può uccidere per amore, che è il sentimento del dare
all'altro? Non sarebbe meglio allora scrivere “Uccide per amor
proprio”, ossia per egoismo totale? Però si dice, e si scrive... Se
poi ci si mette il fatto che l'essere umano si è inventato le
lingue, siamo a posto: la confusione è assicurata: tradurre è
tradire, dicono i traduttori...
Quando si è comiciato a diffondere il tango in Italia, i solerti
primi organizzatori (e i non meno solerti primi insegnanti) si
premurarono di far sapere ai loro solerti primi alunni che il
luogo dove si balla tango si chiama
milonga. Con grande sollievo degli
alunni medesimi, tutti tesi a
differenziare il loro nuovo ballo dal
“tango” all'italiana, che come tutti
sanno si balla nelle balere. “Che fate
sabato sera?” “Andiamo in milonga!”,
suonava molto diverso da un
semplice “Andiamo a ballare!”, cosa
volgare e che più o meno facevano
tutti. Gli astanti restavano a bocca
aperta,
di
fronte
a
tanta
manifestazione di esoterismo, e i più
arditi azzardavano un “Ah... e che
cos'è?” E i depositari del segreto,
dall'alto delle loro metafisiche
conoscenze, spiegavano... Non è
escluso che qualcuno si sia avvicinato
al tango perché gli avevano detto che
si ballava in milonga.
Il fatto è che non era vero! Parlando di
Buenos Aires, la verità era (ed è) che
nelle milonghe si balla sì tango, ma il
tango non si balla solo nelle milonghe!
12
Ossia, il tango lo si può ballare in tantissime occasioni e luoghi,
e non solo in una milonga! Che resta un posto un po' speciale,
con una sua speciale atmosfera, con sue speciali “regole
d'ingaggio”, per usare un termine di moda. Il tango lo si balla
in clubes de barrio, in practicas, in fiestas; e anche in milongas,
perché no! Ciascuna di queste occasioni ha come è ovvio le sue
regole, i suoi modi di comportarsi. Quegli incontri che
venivano agli inizi quasi furtivamente organizzati in Italia dai
componenti di una scuola per ballare e praticare, non avevano
niente, ma proprio niente, della “milonga”... tranne il nome,
imposto -per imprudenza o per motivi di marketing- dai primi
organizzatori. Erano più practicas, o fiestas (“pratiche”,
“feste”, per chi ha problemi con le lingue...): luoghi dove ci si
trovava fra amici, gente che veniva dalla stessa scuola, dove si
ballava, ci si mescolava, si chiacchierava, con gran
disperazione del musicalizador, costretto ad alzare il volume
all'impossibile (a proposito, il musicalizador a Buenos Aires è
normalmente chiamato disc-jockey: fate un po' voi...). E le
milonghe italiane sono figlie dirette di quei primi incontri, di
cui hanno ereditato lo spirito
comunitario
e
conviviale,
ciacarone,
dove
si
va
generalmente in gruppo misto di
uomini e donne, dove una parte
socializza amabilmente mente
un'altra parte balla: in poche
parole, non sono milongas. Ma
allora, direte voi, che accidenti
sono le milongas? E i loro
codigos? Abbiate pazienza: il mio
spazio è abbondantemente finito.
Vedrò di affrontare l'argomento la
prossima volta!
Una proposta di analisi musicale
di “A media luz”.
Guida all’ascolto del tango
(terza puntata)
periodo I frase, tema A:
“Corrientes, 3-4-8,
segundo piso ascensor…
II frase
No hay porteros, ni vecinos,
adentro, cocktail y amor...
III frase Pisito que puso Maple,
piano, estera y velador;
IV frase
un telefón que contesta,
una fonola que llora
V frase
viejos tangos de mi flor,
y un gato de porcelana
pa’ que no maúlle al amor. “ fine del periodo
Fin qui, un periodo (un enunciato musicale con un senso compiuto)
formato da 4 frasi di 4 battute e di 2 versi ognuna e 1 frase, l’ultima, di
3 versi. Chiamiamo frase all’unità sintattica minima completa. Insieme
allo sviluppo del periodo con le sue frasi si espone il tema A. Il tema è
una costruzione ritmico -melodica che si caratterizza e si distingue di
altri frammenti. Di solito si presenta attraverso una frase riconoscibile
di una lunghezza tale che consente di memorizzarla facilmente. Vuol
dire che la comprensione della segmentazione sintattica è fortemente
legata allo sviluppo tematico del brano. Andiamo avanti con il tango:
sembra che inizi qualcosa di nuovo nel canto, ma stranamente già lo
conosciamo. Perché? Certo, è stato presentato all’inizio del brano nell’
introduzione strumentale. Ma l’importanza del testo, che peraltro dà il
titolo a questo tango, ci induce a chiamarlo tema B. Stiamo mettendo
in relazione i segmenti tra di loro, qualificandoli e identificandone i
temi: la novità è l’ esposizione del tema B nella prima frase del nuovo
periodo.
periodo, I frase, tema B
“Y todo a media luz,
que es un brujo el amor...
a media luz los besos,
a media luz los dos...
II frase
Y todo a media luz,
crepúsculo interior,
que suave terciopelo
la media luz de amor.”fine del periodo
Troviamo qui 2 frasi di 4 versi e 4 battute ognuna. Di seguito, nel 3°
periodo, utilizzando una risorsa molto usuale nell’epoca d’oro delle
orchestre di tango, l’arrangiatore decide lasciare gli strumenti soli ed
elaborare il tema A nella variazione del bandoneon senza testo. In
effetti manca
periodo, I, II e III frase, tema A’
“Juncal 12-24.
telefoneá sin temor;
de tarde, té con masitas,
de noche, tango y amor;
los domingos, té danzante,
los lunes, desolación.”
che si riconosce nel tema della parte strumentale. Il cantore riprende
dopo la terza frase con
IV frase
”Hay de todo en la casita:
almohadones y divanes
como en botica... cocó!
Alfombras que no hacen ruido
y mesa puesta al amor. “ fine del periodo
Possiamo dire che è una elaborazione del tema A (per questo lo
chiameremmo A’) con 3 frasi strumentali e 2 frasi cantate. Finito
questo periodo riappare il ritornello in forma strumentale con la prima
metà di B e manca anche qui il testo
periodo, I frase, tema B’
“Y todo a media luz,
que brujo es el amor...
a media luz los besos,
a media luz los dos... “
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
p
Proviamo a ascoltare un tango
conosciuto, ad esempio “A media luz”,
il classico di Carlos César Lenzi con
musica di Edgardo Donato. Tanto
meglio se riusciamo a trovare la
versione della orchestra di Edgardo
Donato
(www.carriechelsea.com/songs/media.html).
