6. attivita` culturali e pubblicazioni 6.1 la commissione culturale
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6. attivita` culturali e pubblicazioni 6.1 la commissione culturale
Le attività cultur ali della SEM si s volgono lungo tutto l’ arco dell’ anno. Conferenze, proiezioni di video e diapos itive, 6. ATTIVITA’ present azioni di libr i, si suss eguono con un calendario fitto di eventi. CULTURALI E La SEM organizza un concorso fot ografico biennale dedicato alla fot ografia in PUBBLICAZIONI montagna ed ha organizzat o cor si di fotogr afia per insegnare i migliori sistemi per meglio v alorizzare l’ ambient e alpino. L’ ampio corridoio d‘ingres so ospita permanent emente mostr e fotografiche e di quadri a r otazione mensile realizzati da nostri s oci. Illustra le attività dei cors i e le foto delle gite. 6.1 LA COMMISSIONE CULTURALE SCIENTIFICA All'interno della Sezione CAI SEM di Milano è partito, nell’anno 2007, un programma di attività culturali-scientifiche, con marcate carat teris tiche divulgative e di s ensibilizzazione. Lo scopo principale della neonata "Commissione Culturale-Scient ifica" della SEM, in armonia con lo spirito del CAI, è quello di diffondere la conoscenza della mont agna da tutti i punti di vista, incoraggiandone ove pos sibile la difesa dell'ambiente nat urale. In questo cont esto anche la SEM, per il tramite della Commissione CulturaleScientifica, int ende por si come at tivo interlocut ore per la popolazione locale. Si è ritenuto, infatti, che offrire una visione della montagna quale luogo vivo di tradizioni storiche, unicità cult urali e r icchezze ambientali, t ramite un maggiore approfondimento di ciascuno di quest i aspet ti, rappres enti una straordinaria opportunit à per cont rapporsi ad un uso consumistico e fine a sé s tess o che si fa a volte dell’ ambient e montano. Quindi, più che un " laborat orio culturale" inter no alla Sezione, destinato a pochi appassionati e/o es perti, la Commissione Culturale Scientifica SEM s i pone quale valido st rument o di diffusione della conoscenza di temi iner enti ambiente, cultura, tradizione e storia della mont agna. b iblio te ca e corrido i esposizio ne La pr oposta della SEM si indirizza ver so i cittadini di Milano e Prov incia, soci SEM, CAI e simpatizzanti, conoscenti, esper ti e potenziali futuri collaboratori, sia a livello organizzativo che didattico, eventuali potenziali sponsor, etc. ; la sua peculiarità risiede nell'abbinamento fra "conoscenza" e "frequentazione" , che nell'ambito di escursioni in ambiente, organizzate in seguito a specifiche serate divulgative, consente ai partecipanti di approfondire e verificare in prima persona i temi tr attati durante alcune di es se. Questa for ma di diffusione della cultura è ris ultata molto efficace, in quanto fonte di comunicazioni " multisensoriali" e “multimediali”, che sollecitano in prima istanza i sensi della vista e dell’udito, utilizzati durante le presentazioni in sede, fino a coinvolger e anche altri sensi quando non l’intera per sona, nel suo 73 74 complesso di "vissuti" , conoscenze ed emozioni, oltre che di espressione corporea, in occas ione delle uscite in ambiente. Oltre a quanto sopra descritto, le at tività della Commiss ione Culturale Scientifica SEM possono includere anche escursioni di carattere più generale, indipendenti e " sganciate" dalle conferenze, tese a far conoscere e valorizzare nel loro complesso aree montane di particolare interesse; oppure mini-corsi specialistici, finalizzati all'approfondimento di par ticolari temi; o ancora, serat e-ev ento in cui per sonaggi di grande cultura ed es perienza si “r accontano”…quest i sono solo alcuni esempi di come la Commissione abbia operato, dall’ inizio delle pr oprie at tività. Il livello delle conoscenze tratt ate intende por si ad uno s tadio medio/alto, per dare valore alle att iv it à proposte ed evidenziare l'aspet to di diffusione della cultura, che pur richiedendo un linguaggio e temi fruibili da un pubblico ampio e variato, deve necessariamente offrir e contenuti di qualità. La Commissione Culturale Scientifica nasce su st imolo di D olores D e Felice (AN AG – ONC), a cui si sono pront ament e uniti Laura Posani (ISFE), Sergio Confalonieri, originando un nucleo programmatico e gestionale delle attività didattiche ed organizzative al quale, di volta in v olta, si sono affiancati esperti e/o collaboratori interni ed es terni. Il progetto ha trov ato da subito riscont ri pos itivi all'interno della Sezione e gode attualmente di una buona partecipazione e propositività da parte di s variati Soci SEM riscuotendo alt resì un certo interes se anche nell'ambito di realtà culturali ester ne alla Sezione, consultat e a scopo di collaborazione. Botanica, ecologia, zoologia, geologia e geomor fologia, climatologia, as tronomia, topografia, meteor ologia, archeologia, glaciologia ma anche aspetti storici e tradizionali della montagna nonché temi di attualità, nozioni pratiche /applicative, sono s tat i i diver si temi tr attati nel corso di questi tre anni della Commissione. In par allelo, la visibilità della SEM presso la stampa sociale e anche in altri ambiti è cresciuta sensibilmente, grazie alle comunicazioni delle proprie iniziat ive diffuse (e r icer cate) in sv ariati ambiti, istituzionali e non. Per quanto riguarda gli ar gomenti t rattat i, l’ anno 2009 in part icolare è stato 75 l’ anno dei grandi viaggi: dalle montagne del Borneo ai Balcani, dalle grott e del ghiacciaio del Mor teratsch sino a giungere sulla cima del Rwenzori (con la mitica spedizione della SEM)…. ma anche le montagne d’Italia sono state lungamente “virtualmente” percorse, alla riscoperta di luoghi quasi sconosciuti o ormai dimenticati, lungo le antiche vie di comunicazione lombarde o alla ricerca degli antichi manieri, fortezze, castelli in Piemonte…. E’ stato anche l’anno in cui si sono “celebrati” grandi personaggi dell’alpinismo moder no, quali Karl Unterkircher o Riccardo Cassin, ma s ono st ate anche “rivisitate” antiche tr adizioni alpine, tradotte in cant i popolari e proposte in una vest e “inusuale”, ma gradevolissima, dal Coro CEM D ecorati di Milano. L’anno 2009, inoltre, è stato proclamato dall’ ONU “Anno internazionale dell’ as tronomia” e la Commissione Culturale Scientifica non si è fatta sfuggir e l’ occasione di celebrare questo importante evento con l’ultima serata propos ta in dicembr e: la vera storia della “cometa di Natale”, proposta nientemeno che dal D irettor e Scientifico del Planetario di Milano… Dalla semplice, sperimentale propos ta divulgativa degli inizi, che non senza qualche fatica s i s tava facendo strada cercando in vari ambiti la collaborazione di relator i, Enti ed As sociazioni varie, la Commissione Culturale Scientifica in poco t empo si è evoluta rapidamente, conquis tandosi il ruolo di vero e pr oprio “ laboratorio culturale” e prezioso strumento di conoscenza e di visibilità per la nostra Sezione, a cui s empr e più spess o afferiscono delle proposte di collaborazione provenient i dagli ambiti più svariat i…un ver o motivo di soddisfazione, per la SEM! Considerando la sempre maggiore necess ità di conos cere v eramente nel profondo tutt e le istanze e tut ti gli aspetti delle nostr e meravigliose mont agne, si può decisamente dire che la nos tra Commissione Culturale Scientifica s ta operando nel pieno rispetto dell’art. 1 del regolamento del Sodalizio : « Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1 863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.» E di questo, c’ è da es serne davver o or goglios i… Dolores De Felice 76 6.2 LA BIBLIOTECA La biblioteca della SEM è una biblioteca “storica”, attiv a sin dai primi anni di vita del sodalizio e ricca di più di 2500 volumi, che spaziano su tutti gli argomenti attinenti la mont agna, copr endo un arco di tempo di un secolo e mezzo. E’ int it olata a Et tore Cast iglioni, important e figura dell’ alpinis mo degli anni a cavallo t ra le due guerr e mondiali, s crittore di numerose guide alpinistiche tra cui ben quattro della collana “G uida dei Monti d'Italia” ed ex s ocio della SEM. E’ or ganizzata in v ari settor i a seconda del tipo di pubblicazioni e compr ende t ra l’ altro: libri di letter atura alpina e poesia, tes ti s cient ifici di geologia, biologia, antropologia, architett ura in mont agna, mor fologia alpina, oltre a numeros i manuali relativi alle attività s portive realizzabili in montagna. Il settor e più consultato è naturalmente quello delle guide alpinistiche ed escursionistiche. La bibliot eca pos siede numerose guide delle Alpi ed Appennini e parecchie sulle montagne di tutto il mondo. Possiede anche un discr eto numero di cartine topografiche aggiornate che coprono completamente l’arco