When the purity blossoms from technology

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When the purity blossoms from technology
Il Gazzettino del Beccaccino
Organo di stampa ufficiale del “Club del Beccaccino”
N° 14 - dicembre 2013
Romano Pesenti – Pesaro 1960
In questo numero:
Editoriale
Bergamo: convegno ENCI
Storie di beccaccinisti: l’intervista a Emilio Vai
Dr.Carlo Gastaldi
Cani Completi
La caccia ai becchi lunghi: “deroga” d’autunno
Dr. Carlo Gastaldi
Sig. Aldo Morandi
Dr. Carlo Gastaldi
Vademecum del cacciatore di ritorno da paesi …
Sig. Vincenzo Grasso
Dr. Roberto Grasso
www.clubdelbeccaccino.it
1
Editoriale
Carlo Gastaldi
Finalmente, dopo i soliti sette mesi e mezzo di sofferenza, sta per iniziare una nuova stagione
venatoria.
Come è andata la stagione riproduttiva dei beccaccini? Come sarà il passo questo autunno?
Lo vedremo solo a fine stagione e, come sempre, ci saranno alcuni di noi soddisfatti ed altri che,
per situazioni locali o personali, la giudicheranno negativa.
Forse, e dico forse, le piogge primaverili si dimostreranno a noi favorevoli: viste le condizioni
meteo non è stato possibile per gli agricoltori livellare le risaie con il laser! Se piovesse un po'
anche nelle prossime settimane si potrebbero creare condizioni di sosta se non ottimali almeno
buone. Parlo, naturalmente, delle campagne risicole della Pianura Padana. In altre zone il
beccaccino si trova nei prati bagnati, nelle paludi, lungo i fiumi, in terreni, insomma, meno
esposti alla pressione antropica.
Come tutti gli anni chiedo a tutti gli appassionati di compilare le schede di rilevamento. Finora la
mia richiesta è caduta nel vuoto ma...chissà, magari a un certo punto scatta una molla
misteriosa e iniziano a piovere dati!
Facciamo sempre riferimento alla Francia "invidiando" le ricerche che sono riusciti a mettere in
atto: ogni anno i cacciatori francesi forniscono al CICB (Club International Chasseurs de
Bécassines) ben 5000 ali su cui valutare il rapporto fra giovani ed adulti e fra maschi e
femmine; ogni anno 100 inanellatori autorizzati e specializzati catturano, misurano e inanellano
ben 1000 beccaccini con una media, quindi di 10 beccaccini a testa!
In Italia conosco, ma può essere mia ignoranza, un solo inanellatore di beccaccini, che collabora
con il Club, e ne inanella in Lombardia 10-15! È in media con i suoi colleghi francesi che godono
di ambienti probabilmente più favorevoli in ogni stagione! Sarebbe forse il
caso di pensare a
organizzare un maggior numero di serate, magari anche primaverili quando le campagne non
sono in produzione e sarebbe più facile non creare danni alle colture. Bisognerebbe stimolare
altri appassionati ornitologi a dedicarsi ai beccaccini in altre zone come la Laguna Veneta o il
nostro Sud.
Quest'anno il CICB ha proposto a soci e appassionati una scheda di rilevamento simile a quella
da noi proposta già da alcuni anni!
È il Club del Beccaccino a essere in ritardo o sono i cacciatori italiani poco sensibili?
Visto che parliamo di Francia: il Club da il suo appoggio a una interessante manifestazione
cinofila internazionale, organizzata dalla Società cinofila Ferrarese, che si terrà a novembre a
Yolanda di Savoia e che dovrebbe coinvolgere anche appassionati d'Oltralpe. All'interno della
manifestazione ci sarà un interessante incontro tecnico con quattro importanti relatori: il
presidente del Pointer club francese, il nostro presidente, il giudice ENCI Della Torre e un tecnico
faunistico specializzato nella gestione di zone umide. All'interno, se facciamo in tempo, o sul sito
troverete maggiori informazioni!
2
Informazione
Staffoli, in Toscana, e successivamente nel
1925
Bergamo: convegno ENCI.
a
Valeggio
Lomellina
dove,
l’allora
Kennel Club, riconobbe immediatamente tali
prove, patrocinate dalla rivista “Il cacciatore
Sig. Aldo Morandi
italiano”.
Successivamente, il relatore ha ricordato due
Il Consiglio Direttivo dell’ENCI, su proposta
illustri cinofili amici rivali, Giulio Colombo e
del Comitato Consuntivo degli Esperti Giudici,
Giacomo Griziotti, che furono tra i più accaniti
ha
sostenitori di queste prove specialistiche. Da
organizzato
il
3
aprile,
presso
l’Hotel
Airport di Bagnatica BG, un seminario per
allora
dibattere le metodologie di riferimento delle
appassionati, ha organizzato tali prove con più
prove
frequenza, soprattutto nel Basso Milanese e in
di
caccia
specialistiche
per
cani
da
il
club
beccaccino,
nel
prosieguo,
con
questi
ferma relativamente al regolamento attuale e
Lomellina
alla necessità di uniformare i criteri di giudizio
regione e, ultimamente, anche fuori confine.
di tali prove.
