fotografie - Marco Bertoli

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fotografie - Marco Bertoli
FOTOGRAFIE
a cura di Marco Bertoli
In copertina
Hans Feurer
Ritratto. maggio 1983
stampa alla gelatina
di sali d’argento, cm. 40 x 27,1
Coordinamento
Isabella Fogliani
Progetto grafico
Chiara Giordani_Vicenza
Foto
Giuliano Grossi_Modena
Stampa
Grafiche Veneziane_Venezia
Confezione
Legatoria Verrati_Venezia
In quarta di copertina
Helmut Newton
Veruska. 1984
stampa alla gelatina
di sali d’argento, cm. 36,6 x 25,3
Modena
8 marzo - 6 aprile 2013
tutti giorni
10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00
Palazzo Cremonini
via Carlo Farini, 4
scala B - Primo piano
info+39 059 218.777
cell.339 81.29.228
www.marcobertoli.com
Il desiderio di catturare le immagini arriva da molto lontano, lo stesso Aristotele vissuto nel IV
secolo, fece osservazioni sulla luce, sui colori e sul senso della vista...
I primi veri studiosi della camera oscura furono gli arabi nell’IX secolo, ma forse la più chiara
descrizione di questo strumento è contenuta nel “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci, fino
alla scoperta della fotografia che noi conosciamo ai primi del XIX secolo…
Questa parte importante di una raccolta di foto di moda degli anni ‘80, ci racconta attraverso
grandi fotografi, l’eleganza, la bellezza e l’Arte della fotografia...
Marco Bertoli
David Bailey
7
Prêt à porter. Kenzo
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 22 x 35 ca.
timbro del copyright di David Bailey (verso)
Manfredi Bellati
FOTOGRAFIE
8
Ritratto di Joe Dallessandro. 1974
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 37 x 26
9
Ritratto di Rudolf Nureyev. 1966
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 60,5 x 50,5
firmata e dedicata (verso)
Michel Comte
FOTOGRAFIE
10
Susy. Los Angeles. maggio 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 38 x 48,2
firmata e datata (verso)
11
Polina. Los Angeles. maggio 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 38,2 x 48
firmata e datata (verso)
FOTOGRAFIE
12
Polina. Los Angeles. maggio 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 38,7 x 48,8
firmata e datata (verso)
13
Polina. Los Angeles. maggio 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 37,4 x 49,4
firmata e datata (verso)
Arthur Elgort
FOTOGRAFIE
14
Polina. Egitto. 1980
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 25,1 x 24,6
timbro del copyright di Arthur Elgort con data “1980” (verso)
15
Grethe Holby. Egitto.1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 20,8 x 30,4
intitolata e datata (recto)
FOTOGRAFIE
16
Joan Severance in Fendi. 1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,3 x 21,7
timbro del copyright di Arthur Elgort (verso)
17
Joan Severance per Chanel. 1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 31,8 x 25,5
timbro del copyright di Arthur Elgort, datata, (verso)
FOTOGRAFIE
18
Joan Severance per Chanel.1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 29,2 x 23,5
firmata e datata (recto)
19
Alta moda. Valentino. Roma.1980
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,8 x 23,8
timbro del copyright di Arthur Elgort (verso)
FOTOGRAFIE
20
Joan Severance in Valentino
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 24,4 x 33,4
annotazione “Elgort” (verso)
Hans Feurer
21
Ritratto. maggio 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 40 x 27,1
FOTOGRAFIE
22
Vietnam. maggio 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 34,4 x 51
23
Vietnam. maggio 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 34,5 x 50,8
FOTOGRAFIE
24
Deauville
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 38,8 x 26,4
Horst P. Horst
25
Ritratto di Paloma Picasso. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 19,3 x 19
timbro del copyright di Horst P. Horst,
annotazione del n. del provino, edizione di 8 (verso)
Peter Knapp
FOTOGRAFIE
26
Nina ed Elisa. Deauville. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27 x 39,5
Barry Lategan
27
Prêt à porter. Krizia. 1960 ca.
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,5 x 31,5
timbro dello Studio di Barry Lategan a New York (verso)
FOTOGRAFIE
28
Dylan Henry Lategan. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 38 x 30,3
firmata, intitolata e datata (recto)
29
Chaterine Lategan. 1980
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 31 x 30,2
firmata, intitolata e datata (recto)
FOTOGRAFIE
30
Prêt à porter. Roma. 1960 ca.
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 29,7 x 22,5
timbro dello Studio di Barry Lategan a New York (verso)
Peter Lindbergh
31
Comme des Garçons. Parigi. novembre 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 20,2 x 14,8
dedicata, firmata e datata (recto)
FOTOGRAFIE
32
Pubblicità per Comme des Garçons. Parigi. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 55 x 36,6
numerata “1/1” (recto)
33
Pubblicità per Comme des Garçons. Parigi. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 55x 36,8
numerata “1/1”(recto)
FOTOGRAFIE
34
Pubblicità per Comme des Garçons. Parigi.1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 55,1 x 37
numerata “1/1” (recto)
35
Prêt à porter. Italia
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 37,5 x 25,2
Stephan Lupino
FOTOGRAFIE
36
Nudo. New York. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,8 x 21,8
timbro di Stephan Lupino (verso)
37
Anki. New York. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,2 x 22
timbro di Stephan Lupino, firmata, intitolata,
datata e luogo “New York, march 1984”
Barry McKinley
FOTOGRAFIE
38
Beauty.1986
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 33,7 x 23,1
firmata, annotazione del n. del provino,
edizione di 18 (verso)
Helmut Newton
39
La ricca e la povera. 1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 33,7 x 28,3
annotazione del n. del provino, tiratura di 10 (verso)
FOTOGRAFIE
40
Ritratto di Veruschka. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 36,5 x 26,1
firmata e numerata “2/6” (verso)
41
Veruska. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 36,6 x 25,3
firmata e numerata “5/6” (verso)
FOTOGRAFIE
42
Brescia 11.00 Dressed.1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,5 x 28,1
annotazione del n. del provino, edizione di 7 (verso)
43
Brescia 12.30. Nude.1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,5 x 28,1
annotazione del n. del provino, edizione di 6 (verso)
Denis Piel
FOTOGRAFIE
44
Profumo
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27,1 x 26,8
timbro del copyright di Denis Piel (verso)