alpino e in part e altri settori montuosi. G uide e carte topografiche sono in effetti frequentemente consultate per la pr eparazione delle uscit e escursionistiche e alpinist iche che la SEM organizza durante tut to l’ anno s ociale. Inoltre s ono raccolte tut te le pubblicazioni emes se negli anni dalla SEM e dal CAI (Le Prealpi, La Tr accia, Lo Scarpone, La Rivist a Mens ile) ed anche pubblicazioni di alt ri club alpini europei. Pregevoli sono le copie di alcune annate dell’ Alpine Jour nal di inizio ‘ 900. Es iste anche una biblioteca s peleologica gestita direttament e dal Gruppo Grott e Milano. Questa biblioteca, molto specialistica, oltr e ai libri stampati dal gruppo grot te durante tutti gli anni di attività, include relazioni, pubblicazioni, scritti di tutti gli altri gruppi s peleologici italiani ed est eri. Conta anche molte pubblicazioni a caratt ere scient ifico sempre attinenti l’ ambiente grott e. Tut ti i volumi della biblioteca sono consultabili in sede durante l’orario di apertura della biblioteca (v edere il sito web della SEM www.caisem. org) ed una parte di essi (cir ca 1 /3) è fruibile t ramit e il pres tito a domicilio. Appr ofitt ando del trasloco nella nuova sede, è stato riorganizzato il database informatico che contiene il catalogo della biblioteca e che può es sere consultato sia in sede sul personal computer della biblioteca che da casa sul sito web della SEM. Nel patrimonio storico della biblioteca va poi annoverato un interessante archiv io di carte topografiche, che vanno dalla s econda metà dell’ottocento alla prima metà del novecento. In biblioteca sono consultabili alcune riviste di montagna e natura ed esiste un settore video con documentari e film a sogget to alpinistico, che possono essere pr esi a prest ito. La biblioteca ha collezionato libri fin dal periodo della fondazione dell’ associazione. Il volume più antico “Le vicende della Brianza e de' paesi circonv icini” di Ignazio Cantù è del 1 853, ma s ono più di un centinaio le opere che datano prima del ‘900. Molti di questi volumi, scritti da nostri concittadini (abbiamo copie autografe dell’autor e), rappresent ano una preziosa testimonianza di un secolo e mezzo di s toria alpinis tica e milanese. 77 78 Le attività della bibliot eca hanno avuto nuovo impulso in questi ultimi anni con la nomina da parte del Cons iglio Dir ettivo della SEM di una Commissione Biblioteca costituita da soci che, pur senza essere esper ti del settore, dedicano parte del loro tempo al buon funzionamento della bibliot eca. La Commis sione si prende cura di tutti gli as petti, dall’apertura della biblioteca alla gestione del prest ito, dalla r accolta fondi all’acquisizione e catalogazione di nuove pubblicazioni, dall’informativa ai soci circa le nuove acquisizioni all’aggiornament o della pagina web sul sito della SEM, dai contatti con le altre biblioteche del CAI alla presentazione di nuovi libri, quest’ultima attiv ità in collaborazione con la Commissione Culturale e Scientifica. La Commissione Biblioteca gestisce anche lo spazio espositivo SEM che si trova all’ingresso della sede e che è a disposizione dei soci per mostr e fotografiche di caratter e montano ed ecologico. Negli ultimi quattro anni sono state ospitate ben 30 mostre, tra cui vogliamo citar e l’esposizione delle foto vincitrici del Concorso Fotografico che la SEM organizza ogni due anni e che nel 2009 è giunto con success o alla terza edizione. Enr ico Barbanotti 6.3 STAM PA SOCIALE E PUBBLICAZIONI La stampa sociale La neces sita di comunicare ai soci le at tività in cor so e pross ime e di relazionar e su event i che interes sano l’associazione, ha fatto s i che nel t empo ci si dotasse di pubblicazioni e in tempi più recenti di un sito internet . La rivista storica della SEM fu Le Prealpi. Per un lungo periodo, l’ informazione ai soci fu devoluta allo Scarpone, finche una decina di anni fa si decise di tor nare a pubblicare un foglio tutto nost ro: “La Traccia”. In aggiunta il gruppo grotte Milano (GG M) pubblica da tempo un suo periodico che, vist o di cosa parla è simpat icamente chiamat o “ Il G rottes co”. La Traccia Il notiziario per i soci SEM, La Traccia, è nato gr azie soprattutto ad un pool di volenterosi, tra i quali Mario Gastaldin, che ne fu l’ ideatore e il D irettore Editoriale per il primo periodo. Oggi La Traccia è una cer tezza che arriva puntualmente nella cassetta della posta e por ta le notizie, le novità e i fatti della SEM anche a chi non può frequentare la sede; ci aggiorna s u ciò che fanno i vari gruppi e ci informa sulla vita della sezione. Tutto questo grazie a G ianfranco Fava ”Jeff”, D irettore Editoriale, che assembla edita e stampa. Piegatura e imbustaggio vengono poi fatt e in sede da volontari. E’ uno s tampato autorizzato dal Tribunale di Milano N° 129/2000. D irett ore Respons abile è Luca Ar zuffi. Quando nasce La Traccia Fu più di dieci anni fa, addì il 1997, quando nel Cons iglio della SEM avvenne un ricambio generazionale di un ter zo dei Consiglieri, tutti neofiti volenterosi e desideros i di cambiamento ed innovazione. In questo contes to, spinti dalla necessità, voglia e volontà di comunicare con tutti i Soci, maturò la conv inzione che ciò sar ebbe stato pos sibile solo disponendo di un not iziario dedicato a tale scopo, ma non solo; sarebbe stato anche il mezzo a dis posizione degli stessi per raccontar si, espor re e proporre istanze, scambi cultur ali e quant'altro attinente alle attiv it à s ezionali. L' idea riscoss e anche il consens o dello " zoccolo duro" della compagine consigliare e prese corpo con l'as segnazione, in rapport o alle disponibilità individuali, dei compiti per ognuno dei promot ori. Con un sondaggio ristretto tra gli stessi, parenti, fidanzate, mogli, conoscenti e s impat izzanti dell'iniziat iva, venne adottata la denominazione "La Traccia" per la tes tata. 79 80 Così con tanto entusiasmo e pochi mezzi propri cominciò l'av ventura editoriale, che da subito mos trò un carattere s erio ma talvolta con qualche espressione for se un po’ troppo goliardica. Si evidenziarono anche le banali "pecche" proprie del dilett antis mo, lacune non s empre tenute nella debita considerazione proprio per il contesto in cui appunto s i operav a. Ciò nonostante la fas e sperimentale della pubblicazione continuò con non poche difficoltà e vicis situdini, tut te superate con disponibilità e risor se ext ra il limite stabilito in partenza per ognuno degli " operatori". Ma raschiare ripetutamente il " fondo" delle risor se operative dis ponibili ha comportato not evoli disagi e malumori talvolta insopportabili, che spes so sfociavano in discussioni molt o accese e deleterie per procedere s erenamente nell'opera intrapr esa. Solo la det erminazione, la capar bietà e la sfida di mantenere lo status raggiunto, caratter istica insita nel volontaris mo, ha consent ito la continuazione del cammino nella "traccia" intrapresa, conferendole anche una v este d'ufficialità e regolar ità, con la regis trazione della testata al Tribunale imposta dalla legge vigent e per qualsiasi tipo di stampa - che avvenne agli inizi del 2000. Condizione che determinò la necessità di un maggior rigore generalizzato sfociato poi nell'inevitabile rinnovamento della redazione che, con l'aiuto di un Socio "addet to ai lav ori", consent ì anche una più consona gr afica ancora att uale nella pubblicazione. La gestione logis tica della preparazione, par ticolarmente laboriosa con un impegno di non poco conto per fruire di tariffe agevolate di spedizione, per più della metà dell'esistenza del notiziario è stata espletata da Soci volenterosi casualmente presenti in sede nel momento di lavorazione. Fortunatamente nell'ultimo lustro con la costituzione del " Gruppo del mer coledì pomeriggio", ques ta attività viene effettuata in due fasi con una più razionale ed ordinata ultimazione, ris olvendo le sempr e più impegnative modalità richiest e dal G est ore del recapit o pos tale. Un'utile avv entura pensata, pr ogettata e iniziata da pochi che nel suo percor so e sviluppo ha raccolto consenso, condivisione e collaborazione fattiva. Sinergie che ne permetteranno la continuazione e l'ampliamento delle esperienze, in virtù delle quali avr à vita il notiziar io della SEM "La Traccia", per far v ivere la propria avventur a a tut ti color o che lo vor ranno. La t estata del notiziario, oltre alle edizioni periodiche, curò anche la pubblicazione di di due edizioni st raor dinarie in formato libello con copertina a colori r elative a ricorrenze ed inaugurazioni, una r accolta di relazioni in for mato libro sempre con copertina a colori e la corr ent e pr esentazione: I 65 anni del Rifugio Antonio Omio (2002) Quando il sacco... si fa più pes ante – Rass egna di 70 anni del Collaudo Anziani (2003) 81 50° del Rifugio Mario Z appa e 80° del Rifugio Rodolfo Z amboni (2004) La SEM nel 2000. Tutte la pubblicazioni sono raccolte e disponibili in Biblioteca ed una par te sul sito internet della SEM in formato “pdf”, unitamente a indici dei numeri pubblicati, degli articoli ed autor i cur at o dai Bibliotecari. Ecco un esempio degli argomenti trattati sul notiziario, soggetto peralt ro att inent e al contes to della presente pubblicazione. Per un nuovo Statuto della SEM L’ ultima edizione del nos tro Statuto, r edatta il 25. 