Rivista 03 - Pen Club Italia

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Rivista 03 - Pen Club Italia
Poets
Essayists
Novelists
P.PE.N.
CLUB
.E.N. C
LUB
ITALIA
ITALIA Oonlus
NLUS
Filippo T.
Marinetti
Evgenij
Le lingue Adottato
Scrittori
Evtushenko minoritarie poeta cinese perseguitati
Teorico e fondatore
del Futurismo,
Filippo Tommaso
Marinetti (18761944) è stato il
terzo presidente del
Pen Club italiano.
Una figura geniale e
controversa.
Presentati a Milano
(al Mondadori
Multicenter) i primi
due numeri della
rivista del Pen da
Evgenij Evtushenko,
(del Pen russo),
Sebastiano Grasso e
Vittorio Sgarbi.
Su oltre 6000
idiomi parlati nel
mondo, solo poco
più di un centinaio
sono «lingue di
Stato». Verso il
riconoscimento
delle «lingue
minoritarie».
Il Pen italiano
«adotta» (sostegno
economico e
morale) il poeta
cinese Yang Tongyan
condannato a 12
anni di carcere per
articoli critici verso
il suo governo.
In America Latina,
a settembre, il
prossimo Congresso
mondiale del Pen.
I casi di cinque
scrittori e giornalisti
perseguitati dai
governi dei
rispettivi Paesi.
Pagine 2-3
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Pagine 7 e 9
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T r i m e s t r a l e , A n n o I I , n . 3 • Ap r i l e - gi u g n o 2 0 08 • D i r e z i o n e : 2 0 1 2 2 M i l a n o , v i a D a v e r i o 7 • T el ./ f a x : 0 2 / 5 46 1 3 6 5 • e- m a i l : p e n c l u b @ d i n et .i t • w w w .p e n c l ub i t al i a. o r g • C C p o s t a l e n . 8 8 3 4 1 0 94
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Devastante
anglomania
FOTO D’AUTORE
ANNA MARIA FERRARI
«L
etteratura in Italia» o
«letteratura italiana»?
si chiede Sergio
Gilardino. Più logico usare il
primo termine. Oggi, spiega,
sopravvivono in Italia circa
trecento lingue ancestrali e ci si
può riferire ad esse chiamandole
«minoritarie», «regionali»,
«locali», «ancestrali», «dialetti», a
seconda della gamma di valori
socio-linguistici adottati. Vale a
dire che la stessa parlata può
essere definita in maniera diversa.
Nessun Paese europeo ha una
produzione letteraria in «lingue
minoritarie» come quella italiana.
C’è di più: l’Italia possiede l’intera
gamma delle lingue europee e
medio-orientali (neolatine,
germaniche, slave, albanesi,
greche, arabe), ad eccezione del
gruppo ugrofinnico. Inoltre, nello
Stivale tuttora si parlano le più
antiche lingue neogermaniche e
neolatine come il Walserdeutsch, il
ladino e il provenzale. La Francia,
la Spagna, l’antica Jugoslavia, l’ex
Unione Sovietica hanno una
situazione più semplice: due o tre
lingue letterarie, una sola delle
quali è lingua di Stato. Purtroppo
per noi il problema si complica
non solo per l’esistenza di una
pletora di lingue minori, ma anche
per l’indebolimento progressivo di
quella nazionale, non sorretta da
consuetudini popolari e, invece,
continuamente aggredita da una
devastante anglomania, per lo più
ingiustificata, anche perché il
novanta per cento dei termini
stranieri usati hanno già il loro
corrispettivo nella lingua italiana.
Un problema? Certamente. Non
semplice da definire e non facile
da risolvere. Certamente da
affrontare. Cominciamo da questo
numero.
Verona, 19 marzo 2008: il poeta Evgenij Evtushenko bacia il seno della statua di Giulietta nel cortile della casa dedicata ai due personaggi di Shakespeare
UB
nlus
I LIBRI DEL PEN
P. E.N. CLUB
ITALIA
P.E.N. Conlus
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ITALIA
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NARRATIVA
a cura di VANNI RONSISVALLE
Barbery,
del
Adelia Battista, Ortese segreta,
Muriel
L’eleganza
Voto
Voto Giuseppe Lotta, Messina 1908,
Voto
Minimum fax, pp. 106, € 7,50
riccio, Edizioni e/o, pp. 326, € 18
Pungitopo, pp.122, € 12
Nel 1953 letterati napoletani
Un romanzo pubblicato con il
Un giallo politico, un romanzo
suscettibili non perdonarono ad
sostegno dello Stato, che si vende a
corale: un assassinio, un
Annamaria Ortese il più bel libro
centinaia di migliaia di copie: 13
incolpevole in galera, una
sulla loro città ritratta con
edizioni in pochi mesi. Accade in
sollevazione di anarchici che ne
complicata passione e «strutture di
Italia? No, in Francia. Portinaia
proclamano l’innocenza con un
luce». La Battista racconta anche
coltissima in una Parigi
immenso affollarsi di barche nello
della straordinaria liaison spirituale
altoborghese cova un antico segreto;
stretto di Messina. Il terremoto che
fanciulla di buona famiglia è
tra un poeta moribondo, Dario
annientò quella città il 28 dicembre
incline al suicidio. Ma mente.
Bellezza, e la grande scrittrice.
del 1908 azzera vittime e assassini.
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1932: Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944)
Fischiato, sfida a duello i suoi critici
Le prime esperienze influenzate da Mallarmé e D’Annunzio
di EMANUELE BETTINI
N
ato ad Alessandria d’Egitto nel
1876, Emilio Angelo Carlo (è
questo il vero nome di Marinetti)
già da studente si sente fortemente
attratto dal mondo letterario e fonda la
rivista scolastica Papyrus. I Gesuiti,
presso i quali studiava, lo minacciano
d’espulsione perché ha portato a scuola
un romanzo di Émile Zola. La famiglia
decide di mandarlo a studiare a Parigi.
Rientrato in Italia, si laurea in
giurisprudenza nel 1899. La prematura
morte a soli 21 anni del fratello Leone
dà una svolta alla sua giovane vita.
Sconvolto dalla tragedia familiare,
subito dopo la laurea abbandona la
strada forense per dedicarsi alla
letteratura, firmandosi Filippo Tommaso
Marinetti. Le prime esperienze poetiche
sono in lingua francese di stampo
simbolista e risentono dell’influenza di
Mallarmé e D’Annunzio. Tra il
promettente Filippo Tommaso e il
«Vate» nasce una rivalità, che li vede
contrapposti sotto il profilo letterario.
Pur ispirandosi al grande poeta
pescarese, Marinetti si distingue per il
gusto dell’orrido e del grottesco. I
rapporti con D’Annunzio, soprattutto a
livello aneddotico, sono raccolti nei
volumi D’Annunzio intime e Les Dieux
s’en vont, D’Annunzio reste pubblicati a
Parigi. Nel 1905 con Sem Benelli e
Vitaliano Ponti fonda la rivista Poesia.
Che, nel 1909, diventerà l’organo
ufficiale del movimento poetico
futurista. In Asia scoppia il conflitto fra
Cina e Giappone, l’Europa è in
fermento, si stanno avvicinando i venti
di guerra. Marinetti interviene con
forza: occorre chiudere i ponti col
passato, «distruggere i musei, le
biblioteche, le accademie d’ogni
specie», e cantare «le grandi folle
agitate dal lavoro, dal piacere o dalla
sommossa»; «glorificare la guerra – sola
igiene del mondo – il militarismo, il
patriottismo, il gesto distruttore dei
liberatori, le belle idee per cui si muore
e il disprezzo della donna». Il Pen non
è ancora fondato, dovranno passare una
decina d’anni prima che a Londra la
scrittrice Dawson Scott decida di dar
vita alla gloriosa associazione. Nel
frattempo le idee contenute nel
Manifesto di Marinetti dilagano in tutta
Europa, ma le sue opere non sono molto
apprezzate. Fischiato più volte dal
Filippo Tommaso Marinetti seduto al tavolo di un caffè a Parigi nel 1893
pubblico, il poeta sfida a duello i suoi
critici: nasce così il mito dell’uomo
ribelle. Seguono denunce e processi,
finché nel 1910 Filippo Tommaso viene
assolto dall’accusa di oltraggio al
pudore per il romanzo Mafarka. Al
futurismo aderiscono molti intellettuali,
pittori e scrittori, fra cui Aldo
Palazzeschi che, assieme a Marinetti,
organizza le famose «serate futuriste».
Si tratta di spettacoli teatrali in cui gli
autori si esibiscono nella lettura di testi.
