Specifiche Tecniche Controlli a campione

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Specifiche Tecniche Controlli a campione
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Allegato A al Decreto 69 del 17/05/2013
Piano di Sviluppo Rurale
REGIONE TOSCANA
Specifiche Tecniche
Controlli a campione
Misure Forestali di imboschimento (ed ex Reg. CEE n.
2080/92)
Versione 01
ART€A
DOCUMENTO
VERSIONE
MANUALE SPECIFICHE TECNICHE
01
MISURE FORESTALI REG.
DATA
17/05/2013
AUTORE
ARTEA – S.S.R. & I.S.
2080/92
INDICE
1.
CONTROLLO ................................................................................................................................... 2
1.1
OGGETTO DEL CONTROLLO ............................................................................................... 2
4.6.1 DEFINIZIONI ..................................................................................................................... 3
4.6.2 MATERIALE DI SUPPORTO AI CONTROLLI ............................................................................ 4
4.6.3
Materiale tecnico .................................................................................................................. 4
4.6.4
CONTROLLO IN CAMPO ......................................................................................................... 5
4.6.5 INDIVIDUAZIONE E CERCHIATURA DELLE PARTICELLE DICHIARATE ........................................ 5
4.6.6
Riordino fondiario ................................................................................................................ 6
4.6.7 CONTROLLI AZIENDALI ..................................................................................................... 7
4.6.8
Metodo di accertamento ....................................................................................................... 8
4.6.9
Verifica rispondenza dichiarato/accertato ............................................................................ 8
4.6.10
Sesto di impianto.................................................................................................................. 9
4.6.11
Verifica delle specie principali, secondarie, accessorie nel sesto di impianto ..................... 9
4.6.12 IMPEGNI DEI BENEFICIARI ......................................................................................... 9
4.6.13
Cure Colturali..................................................................................................................... 12
4.6.14
Superfici non ammissibili .................................................................................................. 13
4.6.15
Discordanza fra rilievo in campo e foto aerea .................................................................... 13
4.7
ACQUISIZIONE DEI RISULTATI DEI CONTROLLI DI CAMPO ................................... 13
4.7.1 DIGITALIZZAZIONE E MISURAZIONE DELLE PARTICELLE ...................................................... 13
4.7.2 PROCEDURA DI CALCOLO DELL’ESITO .............................................................................. 14
4.7.3
Tipologie di anomalie amministrative da trattare............................................................... 15
4.7.4
Casi particolari: Variazione di più di un dato dell’identificativo catastale ........................ 16
4.7.5
Variazioni........................................................................................................................... 18
4.7.6
Cause di forza maggiore .................................................................................................... 19
4.7.7
Casi particolari: controllo concluso ................................................................................... 19
5
RISULTATO DEI CONTROLLI E CONSEGNA DEL MATERIALE ............................... 19
5.7
5.8
MODALITÀ COMPILAZIONE VERBALE ................................................................................. 19
CONSEGNA DEL MATERIALE ............................................................................................ 20
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1. CONTROLLO
Questo manuale viene redatto in una fase dove le domande di aiuti comunitari relative
ad azioni di rimboschimento si accavallano tra quelle che prendono origine dall’ ex Reg.
2080/92, dalle azioni del PSR 2000-2006 e del PSR 2007-2013.
Nei paragrafi di questo documento vengono inoltre valorizzate numerose esperienze
vissute da ARTEA nel periodo 2002-2012 a seguito della visita di commissioni di
controllo dei Servizi della Commissione UE, della Corte dei Conti Europea nonché, non
ultima, della collaborazione avuta in questi anni con il Corpo Forestale dello Stato.
1.1 OGGETTO DEL CONTROLLO
Il campione delle aziende da controllare mediante la metodologia “Controlli a
Campione Misure Forestali” è selezionato secondo quanto disposto dai Regolamenti
comunitari al riguardo (attualmente Reg. CE n. 65/2011).
Il controllo riguarda:
1. Le aziende che hanno presentato conferma annuale relativamente agli impegni di
imboschimento anche ventennali delle Misure Forestali previste dal PSR e
dall’ex Regolamento CEE n.2080/92.
Più specificatamente potranno essere oggetto del controllo le aziende che hanno
sottoscritto impegni relativi a:
- Azione Imboschimenti (Azione A).
- Azione Arboricoltura (Azione B).
- Azione Imboschimenti a rapido accrescimento (Azione C).
Di seguito una esemplificazione delle fasi di approvazione e di avanzamento del
progetto oggetto del finanziamento. Si distinguono le fasi istruttorie (I), di investimento
( C) e di impegno (P):
FASE
OGGETTO
SOGGETTO INTERESSATO
(I) Richiedente
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Domanda
Istruttoria
(I) Ente delegato
Esecuzione dei lavori
(I) Richiedente
Richiesta di accertamento
(I) Richiedente
Accertamento finale (collaudo)
(C) Ente delegato
Redazione del Verbale di accertamento / collaudo (C) Ente delegato (tecnico incaricato)
Riconoscimento delle superfici a premio
(C) Ente delegato
Pagamento del contributo relativo
all’investimento realizzato
(C) Organismo pagatore
9. Domanda (annuale) di conferma degli impegni (P) Richiedente
10. Pagamento del premio annuale per cure
colturali (5 anni) e mancati redditi (20 anni) (P) Organismo pagatore
Durante i controlli dovranno essere verificate in campo tutte le particelle catastali
dichiarate ed appartenenti alle Aziende estratte a campione.
Le norme di attuazione dei regolamenti comunitari vigenti in materia di controlli
indicano che, nel caso che l’azienda faccia parte del campione specificamente estratto
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per il controllo in loco di una determinata misura e/o azione, in tale azienda possono
eventualmente essere sottoposti a controllo anche tutti gli altri impegni analoghi per
caratteristiche sottoscritti dal beneficiario.
Il controllo è finalizzato a rilevare e descrivere per ogni singola particella catastale:
- gli utilizzi riscontrati e lo stato colturale delle essenze arboree allevate;
- le reali superfici destinate a tali utilizzi;
- le superfici “non ammissibili” a contributo, cioè quelle superfici che, sebbene
dichiarate ad impegno, sono state destinate ad utilizzo diverso da quello dichiarato
e/o non conforme;
- le superfici “non ammissibili” a contributo e dichiarate come tali;
- il rispetto degli impegni di programma sottoscritti.
I controlli in campo dovranno essere eseguiti da tecnici abilitati regolarmente iscritti ai
relativi Ordini o Albi professionali, quali dottori agronomi e forestali, periti agrari e
agrotecnici, ovvero personale tecnico specifico di organi di controllo /corpi di polizia.