Questi cinofili hanno permesso al relatore di
Questo l’ordine con il quale si sono succeduti
menzionare qualche celebre frase che spesso
gli interventi e i relatori:
solevano dire e scrivere, come: “La caccia al
1)
beccaccino è la massima espressione della
Art. 46: prove di caccia su beccaccini,
e,
del
anche
fuori
relatore Mario Agosteo.
sportività venatoria”; “Su cento cani uno è
2)
buono, su mille uno è l’asso, il fuoriclasse
Art. 47: prove di caccia su selvaggina di
montagna, relatore Gian G. Delaini.
(indipendente
3)
beccaccini
Art. 48: prove di caccia su beccacce,
la
razza)”;
deve
essere
un
“Il
cane
da
maestro”;
“Lo
relatore Franco Malnati.
spettacolo più bello è partecipare o assistere
Ha aperto i lavori il Sig. Silvio Marelli che,
ad una prova su beccaccini con un cane di
come rappresentante dell’ENCI, ha portato i
classe”. Agosteo ha poi ricordato personaggi
saluti dal presidente il quale, impossibilitato a
del
partecipare per impegni urgenti, ha porto un
cinofilia
caloroso
intervenuti,
Radice,
Ridella,
stigmatizzando quanto questo settore sia al
Tonali,
fino
centro dell’attenzione da parte dell’Ente per il
onorario Avv. Adelio Ponce De Leon.
particolare contributo alla selezione zootecnica
Il relatore è poi passato a parlare dell’aspetto
che fornisce alle razze interessate.
squisitamente
Ho preso degli appunti del primo intervento, quello
difficoltà che, in talune condizioni ambientali,
che a noi beccaccinisti sta più a cuore, e qualche
possono
cosa aggiunto di mio, per portare a conoscenza dei
pioggia; oppure quando il beccaccino si invola
nostri soci, attraverso “il Gazzettino”, i contenuti
pigro
tecnici che sono scaturiti da questo dibattito per
bacio e si rimette di poco avanti, credo sia
tutto ciò che concerne il beccaccino. Lascio ad altri
molto
specialisti – più esperti di me - il compito di
Un’ulteriore difficoltà, per chi non frequenta le
commentare gli altri interventi.
risaie e non è abituato a cacciare questo
L’esperto giudice Mario Agosteo ha voluto fare
selvatico, è la mancanza di esperienza e di
inizialmente un excursus storico, ricordando i
colpo
luoghi e le date dove vennero svolte le prime
l’importanza
prove
auspicabile stesse sempre a giusta distanza
a
saluto
beccaccini:
agli
nel
lontano
1923
a
passato
più
recente
nella
beccaccinistica,
Don
al
come
Rino
nostro
la
sonnolento,
difficile
Dossena,
Si
della
è
la
da
anche
giuria:
Dr.
presidente
foschia,
mandarti
distinguere
d’occhio.
il
evidenziando
nebbia,
senza
della
Coppaloni,
ultimo
tecnico,
creare
storia
un
il
le
la
solito
frullino.
sottolineata
che
sarebbe
3
dal cane, per poter valutare correttamente
la porta e apostrofando la platea in malo
ogni
modo.
azione
e
da
questa
osservazione
esprimere un giudizio pertinente.
E’
Si è inoltre parlato del punto sul frullino:
conosce molto bene questo selvatico poiché
potrebbe
è
pratica questa caccia, evidenziando come sia
riconosciuto, fino alla qualifica di eccellente.
difficile allenare i nostri cani, per la difficoltà
Certo è che beccaccino e frullino sono due
di reperire terreni favorevoli. A tale proposito
selvatici ben differenti: uno è l’esaltazione,
auspica
l’altro l’afflizione. Io, personalmente, non ho
sensibilizzi
dubbi: sono e sarò solo per prova unica su
individuare zone idonee, magari con piccoli
beccaccino! Le citazioni qui sopra, ricordate
contributi ai contadini, per mantenere zone
dal relatore Mario Agosteo degli illustri cinofili
bagnate idonee per l’addestramento. Anch’io
del passato, non lasciano il minimo dubbio. Se
ho sottolineato che sarebbe bello trovare un
poi qualcuno vorrà proporre prove su frullini,
accordo, per non arare subito, o scannare
si vedrà. Magari si potranno proporre due
(detto in gergo) quei canaletti trasversali, per
prove ben distinte.
Certo che, se il pensiero
portare fuori l’acqua appena piove dalle risaie.
corre a certe prove su selvaggina naturale,
Terminano così gli interventi. Nel ringraziare
dove spesso bisogna aiutare il “selvatico”a
l’ENCI
involarsi, il frullino si lascia avvicinare, sia dal
Beccaccinisti auspico che possa fare qualche
cane che dal conduttore, ma non si lascia
cosa,
calpestare. Alla richiesta “avete domande?” ha
volatile aumentano sempre più e così pure i
preso la parola un noto giudice, dicendo a
partecipanti alle prove. Alcuni responsabili di
modo
varie commissioni del nostro ENCI, con i quali
essere
suo:
giudicare
valido?