La gente partecipa e contesta,
lanciando oggetti e ortaggi. Anche se il
risultato è questo, Filippo Tommaso non
si sconcerta. Anzi. Dal campanile di
San Marco lancia il manifesto «Contro
Venezia passatista», in cui propone di
«colmare i piccoli canali puzzolenti con
le macerie dei vecchi palazzi crollanti e
lebbrosi» per «preparare la nascita di
una Venezia industriale e militare che
possa dominare il mare Adriatico, gran
lago italiano». Lo scoppio della Prima
guerra mondiale lo vede protagonista di
imprese eroiche a fianco di Gabriele
D’Annunzio e di azioni clamorose come
l’incendio di bandiere austriache in
piazza Duomo a Milano. Esperienze
belliche di cui scriverà ne L’Alcova
d’acciaio. Finita la guerra, il poeta è a
fianco di Mussolini in piazza San
Sepolcro a Milano tra i fondatori dei
Fasci di Combattimento. Ma le
divergenze con Mussolini lo porteranno
a distaccarsi, pur restando nell’orbita
fascista, dal futuro dittatore. Sostenuto
dalla sua nuova compagna Benedetta
Cappa, scrittrice e pittrice, e da amici
come Corrado Govoni (che gli
succederà alla presidenza del Pen
Italia) e dallo stesso Papini, fonda il
Tattilismo, concepito come
un’evoluzione multi-sensoriale del
Futurismo. La sua vena poetica si
riaccosta al Fascismo e nel 1925 firma
il Manifesto degli intellettuali fascisti in
contrapposizione a quello degli
oppositori al regime. Nel 1929 il Duce
lo nominerà Accademico d’Italia. La
sua adesione al Pen lo trova in
contrasto con Lauro De Bosis e con
Tommaso Gallarati Scotti, ferventi
oppositori del regime fascista. Il mondo
letterario italiano di quegli anni è
profondamente spaccato dalla nascente
ideologia e la dittatura non lascia
grande margine alla libertà
d’espressione, obiettivo principale
dell’Associazione mondiale degli
scrittori. Sul piano internazionale, il
Pen di Londra si oppone alla dittatura
italiana di Mussolini e a quella
ottomana di Ataturk. Germania e
Austria sono percorse dai tumulti che
porteranno alla Repubblica di Weimar e
al Nazionalsocialismo. La Spagna si
avvia verso una resa dei conti interna,
che sfocerà nella guerra civile. Non
meno cruciale è la situazione in Russia,
travolta dalla rivoluzione, dove la
barbarie prende il sopravvento e il
regime comunista semina terrore. Ecco
la situazione politica in cui si trovava
ad agire il Pen internazionale e,
soprattutto, quello italiano. Lo scontro
ideologico fra scrittori vedrà Filippo
Tommaso Marinetti messo in stato
d’accusa nel congresso di Dubrovnik.
Wells chiede espressamente se il Pen
Italiano dev’essere ancora considerato
fra i Pen democratici od esserne
escluso. Il congresso si conclude con un
forte appello alla tutela della libertà
d’espressione. Significativa la
partecipazione di Marinetti al congresso
di Buenos Aires, durante il quale egli si
schiera contro il Nazismo, nonostante
sostenga il regime fascista in quanto più
tollerante verso gli artisti dissidenti.
Sono affermazioni che portano ad uno
scontro con lo scrittore francese Jules
Romains, che chiede l’estromissione del
Pen italiano. L’anno successivo il
congresso mondiale si svolge a Parigi,
ma la delegazione italiana non
partecipa: non sono accettate le idee
«antidemocratiche» del suo presidente.
Il Pen italiano arriva ad una svolta.
Siamo nel 1938. Marinetti lascia la
presidenza. Gli succede il poeta
Corrado Govoni, anch’egli fascista, ma
più moderato. Il 1938 è anche l’anno in
cui nel Teatro delle arti il poeta Filippo
Tommaso si presenta con una
mitragliatrice in spalla e attacca
ferocemente i critici filo-tedeschi, il
gerarca Roberto Farinacci e Telesio
Interlandi. Sul palco, con lui, ci sono
anche la moglie e le tre figlie. Ma
ormai il declino di Marinetti è segnato.
Rieccolo, a 66 anni, tenente-colonnello
delle Camicie nere nella Campagna di
Russia. Partecipa alla battaglia del Don
da cui ritorna stanco e ammalato.
Muore d’infarto a Bellagio, sul lago di
Como, il 2 dicembre 1944. Nel Pen
italiano è già icominciata la presidenza
Govoni, l’ultima prima che tutto venga
travolto dalla guerra.
I LIBRI DEL PEN
SAGGISTICA
a cura di PIERLUIGI BATTISTA
Filippo la Porta, Maestri irregolari,
Voto Marcello Veneziani, Rovesciare il ‘68, Voto Anna Baldini, Il comunista,
Voto
Bollati Boringhieri, pp. 154, € 14
Mondadori, pp. 176, € 17
Utet, pp. 222, € 17,50
Un ritratto a più voci dei maestri
Nel mare magnum di celebrazioni
Un tempo protagonista di romanzi
dell’anticonformismo novecentesco:
dell’anno in cui l’immaginazione
e racconti, il «comunista» oggi è
da George Orwell a Albert Camus, da
sarebbe dovuta andare al potere,
scomparso dalla nostra immaginazione
Simone Weil a Nicola Chiaromonte,
un’analisi corrosiva e beffarda dei
relegato negli archivi. Eppure, da
fino a Pier Paolo Pasolini. Gli
luoghi comuni, in auge in un anno
Calvino a Morselli,
da FenoglioP. aE.N. CLUB
P. E.N. CLUB
intellettuali che hanno saputo dire di
che «merita di andare in pensione».
la figura
del «comunista»
Meneghello,ITALIA
ITALIA onlus
ONLUS
«no», gelosi della loro indipendenza e
Purché ci vada senza esaltatori e
è stata al centro della letteratura, del
inclassificabilità, refrattari
detrattori che spendono il resto della
cinema, dell’arte. Tutto dimenticato.
all’irreggimentazione ideologica. Una
loro vita ad azzuffarsi su un evento
Il crollo del Muro ha travolto anche
lezione per il nostro presente.
che ha compiuto i suoi primi 40 anni.
l’ispirazione letteraria.
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I PRESIDENTI ITALIANI DEL PEN 2
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P.E.N. Conlus
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1932: Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944)
E l’Italia rischia di essere espulsa
Mancato intervento su scrittori in carcere per motivi politici
di ROBERTA TRICE
I
n una lettera del 27 aprile 1932,
Corrado Govoni, informa Hermon
Ould, segretario del Pen Club
inglese, che dopo un lungo periodo di
inattività (Lauro de Bosis era stato
l’ultimo esponente del direttivo italiano
negli anni Venti), il Pen Club di Roma
aveva ripreso a funzionare, eleggendo
suo presidente Filippo Tommaso
Marinetti e chiede che la notizia venga
pubblicata sul Pen News. L’anno dopo,
il 17 novembre 1933, Marinetti viene
personalmente contattato da Ould, a
nome dell’«International executive
committee», che gli chiede informazioni
sulla sorte di due scrittori italiani
(Francesco Renda e Paolo Vinciguerra)
imprigionati per ragioni politiche:
«Senza entrare nel merito, noi sentiamo
che il Pen ha il diritto di fare quanto
può a favore degli scrittori in
disgrazia». La risposta giunge il 3
gennaio 1934. Il presidente italiano dà
rassicurazioni sulla sorte dei due
scrittori: «Data poi la clemenza che
anima il Duce e l’attuale smobilitazione
della Colonia penale di Lipari [...] se
essi daranno prova di buona condotta,
gli anni da scontare (15, ridotti a 5 ndr)
saranno aboliti. Con viva simpatia, F. T.
Marinetti». Nel gennaio 1934 il Pen
tedesco viene escluso dal Pen
Internazionale («Il Centro tedesco ha
voluto estromettere alcuni scrittori su
base politica») e per il Pen italiano le
cose si complicano perché il Pen
americano nutre dubbi sulla situazione
del nostro Paese. Ould chiede allora a
Govoni di inviare una conferma scritta
sull’apertura del Pen italiano a tutti gli
scrittori, indipendentemente da ragioni
politiche; non ricevendo alcuna risposta
invia una richiesta di chiarificazioni
allo stesso Marinetti e, in nome dei
buoni rapporti esistenti con l’Italia, lo
informa del prossimo congresso in
Scozia: «Spero di avere il piacere di
vedervi». Da Roma, silenzio. Seguono
altre due missive (in luglio e in ottobre)
con la richiesta pressante da parte di
Ould di avere informazioni sullo Statuto
del Pen italiano, invitando Marinetti a
Londra per chiarire la situazione
durante la riunione del Comitato
internazionale il cui esecutivo si
sarebbe riunito nel mese di novembre
(«Saremmo felici di avervi nostro ospite
al pranzo che avrà luogo»). Di fronte ad
«Le Figaro» con il manifesto sul Futurismo (20 febbraio 1909) e la copertina di «Mafarka» (1909)
Marinetti in una foto del 1896 e una «Caricatura di Marinetti» (1916) di Marietta Angelini
un nulla di fatto, Ould decide di
informare della spinosa questione Ugo
Ojetti e Massimo Bontempelli: «Siamo
particolarmente desiderosi che non ci
sia alcuna rottura con gli scrittori
italiani, e dubitiamo che l’opinione
espressa dal signor Marinetti sia
davvero rappresentativa dei suoi
colleghi del Pen». Il 29 novembre
1934 il Pen Club italiano mette le cose
in chiaro con una lettera firmata dal
presidente: «Illustre amico [...] dato che
oggi non esiste al mondo scrittore
italiano che manifesti una azione contro
l’Italia fascista, il Pen Club Italiano,
che io ho l’onore di rappresentare come
presidente, è lieto di dichiararsi aperto
a tutti gli scrittori italiani senza
distinzione. Saluti cordialissimi, F. T.
