When the purity blossoms from technology
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When the purity blossoms from technology
Il Gazzettino del Beccaccino Organo di stampa ufficiale del “Club del Beccaccino” N° 14 - dicembre 2013 Romano Pesenti – Pesaro 1960 In questo numero: Editoriale Bergamo: convegno ENCI Storie di beccaccinisti: l’intervista a Emilio Vai Dr.Carlo Gastaldi Cani Completi La caccia ai becchi lunghi: “deroga” d’autunno Dr. Carlo Gastaldi Sig. Aldo Morandi Dr. Carlo Gastaldi Vademecum del cacciatore di ritorno da paesi … Sig. Vincenzo Grasso Dr. Roberto Grasso www.clubdelbeccaccino.it 1 Editoriale Carlo Gastaldi Finalmente, dopo i soliti sette mesi e mezzo di sofferenza, sta per iniziare una nuova stagione venatoria. Come è andata la stagione riproduttiva dei beccaccini? Come sarà il passo questo autunno? Lo vedremo solo a fine stagione e, come sempre, ci saranno alcuni di noi soddisfatti ed altri che, per situazioni locali o personali, la giudicheranno negativa. Forse, e dico forse, le piogge primaverili si dimostreranno a noi favorevoli: viste le condizioni meteo non è stato possibile per gli agricoltori livellare le risaie con il laser! Se piovesse un po' anche nelle prossime settimane si potrebbero creare condizioni di sosta se non ottimali almeno buone. Parlo, naturalmente, delle campagne risicole della Pianura Padana. In altre zone il beccaccino si trova nei prati bagnati, nelle paludi, lungo i fiumi, in terreni, insomma, meno esposti alla pressione antropica. Come tutti gli anni chiedo a tutti gli appassionati di compilare le schede di rilevamento. Finora la mia richiesta è caduta nel vuoto ma...chissà, magari a un certo punto scatta una molla misteriosa e iniziano a piovere dati! Facciamo sempre riferimento alla Francia "invidiando" le ricerche che sono riusciti a mettere in atto: ogni anno i cacciatori francesi forniscono al CICB (Club International Chasseurs de Bécassines) ben 5000 ali su cui valutare il rapporto fra giovani ed adulti e fra maschi e femmine; ogni anno 100 inanellatori autorizzati e specializzati catturano, misurano e inanellano ben 1000 beccaccini con una media, quindi di 10 beccaccini a testa! In Italia conosco, ma può essere mia ignoranza, un solo inanellatore di beccaccini, che collabora con il Club, e ne inanella in Lombardia 10-15! È in media con i suoi colleghi francesi che godono di ambienti probabilmente più favorevoli in ogni stagione! Sarebbe forse il caso di pensare a organizzare un maggior numero di serate, magari anche primaverili quando le campagne non sono in produzione e sarebbe più facile non creare danni alle colture. Bisognerebbe stimolare altri appassionati ornitologi a dedicarsi ai beccaccini in altre zone come la Laguna Veneta o il nostro Sud. Quest'anno il CICB ha proposto a soci e appassionati una scheda di rilevamento simile a quella da noi proposta già da alcuni anni! È il Club del Beccaccino a essere in ritardo o sono i cacciatori italiani poco sensibili? Visto che parliamo di Francia: il Club da il suo appoggio a una interessante manifestazione cinofila internazionale, organizzata dalla Società cinofila Ferrarese, che si terrà a novembre a Yolanda di Savoia e che dovrebbe coinvolgere anche appassionati d'Oltralpe. All'interno della manifestazione ci sarà un interessante incontro tecnico con quattro importanti relatori: il presidente del Pointer club francese, il nostro presidente, il giudice ENCI Della Torre e un tecnico faunistico specializzato nella gestione di zone umide. All'interno, se facciamo in tempo, o sul sito troverete maggiori informazioni! 2 Informazione Staffoli, in Toscana, e successivamente nel 1925 Bergamo: convegno ENCI. a Valeggio Lomellina dove, l’allora Kennel Club, riconobbe immediatamente tali prove, patrocinate dalla rivista “Il cacciatore Sig. Aldo Morandi italiano”. Successivamente, il relatore ha ricordato due Il Consiglio Direttivo dell’ENCI, su proposta illustri cinofili amici rivali, Giulio Colombo e del Comitato Consuntivo degli Esperti Giudici, Giacomo Griziotti, che furono tra i più accaniti ha sostenitori di queste prove specialistiche. Da organizzato il 3 aprile, presso l’Hotel Airport di Bagnatica BG, un seminario per allora dibattere le metodologie di riferimento delle appassionati, ha organizzato tali prove con più prove frequenza, soprattutto nel Basso Milanese e in di caccia specialistiche per cani da il club beccaccino, nel prosieguo, con questi ferma relativamente al regolamento attuale e Lomellina alla necessità di uniformare i criteri di giudizio