“TUTTA
queste
la
In
Francia
giuria
prove
chiamata
non
ha
a
capacità,
poi
ho
intervenuto il
prof. Bolla, uno
l’intervento
il
per
visto
dell’ENCI,
ministro
parlato,
mi
gli
pensiero
questo
invitato
a
mandare
qualifiche non pertinenti, specialmente quella
qualora ne avessimo avute come club del
chiamata
Beccaccino.
giudicare
nelle
risaie
della
Purtroppo,
proporre
a
noi
competenza né esperienza, e perciò elargisce
a
o
sempre
per
per
appassionati
hanno
richieste
affinché
dell’agricoltura
questo
che
che
innovazioni,
nonostante
la
loro
Sardegna, che ha assegnato alte qualifiche”. Il
disponibilità, non avendo mai proposto nulla,
moderatore, G. G. Delaini, dopo che più volte
non
ha cercato di calmarlo, non essendo ascoltato,
Comunque io ho un pallino in testa, ne ho
è stato costretto a chiedergli di lasciare la
anche parlato con qualcuno e spero di riuscire
sala,
ripetutamente
a portarlo a termine prima della fine del mio
con
mandato.
in
quanto
abbandonato
a
si
era
dichiarazioni
un
tono
abbiamo
mai
portato
a
casa
nulla.
eccessivo. Il giudice se ne è andato sbattendo
--------------------------------------------------------------------------------------------------Storie di beccaccinisti
Intervista a Emilio Vai
Dr . Ca rl o Ga st aldi
Premessa
“Se nasci nei dintorni di Pavia e hai la passione
della caccia non hai grandi
possibilità: o ti dedichi alla lepre o ti appassioni al
beccaccino.
Nella mia storia di pavese c'era un padre che
aveva vissuto in Sardegna e sono cresciuto con il
sogno delle pernici e delle beccacce ma, fatta la
licenza di caccia, ho scoperto che solo il beccaccino
mi permetteva in due o tre ore di tempo di fare
qualche incontro e soddisfare le mie voglie di
caccia”.
4
frequentare la cinofilia agonistica: ricordo ancora la
mia prima trasferta in Istria nel 1983 sulle starne,
un mondo nuovo, tutto da scoprire, che ho
affrontato con curiosità ma anche con l' umiltà di
imparare da un grande addestratore, di cui fino ad
allora avevo solo letto sulle riviste del settore.
Con il trascorrere degli anni altri grandi amici, non
solo allevatori, mi hanno allargato gli orizzonti,
espandendo le mie conoscenze sulla valutazione
dei cani, sia a caccia che sul ring.
Che Emilio Vai sia pavese DOC non ci sono dubbi,
non ci sono neppure dubbi sul fatto che sia
"codaiolo"
(come
diceva
Colombo):
l'unica
evoluzione possibile di questa situazione è che
diventasse beccaccinista con il cane da ferma.
Come ogni buon pavese non è un gran
chiacchierone e quello che so di lui l'ho appreso da
altri o dalle poche cose che si è lasciato sfuggire
durante le riunioni del Club. È molto stimato come
cinofilo e beccaccinista sia dal Presidente che dal
Vice Presidente del nostro Club: ci saranno buoni
motivi!
È entrato nel consiglio presieduto da Ferrato con
l'elezione dello scorso anno ma anche prima
partecipava alla attività del club proponendo e
collaborando attivamente. Per conoscerlo meglio
gli proporrò le mie solite domande.
Come sempre penso che un dato anagrafico sia
utile: In che anno sei nato? Dove?
Emilio: Sono nato a Pavia il 5 novembre 1960.
La passione per la caccia quando e da dove ti e
venuta?
Emilio: da adolescente ascoltavo i racconti di un
vecchietto che, pedalando in bicicletta, veniva da
Milano a trascorrere le ferie a casa della sorella: la
passione per la caccia è iniziata lì, con le storie,
forse talvolta fantasiose, di natura, cani e uccelli
ascoltate accarezzando una bella pointerina bianca
e nera.
Hai avuto maestri nell'ars venandi?
Emilio:
i primi passi li ho mossi con amici
cacciatori del mio paese ma i veri maestri sono
stati parecchi personaggi noti nell'ambito dei
continentali Italiani con cui ho iniziato a
Ho già descritto il destino del giovane cacciatore
pavese. Ti ci ritrovi? Quando e perché ti sei
appassionato al beccaccino? (prima il gusto di una
bella fucilata o il lavoro del cane?)
Emilio:
Qualche
decennio
fa
un
amico,
appassionato di Bracchi Italiani, mi ha invitato a
caccia nelle risaie della Lomellina ed introdotto al
Club del Beccaccino: la voglia di avere un cane da
beccaccini mi tormentava e allora via, alla ricerca
di cacciatori che si destreggiavano sul bagnato,
seguendo qualche cucciolata con la speranza di
acquistare un bel cucciolo.