Marinetti». Paradosso o raggiro, il
risultato è conforme al dettato e la
risposta lascia trasparire un respiro di
sollievo: «Siamo davvero contenti di
annunciare che...» tanto che lo stesso
presidente Herbert George Wells
commenterà la lettera con un: «Viva
l’Italia!». Le cose si complicano però
nel 1935, quando Marinetti rilascia alla
stampa alcune dichiarazioni
decisamente anglofobe. Il Pen inglese
chiede spiegazioni e da Roma arriva
una dichiarazione d’intenti firmata da
diversi scrittori italiani, fra cui Luigi
Pirandello, Ugo Ojetti e Massimo
Bontempelli: «Tutti gli scrittori italiani
soci del Pen approvano l’atteggiamento
del loro presidente Marinetti, le cui
idee sono note fino dal 1909 e che per
l’Italia e per esse è oggi volontario
combattente in Africa Orientale. Con i
cordiali saluti, mi creda suo Corrado
Govoni». L’ambiguità dei rapporti tra il
Pen internazionale e il Pen italiano
diventa palese nel 1936 durante il XlV
Congresso internazionale di Buenos
Aires presieduto da Victoria Ocampo.
Nonostante l’atteggiamento
dichiaratamente favorevole alla guerra,
Marinetti sottoscrive e proclama «il
pieno diritto dello scrittore di
esprimersi liberamente» e condanna
quanto accade in Germania dove si
bruciano i libri dichiarando che in Italia
una cosa simile sarebbe impensabile
visto che uno scrittore come Croce
poteva esprimersi liberamente. Ma se il
Congresso si chiude con una patetica
raccomandazione ai governi e ai popoli
chiedendo di fare tutto il possibile per
salvaguardare la pace, l’atteggiamento
di Marinetti, che controfirma la
«Risoluzione finale», desta una forte
reazione nel Pen francese, tanto che
Jules Romains e Benjamin Crémieux
chiedono l’uscita del Pen italiano.
Crémieux fa inoltre presente l’ambiguità
dell’atteggiamento italiano. «Cita un
articolo di Marinetti – si legge nel
verbale ufficiale – in cui si esortava
l’Italia a prepararsi alla guerra,
dichiarando che la guerra era l’unica,
vera igiene del mondo». Per evitare una
rottura, il Congresso adotta allora una
soluzione intermedia, di ripiego,
affermando che: «Le opinioni attribuite
al signor Marinetti precedevano la sua
accettazione della “risoluzione” che,
d’altra parte, non doveva essere
retroattiva». Il congresso si chiude con
la nomina di Jules Romains a nuovo
presidente per il biennio 1936-1937,
con il tributo di Stephan Zweig a Wells
per il suo operato e con la proposta
ufficiale di Marinetti di tenere il
successivo congresso a Roma
nell’ottobre 1937 (si terrà invece a
Parigi nel mese di giugno). Seguiranno
Praga nel 1938, Stoccolma nel 1939,
Bombay o Tokio nel 1940. Ma la Storia
avrebbe deciso altrimenti.
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I LIBRI DEL PEN
P. E.N. CLUB
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P.E.N. Conlus
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LETTERATURA SCANDINAVA
a cura di MARIA CRISTINA LOMBARDI
Torgny Lindgren, Per non saper
Voto Henning Mankell, Scarpe italiane,
Voto Ingmar Bergman, Tre diari,
Voto
né leggere né scrivere,
Marsilio, pp. 332, € 15
Iperborea, pp. 264, € 15
Iperborea, pp. 236, € 15
Stavolta, il personaggio di Mankell
Un diario scritto a tre mani: dal
Originalissima, l’opera di Lindgren è
è un ex-chirurgo di mezza età,
regista svedese, da poco scomparso,
anche un’amara riflessione sulla
rifugiatosi su un’isola di Stoccolma,
dall’ultima delle sue mogli, Ingrid, e
insufficienza della scrittura in favore
prigioniero di un mare di ghiaccio.
da Maria, nata dalla relazione tra i
D’improvviso il puzzle della sua
dell’immagine. Racconta il rapporto
due alla fine degli anni ’50,
simbiotico fra l’edizione della Bibbia
vita si ricompone e Louise, figlia
riconosciuta dal padre solo da
di Doré e il protagonista, affetto da
che ignorava di avere, gli regalerà
adulta. È la cronaca della malattia di
una malattia che gli impedisce di
un paio di scarpe su misura,
Ingrid, dall’inizio, ottobre 1994,
imparare a leggere e a scrivere.
simbolo di un’esistenza «calzante».
fino alla sua morte, novembre 1995.
EVENTI 1
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7
Milano: presentata al Mondadori Multicenter la rivista del Pen
Invidia di Stalin per gli applausi all’Akhmatova
L’episodio ricordato dal poeta russo Evgenij Evtushenko
resentati a Milano, al
Mondadori Multicenter di
piazza Duomo, il 18 marzo
scorso, da Evgenij Evtushenko,
Sebastiano Grasso e Vittorio Sgarbi, i
primi due numeri della rivista del Pen
Club italiano. In sala era presente
anche il poeta albanese Visar Zhiti,
attualmente ministro consigliere
dell’Ambasciata d’Albania a Roma.
Nel 1979, Zhiti venne arrestato e
condannato a 10 anni di carcere
perché la polizia dell’ufficio politico
albanese aveva sequestrato in
tipografia le bozze del suo libro
Rapsodia poetica della vita delle rose,
versi pieni di metafore contro la
dittatura dell’allora presidente Enver
Honxa ed anche perché aveva
tradotto alcuni poeti proibiti,
«capitalisti e revisionisti», italiani e
russi (come Evtushenko, colpevole di
aver scritto una poesia contro il
dittatore Honxa). Zhiti è stato invitato
a parlare della propria drammatica
esperienza. Poi s’è parlato anche
dell’ultimo libro di Evtushenko, Nel
paese di Come se (Vienne), di cui
sono stati letti alcuni testi dallo stesso
poeta e da Sgarbi. Evtushenko, cofondatore del Pen russo, è diventato
socio ordinario anche di quello
italiano. Pubblichiamo, qui sotto, il
suo intervento.
P
1914: guerra evitata
con Lev Tolstoj vivo?
di EVGENIJ EVTUSHENKO
C
ari colleghi, voglio ringraziarvi
dell’onore che mi avete fatto,
accettando me – uno dei fondatori
del Pen russo – come membro del vostro
Pen Club Italia. Ciò non sarebbe stato
possibile ai tempi di Mandel’shtam, che
dietro il filo spinato del Gulag sognava
«le colline toscane di tutta l’umanità».