regione e, ultimamente, anche fuori confine. di tali prove. Questi cinofili hanno permesso al relatore di Questo l’ordine con il quale si sono succeduti menzionare qualche celebre frase che spesso gli interventi e i relatori: solevano dire e scrivere, come: “La caccia al 1) beccaccino è la massima espressione della Art. 46: prove di caccia su beccaccini, e, del anche fuori relatore Mario Agosteo. sportività venatoria”; “Su cento cani uno è 2) buono, su mille uno è l’asso, il fuoriclasse Art. 47: prove di caccia su selvaggina di montagna, relatore Gian G. Delaini. (indipendente 3) beccaccini Art. 48: prove di caccia su beccacce, la razza)”; deve essere un “Il cane da maestro”; “Lo relatore Franco Malnati. spettacolo più bello è partecipare o assistere Ha aperto i lavori il Sig. Silvio Marelli che, ad una prova su beccaccini con un cane di come rappresentante dell’ENCI, ha portato i classe”. Agosteo ha poi ricordato personaggi saluti dal presidente il quale, impossibilitato a del partecipare per impegni urgenti, ha porto un cinofilia caloroso intervenuti, Radice, Ridella, stigmatizzando quanto questo settore sia al Tonali, fino centro dell’attenzione da parte dell’Ente per il onorario Avv. Adelio Ponce De Leon. particolare contributo alla selezione zootecnica Il relatore è poi passato a parlare dell’aspetto che fornisce alle razze interessate. squisitamente Ho preso degli appunti del primo intervento, quello difficoltà che, in talune condizioni ambientali, che a noi beccaccinisti sta più a cuore, e qualche possono cosa aggiunto di mio, per portare a conoscenza dei pioggia; oppure quando il beccaccino si invola nostri soci, attraverso “il Gazzettino”, i contenuti pigro tecnici che sono scaturiti da questo dibattito per bacio e si rimette di poco avanti, credo sia tutto ciò che concerne il beccaccino. Lascio ad altri molto specialisti – più esperti di me - il compito di Un’ulteriore difficoltà, per chi non frequenta le commentare gli altri interventi. risaie e non è abituato a cacciare questo L’esperto giudice Mario Agosteo ha voluto fare selvatico, è la mancanza di esperienza e di inizialmente un excursus storico, ricordando i colpo luoghi e le date dove vennero svolte le prime l’importanza prove auspicabile stesse sempre a giusta distanza a saluto beccaccini: agli nel lontano 1923 a passato più recente nella beccaccinistica, Don al come Rino nostro la sonnolento, difficile Dossena, Si della è la da anche giuria: Dr. presidente foschia, mandarti distinguere d’occhio. il evidenziando nebbia, senza della Coppaloni, ultimo tecnico, creare storia un il le la solito frullino. sottolineata che sarebbe 3 dal cane, per poter valutare correttamente la porta e apostrofando la platea in malo ogni modo. azione e da questa osservazione esprimere un giudizio pertinente. E’ Si è inoltre parlato del punto sul frullino: conosce molto bene questo selvatico poiché potrebbe è pratica questa caccia, evidenziando come sia riconosciuto, fino alla qualifica di eccellente. difficile allenare i nostri cani, per la difficoltà Certo è che beccaccino e frullino sono due di reperire terreni favorevoli. A tale proposito selvatici ben differenti: uno è l’esaltazione, auspica l’altro l’afflizione. Io, personalmente, non ho sensibilizzi dubbi: sono e sarò solo per prova unica su individuare zone idonee, magari con piccoli beccaccino! Le citazioni qui sopra, ricordate contributi ai contadini, per mantenere zone dal relatore Mario Agosteo degli illustri cinofili bagnate idonee per l’addestramento. Anch’io del passato, non lasciano il minimo dubbio. Se ho sottolineato che sarebbe bello trovare un poi qualcuno vorrà proporre prove su frullini, accordo, per non arare subito, o scannare si vedrà. Magari si potranno proporre due (detto in gergo) quei canaletti trasversali, per prove ben distinte. Certo che, se il pensiero portare fuori l’acqua appena piove dalle risaie. corre a certe prove su selvaggina naturale, Terminano così gli interventi. Nel ringraziare dove spesso bisogna aiutare il “selvatico”a l’ENCI involarsi, il frullino si lascia avvicinare, sia dal Beccaccinisti auspico che possa fare qualche cane che dal conduttore, ma non si lascia cosa, calpestare. Alla richiesta “avete domande?” ha volatile aumentano sempre più e così pure i preso la parola un noto giudice, dicendo a partecipanti alle prove. Alcuni responsabili di modo varie commissioni del nostro ENCI, con i quali essere suo: giudicare valido? “TUTTA queste la In Francia giuria prove chiamata non ha a capacità, poi ho intervenuto il prof. Bolla, uno