la pmi che esporta
Transcript
la pmi che esporta
Antonio Olivieri LA PMI CHE ESPORTA Pratica dell’Export e Tecnica degli Scambi Internazionali A.A. 2000/2001 1 Esportazioni I trasferimenti di beni (merci) e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti (Resto del mondo). Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del Paese per essere destinati al Resto del mondo. Esse sono valutate al valore Fob (Free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del Paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all'esportazione. Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti. 2 INTRODUZIONE Questo lavoro, che sintetizza i fondamentali delle tecniche e della contrattualistica relativi alle esportazioni, non intende costituire uno studio sulle procedure burocratiche e giuridico-legali del Trading, si propone bensi’, nella sua forma di “Quaderno di Formazione” di riassumere i contenuti delle lezioni tenute dal sottoscritto nell’ambito del Corsi di Commercio Estero (COR.C.E.) e di “Tecnica degli Scambi Internazionali” periodicamente tenuti dall’ICE sia in Italia che all’estero . Con alcune delle sue parti redatte volutamente in lingua Inglese (Contrattualistica Internazionale) , poiche’ destinate agli operatori del settore (Export Managers), ed essendo l’inglese la lingua internazionalmente riconosciuta per il commercio internazionale, oltre che un must per tutti gli Export Managers e/o partecipanti ai suddetti corsi, il seguente quaderno , rappresenta un valido strumento di riferimento procedurale da utilizzarsi come memorandum di carattere “Tecnico” . I suoi contenuti infatti, dovrebbero essere le basi del background professionale di tutti coloro che , a vario titolo, si trovino ad operare in contesti commerciali di carattere internazionale, siano essi relativi alla fornitura di prodotti e/o servizi o alla gestione del credito derivante da una vendita ad un cliente estero. L’esperienza ci insegna altresi’, che la maggioranza degli inconvenienti procedurali inficianti le operazioni di Export e Trading delle PMI, possono essere evitati , oltre che con la necessaria conoscenza della lingua inglese e dei suoi fondamentali termini tecnici, con la dovuta applicazione sul campo delle conoscenze inerenti le procedure del commercio estero e delle normative nazionali ed internazionali che lo regolano. 3 Ci si propone quindi di dotare il futuro operatore internazionale di una dima di riferimento ed ausilio alla corretta esecuzione delle operazioni commerciali sui mercati internazionali. Verra’pertanto utilizzato un linguaggio da “addetti ai lavori” prescindendo dalle valutazioni , espressioni e citazioni di carattere accademico e dai contenuti squisitamente nozionistici, in modo da dare all’operatore e futuro Export Manager un’idea delle terminologie d’uso comune tra gli esportatori e delle procedure attuate in azienda. Il lavoro di uffico, l’operare spesso in contesti internazionali culturalmente e commercialmente diversi dal nostro “mercato locale”, la gestione di un Team di risorse umane (Ufficio Export), e non ultimo il clima di pressione derivante dalla presenza di Competitors e dalle scadenze imposte dal mercato o dal cliente, sara’molto simile alle situazioni che incontreremo. Molte volte la Piccola o Media Impresa (PMI) e’ fondata sull’iniziativa del singolo imprenditore e sulle sue capacita’, specializzazioni ed esperienze Tecnico-Commerciali. Pertanto non vi e’ spazio nel “Business” per la teoria pura, il cui uso ed esercizio seppur necessario per l’interpretazione delle norme vigenti e della legislazione inerente all’Export, viene delegato molte volte a consulenti esterni (Commercialisti , Avvocati ecc.) . Cionondimeno, l’artigiano, il piccolo industriale, il titolare dell’ “impresetta” a conduzione familiare così come il top manager, preferiscono indiscutibilmente il pragmatismo, la praticita’e l’intuizione. Strumenti questi , senz’altro piu’ efficaci per le risoluzioni immediate di problematiche inevitabilmente collegate al profitto. 4 La maggior parte delle procedure che vedremo applicate “sul campo” con esempi pratici e con l’ausilio di documentazione originale di carattere commerciale e bancario *, si riferiscono alla capacita’ tipica della nostra imprenditoria, di applicare l’inventiva e l’intuizione tipicamente italiane, alle procedure correnti. Il tutto nel pieno rispetto della legalita’ma con presupposti gestionali che molte volte hanno permesso al “Made in italy”di battere la concorrenza internazionale e conquistare il cliente, indipendentemente dal mero rapporto qualita’prezzo, con la sola logica del saper fare, e non ultimo con la negoziazione diretta intrisa di tutti quegli escamoutages tipici dell’imprenditore Italiano. * Il lettore notera’ che i documenti originali relativi alle operazioni Export che prenderemo in esame, sono stati opportunamente resi “anonimi” eliminando tutti gli elementi identificativi delle parti, in conformita’alla Legge 675/96 sulla Privacy, oltre che per la discrezione dovuta agli “involved parties” tutt’ora impegnati in operazioni Export ancora in corso alla data di pubblicazione del presente quaderno. Il nostro successo sui mercati internazionali, non deriva solo dalla popolarita’ acquisita dai numerosi prodotti tipicamente Italiani gia’ universalmente apprezzati . (Chianti, Gucci, Parmigiano, Valentino, Versace, Ferrari, Pasta , Mozzarella ecc.) . Nomi questi che gia’ da tempo e da soli trainano i settori di appartenenza dando loro una credibilita’generalizzata , come ad esempio la rinomata qualita’ dei vini italiani, della moda in generale, o la tipicita’ e genuinita’ dei generi alimentari. Lasciatemi dire come Italiano prima, come Impreditore poi, come Esportatore quindi e come Docente infine, che il nostro successo è basato soprattutto sulla qualita’ delle Risorse Umane del nostro paese, che hanno saputo dare, da 5 sempre, esempi di altissima specializzazione in tutti i campi della cultura e del commercio. Ruolo importantissimo nel successo delle PMI e’ rivestito dalla capacita’ del singolo imprenditore a districarsi nella giungla delle normative locali ed internazionali, in prima persona. Sia pure con l’ausilio di consulenti esterni o istituzioni pubbliche di supporto alle imprese (es. ICE), il piccolo e medio imprenditore ha saputo nel tempo primeggiare nell’applicazione dei metodi piu’disparati, adattati di volta in volta alle singole situazioni, con una tempistica e con una maestria senza eguali. LA PMI ITALIANA UN ESEMPIO DA SEGUIRE: Non a caso gli organismi U.S.A. preposti allo sviluppo ed all’assitenza delle imprese Americane omologhe alle nostre PMI (L’acromimo inglese corripondente e’SME) durante l’ultima Amministrazione Clinton, hanno inviato esperti nel nostro paese per studiare la realta’dei nostri distretti produttivi, per meglio conoscere il fenomeno di costante sviluppo ed incremento numerico delle nostre aziende (soprattutto quelle a conduzione familiare) , per poi prendere ad esempio ed applicare quanto piu’possibile, e compatibilmente al loro sistema normativo, gli stessi metodi e le stesse procedure, supportati da una adeguata legislazione opportunamente modificata “ad hoc”, sul mercato locale. Inutile sottolineare che il tentativo non ha avuto un grande successo. Sebbene, mediante gli sforzi del Legislatore statunitense , si fossero trasferiti metodi e concetti Italiani sul mercato USA, non vi era in loco una imprenditoria capace di applicarli con la stessa scaltrezza, elasticita’, duttilita’e tempistica, tipiche degli Italiani. 6 Non a caso secoli di “cultura com merciale” sono un nostro patrimonio e non possono essere trasferiti in altri contesti, mediante una trasmissione accademico-nozionistica, con una efficacia ed un riscontro immediati. Resta pero’ il fatto. Le nostre PMI, oltre a rapppresentare la quota pi u’ significativa del fatturato industriale ed export Italiano,sono comunque un esempio da seguire. Concludo questa breve introduzione ricordando al lettore che tutto cio’ che sara’ trattato in questo quaderno, e’ riferito all’esperienza “on site” di divers i imprenditori, compreso il sottoscritto, impegnati nei piu’ disparati settori merceologici oltreche’su diversi mercati internazionali. Potremo quindi verificare insieme la validita’ universale di alcune procedure indipendentemente dal mercato di riferime nto ove e’locato il cliente. Lasciando la possibilita’all’operatore di applicare i metodi cosi’appresi di volta in volta a seconda delle situazioni e degli elementi che le influenzano. L’obbiettivo sara’ quello di cercare di “imporrre” la propia azien da, il proprio prodotto ed i servizi connessi , nella maniera piu’adeguata e tenendo presente cio’ che si e’ appreso considerando la gia’ citata validita’ universale di determinati metodi e regole commerciali, unitamente alla valorizzazione dell’inventiv a e delle capacita’del singolo manager. A.Olivieri 7 Dobbiamo innanzitutto partire dalla premessa che questo quaderno rappresenta anche una sorta di “cammino virtuale” percorso dal piccolo/medio imprenditore italiano. In linea di massima ci trov eremo ad accompagnare questo soggetto nelle seguenti tappe : Ø L’idea inziale di esportare un prodotto che gia’ ha riscosso o riscuote successo commerciale sul mercato interno. Ø La presentazione della nostra azienda e dei nostri prodotti agli operatori stranieri Ø La valutazione di una richiesta di offerta dall’estero Ø Offrire i nostri prodotti e Servizi al cliente . Ø Negoziare le clausole contrattuali tenendo presente etrambe le regolamentazioni presenti sui due mercati di riferimento (Fornitore -Cliente) Ø Redarre i documenti per l’esportazione e relativa fatturazione internazionale Ø Spedire le merci fino a destinazione finale. Ø Incassare il credito derivante dalla vendita export. 8 Pertanto e’ necessario impostare il nostro cammino sulle seguenti problematiche: § · ANALISI DEI MERCATI INTERNAZIONALI § · PRESENTAZIONE DELL'AZIENDA SUI MERCATI INTERNAZIONALI § · PRESENTAZIONE DEL PRODOTTO § · VALUTAZIONE DI UNA RICHIESTA DI OFFERTA DALL'ESTERO § · LA FASE CONTRATTUALE § · IL CONTRATTO COMMERCIALE INTERNAZIONALE (In inglese) § · FATTURAZIONE PER L'EXPORT § · PAGAMENTI INTERNAZIONALI 9 ANALISI DEI MERCATI INTERNAZIONALI Premessa: Nella seguente analisi di carattere generale dei mercati internazionali, abbiamo tenuto presente alcuni fattori di valutazione che ci hanno fatto escludere alcune aree Geo-Economiche (es. Cina, Russia, Asia , Oceania ecc)* , non solo per la vastita’e la diversita’ di situazioni ed esempi che avremmo dovuto inserire in questo quaderno, ma anche per la necessita’ evidentemente didattica di prendere in considerazione solo quei paesi che rappresentano la quota piu’ importante del nostro fatturato Export (419.124 mld su base FOB nel 1999 – Fonte : Istat ) ovvero Europa, , Medio Oriente, Giappone, Stati Uniti . E’ in queste realta’ infatti che le nostre PMI hanno offerto le migliori “performances” influenzando positivamente, negli anni, la nostra bilancia commerciale. I principali motivi di questa eclusione sono i seguenti: Non vi sono esperienze significative, o quantomeno utili come esempio di riferimento generale per questo quaderno, di operazioni commerciali dirette delle PMI con questi paesi*, alcuni dei quali, rappresentano una quota relativamente piccola del fatturato totale Export delle PMI Italiane. Qualora ve ne fossero, le metodologie e le procedure attuate per il trading diretto o indiretto con questi contesti commerciali , sarebbero comunque “inquinate” da forzature procedurali o da metodologie imposte, dovute alla burocrazia locale o alla legislazione vigente nel paese del final user. Non avremmo quindi il cosiddetto “esempio scuola” valido universalmente e degno di essere studiato ed applicato in contes ti diversi da quelli di origine. 10 Inoltre la maggioranza di questi mercati non segue e non riconosce pienamente, ed in alcuni casi non accetta, le normative internazionali relative al commercio (es. Incoterms e Letter of Credit Transactions) come da risoluzioni della Camera Di Commercio Internazionale (ICC) Lavorare con questi paesi significa quindi uscire dai dettami internazionalmente riconosciuti, con problematiche significative nella contrattualistica e nella eventuale risoluzione delle controversie. Ad esempio il sistema e la legislazione commerciale della Cina, e nella fattispecie i suoi operatori, (non facendo ancora parte del WTO, ) non riconoscono, a volte, gli standard tradizionali delle negoziazioni e o delle procedure . Inoltre, non avendo in Cina un riconoscimento istituzionale dell’imprenditoria privata, eccezion fatta in alcune aree per il piccolo commercio al minuto, ed essendo questo mercato diviso in Province sotto il diretto controllo dello Stato, avere rapporti con “clienti” cinesi significa innanzitutto , o quantomeno molto spesso, lavorare con un interlocutore pubblico e non con un imprenditore puro dotato di una propia autonomia decisionale . Vi lascio immaginare le difficoltra’ nella gestione del credito, la burocrazia presente durante tutta la transazione commerciale e non ultimo il rischio di significativi “misunderstanding” che possono compromettere la fluidita’, l’incasso delle fatture inerenti la fornitura, ed in alcuni casi, la gestione stessa della commessa. Problematiche, queste, pressoche’inesistenti quando il flusso si inverte, ovvero nelle operazioni di Import dalla Cina. 11 La maggior parte delle commesse acquisite dalle nostre imprese su questo mercato, ed in tutti i contesti similari, si riferisce molto spesso a partecipazioni a gare (Tenders) ove vige una procedura completamente diversa dalle trattative e negoziazioni tra privati, inoltre lo studio delle procedure di partecipazione ed aggiudicazione relativamente alle gare internazionali non e’uno dei topics di questo quaderno. La Russia ed in generale i paesi dell’ex URSS , invece, pur essendo mercati in forte espansione e direttamente interessati alla qualita’del prodotto Italiano, rimangono tutt’ora paesi a rischio . Gran parte dei fondi disponibili per l’acquisto di merci estere deriva dall’apertura di Linee di Credito da parte di paesi terzi (in maggioranza UE) nell’ambito di iniziative di sostegno di carattere internazionale, o di accordi commerciali bilaterali a livello governativo. Anche in questo caso quindi la PMI Italiana fara’riferimento di volta in volta alle procedure di accesso alle linee di Credito e sara’ messa direttamente in competizione con concorrenti nazionali ed esteri, partecipando a procedure di aggiudicazione molto simili ai “ten ders”e genereralmente fara’capo al cliente o al Final User per la sola fase di pura fornitura delle merci , mentre il rapporto commerciale e la conseguente negoziazione del credito saranno parte del rapporto tra l’Azienda “Bidder”e l’ente di gestione de l “Tender”(es. World Bank , Comunita’Europea , IFD ecc.). E’ chiaro ed evidente che la gestione di diverse burocrazie e legislazioni, durante la partecipazione a gare internazionali, forzera’l’impresa, in assenza di risorse umane interne capaci di gesti re i tenders, a rivolgersi a consulenti ed organismi direttamente preposti all ”assistenza” e sviluppo delle PMI. 12 Si fara’ricorso quindi alle iniziative comunitarie a riguardo, all’assicurazione del credito (SACE), all’assistenza tecnica e promozion ale (ICE), e non ultimo alle iniziative di supporto agli investimenti diretti ed indiretti necessari per la promozione dell’azienda su questi mercati (SIMEST) o alla partecipazione alle gare stesse (Tender Bidding) . Sara’ inoltre necessario creare delle garanzie fidejussorie (Bid Bond e Performance Bond) , che comporteranno ulteriore coinvolgimento di Third Partners (es. Banche) Il nostro scopo invece e’quello di accompagnare il piccolo/medio Imprenditore nel suo cammino virtuale verso la vendita al cl iente estero, focalizzando la nostra attenzione solo su quei mercati dove dovrebbe essere logicamente diretta la prima promozione internazionale della sua Azienda e dei suoi Prodotti/Sevizi. Si presume quindi, dovendo Egli operare con le propie forze e co ntando solo sulle sue risorse umane e finanaziarie, di dover dare per assunta la sua lungimiranza nel cercare di penetrare almeno quei mercati ove il Made in Italy e’ gia’ conosciuto o dove le PMI possono operare con i dovuti margini di sicurezza ed auton omia. 13 Analizziamo le aree Geo -Economiche attualmente di maggior interesse per l’Export Italiano L’analisi e’frutto di un insieme di informazioni inerenti il commercio unitamente al risultato di esperienze imprenditoriali dirette che possono e ssere facilmente verificabili. Sintetizziamo quindi l’insieme delle informazioni ottenibili periodicamente dalla Stampa specializzata, dagli Enti preposti al controllo statistico, gli Organismi di controllo, ed evidentemente la Legislazione Comunitaria vig ente.. EUROPA Questo primo scenario Geo -Economico e’forse il piu’facile o “confortevole”per le nostre PMI. I principali fattori da analizzare che rappresentano altresì le condizioni in cui le imprese Italiane si trovano ad operare sono i seguenti: 1. NON VI SONO BARRIERE DOGANALI 2. NON VI SONO BT E BNT 3. SISTEMA BANCARIO UNIFORMATO 4. VALUTA COMUNE 5. UNIFICAZIONE DELLE NORMATIVE 6. STANDARD DI QUALITA’ CE - ISO 9000 7. ASSENZA DI RISCHIO DI CAMBIO 8. PAGAMENTI In particolare: 1. NON VI SONO BARRIERE DOGANALI La libera circolazione delle merci e delle persone ha fatto si che beni e servizi oltre che dei capitali, siano ora considerati ad un livello “regionale” perdendo quella caratteristica di interna zionalita’, che li avrebbe assoggettati alle normative commerciali valutarie e fiscali di ogni singolo paese, a vantaggio di una interpretazione comunitaria che li equipara ora ai singoli processi di trasferimento che avvengono a livello regionale in cias cun paese membro. 14 2. NON VI SONO BT E BNT Incontriamo i primi termini da “addetti ai lavori” le BT (Barriere Tariffarie) e le BNT (Barriere non Tariffarie) meritano un approfondimento di carattere concettuale. Per BT intendiamo principalmente i Dazi e tutti quegli strumenti impositivi applicati alle merci in entrata. Le tariffe doganali import (Custom Duties) possono essere modificate a discrezione del legislatore del paese ricevente, sia per motivi di adeguamento allineamento con le tariffe degli altri paes i membri, nel caso della Comunita’ Europea, sia per attuare (nel caso di contesti extra UE) provvedimenti protezionistici. Un esempio che ci riguarda direttamente e’ rappresentato dai continui e repentini sbalzi di percentuale doganale imposta sui prodot ti Italiani da parte degli USA, finalizzati a proteggere, periodicamente le imprese locali e /o le relative associazioni (Lobbies) aventi produzione di prodotti similari. Il protezionismo americano ha infatti colpito in passato , e molto spesso, pesantemente le nostre imprese. Pensiamo ad esempio al caso del Prosciutto Italiano sul quale l’imposizione doganale ha subito , in passato come di recente, sbalzi significativi che hanno pesantemente limitato le importazioni. Casi piu’ eclatanti di BT utilizzate a scopo protezionistico sono presenti nel settore dell’elettronica o dell’HIGH TECH in generale , o nel settore Auto (Vedi guerra commerciale tra USA e Giappone per la telefonia, Nokia contro Motorola ,o per le Auto ,GM contro Toyota) Nel caso suddetto pos siamo avere due tipi diversi di provvedimento rappresentanti enrambi dell BNT: 15 Il Protezionismo ed il Contingentamento Il primo come detto poc’anzi tende ad alzare i dazi il secondo tende invece a limitare la quantita’di merci in entrata (IMPORT QUOTA) lasciando invariata la percentuale doganale sul valore complessivo delle merci (Importo Fattura) Le BNT sono invece da intendersi nella maggior parte dei casi come impedimenti alla penetrazione di un mercato non necessariamente inerenti al settore doganale o fiscale del paese di destinazione delle merci. Un esempio pratico puo’ essere rappresentato dalle barriere di tipo “Psicologico” che il nostro prodotto puo’ incontrare nella fase iniziale di promozione e/o introduzione sul foreign market. Pensiamo a tale proposito all’imprenditore che volesse vendere/esportare Prodotti o Componenti Elettronici Industiali o Hi Fi (Elettronica per uso domestico) . Il consumatore in primis , e di conseguenza l’importatore/distributore di questa gamma di prodotti, saranno tendenzialmente orientati all’acquisto di tecnologia “Made in Japan”! . E’universalmente riconosciuta infatti, la assoluta superiorita’ qualitativa dell’elettronica Nipponica che rappresenta a tutt’oggi lo “state of the art” del settore. Avremo quindi una berriera psicologica rappresentata da una tendenza del mercato difficilmente modificabile. Altro caso di BNT e’ rappresentato dall’utilizzo non sempre palese di Enti od Organismi pubblici preposti a controlli (non doganali) , per ottenere lo stesso scopo. 16 Il Food and Drug Administration (FDA), (organismo americano che puo’essere paragonato al nostro Istituto Superiore di Sanita’) e’generalmente preposto al controllo della qualita’e successiva autorizzazione al commercio di Alimenti e Farmaci sul mercato americano. La nostra Mortadella, altro prodotto tipico Italiano e’ stata autorizzata ad “entrare” in USA solo di recente e dopo anni di tentativi da parte delle nostre industrie alimentari di promuovere questo originalissimo prodotto. Motivazioni di tipo sanitario, e quindi non doganale, relative alle caratteristiche ORGANOLETTICHE del prodotto, hanno impedito l’importazione di mortadella per anni. Il tutto a beneficio dei produttori USA di insaccati di Suino. In questo caso inoltre la barriera no n era di tipo psicologico, ma principalmente di tipo Protezionistico (dato che il Final User gia’conosceva il prodotto, e la sua tipicita’geografica e qualitativa data dal nome stesso “Mortadella”oltreche’ dalla sua origine , pur essendo egli un consum atore di Hot Dogs nazionali) . 3. SISTEMA BANCARIO UNIFORMATO E’questa una delle condizioni piu’favorevoli per l’esportatore intra UE. Con l’unificazione delle procedure e delle normative del Banking, l’Europa ha ora un sistema bancario uniformato che permette agli operatori una liberta’di azione pressoche’assoluta ed una sensibile riduzione della burocrazia e delle differenze di procedura . 17 La possibilita’di aprire conti correnti in ogni paese membro, i costi e le tariffe dei servizi ban cari uniformati sono solo alcuni dei vantaggi derivanti dalla appartenenza al contesto Eurolandia. 4. VALUTA COMUNE L’avvento dell’Euro , gia’utilizzato dalle banche per le transazioni internazionali ,con largo anticipo rispetto alla sua introduzione uffic iale (prevista per il Gennaio 2002), ha eliminato parte della concorrenza indiretta da parte dei nostri competitors europei, dovuta in passato non al rapporto qualita’prezzo dei prodotti proposti, bensì dal diverso tasso di cambio con il Dollaro USA vige nte da un paese all’altro . 