Denutrito, fu spinto lentamente alla
morte. Non sarebbe stato possibile
quando diedero del «vigliacco» e
dell’«antipatriota» a Pasternak, il quale
aveva fatto sapere al mondo intero che
la storia dell’amore tragico fra Yury
Zhivago e Lara non era meno preziosa
della Storia con la «esse» maiuscola. E
non sarebbe stato possibile quando
Anna Akhmatova, che aveva scritto
grandi versi sull’assedio di Leningrado,
Da sinistra: Vittorio Sgarbi, Evgenij Evtushenko, Sebastiano Grasso e Visar Zhiti al Mondadori Multicenter di Milano
in una mozione del partito, dopo la
guerra, venne definita un incrocio tra
«una monaca e una meretrice». Voglio
esprimere la mia gratitudine all’Italia,
perché fu proprio un professore italiano,
Angelo Maria Ripellino, a tradurre, per
la prima volta in Europa, le poesie di
Mandel’shtam; perché fu proprio un
editore italiano, Giangiacomo Feltrinelli,
a far conoscere a tutto il mondo il
romanzo Il dottor Zivago di Pasternak e
perché furono proprio gli scrittori
italiani ad attribuire il Premio EtnaTaormina ad Anna Akhmatova e a
convincere il governo sovietico a
concederle, per la prima volta in
trentaciqnue anni, il permesso di
raggiungere l’Italia, la patria del suo
amante, il grandissimo Amedeo
Modigliani. Si dice che il motivo
principale dell’ira e dell’invidia di Stalin
fosse dovuta al fatto che quando
l’Akhmatova apparve sul palcoscenico a
Mosca, tutti nella sala si alzarono in
piedi ed applaudirono per una
quindicina di minuti. Nei luoghi
pubblici questo era possibile solo
quando appariva Stalin. E quando gli
riferirono dell’accaduto, Stalin fece
qualche sbuffata con la pipa e chiese:
«Chi ha organizzato la cosa?». Che
uomo infelice. Conosceva solo «l’amore
ben organizzato». Cerchiamo di non
avere paura del fatto che noi scrittori
non siamo molto ben organizzati! È la
nostra forza, ma anche, talvolta, la
nostra debolezza. Difendere la libertà di
scrittura da un lato e insistere in tv,
giornali, insomma coi mezzi di
comunicazione, per organizzare incontri,
attraverso recital, dibattiti, ecc. ecc., non
solo fra gli stessi scrittori, ma con tutti i
lettori. Un grazie personale ai colleghi
italiani, perché hanno sostenuto sia me
che gli altri autori della mia
generazione, quando ci volevano isolare
dall’Europa. Ma anche adesso, come si
vede, in Russia ci sono dei politici che
vogliono metterci da parte; e anche
all’estero ci sono persone che non
vogliono una Russia forte e cercano di
isolarla. Ma la Russia era, è e sarà parte
integrante dell’Europa e fra gli
intellettuali russi ci saranno sempre
quelli che porteranno avanti la causa di
Sakharov, non permettendo che vengano
perseguitati coloro che difendono i diritti
umani. Ma queste parole hanno forza
solo se trovano una grande eco. Sapete
che cosa manca all’umanità? Mancano i
grandi scrittori. Quelli davanti ai quali
proveremmo vergogna se ci guardassero
negli occhi. Che cosa ci impedisce di
essere grandi? Forse, la nostra
timidezza. Tentiamo lo stesso! Un
proverbio orientale dice: «Cento gatti
non fanno un leone». Di miagolii ce ne
sono tanti, ma non ci sarebbe motivo di
ruggire tanto forte da farsi sentire da
tutti? Recentemente un vecchio amico
mi ha detto: «Se Lev Tolstoj fosse stato
vivo nel 1914, la Prima guerra mondiale
non sarebbe probabilmente iniziata.
Avrebbero avuto paura di farla, perché
Tolstoj avrebbe scritto qualcosa che li
avrebbe fatti vergognare tutti …». Ma la
storia non si fa con i condizionali.
(Traduzione di Ljudmilla Psenitsnaja)
I LIBRI DEL PEN
LETTERATURA INGLESE
a cura di SERGIO PEROSA
Christopher Woodward, Tra le
Voto Penney, La tenerezza dei lupi,
Voto Alan Bennett, La sovrana lettrice,
Voto
rovine, Guanda, pp. 254, € 16
Einaudi, pp. 460, € 17,80
Adelphi, pp. 96, € 12
Tipico del grande «dilettantismo»
Per chi ama le avventure su paesaggi
Drammaturgo e sceneggiatore,
inglese, uno studio in stile narrativo
selvaggi, ecco intrecci complicati,
Bennett ci dà uno dei suoi libri
dell’attrazione per le rovine
misteri e angosciose ricerche per
leggerissimi e svolazzanti. Può una
attraverso i secoli, dai desolati
risolverli, con l’immancabile storia
regina come Elisabetta II, oberata
P. E.N. CLUB
P. E.N. amante
CLUB di cani
paesaggi della Roma post-medievale
d’amore. Sullo sfondo, le vaste
dai suoi compiti,
e
ITALIA
ITALIA ONLUS
fino ad oggi, con le ricorrenti visioni
solitudini del Canada (che l’autrice,
cavalli, appassionarsi
d’un tratto
alla onlus
letterarie, figurative e del cinema
al suo primo romanzo, dichiara di
lettura? Da qui una meditazione
del nostro pianeta ridotto in cenere
non aver mai visitato) dei cacciatori
sulle lettere, con sconvolgenti
dall’apocalisse atomica.
di pellicce nel lontano ’800.
conseguenze sulla vita di corte.
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EVENTI 2
7
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P. E.N. CLUB
ITALIA
P.E.N. Conlus
LUB
ITALIA
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Milano: recital di versi editi e inediti al Piccolo Teatro Studio
Ricordando De Sica e un bambino prodigio
Versi per «Ladri di biciclette» e per un cantante dodicenne
«M
ilano per
Evtushenko
». È il titolo
della serata dedicata al
poeta russo (Zimà,
Siberia, 1933) al Piccolo
Teatro Studio, lunedì 17
marzo scorso, da parte del
Comune di Milano e del
Pen Club Italia. Uno
straordinario recital di
versi da parte dell’autore
di Baby Yar, coadiuvato,
per alcuni testi in italiano,
dall’attore Alessandro
Quasimodo, figlio del
Premio Nobel italiano.
Accompagnamento
musicale della pianista
Mariko Kitazato e della
soprano Yuko Sakaguchi
(il tema di Lara, tratto dal
romanzo). Alcune poesie
facevano parte della
raccolta Nel paese di
Come se, tradotte da Elena
Pascucci e premiate nel
2006 con il «Librex
Montale». Di due
poemetti inediti, Bruno ed
Enzo e Robertino Loreti, è
stata letta la versione
italiana di Ljudmilla
Psenitsnaja. Si tratta di
due omaggi all’Italia del
poeta russo che ha preso
spunto da Ladri di
biciclette di Vittorio De
Sica (Enzo Staiola è
l’attore che ha
impersonato il bambino
del film) e dall’enfant
prodige Robertino Loreti,
che negli anni Sessanta,
dodicenne, fece una
tournée in Russia, dove
con la sua «voce
d’usignolo» divenne
popolarissimo.
Evtushenko è riuscito a
ritrovare una registrazione
di allora della canzone
Santa Lucia, e l’ha
riproposta al pubblico del
Piccolo Teatro Studio. I
due poemetti, assieme ad
un terzo dedicato a
Federico Fellini, verranno
pubblicati dalle Edizioni
d’arte Colophon.
Sopra: il poeta russo Evgenij Evtushenko fotografato da Ferdinando Scianna mentre, lunedì 17 marzo 2008, recita al Piccolo Teatro Studio di Milano
Da sinistra: il primo numero
della rivista del Pen, il manifesto del Piccolo Teatro Studio
di Milano e il secondo numero della rivista del Pen
I LIBRI DEL PEN
LETTERATURA LATINO AMERICANA
Adriana Lisboa, Sinfonía in bianco, Voto Edmundo Paz Soldán, La materia
del desiderio, Fazi, pp. 312, € 18
Angelica, pp. 240, € 16
Traduzione di Sara Favilla
Traduzione di Stefano Tummolini
Sullo sfondo di una Rio de Janeiro
Per fuggire dal rapporto morboso
appena accennata, nella fazenda di
con la sua allieva Ashley, Pedro,
una campagna silenziosa ma animata
giovane docente universitario di
da una natura prorompente, la storia
New York, torna in Bolivia, suo
di una famiglia apparentemente
Paese natale, in cerca di notizie sul
normale, di una cava proibita su cui
padre guerrigliero morto in
volano le farfalle e di segreti terribili
un’imboscata. Resterà intrappolato
che pesano su due bambine.
in una rete di tradimenti politici.
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DOCUMENTI 1
a cura di FABIO RODRIGUEZ AMAYA
Voto Rosalba Campra, Gli anni
Voto
dell’arcangelo, Il Filo, pp. 148, € 14
Traduzione di Francesco Fava
A metà fra il romanzo storico e il
romanzo di formazione, questo
surreale e ironico trattatello di
P. E.N. CLUB
E.N. CLUB
angelologiaP.descrive,
con un tono
onlus
ONLUS
e insieme
partecipe,ITALIA
il
irriverente ITALIA
lungo viaggio di un personaggio alla
ricerca di se stesso nei meandri della
storia argentina profonda e segreta.
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P. E.N. CLUB
ITALIA
P.E.N. Conlus
LUB
ITALIA
7
Ne sopravvivono all’incirca tremila. E con esse l’intera gamma europea e medio-orientale
Lingue minoritarie in Italia
Il diritto a usare
il proprio idioma
di ANNA GRIBAUDO
F
ra le oltre seimila lingue
attualmente parlate nel
mondo, solo poco più di un
centinaio sono «lingue nazionali»
(cioè lingue di Stato) e di queste
ormai solo l’inglese è riconosciuto
come lingua della globalizzazione.