l’intervento il per visto dell’ENCI, ministro parlato, mi gli pensiero questo invitato a mandare qualifiche non pertinenti, specialmente quella qualora ne avessimo avute come club del chiamata Beccaccino. giudicare nelle risaie della Purtroppo, proporre a noi competenza né esperienza, e perciò elargisce a o sempre per per appassionati hanno richieste affinché dell’agricoltura questo che che innovazioni, nonostante la loro Sardegna, che ha assegnato alte qualifiche”. Il disponibilità, non avendo mai proposto nulla, moderatore, G. G. Delaini, dopo che più volte non ha cercato di calmarlo, non essendo ascoltato, Comunque io ho un pallino in testa, ne ho è stato costretto a chiedergli di lasciare la anche parlato con qualcuno e spero di riuscire sala, ripetutamente a portarlo a termine prima della fine del mio con mandato. in quanto abbandonato a si era dichiarazioni un tono abbiamo mai portato a casa nulla. eccessivo. Il giudice se ne è andato sbattendo --------------------------------------------------------------------------------------------------Storie di beccaccinisti Intervista a Emilio Vai Dr . Ca rl o Ga st aldi Premessa “Se nasci nei dintorni di Pavia e hai la passione della caccia non hai grandi possibilità: o ti dedichi alla lepre o ti appassioni al beccaccino. Nella mia storia di pavese c'era un padre che aveva vissuto in Sardegna e sono cresciuto con il sogno delle pernici e delle beccacce ma, fatta la licenza di caccia, ho scoperto che solo il beccaccino mi permetteva in due o tre ore di tempo di fare qualche incontro e soddisfare le mie voglie di caccia”. 4 frequentare la cinofilia agonistica: ricordo ancora la mia prima trasferta in Istria nel 1983 sulle starne, un mondo nuovo, tutto da scoprire, che ho affrontato con curiosità ma anche con l' umiltà di imparare da un grande addestratore, di cui fino ad allora avevo solo letto sulle riviste del settore. Con il trascorrere degli anni altri grandi amici, non solo allevatori, mi hanno allargato gli orizzonti, espandendo le mie conoscenze sulla valutazione dei cani, sia a caccia che sul ring. Che Emilio Vai sia pavese DOC non ci sono dubbi, non ci sono neppure dubbi sul fatto che sia "codaiolo" (come diceva Colombo): l'unica evoluzione possibile di questa situazione è che diventasse beccaccinista con il cane da ferma. Come ogni buon pavese non è un gran chiacchierone e quello che so di lui l'ho appreso da altri o dalle poche cose che si è lasciato sfuggire durante le riunioni del Club. È molto stimato come cinofilo e beccaccinista sia dal Presidente che dal Vice Presidente del nostro Club: ci saranno buoni motivi! È entrato nel consiglio presieduto da Ferrato con l'elezione dello scorso anno ma anche prima partecipava alla attività del club proponendo e collaborando attivamente. Per conoscerlo meglio gli proporrò le mie solite domande. Come sempre penso che un dato anagrafico sia utile: In che anno sei nato? Dove? Emilio: Sono nato a Pavia il 5 novembre 1960. La passione per la caccia quando e da dove ti e venuta? Emilio: da adolescente ascoltavo i racconti di un vecchietto che, pedalando in bicicletta, veniva da Milano a trascorrere le ferie a casa della sorella: la passione per la caccia è iniziata lì, con le storie, forse talvolta fantasiose, di natura, cani e uccelli ascoltate accarezzando una bella pointerina bianca e nera. Hai avuto maestri nell'ars venandi? Emilio: i primi passi li ho mossi con amici cacciatori del mio paese ma i veri maestri sono stati parecchi personaggi noti nell'ambito dei continentali Italiani con cui ho iniziato a Ho già descritto il destino del giovane cacciatore pavese. Ti ci ritrovi? Quando e perché ti sei appassionato al beccaccino? (prima il gusto di una bella fucilata o il lavoro del cane?) Emilio: Qualche decennio fa un amico, appassionato di Bracchi Italiani, mi ha invitato a caccia nelle risaie della Lomellina ed introdotto al Club del Beccaccino: la voglia di avere un cane da beccaccini mi tormentava e allora via, alla ricerca di cacciatori che si destreggiavano sul bagnato, seguendo qualche cucciolata con la speranza di acquistare un bel cucciolo. Parecchi anni fa ho poi avuto la fortuna di conoscere un cacciatore che aveva un épagneul breton, di grossa taglia, così bravo a beccaccini che, ancora adesso, se devo valutare un soggetto, lo paragono a lui, quel "Dick", che ricordo ancora con grande affetto e che dovrebbe essere la meta da raggiungere. E' così che mi sono appassionato ai beccaccini, con l'obbiettivo ed il gusto di avere un cane bravo, di classe, che svolga un lavoro