L’operatività dello svolgimento del controllo delle aziende a campione prevede le
seguenti fasi:
1. Fase preparatoria
1.1. acquisizione del materiale di base;
1.2. individuazione delle particelle dichiarate anche mediante evidenziazione delle
stesse sulle foto aeree incrociate con dati catastali;
2. Fase di campo
2.1. indagine “aziendale” per la verifica delle superfici
 usi del suolo
 verifica delle superfici
2.2. verifica del rispetto degli impegni
2.3. redazione del verbale di sopralluogo
3. Fase di elaborazione
3.1. delimitazione e misurazione delle particelle impegnate o delle quote parte delle
stesse, nei casi di mancata corrispondenza. Tale delimitazione può avvenire
anche con i sistemi di videorappresentazione.
3.2. calcolo dell’esito, tenendo conto di eventuali percentuali di discordanza e/o di
penalità per mancato rispetto degli impegni
3.3. stesura definitiva del Verbale e di tutti gli allegati previsti;
4. Fase di riconsegna
4.1. raccolta del materiale grafico prodotto durante il sopralluogo e delle successive
verifiche a video;
4.2. raccolta della documentazione utilizzata per i controlli e del materiale non
grafico elaborato;
4.3. consegna di tutto materiale utilizzato, del Verbale di controllo e dei relativi
allegati.
4.6.1 DEFINIZIONI
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Ai fini delle presenti specifiche si intende:
1. IMBOSCHIMENTI. Piantagioni di specie arboree e/o arbustive effettuata su
terreni seminativi da aziende agrarie e realizzato con i contributi comunitari. In
tale definizione rientrano altresì anche gli imboschimenti realizzati su terreni
seminativi con i contributi previsti dallo sviluppo rurale.
Gli imboschimenti sono delle seguenti tipologie:
a. PURI. Se effettuati con una sola specie arborea principale;
b. CONSOCIATI . Se effettuati con due o più specie arboree e arbustive;
tali imboschimenti avranno la seguente suddivisione delle specie arboree
costituenti:
- Specie principali: le specie arboree destinate, dal piano di coltura e conservazione, a
fornire a fine turno il materiale legnoso di pregio. Tali specie sono quelle nei
programmi attuativi regionali del PSR e del Reg. CEE n. 2080/92 e descritte nei
singoli interventi;
- Specie secondarie: le specie arboree destinate a fornire materiale legnoso intercalare
o a sostituire le specie principali nel caso di eventi che portino al mancato
accrescimento delle specie principali. Tali specie sono quelle indicate nei
programmi attuativi regionali del PSR e del Reg. CEE n. 2080/92 e descritte nei
singoli interventi;
- Specie accessorie: le specie arboree ed arbustive destinate dal piano di coltura e
conservazione a favorire la corretta crescita delle specie principali e secondarie, ma
non a fornire materiale intercalare o materiale legnoso di pregio.
2. OPERAZIONI COLTURALI. Tutte le operazioni di lavorazione del terreno,
concimazione, sostituzione fallanze, irrigazione e potatura previste dal piano di
coltura e conservazione.
3. PIANO DI COLTURA E CONSERVAZIONE. E’ il documento presentato
assieme all’elaborato progettuale e che riporta tutte le operazioni colturali che
garantiscono la corretta gestione dell’imboschimento. Tale piano, una volta
approvato il progetto di imboschimento, assume la valenza di prescrizione
obbligatoria ma anche di indirizzo tecnico al quale devono attenersi i beneficiari
ed il personale proposto ai controlli.
4.6.2 MATERIALE DI SUPPORTO AI CONTROLLI
4.6.3 Materiale tecnico
Elenco del materiale tecnico necessario per lo svolgimento delle attività di controllo, la
cui dotazione deve essere garantita da ogni tecnico incaricato della esecuzione dei
controlli:
-
-
tabulato delle particelle da controllare (particellario aziendale);
foto aeree con incrocio reticolo catastale in scala compresa tra 1:1.000 e 1:4.000,
stampate possibilmente su carta formato A3 di tutte le particelle oggetto di
finanziamento dichiarate dal beneficiario;
elenco dei Fogli di mappa non esistenti, non disponibili al catasto e/o riservati;
pennarello rosso e blu indelebile;
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rotella metrica (20 mt minimo);
domanda/dichiarazione/elenco del richiedente contenente le particelle dichiarate.
Sulla domanda/dichiarazione/elenco sono riportate le seguenti informazioni relative al
richiedente, ovvero alle particelle dichiarate oggetto del controllo e degli impegni
assunti:
 Provincia; Comune; Sezione;
 Foglio di mappa;
 Numero particella;
 Subalterno (presente solo se dichiarato);
 “Casi particolari” : casi particolari (segnalati anche tramite check-list)
 Utilizzo dichiarato;
 Superficie Catastale (ha.a);
 Superficie Oggetto d’impegno (ha.a);
- documentazione relativa al sopralluogo di collaudo effettuato sui terreni oggetto
dell’intervento e del relativo esito;
- tabulato o altre indicazioni fornite da ARTEA contenenti informazioni relative ai
fattori di rischio considerati ai fini della estrazione del campione.
4.6.4 CONTROLLO IN CAMPO
Le attività necessarie alla esecuzione dei controlli in campo sono così riassunte:
- compilazione del Verbale per la parte relativa al sopralluogo;
- delimitazione degli appezzamenti in tutti i casi in cui l’incaricato rilevi mancata
corrispondenza tra superfici dichiarate e situazione reale;
- acquisizione di tutti i dati utili alla compilazione degli allegati al Verbale di contrllo.
4.6.5 INDIVIDUAZIONE E CERCHIATURA DELLE PARTICELLE DICHIARATE
Per agevolare l’attività di individuazione sulle foto aeree delle particelle oggetto del
controllo, è necessario cerchiare sulle foto stesse tutte le particelle riportate nella
domanda.
La cerchiatura viene effettuata con pennarello indelebile di colore blu nei casi in cui
l’incaricato è in grado di confermare la superficie dichiarata senza necessità di ulteriore
verifica.
Le particelle per le quali l’incaricato procederà alla delimitazione delle colture saranno
cerchiate con pennarello di colore rosso.
Durante lo svolgimento dell’attività con l’utilizzo di foto aeree possono verificarsi i
seguenti casi:
a. la delimitazione della particella oggetto del controllo corrisponde, nella Foto Aerea,
con numerazione differente a quella dichiarata.
In tal caso deve prevalere l’informazione riportata sulla mappa dei centroidi, fatto
salvo l’acquisizione di nuove informazioni aggiunte in sede di sopralluogo e
confermate da valida documentazione (da acquisire in copia);
b. la particella è presente sulla foto aerea e sulla mappa dei centroidi, ma i limiti
catastali della particella sulla foto aerea non sono evidenti.
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In tal caso deve prevalere l’informazione riportata sulla mappa dei centroidi,
aggiornando la foto aerea con le informazioni della mappa dei centroidi stessa
(tracciare il nuovo limite catastale e riportare la nuova numerazione);
c. la particella appartiene ad un'area riservata di un Foglio di mappa.
Scrivere, nel Verbale, “area riservata” nello spazio corrispondente alla particella;
d. la particella oggetto del controllo appartiene ad un Foglio interamente riservato.