Parecchi anni fa ho poi avuto la fortuna di
conoscere un cacciatore che aveva un épagneul
breton, di grossa taglia, così bravo a beccaccini
che, ancora adesso, se devo valutare un soggetto,
lo paragono a lui, quel "Dick", che ricordo ancora
con grande affetto e che dovrebbe essere la meta
da raggiungere.
E' così che mi sono appassionato ai beccaccini, con
l'obbiettivo ed il gusto di avere un cane bravo, di
classe, che svolga un lavoro idoneo in questa nota
di caccia e, perché no, che mi permettesse anche
di fare una bella fucilata alla fine di un'azione
esaltante.
Quanto ti hanno influenzato, nella tua crescita di
cacciatore e cinofilo i grandi della cinofilia pavese
da Griziotti a Luè a Cattaneo?
Emilio: sfortunatamente, per la differenza d'età,
non ho mai avuto la possibilità di incontrare in
campagna alcuni grandi nomi della cinofilia pavese
di cui però ho sentito tanto parlare con
benevolenza.
Grazie alla comune frequentazione della cinofila
Pavese, ho apprezzato la compagnia del prof.
Cattaneo sia durante le riunioni di Consiglio, alle
prove a beccaccini e in qualche bella giornata di
caccia in cui ho ascoltato con attenzione i suoi
consigli.
A beccaccini con che cane? Perché?
5
Emilio: a mio parere non ci sono cani inglesi o
continentali ma soggetti più o meno predisposti e
nelle prove, sarebbe bello correre in classe unica,
in modo da avere, finalmente, un confronto
diretto. E' decisamente opportuno tener conto
degli atteggiamenti, della tipicità di razza, della
personalità, della mentalità, della presa di terreno,
dell’intraprendenza,
dell'iniziativa,
velocità,
indipendenza e coraggio, dell'intelligenza venatoria
e del collegamento naturale.
Si deve parlare di stile, di avidità della ferma e
della guidata, di espressione per la presa di punto
e della conclusione.
Quando si parla di cani beccaccinisti o cani che si
adattano a fermare i beccaccini, il fine è sempre
che il cane fermi i "becchi", altrimenti a cosa
serve? Questo è vero, però quello che esalta il
soggetto è il metodo di cerca: il cane adatto è
quello che si rende protagonista ossia il
beccaccinista, non quello "costruito sul destra e
sinistra"!
La valutazione di un cane deve essere fatta da noi
cinofili prima di destinarlo alle prove, altrimenti
tutti i nostri cani, prima o poi, diventeranno si
campioni ma, un eventuale soggetto, davvero
meritevole, non sarà mai evidenziato.
Oggi si parla solo di galoppi, di movimenti e di cani
che devono andare lontano senza preoccuparci se
corrono/cercano con il naso o con gli occhi; è
inutile esaltare i cani che fermano "a memoria" o
cani che continuano a risalire, filar e fermare senza
nulla davanti; è anche inutile accompagnare i cani
dentro la risaia, a beccaccini il vero protagonista è
il cane, noi siamo solo di supporto, sia in prova che
a caccia. Il cane, sia che faccia la piccola o la
grande cerca, è sempre lui che determina il
successo dell'azione.
La più bella giornata a beccaccini?
Emilio: qualche bella giornata a beccaccini l'ho
avuta anch'io ma ce ne è una in particolare che mi
è rimasta nel cuore: in compagnia di un amico, in
una mattina di sole invernale, la mia Iola ha
sfidato le difficoltà del freddo pungente e ha
fermato per ben tre volte consecutive e io, con
orgoglio e soddisfazione, ho concluso con
l'abbattimento di tre beccaccini.
Cosa ti porta a dedicare tempo e impegno al Club
del Beccaccino?
Emilio: i cani e la caccia sono la mia passione da
quando ero un ragazzino, adesso, che sono
grande, sono contento di far parte di un gruppo in
cui si possa parlare liberamente degli argomenti
che mi stanno a cuore, costituito da un ambiente
familiare ed in armonia; reputo gratificante
dedicare
parte del
mio tempo
al
Club.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------L’angolo del veterinario
Il cacciatore rappresenta un facile obiettivo
dei controlli al suo ingresso nel territorio
Il vademecum del cacciatore di
nazionale, anche perché la presenza dei
ritorno da un paese extra EU .
fucili lo identifica con facilità.
Dr . Ca rl o G stal di
Veterinario
I viaggi di caccia all'estero, anche in regioni
lontane stanno diventando una piacevole
alternativa alle carenze di selvaggina che
viviamo.
Esistono
ormai
alcuni
"professionisti" che viaggiano tutti gli anni e
anche più volte all'anno. Altri affrontano
questa avventura per la prima volta. Si
pensa a quello che serve per partire ma il
ritorno può creare anche maggiori difficoltà.
Le regole UE e italiane sono molto severe e
si rischia che il rientro crei problemi!
Quali problemi si
potrebbero
incontrare
rientrando in Italia?