idoneo in questa nota di caccia e, perché no, che mi permettesse anche di fare una bella fucilata alla fine di un'azione esaltante. Quanto ti hanno influenzato, nella tua crescita di cacciatore e cinofilo i grandi della cinofilia pavese da Griziotti a Luè a Cattaneo? Emilio: sfortunatamente, per la differenza d'età, non ho mai avuto la possibilità di incontrare in campagna alcuni grandi nomi della cinofilia pavese di cui però ho sentito tanto parlare con benevolenza. Grazie alla comune frequentazione della cinofila Pavese, ho apprezzato la compagnia del prof. Cattaneo sia durante le riunioni di Consiglio, alle prove a beccaccini e in qualche bella giornata di caccia in cui ho ascoltato con attenzione i suoi consigli. A beccaccini con che cane? Perché? 5 Emilio: a mio parere non ci sono cani inglesi o continentali ma soggetti più o meno predisposti e nelle prove, sarebbe bello correre in classe unica, in modo da avere, finalmente, un confronto diretto. E' decisamente opportuno tener conto degli atteggiamenti, della tipicità di razza, della personalità, della mentalità, della presa di terreno, dell’intraprendenza, dell'iniziativa, velocità, indipendenza e coraggio, dell'intelligenza venatoria e del collegamento naturale. Si deve parlare di stile, di avidità della ferma e della guidata, di espressione per la presa di punto e della conclusione. Quando si parla di cani beccaccinisti o cani che si adattano a fermare i beccaccini, il fine è sempre che il cane fermi i "becchi", altrimenti a cosa serve? Questo è vero, però quello che esalta il soggetto è il metodo di cerca: il cane adatto è quello che si rende protagonista ossia il beccaccinista, non quello "costruito sul destra e sinistra"! La valutazione di un cane deve essere fatta da noi cinofili prima di destinarlo alle prove, altrimenti tutti i nostri cani, prima o poi, diventeranno si campioni ma, un eventuale soggetto, davvero meritevole, non sarà mai evidenziato. Oggi si parla solo di galoppi, di movimenti e di cani che devono andare lontano senza preoccuparci se corrono/cercano con il naso o con gli occhi; è inutile esaltare i cani che fermano "a memoria" o cani che continuano a risalire, filar e fermare senza nulla davanti; è anche inutile accompagnare i cani dentro la risaia, a beccaccini il vero protagonista è il cane, noi siamo solo di supporto, sia in prova che a caccia. Il cane, sia che faccia la piccola o la grande cerca, è sempre lui che determina il successo dell'azione. La più bella giornata a beccaccini? Emilio: qualche bella giornata a beccaccini l'ho avuta anch'io ma ce ne è una in particolare che mi è rimasta nel cuore: in compagnia di un amico, in una mattina di sole invernale, la mia Iola ha sfidato le difficoltà del freddo pungente e ha fermato per ben tre volte consecutive e io, con orgoglio e soddisfazione, ho concluso con l'abbattimento di tre beccaccini. Cosa ti porta a dedicare tempo e impegno al Club del Beccaccino? Emilio: i cani e la caccia sono la mia passione da quando ero un ragazzino, adesso, che sono grande, sono contento di far parte di un gruppo in cui si possa parlare liberamente degli argomenti che mi stanno a cuore, costituito da un ambiente familiare ed in armonia; reputo gratificante dedicare parte del mio tempo al Club. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------L’angolo del veterinario Il cacciatore rappresenta un facile obiettivo dei controlli al suo ingresso nel territorio Il vademecum del cacciatore di nazionale, anche perché la presenza dei ritorno da un paese extra EU . fucili lo identifica con facilità. Dr . Ca rl o G stal di Veterinario I viaggi di caccia all'estero, anche in regioni lontane stanno diventando una piacevole alternativa alle carenze di selvaggina che viviamo. Esistono ormai alcuni "professionisti" che viaggiano tutti gli anni e anche più volte all'anno. Altri affrontano questa avventura per la prima volta. Si pensa a quello che serve per partire ma il ritorno può creare anche maggiori difficoltà. Le regole UE e italiane sono molto severe e si rischia che il rientro crei problemi! Quali problemi si potrebbero incontrare rientrando in Italia? Soprattutto nel caso che si viaggi con contatti diretti con agenzie di caccia locali e, quindi, senza il supporto di una valida agenzia italiana si possono porre dei problemi, in modo particolare rientrando 6 nella EU. L'argomento è complesso e discutendo del problema con un amico che reputo estremamente affidabile, di grande preparazione professionale e "pignolo" che lavora presso un confine nazionale, ho