Scrivere, nel Verbale, “foglio riservato” nello spazio corrispondente alla particella;
e. la particella oggetto del controllo appartiene ad un Foglio non disponibile o non
esistente al catasto.
Scrivere, nel Verbale, “foglio non disponibile/foglio non esistente” nello spazio
corrispondente alla particella.
4.6.6 Riordino fondiario
In presenza di Fogli ricadenti in zona di riordino si dovrà verificare la corrispondenza
degli identificativi catastali dichiarati dal beneficiario in domanda con il supporto
catastale disponibile per i controlli di campo. Infatti è possibile che in dichiarazione gli
identificativi catastali siano riferiti ad una situazione non rispondente con il supporto
grafico delle mappe catastali.
I motivi del disallineamento grafico/alfanumerico sono imputabili a differenti cause:
a) riordino catastale delle particelle
b) numerazione ‘comiziale’ dei Consorzi di Bonifica.
Per il caso a), si dovrà:
1. verificare se i supporti catastali grafici sono o meno aggiornati con la nuova
situazione catastale, attraverso una visita agli Uffici del Territorio;
2. verificare se le dichiarazioni in domanda sono o meno rispondenti alla nuova
situazione grafica;
3. qualora il supporto catastale in formato digitale (ortofoto/mappa) disponibile risulti
corrispondente alla nuova situazione catastale aggiornata, si provvederà ad
effettuare il controllo secondo la normale metodologia;
4. in caso di evidenti scostamenti con quanto dichiarato in domanda dai beneficiari,
sarà necessario riallineare i dati catastali dichiarati con la nuova situazione catastale;
5. in caso di supporti catastali non aggiornati con la situazione riscontrata al Catasto:
 verificare l’allineamento tra dati alfanumerici dichiarativi e i dati grafici
(ortofoto/mappe);
 in caso affermativo provvedere ad effettuare i controlli con i supporti a
disposizione, anche non aggiornati;
 in caso di disallineamento con i dati dichiarativi (aggiornati alla nuova
situazione catastale) acquisire i nuovi Fogli catastali presso gli Uffici del
Territorio;
 effettuare i controlli con i Fogli di mappa nuovi;
Per il caso b), cioè riordino dovuto ad una numerazione delle particelle dichiarate in
domanda non rispondente a riferimenti catastali ma ad una numerazione dei Consorzi di
Bonifica.
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provvedere, attraverso una ricerca presso i consorzi interessati, ad acquisire le
planimetrie dei comizi dichiarati;
individuare la corrispondenza con gli ingrandimenti fotografici;
effettuare il controllo in campo.
4.6.7 CONTROLLI AZIENDALI
Le verifiche aziendali in campo dovranno essere effettuate sulla base delle coltivazioni
dichiarate nelle particelle oggetto di impegno, delle specie/varietà arboree coltivate.
I controlli devono essere svolti, possibilmente, al momento in cui la fase vegetativa
delle colture arboree permette la massima efficacia del controllo.
Per ogni azienda oggetto di controllo il tecnico dovrò rilevare e descrivere:
- le superfici e gli utilizzi richiesti a contributo;
- le superfici non ammissibili;
- il rispetto dei requisiti di Buona Pratica Agronomica, ove previsto.
Nell’espletamento delle attività di controllo aziendale in campo sono previste, da parte
del tecnico incaricato dei controlli, le seguenti fasi operative:
-
-
raggiungimento del centro aziendale oggetto del controllo;
sopralluogo accurato delle particelle da controllare;
delimitazione sulla cartografia disponibile delle colture e degli usi del suolo per tutte
le particelle per le quali l’incaricato rilevi mancata corrispondenza tra dichiarato e
situazione reale; nel caso in cui la foto presenti una stessa tonalità di colorazione
(limiti di appezzamento non visibili sulla foto) e non siano presenti sul territorio e
sulla foto elementi certi di riferimento per tracciare i limiti colturali (ad esempio:
alberi, case, tralicci, ecc.), la delimitazione delle colture va effettuata misurando sul
campo i lati dell’appezzamento mediante l’uso della rotella metrica o di altro
strumento di misurazione;
verifica del rispetto degli impegni essenziali ed accessori ed esame della specifica
documentazione prevista;
effettuazione dei controlli, ove previsto, relativi alla corretta effettuazione della
Buona Pratica Agricola;
compilazione del Verbale, (relativamente alla parte del sopralluogo).
Durante quest’ultima attività si raccomanda di:
- compilare il Verbale, per le parti di carattere generale, precedentemente al momento
del sopralluogo;
- usare penne a tratto fine;
- scrivere sempre in maniera chiara e leggibile.
Durante l’esercizio di tutte le attività di controllo si raccomanda di:
- verificare sempre che i limiti dell’appezzamento visibili sulla cartografia (e/o foto
aerea) coincidano con quelli presenti sul campo;
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effettuare il sopralluogo sull’intero appezzamento in modo da essere assolutamente
certi delle colture riscontrate e delle eventuali tare.
4.6.8 Metodo di accertamento
In considerazione della rapida evoluzione verificatasi negli ultimi anni delle tecnologie
di rilevazione delle superfici aperte, è opportuno definire le diverse metodologie
utilizzate nelle differenti fasi del procedimento in oggetto:
(Fase istruttoria, Fase di accertamento della regolare esecuzione dei lavori, Fase di
controllo):
1.
2.
3.
4.
Metodi manuali: utilizzo di rotelle metriche e/o altri strumenti di misurazione
manuale;
Fotorilevamento (aereo GIS): utilizzo di ortofoto con sovrapposizione di reticolo
catastale;
Strumenti GPS: utilizzo di strumentazione elettronica coadiuvata da supporto
satellitare;
Strumenti Telemetrici.
Dato atto di ciò, e considerato che nell’esecuzione dei controlli in loco vengono
utilizzati, salvo eccezioni, i moderni strumenti tecnici classificati ai numeri 2 e 3 della
precedente elenco, viene definita una matrice di parametrazione tra metodologie di
rilevazione.
La matrice identifica il livello di scostamento % massimo accettabile senza
segnalazione nel caso che una superficie sia stata identificata durante l’accertamento
finale con una metodologia di verifica ed al momento del controllo in loco con una
metodologia diversa.
FASE
CONTROLLO
di
1.Manuale
2.Aereo GIS
3.GPS
4. Telemetro
F A S E
1.Manuale
di A C C E R T A M E N T O FINALE
2.Aereo GIS
3.GPS
4. Telemetro
+- 15 %
+-3 %
+- 5 %
+- 10 %
+- 15 %
+- 5 %
+-3 %
+- 10 %
Caso per caso
Caso per caso
Caso per caso
Caso per caso
Rimane inteso che nelle fasi di controllo in loco non è previsto l’utilizzo del Metodo
manuale se non in casi eccezionali debitamente motivati.
4.6.9 Verifica rispondenza dichiarato/accertato
Nel corso del controllo in campo, l’incaricato dovrà riscontrare tutte le colture
dichiarate.