45
Profumo
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27,1 x 26,8
timbro del copyright di Denis Piel (verso)
FOTOGRAFIE
46
Gia Carangi. Profumo.1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27,1 x 26,8
doppio timbro del copyright di Denis Piel (verso)
47
Gia Carangi. Profumo.1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27,4 x 26,9
timbro del copyright di Denis Piel e numerata “1/6” (verso)
FOTOGRAFIE
48
Gia Carangi. Profumo. 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27,4 x 26,8
timbro del copyright di Denis Piel e numerata “2/6” (verso)
49
Gia Carangi. Profumo.1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27,3 x 26,8
timbro del copyright di Denis Piel e numerata “4/6” (verso)
Herb Ritts
FOTOGRAFIE
50
Ritratto
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 27,9 x 28,2
firmata (verso)
51
Prêt à porter. Italia. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 34 x 22,3
firmata (verso)
FOTOGRAFIE
52
Giusi. 1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,5 x 34,9
timbro del copyright dello studio di Herb Ritts a Los Angeles (verso)
53
Giusi. 1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 24,5 x 34,9
timbro del copyright dello studio di Herb Ritts a Los Angeles (verso)
FOTOGRAFIE
54
Giusi. Beauty
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 34,8 x 23,4
timbro del copyright dello studio di Herb Ritts a Los Angeles (verso)
55
Ritratto maschile
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 38 x 25,4
firmata e timbrata (verso)
David Seidner
FOTOGRAFIE
56
Servizio moda. Yves Saint Laurent. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,5 x 22
firmata, datata, timbrata e numerata “3/25” (verso)
57
Valentino. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 33 x 22,4
firmata, datata, timbrata, dedicata e numerata “4/25” (verso)
FOTOGRAFIE
58
Shelley Duvall. 1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 33,4 x 22,5
firmata, datata, timbrata e numerata “5/12” (verso)
59
Shelley Duvall. 1982
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 33 x 22,3
firmata, datata, timbrata e numerata “5/12” (verso)
FOTOGRAFIE
60
Violetta in Yves Saint Laurent. 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 33,3 x 22,5
firmata, datata, timbrata e numerata “3/25” (verso)
61
Anne Rhart in Yves Saint Laurent. 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,7 x 22,3
firmata, datata, timbrata e numerata “3/25” (verso)
FOTOGRAFIE
62
Anne Rhart in Yves Saint Laurent. 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,5 x 22,2
firmata, datata, timbrata e numerata “3/25” (verso)
Oliviero Toscani
63
Ritratto di Carmelo Bene. 1972 -73 ca.
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 39 x 39
timbro del copyright di Oliviero Toscani (verso)
Deborah Turbeville
FOTOGRAFIE
64
Sala d’attesa. aprile 1978
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,2 x 35,1
annotazione “Model unknown photographed at a small train station in Milan,
Italy. april 1978” (verso)
Esposizioni: Deborah Turbeville: Tainted Beauty, London, Donna Karan store, 2011
65
Sala d’attesa. aprile 1977
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,2 x 35,1
annotazione “Model unknown photographed at a small train
station in Milan. april 1977” (verso)
FOTOGRAFIE
66
Bathhouse. maggio 1975
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 9,6 x 14,4
firmata, datata e intitolata (recto)
67
Nudo. gennaio 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 11,1 x 16,7
firmata, datata e intitolata (recto)
firmata e dedicata (verso)
Max Vadukul
FOTOGRAFIE
68
Ritratto
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 49 x 37,2
Javier Vallhonrat
69
Ritratto di Bòcolo. 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 25,4 x 18,1
firma, data e luogo “Madrid, marzo 1983” (recto)
annotazione “Retrato de Bòcolo, portfolio personal” (verso)
FOTOGRAFIE
70
Ritratto di Paola Dominguin. 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,8 x 17,9
firma, data e luogo “Madrid, 1983” (recto)
annotazione “Retrato de Paola Dominguin, portfolio personal” (verso)
71
Beauty. Milano. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,8 x 18
firmata, datata e luogo “Milano, 1984” (recto)
FOTOGRAFIE
72
Ritratto femminile. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,5 x 17,8
firmata e datata (recto)
73
Muriel Grateau. Milano. 1984
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 23,8 x 17,9
firmata, datata e luogo “Milano, 1984”(recto)
annotazione “Muriel Grateau” (verso)
FOTOGRAFIE
74
Nudo. Madrid. 1983
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 22,7 x 20
firmata, datata e luogo “Madrid, 1983”(recto)
annotazione “Portfolio personal” (verso)
Tony Viramontes
75
Prêt à porter. aprile 1985
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 37,3 x 24,2
firmata e datata (verso)
FOTOGRAFIE
76
Prêt à porter. aprile 1985
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 37,3 x 24,2
firmata e datata (verso)
77
Prêt à porter. aprile 1985
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 37 x 24 ca.
firmata e datata (verso)
FOTOGRAFIE
78
Prêt à porter. aprile 1985
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 37 x 24, 6 ca.
firmata e datata (verso)
Bruce Weber
79
Jonh Clammer, Martha’s Vineyard. estate 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 35,8 x 27,8
timbro del copyright di Bruce Weber (verso)
FOTOGRAFIE
80
Rosemary Mc Grotha. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 35,5 x 26,3
timbro del copyright di Bruce Weber, annotazione del n. del provino,
edizione di 7 (verso)
81
Rosemary Mc Grotha. 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 35,5 x 23,7
timbro del copyright di Bruce Weber (verso)
FOTOGRAFIE
82
Costume da bagno. 1978
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 32,8 x 22,1
timbro del copyright di Bruce Weber, annotazione del n. del provino,
edizione di 2 (verso)
83
Isabella Rosellini. Milano. settembre 1981
stampa alla gelatina di sali d’argento, cm. 28,2 x 22,6
timbro del copyright di Bruce Weber, annotazione del n. del provino,
edizione di 30 (verso)
Biografie
David Bailey
Mafredi Bellati
(1938)
(1937)
Nato a Londra nel 1938, si avvicinò alla fotografia
come autodidatta divenendo poi, nel 1959,
assistente fotografo nello studio di John French.
Nei primi anni Sessanta venne assunto come
fotografo dalla rivista Vogue, sviluppando con
il taglio innovativo dei suoi scatti e con l’ausilio
della luce naturale, l’immagine di moda allora
cristallizzata in determinate limitazioni illustrative.