5. UNIFICAZIONE DELLE NORMATIVE Le modifiche delle Normative Fiscali Commerciali e Sanitarie concordate in ambito UE, hanno equiparato la maggior parte dei paesi membri in un contesto commerciale uniforme ove le residue differenz e interne a ciascun paese potevano ancora rappresentare un impedimento all’effettiva competititvita’delle imprese .(Es. Equiparazione della percentuale IVA e riduzione delle aliquote ripetto alle categorie merceologiche. Progressivo livellamento dell’inci denza fiscale sui redditi d’impresa ecc.) 6. STANDARD DI QUALITA’ CE - ISO 9000 Altro significativo vantaggio nel commercio intra UE e’rappresentato dal fatto che non e’ piu’ necessario adeguare il prodotto, con modifiche durante il processo produt tivo, alle normative sulla qualita’e sulla sicurezza vigenti nel paese membro di destinazione finale delle merci. La certificazione CE ed ISO 9000 (certificazione volontaria e molte volte anche significativamente costosa) rende il prodotto compatibile con tutti i contesti normativi locali . Si sottrae cosi’ il prodotto alla necessita’ di certificazione ulteriore all’atto dell’esportazione. 18 Risultato: uleriore riduzione dei costi e snellimento delle procedure Export. 7. ASSENZA DI RISCHIO DI CAMBIO Abbiamo gia’ parlato di questa particolare condizione (punto 4: Moneta Comune) resta da considerare il fatto che non vi sono piu’rischi di fluttuazione valutaria, ad esempio, negli acquisti intra UE di merci destinate a paesi non membri. L’attenzione degli o peratori puo’ora rivolgersi, nel caso di contratti a medio e lungo termine, solo verso il cambio Euro/US$ e non piu’alle passate variazioni dei cambi tra divise europee. 8. PAGAMENTI Possiamo fare un piccolo ma significativo esempio: Avere il costo di un singolo bonifico bancario, sensibilmente diverso tra un paese e l’altro, fino a pochi anni orsono poteva rappresentare un ostacolo alla competitivita’delle nostre imprese. Pensiamo all’acquisto di merci , da diversi fornitori europei, per assemblare una spedizione complessiva di dieci articoli diversi da fornire ad un singolo cliente estero. E’titpico delle Trading Companies, approvvigionarsi da diversi fornitori per poi fornire con una singola spedizione una molteplicita’di prodotti diversi al cliente finale. (vedi nota pag.18*) Per un valore relativamnete basso di Lit. 1.000.000/ordine da pagare al ciascun fornitore mediante un bonifico, il costo medio di ciascuna operazione era di circa Lit.50/60.000 in Italia, di circa Lit. 80/100.000 in Francia e sol o di Lit. 10.000 in Spagna. Il tariffario dei sevizi bancari penalizzava le nostre imprese nelle transazioni internazionali. La trading company Spagnola pagava per 10 bonifici un costo complessivo di Lit. 100.000 mentre l’omologa Italiana era costretta a s opportare un costo del 6% sul valore d’acquisto . 19 Questo rapporto di competitivita’ era sensibilmente diverso, ed ancor piu’ penalizzante, nel caso di transazioni commerciali regolate mediante Credito Documentario (Lettera Di credito) ove il tariffari o bancario applicato nel ns. paese era posizionato a livelli di costo decisamente superiori. Ma analizzeremo questo aspetto nei prossimi capitoli. Nota* E’importante definire e comprendere la differenza che intercorre tra Impresa Esportatrice e Trading Company: L’ESPORTATORE e quella persona giuridica che esporta direttamente il frutto della sua produzione, mantenendo la possibilita’ di commercializzare prodotti (es. i componenti o i ricambi di un macchinario industiale) non direttamnete provenienti dal suo processo produttivo.Generalmente queste imprese diventano “Esportatori Abituali” maturando la possibilita’di una Esenzione IVA pressoche’ totale ,quando durante l’ultimo anno di esercizio hanno esportato piu’del 10% della loro produzione. La TRADING COMPANY e’ invece quella persona giuridica che liberamente acquista merci da terzi (Produttori) per poi rivenderle con il relativo ricarico (Mark-up) sui mercati internazionali. Questa impresa, ha il diritto di chiedere al fornitore italiano l’esenzione IVA temporanea sulla singola operazione di acquisto di merci destinate all’export extra UE. (Art 8 D.P.R. 663/72) Ma non potra’ essere considerata esportatore abituale maturando il diritto ad una esenzione IVA totale e continuativa anche su operazioni non inerenti ad una successiva esportazione. L’autore rimanda il lettore ad un approfondimento sulle normative dell’IVA intracomunitaria ed extra UE. 20 NORD AFRICA E MEDIO ORIENTE In questa particolare area geo -economica risultante dalla voluta fusione da parte dell’autore di due diversi contesti commerciali pressoche simili , vi sono notevoli differenze rispetto al nostro commercial environmet (UE) che risulteranno immediatamente evidenti e ci daranno modo di comprendere fin d’ora la difficolta’iniziale ne ll’approccio commerciale. Cio e’dovuto principalmente al fatto che il commercio in queste aree subisce inevitabilmente l’influenza della cultura islamica dominante. Quando parliamo di influenza ci riferiamo all’inevitabile processo di “osmosi culturale” che vista la multidisciplinarieta’ e permeabilita’ culturale del commercio internazionale consente di avere condizioni particolari durante le negoziazioni commerciali dove, volente o nolente, la cultura islamica influisce sul business management e molte volte anche sulla trattativa commerciale e la relativa contrattualistica. Di seguito avremo alcuni esempi relativi a queste problematiche, ma per introdurre brevemente il contesto, utilizzando come esempio una situazione a prima vista banale ed ininfluente , pensiamo per il momento al solo problema del “timing” ovvero la differenza Culturale nell’interpretazione della settimana lavorativa. L’operatore occidentale dovra’ considerare una problematica di carattere logistico-organizzativo, in caso di rapporti c ommerciali durevoli con clienti in quest’area. 21 E’infatti evidente che esssendo per i paesi del Nord Africa e M.O. il Giovedi’un giorno pre -festivo, il Venerdi la festa per eccellenza ed essendo altresi’ le nostre Aziende chiuse il Sabato e La Dome nica (giorni lavorativi in N.A. e M.O.) ne consegue che avremo solo TRE giorni utili per lavorare con questi clienti; Lunedi, Martedi e Mercoledi Immaginiamo ora le problematiche relative alla scadenza di determinate obbligazioni contrattuali come ad esemp io: La Certificazione delle merci, La trasmissione di documenti bancari, Le comunicazioni tra tutti gli involved parties, ovvero tutti quei professionisti ed organismi e persone giuridiche ,coinvolti in una business transaction tradizionale (Banche , Trasp ortatori, compagnie Aeree e di Navigazione, Istituti di Certificazione , Dogane ecc.) ed operanti magari in paesi diversi Saremo noi, in qualita’ di fornitori a dover gestire tutta la tempistica considerando l’handicap dovuto alla differenza del Timimg co mmerciale. Capiamo gia’ che sara’ abbastanza disagevole operare “part time” Lunedì Mercoledì quando la nostra azienda e le sue risorse umane sono impostate sul “full time” settimanale Lunedì -Venerdì Ma veniamo alle problematiche tangibili e piu’ fortement e condizionanti il commercio delle PMI italiane sui questi mercati applicando lo stesso schema analitico e piu’precisamente 1. BNT 2. INSTABILITA’ 3. NECESSITA’DI ASSICURAZIONE DEL CREDITO 4. NORMATIVE LOCALI 22 Di seguito affrontiamo nel dettaglio le varie si tuazioni che l’imprenditore dovra’ a volte affrontare durante il “dealing” con clienti di queste aree. 1. BNT BARRIERE NON TARIFFARIE Come visto nell’analisi dello scenario europeo le principali BNT che incontreremo su questi mercati saranno essenzial mente: BNT CULTURALI Molti dei prodotti piu’ diffusi nei contesti commerciali occidentali non sono ugualmente validi ed accettati, o diffusi in Medio Oriente e non proponibili mediante lo stesso Marketing Mix utilizzato in occidente; ad esempio L’intimo Femminile, Parte dell’Abbigliamemto, una vasta gamma di prodotti alimentari (Pensiamo alla additivazione nei preparati alimentari mediante l’utilizzo di grassi idrogenati di origine Suina) Bevande alcooliche ecc. Il confezionamento del prodotto e relativ o Labelling (Etichettatura) a volte deve essere modificato “ad hoc” in modo da soddisfare le esigenze del compratore o rispettare le mormative locali sulla diffusione e commercializzazione del prodotto. BNT QUALITATIVE Non tutti i paesi di queste aree accettano aprioristicamente la certificazione di qualita’ CE il che costringe alcune volte le imprese, nonostante i costi di certificazione gia’ sostenuti , purtroppo inutili per questo mercato, ma gia’ gravanti sul prodotto finito , a d onerosi test di verifica ed approvazione del prodotto prima dell’accettazione da parte del compratore. Alcuni paesi (Es. Libia ) addirittura fanno ancora riferimento per le normative di sicurezza e le caratteristiche tecnico -qualitative dei prodotti all’ormai obsoleto BS (British Standard) , constingendo i loro fornitori a certificare ulteriromente la 23 Corrispondenza o Equipollenza qualitativa di prodotti gia’ inquadrati nello standard CE al BS imposto dal compratore. 2. INSTABILITA’ Inutile soffermar si sulla ben nota instabilita’di queste aree. Per dare al lettore un’idea mi limitero’a citare, in ordine di importanza alcunì dei fattori di instabilita’presenti in Nord Africa e M.O. Instabilita’ Politica, (rischio di nazionalizzazione delle imprese, confisca, congelamento dei crediti vantati dalle imprese straniere ecc.) Instabilita’ dovuta alle variazioni o adeguamenti di provvedimenti restrittivi di carattere internazionale (Embargo, Boicottaggio ecc.) . Instabilita’Commerciale (Molte volte l’impre nditoria privata non e’tutelata come in occidente, dando luogo, indipendentemente dalla volonta’del compratore a fenomeni di insolvenza di fatto e di diritto). Instabilita’legislativa (Continua modifica alle normative locali come reazione ai provvedimenti suddetti) Instabilita’Interpretativa (Molti paesi non hanno una codificazione della norma commerciale pertanto vi e’ la possibilita’ di rescissione dalle obbligazioni contrattuali, dovuta alla legislazione imposta repentinamente da governi locali che hanno ,in alcuni casi, come base di riferimento le leggi coraniche ed in alcuni casi l’assoluta assenza di un Codice Civile o Penale o riferimenti al diritto commerciale ). A tutto cio’aggiungo comunque la costante dell’aumento della burocrazia ogni volta che interviene una delle suddette condizioni. Per ovviare ai suddetti inconvenienti, che si dovessero verificare con una commessa in corso, saremo costretti a sottoporre la nostra transazione agli adempimenti burocratici 24 imposti dalle autorita’ del p aese di destinazione necessari a non mandare all’aria il nostro business. In questi paesi , la burocrazia viaggia spesso a braccetto con la corruzione… … … .traete voi le conseguenze. Cionondimeno, per rendere lo scenario meno fosco, posso confermare al lettore (per esperienza diretta) che e’molto difficile conquistare la fiducia di un cliente Arabo, o affermarsi sui mercati mediorientali in generale. Ma una volta ottenuta una “Trustworthy relationship” e’ molto difficile che il buyer cambi fornitore. Indipe ndentemente dal prezzo! 3. NECESSITA’DI ASSICURAZIONE DEL CREDITO Vista la suddetta situazione, ci rendiamo conto della necessita’ di porre l’azienda al riparo da rischi di insolvenza del cliente dovuti a condizioni indipendenti dalla sua volonta’. Molti dei paesi presenti in qest’area sono classificati in categorie di rischio relativamnete elevate , e’ per questo che fortunatamente le imprese italiane hanno la possibilita’ di assicurare il credito con costi direttamenete proporzionali alla classificaz ione di rischio presente. Rimando il lettore ad un approfondimento delle procedure necessarie, facendo riferimento alla SACE. 4. NORMATIVE LOCALI Molto spesso in Nord Africa e M.O. non abbiamo la possibilita’di ragionare in termini commerciali con il cliente, facendo riferimento alle normative vigenti nel nostro paese, in europa, o addirituura basandoci sulle direttive emanante dalla International Chamber of Commerce (ICC). Sara’quindi necessario elaborare una contrattualistic a in lingua inglese , con relativa ed auspicabile, traduzione nella lingua del venditore (Italiano) aggiungendo le dovute clausole, non sempre incluse o sancite nelle normative internazionali suddette ma , concordabili ed accettabili entrambe le parti. 25 caso per caso da A tale proposito vi rimando all’attento studio della parte di questo quaderno che affronta il problema direttamente analizzando i contratti commerciali internazionali (In inglese). Un ultimo esempio delle difficolta’ inerenti il commecio co n queste aree e’ rappresentato da un “errore” procedurale molto spesso inconsapevolmente commesso dalle PMI , soprattutto le piccole imprese (Trading Compaies) che esportano per la prima volta verso questi mercati. (Prima fornitura) Se e’vero che la lin gua del trading e’l’inglese, ed altrettanto incontestabile e’ l’utilita’ di avere copia dei contratti in Italiano approvata dal cliente , a fini interpretativi nel caso di controversie , e’altrettanto vero che questi paesi , in magioranza di lingua Araba richiedono molto spesso la legalizzazione e traduzione dei documenti. Una volta firmato il contratto, all’atto della spedizione delle merci, ci viene richiesto di tradurre in Arabo e “Legalizzare” la documentazione relativa (Certificato di Origine, Fatt ura, Certificati di Ispezione, ecc.) Ipotizziamo un ordine di Lit. 20.000.000 Il nostro mark-up (utile lordo) e’stato calcolato in misura del 25%. Sicuri di aver battuto i concorrenti accettiamo di fornire al cliente i suddetti documenti nella forma da lui richiesta, (Molte volte conditio sine qua non per far entrare le merci nel paese di desinazione Es. Libya, Egitto, Algeria ). Ebbene il costo medio di una traduzione giurata in Arabo e’ di circa Lit. 80/100.000 a pagina. Detti documenti dovranno poi e ssere legalizzati dal consolato locale del paese in questione. Queti sono i prezzi medi in Italia: (Esempio Ambasciata Libica di Roma) Legalizzazione Certificato di Origine: Lit. 600.000 Legalizz. delle Fatture Lit. 200.000 a copia (Richieste min. 3 Cop ie) 26 Legalizzazione Certificati : Lit 600.000 COSTO TOTALE LEGALIZZAZIONE: Lit. +/- 2.000.000 !! Risulta evidente il dovere professionale dell’operatore (Export Manager) , di studiare accuratamente, prima della presentazione dell’offerta, ed in sede di determinazione delle obbligazioni contrattuali, le normative in vigore nel paese del Cliente, con particolare riguardo alle procedure di importazione. Strumento molto utile a questo scopo saranno, oltre che gli organismi ed enti di assistenza alle aziende citati in precedenza, anche quegli operatori che saranno coinvolti nella gestione della commessa , come per esempio i corrieri internazionali o le compagnie di navigazione. Nell’ambito dei servizi da loro offerti, vi e’anche una consulenza diretta duran te la fase di preparazione dei documenti di trasporto. Il livello di aggiornamento di queste aziende riguardo alle normative dei paesi di destinazione delle merci e’pressoche’quotidiano. In questo caso perticolare, l’impresa avrebbe potuto escludere dal la sua offerta , l’accettazione a fornire ,compresi nel prezzo, i documenti legalizzati. E bene infatti concentrare l’attenzione del cliente sul solo costo del prodotto e dei servizi ad esso connessi, lasciando fuori dalla trattativa i servizi accessori relarivi alla resa della merce a destino. Questi costi infatti non fanno parte della negoziazione e scissi dal Prodotto/servizio vengono altresi’ esclusi dalla trattativa e quindi dalla competizione. In questo caso/esempio il cliente con la scaltrezza tipic a degli Arabi ha chiesto ed ottenuto che la legalizzazione dei Documenti fosse compresa nel prezzo, penalizzando pesantememnte il fornitore che ha dovuto accettare per non compromettere la fornitura GIA’IN CORSO !. Averlo saputo prima! 27 GIAPPONE L’autore ha considerato questo paese un valido riferimento per una piu’ agevole conoscenza del contesto Asiatico, essendo il Giappone il paese che per antonomasia rappresenta il punto di riferimento e molte volte di partenza della promozione aziendale per una succ essiva penetrazione degli altri mercati dell’area Far East. In questo contesto sono altresi’ impegnate le nostre migliori PMI con una varieta’ merceologica molto vasta, vista la generale approvazione ed il conseguente apprezzamento del “Made in Italy” da parte dei consumatori Nipponici. Ricordo che abbiamo escluso la Cina dalla nostra analisi per i motivi ormai ben noti al lettore. Considerando gli altri paesi presenti nell’area, e vista la predominanza commerciale del Giappone in quest’ambito, potremmo quindi escludere alcuni di essi , vista la loro scarsa influenza sul volume delle nostre esportazioni oltreche’ la loro scarsa penetrabilita’ per motivi principalmente politici e conseguentemente commerciali (Es. Viet Nam, Corea, Thailandia, Cambogia, ecc.) La casistica inoltre sarebbe non confacente al carattere essenzialmente didattico di questo quaderno dato che molti di essi sono paesi dai quali principalmente importiamo . (es. Artigianato, Mobili e Arredi, ) Vediamo quale e’attualmente la situazi one che il nostro imprenditore, potrebbe incontrare affacciandosi in Estremo Oriente alla ricerca di potenziali clienti giapponesi: 28 1. BT E BNT 2. SCARSA GAMMA DI PRODOTTI PROPONIBILI 3. SISTEMA BANCARIO UNIFORMATO (LINKS) 4. QUALITY STANDARDS 5. IMPORT QUOTA 6. SPECIFICHE TECNICHE DEL PRODOTTO 7. TIMING 1. BT E BNT Abbiamo gia’visto quali potrebbero essere le BT BNT in giappone nelle pagine precedenti ma di seguito abbiamo immediatamente altri esempi abbastanza validi. 2. SCARSA GAMMA DI PRODOTTI PROPONIBILI E’questa una problematica molto sentita dagli operatori italiani. Il livello di diffusione della tecnologia in Giappone, la cultura tecnico qualitativa del consumatore, gli standard di qualita’e sicurezza, fanno si che non vi siano molti prodotti, eccezion fatt a per quelli aventi una “tipicità” , che rappresentino una innovazione o una novita’per questo mercato. Vuoi per la quasi totale autonomia produttiva e capacita’a realizzare “copie” molto spesso migliori degli originali, vuoi per la diffidenza generale d egli importatori, e’ relativamente difficile penetrare il mercato nipponico senza passare per verifiche e certificazioni o senza l’ausilio di distributori locali. E’ in sintesi difficile far accettare al potenziale cliente, durante la fase di promozione del prodotto, la sua “novita’“ ed esclusiva caratteristica Tecnico Qualitativa, che verrebbero invece riconosciute sulla maggior parte degli altri mercati. Alcuni prodotti invece usufruiscono di canali preferenziali dati dalla loro popolarita’induscussa (E s. la Moda Italiana, Il Cibo, La Cultura, ecc.) 29 1. SISTEMA BANCARIO UNIFORMATO (LINKS) Le transazioni commerciali ed i relativi pagamenti hanno di contro una buona fluidita’, una asssenza pressoche’ assoluta di burocrazia bancaria, dovuta ai links diretti d ella quasi totalita’ delle banche giapponesi con le loro “Corrispondenti” in Europa 2. QUALITY STANDARDS Il marchio CE e’generalmente accettato, ma molte volte le PMI Italiane hanno dovuto modificare il loro prodotto per adeguarlo agli standard di Qualità/sicurezza locali, piu’elevati rispetto all’europa in generale. 3. IMPORT QUOTA A volte il contingentamento di alcuni prodotti ha causato delle difficolta’ alle imprese italiane allorquando per decisioni unilaterali del governo giapponese sono stati applicati limiti all’importazione in maniera intempestiva se non addirittura repentina. 4. SPECIFICHE TECNICHE DEL PRODOTTO Il livello di attenzione dell’importatore giapponese verso le caratteristiche tecniche di un prodotto e’alcune volte vicino al parossismo. La cura maniacale della specializzazione delle risorse umane in questo paese, fa si che molte volte il nostro interlocutore preposto al controllo qualitativo e/o tecnologico sui prodotti , per la loro successiva approvazione, costringa il fornitore ad esten uanti procedure di “sampling” (Campionatura) ed ad una discussione tecnico commerciale molte volte esasperata . Inoltre la cultura aziendale Giapponese non contempla una autonomia decisionale dei managers . Tendenzialmente le decisoni di carattere strategi co e/o commerciale (Acquisti) vengono prese dal managing team aziendale al completo.! 30 Pertanto non vi sara’mai la certezza della approvazione o accettazione della nostra offerta senza una previa analisi da parte di diverse persone fisiche e delle loro rel ative specializzazioni. In pratica una decisione che potrebbe essere presa rapidamente in un contesto tradizionale viene sottoposta in Giappone ad un esame collettivo. 5. TIMING Importantissimo il rispetto dei tempi nella fase negoziale. Sulla puntualita’ e sulla precisione molte volte sono basate le valutazioni del fornitore da parte del cliente. Il mancato rispetto della data di presentazione di una offerta, lo sconto promesso e poi non applicato per motivi contingenti, il ritardo nell’invio di documenti o anche della sola corrispondenza epistolare sono elementi di valutazione del fornitore, molto importanti per il cliente giapponese. L’approssimazione e la procrastinazione degli impegni, molto frequente nella nostra cultura commerciale, anche se dovuti a cause non dipendenti dal nostro operato , sono considerati quasi una mancanza di rispetto. La nostra politica commerciale quindi dovra’ tener conto di questi fattori ed esigenze , il rispetto dei quali a volte, indipendentemente dal prezzo e dalla presenza di competitors . puo’rappresentare una carta vincente. In sintesi , piu’ci avviciniamo alle difficili ed in certi casi assurde richieste del potenziale cliente mostrando una efficienza ed una solerzia vicine ai loro standadr lavorativi, e piu’ avremo p ossibilita’ di essesre valutati un fornitore EFFICIENTE in primis ed un partner affidabile in secundis. 31 U.S.A Questo mercato , dopo l’Europa e’la seconda rilevante fonte di fatturato export per le nostre PMI. Forte di una cultura molto vicina a q uella europea, dotato di recettivita’elevata nei confronti del “Made in Italy” il mercato americano e spesso uno dei primi obbiettivi, su cui si focalizza l’attenzione della maggior parte delle imprese italiane che tentano una prima espansione sui mercati esteri. Potremmo dire che una volta affermato il nostro prodotto in USA otteniamo una automatica referenza per tutti gli altri contesti commerciali . Fortemente legato alle normative internazionali, salvo alcune eccezioni che vederemo di seguito durante l o studio degli Incoterms, condizionanti in molti campi gli standard tecnico -qualitativi del resto del mondo, questo mercato merita particolare attenzione anche per la facilita’ di penetrazione di alcuni prodotti appartenenti a particolari settori merceolo gici, trainati da marchi famosi (Brand Names), come precedentemente discusso nella nostra analisi di carattere generale. Cionondimeno, il forte senso di autosufficienza tecnologica, (Potremmo quasi dire Autarchia), la assoluta autonomia per l’approvigion amento della maggior parte delle materie prime (Raw Materials), la forte dipendenza del mercato dai sistemi della grande distrobuzione organizzata (GDO) e degli importatori (Wholesalers, Distributors, Dealers ecc.) pone gli americani in una posizione pr econcetta di titubanza verso il direct trading. In molti settori e’necessario se non indispensabile appoggiarsi ad importatori autorizzati che monopolizzano il mercato ed i suoi canali di accesso , condizionando la politica commerciale delle di imprese e stere. 