A distanza, il francese, che vanta
secoli di supremazia nei circoli della
diplomazia, e lo spagnolo, che fra
le lingue indoeuropee conta il
maggior numero di parlanti.
L’avvenire dirà quale sorte verrà
riservata al cinese e all’hindi…
Ma sull’onda del progressivo
riconoscimento da parte della
comunità internazionale di
un’abbondante varietà di diritti
umani, fra cui quello di usare la
propria lingua materna – ancorché
non lingua nazionale – tornano alla
ribalta centinaia, anzi migliaia, di
lingue storiche, regionali,
minoritarie o minori, che a fatica si
fanno largo fra le consorelle
giuridicamente e politicamente
affermate, le lingue nazionali.
L’assemblea generale delle Nazioni
Unite ha proclamato Giornata
mondiale della lingua il 21 febbraio
di ogni anno e ha incaricato
l’Unesco di incoraggiare dibattiti,
seminari, esposizioni di libri di
letteratura nelle lingue anche
minori. In contemporanea (come
ogni anno, a partire dal 1996) il 23
aprile, l’Unesco celebra la Giornata
mondiale del libro e del diritto
d’autore (secondo la vulgata, 23
aprile 1616 è la data della
scomparsa di William Shakespeare,
Miguel de Cervantes e Garcilaso de
la Vega). Tema principale, la lingua
madre. Il Pen Club italiano intende
esplorare gli aspetti che più lo
interessano, quelli letterari, di
questo «rinascimento» delle lingue
minori. Qual è stato, qual è e quale
potrà essere il loro contributo alla
cultura mondiale attraverso una
letteratura di altissimo livello? Quali
realtà, inoltre, hanno Francia,
Spagna, Regno Unito e Irlanda?
La parola a Sergio Gilardino.
Fotografia di Ferdinando Scianna
di SERGIO GILARDINO
i si può riferire alla stessa entità
linguistica con diversi
appellativi: «lingua
minoritaria», «lingua regionale»,
«lingua locale», «lingua ancestrale»,
«dialetto», a seconda della gamma di
valori socio-linguistici che uno adotta.
In altre parole, la stessa parlata può
essere etichettata in modi diversi. Ma
sono pure possibili i fraintesi, a
seconda che con il nome di una di
queste «piccole lingue» (il
piemontese, ad esempio) ci si riferisca
C
ad un suo dialetto, parlato oramai
soprattutto da pochi anziani in una
località geofisicamente ben ristretta,
con pochi termini di contado, ovvero
si parli di una illustre lingua letteraria
servita a grandi creatori per opere di
teatro, lirica, prosa: la gamma
lessicale muta drasticamente e la
coscienza dei parlanti pure. Nessuna
terra europea conosce una produzione
letteraria in lingue minoritarie
paragonabile a quella italiana, a tal
punto che sarebbe più opportuno
parlare di «letteratura in Italia» che di
«letteratura italiana». Per l’Italia
inoltre si pone il problema delle
antiche lingue di stato (il veneziano e
il sabaudo, servite a dogi, duchi, re,
condottieri e a interi Stati come
«lingue totali» per molti più secoli
che non l’odierno italiano) o di lingue
come il siciliano che trovano «unità»
solo nelle opere di un grande autore
(il Meli) o di gerghi cittadini portati al
rango di grandi lingue letterarie grazie
all’opera di un solo genio letterario
(Porta per il meneghino, Belli per il
romanesco). Fatto è che nel 1861,
l’anno dell’unificazione manu militari
dell’Italia, meno dell’1 per cento della
I LIBRI DEL PEN
LETTERATURA ARABA
a cura di FAWZI AL DELMI
Abu Nuwas, Così rossa è la rosa
Voto Abd al-Rahman Munif, Città
Voto Isabella Camera D’Afflitto,
Voto
Carocci, pp. 136, € 13,80
di sale, Baldini Castoldi Dalai,
Cento anni di cultura palestinese,
pp. 592, € 19
Carocci Editore, pp.. 264, € 22
Abu Nuwas e la sua scuola, nella
Baghdad del IX secolo, rinnovano la
Città di sale è il romanzo più
Questo libro, arricchito da
poesia araba in modo così profondo
importante di Munif (1930-2004),
numerosi passi antologici,
da creare le premesse per un genere
nato in Giordania da madre irachena
ripercorre le fasi salienti della
di poesia particolare, che amplia la
e padre saudita. Di grande attualità,
recente storia
palestinese
P. E.N. CLUB
P. E.N.
CLUB
tematica letteraria dell’amore e di
tocca molti temi che hanno
attraverso ITALIA
l’origineONLUS
della stampa,
la onlus
ITALIA
chi ne è colpito: se l’amore è una
sconvolto il Medio Oriente. Un’opera
nascita del romanzo e del teatro
malattia, Abu Nuwas conferisce
coraggiosa e raffinata, che sfida le
moderno, l’affermazione della
all’amante disperato, il «folle
interdizioni politiche e le violazioni
poesia, prima patriottica, poi di
d’amore», una nuova connotazione.
della libertà nel mondo arabo.
respiro sempre più universale.
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DOCUMENTI 2
popolazione peninsulare capiva
l’italiano (in un’epoca in cui il
francese, l’inglese, l’olandese, lo
spagnolo, il portoghese e, per altre
vie, il tedesco, erano lingue nazionali
e popolari già da secoli). Se si pensa
che Johann Wolfgang Goethe nei suoi
Italienische Reisen descrive l’Italia
come terra di canti e di teatri, c’è da
chiedersi in quali lingue venisse
veicolata questa vitalissima e
fertilissima cultura teatrale e lirica.
Sempre all’unificazione risale il
livellamento linguistico della
penisola, con la scuola d’obbligo e la
Chiesa che si sforzano, con ogni
mezzo pratico e psicologico, di
portare la ritardataria patria all’unità
linguistica, pena l’esclusione dal
consesso delle grandi monarchie
europee, a scapito delle lingue locali.
Inizia il sistematico smantellamento
delle lingue ancestrali del popolo
italiano e la messa al bando della
produzione letteraria in quelle lingue
come indegna di persone colte e
responsabili. Ne deriva per l’Italia
una spaventosa carenza di letteratura
popolare, compendiata solo in parte
dal genere operistico. Oggi
sopravvivono in Italia all’incirca 300
lingue ancestrali, alcune
documentatissime (in primis il
piemontese, ex lingua di Stato, che
conta più di 30 dizionari grandi e
piccoli), altre del tutto incodificate,
latrici di un immenso patrimonio di
conoscenze pratiche (agresti,
zootecniche) e ancestrali (miti,
leggende, racconti, fiabe, personaggi,
fatti, eventi), di cui si colgono scorci
nelle opere ottocentesche del Pitrè e
del Nigra. Degno di nota il fatto che
l’Italia possieda l’intera gamma delle
lingue europee e medio-orientali
(neo-latine, germaniche, slave,
albanesi, greche, arabe), ad eccezione
del gruppo ugrofinnico. Le più
antiche lingue germaniche e
neolatine sono tutt’ora parlate in
Italia (Walserdeutsch, ladino,
provenzale). Da distinguere, inoltre,
l’opera di codificazione da quella di
rivitalizzazione: mentre urge una
codificazione (con dizionari e
grammatiche) delle lingue prive di
tali supporti filologici, si assiste –
soprattutto da parte di volontari e di
associazioni locali – ad una vigorosa,
ancorché tardiva, opera di
insegnamento e sensibilizzazione.