avuto modo di avere qualche informazione che, anche se informalmente, potrebbe costituire una utile linea guida per chi avesse la fortuna di vivere questa esperienza, evitando nel contempo di rovinare tutto con problemi seri al momento del controllo doganale. E’ chiaro che il collega mi ha fornito informazioni di tipo sanitario e quindi bisogna prestare attenzione ad altri aspetti, quali quelli che coinvolgono le specie protette incluse nella Convenzione di Washington e nelle norme che l’Unione Europea ha emanato in proposito. Cominciamo dal compagno più importante che potrebbe averci accompagnato nel Paese Terzo: il nostro cane. Quando un cane ci accompagna nel nostro viaggio, dobbiamo preoccuparci innanzi tutto che sia scortato da un passaporto UE, rilasciato dalla Asl competente; in tale documento sarà riportato in ogni caso il numero del E’ difficile fornire suggerimenti adeguati per altri trattamenti perché bisogna valutare la situazione zoosanitaria del Paese Terzo di destinazione. Si tenga conto che le vaccinazioni contro leptospira, brucella e cimurro sono sempre consigliate, così come un efficace trattamento contro gli ectoparassiti. I requisiti relativi a malattie diverse dalla rabbia non sono vincolanti per l’autorizzazione alla re introduzione in Italia del cane che ci ha accompagnato all’estero. E’ invece importante verificare che il cane ci accompagna abbia condizioni di trasporto idonee a garantirne il benessere: se viaggiate in aereo, ad esempio, i requisiti per i trasportini sono fissati da una norma internazionale e le compagnie aeree potrebbero rifiutarvi l’imbarco del cane se non sono rispettati i requisiti minimi. In linea di massima, la prima regola è che l’animale viaggi all’interno di un contenitore idoneo quanto a dimensioni, in modo da garantire all’animale lo spazio sufficiente per ruotare in piedi intorno a se stesso, microchip o tatuaggio che identifica il cane e la data di vaccinazione antirabbica che deve essere in corso di validità. Ricordiamo che, qualora si tratti di una prima vaccinazione, devono essere trascorsi almeno 21 giorni perché la vaccinazione sia Questo requisito non è sempre sufficiente però: a seconda di quale è lo status del paese Terzo nel quale ci siamo recati, potrebbe essere necessario un ulteriore requisito sanitario che deve essere riportato nel passaporto del cane: la titolazione anticorpale che serve a valutare la validità della risposta dell’animale alla vaccinazione antirabbica. Questo esame deve essere effettuato almeno un mese dopo l’esecuzione della vaccinazione antirabbica tramite l’effettuazione di un prelievo e di una anal isi che deve essere effettuata in un laboratorio autorizzato. Una volta effettuato, questo esame non deve più essere ripetuto se l’animale viene regolarmente vaccinato contro la rabbia. Sono utili o necessari per alcuni paesi altri trattamenti? Esistono regole precise per i trasportini? alzarsi e sedersi tranquillamente ed assumere in ogni momento del viaggio una posizione naturale. I trasportini devono essere muniti di idonee aperture per permettere una adeguata circolazione dell’aria. Indicativamente per quanto riguarda le misure del trasportino: l’altezza deve essere superiore di 15 cm all’altezza del cane misurata in posizione naturale a livello della testa; il trasportino deve essere 15 cm più lungo della lunghezza del cane calcolata dalla punta del naso all’attaccatura della 7 coda; la larghezza deve essere il doppio della larghezza del cane misurata tra le due scapole. Un particolare importante è che se l’animale viaggia al seguito del suo proprietario non è sottoposto a controllo veterinario al suo ingresso in Italia poiché i controlli sono effettuati a sondaggio dall’Agenzia delle Dogane, sezione passeggeri. Il discorso si fa più complesso se l’animale viene spedito e viaggia da solo, ma non è questa la fattispecie più frequente. Il secondo aspetto più significativo da affrontare è l’introduzione del prodotto della nostra attività, cioè della selvaggina che abbiamo cacciato. A questo proposito bisogna subito sottolineare come ci siano norme molto restrittive, anche se la selvaggina che trasportiamo non ha alcun fine commerciale ed è destinata solo al nostro consumo personale. Limitando il campo alla selvaggina da piuma, bisogna chiarire che solo da pochi Paesi Terzi l’importazione è consentita e che l’elenco può essere modificato in qualsiasi momento se emerge un problema sanitario nel territorio (al momento la selvaggina da piuma cacciata può teoricamente provenire, per esempio, da