A seguito di tale verifica, l’incaricato dovrà:
- riportare sulla cartografia (e/o foto aerea) i risultati della verifica, nei casi previsti;
- riportare sugli allegati specifici al Verbale di controllo la parte relativa
all’accertato, precisando gli strumenti di identificazione e le misure.
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4.6.10 Sesto di impianto
La determinazione del sesto di impianto è fatta mediante controllo randomizzato su ogni
appezzamento.
Tale verifica consiste nella misurazione della distanza tra le fila e sulla fila degli
astoni/piante, per un numero di astoni/piante non inferiori a 4 (tra fila successive e tra
piante successive sulla fila) .
Il numero dei controlli randomizzati per appezzamento è fatto a discrezione del
controllore, e non può essere inferiore a 1,5 / Ha.
Sesto irregolare e/o mancante
In questo caso, si procederà al calcolo della superficie spettante ai singoli appezzamenti:
 se gli appezzamenti sono comunque accorpabili in superfici il cui sesto di
impianto sia quello dichiarato;
 calcolando la superficie da attribuire a ciascun appezzamento.
4.6.11 Verifica delle specie principali, secondarie, accessorie nel sesto di impianto
Tale determinazione è fatta analogamente alla metodologia del sesto di impianto
mediante controllo randomizzato su ogni appezzamento.
4.6.12 IMPEGNI DEI BENEFICIARI
Salvo i casi di forza maggiore, i beneficiari hanno l’obbligo di mantenere nelle migliori
condizioni selvicolturali possibili, di sviluppo e di crescita, gli impianti e gli
imboschimenti per i quali sono stati liquidati gli aiuti.
Per il calcolo del periodo di impegno si fa riferimento ad ogni singolo programma.
Prima dello svolgimento del controllo è’ importante demarcare:
L’INIZIO DELL’IMPEGNO, la DURATA DELL‘IMPEGNO
Impegni



1
Realizzazione e cura dell’impianto in conformità al progetto definitivo/esecutivo:
ogni modifica deve essere autorizzata con una variante in corso d’opera. Le varie
caratteristiche tecniche dell’impianto (es. superficie, specie, dimensioni e qualità del
postime1, sesto d’impianto, presenza di tutori e di protezioni individuali, ecc.)
devono sostanzialmente essere quelle previste nel progetto definitivo/esecutivo. La
superficie impiantata deve corrispondere a quella dichiarata nella domanda e nel
progetto definitivo/esecutivo (salvo modifiche autorizzate) e, qualora la superficie
accertata al momento del collaudo dovesse risultare inferiore, si procederà secondo
quanto previsto nel successivo paragrafo.
Conservazione di almeno il’75% della superficie impiantata e liquidata, evitando il
taglio anticipato e il fallimento della stessa: è tollerata la riduzione di un massimo
del 25% della superficie impiantata e liquidata, ma solo se dovuta a fallimento non
rimpiazzabile. Tale impegno deve essere verificato per l’intero periodo di durata
dell’impianto, tenendo conto delle tare evidenti.
Non coltivazione della superficie impiantata: le superfici impiantate non devono
essere oggetto di coltivazioni o di pascolo di alcun tipo. Sono ammesse coltivazioni
Il postime sono le giovani piante provenienti dal vivaio.
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di limitate superfici e l’allevamento di animali da cortile, in entrambi i casi
esclusivamente a fini di autoconsumo del beneficiario.
Presentazione della domanda di pagamento annuale (anche tramite scheda
fascicolo). Nel caso dell’ex Reg. 2080/92 in cui le verifiche di controllo in campo
(es. controllo in loco) vengano effettuate entro il 31 agosto di ciascun anno di
impegno, e abbiano dato esito positivo, non si ritiene debba essere prodotta la
certificazione di adempimento, stante l’accertata sussistenza dei requisiti operata
direttamente d’ufficio (nota Ministero politiche agricole e forestali n. 2339 del 01/03/2001).
Tutti gli impegni devono essere eseguiti secondo il principio del buon padre di
famiglia e la migliore prassi selvicolturale. La cattiva esecuzione di cure colturali, o
di un qualsiasi altro impegno, equivale alla sua mancata esecuzione.

Sostituzione delle fallanze (da intendersi come piante morte, o malate, o
parzialmente secche, o scarsamente vitali, o malformate o comunque non idonee per
conformazione, proporzione delle parti ipogee ed epigee o altre caratteristiche
vivaistiche o forestali agli scopi dell’impianto).
 Controllo delle infestanti2: mediante sfalci, fresature ed altre tecniche di lavorazione
superficiale del terreno, oppure mediante pacciamature o diserbo chimico3. Tale
impegno è obbligatorio nei primi anni dal collaudo (vedi tabelle seguenti). Al
momento del sopralluogo il terreno deve presentarsi ripulito dalle infestanti oppure
le stesse devono avere una presenza tale da non compromettere la crescita e lo
sviluppo ottimale degli alberi.
 Potature di formazione e di allevamento: tale impegno non è indispensabile per gli
imboschimenti, salvo specifica disposizione o previsione nel piano colturale. Ove
previsto, l’impegno si considera soddisfatto se il beneficiario ha eseguito, nei
periodi indicati nelle tabelle seguenti, le operazioni di potatura a carico delle specie
principali destinate alla produzione di legname di pregio.
 Difesa fitosanitaria: per gli impianti a scopo produttivo, per tutta la loro durata, è
obbligatoria la lotta contro patologie e parassiti che possono deprezzare la qualità
del legname ricavabile o ridurne la quantità; negli imboschimenti è necessaria la
lotta contro le avversità che possono comunque arrecare significative morie del
popolamento. La lotta è necessaria in presenza di danni superiori alla soglia
economica di intervento.
 Concimazioni: tale impegno è necessario, nelle modalità previste nei piani di
manutenzione o secondo le disposizioni tecniche impartite dagli Enti Delegati
2
Sono definite infestanti le specie erbacee, arbustive ed arboree che nascono spontaneamente
nell’impianto e che ostacolano, direttamente o indirettamente, la crescita e lo sviluppo del popolamento.
Nel caso specifico degli imboschimenti, le specie arbustive ed arboree che nascono spontaneamente
nell’impianto sono da conteggiare non come infestanti, ma come “rinnovazione naturale” purché
appartengano a specie autoctone o a specie esotiche utilizzate nell’impianto in questione. Potranno
comunque essere eliminate con gli sfolli o i diradamenti, se si ritiene che la loro presenza sia superflua o
dannosa.
3
I principi attivi e i prodotti devono essere registrati ed autorizzati sulle colture in esame.
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
Sfolli e diradamenti4: interessano soprattutto gli impianti a finalità produttiva con
densità di impianto superiore a quella di fine ciclo. Vanno eseguiti nei periodi
indicati nelle tabelle seguenti.
 Altri impegni: in questa categoria rientrano eventuali ulteriori impegni tecnici
previsti:
a) nel piano di coltura e conservazione;
b) in sede di accertamento finale di esecuzione dei lavori (collaudo);
c) con le denunce di intervento di seguito descritte.