Negli anni Sessanta divenne testimone ed
animatore, insieme al fotografo Terence
Donovan, della cosiddetta Swinging London,
termine coniato in un articolo comparso sul Time
dell’aprile del 1966, con il quale genericamente
si nominava un fenomeno propriamente inglese,
caratterizzato da un insieme di tendenze e
dinamiche culturali che coinvolgevano soprattutto
il mondo della musica, ma anche la moda, le
arti, il cinema e la fotografia. Bailey, che ispirò il
personaggio del fotografo nel film di Antonioni
“Blow Up” del 1966, concorse all’evoluzione
della figura del fotografo stesso, che assunse
una forte e nuova valenza sociale, codificando il
proprio status di icona pop. La scena londinese
venne immortalata dall’artista nel cofanetto
“Box of Pin-Ups” del 1964, un contenitore che
raccoglie, con un bianco e nero dissacrante e un
mezzo busto insolito, 36 ritratti fotografici che
raccontano i grandi nomi dell’epoca, dai Beatles
a Jane Birkin, da Mick Jagger a Jean Shrimpton,
da Cecil Beaton ai fratelli Kray, i gemelli terribili,
capi assoluti della mala londinese tra gli anni
Cinquanta e Sessanta. Amico di Andy Warhol e
di Roman Polanski, risentì dello spirito della Pop
Art e dell’Underground, realizzando copertine di
dischi, dei Rolling Stones e di Marianne Faithfull,
e dirigendo documentari tra cui quello su Beaton,
Warhol e Visconti. Il fotografo ha ricevuto nel
2001 l’Order of the British Empire.
Nato a Belluno nel 1937, studia architettura a
Venezia e si dedica alla pittura e alla scultura
sotto la guida dello zio Valerio Bellati. Si
trasferisce in Inghilterra nel 1960, proseguendo
gli studi di architettura alla Leeds University e
affiancando l’interesse per l’arte a quello per
l’arredamento. Nel 1964 ritorna a Venezia, dove
lavora alcuni anni in uno studio di architettura e
si dedica al design di interni. In questo periodo
si avvicina alla fotografia, dapprima utilizzandola
per documentare il suo lavoro di designer e
successivamente pubblicando fotografie d’interni
su riviste specializzate quali Architectural Review
e Domus. Si dedica anche ai ritratti, fotografando
scrittori, attori e registi spesso pubblicati su Vogue
Italia. Del 1965 è il suo primo servizio fotografico
di moda realizzato per Roberta di Camerino e
contemporaneamente avvia collaborazioni con
riviste di moda inglesi, Queen e Vogue Inghilterra.
Testimonianza degli anni trascorsi nella capitale
inglese è il libro “London”, pubblicato da Bellati
dopo il ritorno in Italia nel 1972. Qui continua
la sua attività di fotografo lavorando nel corso
degli anni per riviste come AD, Annabella, Arbiter,
Cosmopolitan, Donna, Gioia, GQ, Grazia, Linea
Italiana, Moda, Mondo Uomo, Town & Country,
Vogue Hommes, Vogue Italia, L’Uomo Vogue. Nel
1980 ha ricevuto il “Clio Award”, uno dei più
ambiti riconoscimenti internazionali dedicato alle
campagne pubblicitarie.
85
FOTOGRAFIE
86
Michel Comte
Arthur Elgort
(1954)
(1940)
Nato a Zurigo nel 1954, si avvicina alla fotografia
da autodidatta. Nel 1978, Karl Lagerfeld ne
intuisce l’enorme talento e gli affida le campagne
pubblicitarie per Ungaro e Chloé. L’anno
successivo ha inizio la sua collaborazione a Parigi
con Vogue Hommes, poi nel 1981 si trasferisce
a New York, dove lavora per Vogue America, GQ,
Mademoiselle e Marie Claire.
Dagli anni Ottanta è diventato uno dei fotografi
più ricercati nel settore per il suo stile quasi
documentaristico e immediato, realizzando
campagne per diverse case di moda come
Armani, Dolce e Gabbana, Nike, Lancôme,
Revlon e lavorando per quasi tutte le principali
riviste. Molte sue foto sono state esposte in
diversi musei, dal Peggy Guggenheim di Venezia
alla Pinakothek di Monaco di Baviera. Alla sua
ricerca, che ha esplorato molti generi fotografici,
si devono alcuni tra i più bei ritratti di attori, artisti
e sportivi. Immagini come quelle che immortalano
Jeremy Irons, Frank Zappa, Louise Bourgeois,
Penelope Cruz, Giorgio Armani, Julian Schnabel,
Robert Altman, John Woo e Sophia Coppola,
rivelano una sensibilità e una grande capacità di
introspezione.
Comte ha realizzato immagini dal forte impatto
emozionale, sia nei ritratti sia nei paesaggi, sia
nelle immagini documentaristiche, viste come una
lente di osservazione privilegiata del mondo in cui
viviamo.
D’altra parte Comte non ha mai smesso di
dedicarsi al fotoreportage realizzando diversi
servizi dal Ruanda alla Bosnia, dall’Etiopia al
Sudan, dall’Iraq all’Afghanistan, dal Tibet alla
Cambogia.
Negli ultimi anni il fotografo svizzero ha realizzato
diversi lavori sulle problematiche legate ai
diritti umani, collaborando con il Comitato
internazionale della Croce Rossa e creando la
Fondazione dell’acqua, che si prefigge di scavare
pozzi nei paesi sottosviluppati.
Nato nel 1940 a New York, frequenta l’Hunter
College, dove studia pittura. Dopo aver lavorato
come maschera alla Carnegie Hall, periodo in
cui realizza i suoi primi scatti, immortalando
i ballerini, diviene in seguito assistente del
fotografo Gus Peterson, la cui tecnica contribuirà
molto al suo stile vivace ed informale.
Nel 1971 debutta con alcune sue fotografie su
Vogue Inghilterra, creando sensazione nella
fotografia di moda per i suoi scatti in stile
“istantanea”, puntando sul movimento e
sull’utilizzo della luce naturale. Diventato uno
dei più famosi fotografi di moda, Elgort collabora
con importanti riviste tra cui Vogue America,
Glamour, GQ, Rolling Stone; realizza inoltre
diverse campagne pubblicitarie per i numerosi
marchi della moda internazionale come Chanel,
Valentino e Yves Saint Laurent. Ha pubblicato dal
1983 diversi libri, tra cui, nel 1994, il “Manuale
delle modelle”, una vera e propria guida
fotografica delle modelle più famose.
Oltre alla fotografia, Elgort si è dedicato anche alla
regia girando alcuni film, tra cui “Texas Tenore:
la storia di Illinois Jacquet” e il film “Cowboy
Colorado”, documentario sul cowboy leggendario
Bruce Ford, per il quale ha vinto il premio per la
Migliore Fotografia al Sundance Film Festival nel
1994. Oggi Elgort continua a lavorare per Vogue
America e molte altre pubblicazioni della Condé
Nast, oltre alle più recenti campagne pubblicitarie.
Hans Feurer
Horst P. Horst
(1939)
(1906-1999)
Nato in Svizzera nel 1939, frequenta i corsi d’arte
applicata a Zurigo. In seguito lavora in una casa di
edizioni fotografiche, poi come vetrinista e come
illustratore, dedicandosi quindi alla realizzazione
di libri. Agli inizi degli anni Sessanta, Feurer si
trasferisce a Parigi, dove diventa prima assistente,
poi art-director di un’agenzia di pubblicità.