Come primo approccio, ci lasciamo trascinare dalla
musica senza alcun preconcetto come se fosse la prima
volta che la ascoltiamo. Percepiamo se c’è qualcosa che
chiama particolarmente la nostra attenzione: un repentino
cambio di velocità, l’apparizione di uno strumento nuovo, la
voce del cantante e la melodia o una fantasiosa variazione del
tema del bandoneon. In definitiva tutte situazioni molto diverse
tra di loro che si ascoltano però simultaneamente. Dopo il piacere
dell’orecchio andiamo al nostro compito, cioè cercare di capite
come organizzare quello che abbiamo ascoltato. Al primo incontro
“ingenuo” con il tango segue una fase di consapevolezza nell’ascolto.
Occorre perciò segmentare il discorso in parti significative,
identificando i punti di chiusura dove notiamo che la musica arriva a
un momento di riposo. In questo caso inizia l’ orchestra che suona un’
introduzione e che riconosciamo come tale per la mancanza di testo*.
Finalmente, dopo il punto chiaro di arrivo -cioè la conclusione della
sezione introdutiva- il cantante inizia un periodo dove si espone il
conosciuto tema A:
testo
Eduardo Notrica
www.edunotrica.com
________
per finire il brano con il canto, più conclusivo e stabile. Di nuovo una
elaborazione tematica sul tema B(chiamato qui B’) che ci porta alla
conclusione: il ‘rallentando’ che suggerisce la perdita del battito (e
diventa ritmo libero) rinforza la funzione conclusiva che prepara i
ballerini all’addio dopo il ballo. Ci saluta la bella voce vellutata del
cantante con il suo
II frase,
“Y todo a media luz,
crepúsculo interior,
que suave terciopelo
la media luz de amor” fine del periodo.
E come non poteva essere diversamente, si aggiunge il consueto
Chin-pun della cadenza finale.
* Troviamo una sezione introduttiva
particolarmente articolata: sono 3 periodi, il 1°
espone il tema B in 2 frasi, il 2° il tema A in 5 frasi
mentre il 3° è una elaborazione di B (cioèB’) in 3
frasi con la conclusione in un rallentando che
prepara il canto.
13
FESTIVAL A ROMA
Il passo nuevo
del Meditango
testo
Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta
________
foto
Malerba
Massimiliano________
p
arte dal presupposto di incontrarsi
in una milonga, disperdersi nella
folla d'anime che, ammaliata dai
sentimenti più vivi e tumultuosi,
libra unanime la potente forza del tango.
L'incontro più fatale avviene in un abbraccio,
a luci soffuse, abbandonandosi al destino del sé
per poi, e solo allora, ritrovarsi.
È con tali emozioni che la Sesta edizione del “Meditango
festival” ha preso il via. E giunto alla conclusione, dopo
dodici giornate all'insegna della cultura del tango, ne ha
visitato tutte le sue sfaccettature più intrinseche e allo stesso
tempo, più evolutive. Quest'anno il festival è partito con
l'intenzione di lanciare un nuovo mood di concepire il tango,
con un approccio che non fosse solo avvertito dal punto di vista
del ballo ma anche attraverso seminari e stages, musica dal
vivo ed esibizioni degne delle migliori kermesse.
La serata d'apertura del festival, il 18 dicembre dello scorso anno,
è stata battezzata dagli artisti Esteban Moreno e Claudia Codega,
dal 2000 amici ed estimatori degli eclettici e pieni di talento Alex
Cantarelli e Mimma Mercurio, inventori e organizzatori dal 2005
della rassegna siglata “Meditango Festival”.
Un festival che nasce dall'intenzione di Alex e Mimma di dare
un luogo e un momento collettivo ai loro spettacoli. I due artisti
dopo un lungo cammino - a cinque anni dal loro primo
incontro e molti spettacoli innovativi - hanno voluto
coinvolgere gli amanti del tango in un festival che sarebbe
divenuto, col perpetuarsi del tempo, una “tradizione” tutta da
vivere e festeggiare accompagnati dai molti artisti che danno
corpo all'universo del tango e dai tanti amanti del tango.
Questa sesta edizione in particolare, ha avuto la presenza di
artisti del calibro di Juanjo Mosalini e Oliver Sens, esibitisi il 22
dicembre presso il Teatro Golden, in un'ottima performance
musicale all'insegna dell'avanguardia nello scenario musicale
del tango, il bandoneón di Mosalini accompagnato dal
contrabbasso di Sens, fusi in un tango dalle note libere e
improvvisate del jazz.
La rassegna musicale è continuata con la presenza del Trío de
la Sombra il 19 dicembre, di Javier Girotto il 28 di dicembre,
14
presso il Teatro Golden e dei Narcotango che, suonando il 31
dicembre, hanno brindato al 2011 con una performance
all'insegna dell'innovazione musicale, il loro un tango reso
energico dal suono della chitarra elettrica, dal tempo battente
e irrequieto della batteria, accompagnato dai suoni elettrici
della tastiera, il tutto incorniciato dal suono incalzante
dell'immancabile bandoneón. L'ultima performance musicale
ha portato la firma degli italianissimi Kantang”, esibitisi l' 1
gennaio 2011.
Gli appuntamenti con l'arte del tango offerti dal Meditango
festival sono stati animati da ballerini di fama mondiale quali:
Esteban Moreno e Claudia Codega, in apertura del festival,
Cesira Miceli e Chen-kuo Sierra, presenti in due date: il 18 e il
19 di dicembre, così come i ballerini Biki Wildenburg e Muzo
Demira il 25 e il 26 dicembre, Loukas Balokas e Georgia
Priskou il 2 gennaio, Eugenia Parrilla e Yanick Wyler il 4 e il 5
del mese di gennaio, e in chiusura festival, il 6 gennaio, una
splendida esibizione regalata da Ciccio Aiello e Pamela Damia.
Notevoli le performance, nelle quali si assiste alla
coagulazione di stili affatto differenti, spesso di origine
musicale lontana, eppure sintonicamente convergenti in un
impasto di sonorità nuove, in una fucina di emozioni
evocative che spaziano dal Tango Fusion Jazz di MosaliniSens all'intensissimo laboratorio magmatico di sonorità e
dunamis musicale dei Narcotango, veri innovatori e
avanguardisti del panorama argentino e internazionale.
Incredibile come gli ingredienti di questa mistura sonora, sia
di radice classica (chitarra) sia intermedia (bandoneón,
contrabbasso), sia nuova (percussioni e musica elettronica)
concorrano quasi ipergolicamente a scatenare una reazione
chimica di suoni e sensazioni davvero coinvolgenti.