Tali inadempienze possono avere effetti negativi sull’ottimale crescita o sviluppo
degli impianti (es. irrigazioni di soccorso, concimazioni, ecc.).
Precisazioni in merito alle decadenze: definizione del fallimento dell’impianto
L’impianto, o parte di esso, si considera fallito nei seguenti casi.
1) imboschimenti:
 se nei primi 5 anni5 non si riscontra la presenza di almeno 500 piante
vitali/ettaro;
 se dal 6° al 12° anno non si riscontra la presenza di almeno 400 piante
vitali/ettaro;
 se dal 13° al 20° anno non si riscontra la presenza di almeno 300 piante
vitali/ettaro.
Nel caso in cui tale densità derivante dall’impianto sia inferiore, ma risulti
compensata dalla rinnovazione naturale di specie forestali autoctone (ovvero delle
stesse specie messe a dimora) presente nelle aree di fallanza, l’imboschimento non
si considera fallito. In tutti i casi, le piante vitali devono essere uniformemente
distribuite sull’intera superficie imboschita.
Nel caso l’impianto iniziale sia stato effettuato con un numero di piante/ettaro
inferiore alle 1.100, il valore dei primi 5 anni è ridotto in misura proporzionale6. Il
numero minimo di soggetti vitali in un impianto di 6-12 anni è pari alla media
aritmetica tra il risultato della proporzione appena citata ed i 400 soggetti vitali
previsti per la densità standard7. Il numero minimo di soggetti vitali in un impianto
di 13-20 rimane costante8.
4
In selvicoltura si definiscono sfolli i tagli di parte delle piante del popolamento effettuati per lo più con
semplici criteri di riduzione del numero dei soggetti, senza una particolare valutazione delle singole
piante. Di norma gli sfolli si effettuano nei popolamenti molto giovani, con piante poco differenziate per
crescita e conformazione. Si definiscono diradamenti i tagli effettuati in base ad accurati criteri di
selezione, valutando con precisione le caratteristiche delle singole piante e scegliendo con cura quelle
da abbattere. Si effettuano di norma nei popolamenti già abbastanza cresciuti, in cui i singoli soggetti si
sono già differenziati per crescita o conformazione.
5
è fatto comunque salvo il limite massimo di fallanze al momento del collaudo.
6
se l’impianto ha densità iniziale di 900 piante/ha anziché 1.100, il valore di riferimento fino a 5 anni è
409 piante vitali/ha (deriva dalla proporzione 1100 : 900 = 500 : x), salvo quanto indicato per il
collaudo.
7
se l’impianto ha densità iniziale di 900 piante/ha anziché 1.100, il valore di riferimento a 6-12 anni è
382 piante vitali/ha (deriva dalla proporzione 1100 : 900 = 420 : x, il cui risultato è 344;
successivamente si fa la media aritmetica tra 344 e 420, da cui si ottiene 382).
8
se l’impianto ha densità iniziale di 900 piante/ha anziché 1.100, il valore di riferimento a 13-20 anni è
sempre 330 piante vitali/ha
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2) impianti di arboricoltura da legno: qualora la densità del soprassuolo arboreo9, su
tutta la superficie dell’impianto o su parte di essa, risulti inferiore di oltre il 20%
rispetto alla densità del popolamento a 20 anni, prevista dal progetto, piano colturale
o dai moduli di impianto in relazione alle specie principali o secondarie (escluse le
specie accessorie). In assenza di previsione, si considera fallito un impianto con
densità inferiore a 82 piante10 vitali/ettaro (specie principale).
3) impianti a rapido accrescimento: qualora la densità del soprassuolo arboreo11, su
tutta la superficie dell’impianto o su parte di essa, risulti inferiore di oltre il 20%
rispetto alla densità del popolamento a 15 anni, prevista dal progetto, piano colturale
o dai moduli di impianto in relazione alle specie principali o secondarie (escluse le
specie accessorie). In assenza di previsione, si considera fallito un impianto con
densità inferiore a 100 piante vitali/ettaro (specie principale).
Nota Bene: Ai fini della decadenza, nel conteggio delle piante esistenti si prendono in
considerazione esclusivamente le “piante vitali”: sono escluse le fallanze.
Per particolari tipologie di popolamenti, l’Ente di controllo può adottare densità minime
di riferimento differenti da quelle sopra elencate, indicandone dettagliatamente nel
verbale di sopralluogo le motivazioni.
Qualora l’impianto sia costituito da due o più corpi distinti, ai fini della decadenza
questo si considera come unica superficie aggregata.
4.6.13 Cure Colturali
Si intende ordinaria tecnica di coltivazione quella tecnica agronomica-forestale grazie
alla quale le coltivazioni sono mantenute in normali condizioni di crescita.
Il beneficiario deve quindi rispettare tutte le tecniche agronomiche-forestali necessarie
all’ottenimento di uno sviluppo vegetativo “ordinario” secondo criteri di coltivazione
localmente riconosciuti.
L’incaricato, dovrà valutare l’ordinarietà della coltivazione prendendo in considerazione
principalmente lo stato di vegetazione delle piante, lo sviluppo delle stesse, la % di
mortalità (% di fallanza) e verificando che siano state adottate tutte le tecniche di
coltivazione giudicate ordinarie secondo al consuetudine locale.
In caso di coltivazione non ordinaria, il tecnico dovrà:
- riportare sulla cartografia la denominazione delle colture riscontrate per esteso, la
relativa delimitazione e la dicitura “non ordinaria”. Ad esempio: “noce” “non
ordinario”.
- Nel campo note dell’allegato relativo al Verbale vanno annotate tutte le colture
riscontrate come “non ordinarie”.
9
è fatto comunque salvo il limite massimo di fallanze del 10% al momento del collaudo.
n° 82 piante vitali per ettaro corrispondono ad un sesto di circa 11 m x 11 m.
11
è fatto comunque salvo il limite massimo di fallanze del 10% al momento del collaudo.
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4.6.14 Superfici non ammissibili
Sono intese come tali tutte quelle superfici non comprese tra le superfici a premio:
Esempio:
 boschi;
 colture forestali diverse da quelle indicate;
 usi non agricoli: fabbricati, strade, acque, cave ecc.;
 colture erbacee e/o promiscui;
 colture agrarie arboree.
Tali superfici verranno escluse dal calcolo del premio.
Possono presentarsi i seguenti casi:
a. particelle interamente investite a superficie non ammissibile.
nella cartografia (e/o foto aerea) delimitare e descrivere gli utilizzi non
ammissibili;
b. particelle parzialmente investite a superficie non ammissibile.
sulla cartografia (e/o foto aerea) riportare la descrizione di tutte le colture
rilevate e delle superfici non ammissibili con la relativa delimitazione.
4.6.15 Discordanza fra rilievo in campo e foto aerea
Per i controlli in oggetto vengono utilizzate ortofoto d’archivio. Pertanto è possibile
riscontrare un disallineamento tra campo e fotografia aerea.