In seguito a Londra diventa direttore artistico
della rivista Telegraph e poi direttore creativo per
la grande agenzia inglese J. W. Thomson.
Nel 1966, dopo un viaggio in Land Rover da
Southampton al Sud Africa, Feurer decide di
dedicarsi esclusivamente alla fotografia. “Fin
da quando ero molto piccolo, sono stato un
osservatore molto, molto attento. - ha rilasciato
in un’intervista a The Cut (16 agosto 2012) Ricordo la luce che filtrava attraverso le tende,
le meraviglie dei due anni in cui ho viaggiato
in Africa, fra il 1966 e il 1967, situazioni
straordinarie e momenti magici, che mi hanno
fatto rendere conto come certe condizioni di
luce possono creare un paesaggio magico o un
oggetto incantato”. Ritornato a Londra, Feurer
apre uno studio fotografico e nel 1967 inizia a
collaborare con Vogue, lavorando anche per altre
riviste tra cui Stern, Tween, Nova e il Sundey
Times. Nel 1974 viene scelto come fotografo per
l’edizione del calendario Pirelli di quell’anno, per il
quale realizza alle Seychelles diversi scatti intimi,
caratterizzati dall’utilizzo della luce naturale. Nel
1983 realizza la campagna pubblicitaria di Kenzo
con la modella Iman, contribuendo allo sviluppo
del marchio a livello internazionale. Considerato
uno dei fotografi più duraturi ed importanti della
moda, è esteticamente attratto dalle modelle
forti, “...metà Marlène e metà Marilyn, Feurer
crea splendide immagini che esaltano la bellezza,
il movimento, un vitalismo insieme aggressivo e
delicato” (20 anni di Vogue Italia 1964-1984,
a cura di F. Sartori, cat. della mostra, Milano, 12
ottobre-15 novembre 1984, Milano, 1984, p. 86).
Horst Paul Albert Bohrmann nacque nel 1906 a
Weißenfels-an-der-Saale, in Germania, studiò
nella Kunstgewerbeschule di Amburgo, poi,
trasferitosi a Parigi seguì le lezioni de Le Corbusier,
di cui divenne assistente.
Nel 1930 conobbe il fotografo di Vogue,
Hoyningen-Huene e l’anno successivo iniziò a
lavorare per la rivista pubblicando la sua prima
foto nell’edizione francese nel novembre di
quell’anno. Maestro nell’uso delle luci, la sua
opera si caratterizza da una parte per l’influenza
del surrealismo, dall’altra per quella del
classicismo greco, con il suo ideale di bellezza,
affine al pensiero del movimento tedesco
conosciuto come “Cultura Narc”.
Nonostante la discussa relazione con il regista
Luchino Visconti, nel 1932 organizzò la sua
prima personale alla galleria La Plume d’Or che,
recensita dall’amica Janet Flanner sul New Yorker,
spinse il direttore della Condé Nast a chiamare
Horst in America. Lo stesso anno realizzò un
ritratto di Bette Davis, primo di una serie di
scatti di celebrità, tra cui quello di Salvador Dalì,
di Yvonne Printemps, di Lisa Fonssagrives, di
Elsa Schiaparelli e di Coco Chanel, per la quale
divenne il fotografo ufficiale della maison.
Nel 1934 successe a Hoyningen-Huene nella
rivista Vogue Francia, affermandosi come uno
dei più significativi fotografi di moda degli anni
Trenta e Quaranta. Nel 1937 Horst si trasferì a
New York, dove, dopo essere entrato nell’esercito
statunitense, nel 1943 ricevette la cittadinanza
americana con il nome Horst P. Horst.
Negli anni Sessanta iniziò poi una serie di
fotografie che illustravano il mondo dell’alta
società internazionale, pubblicate su Vogue
America. Realizzò inoltre foto per Vogue
Inghilterra e Italia e di arredamento ed architettura
per House & Garden. Horst morì a Palm Beach
Gardens nel 1999.
87
FOTOGRAFIE
88
Peter Knapp
Barry Lategan
(1931)
(1935)
Nato nel 1931, a Bäretswil, in Svizzera, dal 1937 al
1947compie gli studi primari e secondari a Zurigo.
Dal 1947 al 1951 studia alla Kunstgewerbeschule
di Zurigo e dal 1948 al 1950 con Otto Bachmann.
Contemporaneamente si avvicina al mezzo
fotografico, realizzando i primi scatti a partire dal
1945, pur continuando gli studi e iscrivendosi, nel
1952, alle Belle Arti di Parigi, dove approfondisce
l’esercizio della pittura.
In seguito diventa grafico nello studio di Paul
Marquet, direttore artistico del Nouveau Fémina
e delle Galeries Lafayette. Nel 1959, notato da
Hélène Lazareff, entra a far parte della rivista Elle
come direttore artistico fino al 1966, divenendo
famoso a livello internazionale per la fotografia di
moda e collaborando con i più grandi fotografi fra
cui Jeanloup Sieff e Sarah Moon. Per molti anni
esercita la doppia attività di direttore artistico
e di fotografo. “Knapp considera la fotografia
un’operazione concettuale intesa ad esprimere
un’idea, la fotografia di moda una splendida
occasione per fare arte applicata, la donna
l’elemento di maggior interesse dell’immagine”
(20 anni di Vogue Italia 1964-1984, a cura di
F. Sartori, cat. della mostra, Milano, 12 ottobre-15
novembre, Milano, 1984, p. 148). Nel 1960,
si trasferisce a New York dove incontra Robert
Rauschenberg e Barnett Newman che lo
incoraggiano a dipingere tele di grande formato.
Nel corso di questo decennio il fotografo svizzero
viaggia molto in Asia, dal Giappone alla Cina,
dall’India alla Birmania, realizzando diversi
reportage fotografici. Dal 1974 al 1978 diviene
direttore del periodico Elle, collabora in seguito
con numerose riviste e giornali, tra cui Stern,
Vogue, Times, Histoire e La Recherche. Professore
all’Académie Julian e docente al Sciences-Po di
Parigi, ha ricevuto per “Giacometti” e “Lumières
de Chartres” un premio per il “Miglior libro
d’arte dell’anno”, mentre nel 2007 ha realizzato
il documentario “Derniers jours à Auvers” e nel
2009, in collaborazione con François Bertrand, il
documentario Imax “Moi, Van Gogh”.