Mentre la Francia, la Spagna, l’antica
Jugoslavia, l’ex Unione Sovietica
presentano quadri più semplici (due
o tre lingue letterarie, una sola delle
quali diventa lingua di Stato), per
l’Italia il problema si complica non
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P. E.N. CLUB
ITALIA
P.E.N. Conlus
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ITALIA
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Lingue minoritarie in Italia
Fotografia di Ferdinando Scianna
solo per la presenza di una pletora di
lingue minori, ma per l’indebolimento
progressivo di quella nazionale, non
sorretta da consuetudini popolari e
aggredita da una devastante
anglomania. Lo Stato italiano è
recentemente intervenuto a favore
della conservazione delle lingue
ancestrali, delegandone
l’amministrazione dei programmi alle
Regioni. Questi programmi conoscono
sviluppi molto diversi, con il
Piemonte, il Veneto e il Friuli come
capofila nella campagna di
conservazione e rivitalizzazione. Ma è
un fatto che, nel contesto europeo,
l’Italia è il fanalino di coda in questa
iniziativa, che vede la Spagna al
primo posto, seguita da Francia e
Irlanda. La Francia presenta varie
lingue regionali, alcune delle quali
codificate, ma anche un caso
singolare: quello del provenzale, la
prima lingua della rinascenza
culturale e letteraria dell’Europa
all’inizio del secondo millennio (le
varianti più antiche di provenzale
sono parlate in Italia). Dopo il
declino del provenzale, se ne ebbe la
rinascita inopinata ad inizio
Novecento, ad opera di Frédéric
Mistral, che gli diede il dizionario e il
capolavoro letterario. Un caso a parte
è pure quello del bretone, tutt’ora
parlato nell’omonima penisola, fatto
che apparenta la Francia al mondo
celtico insulare. Bretone e provenzale
non sono classificati al livello di
langues régionales, ma come vere e
proprie langues mineures, con
insegnamento nelle scuole e statuti
scolastici speciali. La Spagna
conosce forse la forma più spinta di
«diglossia», con il catalano – antica e
prestigiosa lingua letteraria e
culturale – utilizzata prevalentemente
in tutta la Cataluña (Barcelona,
Valencia) tanto nella vita quotidiana,
quanto alla televisione e nella
stampa. Accanto a questo «dualismo»
di stato vi sono idiomas minores,
come il gallego e il basco; infine, le
lingue locali. L’Irlanda è
linguisticamente più il frutto di una
reazione che di una realtà. Quando
negli anni Venti ottenne la sua
indipendenza dal Regno Unito, la
lingua ancestrale celtica fu elevata ad
unica lingua ufficiale di Stato (per
reazione all’odiosamato inglese, ormai
però parlato da tutti). La realtà è che
solo nel nord-ovest dell’Irlanda e in
alcune zone insulari il celtico è
ancora lingua diffusa. In parlamento,
pochissimi potrebbero parlarlo e se lo
facessero occorrerebbero interpreti
per la stragrande maggioranza dei
deputati. Ma l’Irlanda è ben lungi dal
cambiare la norma costituzionale e il
celtico rimane la sola lingua ufficiale
di Stato. La situazione si complica
negli altri Paesi europei nelle
cosiddette zone «allofone», per lo più
zone di confine in cui minoranze
parlano una lingua che è nazionale in
un altro Paese: rumeno, ungherese,
albanese, ecc. Importante in questo
contesto distinguere tra dialetto e
lingua (nella psicolinguistica questa
distinzione è più un fatto di coscienza
che di disponibilità lessicale) e tra
lingue codificate e lingue solamente
orali. La battaglia per la
sopravvivenza delle piccole lingue
deve essere combattuta su due livelli.
Primo: disponibilità di capolavori
letterari che conservano una grande
valenza ancestrale (tradizioni,
conoscenze, valori). Secondo: validità
per l’identificazione di un popolo
anche in epoca di globalizzazione: la
lingua ancestrale veicola valori e
conoscenze che nessun’altra lingua
può comunicare. La bibliografia su
questi argomenti è sterminata e va
affrontata per comparti (regione,
linguistica, sociolinguistica,
letteratura, ecc.). Gli approfondimenti
possono essere fatti se è nota la
destinazione di uno scritto o di uno
studio. Cambia inoltre l’impostazione
del discorso a seconda dell’ambito in
cui esso viene composto e dell’utenza
finale: in ambito europeo il discorso è
completamente diverso da quello
fatto in contesto nazionale.
S. G.
I LIBRI DEL PEN
LETTERATURA CINESE
a cura di PAOLA TROTTA
Zhang Ailing, Lussuria,
Voto Chun Shu, Ragazza di Pechino,
Voto Alai, Rossi fiori del Tibet,
Voto
Bur, pp. 172, € 9,20
Guanda, pp 250, € 14
Bur, pp. 480, € 8.50
Ignorata dalla Cina maoista, nel 1952
Romanzo d’esordio, autobiografico,
La saga della potente famiglia di
Zhang Ailing (1920-1995) lascia
quasi una confessione di questa
feudatari Maichi, raccontata
Shanghai per gli Usa. E proprio nella
giovanissima autrice. Chun Shu
dall’ultimo discendente. Siamo negli
Shanghai anni 40 la protagonista
(Pechino, 1959) racconta il suo
anni Trenta, la vita è ferma da secoli:
Qiqiao vive fra disperazione e follia.
male di vivere, la ribellione, le
feudatari, schiavi,
concubine edP. E.N. CLUB
P. E.N. CLUB
Sposata ad un uomo invalido,
prime esperienze sessuali e
eserciti familiari.
Ma
la modernità
fa onlus
ITALIA
ITALIA ONLUS
innamorata del cognato, riversa le sue
sentimentali, la passione per la
irruzione. Rivalità familiari e lotte di
frustrazioni in un comportamento
poesia e, soprattutto, per la musica
potere, quasi una favola dove bellezza
cinico e crudele, che la porterà a
rock. Il percorso ci porta dentro il
e violenza si completano a vicenda nel
distruggere la vita dei propri figli.
dramma di una intera generazione.
romanzo di Alai (Tibet, 1959).
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DISSIDENTI 1
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ITALIA
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Pechino: braccio di ferro tra il regime e gli intellettuali
Poeta cinese «adottato» dal Pen Italia
Condannato a 12 anni di carcere per articoli contro il governo
I
l Pen Club italiano, nell’ottica di
quanto sancito dallo Statuto
internazionale in merito alla tutela
dei diritti umani e alla difesa della
libertà d’espressione, ha deciso di
«adottare» lo scrittore e giornalista
dissidente Yang Tongyan perseguitato
dal regime di Pechino. L’adozione
consiste nell’interessamento diretto
presso le autorità cinesi affinché gli
vengano prestate le cure necessarie per
migliorare le sue condizioni di salute. Il
Pen italiano ha inoltre deciso, tramite
l’interessamento della sede centrale di
Londra e del Centro Pen della Cina
indipendente (che comprende gli
scrittori cinesi in esilio), di inviare un
contributo economico alla sua famiglia
per migliorarne le condizioni di vita e
per aiutarla nel pagamento delle spese
legali sostenute nel ricorso presso la
Corte d’appello. Il 16 maggio 2006 la
Corte della provincia di Jiangsu
condannava, dopo un processo
sommario durato solo tre ore, lo
scrittore e giornalista Yang Tongyan
(Yang Tianshui) a 12 anni di carcere
per attentato alla sicurezza dello Stato.
Colpe? L’aver pubblicato su giornali
web alcuni articoli critici verso il
governo cinese, apparsi a più riprese
dal 2002 al 2005, su October First is
China’s Day of Calamity, An
Admonition to the Chinese Communist
Ruling Clique, Everyone has the Right
to Oppose Tyranny, Our Hopes for the
Great Democracy Party e Pondering the
Chinese Democracy Movement. Fermato
nel dicembre del 2005, Yang Tongyan è
stato ufficialmente arrestato il 20
gennaio 2006. Sentenza: «La libertà di
parola e di associazione sono i diritti
politici dei cittadini sanciti dalla
costituzione in Cina, ma la Costituzione
stabilisce chiaramente che
nell’esercizio di tali diritti politici, i
cittadini non devono mettere in pericolo
gli interessi o la sicurezza dello Stato
[…] attaccando la leadership del
Partito comunista cinese e il sistema
socialista […] Egli ha cospirato per
sovvertire il potere statale in Cina».
Nato nel 1962, si è laureato in Storia
presso la Normale di Pechino. Poeta,
scrittore e giornalista, nel 1990 era già
stato arrestato e condannato a 10 anni
di carcere duro, per aver assunto una
posizione critica contro l’esercito dopo i
fatti di Piazza Tian’anmen e privato per
4 anni dei diritti politici. Fra le accuse
Il poeta e giornalista cinese Yang Tongyan, condannato a dodici anni di carcere
anche quella di trasferimento illegale di
fondi per essersi attivato nell’assistenza
economica ai famigliari dello scrittore
dissidente Wang Wenjiang. Yang
Tongyan è anche poeta e autore di vari
libri. Durante la detenzione si è
ammalato di diabete e le sue condizioni
sono notevolmente peggiorate nel corso
di questi ultimi tempi. La situazione
cinese relativamente al rispetto dei
diritti umani è oggi molto precaria. Se
ne stanno interessando diverse
organizzazioni umanitarie tra cui
Amnesty International, Human Rights
Watch e Human Rights in China e,
naturalmente, l’International Pen.
Secondo un rapporto del febbraio 2008,
redatto dal Comitato scrittori in
prigione del Centro Pen cinese
indipendente, i casi di scrittori
perseguitati ammontano a 78 e tutti con
l’accusa di attività sovversiva ai danni
dello Stato; quarantacinque casi
riguardano la regione autonoma del
Tibet. L’adozione dello scrittore
dissidente Yang Tongyan da parte del
Pen Club italiano e la raccolta di firme
per la sua liberazione, in occasione dei
giochi olimpici di Pechino di
quest’anno rappresentano una pietra
miliare verso l’abolizione della censura
e la tutela della libertà di stampa nella
Cina moderna. È un passaggio
obbligato, ma irrinunciabile, per la
democratizzazione di un’area che
rappresenta circa un terzo della
popolazione del pianeta.