Argentina, Canada, Cile, Groenlandia, Israele, Madagascar, Nuova Zelanda, parte del territorio di Israele e Tunisia). Il requisito della provenienza da un Paese autorizzato non è comunque sufficiente: bisogna che la selvaggina sia stata trattata in uno stabilimento autorizzato e sia scortata da un certificato sanitario rilasciata da un veterinario ufficiale del Paese Terzo da cui proveniamo. Per verificare se esistono nel Paese Terzo stabilimenti autorizzati, si può consultare il sito https://webgate.ec.europa.eu/sanco/traces/ output/non_eu_listsPerActivity_it.htm#, verificando la sezione IV, carni di selvaggina selvatica e che gli stabilimenti elencati siano autorizzati per la categoria wA. Per quanto riguarda il certificato sanitario richiesto, bisogna utilizzare il modello predisposto dalla UE che deve essere rilasciato dalla competente autorità sanitaria del Paese Terzo. Dal punto di vista pratico, se viene rinvenuta selvaggina a seguito del passeggero proveniente da un paese esterno alla UE, l’Agenzia delle Dogane verifica la presenza di un certificato sanitario: se il certificato non è presente, la merce viene sequestrata ed inviata alla distruzione; se è presente un certificato sanitario, il funzionario doganale chiede l’intervento dell’Ufficio Veterinario che deve trattare la spedizione come se fosse una spedizione commerciale, effettuando quindi la visita per verificare se la merce risponde a tutti i requisiti stabiliti dalla UE. Se la spedizione è conforme, il veterinario del PIF autorizza l’importazione; in caso contrario dispone il sequestro e la rispedizione o la distruzione della merce. C’è un ultimo aspetto che potrebbe essere importante, qualora si decidesse di trasportare trofei di caccia di volatili al proprio seguito. Anche in questo caso non è importante che la spedizione abbia o meno uno scopo commerciale perché anche se importiamo trofei per il nostro uso personale, si applicano comunque le norme stabilite dalla Unione Europea. Se abbiamo già fatto effettuare trattamenti tassidermici completi, i trofei di volatili sono di libera importazione dal punto di vista sanitario, senza che siano richiesti controlli sanitari all’importazione. Bisogna sempre accertarsi che le specie non siano soggette alle misure di protezione delle specie eventualmente incluse nella Convenzione di Washington o delle norme Comunitarie di applicazione. Qualora invece il trofeo sia composto solo di ossa, è possibile importarlo da qualsiasi Paese Terzo, ma deve provenire da uno stabilimento autorizzato dalla UE ( si vedano in proposito gli elenchi di stabilimenti reperibili sul sito https://webgate.ec.europa.eu/sanco/traces/ output/non_eu_listsPerActivity_it.htm# nella sezione IX dei sottoprodotti) e deve essere scortato da un certificato sanitario conforme a quello stabilito dalla norma UE, sempre rilasciato da un veterinario ufficiale del Paese Terzo di provenienza. 8 In tal caso è obbligatorio il controllo veterinario al momento del suo ingresso nel territorio UE. Se invece intendessimo importare un animale intero o parti anatomiche intere che non hanno subito alcun trattamento, le condizioni di importazione sono ancora più restrittive: i trofei costituiti da uccelli che non hanno subito alcun trattamento possono essere importati solo da paesi terzi in provenienza dai quali gli Stati membri autorizzano l'importazione di carni fresche di pollame e da Groenlandia e Tunisia, sempre in provenienza da un centro autorizzato, scortati da un certificato sanitario conforme al modello stabilito dalla UE e devono essere destinati presso uno stabilimento registrato autorizzato ad effettuare il trattamento tassidermico. Si tenga conto che questo elenco viene aggiornato ogni volta che è modificata la situazione sanitaria del Paese Terzo e che il requisito della titolazione sarà in futuro obbligatorio. Converrebbe quindi premunirsi eseguendo comunque il test per evitare sorprese. Elenco dei Paesi Terzi per i quali non è previsto il requisito della titolazione anticorpale Isola Ascension Emirati arabi uniti, Antigua e Barbuda Antille olandesi Argentina Australia Aruba Bosnia-Erzegovina Barbados Bahrein Bielorussia Saint Vincent e Grenadine Bermuda Canada Cile Figi Isole Falkland Hong Kong Giamaica Giappone Saint Kitts e Nevis Isole Cayman Santa Lucia Taiwan Montserrat Mauritius Messico Malaysia Nuova Caledonia Nuova Zelanda Polinesia francese Saint-Pierre e Miquelon Federazione russa Singapore Sant’Elena Trinidad e Tobago Stati Uniti d’America (compresi Samoa americane, Guam, Marianne settentrionali, Puerto