1.89, neces sitava di aggiornamenti e modifiche, sia per disposizione del Club Alpino Italiano, che ha richiesto a tutte le Sezioni di allinearsi al nuovo Statuto del CAI medesimo, sia per recepire le novità che sono occor se negli ultimi 17 anni, una per tutte il cambio della Sede. Il Consiglio Direttivo SEM ha for mato un Gruppo di Lavoro apposito, il quale, in circa tre mesi ha r edatto una prima bozza di Statuto, che è stata poi approvata - con alcune modifiche - dal Consiglio stes so nella r iunione del 8. 05.06. La bozza di nuovo Statuto è s tat a inviata al CAI per il parere obbligat orio, e dovrà poi ess ere approvata dall'Assemblea SEM con due vot azioni dist int e, a s ei mesi di dist anza una dall' altra. Questo sot to il pr ofilo procedurale. Quanto alla sostanza, le modifiche rispetto allo Statuto dell'89 sono modeste, e si possono così riassumere: • Sottolineatur a del carat tere volontar is tico e non lucrat iv o della SEM. • Riconoscimento della dipendenza della SEM dal CAI per le questioni più importanti (alienazione di immobili, sciogliment o…). • Si t ratta di un riconoscimento formale, che nella sostanza è già in att o da tempo. • D urat a dell'incarico del Presidente triennale (l'attuale è annuale), rinnovabile dopo un almeno un anno di interruzione. • Questa modifica, r ichiesta dal CAI, consent e una maggiore continuità all'azione del President e ed è controbilanciata da un rafforzamento dei poteri di controllo dei Rev is ori. • Anche le cariche di Tesoriere e Segretar io divengono t riennali e rinnovabili. • Snellimento del tes to precedente (ridotto da 59 a 50 articoli), con soppr es sione delle r ipet izioni, delle ambiguità e degli as petti più trans it ori. Il t esto del nuovo Statut o, che sarà sottoposto all'As semblea straordinaria fissata per il 19 ottobre 2006, è allegato a questo numero del notiziario, per consentir ne la valut azione pr eventiva. Lorenzo Dot ti 82 Appunti di un “viaggio” nella storia della SEM ... In occasione di questo import ante appuntamento istit uzionale, ho pensato di proporre un “excursus” temporale dello Statuto SEM che, ovv iamente, risale all’ epoca della sua costituzione. La necessar ia ricerca nel nost ro archivio storico è per me sempre un “viaggio” molto inter essante che riser va spes so delle sorprese: cerchi una cosa e casualmente ne trovi un’altra, magari non t rovata in un’altra occasione o mai oss ervata anche se s ignificativa o curiosa. Anche questa volta è emerso qualcosa di parzialmente risaputo e totalmente nuovo. Premesso che con gli att i della SEM se ne trovano anche alcuni della sua “mamma” “Gamba - Bona” , la mezza novità riguar da proprio quanto indicato all’art. 1 del Statuto di quest’ult ima: “..... si è costituita col 1° dicembre 1884 la Societa’ Escursionisti Milanesi col motto “ Gamba - Bona.” . Assunto che “Gamba - Bona” era un appellativ o riser vato ai suoi soci che maggior mente se lo meritavano distinguendosi durante le gite sociali (art. 2 dello Statuto), rimane la stes sa denominazione as sociata ad una data antecedente a quella della fondazione dell’ attuale SEM, ma non solo. La novità è invece l’esistenza del “Progetto di fondazione d’una nuova Società Alpinistica in Milano” datato 1 giugno - 1 1 agos to 1891 , che un solerte Comitato propomot ore for mat o mediamente da cinque membri, nella prima seduta del 24 giugno decise di chiamare “ Società Alpinistica Milanese” , mentre le otto sedute successive, con termine 4 agosto, s ono state pr eparatorie dello Statuto compost o da ben 37 art icoli disponibili in stes ura definitiva l’8 agosto. E’ importante sottolineare le idee molto chiare del Comitato che, a guidicare dalla forma di stesura dei verbali e dello Statuto, ha svolto un lavoro notevole con grande competenza. Ciò non ha però valso il plauso dall’ assemblea che, cos tituitasi l’11 agosto per deliberar ne la fondazione, scels e di denominare “Societa’ Escur sionis ti Milanesi” (l’ attuale) la neonata, con i conseguenti effetti sullo Statuto risultato poi s emplificato e ridotto a 1 4 ar ticoli. Ma torniamo all’or igine del presente. Come anzidetto il primo Satuto risale alla fondazione e prev edeva l’ ammissione del “gentil ses so” con parità di t rat tamento, del resto t ra i Soci fondatori erano present i anche due Signore. Quello successivo, in vigore dal 1 ° gennaio 1894 per approvazione dell’ A. S. del 23/11 /1893, cons tava di 32 ar ticoli la cui stesura era più formale, e tra l’altro, prevedeva l’iscrizione alla Sezione CAI Milano con elezione as sembleare del D elegato alla rappres entanza. Prevedeva anche la categoria dei Soci Allievi (1 2-1 7 anni) senza tass a ed a metà quot a sociale ma senza diritto di voto. Il ter zo, in vigor e dal 1898 ed approvato il 7 e 21/12/1897, era più dettagliato negli scopi dichiaratamente apolitici e aconfessionali, di 35 articoli ancora più for mali più 9 articoli del regolamento della Bibliot eca e il fax-simile della domanda di ammiss ione. Istituiva due categorie di Soci: Effettivi con res idenza a Milano e Cor rispondenti residenti fuori dal Comune, mentre non venivano più considerati gli Allievi. Le Signor e erano agevolate della metà quota, s enza tass a e sempre a parità di diritt i, come per i Soci Corrispondenti. Il 29 gennaio 1 903 l’ assemblea appr ovò aggiustamenti in capo alle Assemblee e alle Car iche Sociali, estendendo l’ iscr izione anche ad altre Associazioni affini. Quanto al 14 febbraio 1908, si aggiungono agli scopi iniziative e manifestazioni di sports ed affini, la costituzione del Patrimonio Sociale portando gli articoli a 39. L’ ultimo Statuto esistente agli atti è s tato approvato il 6 novembre 1 913 e Le motiv azioni del cambiamento, che non è il caso di riscrivere e sono nella tes timonianza di un Socio Fondatore riportate sulla “pietra miliare” della nos tra storia: “Cinquant’ anni di Vita della Società Escursionisti Milanesi” del 1941 , danno, con questa parte esplicativa raccont ata 65 anni dopo, un s enso compiuto alla vicenda, denotando l’attaccamento alle r adici e la volontà di mantenere la propria identità ad ogni costo, un esempio: accettare la notevole diminuzione delle adesioni raccolte nella fase pr opositiva del progett o rispet to a quella conclusiva. Con questo ed il fatto che un t erzo dei Soci fondat ori, ma non solo, sono “migrati” dalla pr ecedente as sociazione, considerando anche che il breve periodo tra lo scioglimento della s tessa e la costituzione dell’attuale sia s tat o solo una pausa di riflessione, cr edo di poter affer mare, per quanto mi riguarda e senza la pretesa di averne un plebiscito, che la SEM di oggi è quella nata nel 1 884. modificato il 12/03/1920, 07/02/1921 , 29/03/1923 data anche della presumibile stampa. Agli scopi venne aggiunta la pubblicazione di “Le Prealpi”e furono istituite altr e categorie di Soci: vitalizi, ventennali, famigliari e convivent i anche di quest e due cat egorie, aggregati, tut ti con quota di circa due terzi. Aumentar ono le Cariche Sociali e le alt re Ass ociazioni potevano ess ere iscritte come Soci. Il quarantesimo art icolo in capo al Patrimonio Sociale, sanciva la delibera ass embleare per l’ acquisto e l’alienazione di beni immobiliari e l’ esclusione della ripartizione tra i Soci dello stes so. “In Milano l’11 Agosto 1891 , si e’ costituita la Società Escur sionisti Milanesi, allo scopo di diffondere, facilitare e rendere popolare l’ escursionismo”. Questo è l’art. 1 di tutte le edizioni dello Statuto che, pur evolv endosi dinamicamente in ogni contesto societario, ne ha s empre confermato il s enso compiut o. Ma i suoi effetti istituzionali cessarono nell’ ottobre 1931 , quando giunse alla SEM, peraltro già commis sariat a, una lettera della Sede Centrale del CAI: la comunicazione ufficiale di trasformazione da Ass ociazione indipendente a Sezione del CAI. Il testo integrale, a mio parere ambiguo ed incoerente che se sarà possibile in un altro momento - mi propongo di approfondire nel contest o di quel tempo, è stato pubblicato tempest ivamente sul notiziario della SEM “Le Prealpi” disponibile in Biblioteca. 