Soprattutto nel caso che si viaggi con
contatti diretti con agenzie di caccia locali
e, quindi, senza il supporto di una valida
agenzia italiana si possono porre dei
problemi, in modo particolare rientrando
6
nella EU. L'argomento è complesso e
discutendo del problema con un amico che
reputo estremamente affidabile, di grande
preparazione professionale e "pignolo" che
lavora presso un confine nazionale, ho
avuto modo di avere qualche informazione
che, anche se informalmente, potrebbe
costituire una utile linea guida per chi
avesse
la
fortuna
di
vivere
questa
esperienza, evitando nel contempo di
rovinare tutto con problemi seri al momento
del controllo doganale.
E’ chiaro che il collega mi ha fornito
informazioni
di tipo sanitario e quindi
bisogna prestare attenzione ad altri aspetti,
quali quelli che coinvolgono le specie
protette
incluse
nella
Convenzione
di
Washington e nelle norme che l’Unione
Europea
ha
emanato
in
proposito.
Cominciamo dal compagno più importante
che potrebbe averci accompagnato nel
Paese Terzo: il nostro cane. Quando un
cane ci accompagna nel nostro viaggio,
dobbiamo preoccuparci innanzi tutto che sia
scortato da un passaporto UE, rilasciato
dalla Asl competente; in tale documento
sarà riportato in ogni caso il numero del
E’ difficile fornire suggerimenti adeguati per
altri trattamenti perché bisogna valutare la
situazione zoosanitaria del Paese Terzo di
destinazione.
Si tenga conto che le vaccinazioni contro
leptospira, brucella e cimurro sono sempre
consigliate,
così
come
un
efficace
trattamento contro gli ectoparassiti.
I requisiti relativi a malattie diverse dalla
rabbia
non
sono
vincolanti
per
l’autorizzazione alla re introduzione in Italia
del cane che ci ha accompagnato all’estero.
E’ invece importante verificare che il cane ci
accompagna abbia condizioni di trasporto
idonee a garantirne il benessere: se
viaggiate in aereo, ad esempio, i requisiti
per i trasportini sono fissati da una norma
internazionale
e
le
compagnie
aeree
potrebbero rifiutarvi l’imbarco del cane se
non sono rispettati i requisiti minimi.
In linea di massima, la prima regola è che
l’animale viaggi all’interno di un contenitore
idoneo quanto a dimensioni, in modo da
garantire all’animale lo spazio sufficiente
per ruotare in piedi intorno a se stesso,
microchip o tatuaggio che identifica il cane
e la data di vaccinazione antirabbica che
deve essere in corso di validità. Ricordiamo
che, qualora si tratti di una prima
vaccinazione,
devono
essere
trascorsi
almeno 21 giorni perché la vaccinazione sia
Questo requisito non è sempre sufficiente
però: a seconda di quale è lo status del
paese Terzo nel quale ci siamo recati,
potrebbe essere necessario un ulteriore
requisito sanitario che deve essere riportato
nel passaporto del cane: la titolazione
anticorpale che serve a valutare la validità
della risposta dell’animale alla vaccinazione
antirabbica.
Questo esame deve essere effettuato
almeno un mese dopo l’esecuzione della
vaccinazione
antirabbica
tramite
l’effettuazione di un prelievo e di una anal isi
che deve essere effettuata in un laboratorio
autorizzato.
Una volta effettuato, questo esame non
deve più essere ripetuto se l’animale viene
regolarmente vaccinato contro la rabbia.
Sono utili o necessari per alcuni paesi altri
trattamenti? Esistono regole precise per i
trasportini?
alzarsi
e
sedersi
tranquillamente
ed
assumere in ogni momento del viaggio una
posizione naturale.
I trasportini devono essere muniti di idonee
aperture per permettere una adeguata
circolazione dell’aria.
Indicativamente per quanto riguarda le
misure del trasportino: l’altezza deve essere
superiore di 15 cm all’altezza del cane
misurata in posizione naturale a livello della
testa; il trasportino deve essere 15 cm più
lungo della lunghezza del cane calcolata
dalla punta del naso all’attaccatura della
7
coda; la larghezza deve essere il doppio
della larghezza del cane misurata tra le due
scapole.
Un particolare importante è che se l’animale
viaggia al seguito del suo proprietario non è
sottoposto a controllo veterinario al suo
ingresso in Italia poiché i controlli sono
effettuati a sondaggio dall’Agenzia delle
Dogane, sezione passeggeri.
Il discorso si fa più complesso se l’animale
viene spedito e viaggia da solo, ma non è
questa la fattispecie più frequente.
Il secondo aspetto più significativo da
affrontare è l’introduzione del prodotto della
nostra attività, cioè della selvaggina che
abbiamo cacciato.
A
questo
proposito
bisogna
subito
sottolineare come ci siano norme molto
restrittive, anche se la selvaggina che
trasportiamo non ha alcun fine commerciale
ed è destinata solo al nostro consumo
personale.
Limitando il campo alla selvaggina da
piuma, bisogna chiarire che solo da pochi
Paesi Terzi l’importazione è consentita e che
l’elenco può essere modificato in qualsiasi
momento se emerge un problema sanitario
nel territorio (al momento la selvaggina da
piuma cacciata può teoricamente provenire,
per esempio, da Argentina, Canada, Cile,
Groenlandia, Israele, Madagascar, Nuova
Zelanda, parte del territorio di Israele e
Tunisia).