E. B.
Poesie di Yang Tongyan
SALENDO SUL MONTE QUIXIA
Travolgenti le onde del vento che corre verso Est
La straordinaria Qixia sovrasta l’immensa foresta
E il cielo terso, dopo impetuose arie d’oro
Un infinito blu scuro abbraccia la terra
Il piccolo cuore rosso riempie il mondo intero
Chi ha coraggio saluta la tomba dei martiri
Si alzeranno milioni di leoni in sonno
E in tuta la Cina sventoleranno bandiere di guerra
CONTEMPLANDO L’AUTUNNO
Immerso nella foschia della pianura il tramonto
[d’autunno
I monti desolanti nascosti dalla nebbia
Aspettando che l’imperatore di giada
Cacci via la notte buia con il sole rosso
MIO AMORE
Presentazione
Il muro alto, freddo, indifferente, immobile,
La rete elettrica, lì resta, giorno e notte,
Isolando il salice verde, il fiume, la piantagione
[di grano,
Dalla mia vista di prigioniero
Ostacolando il volo delle oche libere
Eppure la luna è lì, rifiuta manipolazione, monopolio
Offre la stessa luce d’amore a tutto il mondo
Il suo viso, gentile, affettuoso, sereno,
Suscita infiniti sogni e nostalgia
VIAGGIO IMMAGINARIO IN TERRA CINESE
Il muro alto, la rete elettrica,
Silenziosi, fanno la guardia
Le cime dei monti lontani, la pianura immensa, le
[nuvole vaganti,
Solite immagini nel cuore del prigioniero
La pioggia primaverile, la rugiada estiva,
Con la loro grazia leniscono il cuore dalla solitudine
La brina autunnale, la neve d’inverno,
Sono prove che suscitano canti di lode
Con pensieri, con nostalgia, nei sogni,
Ho attraversato l’immensa patria,
La bellezza dei monti, dei fiumi, la bontà di ogni
[creatura,
Mandando in frantumi ansia e depressione
Doni del Creatore che hanno reso la Cina
Terra di poesia, di pittura, di tessuti preziosi
(Traduzione di Stella Ku Pan)
N. CLUB
IA onlus
I LIBRI DEL PEN
LETTERATURA TEDESCA
a cura di ANNA MARIA CARPI
Thomas Mann, Romanzi, I
Voto Karl Kraus, Con le donne monologo Voto Friederike Mayroecker, Gli addii,
Voto
Buddenbrook, Altezza reale,
spesso, a cura di Irene Santappié,
a cura di Marco Rispoli,
Mondadori, pp. 1398, € 64
Castelvecchi, pp. 142, € 8,50
Forum, pp. 180, € 16,40
Nei «Meridiani» una nuova traduzione
Raccolta di aforismi e fulminanti
Singolare prosa di una protagonista
dell’opera del grande conservatore
interventi sull’eros nella Vienna inizio
(1924) della neoavanguardia
cosmopolita. Il capolavoro, dove si
’900, dalla penna misantropa e
austriaca. Magici fondali, improvvisi
P. E.N.eCLUB
rispecchia tutto l’800 tedesco, e la
misogina del famoso polemista. Ironia
squarci sul reale
discese nel P. E.N. CLUB
ITALIA onlus
ONLUS
ITALIA
lieta «fiaba» matrimoniale, cui seguirà
e ferocia a tutto raggio sull’ipocrisia
struggente
monologo
profondo: uno
borghese di maschi e femmine in
La montagna incantata, sono
immaginario con l’amato sullo strazio
tema di verginità, aborto, maternità,
corredati da due scritti di Marcel
delle ripetute separazioni di cui
femminismo e pornografia.
Reich-Ranicki e di Luca Crescenzi.
consiste la vulnerabile vita umana.
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Bogotà: dal 15 al 22 settembre il 74 ° Congresso mondiale del Pen
DISSIDENTI 2
Nell’America Latina della repressione
Cinque scrittori perseguitati
dell’America latina
CUBA Processo: agenti segreti
PERÙ Assiste ad un Congresso
si spacciano per giornalisti
In carcere «per terrorismo»
G
iornalista, poeta e
narratore, Ricardo
Severino González
Alfonso (1950) è stato
condannato a 20 anni
di carcere per
«attentato all’integrità
dello Stato». Arrestato
nel 2003 perché
accusato da due finti
giornalisti, riconosciuti
poi come agenti segreti,
Ricardo Severino González
è attualmente richiuso
nel carcere della capitale. González è in condizioni
precarie di salute (negli ultimi tre anni ha subìto varie
operazioni) tanto che le autorità cubane hanno deciso
di trasferirlo nell’infermeria del carcere militare
annesso al penitenziario. Ai famigliari vengono negate
le visite e a lui l’uso del telefono per comunicare con i
parenti. González è membro di Reporter senza
frontiere. L’International Pen ha chiesto chiarimenti,
ma senza ottenerli.
S
COLOMBIA Narcotraffico:
VENEZUELA «Fondi dalla Cia
MESSICO Nel suo sequestro
Guillén accusa Alvaro Uribe
per assassinare Hugo Chávez»
coinvolto un governatore?
D
al 15 al 22 settembre 2008 si terrà in
Colombia, a Bogotà il 74° Congresso
mondiale del Pen. È una tappa
importante perché è la prima volta, dopo la fine
della Seconda guerra mondiale, che un
congresso si tiene in un’area fortemente critica
per il rispetto dei diritti umani e della libertà
d’espressione. Nonostante le difficoltà
economiche incontrate per la creazione di nuovi
Centri, il Pen cerca di portare all’attenzione
mondiale il clima di repressione e di minacce
che si respira nell’intero panorama latino
americano. I problemi fondamentali da
affrontare nel Centro e Sud America sono la
repressione del regime cubano e l’impunità di
cui godono molti Stati latino americani. Ecco
cinque casi emblematici: quelli di Ricardo
Severino González Alfonso (Cuba), Melissa Rocío
Patiño Hinostroza (Perù), Gonzalo Guillén
(Colombia), Roger Santodomingo (Venezuela) e
Lydia Cacho Ribeiro Messico).
E. B.
C
orrispondente del
settimanale in
lingua spagnola El
Nuevo Herald, Gonzalo
Guillén (1950) riceve
minacce di morte dal
2007, da quando si è
interessato dei
collegamenti fra
l’amministrazione del
presidente Alvaro
Uribe, alcuni gruppi
Gonzalo Guillén
paramilitari e i trafficanti
di droga. Negli interventi del giornalista-scrittore
emergevano i collegamenti fra la massima carica dello
Stato e il narcotrafficante Pablo Escobar, ripresi dalla
stampa estera. Uribe ha accusato apertamente Gonzalo
Guillén di aver danneggiato la sua immagine. Le
accuse del presidente sono state citate nel libro di
Guillén I confidenti di Pablo Escobar.
Pen Club Italiano
Onlus
Trimestrale italiano
Pen
20122 Milano, via Daverio 7
Tel./fax: 02/5461365
www. penclubitalia.org
e-mail: [email protected]
P. E.N. CLUB
dell’International
ITALIA onlus
R
oger Santodomingo
(1973), direttore
della testata web
Noticiero Digital, nel
maggio del 2007 è
stato accusato con
altri giornalisti delle
tv Globovisión e
Radio Caracas
Televisión, contrari al
presidente Hugo
Chávez, di aver
Roger Santodomingo
ricevuto finanziamenti
Cia per destabilizzare il Paese. Il 28 maggio 2007
il giornalista è stato ufficialmente accusato di aver
ordito un complotto per assassinare il presidente
Hugo Chávez e di aver ricevuto fondi americani
per attuare il progetto. È stato oggetto di vari
attentati fra cui l’esplosione della sua macchina
per mezzo di una bomba.
Questo numero è stato curato da
Sebastiano Grasso
(direttore responsabile),
Carlo Montaleone e Liliana Collavo
Registrazione Tribunale di Milano
n. 26 del 10 gennaio 2008
Comitato direttivo Pen
Presidente onorario: Lucio Lami
crittrice, Melissa
Rocío Patiño
Hinostroza (1988) fa
parte del gruppo di
poesia «Circulo del Sur»
di Lima e lavorava in una
radio privata. Venne
arrestata il 29 febbraio
2008 a Tumbes perché
aveva assistito ad un
congresso della
Coordinadora continental
Melissa Rocío Patiño
bolivariana, che è un
movimento politico ispirato alla rivoluzione boliviana
di stampo venezuelano. Due delle sei persone
arrestate con lei sono accusate di appartenere a un
movimento marxista, ma la poetessa è completamente
estranea ai fatti di terrorismo. Melissa avrebbe
partecipato al congresso solo per motivi culturali e su
invito di un collega giornalista della stessa radio in
cui lei lavorava. I suoi genitori erano perfettamente al
corrente della sua presenza al congresso.