32 In sostanza il cliente finale o il “final User”(Consumatore) preferisce le garanzie date da imprese nazionali che hanno a loro volta sopportato l’onere burocratico-fiscale dell’operazione di importazione. Il settore dei Vini e’un valido esempio: a parte i fenomeni protezionistici atti a proteggere i produttori californiani, che hanno generato nel tempo un progressivo aumento dei dazi su questo prodotto, e’praticamente impossibile per un produttore italiano, presentarsi sul mercato direttamente senza appoggiarsi ad una rete distributiva locale, che prediligendo il prodotto nazionale, cerchera’ di condizionare gli acquisti al rispetto delle condizioni da lui dettate. Consideriamo che in alcuni stati l’importazione di vino ,effettuata da persone giuridiche diverse dagli importatori autorizzati (ad esempio una catena di ristoranti italiani che volesse approvigionarsi direttamente utilizzando un rapporto diretto col fornitore italiano) rappresenta un reato amministrativo. Il nostro consueto decalogo delle verifice necessarie sara’pertanto il seguente: 1. FORTI BT E BNT (Contingentamento- Protezionismo) 2. QUALITY STANDARD E CERTIFICAZIONE (es.FDA) 3. DIFFERENTI LEGGI E NORMATIVE (INCOTERMS) 33 1. FORTI BT E BNT Barriere tariffarie sempre presenti ed in continuo aggiornamento sono rappresentate soprattutto dai dazi imposti sui prodotti alimentari . Nonostante le assicurazioni e gli accordi bilaterali formalizzati in passato anche in ambito WTO, gli USA si arrogano il d iritto di modificare unilateralmente ed in certi casi arbitrariamente i dazi su alcuni prodotti , allorquando le associazioni di produttori locali (Lobbies) molto influenti e condizionanti finanche il congresso USA, premono per la limitazione delle importazioni ventilando lo spauracchio del conseguente ridimensionamento occupazionale dovuto al calo delle vendite. Esempi validi sono gia’ stati forniti al lettore, la casisitica e’comunque molto vasta e renderebbe questo capitolo relativamente dispersivo se dovessimo citarli tutti. Sintetizziamo per praticita’e consideriamo di dover predisporre una tipologia di prodotto che avra’ possibilita’ di penetrazione direttamente proporzionali alla sua originalita’ e tipicita’, minore sara’ la presenza di prodotti si milari sul mercato Usa maggiore sara’ la possibilita’ di eludere queste barriere inquadrando il prodotto in una categoria non sufficentemente rappresentata dai produttori locali e quindi non penalizzabile a livello doganale . Esempio 1: Marmi per edilizi a ed arredamento: Il “Bianco di Carrara”utilizzato nell’edilizia sia per le finiture esterne degli edifici sia per la pavimentazione interna ed il rivestimento delle abitazioni, rappresenta in alcuni paesi (USA inclusi) quasi uno status symbol. Pur essendo simile ad altri inerti commercializzati in USA e’ pur sempre un prodotto tipico la cui forte domanda inficia i tentativi di imprese estrattive americane di proporre prodotti similari non aventi le caratteristiche del marmo italiano famoso in tutto il mo ndo come “White Carrara Marble”. Esempio 2: La pelletteria Italiana. Cito la first lady Hillary Clinton: “Nothing can compete with the italian leather !” 34 Pur avendo in America una forte presenza di produttori di capi di abbigliamento in pelle, il mercato predilige la manifattura delle pelli italiane, I metodi utilizzati per la concia, la tintura e la fattura e la confezione di capi di abbigliamento in pelle italiani , non hanno eguali nel mondo. Questa forte particolarita del prodotto , appartenente peral tro molto spesso al settore dei beni di lusso, rende pressocche’inutili gli aumenti del dazio, il final user sara’sempre disposto a sopportare un costo maggiore pur di acquistare un prodotto aprioristicamente garantito per qualita’ e stile, dalla sua ste ssa origine ( Made in Italy) . 2. QUALITY STANDARD E CERTIFICAZIONE (es.FDA) Il marchio CE non sempre e’sufficiente a garantire l’importatore per quanto riguarda l’accettazione da parte dei consumatori. Molto spesso il Sampling (Campionatura) e’ nece ssario per dar modo al compratore di sottoporre all’approvazione del mercato il prodotto proposto. Abbiamo gia’visto che e’frequente la possibilita’di vedere assoggettati i nostri prodotti alla verifica da parte di Enti esterni (es.FDA) prima dell’au torizzazione all’entrata. Sara’ bene quindi che l’impresa predisponga le opportune modifiche al processo produttivo per i lotti di prodotto destinati agli USA. Il preventivo studio delle normative locali, degli standard di sicurezza e qualita’ vigenti, sara’necessario onde valutare i costi iniziali ed il conseguente ritorno economico previsto. Rammento al lettore i settori in cui queste verifiche sono piu’condizionanti e limitative: Qualita’Sicurezza, Labelling (Etichettatura) Origine, Componenti. 35 COME PRESENTARE LA NOSTRA AZIENDA AGLI OPERATORI STRANIERI Immaginiamo ora il nostro piccolo imprenditore, quello che stiamo accompagnando nel suo “cammino virtuale” verso la prima operazione Export . (ricordate?) Molte volte l’idea iniziale di promuovere su di un mercato estero un prodotto/servizio della nostra azienda nasce dall’iniziativa personale dell’imprenditore , il quale gia’ ha visto affermarsi con successo il proprio prodotto sul mercato nazionale. La qualita’ e’ stata certif icata CE così come l’azienda ha ottenuto la certificazione ISO 9002. I clienti nazionali sono soddisfatti ed a seguito di verifiche iniziali o contatti diretti e’ormai identificata una domanda diffusa anche da parte di (Potenziali) clienti esteri. L’errore putroppo piu’ frequente, nell’ambito delle piccole e piccolissime imprese, e’ quello di fare piu’ o meno le seguenti considerazioni: < “ Il mio prodotto e’OK, certificare la qualita’mi e’gia’costato parecchio (CE), la mia azienda puo’ offrire un ottimo servizio (ISO 9002) il mercato locale e’ coperto (Agenti e Distributori) ,ho capacita’ produttiva per quantita’ maggiori, mio figlio, che lavora in azienda, parla bene l’inglese… … .... 36 OK! Costituiamo un’altra Srl o variamo il nostro statuto ed Esportiamo !! “ >. Piu’che di errore potremmo parlare di ingenuita’. Il pensare che esportare i nostri prodotti in Egitto negli USA , o in Giappone, così come qualsiasi altro paese (soprattutto extra UE) sia piu’ o meno come venderli e consegnarli ad un nostro cliente Italiano o addirittura Europeo e’ proprio una ingenuita’(per usare un eufemismo). Ma vi garantisco, questa situazione e molto frequente. Non a caso si usa dire che le aziende di Import -Export nascono e muoiono come i funghi. Abbiamo teste’ concluso la nostra analisi dei mercati internazionali evidenziando solo alcune delle problematiche relative all’export. Piu’ andremo avanti nella lettura di questo quaderno piu’ci renderemo conto che la conoscenza della lingua non e’ tutto, che la maestr ia nel vendere sul mercato locale non implica necessariamente la capacita’di muoversi altrettanto bene in contesti ed ambiti competitivi internazionali, ottenendo gli stessi risultati. E’infatti poco diffusa tra le PMI la conoscenza delle procedure e del le normative Export, e l’avventurarsi da soli nel trading internazionale (per risparmiare le onerose parcelle di commercialisti , avvvocati, o consulenti specializzati in questo settore), senza il minimo appoggio logistico promozionale (Es. ICE) causa un a molteplicita’di problemi alcuni dei quali vi saranno mostrati nei prossimi capitoli, ma che potrebbero essere sintetizzati , per intanto,nel seguente assunto:Dato un fatturato export delle PMI italiane di Lit. 419.124 miliardi, (1999 Fonte: Istat) , circa il 50% dei crediti derivanti da esportazioni rimane totalmente o parzialmente insoluto. O meglio, subisce ritardi, viene congelato dalle banche, viene gravato da penali o trattenute (retentions) , o addirittura torna al destinatario (con le merci gia’a destino !) ecc . 37 Le Cause piu frequenti : Irregolarita’formali, vizi procedurali, incompletezza dei documenti, inadeguatezza delle procedure, incomprensioni tecnico -legali (discrepancies) , ritardi , mancate certificazioni, errore nell’uso degli ac ronimi indicanti le condizioni e le obbligazioni contrattuali (INCOTERMS) ecc. ecc. Vi lascio immaginare il costo degli interessi passivi per il ritardato pagamento, quando l’azienda e’una trading company ad esempio, e si e’gia esposta con i suoi fornito ri prevedendo un rientro dei costi in un determinato lasso di tempo, avendo concordato un pagamneto con scadenza precisa con il suo cliente estero. Le spese legali e le difficolta’(a volte l’impossibilita’) di gestire un contenzioso o una risoluzione di c ontroversie commerciali. Il tutto non sempre per responsabilita’ o volonta’ del cliente, quindi non per insolvenza della controparte, o per truffe (peraltro abbastanza frequenti nel commercio internazionale). Insomma … .inesperienza ed approssimazione. E’vero che non possiamo essere dei “tuttologi” o degli esperti di commercio internazionale, ma altresì e’ innegabile che una minima verifica pre -vendita dovrebbe essere fatta prima di esporsi con una spedizione di merci verso l’estero. Vediamo allora di seguito i fondamentali parametri di verifica da considerare durante la fase iniziale, quando la nostra ditta si affaccia sul mercato X per promuovere il prodotto Y. La loro validita’e’pressoche’costante indipendentemente dal mercato scelto o dalla tipologia del prodotto . 38 PRESUPPOSTI: • SCELTA DEL MERCATO • ANALISI DELLA CONCORRENZA • ANALISI DELLA DOMANDA • SCELTA TIPO DI PROMOZIONE • LOCAL PRICE • ASSISTENZA – CONSULENZA- SERVIZI • COSTI Questa prima tabella ci da una idea delle principali verifiche che l’impren ditore dovrebbe fare prima di affacciarsi sul nuovo mercato. Mi rendo conto che le voci di seguito inicate rappresentano una estrema sintesi dei concetti che sono piu’ facilmente sviluppabili in aula, durante le lezioni e con i dovuti esempi. Ma consideri amo la seguente lista di verifiche come un decalogo di base sul quale l’operatore sapra’applicare le dovute modifiche e/o interpretazioni caso per caso. SCELTA DEL MERCATO Analisi socio politico economica del paese. (Reddito pro capite) Posizione geografica. (Per i trasporti) Conoscenza dell’imprenditoria locale. (Interlocutori diretti) ANALISI DELLA CONCORRENZA Altri Operatori Italiani presenti (Concorrenti) Operatori Locali (Produttori o importatori) Brand Names (Delocalizzazione produttiva ) 39 ANALISI DELLA DOMANDA Qualita’richiesta (Standard vigenti e/o accettazione CE) Tipicita’o Tipologia del Prodotto (Il prodotto e’gia’conosciuto?) Specifiche Tecniche (Safety Satndards vigenti e prestazioni) Tenders (La domanda proviene da enti pubblici o b andi di gara?) SCELTA DEL TIPO DI PROMOZIONE Mailing (Costoso ed Obsoleto per alcuni paesi) “On Site” Promotion ( Viaggi e Missioni commerciali dirette) Fiere e Congressi (Settoriali ed inerenti il ns.prodotto/servizio) ICE (Molteplicita’e Varieta’di servizi promozionali offerti) Advertising (Canali di pubblicita’diretta tramite network locali) LOCAL PRICE Indagini di Mercato (Tramite le Ambasciate o le Camere di commercio locali) Price Lists (Listini della concorrenza prezzi ottenibili localmente) ASSISTENZA - CONSULENZA - SERVIZI Legale (Consulenti ed operatori disponibili in loco) Doganale (Fare riferimento ai ns. spedizionieri) COSTI Logistica Legalizzazione dei documenti Dichiarazioni Certificazioni e tests 40 La suddetta scaletta di verif iche sara’ comunque adeguata di volta in volta a seconda del mercato o delle normative in vigore nel paese scelto . Sottolineo l’importanza della consulenza offerta, nell’ambito del servizio di trasporto, dagli spedizionieri e dalle compagnie di navigazion e. Queste persone giuridiche, costantemente in contatto con le realta’logistico legislative dei paesi di destinazione finale delle merci, sono in grado di verificare direttamente ad ogni singola spedizione (In tempo reale), le eventuali variazioni procedu rali e legislative, oltreche’ doganali che dovessero intervenire. Il loro aggiornamento e’ costante e riguarda non solo le legislazioni doganali vigenti nel paese estero, ma altresì le classificazioni doganali dei prodotti per ciascun settore merceologico, le tariffe doganali in vigore al momento dell’esportazione ed eventuale documentazione (staordinaria) necessaria di volta in volta e paese per paese (Es. legalizzazione e traduzione dei documenti - vedi capitolo Nord Africa e M.O.) Inoltre in alcuni p aesi, anche se il nostro cliente non e’tenuto ad informarci a riguardo durante la negoziazione e la fase di redazione del contratto, e’ necessaria la Licenza di Importazione da parte del ricevente le merci. In alcuni casi ci si potrebbe trovare ad affront are la spiacevole situazione nella quale , al momento della consegna il cliente non ha potuto “sdoganare” e “nazionalizzare” le merci poichè non in possesso della licenza o per cessata validita’o revoca della stessa . Sara’ necessario allora, con le merc i ormai scaricate al porto o aeroporto di destino , attendere che il cliente regolarizzi la sua posizione nei confronti delle autorita’locali. 41 Nel caso di Pagamento al ricevimento merci, il problema sarebbe a dir poco fastidioso per il fornitore, ormai impossibilitato a rientrare in possesso delle merci stesse in caso di inadempienza o ritardi dovuti ad una burocrazia estera non facilmente gestibile/controllabile. Raccomando pertanto un po’di opportunismo, allorquando commissioniamo un trasporto intern azionale al nostro corriere, nel chiedere lo stato attuale delle normative import del paese del nostro cliente. Questo, onde evitare spiacevoli inconvenienti, contestazioni ed errori procedurali nella redazione dei documenti, che causerebbero impedimenti a lla normale gestione della commessa (ricezione e pagamneto delle merci da parte del cliente) . Passiamo ora alla parte piu’ importante di questa fase iniziale della Presentazione della nostra azienda agli operatori stranieri. Non e’ sempre vero che la metodologia seguita nel nostro paese per far conoscere la nostra azienda mediante comunicazioni epistolari o pubblicitarie sia valido per le culture di riferimento (paese straniero), o sia confacente alle metodologie di comunicazione comunemente diffuse e c onosciute nell’ambito commerciale del nostro potenziale cliente. Per avere un valido esempio della onnipresente differenza legislativa tra un paese e l’altro pensiamo ad uno dei piu’ diffusi metodi di comunicazione e presentazione aziendale comunemente di ffuso in Italia fino a poco tempo fa: La pubblicita’diretta tramite “Mailing”. Questo metodo consiste nell’acquisire dati identificativi dei potenziali clienti (Indirizzo , Tel,. Fax, ecc) mediante i Databank di organismi associativi o pubblici come le Camere Di Commercio le Associazioni Settoriali di Imprese, gli Uffici Commerciali delle Ambasciate ecc. Una volta in possesso degli indirizzi ed effettuata una prima scrematura delle aziende non costituenti un Target per la nostra proposta , si procede all ’invio di Brochures o Depliants esplicativi della nostra Azienda. 42 Con l’avvento della Legge 675/92 sulla privacy, in Italia questo metodo no e’ piu’applicabile. Gli enti ed organismi suddetti non sono piu’ autorizzati al rilascio delle informazioni riguar danti i loro iscritti , salvo esplicita approvazione degli stessi. Pertanto la spedizione di pubblicita’di qualsiasi tipo all’indirizzo del possibile cliente, senza la sua autorizzazione prefigura un reato. Ma questo e’riferito al mercato italiano ed al la legislazione vigente nel nostro paese. Abbiamo detto nelle pagine precedenti che il nostro piccolo imprenditore ha gia’ ottenuto informazioni riguardo alla presenza di una domanda da parte di clienti esteri. Presupponendo quindi di avere gia’ un plaf ond di indirizzi e riferimenti identificativi degli operatori da raggiungere con il nostro messaggio promozionale, il sistema piu’ efficace per un primo approccio, nonostante l’avvento di sistemi di comunicazione piu’ moderni (internet) a livello internazi onale rimane sempre il FAX. Sara’nostra scelta se utilizzare il fax o spedire direttamente per posta la nostra “promotion”, questo dipendera’dal numero di aziende da contattare e dalla loro distanza geografica (location), quindi dal costo totale di que sto primo approccio. Generalmente una lettera spedita via fax e’ sempre il metodo piu’ efficace e razionale per raggiungere lo scopo. Pertanto vediamo quali sono gli steps fondamentlai per predisporre la lettera di presentazione che sara’come una carta d i identita’della nostra azienda e dara’ subito una prima impressione e possibilita’ di valutazione al ricevente (Recipient). 43 Indipendentemente dalle dimensioni della nostra ditta e’ sempre raccomandabile predisporre il tutto su di un singolo foglio A4 • Una pagina sola infatti non e’invasiva. • Da subito una idea delle nostre capacita’di sintesi • Raccoglie le informazioni in un singolo foglio facilmente leggibile senza tediare il ricevente . • Diverse pagine oltre ad essere mal recepite (Stiamo rubando tempo ad un altro imprenditore) potrebbero risultare , in questo stadio iniziale eccessivamnete prolisse, e quindi finire nel cestino o lette con distrazione. • Possiamo dare tutte le informazioni necessarie al cliente in una ventina di righe. • Rimane in tal modo la possibilita’ di un successivo 44 contatto INTRODUCING OUR COMPANY (PROFILE) La tabella seguente ci da modo di riassumere le informazioni essenziali che il nostro cliente dovra’subito ricevere,. Cominciamo anche ad usare un po’di Ingl ese Commerciale. La lettera dovra’ indicare tre topics principali: La struttura , Il Prodotto e le Referenze. STRUCTURE___________________________ • ATTENTION OF • DATE OF CONSTITUTION • STAFF MEMBERS AND OWNERS • YEARS IN THE MARKET • RANGE OF PRODUCT • YEARLY TURN OVER • FACILITIES and BRANCHES PRODUCT____________________________ • RANGE OF ITEMS OR COMMODITIES • QUALITY • OFFERED SERVICE • OFFERED QUALITY • CURRENT STANDARDS 45 REFERENCES_________________________ • PARTNERS • MAIN LINE OF BUSINESS • TYPE OF CUSTOMERS • CURRENT CUSTOMERS Prima di passare ad alcuni esempi pratici, di seguito motiviamo la scaletta teste’evidenziata. LA STRUTTURA ATTENTION OF Dovremo indirizzare la lettera se possibile ad un nostro omolog o ovvero il titolare, non conoscendolo richiederemo l’attenzione dell’ Import Manager o del Managing Director DATE OF CONSTITUTION Nelle prime righe di presentazione dovremmo indicare l’anno di costituzione dell’azienda (anni di attvita’= Esperienza+qua lita’) STAFF MEMBERS AND OWNERS Le nostre risorse umane danno un’idea di massima della organizzazione Aziendale (Propieta’, Management, Venditori, Distributori ecc.), YEARS IN THE MARKET Non e’ necessariamente vero che se l’azienda e’ stata costituita 20 anni fa siano vent’anni che commercializziamo il particolare prodotto che stiamo proponendo. (ES. Le Sorelle Fendi Spa hanno iniziato a fare Borse , Scarpe e Pelletteria dopo 20 anni di sola Pellicceria). RANGE OF PRODUCT Diamo un’idea al cliente dell’in tera gamma di prodotti senza necessariamente spedirgli un catalogo completo 46 YEARLY TURN OVER Dare informazioni sul nostro fatturato e’ precisa scelta dell’imprenditore, qualora si volesse comunicare questo dato per dare una piu’immediata idea delle nostre performances e potenzialita’ aziendali esprimeremo SEMPRE il valore in US$. FACILITIES and BRANCHES Se la nostra struttura e’composta anche da filiali e/o agenzie indichiamole con precisione , esse sono il segno tangibile di una nostra avvenuta espansion e nel tempo (Successo consolidato) IL PRODOTTO RANGE OF ITEMS OR COMMODITIES Indicheremo nella nostra presentazione la gamma completa (per settore) di articoli o prodotti dell nostra azienda . Nota: Vi e’una differenza tra i due suddetti termini ingle si: ITEMS = Articoli in generale , estratti da una gamma di prodotti COMMODITIES = Prodotti non lavorati (es. Legname, Ferro, Cemento, Marmo, prodotti agricoli e sementi ecc. ecc.) Definizione piu’ specifica per le materie prime = RAW MATERIALS QUALITY Standard di qualta’offerti sul prodotto (Es. CE) OFFERED SERVICE Servizio post-vendita , come ad esempio le parti di ricambio o l’installazione e collaudo di macchinari e relativo Training del porsonale locale. OFFERED QUALITY Certificazione di qualita’ dei servizi offerti alla clientela (ISO 9000) CURRENT STANDARDS Eventuali equiparazioni (Omologazioni) agli standard internazionali extra UE di qualita’e sicurezza ottenuti dall’azienda 47 LE REFERENZE PARTNERS Citeremo eventuali aziende associate o l a nostra appartenenza ad un gruppo. MAIN LINE OF BUSINESS Principale linea di affari. Volendo proporre solo una gamma di prodotti sui mercati esteri citeremo la nostra specificita’o specializzazione aziendale e/o preminente attivita’. Es. Barilla SpA ha come main line of business la Pasta di Grano Duro ma esporta in alcuni paesi solo linea cucina (Es. Sughi, Preparati per Cucina ecc.) TYPE OF CUSTOMERS Con quali clienti lavoriamo sul mercato locale? Enti Pubblici, Istitutzioni e Grandi Aziende sono un ottima referenza. Fornire uno o piu’enti di Pubblici , significa automaticamente avere le capacita’ e le credenziali per partecipare a gare pubbliche ed acquisire commesse, fornendo le dovute garanzie finanziarie. CURRENT CUSTOMERS Indicheremo alcuni cl ienti attuali se conosciuti internazionalmente. Molte aziende forniscono queste informazioni direttamente sulla carta intestata, allorquando inseriscono durante la stampa i Logo delle grandi aziende alle quali sono legate come fornitori. Abbiamo notato molte volte , ad esempio, come in Gran Bretagna alcune aziende pongano sulla loro Letterhead il logo della Casa Reale, per mostrare come referenza che il loro prodotto ha trovato approvazione anche da parte di questo cliente. Questa “marchiatura” peraltro au torizzata dal cliente stesso e’spesso presente anche sul Packaging del prodotto stesso. Lo stemma dei Windsor o di uno dei componeneti della famiglia, seguito dalla frase: “By Appointmenf of… .” ecc.ecc. 48 Vediamo allora di seguito con l’aiuto di alcuni docu menti originali, alcuni esempi di presentazione dell’azienda per evidenziarne gli errori e