L'appuntamento con la settima edizione del Meditango
festival è da annotare al prossimo dicembre 2011. Alla
direzione saranno sempre presenti Alex e Mimma, con una
straordinaria dote organizzativa data dall'entusiasmo ad
aprire nuove strade all'universo del tango e supportata
dall'ammirazione dei tanti artisti che, di anno in anno, non
rinunciano a condividere con il pubblico sempre più vasto
degli ammiratori dell'arte del tango, esperienze e talento.
“Suono il bandoneón
perchè fui benedetto
alla nascita da
Osvaldo Pugliese”
testo
Manuela
Pelati
________
foto
Massimiliano________
Malerba
COME SI PUÒ DEFINIRE LA MUSICA CHE AVETE SUONATO STASERA?
> Olivier: A volte jazz a volte tango….
Juanjo: Totalmente tango certe volte, totalmente jazz altre. E a
volte sono mescolati… non saprei.
COSA È LA MUSICA PER VOI?
> Oliver: Per me è una passione. Più che una passione: è la mia
vita. Non posso immaginare la mia esistenza senza musica.
Juanjo: La vita, in generale, senza musica è un errore. Perché
esiste fin dai popoli primitivi. Un mio insegnante mi diceva che
nasce con l’essere umano, che è dentro il cuore degli uomini.
JUANJO, TU HAI SEMPRE SUONATO IL BANDONEÓN?
> Juanjo: No prima suonavo il piano, ma non in maniera
professionale. E come dice Olivier, il piano è un pezzo di legno...
Mentre il bandoneón è un’estensione del musicista che lo
abbraccia: come dice la poesia di Cortazar il bandoneon si
chiama “Pichuco” , “Piazzolla”, “Federico”. Questo è il
bandoneon: il musicista che lo suona.
LA MUSICA È LEGATA ALLA STORIA DELLA TUA VITA?
> Juanjo: Sì: sono nato a Buenos Aires e sono andato a Parigi
quando avevo undici anni. Ma il mio cuore è completamente in
Argentina e la cultura che ho, è tutto per me.
QUANTO
HA INCISO LA TUA FAMIGLIA NELLA CARRIERA DI
MUSICISTA?
> Juanjo:
Bè, ascoltavo musica in casa, ovviamente, fin da
piccolo e la prima persona che venne a trovarmi quando nacqui
fu Osvaldo Pugliese.
RACCONTACI
> Juanjo. Semplice: mio padre stava suonando con l’orchestra
di Pugliese in un teatro, quando io fui messo al mondo, nel
1972. E alla fine del concerto vennero tutti in ospedale a
trovarmi.
FU COME UNA BENEDIZIONE DEL PAPA…
> Esattamente!
IL
BANDONEÓN È UNO STRUMENTO ADATTO SOLAMENTE AL
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
j
uanjo Mosalini, bandoneonista
figlio di Juan Josè Mosalini, porta
addosso un’eredità di rilievo: il
padre
tra
le
innumerevoli
collaborazioni,
ha
suonato
nell’orchestra di Osvaldo Pugliese e ha
composto con Astor Piazzolla. Nato a Buenos
Aires ma cresciuto dall’età di 11 anni a Parigi,
Juanjo dal padre ha preso anche la voglia di
innovazione e guarda al futuro dell’elettronica,
mescolando tango, jazz e contaminazioni etniche.
Collabora con musicisti, come Oliver Sans, che ha la testa
nel computer e il cuore nel jazz. Juanjo inoltre parla tre
lingue, si esibisce sul palco creando un’”esperienza” più che
un concerto ed è convinto che nel mondo di oggi si può
prendere l’aereo anche per fare una sola data dall’altra parte
del mondo, per esempio a Tokyo. Perché la globalizzazione
non è un appiattimento, ma vuol dire sperimentare per
crescere, mescolarsi per ritrovarsi e comunicare con l’unico
vero linguaggio universale: la musica..
Juanjo al bandonéon e Oliver Sans al contrabasso si sono esibiti
in un concerto il 22 dicembre 2010 al teatro Golden di Roma
durante il Meditango Festival
TANGO?
> Juanjo:
È lo strumento simbolico del tango, ma il tango
esisteva anche prima con i flauti, il violino. Il bandoneón è
arrivato dopo ed è tedesco… ma per la gente è totalmente
legato al tango. Mentre se lo suona qualcuno in Baviera ad
esempio, offre musica di Baviera, perché ognuno può mettere
la propria cultura nel bandoneòn.
PERCHÉ
SECONDO TE IL TANGO CHE SI BALLA DI PIÙ NELLA
’40?
Juanjo: È una presa di posizione. Un preconcetto. Io ho un
sogno: mi piacerebbe vedere dei ballerini esperti
di musica, ma spesso non è così e ballano senza
pensare a cosa stanno ballando, non gli
interessa. Per i musicisti è una pena: ho
suonato per anni nelle milonghe e mi piace
suonare mentre gli altri ballano, è un
momento unico. È fantastico ricevere l’energia
dei ballerini, ma purtroppo non sempre
succede.
MILONGA È QUELLO DELLE ORCHESTRE DEGLI ANNI
15
Narcotango:
abbandonarsi in una
trance onirica
testo
Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta
________
COME NASCONO I NARCOTANGO?
Carlos: Il gruppo nasce nel 2003, con la pubblicazione del
primo cd. La formazione ancora non era quella attuale,
eravamo io e Fernando (il batterista), e il nostro primo e unico
brano “Plano secuencia”. Il tutto nacque quando cominciai a
ballare il tango. Avvertii quasi subito l’esigenza di adattare il
tango alla sensazione datami dall’evoluzione dei tempi che
era in atto. Cominciammo a fondere il suono degli strumenti
tradizionali con suoni elettronici al fine di creare un sound
contemporaneo, che si potesse adattare alla nuova forma di
ballare il tango che si era creata e che non aveva ancora
trovato una sua dimensione musicale adeguata. Facemmo
ascoltare il brano ad amici, musicisti e ballerini, e il singolo
piacque molto. Nell’agosto del 2003, formato l’assetto attuale
del gruppo, durante una pratica a Buenos Aires suonò il demo
che conteneva il singolo, a quella pratica era presente
un’organizzatrice di eventi di Amsterdam che rimase colpita
e invitò il gruppo a suonare in Germania.
tango, una nuova forma di suonare il tango accompagnata da
una visione del tango che vuole essere epicentro di varie
influenze musicali, che vadano dal repertorio classico
all’elettronico, passando dall’improvvisazione del jazz.