Rico e Isole Vergini americane) Isole Vergini britanniche Vanuatu Wallis e Futuna Mayotte ------------------------------------------------------------------------------------------------Lo studio SETTEMBRE: SERATA DI INANELLAMENTI (4 e 11 settembre) Dr . Ca rl o Ga st aldi Anche quest’anno nella serata del 4 settembre è stata organizzata una sessione di inanellamenti di beccaccini. Non è un giallo e posso subito parlare della conclusione: abbiamo catturato una nitticora ed un'alzavola; nessun beccaccino è entrato è stato “ospitato” nelle nostre reti. Serata buttata via? Non credo proprio! Stare in campagna quando fa notte, vedere e sentire le anatre che si buttano in palude, l'attesa e la compagnia degli amici, hanno comunque reso la serata molto più piacevole che restare in caso a guardare la televisione. Si sa che mi interessano spesso più i contorni che il centro. Devo in primis fare i miei complimenti al sig. Giuseppe titolare della Cascina Garavaglia che mi raccontava che dal 1967 ha lasciato incolto il terreno in cui abbiamo teso le reti creando una piccola palude (50 pertiche milanesi, circa 15.000 metri quadrati) per il piacere di guardare gli uccelli. Non è la prima volta che ci concede il suo terreno per le catture ed è estremamente disponibile anche a fare le operazioni agronomiche da noi 9 richieste per rendere la zona ancora più ricettiva e più facile da gestire nelle catture. Alle porte di Milano, in zona a elevata pressione antropica e agricola, non è poco! La terra agricola oggi vale soldi! Tante volte le iniziative individuali possono sopperire alle insufficienze della pubblica amministrazione (sia provincia che ATC). Ci si nasconde sempre dietro la indisponibilità degli agricoltori a fare certe attività volte al bene comune della natura ma ... si è mai provato a chiedere? Forse fra tanti insensibili si possono trovare anche dei Signori Giuseppe! Siamo sicuri che, sempre, necessitino tanti soldi? Sui campi della Cascina Garavaglia, nelle stoppie e nei prati, si può andare, pagando una cifra irrisoria, ad allenare; volendo si possono comprare le quaglie per concludere l'azione del cane. Il 31 agosto Giuseppe ha chiuso l'addestramento e già da prima ha chiesto a tutti di non disturbare gli uccelli nella sua palude. Il risultato? Tanti si approfittano della sua cortesia e allenano senza neppure pagare quel poco che chiede! Ieri sera mentre aspettavamo di andare a controllare le reti è arrivato un cacciatore che ha mollato quattro cani e non era nemmeno socio della zona addestramento. Tanti, anche almeno un socio del nostro Club, scoperto che c'erano i becchi, nonostante i divieti erano in palude mattino pomeriggio e sera. Naturalmente, se 15 giorni fa i becchi erano tanti, ieri mattina ne ha visto uno solo e ieri sera ne è entrato un solo voletto che, purtroppo, ha evitato le reti. Per stigmatizzare ulteriormente il comportamento di alcuni bracconieri che vogliono farsi chiamare cacciatori: alcune mattine orsono il sig. Giuseppe ha sentito delle fucilate arrivare da una stoppia. Non aveva venduto quaglie a nessuno e, quindi, nessuno poteva sparare. È andato sul posto e ha trovato una persona che aveva in carniere già 4 quaglie selvatiche. In conclusione: ieri niente di fatto ma abbiamo potuto lasciare le reti arrotolate e la settimana prossima sicuramente ci rifaremo! Nel frattempo il sig. Giuseppe allagherà alcuni mais trinciati che forniranno una rimessa ideale cosa che permetterà, come già gli altri anni, di rimpinguare le catture. Queste sono attività che possono sposarsi male con gli impegni quotidiani: anche per me è stata la prima presenza. La curiosità dovrebbe comunque spingere pi appassionati di beccaccino a partecipare. I miei complimenti al sig. Riccardo Zanetti che forte della gioventù dei suoi 80 anni ha voluto essere dei nostri per aggiungere una ulteriore esperienza a tutte quelle già vissute nella sua lunga carriera di beccaccinista. Seconda serata di inanellamento Nella sera dell'11 settembre, sempre presso la Cascina Garavaglia, si è tenuta la seconda manche della cattura beccaccini 2013. Anche questa sera le premesse non erano eccezionali: troppa acqua in palude! Per fortuna era stata allagata una stoppia di mais vicino alle nostre reti. Nella prima battuta pensiamo di aver alzato circa 10 beccaccini di cui tre sono stati catturati. La seconda battuta ha permesso di inanellare altri due uccelli! In conclusione: quest'anno abbiamo inanellato cinque beccaccini e, come sempre, ci auguriamo che possano contribuire alle conoscenze su Capella Gallinago Gallinago. Anche questa sera c'era buona presenza di appassionati fra cui il solito Riccardo Zanetti di cui ho già accennato nell'editoriale. È stato bello vedere nei suoi occhi l'emozione quando gli è stato chiesto di liberare i beccaccini! Niente da fare: i giovani, anche se ottantenni, devono sempre essere coinvolti per le emozioni che sanno trasmettere! 