le inesattezze e le relative impressioni sucitate nel ricevente (il lettore) ovvero l’azienda potenziale cliente. Ho inserito volutamente delle “introductions” prov eneienti da contesti come i medio oriente o l’asia per dar modo al lettore di notare la validita’delle verifiche da farsi (vedi capitoli precedenti) in questi casi la cronologia non e’importante, la data del documento infatti e’ ininfluente nella nostra analisi, che riguarda peraltro solo gli “errori di fondo”. Dobbiamo altresi’ essere preparati, nel caso di messaggi provenienti dall’estero, (non via e -mail) ad una qualita’di ricezione non ottimale, pertanto l’autore si scusa per la non buona qualita’d elle immagini 49 50 Questa Azienda si presenta dandoci delle informazioni che rasentano l’autoapologia. Avendo letto il messaggio (una singola pagina A4) con attenzione le nostre impressioni saranno le seguenti: Attivita’: Circa 30 anni (constitution in 1970) Fatturato : 200 milioni di USD !! ?? Mercati: Usa e Giappone Prodotto: Mobili e arredi in Generale Questi signori vorrebbero comprare da noi, ma cosa? Se hanno un fatturato di 500 miliardi (200 milioni di US$) pe rche’ci scrivono con una macchina da scrivere simile a quelle usate negli anni 70? non hanno 500 dollari per comprarsi un computer e 100 dollari per una stampantina un po’ piu’decente? Se hanno distributori e rappresentanti in 350 agenzie e paesi diversi perche’ vogliono sapere i nostri prezzi (e di cosa?) E’possibile chiedere i cataloghi di tutte le gamme di prodotti da loro citati? Non sanno che solo un catalogo per Cucine o Per camere per ragazzi potrebbe essere di 200 pagine? Come fanno a sapere che la nostra qualita’soddisfera’i loro clienti, se ancora non conoscono il nostro prodotto e la nostra azienda? Prima Impressione: Troppa enfasi, poca chiarezza, Possibile perdita di tempo. Non possiamo infatti inviare prezzi in prima battuta, ne’contare s ulla serieta’ dell’interlocutore. La presentazione risulta percio’inattendibile, inefficace e “cestinabile”. Mi rendo conto dell’estrema sintesi dell’analisi teste’ conclusa, ma teniamo presente che dobbiamo decidere se rispondere o no con la sola lettur a della loro “introduction”. Vediamo allora un altro esempio piu’valido ed efficace. Il fax ci da modo di identificare immediatamente una Azienda molto seria con la quale potremmo eventualmente cominciare ad avere degli scambi 51 52 I dati identificativi dell’azienda ci sono quasi tutti. In particolare: Anno di costituzione. Risorse Umane dell’azienda, Prodotti, Forze di Vendita, Una buona e riconosciuta (premiata) imprenditoria gerente il business, C lienti e Referenze, Agenzie in tutto il paese (Vedi indirizzi a fondo pagina) qualita’ dei prodotti (Vendono agli USA ed all’Europa) Ottime referenze, eventualmente verificabili, (vedi clienti Serviti). E’il caso di dedicare loro del tempo e contattarli, potrebbero essere dei validi fornitori. Pertanto sintetizzando alcuni degli errori evidenti del primo esempio, e prendendo come dima le buone informazioni ricevute nel secondo, potremmo dire che una buona presentazione aziendale da parte di una PMI Itali ana potrebbe essere redatta come segue. Nella pagina successiva infatti , e facendo riferimento allo schema di pagina 44, abbiamo elaborato la nostra introduction , dando all’azienda italiana un nome di comodo e predisponendo come esempio un Fax da inviare a tutti i potenziali clienti. Il settore preso ad esempio e’quello delle apparecchiature mediche e relativi prodotti/accessori. Simuliamo di dover contattare alcuni operatori sudafricani tramite l’assistenza dell’ufficio ICE di Johannesburg, che ci ha ch iesto infatti di inviare una presentazione dell’azienda da trasmettere via “mailing”ai potenziali clienti che il loro Trade Analist identifichera’localmente. Inviamo pertanto un testo base che il funzionario ICE trasmettera’e discutera’ (in caso di feed -back) con gli operatori locali prima di fissare eventuali appuntamenti o fornirci gli indirizzi delle ditte interessate. Forniamo quindi (in una sola pagina) il maggior numero di informazioni possibili ad identificare le potenzialita’della nostra impres a. 53 I nomi sono quasi tutti di comodo (simulazione) cosi’come gli indirizzi ecc. ma il testo rappresenta una buona dima di riferimento anche per altri settori merceologici OLIVIERI MEDICAL Via Mario Rossi - Roma Tel. +39.06xxxxxxxxxx Fax. +39.06.xxxxxxxxx e-mail : [email protected] FAX MESSAGE TO : ICE - Johannesburg ATT.N : Mrs. B. Santarelli e-Mail : [email protected] DATE : June 11th , 2001 SUBJECT : INTRODUCTION OF OUR COMPANY TO SA OPERATORS Dear Sirs, We are indebted with ICE Italian Institute for Foreign Trade (Jo’burg Office) for assisting us in introducing our company to your kind attention. We would like to introduce ourselves as one of the leading companies in Italy for medical supplies. The company has been constituted in 1990 and since then we have been involved in the field of Medical supplies We have our own net of sellers and representatives, promoting Olivieri Medical on many European and overseas markets and we also export several medical products. We have, over a period of time, gained acceptance of our quality products and services and also our company in various segments of the medical market in Europe as well as in many african countries, namely the Defense and armed 54 Forces in Italy , State government Hospitals, Municipal Corporation Hospitals, as well as private Doctors and Surgeons and Hospitals. We actually are present on the a.m. market with a yearly turn over of USD 4.600.000 (1998) We have established a network of dealers and sales representatives which, of course, keeps growing, in order to cater the needs of the above mentioned countries. We have also gained certain element of acceptance from some distribution companies which has enabled us to export several lines of single use items and disposables even to developing countries (Ivory Coast, Burkina Faso,Libya, Senegal, Cameroun, RSA, Egypt, Rep.of Macedonia) Due to our mutual relationship with several European and American companies we have kept ourselves abreast with the latest technology and we are proud to say we are offering the best product-mix for single use items and disposables in the above mentioned areas, being able to supply a limitless range of items and brand names when required. We attach herewith our range of products and services for your ready reference. Should you be interested in some item from the following list, or currently importing some of them from Europe, please do not hesitate to contact us or confirm your availability to meet us in your country. We will be glad to provide you with our catalogues, enabling you to compare our prices and services with you current suppliers . Thanking you in advance for your attention, please accept our best regards. NOTA: Per tutti coloro che hanno gia’ avuto modo di approfondire questi esempi così come molti altri , in aula durante le mie lezioni, (Es. i Partecipanti 55 ai corsi ICE) rammento che la casistica e’ molto vasta e che i due esempi suddetti sono stati scelti tra tanti ed inseriti da soli nel presente quaderno per motivi di spazio. Ci sono volute infatti circa 4 ore di lezione per esaminarne una decina e ci sarebbero volute, il lettore comprendera’ senz’altro, decine di pagine per esaminarli tutti e per iscritto nel dovuto modo. Il nostro piccolo/medio imprenditore sapra’comunque valutare di volta in volta le informazioni ricevute e prendere spunto per la presentazione della sua azienda agli operatori stranieri. La lettera della pagina precedent e comunque, rappresenta una valida base di partenza. Il lettore non dovra’ fare riferimento solo ai due esempi teste’ proposti, ma valutare anche da che mercato essi sono stati inviati , da quali mercati ricevera’ i “reali” messaggi promozionali in futuro e valutare determinate informazioni anche in base agli schemi di riferimento ed ai “Decaloghi” studiati nei capitoli precedenti. Vediamo ora come dovremmo comportarci nel caso ci pervengano delle RICHIESTE DI OFFERTA dall’estero, a seguito della nostra promozione. Avremo alcuni esempi volutamente presi dalla documentazione in possesso del sottoscritto, e provenienti da Paesi non necessariamente legati agli standard lavorativi di efficienza e procedura che siamo abituati a vedere nel nostro paese ed in Europa in generale. Alcune delle richieste di offerta seguenti hanno pero’ rappresentato la possibilita’ di una reale vendita di merci, per importi in alcuni casi anche significativi. Non lasciamoci quindi impressionare dallo a volte pessimo “look” dei messa ggi che a prima vista possono sembrare inattendibili e provenienti da aziende inaffidabili o inefficenti, ma basiamo bensi’ la nostra valutazione sulle informazioni in essi contenute.. 56 Nel caso del Medio Oriente non vi sono spesso le stesse condizioni di l avoro o possibilita’ che abbiamo gia’ approfondito durante l’analisi dei mercati internazionali. VALUTAZIONE DI UNA RICHIESTA DI OFFERTA DALL’ESTERO Supponiamo ora di aver inviato ai nostri potenziali clienti, seguendo la metodologia teste’ studiata, la n ostra presentazione aziendale e di aver ricevuto dei feed-back positivi da alcuni di essi. Lo scopo era quello evidente di vendere i nostri prodotti, a seguito di una richiesta precisa da parte di alcuni degli operatori esteri contattati. E’gia’un buon risultato aver ricevuto delle risposte da alcuni di loro, significa infatti che la nostra promozione e’stata fatta nel dovuto modo, generando un interesse preciso e convincendo l’azienda staniera a chiedere maggiori informazioni ovvero i prezzi dei prodott i offerti, per avere una prima possibilita’ di valutazione. Non sempre pero’ dietro una richiesta di offerta si nasconde un preciso interesse per successivo acquisto. Dobbiamo tener conto che molte volte le richieste di offerta rappresentano , per i richiedenti, anche un modo per avere dei riscontri immediati sulla convenienza dei loro fornitori abituali. Dovendo ora impegnare parte delle nostre risorse umane e del nostro tempo per soddisfare queste prime richieste, sara’necessario saper valutare quali di esse rappresentino una vera possibilita’ di vendita e quali invece potrebbero solo rappresentare una perdita di tempo. Molte volte infatti le richieste di offerta possono anche essere utilizzate per i seguenti scopi: Pur avendo ricevuto una proposta preci sa, il nostro interlocutore, non avendo affatto interesse ad acquistare, potrebbe solo voler verificare la convenienza dei prezzi del suo attuale fornitore di prodotti similari. 57 Altresi’ ricevere una offerta dall’estero potrebbe far parte di una ricerca di mercato finalizzata a dimostrare al cliente locale che i loro prezzi sono effettivamente i migliori possibili. Oppure , e non di rado, nuove offerte dall’estero possono arricchire il plafond di possibili fonti di acquisto e non necessariamente far acqui sire da subito un “nuovo fornitore” solo perche’il suo prezzo e piu’basso. Potremo quindi iniziare le nostre verifiche dividendo le richieste di offerta in due categorie distinte, per le quali vi saranno delle verifiche obbligatorie da farsi a tavolino prima di dedicare energie e tempo ad una possibile offerta ufficiale di fornitura. DA UN CLIENTE SCONOSCIUTO: • PAESE • AZIENDA • TIPO DI VENDITA • FIRMATARIO • PAGAMENTO PROPOSTO • PRODOTTO RICHIESTO • INFORMAZIONI • NOME DEL PRODUTTTORE (BRAND NAMES) • TIPO DI FORNITURA (INCOTERMS) DA UN CLIENTE GIA’ACQUISITO: • TIPO DI VENDITA • FIRMATARIO • PAGAMENTO PROPOSTO • PRODOTTO RICHIESTO • DATI TECNICI SUL PRODOTTO • NOME DEL PRODUTTTORE (BRAND NAMES) • TIPO DI FORNITURA (INCOTERMS) 58 Il Paese di provenienza dovra’essere verificato per due motivi fondamentali, la legislazione locale vigente e la distanza geografica per l’eventuale trasporto delle merci (Vedi capitolo successivo sugli INCOTERMS). L’Azienda da cui proviene la richiesta a volte potrebbe essere una Azienda Pubblica (Burocrazia) o una Azienda associata al destinatario della nostra proposta. Altresi’potremmo trovarci di fronte ad una Azienda di servizi o ad una persona fisica (Broker), che non sarebbe quindi un nostro interlocutore diretto per la negoziazione eventuale. Il Tipo di Vendita : a volte il potenziale cliente richiede una quantita’di prodotto non sufficiente a giustificare l’esportazione, o una vendita cosiddetta “spot” ovvero una singola fornitura .Dovremo verificare se l’interesse iniziale al prodotto presup pone in caso di successo una continuita’nelle forniture future. Il Firmatario della richiesta dovrebbe essere lo stesso interlocutore che abbiamo citato nella nostra proposta (Import manager o General Director) in questo modo potremmo gia’ valutare se abb iamo catturato l’attenzione del titolare (Decision Maker) o se siamo in contatto con un subalterno che non avendo autonomia decisionale non potrebbe darci delle risposte attendibili sul gradimento dei nostri prezzi o un segnale diretto per eventuali acquis ti futuri. Il Pagamento Proposto e’molto importante. A volte le aziende dichiarano fin dall’inizio di essere disponibili a pagare solo in USD (Rischio di cambio) o comunicano che i loro pagamenti avvengono solo su base dilazionata , mediamente 30, 60 gio rni dalla data di consegna delle merci (Rischio di insolvenza) scartando aprioristicamente la possibilita’ di utilizzare pagamenti internazionali piu’sicuri (Es. Lettera di Credito o Swift; vedi capitolo sui pagamenti internazionali). Il Prodotto Richiesto a volte puo’ differire da quello proposto pur essendo molto simile, soprattutto se siamo nell’ambito di prodotti tecnologici o industriali. In questo caso se fossimo una Trading Company potremmo valutare l’ipotesi di approvvigionarci da un altro nostro f ornitore avente disponibile la gamma di prodotti richiesti ed offrire comunque i prodotto alternativo pur di non perdere l’opportunita’ della “tentata vendita” ed offrendo comunque un prezzo al potenziale acquirente. Se fossimo invece un produttore , non a vremmo la 59 possibilita’ immediata di offrire un prodotto difforme dalla nostra linea di produzione tradizionale e dovremmo avventurarci (esponendoci) nell’acquisto da altre fonti locali , uscendo dal nostro statuto di produttore e/o Esportatore puro. (Vedi nota a pag 4) Inoltre il nostro “Mark -up” sarebbe inevitabilmente piu’ basso , e dovendo mantenere un utile minimo giustificante l’esportazione perderemmo di competitivita’. Le Informazioni commerciali sono altresi’molto importanti. Una volta ottenuta l a richiesta di offerta sara’ possibile inizialmente chiedere alcune informazioni direttamente al potenziale cliente, mentre le informazioni commerciali sull’affidabilita’ della controparte potrebbero essere ottentute direttamente tramite un eventuale “Tria l Order” un ordine di prova (reciproca) che non contempli necessariamente la quantita’di merce richiesta dal cliente ma quella imposta da noi come prima fornitura per testare reciprocamente il canale di vendita il sistema dei trasporti la procedura di for nitura e non ultime l’affidabilita’del cliente e la sua tempistica (Pagamenti). Il Nome del Produttore a volte e’espresso dal richiedente per darci modo di identificare l’eventuale qualita’ e caratteristiche tecniche dei prodotti attualmente importati. ( Es. Shampoo per capelli Tipo Johnson&Johnson Baby) anche se nella nostra presentazione aziendale non abbiamo dato modo al potenziale cliente di capire se tale tipologia di prodotto rientra nella nostra Gamma. In questo modo pero’ il Cliente citando un p articolare Brand Name universalmente conosciuto ci da modo di verificare immediatamente se abbiamo un prodotto del tutto simile da proporre. Sara’ tempo sprecato offrire solo una sciampo delicato non avente le caratteristiche qualitative e Chimico -Organico-Fisiche commercializzato dal cliente. 60 di quello gia’ La richiesta citante un Brand Name e’una dichiarazione molto precisa che il cliente NON E’ intenzionato a comprare prodotti qualitativamente inferiori a quelli da lui gia’commercilaizzati. E’chiaro ed evidente che nel caso di un CLIENTE GIA’CONOSCIUTO alcune delle verifiche suddette non saranno necessarie, sara’utile pero’verificare le caratteristiche tecniche del prodotto richiesto nel caso che un nostro cliente abituale richieda prodotti diversi da quelli comunemente importati , o verificare le problematiche relative alla richiesta di cambiare i termini di resa della merce (INCOTERMS). Passiamo ora ad alcuni esempi di richiesta di offerta che ci darano modo di capire le immediate esigenze della c ontroparte ed eventualmente cominciare a proporre i nostri prezzi e le nostre condizioni di vendita. Se consideriamo il primo degli esempi delle pagine precedenti, ovvero quello dell’azienda straniera (HASSEM CO.Ltd.) che oltre a presentarsi, gia in prima battuta, chiedeva i prezzi di una molteplicita’ di prodotti come ad esempio , Cucine, Camere per Ragazzi, Bagni, Salotti, Armadi ecc. ci rendiamo immediatamente conto che inviare una mole di cataloghi con centinaia di prezzi non solo sarebbe una perdita d i tempo per la nostra impresa, oltre che un costo, ma non sarebbe neppure posssibile far capire al cliente su quale base i prezzi sono stati formulati, (non abbiamo informazioni sulla la quantita’ a lui necessaria per ciascun articolo), ne potremmo motivar e o giustificare una nostra competitivita’ essendo la loro richiesta eccessivamente vaga e palesemente non finalizzata ad un acquisto. Vediamo invece un primo esempio pratico di una rcichiesta che, nonostante il suo “aspetto”,(consideriamo il mercato da cui la stessa proviene) ha comunque generato in seguito una vendita di circa Lit. 450.000.000. 61 Da una prima analisi, e comprendendo l’inglese un po’ incerto del nostro interlocutore, possiamo capire che Egli e’ comunque un “addetto ai Lavori” gia’ impegnato nell’import di prodotti dall’Europa. 62 1) L’uso di un INCOTERM (C&F Aqaba) ci fa capire che conosce la contrattualistica relativa,. 2) Il quantitativo richiesto (Un Container da 20 piedi) ci fa capire che sta’ gia’importando il prodotto. 3) Il messaggio inviatoci tramite un Broker (Mr. Raffaelli) ci da modo di comprendere che egli utilizza per le sue operazioni un Broker o Mediatore al quale peraltro dobbiamo prepararci a riconoscere una “commission” che dovra’ essere considerata nella formulazione del nostro prezzo.(Mark -up) 4) La richiesta e’ mirata ad un singolo prodotto specifico e non generalizzata e senza un senso pratico come da esempio precedente (Hassem Co. Ltd.) 5) Questo signore pur avendo un ufficio ad Amman (Gio rdania) ci fornisce i suoi numeri dell’ufficio di Tripoli (Libia), pertanto siamo in presenza di una importazione parallela effettuata tramite la Giordania per poi esportare i prodotti eventualmente in Libia (vi e’un embargo per le vendite dirette di cert i prodotti “strategici”).Pertanto non saremmo nel campo delle vendite a rischio e delle violazioni commerciali di provvedimenti restrittivi internazionali, poiche’ venderemmo eventualmente e direttamente ad un impresa Giordana. 6) La descrizione del prodott o e’ abbastanza precisa (assumendo che siamo una Trading o un produttore di filtri per circuiti refrigeranti) e ci da’modo di identificare con una certa precisione il prodotto richiesto. 7) Possiamo ottenere informazioni commerciali sul cliente direttamente dal Broker (un itliano), rendendo il mediatore abbastanza responsabile sulla solvibilita’del cliente e facendogli quindi “guadagnare” anche la sua commission in caso di vendita ed al dila’della mera segnalazione di un possibile business. Vedete bene che questo e’il caso di investire tempo e denaro, coinvolgendo il nostro personale nella preparazione dell’offerta. 8) Il Firmatario e’il titolare dell’azienda (Decision Maker) 63 Allora il nostro piccolo/medio imprenditore dovrebbe trarre le seguenti considerazi oni: “ Abbiamo investito per promuovere la nostra azienda in Giordania, c’e’ un feed- back . Non sappiamo se i nostri prezzi saranno immediatamente competititvi, ma sappiamo che non stiamo perdendo tempo. L’interesse c’e’, il mercato e buono e con un rischio accettabile (vedi anche capitolo successivo sui pagamenti internazionali) il prodotto rientra nella nostra gamma … .OK! Mettiamoci al lavoro e facciamo l’offerta! “ LA FASE CONTRATTUALE (OFFERING OUR GOODS AND SERVICES) Terminata la fase della presentazione della nostra azienda ed in attesa di vedere quelli che saranno i riscontri da parte degli operatori contattati in diversi paesi, e’ bene che il nostro imprenditore, prima di offrire i suoi prodotti ed impegnarsi contrattual mente a fornirli, prenda confidenza con alcuni termini tecnici necessari per redarre nella corretta forma una eventuale offerta di fornitura internazionale con relativo contratto. Primi tra questi gli INCOTERMS. Queste sigle, che sintetizzano ed interpret ano internazionalmente ed universalmente le condizioni di resa della merce , sono essenziali tanto nella fase di offerta quanto in quella della effettiva fornitura delle merci. Essi sanciscono infatti , tramite gli acronimi di seguito elencati ,precise obbligazioni contrattuali , e saranno utilizzati ed interpretati nello stesso modo da tutte le parti coinvolte nella procedura di esporazione ed importazione. (Cliente, Trasportatore, Funzionari Doganali, Banche, Ispettori. Assicurazioni ecc.) Sebbene la pri ma versione degli Incoterms ufficialmente accettata a livello internazionale risalga al 1936 ed ultimamanete vi sia stata una revisione da parte della ICC (Incoterms 2000) il loro significato e la loro interpretazione sono rimasti pressoche’invariati. 64 La padronanza degli Incoterms e la loro giusta applicazione, saranno elemento essenziale nella negoziazione della commessa ed eviteranno spiacevoli inconveneienti e “misunderstanding” che potrebbero inevitabilmente rappresentare dei costi imprevisti per il ve nditore. In ogni caso la loro validita’e’indiscussa quanto indispensabile. Pensiamo infatti a cosa doveva essere prima dell’avvento di questa terminologia il dover discutere per corrispondenza o per telefono con il cliente estero la resa della merce, chi pagava le spese, fino a dove, con quali coperture assicurative, ecc. ed immaginiamo la mole di problematiche connesse a questo tipo di trattativa completamente avulsa dal business e dalla vendita in se’. Analizziamo quindi questa parte rilevante del lingu aggio degli addetti ai lavori. Gli Incoterms sono divisi in 4 Gruppi. Ci limiteremo pero’ ad analizzare nel dettaglio solo quelli piu’ comunemente usati nel commercio internazionale e negli scambi di merci in generale, EXW, FOB, C&F e CIF. Non che il gru ppo D sia meno importante, ma l’uso degli incoterms di questa famiglia e’ molto raro negli scambi internazionali. Esso si riferisce infatti alla resa della merce ove la responsabilita’ del venditore cessa alla frontiera e l’onere/rischio rimane di esclusiv a competenza del compratore , generalmente a pagamento gia’avvenuto. Vi sara’ comunque una spiegazione di massima di questi acronimi D per completezza di informazione, raramente pero’ l’operatore Export di una PMI operante con i paesi presi in esame dall a nostra analisi si trovera’a negoziare un D incoterm. 