LA
CHITARRA NEL TANGO È STATA ABBANDONATA NELLE
ORCHESTRE, I
NARCOTANGO
LA RIPORTANO IN AUGE NELLA SUA
VERSIONE ELETTRONICA: UN ESPERIMENTO IMPEGNATIVO.
COME
RIUSCITE A FAR COMBACIARE LA TRADIZIONE DELLA CHITARRA
CLASSICA CON L’ELETTRONICA?
> Marcelo: La chitarra nel tango
è naturale, sia essa classica,
spagnola o elettrica. Inizialmente la chitarra spagnola
accompagnava il tango da solista o nell’orchestra tipica, e per
questa sua caratteristica, l’esigenza di suonare il tango in
orchestre più grandi fece sì che venisse messa un po’ da parte.
I Narcotango la ripropongono nella versione elettrica, che è
una versione a mio avviso più ricca, ma che è resa
complementare dall’accompagnamento della batteria e della
tastiera, il tutto equilibrato dal bandoneón. La chitarra del
resto è la chitarra, è nella genetica della musica e quindi del
tango, ci vuole solo un po’ di immaginazione da parte del
musicista per capire dove e come inserirla.
IL TANGO ELETTRONICO È UN’EVOLUZIONE DI QUESTI TEMPI, COME
SI PONGONO I NARCOTANGO A FRONTE DI CIÒ?
> Carlos: La musica dei Narcotango è parte integrante della
tradizione e della cultura del tango argentino e
LA BATTERIA È UNA GRANDE NOVITÀ NEL
dell’evoluzione dei tempi. Nella
TANGO, COME È STATO POSSIBILE RIUSCIRE A
musica Narcotango si ascolta la
RENDERE TALE STRUMENTO PARTE COSÌ
sperimentazione tipica degli artisti
Passo dal suonare
INTEGRANTE DEL SUONO TIPICO DEI
eclettici sensibili alla ricerca della
propria dimensione artistica più
con le mani a riprendere N>ARCOTANGO?
Fernando: Cominciai a suonare la
personale.
Da
artisti,
noi
le bacchette e le
batteria a quattro anni circa, crescendo
influenziamo e veniamo a nostra
spazzole. Esploro nuove musicalmente con i Police. I Narcotango
volta influenzati dagli artisti con cui
mi hanno dato la possibilità di
entriamo in contatto.
dimensioni, al di là
sperimentare un nuovo modo di suonare
Mariano: Soprattutto tra di noi, le
del suono tradizionale
la batteria totalmente differente rispetto al
nostre esperienze ci influenzano l’un
della batteria
metodo “classico”. Passo dal suonare con
l’altro. Sin dall’inizio del nostro
le mani al riprendere le bacchette e le
cammino insieme, si è creata una
spazzole. L’esperienza con i Narcotango
chimica, un’empatia quasi mistica,
mi permette soprattutto di spingermi sempre oltre ed
che si percepisce in ogni canzone. C’è una gran voglia di
esplorare nuove dimensioni, al di là del suono tradizionale,
sperimentare per ricercare attraverso l’evoluzione una
tipico della batteria. Ciò emerge oltremodo nel nostro nuovo
dimensione che è tutta personale ma che si connette bene
cd: Limanueva.
all’energia emanata da ciascun componente del gruppo
Narcotango. La nostra idea nasce per dare un nuovo codice al
16
il personAggIo
del Mese
a cura di Marcelo________
Alvarez
Questo spazio lo dedichiamo
alla conoscenza dei gusti personali
di alcuni tangueri. In questo numero
il chitarrista e compositore
Adrián Fioramonti.
COME SEI ARRIVATO AL TANGO?
Per caso: nel 96 mi chiamano dal Progetto Piazzolla di
Livorno per sostituire il loro chitarrista.Non mi ero mai
interessato al tango, prima. Mi spedirono dei brani per fare
una audizione (concierto para quinteto, milonga del angel)
e quasi svengo. Poi, approfondendo, mi sono reso conto di
aver assimilato (senza esserne consapevole) tanto tango
sin dalla infanzia.
2
VIVI A LUCCA, CITTÀ DI PUCCINI...HAI MAI
AVUTO LA FANTASIA DI CREARE UN’OPERA
TANGUERA?
No!!! Sono a Lucca per puro caso, non certo per Puccini
(anche se poi ho vissuto sopra la sua casa natale). Non amo
particolarmente il melodramma (né la sua versione attuale, il
musical), ma fra i miei sogni c’è quello comporre la musica ad
alcune poesie di uno scrittore argentino da poco scomparso e
magari fare una sorta di “concept album” a lui dedicato.
3
IL PROGETTO PIAZZOLLA APPARTIENE AL
PASSATO O È, DICIAMO, IN STAND BY?
Per il momento è in stand by, con un CD registrato e
(speriamo) di prossima uscita.
4
QUANDO COMPONI PENSI A FARE BALLARE O
NON PENSI DOVE LA TUA OPERA ARRIVA?
Asseconda il tipo di brano. Sembra che alcuni brani siano
abbastanza graditi come sostegno per delle coreografie;
altri, invece, li ho sempre pensati in un contesti da ascolto.
5
HAI SUONATO PIAZOLLA D'ARIENZO PUGLIESE
OLTRE CHE LE TUE OPERE, COSA PENSI DEL
TANGO ELECTRONICO?
Non conosco molto. Ho soltanto ascoltato alcune cose di Gotan
e Bajofondo. Quello che ho sentito mi è parso molto gradevole.
6
UN TUO SOGNO ED I TUOI PROGETTI!
I miei progetti sono legati alla registrazione del materiale
che ho scritto. Generalmente scrivo in fretta per i diversi
spettacoli e non arrivo mai a registrarli su disco. Ho molto
materiale e molti grandi amici musicisti con i quali vorrei
registrare, fra cui Marcelo Nisinman, Juanjo Mosalini, il
cantante Rubén Peloni. Vedremo se riuscirò a
concretizzare qualcosa.
ADRIÁN FIORAMONTI
chitarrista e compositore
argentino.
Adriàn Fioramonti è un chitarrista argentino radicato in
Italia da vent’anni.
Ha compiuto studi nell'Escuela Nacional de Musica de
Rosario (Argentina) e partecipato a numerosi corsi e
seminari fra cui: "Berklee Summer School " a Buenos Aires,
Chitarra jazz presso Siena Jazz con Battista Lena, ecc.
Nel 1996 inizia la sua collaborazione con il “Quintetto
Progetto Piazzolla”. Nel settembre del 2000 il gruppo si
presenta alla V Cumbre Mundial del Tango che si svolge
nella città di Rosario (Argentina). Nell'occasione, gli
integranti del gruppo sono scelti per far parte dell'Orquesta
Mundial de Tango, diretta dal Maestro Rodolfo Mederos.