83 84 Senza t ema che questa citazione venga cons iderata retorica, è l’inizio di un nuovo capitolo della gloriosa storia della SEM, non più dettata da proprie scelt e ma sott esa a quelle di altr e ist ituzioni allora imperanti. Fu così che lo s trumento istituzionale che r egolò la vita dell’Ass ociazione, da Statuto si t rasformò in Regolamento, la cui prima e unica stesura disponibile risale al 25 maggio 1 948, modificata il 9 marzo 1 951 e 23 marzo 1 967. Solo 23 anni dopo, in pros simità della ricorrenza del centenar io della fondazione, si sentì la necessità di riavere un proprio Statuto che, dopo le delibere as sembleari di rito: del 1 febbraio in prima let tura con alcune modifiche ed in seconda lettura con approvazione definitiva del 29 marzo 1 990, divenne operativo. Questo av venne con la Presidenza di Giuseppe Marcandalli che, consapevole delle difficoltà di dibatt ere ogni articolo previs to, per risolvere la spinosa situazione chies e all’ As semblea un atto di fiducia al Consiglio D irettivo ed ai Revisori che se ne sono occupati. Una richiesta di fede che ha cons entito la parola fine. Jeff Il Grottesco Il G rottesco è il bollettino del gruppo grotte Milano CAI-SEM. Il primo numero del Grott esco uscì nel 1946 quando il GG M non faceva ancora parte della SEM. E’ una pubblicazione storica che viene pubblicato generalmente ogni anno al prezzo simbolico di “un osso” e illustra l’attivit à esplorativa e scientifica effettuata dal gruppo nel periodo t rascorso. Altre fonti di divulgazione delle attività Olt re a “La Traccia”, la SEM pubblica i suoi programmi sul notiziario del Club Alpino Italiano “Lo Scarpone”, che è inviato a tutti i circa 350. 000 soci del CAI. In occas ione di manifestazioni particolarmente import anti, sono contattati i quotidiani di Milano, per possibili pubblicazioni dei nostri annunci s ulle pagine locali. 85 6.4 SITO WEB: WWW.CAISEM.ORG La SEM ha un Sito Internet: htt p://www. caisem. org cur ato da v ari soci. Il sito è attivo or mai da alcuni anni e illust rat e le attività della sezione, la sua st oria e le decisioni del Consiglio Dirett ivo. E’ un sito attivo, chiunque può accedervi e può lasciare mes saggi e comment i che poi sono pubblicati. Nel sito sono presenti tutte le foto fatte durante le gite, durante i cor si. Include manuali di didat tica e di prevenzione infort uni nonché relazioni di gite. La news-letter della SEM Sorella minore della Traccia e del sito web, E-velina è nata nel settembr e 2004. E-v elina non è un nome accettato all’ anagrafe; significa “Velina elett ronica” dove per velina s i intende la carta sottile delle copie carbone, che prima prese il significato di comunicazione di regime, poi di valletta/ballerina lat rice della st essa. E-v elina latra messaggi brevi, un po’ sgrammaticati, chiamando in aiuto ad ogni piè sospinto il fratello maggiore. Non racconta né commenta ciò che è accaduto, s olo annuncia le notizie, quando le sa. Si pronuncia come si scrive, non “Ivelaina” come dicono alcuni anglofili. E-velina è un marchio registrando come il suo s logan “ Insieme in SEM”, che tutt e le sezioni CAI invidiano. G li iscritt i alla news-let ter sono circa 700 soci e simpatizzant i. L’ identità di E-v elina è un segreto di Pulcinella. Anonimo 86 6.5 PREMIO MARCELLO MERONI IL PREM IO con caratter istiche umane e culturali tali da render li unici e meritevoli di ess ere conos ciut i es tesamente. E’ intenzione quindi riproporre ogni anno entro settembre il termine ultimo per le candidature al fine di potere svolgere la cerimonia di premiazione entro il mese di dicembre. Edizione 2008 Nel 2008 la SEM ha ist ituito il Premio Mar cello Mer oni (http://www. caisem.or g/4spremiomm. htm) per iniziativa della Scuola di Alpinismo e Sci Alpinis mo “Silvio Saglio” con il consenso ed il sos tegno della famiglia di Mar cello ed il patrocinio della Scuola Regionale Lombarda di Alpinismo. La prima edizione del 2008 ha vist o la par tecipazione di cinque candidati: • • • • • L’ iniziativa del Premio è nata dal desider io da parte di tut ti di mantenere vivo il ricordo dell’ amico e compagno di cordata Marcello, prematuramente scompar so nel dicembre 2007, il quale ha lasciato un s egno indelebile in tutti quelli che ne hanno conosciuto le eccezionali doti umane ed all’interno della Scuola di Alpinismo, dove in veste di Istruttore Nazionale di Alpinismo e come direttore dei Corsi di Alpinismo e Cascat e di Ghiaccio ha dato il pr oprio contr ibuto innovativo ed altamente profess ionale. Il premio appartiene idealmente a t utta la SEM e tutti coloro che vivono attivamente la Sezione e la Scuola. G li organizzatori del pr emio sono: Nicla D iomede, Laura Posani, D olores D e Felice, Franco Meroni, G iacomo G alli, Claudio Bisin e Sergio Confalonier i. Il Premio è rivolto ai soci di una sezione lombarda del CAI che si siano par ticolarmente distinti per originalità e valenza sociale nell’ambito di iniziative di caratter e scientifico, culturale, didattico o educativ o in campo alpinistico o più in generale legate alla montagna e che con una o più di ques te att iv ità abbiano, proprio come Marcello, “ lasciato il segno”. Lo spirito del Premio è, in particolare, v olto a valorizzar e e gratificare quelle persone che grazie alle proprie capacità e al proprio impegno hanno contribuito ad apportare un cambiamento positiv o, a costruire qualcosa di utile e la cui pres enza ha fat to “la differenza”. In effetti, non si tratta di individuare un reale “vincitor e”, ma semplicemente un esempio cui ispirarsi...qualcuno che, per azioni e stile di v ita, meriti di ess ere premiato in modo “speciale”. Olt re a ciò, è importante evidenziare che tutti i candidat i -nessuno escluso- vengono premiati, per il significato dell’ esempio da es si r appresentato. In definitiva il vero e pr ofondo significato del Premio “M. Meroni” non è di tr ovar e dei “supereroi”, ma segnalare e premiare persone semplici, modeste, 87 Rolando Barnaba (CAI Milano); Lorenzo Castelli (SEM Milano); Ser gio G iovannoni (SEM Milano); Fabio Palma (CAI Lecco-Ragni Lecco); Paolo Valoti (CAI Bergamo). Il v incitor e dell’ edizione 2008 è s tato Sergio G iovannoni a cui è stat o assegnato come pr emio una scultura lignea dell’ artist a Pietr o Arnoldi. Edizione 2009 La seconda edizione del 2009 ha vist o crescere s ensibilmente l’ iniziativ a con ben nove candidature, anche queste di altissimo liv ello: • • • • • • • • • Vitt orio Bedogni (CAI Legnano); D on Agost ino Butturini (Fondatore G ruppo Condor); Luciano D i Reda (SEM Milano); Spedizione “Edu-Cai peak” (CAI Ber gamo); Oreste Ferr è (SEM Milano); Andrea Maconi (SEM Milano – G ruppo G rott e Milano); Andrea Manes (CAI Valmadrera); Fabio Palma (CAI Lecco- Ragni); G iorgio Vassena (CAI Bres cia). Il Vincitore dell’ edizione 2009 è stato Vittorio Bedogni, al quale è stato donato, davanti ad una platea di quasi duecento per sone, un quadro dell’ artis ta G ianluigi Rocca, profes sore all’ Accademia di Brera. D urante la s erat a di premiazione vi è stat o il contributo di Riky Felderer, vincitore 2009 del Premio Cassin, per aver portato a t er mine con successo, insieme a Mat teo Della Bordella, Simone Pedefer ri e Lorenzo Lanfranchi una spedizione in Groenlandia durante la quale sono stat e aper te 5 nuove prestigiose vie t ra cui “Qui, nell’universo - in ricordo di Marcello Meroni, 480 mt diff: VI; ness un materiale in via”. Laura Posani – Nicla Diomede 88 CHI ERA MARCELLO Di premi ce ne sono tanti. Marcello invece è st ato unico. Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, non solo come generoso e par tecipe istruttore della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo “Silvio Saglio”, CAI-SEM, ma anche, e soprat tutto, come compagno di cor data. In tanti, allievi o anch’essi istr uttori, hanno condiviso con lui la passione per la montagna. Tut tavia rest a immensamente difficile spiegare chi era Mar cello. Difficile, in special modo, per chi - come noi - gli è stato accanto per tanto tempo su sentieri, pareti di r occia, cr este affilate, cascate di ghiaccio, pendii di neve e allegri tavoli di trat torie alpine. Per chi, insieme a lui, si è svegliato alle 3 di not te in bui rifugi tintinnanti di moschettoni o in angusti bivacchi scossi dal vento. Pot remmo r accontarvi del suo curr iculum alpinistico davvero invidiabile. Oppure delle sue qualifiche e dei suoi impegni... Istruttor e Nazionale di Alpinismo, diret tore a più riprese sia del Corso di Cascate, sia del Corso di Alpinismo della nostra Scuola, Istrut tore della Scuola Regionale Lombarda, sot tile e pr eciso r edattore di dispense per alpinisti… Pot remmo elencare le vie percorse o raccontar vi le sue capacità di sublime ghiacciatore, contare la quantità di lezioni tenute ad allievi e ist ruttori di tut ta la Lombardia o farvi leggere i suoi scritti su ghiacciai e cascate. Invece vi dir emo solo che Marcello aveva il fascino, arcano e misterioso, che appartiene alle persone speciali. Quelle con cui stai bene e ti senti sereno, ma non sai spiegar ti il perché. Quelle con cui puoi parlare di stelle (il suo pane), di musica o cinema, di fisica o letteratura, di surf o vela (eh sì, la vela!), di infor matica (ah… linux!)