65 Incoterms (INternational COmmercial TERMS) E-TERMS EXW F-TERMS Ex Works FCA Free Carrier FAS Free Alongside Ship FOB Free On Board C-TERMS CFR D-TERMS Cost DAF and Freight CIF Cost, Insurance At Frontier DES and Freight CPT Carriage Carriage and Delivery Ex Ship DEQ Paid To CIP Delivery Delivery Ex Quay DDU Insurance Delivered Duty Unpaid Paid To DDP Delivery Duty Paid Gli INCOTERMS (o termini di res a) sono clausole contrattuali che interpretano in modo univoco i termini commerciali usati nella compravendita. Formulati in modo sintetico, sono atti a fornire criteri uniformi per individuare un punto preciso dove i rischi ed i costi del trasporto ed ass icurativi passano dal venditore al compratore. 66 Poiché ogni paese ha diversi ordinamenti legislativi, usi e consuetudini commerciali, la necessità di dare certezze agli operatori commerciali, ha suggerito alla Camera di Commercio Internazionale (CCI) di fornire le definizioni delle sigle standard utilizzate al riguardo. Gli INCOTERMS fecero la loro prima comparsa nel 1936 e la CCI aggiorna periodicamente queste definizioni, allo scopo di renderle coerenti con la realtà. L’utilizzo degli INCOTERMS non è obbli gatorio, bensì facoltativo; pertanto, se le parti scelgono di usarli, devono farne esplicito riferimento al momento dell'accordo contrattuale. E’ assolutamente consigliabile che, nei contratti di fornitura alla Grande distribuzione estera, essi vengano ins eriti a tutti gli effetti. I termini di resa stabiliscono: 1) Quali sono i costi a carico del venditore e quali a carico del compratore 2)Quali sono i documenti che dovrà procurare il venditore e quali il compratore 3)Quando la disponibilità e la responsabilità della merce passano dal venditore al compratore. E’bene ripetere che essi sono suddivisi in quattro gruppi tra loro omogenei. La prima lettera della sigla è quella del gruppo di appartenenza: Alla partenza (gruppo E); Trasporto principale non pagato (gruppo F); Trasporto principale pagato (gruppo C); All'arrivo (gruppo D). Va inoltre precisato che il gruppo di termini "trasporto principale pagato", sono riferiti alla partenza e quindi, contrariamente a quanto ritenuto, i ri schi e danni subiti alle merci durante il viaggio sono a carico del compratore. Le sigle definite sono tredici, e per ognuna, oltre alla definizione, sono indicati i punti riguardanti i diritti e i doveri dei due contraenti: il venditore ed il compratore. 67 INCOTERMS 1990 Gruppo E – Partenza EXW EX Works Franco fabbrica, Franco magazzino, ecc. Il venditore ha solo l’obbligo di mettere a disposizione del compratore la merce nel proprio stabilimento nel giorno e ora convenuti, senza provvedere al suo caricamento a bordo del mezzo e sdoganamento all’esportazione. Il compratore deve prendere in consegna la merce non appena è stata messa a sua disposizione nel luogo, giorno e ora convenuti. Deve inoltre sopportare tutti i rischi e gli oneri dal momento in cui gl i è stata messa a disposizione la merce. Gruppo F – Trasporto principale non pagato FCA Free Carrier Franco Vettore (punto convenuto) Il venditore deve consegnare la merce a sue spese e rischio nel luogo convenuto al vettore e/o spedizioniere designat o dal compratore; sdoganare le merci all’esportazione e fornire a sue spese licenze ed autorizzazioni. Il compratore deve designare il vettore comunicandone anticipatamente il nome al venditore; deve inoltre sostenere gli oneri di trasporto ed i rischi che insorgono dal luogo convenuto e dal momento in cui è avvenuta la consegna. Deve anche sdoganare la merce all’esportazione. FAS Free Along Side Ship Franco sottobordo (porto d'imbarco convenuto) Il venditore deve consegnare la merce non sdoganata all’e sportazione sottobordo della nave nel porto di partenza e sostenere tutte le spese ed i rischi fino al punto. Il compratore deve designare il vettore, stipulare il contratto di trasporto marittimo e pagare il relativo nolo, sdoganare a sue spese la merce p er l’esportazione nel Paese d’origine e all’importazione nel suo paese. 68 FOB Free On Board Franco a bordo (porto d'imbarco convenuto) Il venditore deve consegnare la merce a bordo della nave, scelta dal compratore nel porto di partenza concordato, all a data dallo stesso indicata, sdoganare a sue spese la merce all’esportazione e sostenere i costi di caricamento a bordo. Il compratore deve designare il vettore, stipulare il contratto di trasporto marittimo e pagare il relativo nolo, sostenere tutti i co sti e rischi che insorgono dal momento in cui la merce attraversa la murata della nave al porto di partenza. Gruppo C – Trasporto principale pagato CFR Cost and Freight Costo e nolo (porto di destinazione convenuto) Il venditore deve trattare con la compagnia di navigazione marittima le condizioni di trasporto fino al porto di destinazione e pagare il relativo nolo, consegnare a sue spese la merce a bordo sdoganata all’esportazione e, come per il FOB, sopportare i rischi fino a che la merce abbia att raversato la murata della nave. Il compratore deve ricevere la merce dal vettore convenuto, sopportare le spese di scaricamento a terra, e tutti i rischi e le spese a carico della merce durante il trasporto (escluso il nolo marittimo) fino al porto di dest inazione. CIF Cost, Insurance and Freight Costo, assicurazione e nolo (porto di destinazione convenuto) Il venditore deve trattare con la compagnia di navigazione marittima le condizioni di trasporto fino al porto di destinazione e pagare il relativo n olo, consegnare a sue spese la merce a bordo sdoganata all’esportazione e, come per il FOB, sopportare i rischi fino a che la merce abbia attraversato la murata della nave nel porto di partenza. Deve inoltre assicurare la merce contro i rischi d’uso fino a l porto di destinazione convenuto. Il compratore deve ricevere la merce dal vettore al porto di destinazione 69 convenuto dopo aver ritirato i documenti commerciali, di trasporto e assicurativi presentati dal venditore. Deve inoltre sopportare le spese di scaricamento a terra, nonché tutti i rischi e spese a carico della merce durante il trasporto (escluso il nolo marittimo e l’assicurazione) fino al porto di destinazione. CPT Carriage Paid To Nolo pagato fino a (Porto di destinazione convenuto) Il venditore deve trattare con il vettore le condizioni di trasporto fino al luogo di destinazione convenuto e sostenere i relativi oneri, deve consegnare la merce sdoganata all’esportazione al vettore e sopportare i rischi fino al momento in cui è avvenuta la conse gna al vettore, deve inoltre fornire documenti e licenze necessarie all’esportazione. Il compratore deve ricevere la merce dal vettore nel luogo di destinazione convenuto dopo aver ritirato i documenti commerciali e di trasporto presentati dal venditore e sopportare tutti i rischi e le spese a carico della merce (escluso il trasporto), dal momento della consegna al vettore. CIP Carriage and Insurance Paid To Nolo ed assicurazione pagati fino a (Punto dest. convenuto) Il venditore deve trattare con il ve ttore le condizioni di trasporto fino al luogo di destinazione convenuto e sostenere i relativi oneri, deve consegnare la merce sdoganata all’esportazione al vettore e sopportare i rischi fino al momento in cui è avvenuta la consegna al vettore, deve anche fornire documenti e licenze necessarie all’esportazione. Deve inoltre assicurare la merce contro i rischi d’uso fino al luogo di destinazione convenuto. Il compratore deve ricevere la merce dal vettore nel luogo di destinazione convenuto dopo aver ritirat o i documenti commerciali, di trasporto ed assicurativi presentati dal venditore, sopportare tutti i rischi e le spese a carico della merce (escluso il trasporto e l’assicurazione), dal momento della consegna al vettore. 70 Gruppo D – All'arrivo DAF Delivered At Frontier Reso frontiera (luogo di consegna convenuto) Il venditore deve consegnare la merce sdoganata all’esportazione nel posto di frontiera convenuto alla data prevista nel contratto. Deve inoltre sostenere oneri e rischi per il rilascio di ev entuali licenze e autorizzazioni di esportazione e fornire al compratore tutta la documentazione che gli consenta di prendere in consegna la merce in frontiera entro i termini di tempo concordati. Il compratore deve ritirare immediatamente la merce non app ena è stata messa a sua disposizione nel posto di frontiera convenuto e sostenere le spese ed i rischi dell’eventuale proseguimento della merce. Deve inoltre deve sdoganare la merce all’importazione nel Paese di destinazione. DES Delivered Ex Ship Franco nave (Porto destinazione convenuto) Il venditore deve consegnare la merce, cioè metterla a disposizione del compratore, sdoganata all’esportazione a bordo della nave al porto di destinazione previsto in contratto, alla data o entro il periodo concordato, deve inoltre sostenere tutti gli oneri e rischi fino a quel momento, nonché fornire tutta la documentazione necessaria per mettere il compratore in grado di ritirare la merce dalla nave (polizza di carico, ordine di consegna, ecc.). Il compratore deve ritirare la merce immediatamente (non appena sia stata mezza a sua disposizione) dalla nave, al porto di destinazione convenuto, deve sostenere i costi di scaricamento e sdoganare la merce all’importazione ottenendo a sue spese e rischi eventuali licenze e a utorizzazioni. 71 DEQ Delivered ex Quay (Duty Paid) Reso banchina sdoganato (porto di destinazione convenuto) Il venditore deve consegnare la merce in banchina al porto di destinazione, sdoganata, sia all’esportazione che all’importazione, alla data co ncordata, sostenere tutti gli oneri e rischi fino a quel momento, fornire tutta la documentazione necessaria per mettere il compratore in grado di ritirare la merce dalla banchina (polizza di carico, ordine di consegna, ecc.). Deve inoltre sostenere i cost i di scaricamento e sdoganare la merce all’importazione nel Paese di destinazione. Il compratore deve ritirare la merce immediatamente (non appena sia stata messa a sua disposizione) dalla banchina, al porto di destinazione convenuto ed assistere il vendit ore nell’ottenere tutti quei documenti emessi nel Paese di destinazione che si rendano necessari per l’importazione. DDU Delivered Duty Unpaid Reso non sdoganato (luogo di destinazione convenuto) Il venditore deve consegnare la merce sdoganata all’espo rtazione nel luogo convenuto nel Paese di destinazione, deve sostenere tutti gli oneri e rischi fino a quel momento e fornire tutta la documentazione necessaria per mettere il compratore in grado di ritirare la merce entro i termini di tempo concordati (il documento di trasporto previsto dal modo di trasporto utilizzato, l’ordine di consegna, ecc.). Il compratore deve ritirare la merce immediatamente, non appena sia stata messa a sua disposizione, dal posto di destinazione convenuto. Deve inoltre sdoganare la merce all’importazione ottenendo a sue spese e rischi eventuali licenze e autorizzazione. 72 DDP Delivered Duty Paid Reso sdoganato (luogo di destinazione convenuto) Il venditore deve consegnare la merce sdoganata sia all’esportazione che all’import azione nel luogo convenuto nel Paese di destinazione alla data concordata. Deve sostenere tutti i rischi e gli oneri fino a quel momento, deve fornire tutta la documentazione necessaria per mettere il compratore in grado di ritirare la merce entro i termini di tempo concordati, nonché sdoganare la merce all’importazione nel Paese di destinazione e pagare imposte, oneri e diritti per l’importazione. Deve anche ottenere a sue spese e rischi eventuali licenze e autorizzazioni di importazione. Il compratore deve ritirare la merce immediatamente non appena gli sia stata messa a disposizione nel posto di destinazione convenuto. Ora che abbiamo una conoscenza degli incoterms sufficiente ad inserirli e proporli con un buon margine di sicurezza nell’ambito di u n contratto o di una negoziazione, ed ovviamente nella documentazione ad essi relativa, e’ bene studiare i contratti commerciali internazionali nella lingua del commercio internazionale, il seguente capitolo e’ infatti volutamente scritto in lingua inglese, non solo per dar modo al lettore di “esercitarsi” ma anche perche’ questa e’ la lingua nella quale i contratti dovranno essere redatti oltre che discussi col cliente. Pertanto il seguente capitolo e’stato redatto in lingua , non solo per dar modo al lettore di capire la terminologia inglese utilizzata nella contrattualistica internazionale , ma anche per consentire una sorta di full immersion nel lessico commerciale. 73 Non saltate questo capitolo, leggetelo!! Semmai doveste trovarvi a discutere un contratto con un cliente estero, saprete almeno esprimere i concetti fondamentali, senza esitazione, e chissa’ magari negoziare direttamente con una banca straniera i termini contrattuali della vostra vendita senza dover ricorrere ad un professionista esterno all’azienda. Vi raccomando la massima attenzione alla parte relativa alla Clausola Arbitrale, che molte volte, inserita all’interno di contratti internazionali ha evitato problematiche molto serie alle aziende, consentendo loro il controllo e la risoluzione della controversia commerciale direrttamente sul loro territorio, (Foro competente) . Noterete inoltre che gia’ cominciamo a descrivere l’importantissimo capitolo relativo alla Lettera di Credito, che approfondiremo in seguito in Italiano. Questo tipo di pagamento infatti, che riveste una importanza basilare nelle transazioni internazionali, verra’ trattato in modo da dare all’operatore una conoscenza il piu’possibile approfondita di questa modalita’di pagamento che riveste importanza assoluta nel commercio internazionale. Molto importante e’ anche la parte relativa alla raccolta dei dati e delle informazioni prima di formalizzare impegni contrattuali (Data Collection) che abbiamo gia’brevemente anticipato in italiano nei capitoli precedenti). 74 INTRODUCTION TO INTERNATIONAL COMMERCIAL CONTRACTS Many companies are actively pursuing international sales. As a result they will find themselves subject to the pitfalls of international credit risks, multi -modal shipping, sending personnel overs eas, V.A.T. regulations and, last but not least, foreign legal systems governing all the above. I have arranged this presentation and paper to discuss with you some of the intricacies of international commercial contracting as well as legal and practical i ssues that one might encounter when engaged in negotiating, drafting and administering these international contracts. I will try to be as practical as possible in this presentation/paper and provide you with the tools for reviewing proposed international contracts and methods for affixing "Band -Aid " solutions to contracts your company is already (or will be) party to. Of course, by virtue of the complexity of the subject matter, this presentation cannot be conclusive and should in no way be interpreted a s such. My first and foremost advice to you is to always seek advice when encountering a problem to which the answer is not readily available or that inherently holds the risk of exposing the company financially or legally. I will first discuss the intern ational commercial contracts as such and subsequently expand on the subject of "secured transactions", i.e. the various methods by which one can make sure that payment is certain for international transactions. Moving into new markets and contracting with new customers holds that a company has to exchange the familiar international business practices, laws and regulations for the unknown, foreign versions, of the same. In dealing with both international contracts and Italian contracts the writer, for one, concludes that neither of the two classifies as "better" or "easier" than the other. As always, knowledge is the key to understanding this subject. 75 TYPES OF CONTRACTS For a better understanding of what follows first some basics: In general there are three types of contract to be distinguished: A Simple oral contract, without any preceding negotiations, with no terms or conditions specified (grocery purchases etc.) A simple contract with specific terms and conditions and A negotiated custom-made contract with specific clauses and stipulations. The subject of this presentation/paper is the type #3 contract with the "adder" that it shall be an international contract, whereby it is not discussed what exactly constitutes "international", let's just say tha t either - both parties are from different countries, the contract's subject matter is exported from our country to a foreign country being non in accordance with our legal system controls the contract and/or the settlement of any possible dispute. In all legal systems there are substantive laws that influence and regulate the contract and its execution. International business adds international treaties and conventions to local laws. Furthermore, a wide array of cultural factors and business practices in fluence the formation and execution of an international contract. INTERNATIONAL CONTRACTS More generalities: international commercial contracts are longer and more complicated then national commercial contracts. This is not such a big surprise if we t ake into account that these international contracts have to regulate within their "four corners" such issues as; letters of credit, international shipping, international tax -issues, currency crises, and outside influences such as; wars, political turmoil a nd export/import regulations. The negotiations and the drafting of high -amount international contracts are therefore slow, time consuming processes. I consider it imperative for the success of an international contract that the finance and contract depart ments are involved with the negotiations and formation as early as possible. It is everyday experience that a company's sales department is unwilling to involve other departments in the negotiations 76 and has the tendency to wait too long before such support is sought. Furthermore, the pursuit of export business often leads to the development of a certain degree of "groupthink", whereby closing the deal becomes the overriding goal and normal checks and balances are sometimes forgotten. Without justifying such behavior, it is very understandable. International marketing and sales activities are difficult and expensive. When the foreign (draft) purchase order/ contract finally arrives after months of expensive sales trips, prolonged negotiations and the odd case of dysentery, the sheer "relief" that the promised purchase order if finally there often leads to blind acceptance. Difficult issues such as: how to structure and secure progress payments are "conveniently" overlooked. At this point the last thing (sales ) management is waiting for is the finance or contracts department informing them that this deal "is not acceptable". The most used comments are that it is either too late in "the game" to bring anything new up (which underlines the necessity of early invo lvement) or that asking for changes or additional securities will "lose us the deal!" (Which is most often not the case, as we will discuss below) Of course finance and contract departments share some of the responsibility for being "locked-out". Sometimes the frustration of only being involved later in the process, after the deal closed or is about to close, leads to obstructionist behavior by inserting objections and overstating possible exposure and liabilities in the draft agreement. This, in turn, can indeed lead to the negotiations being stopped or to a certain unwillingness from within their own organization to make the transaction a success. CONTRACT DRAFTING & CONTRACT MANAGEMENT In an ideal world the drafting of a contr act runs parallel to the negotiations on its subject matter. In reality however the drafting will start somewhat into the negotiations requiring the drafters, or those who review the draft, to educate themselves quickly about the transaction. I distinguish five stages in the "life" of an international contract and the involvement of the finance and contract departments therewith: 77 Engagement phase: At a certain point in the negotiations the question arises if there is the need for an extensive written agre ement. Immediately followed by the question (or suggestion), if a "one -pager" or a "gentlemen's agreement" would suffice. (The latter being a non contract between two parties neither of which is a gentleman, whereby both parties feel that only the other pa rty is bound by the agreement) The answer to that second question should almost always be a resounding no! As a result the need arises to seek the assistance of the contract or finance departments. (Or legal counsel!) Gathering information is the main obj ective of this phase. The assembled data will be analyzed in the next phase. What one is looking for is information about the purpose of the agreement, the subject matter, the contracting parties, responsibilities, long -, or short-term relationships, etc. It is very important to realize, being a newcomer to an existing relationship, that one is not just looking for problems, but for raw data and possible solutions to eventual problems. Analytical phase: During the phase immediately following the data colle ction all the raw information gathered will have to be sorted and, hence the name, analyzed and checked for compliance with the requirements of both the contracting parties and the legal system that will govern the contract. Of course the determination of exactly which set of laws and regulations will govern the contract is one of the questions to be answered to begin with! Some further issues to be dealt with in this phase are, for example: the fiscal consequences of the proposed transaction, what financia l/legal problems are to be expected in the execution of the contract and what surprises "popped up"during the negotiations recently. By now the format and contents of the eventual contract should become clear. Often this is also the time when preliminary , pre-contractual, agreements are construed by the parties to the negotiation. In international negotiations the legality (read: enforceability) of such pre -contractual documents is an interesting, yet complicated, concept because of the ever increasing ro le of 78 good faith and reliance (promissory estoppel) in international law. We will however save that subject for a later date and just remark here that all pre contractual communications need to be worded very carefully and whenever they deal with financial issues, such as comfort letters, should be