Nel 1999 crea un trio di tango insieme al bandoneonista
Marcelo Nisinman e il contrabbassista Guglielmo Caioli, il
cui repertorio è costituito prevalentemente da materiale
originale insieme a brani tradizionali e di Piazzolla.
Dal giugno del 2003 il bandoneonista del gruppo è
Massimiliano Pitocco. Dal 2004 il collabora con la
compagnia Tango Rubio esibendosi in teatri di tutto il paese.
Nel 2002 da vita, insieme al cantante Rubèn Peloni, un duo
di tango tradizionale con un vasto repertorio che spazia da
Gardel a Piazzolla- Il duo si esibisce, insieme al
bandoneonista Antonio Ippolito (Trio El esquinazo), in
numerose "milongas" di tutta Italia.
Nel 2005 collabora con il quintetto milanese Tango 6
(Caserta) e con l’attore Sebastiano Lo monaco nello
spettacolo “Tango d’amore” al teatro della Versiliana .
Nel 2006 insieme a Tango 6 e la cantante Milva partecipa ad
un concerto a Malaga (Spagna).
Dal 2006 si presenta in duo con Marcelo Nisinman
(Nisinman’s Affaire) con un repertorio che include musiche
di Piazzolla, Saluzzi oltre a brani originali, il tutto trattato da
una prospettiva che da ampio spazio all’improvvisazione.
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
1
17
“La cura
del proprio spazio”
testo
Marcelo H.________
Alvarez
q
uando si parla di spazio nel
tango, pensiamo sempre e
soprattutto a quello fisico, cioè
allo spazio della sala, quello che
serve per ballare insieme agli altri.
Qui invece voglio parlare degli
“spazi propri”, quelli che uomini e
donne tanguere si sono creati nel tempo.
Questi personaggi, come Zotto, Herrera, la
Plebs, Firpo, Arce, Frumboli, Roldán, ecc…e
la lista sarebbe lunga..., si sono guadagnati uno
spazio che chiamerei “temporale”. Nella storia
attuale del tango loro sono i signori della milonga,
rispettati e ammirati…perché ognuno di loro, oserei dire,
ha solo il tango in comune. In realtà sono diversissimi l'uno
dall'altro...ed è proprio questo che ha permesso loro di entrare
nei nostri cuori, la loro ricerca continua e la loro onestà fino all'
osso… il tango gli viene dal profondo… ed è la cura del
proprio spazio e del proprio stile, il marchio di fabbrica di
ognuna di queste “Macchine Tanguere”, parafrasando un altro
grande e personalissimo maestro, don Osvaldo Pugliese:
“Somos un tornillo de la grande maquina tanguera”.
Credo che se non ci siamo almeno chiariti chi siamo, o meglio
chi crediamo di essere, nessuno ci riconoscerà uno spazio in
questo mondo affollato di gente, onestamente appassionata, in
cerca di uno spazio. Mi verrebbe da dire che lo spazio costa,
costa fatica, sofferenza, sacrificio e perché no, una giusta dose
di fattore C ,inteso come “Creatività”, cosi come il fattore “M”
sta per Maestro o “u mast” come dicono a Napoli, o “el Mejor”
come dice Picherna.
Copes, Gavito, Zotto, Herrera, Reis, Pupi, Arce, Aquino,
Naveira, Copello, Verón, González, Roldán, Plebs, Godoy,
Mantiñan e ripeto la lista è lunga... maestri, o meglio Artisti
con il fattore A “a goga”, signori con uno spazio costruito nel
tempo, sono loro ad aver dedicato e a dedicare la vita al Tango
e sicuramente a farne sostanzialmente parte, di Lui si
alimentano, e noi ci alimentiamo di loro.
Io, in 22 anni di tango, ho conosciuto, conosco e sono onorato
di essere amico dei veri Maestri delle generazioni precedenti
come Tetè (che resta nei nostri più bei ricordi ), “Perita”, Celia
Blanco, Claudio González, “los Herreras” e Miguel Ángel
Zotto e devo fare uno sforzo per ricordare che fra loro ci sia o
ci sia stata gelosia, ho sempre percepito la loro competitività in
maniera sana, vera e giusta... ed è senza dubbio anche questo
18
ad aiutarli a migliorarsi e a migliorare il Tango. Pensate se
Herrera un giorno se la prendesse con Zotto, perchè ha scelto
di far un “enrosque”... e dicesse: “no!! questo lo faccio solo io!”
...saremmo alle elementari...!
Dove voglio arrivare.....? Bene... tutto questo nasce da
un’allusione molto chiara, ma che non riesco tutt'ora a
spiegarmi. Qualcuno, che dice o scrive, crede di aver inventato
l'acqua calda..., una vera entrata a gamba tesa, sleale,
inutilmente polemica! Non mi è mai capitato che dei ballerini,
nel vedere esordire un talento, automaticamente gli
“tagliassero le gambe”, di sicuro chi è un talento uno spazio se
lo farà, altrimenti tornerà, per dirne una, a vendere quadri e
dipinti in un buco di una città qualunque... o chissà cos'altro,
in quanto non in grado di crearsi un suo spazio nel Tango...!
Spiacente per coloro che credono di avere imparato per primi
il passo base e si sentono subito in grado di dire la loro, se solo
penso che il Tango per capirlo, assimilarlo, sentirlo, bisogna
prima sudarlo, soffrirlo e farsi voler bene da Lui, perché se Lui
non ti vuol bene non ti darà tregua..., non ti lascerà mai
provare l'ebbrezza di conoscere qual è lo spazio intimo,
profondo ed irraggiungibile di ogni tanguero autentico e
sicuro di sè!
Nella mia città natale, Buenos Aires, la “sindrome E” (cosi
classificata da questo qualcuno), funziona alla grande e questa
è solo un’antipatica, provocatoria e presuntuosa definizione
letta e segnalatami da appassionati colleghi romani che, come
noi della "Doble hoja" diffondono in modo onesto e pacifico la
cultura tanguera nei loro spazi editoriali. A mio avviso, prima
bisogna curare il proprio spazio, poi lasciare agli altri lo spazio
che non si può coprire e vedere chi lo occupa meglio… perché
la “E” come editoriale è libera, e liberi di scrivere di tango o di
quel che vogliono sono gli uomini del tango. Potevo parlare,
nel mio “spazio”, di cose che a me stanno sicuramente più a
cuore ma questo sfogo, mi serve a suggerire che le rivalità o le
competizioni stupide non servono a nessuno e sono
semplicemente vaghe e sterili. Saluto con rispetto e auguro che
ognuno possa curare bene il proprio “Spazio” per poter
continuare a leggere serenamente di Tango, come io
desidererei!