Nato a Johannesburg nel 1935, si trasferisce in
Inghilterra nel 1950 per studiare teatro al Bristol
Old Vic. Durante il servizio militare nella Royal Air
Force in Germania, tra il 1956 e il 1960, inizia ad
interessarsi alla fotografia da autodidatta.
Tornato in Sud Africa, diventa assistente di un
fotografo ed in seguito, di nuovo a Londra, apre
il suo primo studio nel 1965. Nello stesso anno
scatta alcune fotografie per un parrucchiere che
gli presenta una giovane modella, Leslie Hornby,
meglio conosciuta con lo pseudonimo di Twiggy.
Dopo aver pubblicato diverse foto di Twiggy nel
1966 sul quotidiano Express, la modella diventa
il simbolo di una nuova femminilità, l’immagine
iconica di un’epoca, proiettando Lategan fra i più
grandi fotografi di moda. Diviene il ritrattista di
importanti personalità; la Principessa Anna, Paul
e Linda McCartney, Germain Greer, Calvin Klein,
Margaret Thatcher e Salman Rushdie, sono alcuni
dei volti noti che sono apparsi davanti al suo
obiettivo.
Nel 1977 il fotografo si trasferisce a New York,
dove inizia a collaborare con diverse riviste, tra cui
Vogue e Harper’s Bazaar.
Nel 1988 Lategan riceve il Premio “Halina” per
il calendario Pirelli e un “Clio Award” per uno
spot televisivo di Giorgio Armani. Nel 2007 è
insignito del “Fellowship” onorario da The Royal
Photographic Society. Le sue fotografie sono
esposte al Victoria & Albert Museum e al South
African National Museum.
Peter Lindbergh
Stephan Lupino
(1944)
(1952)
Pseudonimo di Peter Brodbeck, nasce a Leszno, in
Slesia nel 1944. Frequenta i corsi serali di pittura
alla Scuola di Belle Arti di Berlino, lavorando di
giorno come vetrinista, per proseguire con i corsi
di pittura al College of Art. Dopo la sua prima
mostra di pittura nel 1971, l’artista decide di
dedicarsi alla fotografia e lavora per due anni
come assistente di Hans Lux.
Nel 1978 si trasferisce a Parigi, dove inizia il
percorso che lo avvicina alla fotografia di moda,
divenendo uno dei fotografi più richiesti sia dalle
riviste, quali Vogue, Harper’s Bazaar, Rolling
Stone, New Yorker, Vanity Fair e Allure, sia dai
marchi del lusso. Realizza diverse campagne
fotografiche per importanti case di moda, da
Prada a Giorgio Armani, da Rei Kawakubo a Jil
Sander. Superando le convenzioni delle foto di
moda, Lindbergh pone al centro della sua ricerca
il ritratto, realizzando immagini in bianco nero,
suo linguaggio prediletto, capaci di una notevole
introspezione psicologica. Con le sue foto di
Christy Turlington, Kate Moss, Naomi Campbell,
Linda Evangelista, Cindy Crawford, Stephanie
Seymour ha contribuito a creare il mito delle “top
model” degli anni Novanta.
Molti di questi ritratti sono apparsi sulle pagine di
Vogue e altre riviste, e sono stati raccolti in diversi
libri da lui realizzati; da “10 Women”, del 1996,
con la prefazione di Karl Lagerfeld, a “Stories”
del 2002, con introduzione di Wim Wenders.
Tra le sue opere più importanti due edizioni del
calendario Pirelli, nel 1996 e nel 2002. Nel 2009
è stato il fotografo del celebre calendario “Dieux
du Stade”, in cui vengono ritratti diversi sportivi
francesi.
Nato nel 1952 a Varazdin in Croazia, Stephan
Lupino, pseudonimo di Ivan Lepen, si avvicina
giovanissimo alla fotografia da autodidatta.
Trasferitosi a New York negli anni Ottanta, Lupino
diviene un fotografo d’avanguardia pubblicando
nel 1988 il libro fotografico dal titolo “The World.
254 E 2nd Street New York City”.
Il titolo si riferisce all’indirizzo del noto locale The
World di New York, aperto dal 1983 al 1991, dove
il fotografo aveva creato in un bagno il proprio
studio. Il locale era frequentato dalla scena
artistica newyorkese più progressiva e da noti
personaggi legati al cinema, alla musica e alla
moda fra cui Keith Haring, Brooke Shields, Prince,
Madonna, Ru Paul e Carolina Herrera, spesso
ritratti impietosamente in un nitido bianco e nero.
Anche molti grandi nomi della musica compaiono
nel libro, tra cui David Bowie, The Beastie Boys,
Public Enemy e i Pink Floyd. Lupino ha collaborato
con diverse riviste, quali Vogue, Zoom, Europeo e
Playboy. La sua fotografia di nudo è caratterizzata
da una delicata sensualità ottenuta anche
attraverso un sapiente utilizzo delle luci. Ritornato
in Croazia ha realizzato diversi progetti fotografici
umanitari, che comprendono un calendario
realizzato per i bambini con la sindrome di Down
e uno per i bambini di Sarajevo, la città bosniaca
duramente colpita durante la guerra dei Balcani.
Negli ultimi anni, contemporaneamente alla
fotografia, si è dedicato al design e ha realizzato
diversi cortometraggi.
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FOTOGRAFIE
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Barry McKinley
Helmut Newton
(1943)
(1920-2004)
Nato in Nuova Zelanda nel 1943, ha studiato
in Australia chirurgia veterinaria. Nei primi
anni Sessanta, dopo aver conseguito la laurea,
raggiunge la sorella che lavorava come modella
a Parigi. Nella capitale francese McKinley ha
modo di avvicinarsi al mondo della fotografia
di moda. Dopo aver realizzato diversi still-life a
Parigi e Londra, nel 1972 si trasferisce a New
York, iniziando una collaborazione con diverse
riviste quali Life, Vogue Italia e Vogue Germania.
Legato ad una visione quasi cinematografica, le
sue fotografie sono caratterizzate da un forte
realismo, quasi fotogrammi di vita quotidiana.
Preferendo lavorare in esterno, sfruttando la
luce naturale, il fotografo neozelandese raffigura
i protagonisti, astraendoli dai contorni sfocati
dello scintillio della passerella, in uno scenario
che spesso diventa complemento agli abiti
stessi. Nei ritratti approda ad uno stile unico ed
inconfondibile, che pone al centro del suo lavoro
l’autenticità individuale delle donne che ritrae.
Nato a Berlino nel 1920, cresciuto nella buona
borghesia berlinese ebrea degli anni Venti-Trenta,
frequenta il Werner von Trotschke Gymnasium
ed in seguito la Scuola Americana di Berlino.