Il requisito della provenienza da un Paese
autorizzato non è comunque sufficiente:
bisogna che la selvaggina sia stata trattata
in uno stabilimento autorizzato
e sia
scortata da un certificato sanitario rilasciata
da un veterinario ufficiale del Paese Terzo
da cui proveniamo.
Per verificare se esistono nel Paese Terzo
stabilimenti autorizzati, si può consultare il
sito
https://webgate.ec.europa.eu/sanco/traces/
output/non_eu_listsPerActivity_it.htm#,
verificando
la
sezione
IV,
carni
di
selvaggina selvatica e che gli stabilimenti
elencati siano autorizzati per la categoria
wA.
Per quanto riguarda il certificato sanitario
richiesto, bisogna utilizzare il modello
predisposto dalla UE che deve essere
rilasciato
dalla
competente
autorità
sanitaria del Paese Terzo.
Dal punto di vista pratico, se viene
rinvenuta
selvaggina
a
seguito del
passeggero
proveniente
da
un
paese
esterno alla UE, l’Agenzia delle Dogane
verifica la presenza di un certificato
sanitario: se il certificato non è presente, la
merce viene sequestrata ed inviata alla
distruzione; se è presente un certificato
sanitario, il funzionario doganale
chiede
l’intervento dell’Ufficio Veterinario che deve
trattare la spedizione come se fosse una
spedizione commerciale, effettuando quindi
la visita per verificare se la merce risponde
a tutti i requisiti stabiliti dalla UE.
Se la spedizione è conforme, il veterinario
del PIF autorizza l’importazione; in caso
contrario
dispone
il
sequestro
e
la
rispedizione o la distruzione della merce.
C’è un ultimo aspetto che potrebbe essere
importante,
qualora
si
decidesse
di
trasportare trofei di caccia di volatili al
proprio seguito.
Anche in questo caso non è importante che
la spedizione abbia o meno uno scopo
commerciale perché anche se importiamo
trofei per il nostro uso personale, si
applicano comunque le norme stabilite dalla
Unione Europea. Se abbiamo già fatto
effettuare trattamenti tassidermici completi,
i trofei di volatili sono di libera importazione
dal punto di vista sanitario, senza che siano
richiesti controlli sanitari all’importazione.
Bisogna sempre accertarsi che le specie non
siano
soggette alle misure di protezione
delle specie eventualmente incluse nella
Convenzione di Washington o delle norme
Comunitarie di applicazione.
Qualora invece il trofeo sia composto solo di
ossa, è possibile importarlo da qualsiasi
Paese Terzo, ma deve provenire da uno
stabilimento autorizzato dalla UE ( si
vedano
in
proposito
gli
elenchi
di
stabilimenti
reperibili
sul
sito
https://webgate.ec.europa.eu/sanco/traces/
output/non_eu_listsPerActivity_it.htm#
nella sezione IX dei sottoprodotti) e deve
essere scortato da un certificato sanitario
conforme a quello stabilito dalla norma UE,
sempre rilasciato da un veterinario ufficiale
del Paese Terzo di provenienza.
8
In tal caso è obbligatorio il controllo
veterinario al momento del suo ingresso nel
territorio UE.
Se invece intendessimo importare un
animale intero o parti anatomiche intere che
non hanno subito alcun trattamento, le
condizioni di importazione sono ancora più
restrittive: i trofei costituiti da uccelli che
non
hanno
subito
alcun
trattamento
possono essere importati solo da paesi terzi
in provenienza dai quali gli Stati membri
autorizzano l'importazione di carni fresche
di pollame e da Groenlandia e Tunisia,
sempre in provenienza da un centro
autorizzato, scortati
da un certificato
sanitario conforme al modello stabilito dalla
UE e devono essere destinati presso uno
stabilimento
registrato
autorizzato
ad
effettuare
il
trattamento
tassidermico.
Si tenga conto che questo elenco viene aggiornato ogni volta che è modificata la situazione
sanitaria del Paese Terzo e che il requisito della titolazione sarà in futuro obbligatorio.
Converrebbe quindi premunirsi eseguendo comunque il test per evitare sorprese.
Elenco dei Paesi Terzi per i quali non è previsto il requisito della titolazione anticorpale
Isola Ascension
Emirati arabi uniti,
Antigua e Barbuda
Antille olandesi
Argentina
Australia
Aruba
Bosnia-Erzegovina
Barbados
Bahrein
Bielorussia
Saint Vincent e
Grenadine
Bermuda
Canada
Cile
Figi
Isole Falkland
Hong Kong
Giamaica
Giappone
Saint Kitts e Nevis
Isole Cayman
Santa Lucia
Taiwan
Montserrat
Mauritius
Messico
Malaysia
Nuova Caledonia
Nuova Zelanda
Polinesia francese
Saint-Pierre e Miquelon
Federazione russa
Singapore
Sant’Elena
Trinidad e Tobago
Stati Uniti d’America
(compresi Samoa
americane, Guam,
Marianne
settentrionali, Puerto
Rico e Isole Vergini
americane)
Isole Vergini
britanniche
Vanuatu
Wallis e Futuna
Mayotte
------------------------------------------------------------------------------------------------Lo studio
SETTEMBRE: SERATA DI INANELLAMENTI
(4 e 11 settembre)
Dr . Ca rl o Ga st aldi
Anche quest’anno nella serata del 4 settembre è
stata organizzata una sessione di inanellamenti di
beccaccini. Non è un giallo e posso subito parlare
della conclusione: abbiamo catturato una nitticora
ed un'alzavola; nessun beccaccino è entrato è
stato “ospitato” nelle nostre reti.