reviewed by (in-house) counsel. Drafting phase: In this phase the issues are of a more practical nature. Which party will, for instance, write the first draft of the contract? It is not uncommon that the buyer comes up with the first draft. This can be a substantial advantage on the side of the buyer! There are advantages and disadvantages to one -sided contract clauses though, mostly they will be interpreted contra preferentem by a judge or arbitration panel. Th e actual wording of contract clauses, should the need arise to draft some, is easily obtained from standard conditions and your attorney's library of manuals and practitioners guides. (obtained with counsel's advise) There are considerable risks involved with using "boilerplate" documents and it is advisable to check each article of such a "boilerplate" contract against the overall purpose of the agreement. For example: check the contract for a large project that your company is currently working on and you will find a number of standard clauses that are contradictory to other stipulations in the contract. Do not forget to agree, at the start of the negotiations, what language will be the "official" language of the contract! Most legal terms and concepts c annot be translated across jurisdictional borders and confusion will be the result. If one of both of the parties prefer to negotiate based on contract drafts in their "home language", use certified translations. Execution phase: After the negotiations t he parties will be ready to sign the contract. Make sure that the signatories have the authority to legally bind their companies and that all parties perform their obligations at signing. (For instance telegraphic money transfers, the establishment of a ba nk guarantee etc.) 79 Contract administration phase: Per definition an international contract requires more attention. Checklists, timelines, etc. are useful tools to make the transaction a success. It is best if the finance department "translates" the do cument requirements from the letter of credit (if applicable) as to timely instruct all departments and freight forwarders about what documents are needed at collection time. (See also below) DATA COLLECTION DURING THE ENGAGEMENT PHASE International bus iness requires the exporting company to consider a significant number of factors unique to the new marketplace. Below is a checklist of political, legal and economic issues to be considered in international trade. Of course this listing is not conclusive, but it gives the most important issues that should be investigated when engaging in international trade. Background information on the other contract party, legal entity, financial information, product and markets, etc. Responsibilities of all parties during the term of the contract. For instance: who is responsible for marketing, price-setting, quality control, shipping, financing, audits, taxes, liabilities, profit-sharing. But also look at the responsibilities after the term of the contract such as: final pay-off, closing down of joint operations etc. Intellectual property rights and what to do to protect your company's IP. Legal requirements as to the quality of goods or services, specifications, labeling laws, packing and marking. Retention of title. Government licenses and fees, and anti-trust regulations. Restrictive governmental policies. Currency exchange control and currency transfer restrictions. Tariffs and quota restrictions. Expropriation risks. Export/Import licensing. 80 Trade embargoes. Anti-dumping legislation. Taxation. Overall political climate. Language problems. Product liability laws. Protective laws for commercial agents or distributors. Labor laws and labor union issues. Force Majeure laws. Choice of law and the role of trans-national laws and treaties, such as EEC directives, CISG, UNCITRAL, Arbitration laws and institutions, export finance regulations. The type of agreement to be used: sale of goods, lease, finance, agency/distribution, license, know-how, consortium, etc. Possible Foreign Corrupt Practices Act ("FCPA") violations. With regards to this last bullet point: The Foreign Corrupt Practices Act is often labeled as too restrictive and bad for American business. An argument can also be made that it is one of the most violated trade laws ever. Be that as it may, most companies do want to abide by the laws. In the enclosed materials you will find a memorandum discussing recent development and containing an FCPA compliance policy for your use should there current ly not be such a policy in place at your company. The information needed in considering these issues is readily available from sources such as your legal counsel, embassies, banks, and professional organizations. After all this work we are (hopefully) le ft with a duly signed contract. There still might be some embarrassment ahead should you forget to check if the agreement might be "void" or "void -able" or out-right illegal. Even when business is being conducted under the terms and conditions of a legally sound contract it is still to be determined if it can be enforced and if a judgment is needed to do so. Even a court ruling might not be a guarantee for success however. A judgment against a party located in a country with which Italy has no bilateral agr eement on the enforcement of (monetary) judgments, or that is 81 not a signatory to the applicable The Hague convention, might be "dead in the water" from the start! STANDARD CLAUSES CHECKLIST As described above, it is normal practice that the seller recei ves a draft contract from the buyer. There are a number of issues that need to be dealt with in an agreement for the international sale of goods. Listed below are the minimum requirements for such a contract, which can double as your checklist for contract review. Once again, this list is not definitive and various cultural, legal and trade customs around the world determine the validity and interpretation of the clauses as they are used. Preamble: (considerans) A carefully worded preamble saves a lot of w ork for the drafters as it clearly describes the "reason for being" of the contract and that in turn helps with interpretation issues in case of a contractual disputes long after the original drafters left for greener pastures. Parties: each contracting p arty should be clearly named, and its legal status and location described. When dealing with a multinational or a (privatized) government operation not determining the parties to the contract properly can lead to confusion and all kinds of jurisdictional p roblems. Definitions: Specifically contracts for the sale of high -tech equipment or contracts that regulate long -term or turn-key projects are well served with a concise list of definitions, if only to forego confusion later on. Offer and acceptance: It never hurts to determine what the offer was all about and how it was accepted. Obligations: This clause should, in detail, describe what the parties have agreed upon and include matters such as the transportation costs, packaging, marking, etc. Conditions: Always include the conditions precedent and subsequent directly effecting the contractual relationship between the parties. Indemnification and Exoneration: Limitations on the liability of parties is an issue easily "forgotten" in the heat of the negot iations, after all, who wants to talk about these issues in a sales meetings? 82 Environmental responsibilities: Besides listing possible risks it should be determined which party is responsible in case an environmental issue arises. Battle of the forms: Try to determine early on which set of standard terms and conditions governs the contract. Another way to forego these problems is to amend or exclude specific clauses from the "chosen terms and conditions" on the face of the purchase order. (and stipulate t hat the latter has preference in case of contradictions) Security: It is common sense to strive for a secured transaction when dealing international. (more about financial security below) Retention of title and the necessary perfection of the security int erest can be difficult in an international setting and requires sufficient study during the analytical phase. Delivery: Oddly enough one finds many contracts in which it is not properly defined what constitutes delivery and acceptance of the goods and ser vices. International contracts do not always have the luxury of such a gap -filler and it is advisable to utilize the Incoterms from the International chamber of Commerce. A schedule listing the various terms and their respective responsibilities is enclose d with the materials. Insurance, Risk of Loss: Parties should carefully determine who caries the responsibility for damage or loss to the goods and is responsible for insuring them. For example: in France the risk of loss transfers to buyer at the moment of contract signing as opposed to "upon delivery" as under the Uniform Commercial Code. Price and Payment terms: It seems obvious, but we all know about at least one case in which it was clear what the price was, but not when it became due or when the buye r would be considered delinquent. Expedite Bonus and Late Fees: Obviously one should not forget to add a limit to the amounts to be paid and to add reference to the Force Majeure clause. (see below) Price and Currency indexes: Long term contracts, or con tracts that deal in foreign currency, need to contain articles that make sure that the economics of the underlying deal remain intact. 83 Force Majeure and hardship clause: In light of the fact that every legal system has its own definition of what consti tutes Force Majeure, or, for that matter, impossibility, it is advisable to reference a standard definition, such as the one from the ICC, publication No. 421. Default, Termination and Expiration: Besides actually determining when a contractual relationsh ip ends (which is helpful) it is advisable to determine what constitutes default and what procedures need to be followed in order to terminate the contract as a remedy against the default. Assignment: Are the parties allowed to transfer their rights and d uties under the contract to a third party? Options: Specifically if one of the objectives of the contract (engagement phase!) is to build a long -term relationship, or if a change of type of contract is expected, there should be room to facilitate these ch anges in the contract. Intellectual Property Rights: If the subject matter of the contract concerns or contains Patents, Trademarks or the use or licensing thereof the IP in question should be mentioned (fully described) in the contract. Confidentiality and Non-compete: For obvious reasons one should always include these clauses. Enforceability, of course, differs from jurisdiction to jurisdiction. Penalties and Liquidated Damages: Not every legal system in the world views contractual damages all too pos itive,(in most common law systems penalties are illegal) and it should be carefully reviewed if such a clause will be enforceable under the governing legal system. It is the writer's preference to include a stipulation in the same article that the delinque nt party should pay the costs connected to the collection. In many legal systems that is automatic, but a clearly stated, and agreed to, clause will make it easier to enforce. Delay, non waiver-clause: A clause that is very useful for those legal systems where partial use of one's rights leads to waiver of the entire set of rights. Notice Clause: In those cases where the (international) contract partners are located in different countries, or where the communication lines are untrustworthy, it is good pra ctice to determine to whom and where "official" communications should be directed. 84 Publicity clause: In order to forego any unexpected publicity and the risk of having to deal with unwanted press questions one should reach agreement on what can and cannot be communicated to the outside world. Language clause: It is essential that the contract stipulate which language prevails. Translating legal concepts from the one language to the other is often grounds for confusion. Required activity: In order to fore go (bad faith) non -cooperation from the other party, any type of activity essential to the success of the contract should be written down and consequences listed for non -compliance by each of the contracting parties. (most often used in settlement agreemen ts) Merger and "Four Corner" Clauses: The introduction of pre -contractual statements or collateral contracts (good faith!) into the relationship should be excluded on forehand. Even though good faith can not be removed as such in most legal system, stipulations that limit free -ranging interpretations of the contract, and the underlying relationship, will limit the risk of a "surprise" ruling in a court case or arbitration. Choice of law and Venue: One of the more important clauses in an international agr eement. The consequences of the choices made here can be enormous in case of disputes. In many international commercial contracts the parties opt for arbitration INTERNATIONAL COMMERCIAL ARBITRATION Commercial arbitration has been going through an incr edible growth over the last decades and has become a "hot -topic". An entire industry has developed around alternative dispute resolution. ("ADR) Certain countries have even adopted arbitration laws that limit judicial reviews of arbitration awards (Belgium, Switzerland, and England) in order to facilitate this growth market and get their share of this multimillion -dollar industry. If the parties to a contract decide to use commercial arbitration to resolve any dispute they might have, they will have to do so either by inserting a clause to 85 that effect into the written agreement, or agree to submit a conflict to arbitration when it arises. Since it can be safely stated that parties in dispute will be having a hard time agreeing on anything, it is better to i nclude an arbitration clause in the original agreement. I will discuss the advantages and disadvantages of commercial arbitration and ways to forego some of the disadvantages by eliminating them in the drafting phase. The arbitration forums of the Interna tional chamber of Commerce and the London Court of International Arbitration are most widely used for international arbitration. If parties opt for arbitration it is advisable to use one of these institutes. The AAA (American Arbitration Association) is an other option but only handles around 200 international cases per year, (for reasons explained below) where the ICC handles around 400 international cases. The LCIA is decisively smaller than its "Paris" and "New York" counterparts and is the most costly of the three. (Please note that Paris and New York are of course only the seat of the governing bodies, appointing the arbitrators and handling all administrative matters, the proceedings itself can take place all over the world) Advantages of alternative dispute resolution: Familiarity with the procedure: when international contract disputes are brought before a national judge there is normally one party unfamiliar with the procedure. In case of arbitration with one of the international institutes this is not the case. Furthermore the procedures in arbitration are simple compared to the civil procedure of many countries. No home-court advantage: Even when it is not justified, there will always be distrust towards a foreign court, especially when the cou rt is from the homeland of the opposing party. This is not the case with arbitration before an impartial tribunal, and sometimes even on neutral ground. Choice of Law: National judges will often "lean" towards the laws of their own country and resist the use of transnational laws and trade usage. (lex mercatoria) 86 Clear Jurisdiction: There is no doubt in case of an arbitration clause which tribunal has jurisdiction, an issue which can be the grounds for expensive and tedious jurisdictional defense motions in a law-suit. (although there is always the risk of the opposing party questioning the validity of the arbitration clause solely for the purpose of delaying the arbitration) International Enforcement: This is probably the most important reason to elect arbitration for dispute settlement. About 100 countries are signatories to the 1958 New York convention, which makes the enforcement of an arbitration award a "shoe-in" compared to enforcing monetary judgments from a national court in another country. Confidentiality: The proceedings before the tribunal and the final award are normally kept confidential. This protects business secrets and can facilitate settlement by reducing the opportunities and incentives for "media -play" by the parties. Disadvantages of alternative dispute resolution: High Costs: The costs of conducting an international arbitration are considerable. Actually, with the legal fees, administration costs and arbitration fees, the average arbitration can be more expensive than a lawsuit! Delay tactics: Speed used to be one of the advantages of arbitration. This is no longer so. In case of a technical or legal complex matter the arbitration can last just as long, or even longer, than a lawsuit. Furthermore, there are ways in which an arbitr ation procedure can be delayed, not unlike the delays experienced in a lawsuit. Limited Judicial Review: With legal systems all over the world more positive towards arbitration, the judicial reviews of the arbitration procedure and subsequent rewards are being limited to procedural or "public policy" checks only (not a review of the merits of the case). This means that there now exists the risk that one has to take defense against an obvious erroneous arbitration award in each country where one has assets and that is a signatory to the New York Convention, since the arbitration award can no longer be annulled in the country of the arbitration situs. 87 Different Arbitration Laws: Contrary to its name, international arbitration is not regulated by internationa l treaties but governed by the arbitration laws of the location of the arbitration situs. With arbitration becoming less of a "quick fix", mediation is gaining in popularity as it still holds many of the informalities and speed that were once the reasons for arbitration's original popularity. THE ARBITRATION CLAUSE In order to forego some of the problems described above the arbitration clause in an international contract should contain the following elements: Choice of arbitration institute and the arb itration rules. The writer's personal preference is ICC arbitration including a first round of conciliation. Location of the arbitration proceedings. In light of the possible judicial review it is best to have the proceedings either in Paris, London, Amste rdam or Stockholm. Arbitration in the USA is an option too, albeit that the opposing party might raise a number of motions in District Court thus delaying the procedures and considerably increasing the legal bills. Most Latin American arbitration laws are still in their infancy and offer no real alternative to a European situs just yet. Division of cost between the parties. Under most arbitration rules it will be a 50 50 split during the proceedings, with division of costs to be decided upon in the final award. Number of arbitrators on the panel. There is a tendency by the arbitration institutes to appoint three arbitrators in case the parties did not stipulate otherwise on forehand. Language of the arbitration proceedings. Governing law. If the parties do not decide on the law that will govern the contract the arbitration institutes often will apply lex mercatoria: i.e. international trade usage. Therefore, a choice of law is preferred as it heightens familiarity with the applicable regulations. Limited ti me frame for entire proceedings. Arbitration proceedings can take up quite some time after the relatively quick start of the proceedings. Delay tactics by the other side will loose their "bite" if the arbitrator is aware of a time limitation. Parties are f irstly responsible for the progress of the proceedings. Limitation on discovery and expert witnesses. 