Interessato alla fotografia fin da piccolo, lavora
con la fotografa tedesca Else Simon, conosciuta
come Yva. A seguito delle leggi razziali, Newton
lascia la Germania nel 1938 e si rifugia a
Singapore, lavorando come fotografo per il
Straits Times. Dopo aver prestato servizio militare
durante la Seconda Guerra Mondiale, collabora
con alcune riviste fra cui Playboy.
Dalla fine degli anni Cinquanta in poi si concentra
sulla fotografia di moda e, nel 1961 si stabilisce
a Parigi. I suoi scatti appaiono su varie riviste di
moda tra cui Vogue Inghilterra, L’Uomo Vogue,
Harper’s Bazaar, Elle, GQ, Vanity Fair, Max, Marie
Claire e Vogue Francia, magazine con il quale
inizia una lunga carriera conclusasi nel 1985.
L’erotismo patinato, a volte con tratti sadomasochistici, diventa un elemento distintivo dei
suoi scatti, come la serie di fotografie pubblicate
nel libro “Big Nudes” del 1980, opera che segna
il vertice del suo stile erotico-urbano. Divenuto
uno dei fotografi più conosciuti e richiesti,
realizza diversi ritratti e numerose campagne
pubblicitarie e scatti per i più noti marchi di moda
tra cui Chanel, Gianni Versace, Blumarine, Yves
Saint Laurent, Borbonese e Dolce & Gabbana.
Nell’ottobre del 2003 il fotografo dona una parte
della sua collezione alla fondazione Preußischer
Kulturbesitz a Berlino, poi esposta al Museo della
Fotografia. Nel 2004 si schianta con la macchina
sul muro del famoso Chateau Marmont, l’hotel
sul Sunset Boulevard, che era stato per anni la sua
residenza quando abitava in California.
Denis Piel
Herb Ritts
(1944)
(1952-2002)
Nato in Francia da una famiglia ebrea, dopo la
fine della guerra si trasferisce in Australia. Piel
inizia la sua carriera a Brisbane nel 1961, prima
come apprendista in una stamperia litografica, poi
dal 1964 in uno studio di fotografia ed in seguito,
trasferitosi a Melbourne, inizia a collaborare con
Vogue Australia. Nei primi anni Settanta viaggia
spesso in Europa dove collabora con Votre
Beauté, con Elle, con Marie-Claire e con Vogue
Francia. Durante questo periodo Piel partecipa
ad EAT (Experiments in Art and Technology) un
movimento che accumunava professionisti di
ingegneria e discipline artistiche. Alla fine degli
anni Settanta si trasferisce a New York quando
Alexander Liberman gli offre un contratto per
lavorare con la Condé Nast, iniziando quindi una
collaborazione con la rivista Vogue per la quale
scatta foto dense di sensualità ed erotismo, con
un approccio cinematografico alle immagini, che
influenzerà numerosi registi tra i quali Bertolucci,
Truffaut, Bergman, Antonioni e Kurosawa.
Nel 1983 inizia a studiare cinematografia e
nel 1985 fonda la casa di produzione “Jupiter
Films” a New York. In questi anni dirige diverse
pubblicità, realizzando le prime campagne di
Donna Karan, poi lavora per Coca Cola, Revlon,
Avon e L’Oreal. Nel 1987 vince il “Leica Medal of
Execellence” per la fotografia commerciale.
Vengono inoltre ritratti dal suo obiettivo diversi
attori ed artisti, da Geena Davis a Darryl Hannah,
da Goldie Hawn a Jamie Lee Curtis, da Willem e
Elaine de Kooning a Jasper Johns. Nel 1989 Piel
lascia la Condé Nast per concentrarsi sulla regia,
realizzando il documentario “L’amore cieco” nel
1990. Contemporaneamente, di ritorno in Francia,
ha continuato a portare avanti nuovi progetti
fotografici; tra questi ultimi “Plantescape”,
esposto nel 2006 al WOA di Lisbona, in cui
Piel fotografa i resti dei pasti consumati, e
“Farescape”, lavoro che riguarda lo studio dei
segni creati dal passaggio del tempo sul viso.
Nato nel 1952 a Los Angeles, nel 1974 consegue
la laurea in economia al Bard College di New
York. In questo periodo si avvicina alla fotografia,
seguendo alcuni corsi serali e realizzando diversi
scatti a Hollywood, alla sua cerchia di amici.
Alcune fotografie scattate nel 1978 all’amico
attore Richard Gere, durante una gita nel deserto
di San Bernardino, vengono pubblicate su Harper’s
Bazaar. Due anni dopo riceve dalla rivista L’uomo
Vogue, l’incarico di eseguire ritratti di diverse
personalità, seguono quindi collaborazioni con
Newsweek, Vogue, Esquire, Lei e Vogue Italia.
Durante tutti gli anni Ottanta e Novanta si
impone definitivamente come fotografo di moda
creando non solo una nuova immagine femminile,
ma anche un nuovo modello maschile, che si
ispira alla statuaria greca classica. Richiesto dalle
più note riviste, lavora per Elle, Time, Rolling
Stone, Allure, GQ, Vanity Fair, Interview, The Face,
Vogue, Max, Details e Glamour. Realizza diverse
campagne pubblicitarie per i più importanti
marchi della moda da Giorgio Armani a Gianni
Versace, da Elizabeth Arden a Estée Lauder, da
Lancôme a Valentino.
Nel 1984 incomincia la sua lunga collaborazione
con Madonna scattando le fotografie per il film
“Cercasi Susan disperatamente”, realizzando
la copertina dell’album “True Blue” del 1986
e realizzando il video musicale “Cherish” del
1989. In quegli anni trasforma, insieme a
Gianni Versace, alcune modelle, tra cui Naomi
Campbell, Linda Evangelista, Claudia Schiffer,
Helena Christensen e Kate Moss in dive e icone
di bellezza. Nel 1994 e nel 1999 realizza le foto
per il prestigioso Calendario Pirelli. Sempre negli
anni Novanta realizza i video musicali di “Wicked
Game” di Chris Isaak e quello del singolo di
Michael Jackson “In the Closet”.
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FOTOGRAFIE
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David Seidner
Oliviero Toscani
(1957-1999)
(1942)
Nato a Los Angeles nel 1957, compie i suoi studi
presso l’American College a Parigi e in seguito
alla Sorbona. Contemporaneamente matura la
sua passione per il mezzo fotografico che lo porta
a specializzarsi nella fotografia di moda; realizza
diversi servizi per le edizioni francese e italiana
di Vogue, Harper’s Bazaar, Vanity Fair e The New
York Times Magazine, e campagne pubblicitarie
per Emmanuel Ungaro, Lanvin, Christian Dior,
John Galliano e Yves Saint Laurent. Nel 1986
riceve l’incarico dal Musée des Arts de la Mode di
Parigi di fotografare i costumi della sua collezione.