In tale situazione è necessario riportare:
 nel Verbale, la coltura e la superficie riscontrata e nel campo note dell’allegato
A precisare la discordanza foto aerea/campo.
 in grafica effettuare il poligono come coltura ordinaria
4.7 ACQUISIZIONE DEI RISULTATI DEI CONTROLLI DI CAMPO
L'attività consiste nel riportare le indicazioni precedentemente annotate in campo sulla
foto aerea, sul Verbale e sugli allegati, tracciando sul GIS le delimitazioni degli usi del
suolo rilevati, per superfici superiori ad un ara.
Obiettivo di questa fase è rendere disponibile, in formato vettoriale, i limiti e le
superfici degli usi del suolo riscontrati, relativamente alle particelle dichiarate ad
impegno nei casi previsti nel precedentemente.
Una volta acquisito, ciascun poligono verrà misurato attraverso la specifica funzione
disponibile da software ARTEA.
4.7.1 DIGITALIZZAZIONE E MISURAZIONE DELLE PARTICELLE
L'attività consiste nel riportare le indicazioni precedentemente annotate in campo sulla
cartografia (e/o foto aerea), sul Verbale e sui relativi allegati, tracciando, nel caso di
ortofoto, a video sull’ortofoto e sulla mappa catastale, con estrema precisione, le
delimitazioni degli usi del suolo rilevati, limitatamente alle sole particelle per cui è stata
riscontrata mancata corrispondenza tra superfici dichiarate e situazione reale e per
superfici superiori ad un ara.
Obiettivo di questa fase è rendere disponibile, in formato vettoriale, i limiti delle
particelle dichiarate ad impegno nei casi previsti nel precedente capitolo.
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Alla chiusura di ogni poligono sarà verificato:
a) che tutte le linee elementari siano raccordate (ovvero i vertici delle linee che
insistono su uno stesso nodo devono avere le coordinate coincidenti);
b) l’assenza di linee doppie;
c) l’assenza di punti isolati;
d) la presenza di un poligono chiuso per ciascun tipo di coltura all’interno della
particella;
e) presenza poligoni multipli;
f) che tutte le colture all’interno delle particelle contengano un punto interno.
Una volta acquisito, ciascun poligono verrà misurato attraverso la specifica funzione
disponibile da software ed il risultato di detta misurazione verrà riportato nell’allegato A
del Verbale.
TOLLERANZA TECNICA. (applicabile alle particelle/ frazioni di particelle misurate)
In ordine alla tolleranza di misurazione, si fa riferimento al Regolamento CE n. 65/2011.
A questo proposito si precisa che, nella redazione dell’allegato specifico, va annotato
direttamente in campo tutto ciò che si riferisce a situazioni di perfetta corrispondenza tra
dichiarato e accertato, mentre, nei casi di mancata corrispondenza, sull’allegato va
riportata in campo solo la specie accertata, corredata di tutte le eventuali annotazioni di
volta in volta specificate nei capitoli precedenti, ma non andrà mai riportata la superficie
che verrà trascritta nell’apposita colonna (superficie accertata) solo le misurazioni
effettuate a video.
La tecnica di misurazione deve in ogni caso garantire:
- il riscontro oggettivo sul materiale informatizzato fornito della delimitazione degli
appezzamenti relativi alle particelle dichiarate;
- la ripetibilità delle operazioni di misura al fine di permettere ogni verifica da parte
del dichiarante e degli organi di controllo.
4.7.2 PROCEDURA DI CALCOLO DELL’ESITO
Una volta effettuato il sopralluogo e riportato a video i risultati del controllo, nonché
tutti i dati segnati in campo sul Verbale e sugli allegati, il tecnico incaricato:
a) verifica l’idoneità della documentazione eventualmente richiesta per la risoluzione
delle anomalie, se presenti;
b) verifica le misure effettuate nel sopralluogo;
c) riporta negli allegati al Verbale tutti gli usi del suolo riscontrati a fronte di quelli
dichiarati, nonché il risultato esatto delle relative superfici da attribuire;
d) completa il Verbale in tutte le parti che concorrono a determinare l’esito tecnico
della domanda: rispetto impegni essenziali ed accessori; norme di BPA;
e) nel caso abbia rilevato discordanze tra il dichiarato e l’accertato, effettua il calcolo
delle percentuali di discordanza sulle superfici;
f) calcola l’esito della domanda sotto il duplice aspetto di risultato (positivo, negativo,
parzialmente positivo) e di importo.
Il calcolo dovrà riguardare anche le particelle variate rispetto alla domanda originaria a
seguito di:
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errori materiali commessi dal beneficiario in fase di compilazione della domanda;
aggiornamenti catastali.
4.7.3 Tipologie di anomalie amministrative da trattare
La superficie dichiarata in domanda, relativa ad ogni singolo utilizzo, non può in ogni
caso essere aumentata in fase di calcolo dell’esito, anche se accertata in più rispetto al
dichiarato.
Per quanto concerne la possibilità di correggere gli eventuali errori evidenti commessi
dal beneficiario nella compilazione della propria domanda, è possibile correggere i dati
dichiarati solo nei casi di seguito descritti.
4.7.3.1 Errata dichiarazione dell’identificativo catastale
E possibile effettuare la variazione di un solo dato dell’identificativo catastale a seconda
della tipo di errore riscontrato;
a) errata dichiarazione del numero di particella: qualora sia stato dichiarato
erroneamente il solo numero di particella è possibile effettuare la correzione
variando solo il numero di particella, lasciando invariati tutti gli altri dati (provincia,
comune, sezione, Foglio, superficie utilizzata, superficie catastale dichiarata).
Ovviamente è necessario verificare che la superficie catastale dichiarata risulti
uguale alla superficie catastale validata della nuova particella.
Ad esempio:
PROVINCIA
I CASO GIUSTO
II CASO GIUSTO
COMUNE
GIUSTO
GIUSTO
SEZIONE
GIUSTO
GIUSTO
FOGLIO
GIUSTO
GIUSTO
PARTICELLA
ERRATO
GIUSTO
SUB
GIUSTO
ERRATO
SUP.UTILIZZ.
GIUSTO
GIUSTO
SUP. CATAST.DICH.
GIUSTO
GIUSTO
Per le suddette variazioni di identificativo catastale sarà necessario:
 acquisire dal beneficiario i giustificativi della titolarità, deducibili dal
‘fascicolo del beneficiario’;
 verificare che la variazione non determini un supero;
b) errata dichiarazione di uno solo dei seguenti dati: istat provincia, istat comune,
sezione, foglio: è possibile effettuare la correzione di uno solo dei suddetti dati
purché sia rispettata almeno una delle seguenti condizioni:
- la particella sia stata accertata in campo all’utilizzo dichiarato;
- la particella, per effetto della contiguità con un’altra particella dichiarata, ricada
o comprenda un appezzamento accertato in campo alla coltura dichiarata. In tal
caso è condizione che l’appezzamento sulla foto risulti in maniera
inequivocabile con la stessa tonalità di colorazione, trama ed elementi
caratteristici.