88 Arbitration proceedings (definitely the ones under the ICC rules) are different from US court proceedings in the sense that the arbitrator takes an active , inquisitive role in the hearings, not unlike the judges in European or Asian courtrooms. In order to make sure that there will be no regurgitating of facts by an arbitrator (who after -all is paid by the hour !) It is imperative that the parties make this clear to the arbitrator by limiting the "fact -finding". The ICC advises the use of the following clause: Any dispute arising out of or in connection with the present contract shall be finally settled in accordance with the Rules of Conciliation and Arbitration of the International Chamber of Commerce by one or more arbitrators designated in accordance with said Rules. Taking into account the advice here above given, the writer's draft of an ICC arbitration clause would thus read: Any dispute arising out of or in connection with the present contract, or further contracts resulting thereof, shall be finally settled in accordance with the Rules of Conciliation and Arbitration of the International Chamber of Commerce by an arbitral tribunal composed of one arbitrator. The place of arbitration shall be the city of _________, and the procedure shall be conducted in the English language, governed by the substantive laws of ___________. The tribunal shall decide as amiable compositeur. EXPORT FINANCING & PAYMENT SECURITY The most important objective of every business transaction, international or not, is to receive full payment in a timely fashion. Generally speaking there are five methods of payment which are, in order of risk to the seller: • Cash in advance • Banker's acceptance • Irrevocable Documentary Letter of Credit • Documentary Draft Collection • Open Account 89 In the enclosed materials you will find a "method of payment chart" listing each type of payment. Remaining true to the promise made in the intro duction, I shall only discuss the Letter of credit in this presentation/paper as this is the vehicle that will be most used by companies when securing the payment of export transactions. Common sense dictates that any type of high -risk international trans action should be circumvented. Both financing and payment should be constructed in such a way that the transaction can be labeled as "secured". THE DOCUMENTARY LETTER OF CREDIT The letter of credit is a separate contract and as such it is independent fr om the sales contract it relates to. All that a letter of credit does is evidencing a bank's commitment to pay money to a specified person provided certain documents are presented. It is an agreement by a neutral party (the bank), financially responsible, who will pay solely upon performance of the conditions specified in the credit. The bank is only concerned with the "document side" of the transaction and not at all with the goods to which said documents refer. Liability for payment rests with the bank that opens the facility (issuing bank) and not with the buyer. As a rule-of-thumb: only accept irrevocable letters of credit, i.e. the type that cannot be canceled or amended without the permission of the beneficiary. (The seller) The only option that shoul d be left to decide upon is if the credit should be confirmed or not. In case of confirmation the local bank (Advising bank) takes over the obligation to pay the seller. If the credit is not confirmed the liability for the payment remains with the issuing bank, although normally the advising bank will negotiate with recourse. The payment terms of a letter of credit can be at sight, a specific date from sight, or a combination of the two. Progress payments can be stipulated in a letter of credit as they are dictated by the underlying sales contract. . The letter of credit in itself does not guarantee payment to the seller, it requires the seller to meet all the conditions of the letter of credit, before payment will be 90 released. This is cause for 99% of th e confusion and problems that arise when dealing with letters of credit. For example, the seller might have delivered the goods, but forgot to include a certificate of origin with the documents and now is having problems getting paid. The primary resource for rules governing international documentary credits are the Uniform Customs and Practice for Documentary Credits from the International Chamber of commerce, also referred to as "UCP 500". It is good practice to only accept letters of credit that specifi cally stipulate to be governed by the UCP 500. The benefits of using irrevocable letters of credit are following: Payment is guaranteed for as long as the conditions of the credit are met. Payment is received promptly. As soon as it is issued the letter of credit is set and no changes can be made unless agreed to by both parties. The risks connected with using irrevocable letters of credit: The conditions of the letter of credit can be overly complicated. Delays outside of the control of the seller can lead to expiration of the letter of credit only correctable with the permission of the buyer. Buyer can refuse to cooperate with necessary amendments. The benefits for the buyer in the letter of credit transaction are: Payments are only made when the nec essary documents, evidencing shipment of the goods are presented. The letter of credit can be used as a financing tool for the buyer. (for instance 180 days sight drafts are often accepted by the seller) As soon as it is issued the letter of credit is set and no changes can be made unless agreed to by both parties. The biggest risk for the buyer is fraudulent shipping documents. COSTS As discussed earlier, the costs of conducting international business are considerable. Documentary credits are no except ion to that rule. Next to the banking costs, which range from 1% to 3.5% of the transaction value, both parties will incur administrative costs for setting up, reviewing and processing letters of credit. 91 THE LETTER OF CREDIT TRANSACTION There are vario us types of documentary credits: revolving letters of credit, back-to-back letters of credit, standby letters of credit, straight letters of credit etc. The focus of this presentation/paper is on the irrevocable letter of credit, issued by a foreign bank, advised by a US bank and, in case of "doubt", confirmed by the latter. It is important that already with the first quotations the customer is notified that the seller requires payment security by way of an irrevocable letter of credit. Such a notification has a dual purpose: First, it forewarns the buyer about the costs to be incurred and gives him time to eliminate possible effects on his credit line from establishing the facility with the issuing bank. Secondly, it takes away from the eleventh hour "vote of distrust" character that such an announcement caries when given by the time of contract closing. Standard wording for use in a quotation could be: We require payment to be secured by way of an irrevocable letter of credit to be established within __ days of issuing of the purchase order, with an approved bank, in the amount of ..contract value.., naming ourselves as beneficiary. Many transactions hold one or more progress payments. A buyer who has just agreed to the use of a letter of credit will mos t likely demand a form of security in return for his progress payments. In most cases the standby letter of credit is the security "of choice". These standby letters of credit are sometimes called "guarantee" letters of credit, technically they are however not guarantees. American banks do not have the statutory power to issue guarantees, but they do have the statutory power to issue standby letters of credit. The standby letter of credit sometimes doubles as performance -, bid-, or warranty bond. It is oft en more cost efficient to offer the customer a performance or warranty bond with an insurance company as surety. These documents give the buyer the same security as a standby letter of credit but are however easier to obtain and do not inflict upon the sel ler's line of credit or working capital. 92 After the buyer agrees to establish a letter of credit, it is important that the document contains requirements that are reasonable and can be met. In the enclosed materials you will find a standard form letter to be used when instructing the buyer on the documentary credit to be established. It is a "fill -in" form and can be used for all letter of credit transactions. Although this letter is rather elaborate, (which is one of the consequences of the "document only" interest of the issuing bank) the main goal is to keep the document requirements to an absolute minimum. There are five main documents involved with a export transaction and I suggest to be hesitant in accepting much more than the documents listed below in a letter of credit of which your company is the beneficiary. • Commercial invoice. • Packing list. • Bill of lading adequately describing the goods. • Certificate or Policy of insurance governing the goods. • Pre-shipment quality inspection document. LETTER OF CREDIT REVIEW Many companies have a terrible time collecting payment against a letter of credit. Due to a lack of knowledge, plain oversight, or eagerness to book the sale, there is no real management of the payment process. As soon as a letter of credit has been received it has to be carefully reviewed to ensure that the credit is in conformity with the underlying sales contract. The first warning is that it does indeed happen that the letter of credit is different from the sales contract. For any given reason (mostly the buyer not really knowing how to apply for a letter of credit and using the credit application from last year's transaction as a "template") the buyer changes the earlier sales agreement by instructing his bank to issue a documenta ry credit with conditions not provided for in the sales agreement, requirements the seller might not be able to meet. 93 Another common mistake is the wrong description of the goods in the letter of credit, thus automatically creating discrepancy. Careful re view of the letter of credit will bring such mistakes to light. Once identified, discrepancies can be discussed with the buyer and amendments written before problems occur at the time of payment. The truth of the matter is that it is almost impossible to completely meet all the requirements of the credit. However, as long as the discrepancies are not material, a small fee will be levied and payment transmitted. The following is a checklist giving the key questions to ask before accepting a letter of credi t. • Is the credit according to, and under the UCP 500 regulations? • Is the issuing/paying bank creditworthy? • Don't forget this letter of credit is a separate contract with a third party, the foreign bank. If no, then the credit needs to be confirmed, do n ot forget to double check the solvency of the local bank however. • Are there any currency transfer problems? • The issuing/paying bank might not be able to secure enough hard currency to make payment. A problem often encountered in developing economies. • Is the currency correct? • Are the parties correctly identified? • This almost always leads to discrepancies. (Fees) • Are the quantities and prices in agreement with the sales contract? • Differences here might lead to import problems at the destination country . • Is the draft tenor the same as in the sales contract? • The draft tenor determines when the payment will actually be released to the seller. • Beware of the buyer who decides on his own to make this a 180 days transaction! • Are the shipping terms correct and are they specified as being Incoterms? • Are the required documents the ones agreed to earlier and are they obtainable? 94 • Certain inspection certificates or shipping documents are sometimes required in the letter of credit, where they are never mentioned in the sales contract. • Are the insurance documents as agreed to in the sales contract? • Insurance requirements can be such that they are unobtainable for the seller. • Are the banking and negotiation fees distributed between the parties per the sales contract? • Are quantity and quality tolerances specified? • Be sure to always use wording such as "about" or "around" when the goods might vary, even if it is trade usage! • Are the goods described accurately? • Once again, discrepancy fees and import problems ar e likely results from misstating the shipped goods in the letter of credit. • Are partial shipments allowed? • Most "standard" letters of credit do not allow for partial shipments. As partial shipments are often the rule for capital equipment contracts, prov ision should be made, if necessary, prior to accepting the documentary credit. • Is trans-shipment allowed? • Often overlooked, but extremely important. Banks tend to follow a very limited definition of the concept often leading to disputes and delay in rece iving payment. • Does the letter of credit provide sufficient time to complete the shipment? • A delay in production might make it impossible to meet the latest ship date. • Does the letter of credit provide sufficient time to negotiate before expiration? • Roadblocks like export licenses, certificates of origin, must be obtainable and need to be presented prior to the expiration date. • Is the "ship from" location accurate and acceptable? • When it is not yet clear from where shipment is going to take place it i s better to stipulate shipment "from any US port". • Is the destination of the goods the same as the sales contract? 95 • Watch for changes in destination as this may impose additional costs and documents. • Is the transport document specified and is it acceptab le? • If there is a need to specify the shipping documents beyond the term "Waybill", the description needs to be specific and in concurrence with the planned modus of shipment. • If specific carrier and ship dates are specified, are they acceptable? • Make sure that the named carrier does not happen to be the forwarder used last time the credit application "template" was used and in actuality doesn't even provide service to the named destination. • Are all the documents required obtainable? • Documents such as consular invoices, certificates of origin, inspection certificates are not always obtainable for every product, and even if they are, it might take too long to prepare them. (See also above) • Are inspection reports required and agreeable? • Also make sure that it is stipulated in the sales contract who will pay for such inspections. • Once again it is better to regulate these issues in the sales contract, outside of the letter of credit. • Is on-deck stowage allowed? • When the seller is responsible for the shi pment, it is good to check on forehand if below -deck shipment is available. In the event the letter of credit review reveals any problems, address these immediately with the buyer. Even if considerable time may pass before the letter of credit will be pre sented to the negotiating bank, resolution should be sought before major costs on the project are incurred. NON COMPLIANT DOCUMENTS If the presented documents do not meet the documentary credit's requirements the confirming or nominated bank can only a ct in one of two ways: Return all documents to the presenter (or advising bank) for correction and resubmission within the validity of the documentary credit and within the period 96 of time after the date of shipment specified in the credit or under UCP 500 . (21 days) Return just the discrepant documents and safe -keep the remaining documents for the account of and on behalf of the presenter. In many instances the advising or confirming bank will communicate with the issuing bank about the discrepancies and make payment "under reservation". In case of non -material discrepancies it is advisable for the beneficiary to contact his buyer and ask him to instruct the issuing bank directly to release payment notwithstanding the discrepancies. One needs to underst and that in the latter case one has in actuality just completed an unsecured transaction despite the seeming payment security of a worthless letter or credit. FATTURAZIONE PER L'EXPORT Come Offrire i Nostri Prodotti Sebbene durane la fase d’aula si pos sano esaminare diverse metodologie per offrire i nostri prodotti e/o servizi a seguito di una richiesta di offerta, vi sono tre modi principali per porre il nostro prodotto e relativo prezzo all’attenzione del potenziale compratore. Ciascuno di esssi rappr esenta un grado di impegno da parte del fornitore , direttamente proporzionale all’interesse mostrato dal cliente . Le finalita’ultima, come appena approfondito nel capitolo in lingua sui contratti commerciali internazionali ( TYPES OF CONTRACTS, Drafting Phase, Engagement Phase ecc.) e’comunque quella di ricevere un ordine. In sede di richiesta, direttamente o indirettamnete il cliente puo’ chiedere tre tipi di offerta. 97 1. QUOTATION 2. COMMERCIAL OFFER 3. PROFORMA INVOICE Ritroveremo questi termini tecnici ne i prossimi capitoli e nei prossimi documenti pertanto analizziamoli nel dettaglio con la dovuta ateenzione. In questa fase un errore potrebbe significare una perdita sensibile di percentuale di Mark -up. (Utile Lordo) Rispettivamente potremmo dover fornire al cliente: 1) Una semplice quotazione generale del prezzo di un articolo , QUOTATION appunto. (Vi e’ un iniziale Interesse medio , curiosita’, Necessita’ di Aggiornamentto ecc.) il compratore avrebbe pertanto mostrato solo volonta’di controllare la no stra effettiva competitivita’, rispondendo ad una nostra precisa proposta , (“mailing”) e non necessariametne piazzare un ordine in tempi brevi. Ad esempio se siamo produttori di apparecchiature mediche ci limiteremo a dare per e-mail o per fax una lettera indicante il solo il prezzo dell’articolo ed una sua breve descrizione come da esempio di seguito Newport VENTILATORS Model E 100m Complete with Accessories and service Manuals Unit Price Ex works… … … … … … It. Liras 16.000.000 Lasciando al cliente la pa lla nel suo campo e la possibilita’di chiedere unlteriori informazioni in caso di “Good Price” , richiedendo eventualmente maggiori delucidazioni come vedremo nel prossimo paragrafo. Con questo semplice documento epistolare diamo al cliente una immediata possibilita’ di verifica ed eventuale comparazione con prezzi gia’ in suo possesso, senza peraltro impegnarci minimamente sulle condizioni di fornitura (GENERAL CONDITIONS) 98 2) Un’altro modo di offrire i nostri prodotti durante la negoziazione commerciale e’l’Offerta Commerciale , una COMMERCIAL OFFER quindi. Prevedendo di dover ordinare, il cliente vuole gia’ sapere alcune delle obbligazioni contrattuali che ci impegnamo ad assolvere , come ad esempio la data di consegna della merce (Delivery Terms) o i l quantitativo minimo da ordinare ecc. Mostrando in questo caso un interesse specifico nel prodotto e nel relativo prezzo, invitandoci a confermare la nostra disponibilita’e capacita’a fornire ed a quali condizioni. In questo caso la Commercial Offer si differenzia dalla Quotation poichè con essa forniamo oltre al prezzo anche le GENERAL CONDITIONS che per ordine di importanza contrattuale dovremmo indicare con le seguenti priorita’. PAYMENT PAGAMENTO DELIVERY TERMS CONSEGNA (INCOTERMS) OFFER VALIDITY VALIDITA’DEI PREZZI PACKAGING CONFEZIONAMENTO PACKING TIPO DI IMBALLO MINIMUM QUANTITY MINIMA QUANTITA’FATTURABILE SHIPMENT SPEDIZIONE (IN CASO DI C&F O CIF) CHARGES COSTI ACCESSORI (LEGALIZZAZIONI E O CERTIFICAZIONI PRODOTTI E DOCS.) DOCUMENTS DOCUMENTI FORNITI IN CASO D’ORDINE PERTANTO, IL CLIENTE SI ASPETTA CHE LE CONDIZIONI DI VENDITA ESPRESSE NELL’OFFERTA RISPETTATE E QUANTOMENO INSERITE NEL CONTRATTO . 99 VENGANO 3) Una Fattura Proforma , una PROFORMA INVOICE infine. Questo documeno merita una approfondimento, poiche’ si tratta di una fase molto importante della relazione iniziale col nostro cliente ed anche di un “documento ultimativo” -per cosi’ dire,- preludio ad un possibile ordine e relativo gua dagno. Questo documento una volta ricevuto dal cliente riassume le due precedenti tipologie di offerta e relativi impegni unitamente ad un pre -ordine con il quale noi diciamo al cliente che non solo non vi sono piu’margini di trattativa ne’sul prezzo ne’sulle condizioni di fornitura., ma altresi’diamo alla sua Azienda le COORDINATE BANCARIE per effettuare un primo pagamento (in caso di acconto previsto) o trasferire l’intero importo dell’ordine sui nostri conti correnti (Pagamento anticipato). In questo modo il cliente non solo a trovato un fornitore piu’ conveniente “Pronto a fornire” ed a condizioni magari migliori di quelle dei suoi attuali fornitori, ma ha anche concluso con esso la trattativa commerciale avendo precedentemente chiesto la Quotation e la Commercial Offer . Il nostro piccolo/Medio ipmprenditore è come se dicesse “ Gentili Signori, Vi abbiamo proposto i nostri prodotti , vi abbiamo fornito e confermato i prezzi, concordato con le vostre richieste relativammente alle condizioni di fornitura, sconti, quantita’ ecc, vi abbiamo dato la nostra piena disponibilita’ a fornire (General conditions)… .OK! La trattativa e’finita … che fate signori Comprate ?” Il tutto con un singolo documento inviato via e -mail o via fax, che non rappresenta certo un contratto, a questo stadio, e che pur non significando per noi nulla piu’di una offerta, vedremo poi rappresenta invece un documento di importanza basilare per il nostro cliente. 100 Non solo questa Fattura non rappresenta per noi un obbligo di r egistrazione Contabile e successiva imposizione fiscale, (si tratta infatti di una fattura pro forma relativa ad una vendita non ancora avvenuta) ma siamo liberi di emetterne di altre in qualsiasi momento attribuendo loro una numerazione non ufficiale, no n necessariamente progressiva, e comunque avulsa dalle nostre usuali registrazioni contabili. Per noi quindi la Proforma Invoice e’un’offerta come un’altra. Per il cliente invece questo documento e’ INDISPENSABILE per effettuare la maggior parte delle ope razioni di importazione, e formalizzare un ordine trasferendo denaro all’estero, indipendentemente dal paese di destinazione delle merci e dalla legislazione locale vigente. Giustificando infatti legalmente l’uscita di valuta, per trasmettere ad esempio un acconto senza aver ancora “importato le merci” , egli puo’anche anticipare le operazioni doganali (Custom Charges) mostrando la sola PROFORMA INVOICE alla sua Banca cosi come alle autorita’doganali anticipando le operazioni burocratiche per l’Import i n modo da poter ritirare i prodotti appena essi sbarcano sul suo territorio. In assenza di fattura proforma l’operazione di trasferimento dei fondi per importi eccedenti i limiti di esportazione valutaria vigenti, in certi casi , non sarebbe consentita dalla legislazione locale, quindi non portremmo pretendere acconti sulla fornitura, (Vedi limiti di esportazione di valuta). In alri casi invece, ed oltre certi limiti di importo, sarebbe considerata una esportazione di capitali, che senza la successiva impo rtazione (Bolletta doganale di Entrata = Bill of Entry) diverrebbe addirittura illegale -. Vedete quindi l’importanza di questo documento che una volta emesso ci pone nei confronti del neo-cliente in una posizione che gia’ potremmo definire di possibile neo-fornitore, formalizzando cosi’ senza una reale redazione cartacea e relativa registrazione , un vero e proprio contratto, alternarivo a quelli gia’studiati in precedenza. 101 Vedremo in seguito che con una PRO FORMA INVOICE e’ possibile eltresi’ formalizzare l’apertura di Lettere Di Credito impegnando anche le Banche in maniera ufficiale con la disponibilita’di fondi necessaria per il pagamento delle merci oltreche’per la loro spedizione a destino. Non solo, La Proforma Invoice puo’ essere altresi’ u tilizzata da diversi organismi di certificazione e controllo per ufficializzare le certificazioni delle merci (Es. Certificato di Origine Assicurazioni, Noli marittimi ecc.) nonchè per lo sdoganamento anticipato “Advanced Clearence of Goods” Vediamo quindi qui di seguito, il riassunto delle tre metodologie di offerta in una PROFORMA INVOICE di tipo standard relativa ai prodotti medici citati in precedenza, dove il lettore potra’identificare tutte le informazioni contenute in ciacun metodo di offerta ma an che tutte le obbligazioni contrattuali di una fornitura di merci all’estero , trasporto compreso. Abbiamo infatti indicato il termine di resa merce C&F . (vedi capitolo relativo agli INCOTERMS) 102 LENNEX________ International Import Export PROFORMA INVOICE 12.2001 TECHNOLOGY No. Messers: xxxxxxMED JOHANNESBURG Rep.of South Africa Date: February 13 , 2001 CUSTOMER’S REFERENCE : ORDER dtd Feb 1st , 2000 ITEM QUANTIT DESCRIPTION UNIT TOTAL PRICE PRICE IT.LIRAS IT.LIRAS Y 1 4 Newport VENTILATORS Model E 100m Complete with Accessories and service 16.000.000 64.000.000 Manuals TOTAL AMOUNT EX WORKS … … … … … … … … … … … … … ...… … … … … .… ..… .… .ITL 64.000.000 AIR FREIGHT TO RSA… … … … … … … … … … … … … … .… … … … … … … … ...… … … .ITL 1.500.000 Commission for Import , Packing and Air Freight anddocuments… … … … .… … .… … .ITL 3.725.000 TOTAL AMOUNT C&F JOHANNESBURG… … … … … … … … … … … … … … … ...