La sua grande cultura iconografica ed artistica gli
ha permesso di attingere al passato per creare
immagini innovative, attraverso anche l’uso della
frammentazione delle figure. I suoi nudi evocano
la scultura greca classica, mentre i suoi ritratti, a
partire dalla metà degli anni Novanta, si ispirano
alle tele di Boldini, ma anche alle opere di Ingres e
di Sargent. A quest’ultimo pittore in particolare si
ispira per una serie di fotografie di discendenti di
aristocratici inglesi esposti alla National Gallery di
Washington nel 1998. Seidner ha realizzato inoltre
una serie di ritratti scattati tra il 1977 e il 1996,
in cui ogni soggetto è stato preso esattamente
nello stesso contesto. Uno dei primi ritratti è stato
quello di John Cage (1977) e tra gli ultimi quelli
di Julian Schnabel e di Alex Katz (1996). I ritratti
sono stati esposti nel 1996 a Parigi, a La Maison
Européenne de la Photographie .
Nato a Milano nel 1942, figlio del famoso
reporter del Corriere della Sera, dopo gli studi al
liceo Vittorio Veneto di Milano, dal 1961 al 1965
studia fotografia e grafica all’Università delle
Belle Arti di Zurigo. Nello stesso anno incomincia
ad operare come fotografo freelance a Milano,
per dividersi più tardi fra New York e Parigi. I primi
reportage di Toscani si caratterizzano per lo stile
spigliato, dinamico e lo spirito giornalistico con
cui si pone davanti al soggetto. Definito “reporter
della moda” inizia a collaborare con diverse
riviste tra cui L’uomo Vogue, Elle, Vogue, GQ,
Esquire, Sterne e Harper’s Bazaar. Realizza inoltre
diverse campagne pubblicitarie per Esprit, Chanel,
Prénatal e Fiorucci, mentre dal 1982 al 2000,
lavora soprattutto per Benetton, occupandosi
dell’immagine del marchio.
Nel 1990 Toscani crea la rivista Colors assieme
a Luciano Benetton, mentre dal 1993 al 1999
fonda Fabrica, centro di ricerca internazionale per
le arti e la comunicazione moderna del gruppo
Benetton. Dal 1999 al 2000 è stato direttore
creativo di Talk Miramax a New York.
Dal 2007 è impegnato nel progetto documentaristico “Razza Umana”, raccolta di foto e video
testimonianza delle diverse morfologie umane.
Negli ultimi anni ha collaborato con il Ministero
dell’Ambiente e della Salute, con la Fondazione
Umberto Veronesi e ha realizzato alcune
campagne di interesse e impegno sociale
dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia e
alla violenza contro le donne. In collaborazione
con il Professor Salvatore Settis e il FAI nel 2010
ha dato il via al progetto “Nuovo Paesaggio
Italiano”, contro il degrado dell’Italia. Ha esposto
alla Biennale di Venezia, a San Paolo del Brasile,
alla Triennale di Milano e nei musei d’arte
moderna e contemporanea di tutto il mondo. Il
fotografo ha vinto inoltre quattro Leoni d’Oro,
il Gran Premio dell’UNESCO e due volte il Gran
Premio d’Affichage.
Deborah Turbeville
Max Vadukul
(1937)
(1961)
Nata nel 1938 a Boston, si trasferisce all’età di
20 anni a New York per lavorare come modella
ed assistente della stilista Claire McCardell. In
seguito diviene segretaria di redazione per le
riviste Mademoiselle e Harper’s Bazaar, lavorando
con la fashion editor Marvin Israel e diversi
fotografi fra cui Diane Arbus, Richard Avedon e
Hiro.
Nel 1966 inizia a dedicarsi alla fotografia di moda
come freelance, dopo aver seguito un seminario
di Richard Avedon e, nel 1972, inizia a collaborare
con la rivista Nova. I suoi lavori vengono pubblicati
su Harper’s Bazaar e qualche tempo dopo su
Mademoiselle. Lo stile della fotografa americana
si caratterizza per immagini volutamente sgranate,
distorte, graffiate, sovraesposte, perennemente
avvolte in una malinconica foschia. Nel 1975 una
serie di riprese fotografiche in un bagno pubblico,
“Bathhouse”, apparse su Vogue America, la
impose fra i maggiori fotografi. Sono immagini
poetiche ed elusive, quasi malinconiche, di
atmosfera cinematografica, sempre al limite tra
fotografia di moda e foto d’arte, in cui il ruolo
delle modelle appare quasi ambiguo. Nel 1977
realizza per Vogue Italia la serie “Woman in
the Woods”, pubblicata poi, insieme ad altri
scatti, nel 1978 nel libro “Wallflower”; in esso
sono raccolti tutti gli elementi essenziali del suo
lavoro, la malinconia del passato, una languida
sessualità, immagini sgranate e il senso di una
narrazione interrotta. Ha realizzato inoltre diverse
campagne pubblicitarie per importanti marchi
di moda tra cui Valentino, Yamamoto, Ungaro
e Comme de Garçons. Collabora con L’Uomo
Vogue e Vogue America e le controparti, inglese,
francese, italiana e russa. Nel 2006, una sua
retrospettiva è stata inaugurata al The Wapping
Project di Londra. Durante la sua lunga carriera
ha ricevuto numerosi premi tra cui il “Lucie”, il
premio “ICP Infinity”, l’“Alfred Eisenstaedt” e
il “Fashion Award Lifetime” per la fotografia di
moda.
Nato nel 1961 a Nairobi in Kenya, educato
in Inghilterra, si avvicina alla fotografia da
autodidatta. Nel 1984 viene scoperto dal giovane
art director Marc Ascoli alla ricerca di fotografi
principianti per la campagna del designer
giapponese Yohji Yamamoto.
In seguito si trasferisce alcuni anni a Parigi dove
inizia una collaborazione con Vogue Francia e
la rivista Egoiste. A New York Vadukul inizia a
collaborare con Tina Brown, ex direttore di Vanity
Fair, che gli permette di strappare un contratto
con The New Yorker, divenendone il fotografo
ufficiale dal 1996 a 2000, titolo precedentemente
occupato da Richard Avedon.
Ha fotografato centinaia di soggetti per la rivista,
tra cui Madre Teresa, Al Gore, Mick Jagger, Nelson
Mandela, Donald Trump e i vincitori del premio
Nobel.
Il lavoro di Vadukul appare regolarmente in
pubblicazioni di alto profilo, tra cui Vogue Italia,
L’Uomo Vogue, Vogue Hommes International,
Vogue Francia, Vogue Cina, Vanity Fair e The
Rolling Stone. Ha anche girato diverse campagne
pubblicitarie per famose case di moda come
Comme des Garçons, Sonia Rykiel, Chloé e Yohji
Yamamoto.