Serata buttata via? Non credo proprio! Stare in
campagna quando fa notte, vedere e sentire le
anatre che si buttano in palude, l'attesa e la
compagnia degli amici, hanno comunque reso la
serata molto più piacevole che restare in caso a
guardare la televisione.
Si sa che mi interessano spesso più i contorni che
il centro.
Devo in primis fare i miei complimenti al sig.
Giuseppe titolare della Cascina Garavaglia che mi
raccontava che dal 1967 ha lasciato incolto il
terreno in cui abbiamo teso le reti creando una
piccola palude (50 pertiche milanesi, circa 15.000
metri quadrati) per il piacere di guardare gli
uccelli.
Non è la prima volta che ci concede il suo terreno
per le catture ed è estremamente disponibile
anche a fare le operazioni agronomiche da noi
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richieste per rendere la zona ancora più ricettiva e
più facile da gestire nelle catture.
Alle porte di Milano, in zona a elevata pressione
antropica e agricola, non è poco! La terra agricola
oggi vale soldi!
Tante volte le iniziative individuali possono
sopperire
alle
insufficienze
della
pubblica
amministrazione (sia provincia che ATC).
Ci si nasconde sempre dietro la indisponibilità
degli agricoltori a fare certe attività volte al bene
comune della natura ma ... si è mai provato a
chiedere? Forse fra tanti insensibili si possono
trovare anche dei Signori Giuseppe! Siamo sicuri
che, sempre, necessitino tanti soldi?
Sui campi della Cascina Garavaglia, nelle
stoppie e nei prati, si può andare, pagando una
cifra irrisoria, ad allenare; volendo si possono
comprare le quaglie per concludere l'azione del
cane.
Il 31 agosto Giuseppe ha chiuso l'addestramento
e già da prima ha chiesto a tutti di non disturbare
gli uccelli nella sua palude.
Il risultato? Tanti si approfittano della sua cortesia
e allenano senza neppure pagare quel poco che
chiede! Ieri sera mentre aspettavamo di andare a
controllare le reti è arrivato un cacciatore che ha
mollato quattro cani e non era nemmeno socio
della zona addestramento.
Tanti, anche almeno un socio del nostro Club,
scoperto che c'erano i becchi, nonostante i divieti
erano in palude mattino pomeriggio e sera.
Naturalmente, se 15 giorni fa i becchi erano tanti,
ieri mattina ne ha visto uno solo e ieri sera ne è
entrato un solo voletto che, purtroppo, ha evitato
le reti.
Per stigmatizzare ulteriormente il comportamento
di alcuni bracconieri che vogliono farsi chiamare
cacciatori: alcune mattine orsono il sig. Giuseppe
ha sentito delle fucilate arrivare da una stoppia.
Non aveva venduto quaglie a nessuno e, quindi,
nessuno poteva sparare.
È andato sul posto e ha trovato una persona che
aveva in carniere già 4 quaglie selvatiche.
In conclusione: ieri niente di fatto ma abbiamo
potuto lasciare le reti arrotolate e la settimana
prossima sicuramente ci rifaremo! Nel frattempo il
sig. Giuseppe allagherà alcuni mais trinciati che
forniranno
una
rimessa
ideale
cosa
che
permetterà, come già gli altri anni, di rimpinguare
le catture.
Queste sono attività che possono sposarsi male
con gli impegni quotidiani: anche per me è stata
la prima presenza.
La curiosità dovrebbe comunque spingere pi
appassionati di beccaccino a partecipare.
I miei complimenti al sig. Riccardo Zanetti che
forte della gioventù dei suoi 80 anni ha voluto
essere dei nostri per aggiungere una ulteriore
esperienza a tutte quelle già vissute nella sua
lunga carriera di beccaccinista.
Seconda serata di inanellamento
Nella sera dell'11 settembre, sempre presso la
Cascina Garavaglia, si è tenuta la seconda
manche della cattura beccaccini 2013.
Anche questa sera le premesse non erano
eccezionali: troppa acqua in palude!
Per fortuna era stata allagata una stoppia di mais
vicino alle nostre reti. Nella prima battuta
pensiamo di aver alzato circa 10 beccaccini di cui
tre sono stati catturati. La seconda battuta ha
permesso di inanellare altri due uccelli! In
conclusione:
quest'anno
abbiamo
inanellato
cinque beccaccini e, come sempre, ci auguriamo
che possano contribuire alle conoscenze su
Capella Gallinago Gallinago.
Anche questa sera c'era buona presenza di
appassionati fra cui il solito Riccardo Zanetti di cui
ho già accennato nell'editoriale.