… … ITL 68.775.000 ( Sixtyeightmillionssevenhundredseventyfivethousand ItalianLiras) PAYMENT: 100% IN ADVANCE BY ELECTRONIC TRANSFER OF FUNDS: SWIFT TO BE EFFECTED ON OUR COUNTERS AS FOLLOWS: 103 BENEFICIARY: LENNEX International Import Export SpA BANK: CASSA DI RISPARMIO DI PADOVA E ROVIGO COUNTER NUMBER : xxxxxxxx ABI CODE : xxxxxx CAB CODE : xxxxxx S.W.I.F.T. ADDRESS: CRPD IT 2P-TELEX:xxxxxx I- C/O FORWARD AIR & SEA (PTY) LTD 5 LOPER STREET DELIVERY INDUSTRIAL PARK : Att: Dezrai or Cynthia Tel: 2711 392-xxxx Fax 2711 392-xxxx Ready for shipment PACKING : CARTON BOX OPERAZIONE NON IMPONIBILE ( art. 8 ) D.P.R. 633/72 Via Mario Rossi 10 00189 – Roma Tel/Fax +39.06.xxxxxxxxxx Partita IVA 0xxxxxxxxxx 104 Assumiamo ora che il cammino virtuale nel quale stiamo accompagnando il nostro piccolo/medio imprenditore si sia gia’ svolto regolarmente fino ad un buon punto, visto che abbiamo saput o nell’ordine completare i seguenti steps: • Scegliere il mercato sul quale presentare la nostra Azienda ed i nostri Prodotti • Contattare i potenziali clienti con la presentazione della nostra struttura e dei suoi prodotti e/o servizi • Valutare le richieste di offerta provenienti dall’estero • Offrire il nostro prodotto e formalizzare un impegno reciproco • Emettere la Proforma Invoice preludio di un ordinativo. Vediamo ora uno dei passaggi piu’ delicati dai quali il nostro titolare di PMI deve necessariamente pa ssare, ovvero: COME FARSI PAGARE? Vi sono molteplici modalita’ di pagamento possibili nel commercio internazionale, e’doveroso pero’soffermarci sui tre principali tipi di pagamento correntemente utilizzati negli scambi internazionali. Ciascuno di essi of fre margini di sicurezza differenti e modalita’di controllo e di gestione piu’o meno complesse. La conoscenza delle procedure di pagamento e degli inconvenienti possibili, potra’ aiutarci ad evitare, nonostante l’assistenza non sempre completa del nostro istitutto di credito (che molte volte potrebbe addirittura non avere un Ufficio Estero preposto all’assistenza dei suoi correntisti) , quegli errori di valutazione e verifica che molto spesso hanno inficiato il buon corso di commesse per la fornitura di merci all’estero. Saper negoziare il giusto pagamento con il cliente, motivandone la scelta ed imponendone l’utilizzo, potra’farci evitare il rischio di un insoluto che, pur non dipendendo dalla volonta’del cliente stesso, molto spesso si verifica per err ori burocratici o irregolarita’formali. 105 PAGAMENTI INTERNAZIONALI Le tre modalita’di pagamento piu’diffuse attualmente sui mercati internazionali sono le seguenti: 1. INTERNATIONAL CERTIFIED BANK DRAFT (ASSEGNO CIRCOLARE INTERNAZIONALE) 2. ELECTRONIC TRANSFER OF FUNDS ( SWIFT ) (BONIFICO BANCARIO ELETTRONICO) 3. LETTER OF CREDIT LETTERA DI CREDITO Ciascuno di essi avra’ bisogno di verifiche differenti e sara’soggetto a rischi piu’o meno frequenti e possibili. Durante le lezioni e’possib ile inoltrarsi per ore nella casisitica discutendola in tempo reale con i partecipanti al corso, con esempi molto articolati ed una molteplicita’di documenti dimostrativi sui quali simulare interventi correttivi ed azioni o politiche commerciali di diver so tipo. Ciononostante dovendo esaminare gli inconvenienti possibili , e le relative soluzioni mediante l’esposizione scritta, e volendosi necessariamente allontanare dalla pura tecnica bancaria e dalla teoria del diritto commerciale, l’autore ha preferito inserire degli esempi pratici di pagamneto. Essi sono andati si’ a buon fine, ma come vedremo, se fossimo stati in assenza di quella fiducia reciproca tra compratore e venditore che era evidente nei casi seguenti , e che non sempre e’ presente al primo o rdine, le problematiche sarebbero state molto serie se avessimo fallito nella valutazione dei documenti ricevuti, considerando altresi’ l’aggravante del fatto che che i prodotti nel frattempo erano stati gia’spediti al cliente. 106 1. INTERNATIONAL CERTIFIED BANK DRAFT (ASSEGNO CIRCOLARE INTERNAZIONALE) Ogni qualvolta chiediamo al cliente un pagamento anticipato mediante assegno circolare , ed indipendentemente dalle obbligazioni contratuali come ad esempio gli Incoterms, dobbiamo attenderci le segue nti azioni da parte del compratore ed effettuare le relative verifiche. a) Al cliente verra’ addebitato l’importo all’atto dell’emissione dell’assegno circolare, e’ chiaro ed evidente quindi che egli pretendera’ che le merci siano spedite IMMEDIATAMENTE avend o egli gia’ pagato ricevendo solo una Proforma Invoice. b) Nella maggior parte dei casi il cliente notifichera’ l’avvenuto pagamento inviandoci urgentemente copia dell’assegno via fax e relativa bolletta del Corriere Espresso (DHL TNT Traco UPS ecc.) con il q uale ha spedito il titolo al nostro indirizzo. c) Dovremo quindi verificare col corriere se la spedizione e’arrivata in italia e quando ci verra’consegnato il plico. d) Una volta ricevuto dovremo verificare che , nel plico ci siano effettivamente gli assegni. Puo’ sembrare una ovvieta’ ma molte volte alcune piccole aziende hanno commesso l’errore di spedire le merci (Via Aerea) e vederle arrivare a destino in 24 ore. Sicuri di avere ormai l’assegno in casa, ed attendendo il corriere, all’atto del ricevimento hanno scoperto che nel plico non vi era assolutamente traccia degli assegni precedentemente notificati via fax , bensì una cartolina di Auguri.!! Le merci ormai a destino, e precedentemente sdoganate dal “Cliente” con la sola Proforma Invoice erano ormai st ate ritirate e la truffa ormai perpetrata . Vediamo come puo’accadere: La qualita’del Fax e’pessima, d’altra parte si tratta di fotocopie di assegni e di fotocopia di una copia della bolletta DHL, per di piu’ spedite da un fax del Sudafrica , paese con il quale a volte si hanno difficolta’di ricezione 107 108 In ogni caso possiamo identificare i documenti che il cliente ci invia con urgenza chiedendo di conseguenza di spedire . Si tratta come possiamo vedere di un importo complessivo relativamente basso ( 5,515.00 Dollari) ma potremmo avere questo tipo di pagamento anche per importi ben piu’rilevanti !. Inoltre abbiamo la possibilita’di chiamare il DHL e chiedere a che punto e’la spedizione del plico, (se e’gia in Itali a ed in consegna presso i nostri uffici a breve). Ciononostante notiamo che gli assegni hanno delle cancellature e delle correzioni ! Cosa impossibile nel sistema Bancario Europeo dove un assegno sbagliato, generalmente viene annullato e riemesso e comunqu e mai consegnato al cliente che mai lo accetterebbe in questa forma. (Vedi capitolo dell’Analisi dei Mercati Internazionali ES. sistema Bancario non Uniformato). Pertanto il rischio che l’imprenditore si assume e’ quello di spedire a questo punto, e non a ttendere l’effettiva ricezione dei titoli di credito. Ulterirore verifica da farsi e’relativa ai giorni di valuta che la nostra Banca si prendera’ per accreditare effettivamente la somma sul nostro conto.Teniamo presente che un circolare su Piazza e’ cons iderato contante , in europa ha bisogno di tre giorni lavorativi per l’accredito , nel caso specifico dal sudafrica la Banca puo’ anche arrivare a chiedere 20 giorni lavorativi per la valuta e l’accredito. Non siamo in questo caso piu’in presenza di un p agamento contanti. E se allorquando ricevessimo gli assegni e all’atto della presentazione al nostro sportello questi venissero rifiutati perche’corretti o irregolari?? Risultato della verifica: Nonostante le lamentele del cliente non dovremmo assolutamen te spedire neppure uno spillo ed attendere di essere effettivamnete pagati. 109 2. ELECTRONIC TRANSFER OF FUNDS ( SWIFT ) (BONIFICO BANCARIO ELETTRONICO) Viste le difficolta’ ed i rischi del sistema di pagamento suddetto, preferiamo allora utilizzare un pagamneto come il Bonifico bancario che, coinvolgendo direttamnete la bamca nel trasferimento dei fondi , offre TEORICAMENTE maggiori garanzie, quantomeno a livello di certificazione del pagamneto. Riceveremo infatti dei documenti Bancari diretti e non piu’la semplice fotocopia di cio’che il cliente ha spedito (?). Pertanto attenderemo che la banca o il cliente stesso ci invii copia della documentazione ufficiale mediante la quale la banca ha trasferito eletronicamnete i soldi sul nostro conto corrent e, come indicato nella Proforma Invoice. Dovremo quindi chiedere alla nostra banca di avvisarci non appena i fondi sono disponibili. Ma qual’e’ la situazione se il cliente una volta delegata la responsabilita’del pagamneto alla sua Banca Pretende di ricev ere la merce o quantomeno che si dia inizio alla spedizione? In questo caso non potremmo teoricamente rifiutarci perche’ non piu’ in possesso di una bolletta di un corriere bensi’ di una certificazione ufficiale dell’avvenuto pagamento… Teoricamente! Ecco allora due esempi di certificazione di bonifico che espongono l’impresa al rischio di insolvenza da parte del compratore. 110 Esempio 1) In questo caso le possibilita’ di verifica della veridicita’ del pagamento sono molteplici: a) Si tratta di un docu mento ufficiale della Banca del nostro cliente , debitamente timbrato e protocollato ed inviato via fax per certificare che e’ gia’stata data una disposizione per il trasferimento dei fondi. b) Possiamo verificare l’esattezza delle nostre coordinate bancarie (notare che il bonifico viene fatto presentando solo la Proforma Invoice come da ultima riga del modulo compilata dove la Proforma e’ dichiarata con l’acronimo P/I)e relativo numero da noi attribuito c) Possiamo altresi’ verificare la correttezza dell’import o trasferito, in questo caso Lit. 20.000.000 d) L’attendibilita’di questo documento e senz’altro piu’forte del precedente , inoltre abbiamo la garanzia che la banca stessa e’impegnata avendo gia’ addebitato il cliente sul conto. Allora possiamo spedire la merce? NO! Come avviene molto spesso anche in aula durante le lezioni, il pertecipante cosi’come credo il lettore, nel 90% dei casi non si accorge che questa e’una Application to Purchase Foreign Currecy Letteralmente: Una richiesta ad acquistare valuta straniera! Chi o che cosa ci assicura che una volta spedita la merce il cliente non vada a revocare questa richiesta in banca, annullando anche eventuali richieste di bonifico, presentando un’altra fattura Proforma , di un altro fornitore, giustificandosi dicendo alla banca stessa che non compra piu’la merce da noi in Italia. La sua Banca sara’tenuta a ritenere nulla la richiesta di Acquisto di 20 milioni di lire,ricevendo magari analoga application per acquistare marchi tedeschi o euro. Errore molto Frequente... Avremmo preso un solenne fregatura! 111 Esempio 2) 112 Questo documento, pur trattandosi di documentazione bancaria orginale, e’ senz’altro meno attendibile a prima vista del modulo originale dell’esempio 1. Esso infatti potrebbe essere benissimo un foglio di un block notes con logo della banca, prelevato dal cliente in banca e scritto artigianalmente con la macchina da scrivere del suo ufficio simulando un bonifico. Per il quale non vi e traccia di timbri o di qualsivoglia certificazione ufficiale da parte dell’istituto di credito. E’infatti molto raro per il sistema bancario europeo che si possano trasmettere messaggi per bonifici che non siano in forma di TELEX originale. Inoltre non vi e’traccia della nost ra Proforma Invoice ne di altri dati identificativi l’operazione import per la quale si effettua il pagamento. Come potete vedere viene trasmesso in via “amichevole” dall’ufficio del cliente e non dalla banca. Potremmo trovarci di fronte ad un tentativo d i truffa, simulando un fantomatico pagamento il cliente chiede che siano spedite le merci. L’importo e’ relativamnete modesto (piu’ o meno 2.000.000) ma potrebbero anche esserci casi in cui si parla di dollari e non piu’di lire. Che facciamo spediamo! Noo?? … … … … … … . SI invece ! Anche qui molte volte il futuro export manager, o se preferite il nostro ormai famoso piccolo/medio imprenditore crede alle prime impressioni non fidandosi della forma con cui gli viene certificato il pagamneto, specie dopo l’esper ienxa dell’esempio n° 1. Invece in questo caso abbiamo un elemento di verifica molto importante ed incontrovertibile che ci da la certezza assoluta dell’avvenuto pagamento il TRANSACTION NUMBER o Numero di Transazione attribuito al relativo messaggio telex della banca e trasmesso tramite il sistema SWIFt di comunicazione tra banche.! (vedi seconda riga dei SETTLEMENTS) precisamente il Numero S14202306. 113 Con questo numero in nostro possesso ci bastera’ chiamare la nostra banca che direttamente sul monitor p otra’verificare, digitando il transaction number se il pagamneto e’ effettivamente stato trasmesso, se e’ gia’ presso la sede dell’istituto di credito , o ancora in compensazione , magari all’ufficio estero della ns. banca a Milano, dove, per che importo e quando sara’accreditato sul nostro conto. Questo pagamento e’ pertanto irrevocabile e ci consente di spedire le merci con sicurezza. Ci bastera’ettendere almeno i tre giorni lavorativi di valuta richiesti per avere la certezza matematica di aver incass ato il nostro credito. Se invece volessimo del tutto evitare queste problematiche, e comunque allorquando ci trovassimo in presenza di importi rilevanti, il sistema di pagamento piu’ sicuro in assoluto rimane la Lettera di Credito. nelle pagi ne seguenti. 114 Vediamola 3. LETTER OF CREDIT LETTERA DI CREDITO DEFINIZIONE: LETTERA DI CREDITO Documento bancario che perviene al mittente tramite la propria banca con garanzia rilasciata dalla banca del ricevitore. Trattasi dell'impegno a pagare l'importo convenuto, nel momento in cui il mittente consegna all'esame del proprio istituto bancario l'insieme di documenti che attestano l'esistenza del bene oggetto della transazione commerciale, la sua origine, il suo valore secondo fattura, l'avvenuta consegna al vettore che dovrà effettuare il trasporto e, qualora la vendita sia stata pattuita su basi C.I.F., la polizza e/o certificato di assicurazione a copertura dei rischi richiesti. E evidente che tale procedura offrendo maggiori garanzie, co involgendo due banche, ed evitando i rischi dei pagamenti di cui sopra, avra’bisogno di una gestione durante la sua esecuzione e non ultimo subira’il peso di costi bancari inerenti il servizio di emissione e negoziazione. In alcuni casi quando la banca d el venditore non ha sufficienti garanzie di rimborso sara’necessaria anche una conferma del credito da parte di una terza banca 8con costi a carico del compratore) Pertanto si consiglierebbe l’uso di LC solo in caso di importi significativi o di paese a rischio. Per ovviare l’inconveniente relativo alle procedure ed ai costi , e per evitare di aprire una LC, e comunque generalmente per importi sotto i 20 mln, molte volte si stipula un contratto tradizionale tra le parti (Vedi capitolo International commercial Contracts). Per contro, e con costi decisamente inferiori e con un automatismo bancario si conviene di adottare una STAND BY LETTER OF CREDIT. 115 Analizziamo nel dettaglio questo tipo di garanzia prima di inoltrarci nella lettera di Credito Tradizionale: LA LETTERA DI CREDITO "STAND BY" Tra le garanzie di pagamento relative ad una vendita internazionale, merita sicuramente un certo approfondimento uno strumento utile come la Stand by Letter of Credit. La garanzia sta nell'impegno assunto da una banca a rimborsare il venditore in caso di un eventuale mancato pagamento del compratore. Si tratta di un credito documentario particolare. L'Art. 1 delle Norme ed Usi Uniformi (Pubblicazione N. 500 della Camera di Commercio Internazionale) relativi ai crediti docu mentari definisce l'applicazione di tali norme includendo anche la lettera di credito Stand by. Vediamo come funziona: 1) A seguito di una trattativa commerciale, le parti (venditore - esportatore/compratore -importatore) hanno deciso di stipulare un contratto di compravendita all'interno del quale saranno indicati oltre all'oggetto della transazione anche i termini di pagamento. 2) Il venditore può chiedere al compratore di aprire in suo favore una Stand by Letter of Credit (SbLC) da utilizzare nel caso in cui il pagamento non avvenga secondo i termini del contratto firmato. 3) Il compratore (ordinante), se d'accordo, ordina alla sua banca (emittente) di aprire la SbLC sulla banca designata dal venditore (beneficiario), la quale provvederà ad informarlo dell'avvenuto ricevimento della SbLC. 4) Da questo momento la garanzia di pagamento è attiva e la SbLC, che è appunto lo strumento con cui il venditore potrà beneficiare di tale garanzia, è in stand by. 5) La vendita viene perfezionata con la spedizione della merce; il co mpratore dunque, ricevuta la merce, dà seguito al pagamento nelle modalità e nei tempi stabiliti dal contratto. In questo caso la SbLC non verrà utilizzata e scadrà. 6) Nel caso in cui il compratore non adempie l'obbligo di pagamento, il venditore potrà forn ire alla banca evidenza documentale di tale 116 inadempienza oltre ad una dichiarazione di mancato pagamento e potrà, quindi, beneficiare della garanzia utilizzando la SbLC. 7) Da qui la procedura di negoziazione del credito segue il normale percorso dei crediti documentari (stiamo ovviamente considerando il caso più semplice): la banca del venditore verifica che i documenti siano in ordine, esegue il pagamento, quindi inoltra i documenti alla banca del compratore per il rimborso. La banca emittente addebita la s omma al compratore. Da quanto abbiamo detto seguono alcune considerazioni: - La banca a seguito dell'apertura della SbLC si obbliga a subentrare nel pagamento. - Gli obblighi derivanti dai due contratti (quello tra compratore e venditore e quello della SbLC) sono del tutto indipendenti. - L'impegno della banca è indipendente dal contratto stipulato tra venditore e compratore sebbene da esso generato. Il che significa, in parole povere, che alla banca poco interessa delle varie condizioni di contratto rel ative a pagamenti, tempi di spedizione o ad altro. Il solo obbligo della banca è quello di pagare se i documenti sono in ordine e cioè se corrispondono a quanto previsto dal credito. La SbLC ha dunque una serie di vantaggi: - È uno degli strumenti con cui poterci garantire il pagamento. - Il soggetto obbligato è una banca (attivata in caso di necessità). - L'accettazione da parte del compratore di aprire la SbLC permette di avere un'informazione in più sulla sua affidabilità. Infatti, potremmo dedurre che il compratore che ha aperto la SbLC a garanzia del suo pagamento, ha effettivamente intenzione di pagare secondo i termini previsti dal contratto. - Non è eccessivamente onerosa, perché le commissioni bancarie verrebbero pagate soltanto nel caso di utiliz zo. - Il suo impiego è molto diffuso nei Paesi anglosassoni, nel nord America, in Giappone e in India. Qualche aspetto negativo: - Bisogna considerare l'effetto psicologico che la richiesta d'apertura di una 117 SbLC a garanzia del pagamento potrebbe avere sul compratore. Sarà pertanto nostra capacità, in sede di trattativa, proporla opportunamente. Per esempio, il venditore potrebbe richiederla dopo aver accordato tempi di pagamento particolarmente vantaggiosi per il compratore. - Non in tutti i Paesi, la pras si e la consuetudine commerciale ne hanno assimilato l'utilizzo. E' chiaro come a soddisfare l'esigenza degli operatori internazionali di vedersi garantite le proprie operazioni di compravendita, contribuisce anche la SbLC. Essa potrebbe rappresentare una soluzione all'esigenza di garantirsi il pagamento evitando le spese più consistenti di un normale credito documentario. Per concludere vediamo lo svolgimento della LC tradizionale in tutti i suoi steps fondamentali. 1) Venditore e compratore (Buyer and Seller) concordano I termini della fornitura , compresi gli Icoterms, periodo del credito offerto (Validity) se richiesto,data ultima per la spedizione ecc 2) Venditore e compratore (Buyer and Seller) concordano I termini della fornitura , compresi gli Ico terms, periodo del credito offerto (Validity) se richiesto,data ultima per la spedizione ecc 3) Il Buyer richiede alla sua banca l’emissione della LC .La banca verifichera’il credito del suo cliente e puo’richiedere una copertura ulteriore, o una riduzi one di altri crediti in essere (prestiti e fidi) 4) La banca emittente (Issuing bank) , emette appunto, la LC ne manda copia alla Banca notificatrice (Advising Bank) o piu’ comunemente la comunica tramite via elettronica Telex o SWIFT 5) La banca notific atrice verifica l’autenticita’della lettera di credito utilizzando I registri delle firme o le directories interbancarie o test codes quindi informa il venditore ( Beneficiary) . La banca notificatrice potrebbe confermare la LC aggiungendo un suo proprio impegno al pagamento nei confronti del suo 118 cliente, o richiedere al venditore una Confirmed LC mediante l’intervento di uan terza banca.o fornenedo ulteriori garanzie di rimborso. 6) Il venditore (Seller) dovrebbe controllare che la LC corrisponda ai term ini contrattuali e che tutti I suoi articoli e condizioni possano essere soddisfatti. (es. Tutti I documenti possono essere ottenuti in tempo utile.) Ravvisando qualcosa che potrebbe causare un problema , dovrebbe essere chiesta una modifica (Amendment). 7) Il venditore spedisce le merci, quindi raccoglie I documenti richiesti (Fattura, Documenti di Trasporto ecc.) Prima di presentare i documenti alla banca, dovra’ controllarli per verificare l’assenza di inesattezze o irregolarita’ (Discrepancies) rispe tto alla LC , e correggere o riemettere i documenti se necessario. 8)I documenti vengono presentati alla banca , spesso la Advising Bank Questa controlla tutti i documenti e la loro conformita’alla LC . Se i documenti sono a posto la banca paga il vendit ore e trasmette i documenti alla banca emittente. 9) La banca emittente controlla I documenti a sua volta. E essi sono in ordine (e’ e’ una Lc pagabile a vista) essa rimborsa la banca del venditore immediatamente 10) Solo ora la The Issuing bank addebit a in conto al compratore l’importo della LC e rilascia I documenti (inclusi I documenti di trasporto) in modo che il compratore possa ritirare la merce dal trasportatore. La lettura attenta della parte in inglese di questo quaderno, che ha fornito ulteriori elementi informativi sulla LC dovrebbe aver dato al lettore una conoscenza piu’che sufficiente dell’argomento. 119 Rimane sempre valida la mia esortazione ad utilizzare, quando possibile la consulenza degli “involved parties” Le Banche, gli Spedizionie ri, I mediatori, L’ICE, le Camere di Commercio e la nostra esperienza, sono i nostri migliori consulenti. Ora che abbiamo analizzato in dettaglio la Lettera di Credito concluderei questo lavoro ed il cammino virtuale fatto con il Piccolo/Medio imprendito re, sentendo di poter dire che gli puo’ora camminare da solo e relativamente al sicuro da rischi dovuti ad impreparazione tecnica. A tutti i Corcisti partecipanti alle varie edizioni del Cor.C.E. “F. De Francesch” in cui ho tenuto le mie sessioni di d ocenza ed a tutti gli imprenditori Italiani e stranieri a cui ho avuto il piacere di insegnare auguro Buon Lavoro! Antonio Olivieri 120