… senza che abbiano mai ostentato alcunché della loro cultur a, int elligenza, genialit à. Il suo vivere la montagna era trasversale alla r etorica, al protagonismo, alla prestazione, alla conquista. Il suo vivere la montagna era solo ricerca di libert à, bellezza e sensazioni altrimenti int rovabili. Marcello era sempre un passo avanti, sia che dovesse condurre la cordata, dirigere un gruppo di allievi o analizzare una situazione complessa. Eppure, appena fatto il passo, si fer mava ad aspet tarti. Adesso il passo l’ ha fatto lungo. Così, nel mentre fat ichiamo e arranchiamo in questa nostr a vita che continua, ci piace l’idea di lui che ci aspetta e di noi che lo ricordiamo attraver so l’ emozione di un simbolico riconoscimento. Di premi ce ne sono tanti. Ma quello intitolat o a Marcello Meroni è, per noi, unico. G li Istr uttori e gli allievi della Scuola “Silvio Saglio” – CAI SEM 89 7. RIFUGI ALPIN I La SEM, attualment e, è proprietaria di due Rifugi Alpini: il rifugio ZamboniZ appa nel gruppo del Monte Rosa e il r ifugio Antonio Omio in alta Val Masino; essa ha perseguito, fin dalla sua fondazione, l’ obbiettiv o, evidenziato anche nello Statuto Sociale, di avere in montagna dei punti di ritrovo per gli alpinisti: i rifugi, appunto. Essi, che sono aperti a tutti i s oci CAI e anche ai non soci, hanno sempre costituito un notevole impegno di risorse sia economiche che umane per la SEM, in primis nella fase della loro r ealizzazione, ma anche success ivament e, per il lor o mantenimento. La manutenzione ordinaria e soprattutto quella straor dinaria (in questi ultimi anni resa necessaria per l’ adeguamento a nor mative var ie emess e dallo St ato e dalle Regioni) sono molto gravose anche per l’ ubicazione dei rifugi stess i. Ripercorrendo la stor ia della SEM, si rende evidente lo sforzo fatto in ques to set tore: infatti i rifugi realizzati dalla sua fondazione sono più numer osi di quelli attualmente in proprietà: ma questa “malattia della pietra”, non solo spinse la Società a realizzare rifugi di proprietà, ma spinse anche alcuni singoli soci, a cost ruire o adattare modesti edifici per le vacanze loro e delle loro famiglie; ricor diamo: la Capanna Vittoria sulle pendici del Legnone, la Capanna Erna ai piani d’ Er na, la baita G uidali a S. Sis to sopra Campodolcino. I rifugi oggi at tivi sono i seguent i: Rifugio Zamboni poi Zamboni – Zappa E’ sito all’ Alpe Pedriola, sotto la monumentale par ete est del Monte Rosa, nel comune di Macugnaga (VB) a mt. 2065 di altitudine. Fu inaugurato il 12 luglio 1925 e dedicato a Rodolfo Zamboni mor to per lo scoppio di una bomba a mano, incautamente r accolta durante una gita sociale. Fu sede di numerosi cor si di alpinismo organizzati dalla SEM e punto di part enza per important i ascens ioni. Nel 1952 la SEM decise di cos truire, a lato, un nuovo rifugio, più grande e più moder no, intitolato al socio Mario Z appa, valente alpinista e sciatore, e di connet terlo col vecchio rifugio, risistemato; l’inaugurazione av venne nel 1954.. Negli anni ’90 venne realizzata una scala di sicurezza per garantire l’esodo degli os pit i dal 1 ° e 2° piano e venne 90 realizzata una centralina che ut ilizza un modesto salto del t orrente per produrre l’energia elet trica necessaria per il funzionamento degli elett rodomes tici di cui il r ifugio è dotato e per l’ illuminazione. Venne collegato con una s trada comunale al centro dei Piani Resinelli e poi ancora subì modifiche negli anni 80 e nel 1 998. Nei primi decenni della sua costruzione, lo Zappa fu meta anche di raduni invernali e gite sciistiche: ultimamente viene utilizzato es senzialmente nella st agione est iv a. soggiorni e scuole di alpinismo. E’ ges tito da Tania Bet tineschi (t el. 0324 6531 1 3. ) Nei dintorni la SEM ha realizzato due cappellett e: una sulla morena in ricordo di Ermanno Pisati ed una sulle pendici del Pizzo Bianco in ricor do di Ettore Z apparoli. Rifugio A. Omio Sor ge all’ Alpe dell’Oro in val Ligoncio, nel comune di Valmasino (SO) alla quota di 2100 mt. Fu inaugurato il 1 2 settembr e 1937; è dedicato ad Antonio Omio, ufficiale degli Alpini durante la G rande Guer ra, morto nella tragedia alpinistica della Rasica nel 1935 con altri cinque soci della SEM. Il Rifugio fu incendiato nel 1944 per fat ti di guer ra, ricostruito e reinaugurato nel 1948; fu oggetto di un primo ampliamento nel 1 968/69 e della aggiunta di un corpo di fabbrica nel 1 997/98; nel 2009 s ono s tate realizzat e delle us cit e di sicurezza. Viene utilizzato esclusivamente nella stagione es tiva, sia come base di par tenza di ascensioni che come punto di ricovero su per cors i organizzati (Sentiero Roma- sentiero delle Bocchette) Nel 1979 venne realizzato, a lato del rifugio, ma indipendent e da ess o, un bivacco, ad uso di locale inver nale, dedicato a S.Saglio. All’ inizio s ervì come bas e per gite e ascensioni sulla G rigna, poi anche per Pur es sendo il rifugio più amato e frequentato dai Soci i costi di manutenzione elevati ci impedirono di mantener lo attivo. Venne chiuso e poi alienato nel 2004 avendo perso la sua caratt eristica di Rifugio Alpino per divenir e un esercizio tur is tico pr ivato. Rifugio al Pialeral - poi M. Tedeschi Sorgeva sul versante est della Grigna Settentrionale ( Grignone), nel comune di Pas turo (LC) a 1 450 mt . di altitudine, sul sentiero che da Balisio e da Pasturo sale alla Capanna Br ioschi. Fu realizzato nel 1906 e vis se fino al 1 944 quando venne dis trutto per fatti di guerr a. Venne ricostruito ex novo nel 1946/47 e dedicat o a Mario Tedeschi, un grande sos tenitore dell’ alpinismo popolare. Venne utilizzato sia nella stagione invernale per lo scialpinismo, sia nella st agione est iv a. Venne dis trutto interamente il 31 gennaio 1986 da una eccezionale valanga caduta dalle pendici della Gr igna Settentrionale e mai più ricostruito per mancanza di fondi e perché l’ar ea su cui sorgeva è stata dichiarata soggetta a pericolo di valanghe. Nonostante l’impegno della SEM e dei soci per trovare soluzioni alternat ive e finanziamenti adeguati, l’operazione non è mai andata in port o ed è stat a abbandonata. Restano, sul posto, a ricordo, una cappelletta realizzata nel 1944 dedicata a G. Maggioni, r is parmiat a dalla v alanga e le fondazioni del rifugio. Rifugio Savoia – poi Rif. Ratti E’ ges tito da Virgilio Fiorelli, nipote dell’omonimo che ne assunse la gestione nel 1 937; tel 0342 640020. Sorge ai Piani di Bobbio, nel comune di Barzio (LC) a 1 680 mt di altitudine; fu inaugurato nel 1 929 e contribuì a far conos cer e agli sciatori milanesi la località. I rifugi del passato: Venne dist rutto per fatti di guer ra nel 1 944 e ceduto alla sezione di Lecco del CAI che lo ricostr uì; i fondi r icavati furono utilizzati dalla SEM per la cos truzione del Tedeschi. Ora anche questo rifugio è passato in pr oprietà di privat i. Rifugio SEM – poi SEM Cav alletti Sorgeva ai Piani Resinelli,nel comune di Ballabio (LC) a 1354 mt di altitudine; è st ato inaugurato il 29 ottobre 1 899 e fu il primo rifugio costr uit o nella zona. Subì una serie di ampliamenti: nel 1900, nel 1904 e nel 1912; fu ristrut turato completamente nel 1956 utilizzando in parte un lascito del socio E. Cavalletti; poi, nel 1960 gli venne aggiunta la Sala Erna, con i fondi donati da alcuni soci che avevano alienato una bait a di loro proprietà ai Piani d’ Erna. 91 Per r egolamento generale del Club Alpino Italiano, che la SEM poiché s ezione è tenuta a ris pettare, i rifugi non possono essere venduti, pur essendo di propr iet à della s ezione, s enza prima ott ener e un nullaos ta dal CAI stes so. Piero Risari 92 8.1 L’ESPERIENZA DEL “GAMBA BONA” La storia degli Es cursionisti di es cursioni s ulle Prealpi Lombar de. Ques te escurs ioni fecero proseliti, anche per l’effetto della modesta Milanesi inizia nel 1 884, quando un gr uppo di attivi milanesi pr ovenient i dalle più disparate 8. LA NOSTRA STORIA raccolt o e redat to da Roberto Cres pi 93 pr ofessioni: ar tigiani, impiegat i, operai, tutti appass ionati della vita all’ar ia aper ta, tenaci esecutor i di pr ogr ammi podis tici e di pas seggiat e in mont agna decise di r iunirs i in un gruppo per conferire un caratt ere collettivo alle lor o pas sioni. Il gruppo si denominò Società Es cursionisti Milanes i “ G amba Bona”, ebbe il s uo bat tesimo il 1 ° D icembr e 1 884 e la s ua pr ima sede sociale fu in Via S. Fer mo, 