Direttore della Doble Hoja del Tango
Marcelo H. Álvarez
Carlos Gavito
e le pause del tango
testo
Monica Fumagalli
________
Il ballerino, per definizione, interpreta la musica con il suo
movimento. Eppure, secondo Gavito, la possibilità di fermarsi
durante il ballo è un arricchimento indiscutibile della
coreografia.
Arriviamo ad una pausa inspirando e mantenendo la
respirazione molto in alto fino al movimento che seguirà.
A volte si può arrivare persino a trattenere la respirazione per
alcuni istanti. Il movimento successivo inizierà dunque con
l’espirazione dell’aria.
La donna naturalmente copia il movimento dell’uomo usando
la respirazione allo stesso modo, e decora le pause disegnando
morbidamente con le sue gambe, senza mai modificare la
direzione o il tempo proposto dal ballerino.
Anche in questi momenti i partner continuano ad ascoltarsi.
Quindi, in condizioni di grande feeling reciproco, non è da
escludere che un lieve movimento della donna ispiri il
ballerino a prolungare ulteriormente una pausa.
Questa dunque può trasformarsi addirittura in un gioco di
attese reciproche, proposta ancor più insolita se consideriamo
che la modalità della espera (attesa), nel tango, appartiene per
tradizione alla donna.
Può essere un’emozione personale, un’idea, un suggerimento
improvviso a suscitare nel ballerino il desiderio di una pausa.
Ma Gavito è l’unico ballerino a dare un’interpretazione
ulteriore a questa necessità:
- A volte, mentre ballo, sento che la musica è così sublime che
ogni movimento sarebbe di troppo, quindi faccio una pausa
per ascoltarla.
Ogni pausa si arricchisce di piccoli movimenti, oscillazioni,
gesti che testimoniano il costante legame dei danzatori con la
musica, la loro tensione in attesa di entrare di nuovo in pieno
movimento.
La pausa danzistica proposta da Gavito dunque, non coincide
necessariamente con una pausa musicale o con
una sospensione ritmica della musica.
La scelta del momento di pausa possiede una
sfumatura magica, ecco perché a volte, la
necessità di una sospensione del movimento
può sorprendere il ballerino stesso, o quella
pausa può sembrare illogica, se misurata solo in
base all’incalzare del compás.
È per questo forse che un tango del
‘42 ci suggerisce di ballare al
compás del corazón (al ritmo del
cuore): Senti il ritmo?/ È il cuore…/
Vedrai amore/ che ore felici/ al
ritmo del cuore.
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
la
pausa, nel tango, è quasi un
mondo a parte. E Gavito vi si è
addentrato come nessun altro
ballerino, approfittando appieno
del singolare privilegio che il
tango ci concede, quasi unico tra
le danze di coppia: la possibilità
di sospendere il movimento
senza smettere di ballare. Amos Oz, nel suo bellissimo
romanzo Storia d’amore e di tenebra, cerca di interpretare le
capacità seduttive dell’ultraottantenne nonno Alexander,
coccolato da un gran numero di amiche fino al suo ultimo
giorno di vita.
«Nonno Alexander era dotato di una qualità quasi irreperibile
negli uomini, una virtù straordinaria che forse, per le donne, è
più sensuale di qualunque altra cosa: lui ascoltava… Non
fingeva di interessarsi o divertirsi, si interessava e divertiva
davvero. Adorava gli argomenti di lei. Gli piaceva proprio
aspettarla, non le metteva mai fretta se lei aveva bisogno di
tempo, e assaporava tutti i suoi arzigogoli. Sempre con calma.
Mai correre. Aspettava che lei finisse, e anche quando aveva
finito non si buttava né si precipitava, amava ancora
aspettarla».
Per Gavito, saper aspettare, sapersi fermare in una lunga
pausa, significa saper portare davvero la ballerina.
Per comprendere anche tecnicamente la pausa del tango,
possiamo fare un primo paragone, poco poetico ma molto
esplicativo, con i momenti in cui, viaggiando in auto, ci
troviamo davanti ad un semaforo rosso.
Ci fermiamo, ma non spegniamo il motore, ed il carburante
continua a circolare. Manteniamo all’erta i sensi e i nostri piedi
sono pronti a rientrare in azione su frizione ed acceleratore.
Così, mentre balliamo, possiamo fermarci in un punto dello
spazio senza eseguire dei passi ma mantenendo l’abbraccio
(il motore acceso) e le gambe pronte a
scattare.
La pausa è anche un respiro profondo nel
mezzo dell’agitazione, una sosta durante una
passeggiata nel parco con il nostro
innamorato. Se improvvisamente abbiamo
voglia di dirgli che l’amiamo, ci fermiamo un
attimo per dichiarargli il nostro sentimento.
La pausa, per Gavito, è anche l’eco delle lunghe
ore passate con gli amici alle esquinas (angoli) di
Buenos Aires, guardando passare le ragazze,
rubando tempo al tempo fino all’ora della
milonga.
Per lui, la pausa è l’elemento più significativo del
tango dopo l’abbraccio.
È come se ogni passo di tango potesse sbocciare
solo nel momento in cui senti di dover dare una
forma a tutta l’energia che hai accumulato durante la
pausa. Se nell’abbraccio esistono emozione, intensità
e comunicazione, non vi è mai il rischio della noia.
Da: “Carlos Gavito, la sua vita, il suo
tango” di Massimo Di Marco e Monica
Fumagalli, NYN Edizioni.
Chi fosse interessato al libro può contattare:
[email protected]
19
Così ricordiamo Osvaldo Zotto
e Tetè Rusconi
Tetè
Su due piedi e il sorriso
Vero, al passo del genio
Gli occhi si adeguano
E la pace increduli
Ritrovano, che del rumore
Stanchi e ignari
Da tempo soffrono.
Quale gioco folle
Il suo camminare
Trascinando la dama sull’orlo
Della verità, senza mai cadere
Del corpo fattosi unito
E nel gioco rimanere
Ma il gioco più vero
Della vera realtà
Si fa reale e la dama
Questo lo sa.
Tetè, del valzer facesti
Arte, la più silenziosa,
piena d’amore, e accarezzi
il suolo volando in cima,
il tuo sguardo vispo,
sempre la terra con te porti,
concreta realtà, nascosta
al mondo, svelata a chi vuole.Tetè
Su due piedi e il sorriso
Vero, al passo del genio
Gli occhi si adeguano
E la pace increduli
Ritrovano, che del rumore
Stanchi e ignari
Da tempo soffrono.