Nel settembre 2000, Callaway ha pubblicato
una retrospettiva del lavoro di Vadukul intitolata
“Max”, mentre nel 2001 il fotografo ha pubblicato
“Crazy Horse”, un libro in edizione limitata con
le foto del cabaret parigino. Negli ultimi anni ha
realizzato diversi cortometraggi tra cui “Traffico
in Italia” nel 2008 e “L’uomo con la valigia” nel
2009.
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FOTOGRAFIE
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Javier Vallhonrat
Tony Viramontes
(1953)
(1960-1988)
Nato nel 1953 a Madrid, nel 1969 comincia
a lavorare come assistente di uno studio
fotografico, poi in una ditta di audiovisivi, mentre
frequenta un corso di pittura alla Facoltà di
Belle Arti dell’Università di Madrid. Nel 1974
viaggiando per l’Europa realizza una serie di
fotografie scientifiche per un editore del settore
medico. Due anni dopo apre il suo primo studio a
Madrid, poi nel 1978 realizza in Sud America un
documentario sull’ambiente del circo e un servizio
sull’infanzia che gli vale una menzione speciale
dell’Unicef.
Si specializza in fotografia di moda e negli
anni Ottanta si afferma a livello internazionale
collaborando con diverse riviste di moda tra
cui Vogue Italia, Germania, Francia, Giappone,
Flair e Mixte tra le altre. Nel 1981 si dedica a
nuove realizzazioni di immagini ispirandosi alle
grandi tappe dell’arte e all’evoluzione visuale
e iconografica partendo dal primo Novecento,
dall’astrattismo al cubismo, dal dadaismo al
razionalismo… In collaborazione con la ballerina
Marisa Teigell ha invece studiato l’evoluzione
della figura muliebre. Dal 1992 si è dedicato
alla creazione di film pubblicitari, per Rochas,
Lancome, Yves Saint Laurent, Cacharel, L’ Oreal
e Nescafé. Ha realizzato diverse campagne
pubblicitarie per i più importanti nomi di moda,
tra cui Azzaro, Chloe, Christian Lacroix, Guerlain,
Jil Sander e John Galliano.
Pur continuando la collaborazione con diverse
riviste, Vogue, Pop, Numero e il New York Times,
dal 1997 insegna fotografia creativa alla facoltà
di Belle Arti di Cuenca.
Nato nel 1960 a Los Angeles, da genitori
messicani, studia all’Art Center College of Design
di Pasadena in California, poi al Fashion Istitute
of Technology e, trasferitosi a New York, alla
Parsons The New School of Design. Intraprende
una carriera di fotografo e di illustratore di moda,
che nel 1983 lo porta in Europa dove inizia a
collaborare con riviste e case di moda in Italia e
Francia, affermandosi a livello internazionale.
Quando alla fine degli anni Settanta, Viramontes
debutta con le sue illustrazioni e foto di moda,
il suo stile duro e diretto, dai colori accesi,
ispirato al mondo della strada, della musica e
della danza, in netto contrasto con i modelli
codificati dell’illustrazione di moda, segna un
successo immediato. Iniziano quindi numerose
collaborazioni con le riviste prestigiose: Lei in
Italia, Vogue negli Stati Uniti, The Face in Gran
Bretagna, così come Marie Claire e Le Monde in
Francia.
Viramontes lavora inoltre con alcuni dei nomi
più famosi della moda tra cui Yves Saint
Laurent, Valentino, Versace, Chanel, Perry Ellis,
Claude Montana e Rochas. Negli anni Ottanta
realizza diverse copertine di album musicali, fra
cui quella per i Duran Duran nel 1985, poi per
Donna Summer e Janet Jackson. Le illustrazioni
e le fotografie, su cui interviene spesso con i
pennelli, rappresentano donne forti e dominanti,
aggressive, ma femminili, gli uomini invece sono
sensuali, con gli occhi spesso truccati di nero, in
sintonia con l’immagine New Wave.
Nel 1984 è stata organizzata a Parigi una
personale di Viramontes, prima della sua
prematura scomparsa avvenuta nel 1988, a soli
28 anni.
Bruce Weber
(1946)
Nato a Greensburg nel 1946, studia teatro alla
Denison University nell’Ohio. Dal 1966 segue
un corso di cinema alla New York University,
lavorando come modello per potersi mantenere.
Questa esperienza rafforza in lui l’interesse per
la fotografia e, lo stesso Avedon, di cui Weber
era stato il modello, gli consiglia di studiare
con Lisette Model alla New School for Social
Research di New York. Del 1973 è la prima
mostra collettiva alla Floating Foundation of
Photography, cui seguirà l’anno dopo la prima
monografica alla Razor Gallery. Alla fine degli
anni Settanta Weber inizia a lavorare per Vogue,
trasferendo nelle fotografie di moda un’estetica
più spontanea e fresca, ispirandosi alla fotografia
sociale di William Gedney e Danny Lyon. Diverse
le sue campagne pubblicitarie per Gianni Versace,
Calvin Klein, Abercrombie & Fitch, Pirelli, Estée
Lauder, Revlon, Elizabeth Arden e Ralph Lauren
e le sue collaborazioni con Vogue, Arena Homme,
GQ, Vanity Fair, Elle, L’Uomo Vogue, Life, Interview,
Esquire e Rolling Stone. Weber si è avvicinato
alla regia realizzando diversi video musicali,
ma anche documentari e corti, fra cui “Broken
Noses” del 1987, opera sull’ex campione di boxe
Andy Minsker e “Let’s Get Lost” del 1988, ritratto
commovente del grande jazzista Chet Baker,
nominato nella categoria dei migliori documentari
agli Oscar.
Ha girato anche “Backyard Movie” del 1991,
“Gentle Giants” del 1994, “Chop Suey” del 2011
e “A letter To True” del 2003.
Sicuramente uno dei fotografi più conosciuti e
famosi, le sue opere sono presenti nelle collezioni
di diversi musei fra cui il Victoria e Albert Museum
di Londra e il Museo d’Arte Moderna di Parigi.
Weber ha esposto alla Biennale di New York nel
1987, al Musée de l’Elysée di Losanna, a Palazzo
Fortuny a Venezia, alla Biennale di Firenze, alla
National Portrait Gallery di Londra, al Whitney di
Los Angeles. Il fotografo si è dedicato inoltre a
diversi progetti sociali, fra cui un documentario
sulla comunità Haitiana di Miami.
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Finito di stampare
nel mese di febbraio 2013