1 1 . Trascinator e di questo gruppo fu G iuseppe Tagliabue che, lavor ando come commesso pres so la Casa Art ar ia di Via S. Mar gher ita, editr ice e distr ibut rice di pubblicazioni scientifiche e cart e t opogr afiche, er a per fettamente aggiornato su tutt e le pubblicazioni dalle quali si potevano ricavare itinerar i es cur sionistici o not izie ut ili per passeggiate ist ruttive sui colli della Brianza e sui monti del Comasco, del Varesotto e del Bergamasco. Le relazioni delle gite effet tuate dai G amba Bona furono regist rate e cat alogate dallo st esso Tagliabue in ben cinque volumi mai pubblicati, ma disponibili ai soci. Si tratt ava di gite cultur ali quota di 50 cent esimi mensili, quota nella quale er a compreso il diritto ad un v iaggio pagato in ferrov ia, per l’ annuale gita sociale. effettuate pres so località di inter esse st orico o paesaggistico o una r elazione, illustrandola con vignette umoristiche, nelle quali D isegno di A. Belt rame appars o sulla “ D omenica del Corr ier e” il 27 dicembre 1 925 rievocante la Xa mar cia invernale in montagna organizzata dalla SEM Una di queste gite ebbe per meta il Pizzo Arera (m. 251 2) nella Ber gamasca, in vetta al quale arrivò solo uno dei partecipanti alla git a. L’ Uomo di Piet ra”, giornale umor is tico milanese del tempo, colse quest ’occasione per prendere in giro gli escurs ionist i. Pubblicò 94 er ano r appr esentati gli scalatori s tremati lungo la via e, s ulla vett a, il conquistator e che sbandierav a una s ciar pa e gridava: ”Excelsior!” (famoso motto alpinistico dei t empi). La s pir itosa relazione er a conclusa dall’affermazione che la “G amba Bona”, in r ealtà di gambe buone ne pos sedeva soltanto due. Altr o episodio narrat o in chiave umorist ica fu in occasione della gar a indett a per la salit a alla più alt a guglia del D uomo di Milano. Si tratt ava di una gara originale intes a a stabilire quante v olte, nel t empo di due or e, s i pot ev a salire dalla base della scala alla cima, pr opr io s otto la Madonnina. Il v incitor e riuscì a compier e quindici s alite e disces e, per un tot ale di 1 5. 000 scalini! Il giornale con zaino e alpenst ock. Succes sivament e la Società fu costret ta a t rasfer ir e la pr opria sede sociale in Via Panfilo Castaldi, 2, zona Cor so Buenos Aires. Un gran locale, al piano ter reno, nel quale si pot eva anche far ginnas tica ed att rezzar e un bar. Ques to trasferiment o, apparentemente innocuo, dovev a risultar e deleterio per la vita della Società, infatti, Cors o Loreto, oggi Corso Buenos Aires , si t rovava allora all’ estr ema perifer ia della città, e conseguentement e, la frequenza della sede sociale da parte degli associati risultò irrimediabilmente compr omess a non s olo, anche l’ or ganizzazione delle gite ne r is entì in modo considerevole. Le git e r accogliev ano pochi affermava che sarebbe s tato molto più semplice s e i concorrent i s i fossero limitati ad andare s u e giù dallo s tesso gradino per 1 5. 000 v olte, nell’ attes a di esser e r icov erati a Mombello. Quest i non furono i soli interv enti dei giornali di allor a s ull’ attività della Società escursionistica e in ogni modo fanno comprendere come fosse impor tante, per la società milanese, quest o gruppo di persone del popolo, che cominciava ad inter essars i di cultura e di s vago; s iamo alla fine del 1 800!! Pos siamo immaginare l’impress ione che facevano ai milanes i, quest i “ gambabonini”, quando si recavano alla stazione per pr endere il treno e spos tarsi vers o le montagne, v estiti in modo strano ed or iginale partecipanti e benché fos sero mandat e ai soci appos ite circolari, spesso alla stazione s i ritrovav ano solo tr e o quattro per sone. Fu così che una ser a, due s oci, che erano anche t ipogr afi, decis ero di inventarsi uno str atagemma per cercare di ricrear e quel gruppo che andava sfaldandosi. Pochi gior ni dopo, i “G ambabonini” ricevetter o la s olita cir colare col programma di un’ escursione nel Var esotto, sulla quale era s tato incollato un ritaglio dal quot idiano di allora, “Il Secolo”, evidentement e falsificato, che portava la seguente not izia: “Telegrafano da Viggiù, in quel di Var ese, che nei press i delle cav e, su un pianoro del Monte San G iorgio, nella not te del 1 2 95 cor rente, è cadut o dal cielo un bolide, che si presume un pezzo di s tella. D etto bolide ha apert o un gr ande e profondo buco nel t erreno e presto sul post o av rà luogo una visita dei luminari della s cienza e delle autorit à per r icav arne qualche campione a scopo di studio”. L’ occasione era t roppo allettante e dei 30 soci, ben 23 pr esero part e alla gita, compreso il presidente G iuseppe Tagliabue ed il suo amico Angelo Bor ghini, che portar ono martello e s calpello allo scopo di pr elevare qualche pezzetto del bolide. Quando, giunt i sul posto, i gitanti si accorsero dello scherzo, gli aut ori, uno dei quali si chiamava G ius eppe Scar amuccia, dovetter o dar sela a gambe fino a Varese. D opo di che, nelle carrozze delle Ferr ovie Nord, la storia raccontat a nei minimi particolari, divert ì tut ti i viaggiatori e mise pace fra gli escursionisti. Ma lo s tratagemma del bolide caduto dal cielo non poteva es sere ripetuto e le gite cont inuar ono a diradarsi ed i part ecipant i pure. Il “G amba Bona” veniva sciolt o nel Febbraio del 1 891 , dopo 7 anni d’ attività. 96 8.2 NASCITA DELLA S .E.M. L’ esperienza di vita sociale e di “Art. 1 – In Milano, 11 Agosto 1891 si è costituita la Società Escurs ionist i Milanesi allo scopo di diffondere, or ganizzare attività insieme non fu dimenticata, e, infat ti, già nell’ Agosto dello stess o anno i pochi fedeli rimasti deciser o di persist ere nei lor o pr opos iti e fondar ono una nuova Società per gite in montagna a car at tere popolare: la SEM, Società Escurs ionis ti Milanesi. facilitar e e render e popolare l’ escur sionis mo. Ar t. 2 – Per raggiungere il suddet to scopo la Società: a) Indice git e economiche mensili in montagna, gite giovanili, marce di res istenza, escurs ioni di carat tere stor ico ed art istico; b) Favor is ce le gite dei soci mediante prestazioni di cart e t opografiche, note, itinerar i ed at trezzi alpini; c) Promuove lett ure, confer enze e s tudi di indole alpinistica; d) Apre concorsi a premi per relazioni, itinerar i, fot ografie; e) Cura le segnalazioni in montagna e la cos truzione di rifugi; f) Si int eressa delle iniziative e manifestazioni di spor t affini. La Società non si occupa di questioni politiche e religiose.” Lo stat ut o è stat o revisionato nel 1 989, ma gli scopi della società non s ono sostanzialmente cambiati. Per mezzo del quotidiano “Il Secolo”, lanciarono l’invito ad una riunione che s i tenne l’ 1 1 Agos to 1 891 al ristorante “ Vitt oria” di Via O refici, data ufficiale di fondazione della Società. Alla r iunione part ecipò un buon numero di persone, animate dai migliori pr opos iti. Purt roppo uno degli inter venuti, ebbe la malaugurata idea di r accont are la paurosa av ventura di t re alpinisti finiti in un crepaccio del Monte G leno e salvat i per miracolo. G li entus ias mi si smorzarono e alla fine soltanto quindici dei presenti s i iscr is sero alla neonata Società. Ciò non impedì ad un comitat o provvisorio di s tudiar e e preparare lo statuto, che fu poi approvat o definitivamente nell’as semblea del 1 7 Sett embre 1891. Lo s copo della Società riportato in s tatuto recitav a quanto segue: Ele nco d ei fo ndato ri . Cop ia de l doc umento o rigina le espo sto in Sed e. Il motto della s ociet à era “Col Popolo, per il Popolo” . 