D
irettrice editoriale
del settimanale Esta
boca es mía, la scrittrice
e giornalista, Lydia
Cacho Ribeiro (1963) ha
ricevuto diverse minacce
di morte e da tempo vive
costantemente sotto
scorta. Nel dicembre
2005 è stata arrestata
perché nel suo libro I
demoni dell’Eden, il
Lydia Cacho Ribeiro
potere dietro la
pornografia emergevano collegamenti tra l’uomo
d’affari tessile José Camel Nacif Borge e
l’americano Jean Succar Kuri, attualmente detenuto
negli Usa per aver gestito un network pedopornografico. Nei suoi articoli, la Cacho Ribeiro,
impegnata anche nel campo sociale, si è occupata
delle violenze contro le donne.
Presidente: Sebastiano Grasso
([email protected])
Vice-presidente e tesoriere:
Carlo Montaleone
([email protected])
Segretario: Emanuele Bettini
([email protected])
Laurana Berra Palombi
Anna Economu Gribaudo,
Paola Lucarini, Renato Minore,
Sergio Perosa, Anna Santoliquido
Impaginazione:
Officina d’arte grafica Lucini, Milano
www.lucinisrl.com
Stampa: La Tipografica Varese S.p.A.
21100 Varese, via Cherso, 2
Tel. 0332/330444
Tiratura: 20.000 copie
I LIBRI DEL PEN
FOTOGRAFIA
a cura di FERDINANDO SCIANNA
Federica Muzzarelli, Le origini
Voto Gabriele Basilico, Roma 2007,
Voto Ivo Saglietti, Niger Delta,
Voto
contemporanee della fotografia,
Baldini Castoldi Dalai, pp. 128, € 45
Prospekt, pp. 32, € 15
Editrice Quinlan, pp. 128, € 9,90
Una Roma d’acqua, con il Tevere
Una giovane agenzia milanese di
protagonista, e un Basilico
fotogiornalismo dà il via, con
Docente universitaria a Bologna, la
inaspettato, romantico, addirittura
questa plaquette, ad una
Muzzarelli pubblica un saggio agile
a colori, con un occhio rivolto alla
interessante iniziativa editoriale. Un
sulle origini contemporanee della
pittura di paesaggio settecentesca.
reportage approfondito,
P. E.N. CLUB
P. E.N. CLUB un testo
fotografia. Un originale punto di vista
Inaspettato, ma non sorprendente
essenziale.
Eccellente
informativoITALIA
che indaga le strette corrispondenze
ITALIA onlus
ONLUS
per chi conosceva questa felice
reporter italiano, Saglietti ci offre
tra le esperienze con l’obiettivo negli
vena del fotografo italiano espressa
immagini partecipi, trasparenti,
anni vicini alla sua invenzione e i
già nelle suggestive vedute bord de
attente alle vicende di uomini la cui
recenti sviluppi sul versante dell’uso
mer francesi di qualche anno fa.
vita è dura lotta e sofferenza.
artistico della fotografia.
7
8
7
P. E.N. CLUB
ITALIA
P.E.N. Conlus
LUB
ITALIA
15
Libri dei soci
Notizie Pen Italia
Assemblea generale soci
Venerdì 23 maggio 2008, alle ore 15, a Milano, presso la
Società Umanitaria di via Daverio 7, annuale assemblea
generale dei soci per deliberare su bilancio conclusivo
2007, bilancio preventivo 2008, revisione dello Statuto,
rinnovo cariche sociali e varie.
Nuovi soci del Pen
Nuovi soci ordinari: Gino Agnese, Francesca Albini, Al
Delmi Fawzi, Giulio Anselmi, Franco Battiato, Maria
Grazia Beverini, Giorgio Bonsanti, Mayda Bucchioni,
Giovanni Carandente, Anna Maria Carpi, Giampiero
Casagrande, Mario Cavallaro, Fabio Cescutti, Gian Fausto
Cicciò, Gavina Ciusa, Vittoria Coen,
Mario Daniele, Giuliano Dego, Paolo
Di Stefano, Adele Dei, Evgenij
Evtushenko, Andrea Genovese, Anna
Maria Ferrari, Rachele Ferrario,
Sergio Gilardino, Rodolfo Grassi,
Camilla Guaita, Vivian Lamarque,
Elisabetta Longari, Niva Lorenzini,
Giancarlo Macaluso, Rosetta
Andrea Zanzotto
Migliorini Fissi, Gioia Mori, Marzia
Pieri, Francesca Pini, Ljudmilla Psenitsnaja, Ugo Ronfani,
Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Gregorio Scalise, Paola
Trotta, Alfonso Sciacca, Arturo Schwarz, Alberto
Sinigaglia, Bijan Zarmandili, Cesare Viviani, Carlo Vulpio,
Andrea Zanzotto, Visar Zhiti, Riccardo Zipoli.
Due premi al romanzo di Laurana Berra
A Laurana Berra, per Nel bozzolo dorato (Edizioni Moby
Dick), sono stati assegnati i premi di narrativa «Città di
Salò» e «San Marco – Città di Venezia».
Camilla Baresani, Allan Bay
La cena delle meraviglie
Feltrinelli, pp. 166, € 14
Pietrangelo Buttafuoco
L’ultima del diavolo
Mondadori, pp. 266, € 18
Giuseppe Conte
L’adultera
Longanesi, pp. 290, € 16,60
Giuliano Dego
Moravia in bianco e nero
Casagrande, pp. 210, € 15
Umberto Eco
Dall’albero al labirinto
Bompiani, pp. 636, € 25
Andrea Genovese
L’anfiteatro di Nettuno
Intilla, pp. 262, € 13
Flaminio Gualdoni
Una storia del libro
Skira, pp. 144, € 25
Lucio Lami, La cacciata
dei musulmani dall’Europa
Mursia, pp. 230, € 18
Ettore Mo
Ma nemmeno malinconia
Rizzoli, pp. 192, € 17,50
Giuseppe Rando
Alfieri europeo
Rubettino, pp. 320, € 19
Ferdinando Scianna
Fotografie
Contrasto, pp. 134, € 12,59
Roberta Trice
La traversata
Philobiblon, pp. 164, € 12
Maria Valbonesi, Letteratura
a Pistoia, Brigata del
Leoncino, pp. 266, € 20
Silvia Venuti
I giardini dell’anima
G. Mondadori, pp. 120, € 10
Maurizio Vitale, L’officina
linguistica del Tasso epico
Led, 2 voll., pp. 904, € 71
Adachiara Zevi, Peripezie
del dopoguerra nell’arte italiana
Einaudi, pp. 200, € 15
Presentato il libro di Maria Brunelli
Carlo Montaleone e Carlo Sini hanno hanno presentato a
Milano, il 17 marzo scorso, La pianista di Sambor (Carte
scoperte), romanzo postumo di Maria Brunelli, per
lunghi anni vicepresidente del Pen Club italiano.
Demoskopea e Premio Pen Club
Secondo una ricerca Demoskopea per Bookshoop, i libri
cui vengono attribuiti premi nazionali trovano immediato
riscontro nelle vendite. Così è avvenuto per Alla cieca di
Claudio Magris (Garzanti) e per L’imbroglio del turbante
di Serena Vitale (Mondatori), vincitori del Premio Pen,
rispettivamente nel 2006 e nel 2007.
Irpef: al Pen Club Italia il 5 per mille
Soci, familiari, amici, simpatizzanti del Pen Club Italia
posso devolvere il 5 per mille dell’Irpef al nostro
sodalizio. Il meccanismo è semplice: basterà indicare
nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi il
codice fiscale del Pen Club Centro Italiano Onlus
(97085640155) e ricordarsi di firmare. Chi ha solo il
Cud potrà consegnare in banca o in posta il modello
compilato nella parte che reca l’indicazione «scelta per
la destinazione del 5 per mille». Tutto ciò non costa
nulla: si devolve una parte delle proprie imposte già
destinate allo Stato. Inoltre, non si tratta di
un’alternativa all’8 per mille: infatti è possibile fare
entrambe le scelte.
Via Torricelle, 1
32100 Belluno
Italia
www.colophonarte.it
[email protected]
Sebastiano Grasso / Agostino Bonalumi
Sotto la camicia di perla
36x26 (38x28x8) cm / 52 pp. / 75+XV PA (45+XV)
Edizioni Colophon
tel. 0039.0437.941480
cell. 335.6751854

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