10 Lettera Aperta … bei tempi Sig. R o man o P e s en ti Ero a Persano (Salerno) nel 1960 durante il 27° Corso AUC di Lecce, poi a Caserta come Auc Carrista e nella foto mi trovavo nel campo di addestramento coi carri armati nella piana di Persano tra i fiumi Sele e Calore. Da cacciatore beccaccinista sfegatato, prima nelle mie paterne risaie e marcite in una grande cascina di Albairate (Mi), ..chiamato alle armi, in treno da Milano in valigia ho portato smontato e naturalmente di nascosto (poi anche nell’armadietto in camerata) a Lecce la mia doppietta belga cal.16 a Lecce. Durante tutto il periodo militare nei giorni di uscita, sabato o domenica e di riposo e permesso, cacciavo beccaccini nei pressi dei laghi di Alimini o quaglie sul litorale su spiagge cespugliose di Lecce, al salto, quaglie che alzavamo numerose durante le esercitazioni in settimana .. Nella foto ero nella piana di Battipaglia di Persano, zona militare proibita alla caccia e controllata dai Carabinieri a cavallo; ma io, col tacito consenso del mio Colonnello Comandante romano (che mangiava i miei beccaccini e le anitre che prendevo), mi diceva: ”Romà, sò cazzi tua: coi Caramba .. arrangiati .. io non vojo grane”. rive dei due fiumi. I carabinieri pensavano che i colpi fossero sparati dai militari in addestramento nella zona e, non vedendo cacciatori, se ne andavano via a cavallo. Sono stato anche in Sardegna a Capo Teulada a fare il campo ed anche in quall’occasione ho trovato la maniera per cacciare oltre ai beccaccini anche anitre e pernici sarde sulle alture intorno al campo. Poi da Ufficiale nella baraggia di Cameri (NO), a Bellinzago Novarese, sempre in zona militare in mezzo a due riserve di caccia private lungo il Ticino, dal carro armato sparavo ai beccaccini, ai fagiani e alle lepri, sempre col timore di essere fermato dai Carabinieri che cercavano di individuare chi sparasse. Di fatto erano stati avvisati dai guardiacaccia che attraverso le reti che circondavano la baraggia militare, avevano visto qualcuno sparare col fucile dal carro armato. Ma io, quando uscivo col carro, ero d’accordo con il corpo di guardia perché mi segnalassero via radio quando arrivavano nella nostra Caserma, che era nel bosco, con la gip. In totale 18 mesi di spasso e anche un pò da … bracconiere. Bei tempi. Quando li vedevo arrivare a cavallo nella piana, mi accucciavo e mi nascondevo fra le canne e poi continuavo a cacciare alla borrita negli acquitrini creati dai cingoli o lungo le 11 A Fabrizio Moroni … in memoria di un caro amico Giorgio Ferrato Sembra incredibile ma in questa vita frenetica e colma di impegni non pensi mai che eventi del genere possano accadere. Stavo rientrando dalla Spagna per lavoro, quando la telefonata dell’amico Morandi mi comunica che Fabrizio Moroni ci ha lasciati in modo improvviso. Non ci sono parole per descrivere le molteplici sensazioni che in pochi istanti ti attraversano la mente: recentemente al pranzo Sociale scherzavamo sulla nostra comune data di nascita e durante le premiazioni mi parlava con grande entusiasmo di un “giovane setter” su quale riponeva grandi speranze. Fabrizio era socio del club da molti anni e faceva parte dei beccaccinisti veri. Solitario, taciturno, come questa caccia richiede, ed al tempo stesso una persona solare con lo sguardo di chi sa trasmetterti messaggi di positività anche senza parlare. Ottimo camminatore, ci incontravamo spesso nelle tante risaie di nostra conoscenza. Cordiale nei modi, garbato nell’espressione, conosceva i cani, amava i setters e sapeva prepararli molto bene. Partecipava alle prove a beccaccini nelle quali ha sempre ottenuto ottime qualifiche. Prendeva parte alla vita del Club ed era presente a tutte le manifestazioni che venivano organizzate. La sua educazione, la modestia, il rispetto per gli altri ed il grande buon senso, erano parte del suo bagaglio di vita; caratteristiche uniche che per anni ci hanno accompagnato nella nostra amicizia. Noi possiamo solo esprimere alla sua famiglia il nostro sgomento e la nostra solidarietà. Quando siete tristi guardate nei vostri cuori e scoprirete che state piangendo solo per ciò che vi ha reso felici. Ciao Fabrizio. 12