Per le suddette variazioni di identificativo catastale sarà necessario:
- acquisire dal beneficiario i giustificativi della titolarità, deducibili dal ‘fascicolo
del beneficiario’;
- verificare che la variazione non determini un supero;
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c) varietà: è inoltre contemplata la possibilità di variare come un solo dato
identificativo al livello di singola particella, la denominazione della varietà, purché
compatibile con il risultato del controllo (riscontro superfici dichiarate a coltura e
documenti di acquisto sementi);
4.7.4 Casi particolari: Variazione di più di un dato dell’identificativo catastale
E’ possibile correggere, una volta effettuato il relativo sopralluogo in campo per la
verifica delle colture, più di un dato degli identificativi catastali solo nei seguenti casi:
4.7.4.1 Frazionamenti od accorpamenti di particella
Le particelle oggetto di frazionamento non ancora validato al catasto vengono indicate
nella domanda con il subalterno. Qualora la particella non sia riscontrabile sul Foglio
grafico sarà necessario richiedere al beneficiario ed acquisire i seguenti documenti:
-
visura per particella «ampliata» delle particelle nuove, rilasciata dall’Ufficio del
Territorio, con data non superiore a 6 mesi dalla presentazione della domanda, dalla
quale risulta lo stato attuale della particella interrogata, ed i suoi precedenti stadi e
con quelli di tutte le particelle che in qualche modo hanno contribuito a costituire
l’attuale particella richiesta. Ogni stato è seguito dagli estremi della mutazione che
lo ha generato, con l’indicazione delle particelle originarie (p.lle prima) e di quelle
generate con la medesima mutazione (p.lle dopo);
-
estratto di mappa catastale aggiornato o stralcio planimetrico aggiornato rilasciato in
ogni caso dal Catasto (riportanti lo stato attuale delle dividenti particellari ed i
relativi nuovi codici identificativi di particella. Qualora tali documenti non riportino
la data di rilascio o riportino una data anteriore ai 6 mesi dalla presentazione della
domanda, è necessario che il beneficiario o il suo incaricato dichiari che il presente
documento non ha subito variazioni dalla data del rilascio.
oppure in alternativa:
-
«tipo di frazionamento» approvato dall’UT corredato dal relativo modello 51FTP a
suo tempo presentato.
Nel caso di frazionamenti evidenziabili sulla mappa ma non ancora approvati
dall’Ufficio del Territorio e pertanto non risultabili dalle visure catastali aggiornate, una
volta accertata la mancata voltura delle nuove particelle, risultanti solo graficamente, è
indispensabile provvedere all’allineamento delle superfici validate con quelle
digitalizzate, ridigitalizzando la particella originaria (‘madre’) per l’intera superficie
validata attualmente dall’Ufficio del Territorio.
Subalterno.
Subalterno della particella non riconducibile ad un frazionamento: è possibile effettuare
la cancellazione del subalterno, solo se la particella “madre” da inserire è stata
precedentemente verificata in campo.
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4.7.4.2 Usi civici
Si verifica un caso particolare qualora l’amministrazione, nel certificato di concessione,
non abbia comunicato al beneficiario i reali identificativi catastali ma la ‘quota’,
espressa in superficie, relativa ad una azienda debitamente comprovati dall’esibizione
della documentazione in originale dell’atto di concessione e del relativo documento
correttivo rilasciato dall’amministrazione stessa. In ogni caso per gli utilizzi a
contributo il beneficiario, per mezzo di documentazione rilasciata dagli uffici comunali
o dal catasto, deve comunque indicare i reali identificativi catastali che interessano la
zona avuta in concessione.
Qualora i beneficiari nella propria domanda avessero dichiarato particelle interessate da
usi civici nell’utilizzo foraggere, senza indicare il numero delle particelle e/o del Foglio,
e nei casi in cui:
non si riesca a risalire all’esatto identificativo catastale (Foglio/particella), ma sia
possibile individuare solo la zona di pascolamento,
oppure,
- dalla documentazione presentata risulti necessario inserire numerose particelle,
-
allora è possibile attribuire la superficie utilizzata all’unico record dichiarato,
attribuendo la numerazione progressiva a partire da “88888” (senza validare la
superficie catastale) facendo attenzione a non determinare superi tra particelle; tale
aggiornamento sarà preso in carico solamente a fronte di apposita certificazione
rilasciata dall’Amministrazione (es. Comune) dalla quale sia possibile accertare gli
esatti identificativi catastali, oppure risalire alla zona delle particelle interessata/e da usi
civici.
L’accertamento avverrà secondo quanto previsto dalla normale procedura. Nel caso in
cui sia presente il Foglio graficamente, ma non sia possibile risalire al numero della
particella, si procederà comunque a inserire la particella non individuabile con valore
‘88888’ su un Foglio manuale fittizio da valorizzare aggiungendo 8000 davanti al
numero reale (8000 + n. Foglio).
4.7.4.3 Zona demaniale
Si verifica un caso particolare per terreni demaniali debitamente attestati da parte degli
organi competenti (attestato da parte dell’intendenza di finanza) dove viene indicata la
superficie data in concessione. In particolare andrà verificato se nella concessione data
sia indicato espressamente l’uso agricolo, e non sia limitato al solo sfalcio. In tal caso
tali particelle non potranno essere riconosciute negli utilizzi a contributo.
In presenza di zone di territori non riconosciuti dall’Ufficio del Territorio (esempio
alvei di fiumi ecc.), è necessario in ogni caso individuare la zona delimitandola sia sul
Foglio catastale che sulla foto scrivendo «terreno demaniale dato in concessione»,
inoltre è necessario specificare nel verbale che la zona data in concessione si trova a
fronte o limitrofa di una particella presente sul Foglio catastale. Le particelle che
rientrano in questa tipologia dovranno essere acquisite in manuale, attraverso la
seguente procedura:
- inserendo un Foglio fittizio, aggiungendo 7000 davanti al numero del Foglio/dupla
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riportare come numero di particella la numerazione progressiva a partire da 77777
(non validare la superficie catastale). Attribuendo tale numerazione si dovrà far
attenzione a non determinare superi tra particelle
4.7.4.4 Errore Pubblica Amministrazione
Errori nei certificati rilasciati dall’Ufficio del Territorio o dalla Pubblica
Amministrazione: tali errori devono essere dimostrati mediante presentazione di
apposita certificazione corretta ed aggiornata rilasciata sempre dagli stessi Uffici o Enti.
I disallineamenti catastali tra superficie nominale validata e superficie catastale
calcolata (digitalizzata), ad esclusione di eventuali frazionamenti, possono essere
determinati da:
a) superficie nominale validata errata, evidenziabile dalla visura catastale, rispetto alla
superficie calcolata (digitalizzata) correttamente,
b) superficie nominale validata corretta evidenziabile dalla visura catastale, rispetto
alla superficie calcolata (digitalizzata) errata.