Quale gioco folle
Il suo camminare
Trascinando la dama sull’orlo
Della verità, senza mai cadere
Del corpo fattosi unito
E nel gioco rimanere
Ma il gioco più vero
Della vera realtà
Si fa reale e la dama
Questo lo sa.
Tetè, del valzer facesti
Arte, la più silenziosa,
piena d’amore, e accarezzi
il suolo volando in cima,
il tuo sguardo vispo,
sempre la terra con te porti,
concreta realtà, nascosta
Era l’ultimo dei miei pensieri,quello di doverti
scrivere per non esser letto.
Il sentimento della fine ….. il sentimento di avere una
vita soltanto.
A cosa servono le storie Osvaldo ?
A moltiplicare la vita, a metterla in relazione con la
sua infinità.
Sono Aerei le storie, che servono a varcare i confini.
Leniscono il dolore della fine perché possono
rappresentare ciò che non è più, ciò che è altrove e ciò
che è soltanto possibile nel regno della fantasia .
Ma soprattutto , narrare è mettere una storia in
comune con gli altri e narrando, pur senza negarli,
superiamo i confini che delimitano la nostra
singolarità.
La tua breve vita, persa e spesa nei piaceri dell'amore,
della carne, del palato, del tango e in tutte le
milonghe; è un'occasione per riunire persone disperse
e legami lacerati; una morte la tua, che ammette la
paura della fine e qualche dubbio legittimo sulla
sensatezza dell'esistenza, ma li condivide e in un certo
senso li affida, li scioglie nelle mani di chi è amico.
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al mondo, svelata a chi vuole.Tetè
Su due piedi e il sorriso
Vero, al passo del genio
Gli occhi si adeguano
E la pace increduli
Ritrovano, che del rumore
Stanchi e ignari
Da tempo soffrono.
Quale gioco folle
Il suo camminare
Trascinando la dama sull’orlo
Della verità, senza mai cadere
Del corpo fattosi unito
E nel gioco rimanere
Ma il gioco più vero
Della vera realtà
Si fa reale e la dama
Questo lo sa.
Tetè, del valzer facesti
Arte, la più silenziosa,
piena d’amore, e accarezzi
il suolo volando in cima,
il tuo sguardo vispo,
sempre la terra con te porti,
concreta realtà, nascosta
al mondo, svelata a chi vuole.
Ermanno Felli (Buenos Aires 2007)
Ora li con te un prete che
dà la benedizione e vicino
e lontano da te noi amici
che riusciamo altrettanto
bene ad accompagnarti
nell'ultimo viaggio:
non abbiamo esperienza, non abbiamo liturgie, non
abbiamo professionalità; siamo solo degli amorevoli
dilettanti che si lasciano guidare dalla propria sensibilità;
non usiamo oli santi, ma altre sostanze non meno
preziose ; non recitiamo preghiere, ma conversiamo
e a turno rievochiamo pezzi del tuo vissuto.
Addio Osvaldo , addio amico Bambino, son sicuro
che hai già organizzato una milonga e che stai già
ballando il tuo tango preferito in terra :
“ Tù el cielo y tù “.
Eduardo Manfredi (Roma 2011)
dónde prAtIcAr
en roMA
MARTEDÌ
El Tabernero c/o Sala Pintor
Via dello Scalo di San Lorenzo 67 (San Lorenzo)
Orari: 22.30-01.00 - Costo: 4,00 - Dj: Armando
El Practicon di Doble A Tango
Milonga della Stazione - Via casilina vecchia 96, zona
Mandrione (Casilina) - Orari: 22.00-01.00 - Costo: 6,00 euro
Dj: Sabrina Amato y Marcelo Alvarez
Contatti: 3315474334 - 3383263609 - amasabrina@hotmail
FABRICAndo Tango Pratica
Via di Pietralata 135, c/o Club Lancian
Orari: 22.30-01.00 - Dj: Alejandra Mantinan
e i maestri di Fabric - Contatti: 3495629314 Giuseppe
Mio Tango
Via Filoteo Alberini, 53 (Vigne Nuove/Porta di Roma)
Orari: 20.30-22.30 - Dj: Maximotango - Angelica Grisoni
Contatti: 3299170544 - e-mail [email protected]
Alicetango
Via Romolo Gessi 6 (Testaccio) - Orari: 11.30-14.30
Dj: - Contatti: [email protected]
Cascabelito
Via Assisi 33 (Tuscolana) Orari: 19.00-22.00
Contatti: 3385213943
Giardino del tango
Via degli Olimpionici, 7 (Ponte Milvio) - Orari: 21.00-22.30 Contatti: 06 97275065 - 333 1881716 - 338 5845029 - 338 4367183
Il cielo sopra l’Esquilino
Indirizzo: Via Galilei 57 (Esquilino (Metro Manzoni) Orari:
23.00-01.00 - Costo: 3,00 - Dj: Roberto Maggiani - Gaia Leiss
Contatti: 347 8562152 - informazioni@fervordetango
Traspiè
Indirizzo: piazza San Pancrazio, 7 - Orari: 10.30 - 1.00
Marco Evola e Paola Palaia. Contatti: 339 7627738
GIOVEDÌ
La Boca
Via Salaria 211/a - Orari: 19.00-20.30
Dj: Roberto y Alessia - Contatti: cell. 3459768845
FABRICAndo Tango Pratica
Via di Pietralata 135, c/o Club Lanciani (Montesacro)
Orari: 21.30-23.00 - Dj: Oscar Beltran y Victoria Laverde
di FT - Contatti: 3495629314 Giuseppe
Note: Pratica per tutti i Principianti (da 0-1 anni di studio)
Fortitudo
Via Lusitania 28 (San Giovanni - Piazza Epiro/Porta
Latina) - Orari: 21.30-23.30
Costo: 6 euro - Dj: Alicja Ziolko e guests
Contatti: [email protected] 3475168541 - 3331274762
Note: Ogni primo e terzo giovedì del mese.
Per tutti livelli/stili, pista in legno.
SABATO
Cascabelito Pratica “le Probe libere” con Roberta Buoni
Indirizzo: Via Assisi, 33 (Tuscolana) - Orari: 18.00 - 20.00
Dj: variano tutte le settimane - Contatti: 3356525340
Sporting Palace - Due appuntamenti mensili
Via Appia 702 (Metro Colli Albani) - Orari: 21.00-22.30
Dj: Alex Cantarelli & Mimma Mercurio Contatti: 3492621186 / [email protected]
DOMENICA
Alpheus
Via del Commercio, 36 (Piramide) - Orari: 19.30-20.15 Costo: gratis - Dj: Alberto Valente -Julio de la Fuente Contatti: 06 7822250 - 3383960224
Note: Gratis per partecipanti alla milonga.