97 98 8.3 I PRIMI 50 ANNI La gita inaugurale av venne il 3-4 piccozza, la tecnica di arrampicata veniva esercitata anche a Milano sugli sconnessi parapetti del ponte sul Ot tobre 1 891 , ebbe come meta il Monte G eneros o e riscos se un not ev ole successo di par tecipazioni. Il 22 Ot tobre 1 891 la prima s ede s ociale della SEM aprì i batt ent i in un locale sito al piano terr eno al N° 1 2 di Via del Pesce. Tutte le seguenti gite effettuat e in quell’ anno ebber o not evole s ucces so propagandis tico e la famiglia iniziò a prosper ar e. Negli anni che seguirono, grazie all’appass ionat a attività dei s oci,i v incoli sociali si str ins ero sempr e di più così da inst aurare nell’ambito del sodalizio un caratter e di viva e fraterna cordialità. La Società era fonte di simpatie che s i t rasfor mavano in affett i, di conoscenze che si tras formavano in amicizie. Le ser at e trascors e in s ede e i raduni escursionistici della domenica cementar ono ancor di più l’ unione tra i soci e fece sì che in un anno (si par la del 1 892! !) il r esoconto segnalasse ben 63 es cur sioni effettuate, con par tecipazione di 232 soci e s impatizzanti. E’ necessario tenere conto che le gite erano tutte impegnative data l’ assoluta mancanza in quel tempo di mezzi di t rasporto. Iniziò da subito anche l’ at tività didattica alpinistica, laghetto di S. Marco in Via Mont ebello. Nel 1 893 la s ede s ociale fu trasferita in Piazza del Carmine e, nel 1 894 in Piazza S. Simpliciano. nelle gite, anche le più modeste, non mancavano le es ercitazioni con corda e risultat i. In sede sono esposte più di un cent inaio di coppe, t arghe e medaglie vinte dalla Societ à e dai Le “Sezioni” e le at tività storiche Per indir izzare i soci vers o le specialità a loro più idonee, le attività promosse dalla Società venner o s uddiv is e in “Sezioni” ; tra le più importanti e originali vanno ricordate: la “Sezione Skiator i” , la “Sezione Ciclo-Alpina” e la “Sezione Es cursionisti-Tiratori” e naturalmente la “Scuola di Alpinismo”. D ella Scuola di Alpinismo, così come di tutt e le altre att iv it à t uttora viv e parleremo più avanti; diamo di seguito brevi cenni alle attività, anche bizzarr e, che per mot iv i s torici sono or mai state abbandonate. La Sezione Skiat ori nas ce nel Febbraio del 1 904. D opo un r apido rodaggio iniziale inizia l’at tività agonis tica che vede il gruppo dei D iavoli Ros si della SEM gar eggiare con gr ande impegno e notev oli 99 s uoi atlet i negli intensi anni di at tività. Nel 1 923 viene istituita una scuola di s ci al Pialeral. Nel 1 925 la sezione indice il primo campionato milanese di sci. Nel 1 927 venne ideata la “Staffetta dello Stelv io” , che div entò una gara s ciist ica a livello internazionale. Fu or ganizzata dal 1 927 al 1954, con la s ola interruzione del 1 944 e ’45, per ov vi motivi. La gar a consisteva in una s taffett a di t re specialità: salita (dal Pas so al Rif. Livrio), piano (dal Livrio alla punta Nagler) e discesa (al passo). La par tenza era in linea. Il tempo infer ior e s ommando le prove decideva la coppia v incent e. Successivamente, l’ organizzazione della gara fu ceduta in gest ione alla Scuola Sci Pirovano dello Stelvio. Gli Antenati della “SILVIO SA GLIO” “Le esercitazioni di alpinismo fatte, dir emo così, sul vivo a scopo didat tico e denominate «scuole», «corsi» o con alt ri appellativi sinonimi, non sono cer to una novità di questi ultimi anni, ché fin dai primor di, come si può appr ender e dalla storia generale della SEM, di manifestazioni simili se ne fecero da noi a varie riprese e con risultat i t ecnici e pratici i quali, rapportat i ai tempi, si possono definire notevoli . ” Così si espr ime Eugenio Fas ana nel suo libro sui primi 50 anni di v it a della SEM ed aggiunge alcune note che ci rivelano chiaramente lo spirito con cui si facev ano quelle cose, il notevole livello al quale si operava, nonché la mentalit à che L’ eredità della Sezione Skiatori è poi confluit a nello Sci Club SEM Milano. La sezione Ciclo-Alpina nas ce nel Maggio del 1908 e riscuot e un immediato succes so perché coniugava l’ attivit à pr opr ia della s ezione con il più comune mezzo di t rasporto dell’ epoca. Sono 19 anni di at tività, di pr opaganda, di gite che v ider o la partecipazione di migliaia di par tecipant i. La Sezione Escur sionis ti-Tir atori nas ce nel 1 907 per portar e nell’ambito del sodalizio la pratica del tir o a segno già sviluppata individualmente da diver si soci. Att iv it à t empor aneamente sospes a nell’immediato dopoguer ra, riprende nel 1 925 per cessar e definitivamente nel 1 927. caratter izzava gli alpinis ti dell’ epoca: A ques to proposito su Lo Scarpone dell’ epoca s crivevamo fra l’ altro: «Il corso, ispir andosi non a criteri che vengono di fuorivia, ma a sentimenti nostrani, ha per iscopo il raggiungimento di un opt imumper quegli arrampicat ori appassionati che ancor a non fossero, diciamo così, tutto pane e cacio con la roccia gr anit ica» E più oltre: «Deve ser vire a rinfr escare nozioni di car attere generale, indirizzando quanto più possibile i partecipanti nell’ impiego giudizioso e corretto dei mezzi tecnici di cui oggi dispone l’ alpinista. E non già, si badi, compiendo di quelle scalate in 100 sedicesimo su sassi di esercizio o br evi affioramenti rocciosi di fondo valle che danno un senso di labor atorio, di esperimento sui t opi, di alpinismo sterilizzat o; ma per mezzo di aut entiche ascensioni, ogni volta con la sua brava sgambat a per r aggiungere il rifugio e arrivar e agli at tacchi. Il car attere del corso resta dunque fissato, a grandi linee, come una successione di tenzoni collett ive gr adualmente più difficili, sì che t utti possano, a corso finito, r ipor tarne, come giust o pr emio, un piccolo repert orio di scalat e non dispr ezzabili e la conoscenza non super ficiale di una determinata zona di interesse alpinist ico.» Pot remmo dire che la “ Scuola di ar rampicamento su granito” che si t enne, per la prima volt a, nel giugnoluglio del 1 938 fu la prima v er a e degniss ima antenata della nostr a at tuale “Silvio Saglio”. Vor rei aggiungere che poss iamo sentirci ben fier i di es sere gli er edi di una s imile Scuola anche s e le opinioni sulle arrampicate in falesia s ono un poco cambiate. Traggo, per farcene un’ idea, alcuni str alci, s empre dal testo di Fasana. Campo di azione: le cr este di ser izzo e ghiandone della Val Ligoncio. Base: il rifugio Antonio Omio. “È qui che gli allievi (una tr ent ina) convengono ogni sabato sera,con due buone or e di marcia in corpo” Prima domenica: mattino, Punta Milano cresta SO e parete SE; pomer iggio, esercit azioni sulle placche di granito, provando un po’ tutte le sit uazioni in cui ci si potrebbe trovare. Seconda domenica: Crest a NN E del Pizzo Meridionale dell’ Or o. Purtroppo non ho not izie sull’ organico della scuola, ma un’ idea ce la dà quest a frase: “Vitale Br amani è in testa alla cordata di punt a; Elvezio Bozzoli, con l’ultima ai serrafile; nel mezzo, sta G abriele Boccalatte. Tr e str at eghi in posizioni strat egiche. Scelt i capocordat a completano i quadri.” Terza domenica: Punta della Sfinge. Salita per paret e N E, discesa per cr esta SE. Altr o pas so rivelatore: “ G ià si avverte un sensibile pr ogr esso negli allievi, fatti più pr ont i agli accorgimenti e alle r isorse dello stile. Si sa che per giudicare dello stile, dell’ abilità e anche dell’ ardimento di uno scalatore, bisogna vederlo in ar rampicata libera sul 4° grado o poco più. I gradi super ior i, con due o tr e assicurazioni ed annessi ar meggii, non cont ano per t ale valutazione.” Quart a domenica: Spigolo NO del Pizzo Meridionale dell’ Oro. “ Le lezioni precedenti hanno operat o una specie di selezione, e a quest a prova maggiore partecipano t utti i «pr ogr edit i». Sulla via del r it orno, ultimo esercizio della giornat a all’Alpe dell’ Oro, dove si t rova un’ enor me masso spaccato con un liscio camino che mozza il fiat o a più d’ uno.” al Pizzo dei Tre Signori significava percorrer e a piedi 32 chilomet ri di str ada rot abile. Le Mar ce Alpine di 24 or e s ono state ideate fin dal lontano 1 895 con le seguenti finalità dichiarate: • Suscitare il desiderio di prov are le proprie forze di fronte alla mont agna… • Sviluppare un s ano spirito di emulazione… • Far conoscer e lar ghe zone delle nost re mont agne… Ques te manifestazioni di notevole impegno (sempre tenere presente che par liamo della fine del ‘ 800), che s i s volgevano una sola volta l’ anno dur ant e l’es tate, ebbero sempre un lar go s eguit o di partecipanti. Si registrano ott o mar ce, l’ultima si tenne nel Set tembr e del 1 91 5. G li Accampamenti Accant onamenti, attività iniziata nel 1 91 0 per consentire la s alita delle vet te più impegnative, impossibili da raggiungere da Milano senza una base d’ appoggio. La SEM organizzò accant onamenti lungo tutt o l’ arco alpino dalla Valle d’ Aost a alle D olomiti di Ses to. Ques t’ attività ces sò con il secondo conflitto mondiale. L’ Alpinismo Popolare d’ Alta Quota, gite organizzate grazie ai punti d’ appoggio degli accant onamenti che per met tevano ai partecipanti di realizzar e la grande aspirazione di s alire sui gr andi coloss i alpini . Altre At tività Storiche “Capa nna C ecili a q. 2560 mt. Pernottame nto di 20 Alpi nisti SEM – 16 VII I 1900” Archivio del Cav. G iacomo Perego 101 Le Altre attività s toriche della Società furono molteplici, tutte por tate avanti con il massimo impegno. E’ int er essante notar e che alcune di ques te attività invent ate 1 00 anni fa non s ono poi cos ì dissimili da s port praticati il giorno d’ oggi; tr a ques te r icor diamo in par ticolare: Le gite D omenicali, che hanno s pint o in montagna cent inaia di migliaia di milanes i d’ ogni età, anche in epoca in cui fare una gita Le Esercitazioni Alpino- Natatorie , attività ideata dalla SEM con l’ assist enza t ecnica della Rari Nantes Milano. Aveva come punto 102 di rifer imento i laghetti alpini d’ alta quot a. Al termine della salita er a prevista una gar a di nuoto nelle gelide acque del lago. Ne furono disput ate otto edizioni, l’ ult ima delle quali il 19 Luglio 1 925. Le Marce Invernali in Mont agna ; iniziate nel 1 916, si sv olgevano annualmente, quasi sempre nel mese di D icembre in località s empre divers e. I percors i er ano s celti per avere mediamente una dur at a di 1 0 ore. Numerosa la par tecipazione di gr uppi s portivi e di Societ à ginniche. L’ 1 1 a mar cia, nel D icembre 1 926, v ide la part ecipazione di 2. 