È stato bello vedere nei suoi occhi l'emozione
quando gli è stato chiesto di liberare i beccaccini!
Niente da fare: i giovani, anche se ottantenni,
devono sempre essere coinvolti per le emozioni
che sanno trasmettere!
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Lettera Aperta
… bei tempi
Sig. R o man o P e s en ti
Ero a Persano (Salerno) nel 1960 durante il
27° Corso AUC di Lecce, poi a Caserta come
Auc Carrista e nella foto mi trovavo nel
campo di addestramento coi carri armati nella
piana di Persano tra i fiumi Sele e Calore.
Da cacciatore beccaccinista sfegatato, prima
nelle mie paterne risaie e marcite in una
grande cascina di Albairate (Mi), ..chiamato
alle armi, in treno da Milano in valigia ho
portato smontato e naturalmente di nascosto
(poi anche nell’armadietto in camerata) a
Lecce la mia doppietta belga cal.16 a Lecce.
Durante tutto il periodo militare nei giorni di
uscita, sabato o domenica e di riposo e
permesso, cacciavo beccaccini nei pressi dei
laghi di Alimini o quaglie sul litorale su
spiagge cespugliose di Lecce, al salto, quaglie
che
alzavamo
numerose
durante
le
esercitazioni in settimana ..
Nella foto ero nella piana di Battipaglia di
Persano, zona militare proibita alla caccia e
controllata dai Carabinieri a cavallo; ma io,
col tacito consenso del mio Colonnello
Comandante romano (che mangiava i miei
beccaccini e le anitre che prendevo), mi
diceva: ”Romà, sò cazzi tua: coi Caramba ..
arrangiati .. io non vojo grane”.
rive dei due fiumi. I carabinieri pensavano
che i colpi fossero sparati dai militari in
addestramento nella zona e, non vedendo
cacciatori, se ne andavano via a cavallo.
Sono stato anche in Sardegna a Capo Teulada
a fare il campo ed anche in quall’occasione ho
trovato la maniera per cacciare oltre ai
beccaccini anche anitre e pernici sarde sulle
alture intorno al campo.
Poi da Ufficiale nella baraggia di Cameri
(NO), a Bellinzago Novarese, sempre in zona
militare in mezzo a due riserve di caccia
private lungo il Ticino, dal carro armato
sparavo ai beccaccini, ai fagiani e alle lepri,
sempre col timore di essere fermato dai
Carabinieri che cercavano di individuare chi
sparasse. Di fatto erano stati avvisati dai
guardiacaccia che attraverso le reti che
circondavano la baraggia militare, avevano
visto qualcuno sparare col fucile dal carro
armato. Ma io, quando uscivo col carro, ero
d’accordo con il corpo di guardia perché mi
segnalassero via radio quando arrivavano
nella nostra Caserma, che era nel bosco, con
la gip. In totale 18 mesi di spasso e anche un
pò da … bracconiere. Bei tempi.
Quando li vedevo arrivare a cavallo nella
piana, mi accucciavo e mi nascondevo fra le
canne e poi continuavo a cacciare alla borrita
negli acquitrini creati dai cingoli o lungo le
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A Fabrizio Moroni
… in memoria di un caro amico
Giorgio Ferrato
Sembra
incredibile ma
in questa
vita
frenetica e colma di impegni non pensi mai
che eventi del genere possano accadere.
Stavo rientrando dalla Spagna per lavoro,
quando la telefonata dell’amico Morandi mi
comunica che Fabrizio Moroni ci ha lasciati in
modo improvviso.
Non ci sono parole per descrivere le
molteplici sensazioni che in pochi istanti ti
attraversano la mente: recentemente al
pranzo Sociale scherzavamo sulla nostra
comune data di nascita e durante le
premiazioni
mi
parlava
con
grande
entusiasmo di un “giovane setter” su quale
riponeva grandi speranze.
Fabrizio era socio del club da molti anni e
faceva parte dei beccaccinisti veri.
Solitario, taciturno, come questa caccia
richiede, ed al tempo stesso una persona
solare con lo sguardo di chi sa trasmetterti
messaggi di positività anche senza parlare.
Ottimo camminatore, ci incontravamo spesso
nelle tante risaie di nostra conoscenza.
Cordiale nei modi, garbato nell’espressione,
conosceva i cani, amava i setters e sapeva
prepararli molto bene.
Partecipava alle prove a beccaccini nelle quali
ha
sempre
ottenuto
ottime
qualifiche.
Prendeva parte alla vita del Club ed era
presente a tutte le manifestazioni che
venivano organizzate.
La sua educazione, la modestia, il rispetto
per gli altri ed il grande buon senso, erano
parte del suo bagaglio di vita; caratteristiche
uniche che per anni ci hanno accompagnato
nella nostra amicizia.
Noi possiamo solo esprimere alla sua famiglia
il nostro sgomento e la nostra solidarietà.
Quando siete tristi guardate nei vostri cuori e
scoprirete che state piangendo solo per ciò
che vi ha reso felici.
Ciao Fabrizio.
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