Per i casi a) e b) è necessario attenersi alle seguenti istruzioni:
Per il caso a) è consentito ridurre la superficie dichiarata fino alla superficie catastale
digitalizzata, solo per particelle dichiarate interamente per l’intera superficie catastale
ed accertate interamente alla coltura dichiarata. La verifica del disallineamento andrà
comunque effettuata attraverso il controllo della certificazione catastale aggiornata.
Nelle note dell’allegato A del verbale 00/2003 dovrà essere riportata la seguente
dicitura: “Riduzione di superficie per disallineamento catastale”.
Per il caso b) occorre verificare attraverso documentazione aggiornata rilasciata dall’UT
(visura ed estratto di mappa) l’errata superficie calcolata (digitalizzata). In caso di
accertamento positivo della coltura dichiarata è necessario procedere come segue:
- sulla base della superficie nominale validata, individuare in grafica i limiti corretti
della superficie della particella;
- misurare in grafica gli utilizzi riscontrati per la superficie individuata al di fuori
della particella digitalizzata, corrispondente alla differenza tra la superficie nominale
e quella calcolata;
- in lavorazione manuale attribuire su tale particella la relativa superficie degli utilizzi
riscontrati.
4.7.4.5 Compensazione
Le dichiarazioni eccessive con riguardo a determinate superfici possono essere
compensate con dichiarazioni insufficienti relative ad altre superfici.
4.7.5 Variazioni
Nel caso siano state effettuate delle variazioni (variazioni di coltura, ampliamenti,
modifiche, rinunce, cambi beneficiario) il beneficiario non può addurle come
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giustificativo della mancata corrispondenza tra dichiarato in domanda ed accertato in
campo, a meno dell’esistenza di apposita domanda di variazione presentata nei tempi e
modi stabiliti dalla normativa vigente; negli altri casi tutte le mancate corrispondenze
andranno a concorrere al calcolo delle percentuali di discordanza e ad influire sulla
determinazione dell’esito della domanda.
4.7.6 Cause di forza maggiore
Qualora in sede di convocazione il beneficiario o suo delegato, a giustificazione
dell’esito negativo riscontrato, invochi le cause di forza maggiore, il tecnico si dovrà
limitare a verbalizzare le dichiarazioni del beneficiario e allegare la documentazione
eventualmente presentata, confermando le superfici accertate.
Si precisa che la documentazione relativa ai suddetti casi di forza maggiore, deve essere
notificata ad ARTEA entro il termine di dieci giorni a decorrere dal momento in cui gli
aventi diritto sono in condizione di poter adempiere a tale obbligo.
Per queste casistiche sarà ARTEA in sede centrale a provvedere alla determinazione
delle penalità sull’esito.
4.7.7 Casi particolari: controllo concluso
Nello svolgimento del sopralluogo possono verificarsi una serie di casi e situazioni
particolari per i quali il controllo è comunque da considerarsi concluso:
a) se non si presenta il titolare/incaricato dell'azienda;
b) se si presenta un rappresentante senza apposito conferimento d’incarico o nel caso in
cui all'incontro si presenti il titolare/incaricato senza dimostrare la propria identità;
c) se il titolare/incaricato, non concordando con quanto accertato, non intende
sottoscrivere il verbale di sopralluogo;
d) se il titolare/incaricato non rende disponibile per il controllo la documentazione
aziendale.
Nei casi di cui sopra verranno verbalizzati i motivi per i quali non è stato possibile
eseguire o portare a termine il controllo oppure i motivi di disaccordo e di mancata
sottoscrizione.
Nel caso c) il beneficiario potrà indicare a verbale le motivazioni della mancata
sottoscrizione; si dovrà comunque consegnare copia del verbale al beneficiario.
5 RISULTATO DEI CONTROLLI E CONSEGNA DEL MATERIALE
5.7 MODALITÀ COMPILAZIONE VERBALE
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Le informazioni da riportare sul Verbale 00/2003 e relativi allegati, devono essere
scritte in modo chiaro e leggibile; non è consentito l’uso di matite cancellabili. Nel caso
di errori non deve essere usato il «bianchetto», ma è necessario barrare il dato errato,
lasciandolo visibile, riscrivendo a fianco quello corretto.
Il verbale da rilasciare al beneficiario è composto dalla parte compilata in azienda,
facendo salva tutta la parte successiva di riporto a video di quanto riscontrato e di
misurazione definitiva delle superfici e colture accertate.
Il verbale dovrà essere compilato in doppia copia, firmato, datato, timbrato (timbro di
iscrizione all’Ordine o all’Albo di appartenenza) e sottoscritto sia dal tecnico incaricato
del controllo che dal rappresentante dell’azienda. Una copia del verbale deve essere
consegnata al rappresentante dell’azienda.
E' necessario che il tecnico informi il beneficiario che le superfici accertate non sono da
considerarsi liquidabili (es. eventuali applicazioni di sanzioni, superamento di
massimali, ricalcolo dell’esatta superficie da attribuire ecc.) in quanto l'ARTEA si
riserva di effettuare ulteriori verifiche a livello centrale.
Si ricorda che la mancata sottoscrizione del verbale da parte del beneficiario o del suo
incaricato comporta che non potranno essere prese in considerazione le eventuali
motivazioni e/o osservazioni formulate in sede di sopralluogo (nell’apposito spazio
previsto dal Verbale) o in sede di ricorso. Naturalmente la firma del tecnico in tale parte
del verbale va intesa non come accettazione delle dichiarazioni del beneficiario, ma solo
come «presa visione» delle dichiarazioni.
Così come la firma del beneficiario o del suo rappresentante va intesa non come
accettazione di quanto riportato nel Verbale di sopralluogo stesso, ma solo come «presa
visione» di quanto fino a quel momento rilevato.
Il Verbale originale con i relativi allegati firmati, timbrati e sottoscritti sia dal tecnico
incaricato al controllo che dal rappresentante dell’azienda devono essere archiviati nel
fascicolo aziendale.
Nello stesso fascicolo, da restituire ad ARTEA alla fine dei riscontri di misurazione e di
calcolo, va archiviata la versione definitiva dei Verbali e relativi allegati completa dei
risultati finali dell’accertamento ottenuti con la procedura specificata nel capitolo
“Procedura di calcolo dell’esito”.
5.8 CONSEGNA DEL MATERIALE
Alla fine di tutte le fasi di controllo tutto il materiale consegnato da ARTEA ed
elaborato dai tecnici verrà riconsegnato ad ARTEA nei tempi stabiliti.
I tecnici incaricati e/o il loro coordinatore si impegnano a mantenere l’adeguata
riservatezza circa l’esito dei controlli e ogni altra informazione conosciuta nell’ambito
dell’attività svolta.
Documento informatico firmato digitalmente ai sensi del testo unico D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445, del D. Lgs. 7 marzo 2005, n.
82 e norme collegate, il quale sostituisce il testo cartaceo e la firma autografa.
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