Bairestango - 1a e 3a domenica del mese
Lungotevere Flaminio, 67 (Flaminio) Orari: 18.30-20.30
Dj: Bibiana Reynoso - Contatti: 3385965028 [email protected]
Barrio - 1a domenica del mese
Indirizzo: Via Di Pietralata 135 (pietralata)
Orari: 18.30-20.00 - Dj: - Contatti: 339.2737619
Note: guidata da Francesca del Buono e Paolo Anselmi
El Beso Tango Club
Via Appia Nuova Km 17.800 - (Ciampino) - Orari: 19.0020.30 - Costo: Gratuita c/ ingresso - Dj: Roberto Ricciuti
e Claudia Fusillo - Contatti: 0679340501 - 3357368935
El Practicon di Doble A Tango
Milongadella Stazione. Via casilina vecchia 96,
zona Mandrione (Casilina) - Orari: 19.00-21.00
Dj: Ass.Doble A Tango Sabrina e Marcelo Contatti: 3315474334 - 3383263609
FelinoElectroPratica
Via degli olimpionici, 7 (Ponte Milvio) - Orari: 18.00-20.00
Dj: Manuel e Veronica - Contatti: Manuel e Veronica
Freelancecafè
Via Alessandro Avoli 3/A (Monte Mario)
Orari: 19.00-22.30 - Costo: 10 - Dj: Maurizio Bovini e Giulia
Zimei - Contatti: 3385213943 - 3471784183
Galleri dei Serpenti
Via dei Serpenti 32 (Monti) - Orari: 17.30-20.00
Dj: Luciano Donda - Contatti: 3392346185
Orangotango
Indirizzo: via Enea, 91 (Appio/Tuscolano) Orari: 17.00-20.00 - Costo: 5 - Dj: Alicia Mabel Vaccarini
Contatti: 349 2942190 [email protected]
Rossotango c/o Parco Schuster
Viale di San Paolo, 1 (Ostiense Basilica San Paolo) - Orari:
19.30-21.30 - Costo: 3,00 - Dj: Antonella Mazzetti - Contatti:
3476251495 [email protected]
Starlette - 4a domenica del mese
guidata da Roberto Ricciuti e Claudia Fusillo
Via Pianigiani, 23 (Portuense) - Orari: 17.00-20.00
Contatti: 347 3902862 - 346 5703747 [email protected]
la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre
LUNEDÌ
Via G . Galilei 57 metro manzoni (Esquilino)
Orari: 22.30-01.00 - Dj: Pino Bongiorno AnnaMaria Ferrara
Contatti: Pino 3382967846
VENERDÌ
Scuola Barreras al Giardino
Via degli olimpionici, 7 (Ponte Milvio)
Orari: 21.00-22.30 - Dj: MAURO BARRERAS
Contatti: 3661533789 - 3395398682
21
dónde MIlongueAr
en roMA
MARTEDÌ
Via Cupa
Via Cupa, 5 · info 360602693
MERCOLEDÌ
Giardino del tango
Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065
Cafetin de Roma
Via Bordoni, 50 · info 3476937644
Milonga della Stazione
Via Casilina Vecchia, 100 · info 3299573409
GIOVEDÌ
Querer
Via Ciro il Grande, 10 · info 3483862271
Dei Serpenti
Via dei Serpenti, 32 · info 3392346185
Giardino del tango
Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065
VENERDÌ
Tanguera
Via degli Angeli, 146 · info 3461411095
Milonga Central
Via Giolitti, 36 · info 3933167561
Giardino del tango
Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065
Barrio Arte
Via di Pietralata, 135 · info 3495629314
Artetoiles
Via di Casal Boccone,102 b
Milonga del popolo
Via Benedetto Bordoni, 50 · info 3332614214
Milonga Portena
Via del Castello della Porcareccia, 31 · info 3335983086
SABATO
Los Latinos
Per prenotare la propria inserzione
pubblicitaria scrivere a:
[email protected]
22
Via della Divina Provvidenza, 90 · info 06 66411175
TangOfficina
Via Cupa, 5 · info 06 97655721
Elettrotango@bar
Via Appia Nuova, 700 · info 3355913434
Mio Tango
Via Filoteo Alberini, 53 · info 3299170544
Tango club
Via Passo Corese, 11 · info 3809021704
Milonga della Stazione
Via Casilina Vecchia, 100 · info 3299573409
Giardino del tango
Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065
DOMENICA
El Beso Tango Club
Km. 17.800 Via Appia · info 06 79340501
Barrio Arte
Via di Pietralata, 135 · info 3495629314
Milonga Bien Portena - Mitreo
Via M. Mazzacurati, 63 · info 3335300844
Tango Bar
Via Macerata, 9 · info 06 70301101
Alicetango
Via Romolo Gessi 6 · info 3398780568
ConCorso
lEttERaRIo
Sulle tracce di Jorge Luis Borges e i racconti di strada tra storie
di uomini e quartieri, coltelli e contrasti, ma anche passioni,
amori, tradimenti e drammi, dove il sentimento principale
è la malinconia, si apre il concorso letterario dedicato al Tango,
con premi finali per i primi tre classificati.
Dedicato a tutti quelli che si divertono e vivono il tango,
dentro e fuori la milonga. Gli scritti possono essere sui ballerini
indimenticabili, compositori intramontabili come di storie di gente
qualunque. Non solo dramma ma anche comicità: a Buenos Aires
tutti conoscono il “Flaco Dani”, a Roma e Milano tutti conoscono
Felix Picherna. Su base tragicomica, l’ispirazione per un gioco
creativo è modo per riconoscersi, comunicare e divertirsi.
E chissà se il primo premio fa prendere il volo.
Invia una poesia o un racconto breve (non più di 4.000 battute)
alle mail: [email protected], [email protected],
[email protected]
Il concorso è aperto a tutti
e scade a maggio
CAMPAGNA ABBONAMENTI 2011
La rivista di cultura argentina
All’interno:
Interviste Eventi
Personaggi Letture
Pratiche e Milonghe a Roma
Festival Novità
ABBONARSI CONVIENE!
6 numeri a soli 30 euro
invece di 40 euro, per i soci Doble A Tango
e
40 euro per gli esterni
(2)
(1)
invece di 45 euro
MODALITÀ
Per abbonarsi a La Doble Hoja del Tango è necessario effettuare il versamento
su conto WESTERN UNION a favore di Marcelo Horacio Alvarez; inviare una
mail con i propri dati indicando il codice di pagamento, e la modalità prescelta
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(1) distribuita a mano
(2) distribuita tramite spedizione postale