723 concorr enti. Il r aduno di chius ura di quest a at tività si svols e a Lecco nel D icembre del 1 937. In totale i raduni furono 22. Le Mar ce Popolari Sciistiche ; tipiche manifestazioni legate all’ idea della SEM di divulgare l’ attività s ciis tica tra i milanesi di tutte le class i s ociali. Er ano mar ce di regolarit à a squadre che prevedevano un premio ricordo a tutti i partecipanti, oltre ai vari premi di categoria. U n pr emio considerevole era previst o per la Società che av esse port ato in gara il maggior numero di s ciat ori. Tale premio, di notevole valore artist ico, fu denominato “Coppa Z oia”. La prima gara si svolse ai Piani di Bobbio nel G ennaio del 1 920. Sagre di Primavera; concepite con intent o ricreativo s i r iallacciavano alla t radizione delle feste pr imaverili. La prima sagr a or ganizzata dalla SEM si svolse il 25 Aprile 1 920; ebbe luogo a Varedo nei giar dini della Villa Bagatti-Valsecchi. Le Fest e degli Alberi, la prima delle quali, nel 1 900, radunò in G r ignet ta duemila partecipanti. Il Collaudo Anziani ; originale prova di resis tenza fisica per ultra cinquantenni, ma in realtà s eguit a anche dai più giovani. Questa manifestazione clas sica nat a nel 1 934, è tuttor a dis putata ogni anno (nel G iugno del 2000 si è t enuta la 67a edizione) e richiama sempre un nut rito numer o di partecipanti tra s oci e simpatizzanti. La prova consis te nell’ effett uar e ent ro un cer to limite massimo di tempo un per cor so prestabilito. E’ s ufficiente arrivar e al traguar do; s arà poi la Cart a d’ Identità a s tabilire il v incitor e. accetta dalla totalità dei soci, infatti, dai 1 800 s oci del 1 921 si scese ai 700 s oci che ader ir ono alla SEM, sezione del CAI. G ià dal 1 929, la s ociet à era retta da un “Commissar io Regio” impost o dal regime ed i pr esidenti dal 1 931 fino al 1 945 furono sempr e “nominati dall’ alto”. Pare tuttav ia che, l’ adesione al CAI fosse v ot ata all’ unanimità dall’ assemblea dei s oci pres ent i e che il pres ident e imposto, s i affidasse completamente ai v ice presidenti, dei semini da lunga data. La SEM div ent a cos ì Sezione del CAI, perdendo quell’ indipendenza e quella libertà d’ azione che ne avevano sempre caratter izzato l’ attività. All’ improvviso ci s i trovò a dover sott ostare ad ordini ed imposizioni del tutt o es tranee allo spirito ed al car attere del gruppo, e ciò fu motivo di scissioni e d’ as pr e polemiche t ra gli associati per alcuni anni. Il tutt o era però anche mitigato dal fatto che molt i soci prestigiosi della SEM erano già anche soci del CAI, ed er ano or goglios i di appartenere alla SEM ed al CAI della loro città. D opo la guer ra, la situazione andò stabilizzandos i e, pur rimanendo sezione del CAI, fat to ormai accettato dai soci, riuscì a ricostr uir e quel clima fraterno e familiar e che è da sempre la caratter is tica della nostr a Società. Maggiori dett agli s ulla storia della società dalla s ua fondazione al 1941 sono descritt i sul libro “Cinquant’ anni di Vita della SEM” di Eugenio Fasana, disponibile in sede. La SEM Sezione Milanese del CAI “1 6 Alpin si ti del gruppo SEM in vetta al Disgrazia” Arch vi io del Cav. Giacomo P ereg o “16 Alpi nisti del Gru ppo SEM in vetta al Dis grazia” Archivio del Ca v. Giaco mo Pereg o 103 N el 1 931 la SEM scelse di entr are nella gr ande famiglia del Club Alpino Italiano per edit to del r egime allora al G overno. D iv ent a così la seconda sezione del CAI con s ede a Milano, seconda per ché entr ata dopo. Quest o accorpamento fu s icur amente sollecit ato dalla v olontà del regime fascist a di allora di eliminare qualsiasi tipo d’ autonomia locale. L’ ingress o nel CAI fu certamente una decisione difficile, non bene 104 8.4 LA SEM DAL DOPOGUERRA AI NOS TRI GIORNI I primi anni dopo la guer ra furono anni di ricostruzione fisica e psicologica per tutta la società civile. Le attiv ità ricr eative furono ovviamente accantonate con tut to ciò che doveva ess ere riavviato e con t utte le difficoltà del periodo. Lentament e poi, nei milanesi ritornò la v oglia di svago e riemers e pot ente la pas sione per la montagna; ricominciarono quindi le git e escursionistiche, alpinistiche e sciis tiche. Ciò che s egue è la ricostruzione degli avv enimenti che hanno portato la SEM da allora ai gior ni nost ri. Per comodità, ho suddiviso la narrazione tra i gruppi che ci compongono. Ciò non significa che l’ as sociazione sia spaccata in più entità e che ciascun gruppo si sia mosso in modo indipendent e dagli alt ri e dalla s ezione. Di fatto, le persone più attive facevano parte, e lo fanno tuttora, di più gruppi e spesso le attività dei gruppi si mescolano, gli obiettiv i diventano comuni e le manifestazioni sono organizzate assieme. D al dopoguer ra ai gior ni nost ri, la SEM si è totalmente integrata nel Club Alpino Italiano, cui è fiera di appartenere, ed ha dunque adot tat o la strut tura organizzativa del sodalizio. I gruppi SEM rispecchiano le suddivisioni di attività e le commissioni del CAI. Commissione rifugi Una delle attività intrapres e dalla sezione, che assorbì molte valide risor se, fu la ricostruzione dei nostri rifugi, tutti più o meno dist rutti durante la guerra perché ritenuti poss ibili covi di par tigiani. Una grande parte del merito per quest i lavori va ad Ambrogio Risari che non soltanto progettò i nuovi stabili ma che assieme a parecchi altri soci volent eros i, part ecipò materialmente alle costruzioni. 105 8.5 LA SCUOLA DI ALPINISMO E SCI ALPINISMO “SILVIO SAGLIO” N el 1 958, gr azie all’inter essamento di Silvio Saglio, all’epoca presidente della SEM, nacque la Scuola di Alpinismo, che gr azie all’elev ato livello tecnico degli istr uttori ed alla continuit à dimostr at a, ottenne nel 1 965 la qualifica di Scuola Nazionale. D opo la sua scomparsa, la scuola fu intitolata al s uo ideator e. ricordiamo Lucio Br ambilla, Er nesto Ferrar i, Luigi Magenes e Nino Acquistapace. Forti dissidi tra gli ist ruttor i su come gestire la scuola portarono nel 1 970 all’ abbandono di Lucchini. La scuola fu allora presa in mano da Orest e Fer rè che, fortissimo alpinis ta già da allora, divent ò subito INA, r equis ito indis pens abile per dirigere un corso alpinistico. Nel giro di un paio d’ anni anche Mario Ber tolaccini divent ò INA affiancando Oreste nella conduzione dei corsi. I due rimas ero gli unici istrut tori titolati per lungo tempo e port arono avanti la scuola, dandosi il cambio al vertice, fino agli anni ‘ 80. Tr a i migliori alpinisti della SEM di questi anni, oltre ai citat i Fer rè e Ber tolaccini r icor diamo il I primi anni I primi cors i fur ono affidati alla direzione t ecnica della G.A. Luciano Tenderini, che per l’occasione conseguì il titolo di Istrut tore Nazionale di Alpinis mo (INA), coadiuvato da alpinisti di v alore, quali Aldo Antonioli, Emilio Amos so, Andrea Porta, Angelo Pavesi, Luciano Negri. Poi la scuola fu diretta da Sergio Lucchini, (INA), coadiuvato da Fabio Mascadri e Pino Cettin. Fur ono or ganizzati cors i di r occia pr imaverili, est ivi di per fezionament o e cors i di alpinismo. Molt i di questi cors i si t enner o in Valle dell’ Oro ed a Macugnaga utilizzando i nos tri r ifugi come basi di appoggio. L’ organico della scuola era composto di una dozzina di ist ruttor i, tra cui oltr e a Lucchini, 106 fortissimo Roberto Fragale, che ha al s uo att ivo salite difficili quali Comici - D imai alla Cima G rande di Lav ar edo, D iedro Livanos alla Cima Su Alto e Philipp Flamm alla Civet ta, Via degli Scoiatt oli alla par et e Scotoni e molt re altre, olt re ad una salita in s olitaria dello s perone della Brenva ed anche una v ia nuova, apert a con il suo compagno di cordata Tino D onarini (D onarini - Fragale al Campanile Alto di Br enta - 1 970). Ricordiamo ancora Car lo Molinar i, Fr anco Calliari, G ianni Lipodio, Ambrogio Maggioni, i fratelli G r iffini, Enrico Tormene. Altri per sonaggi important i ent rati nella s cuola negli anni ’70 furono: G ianmario Piazza, che divenne INA e diret tore dei corsi per parecchi anni, Massimo Cant ù e Aurelio Arrivano le scarpett e Ver so la met à degli anni settanta fecero la loro apparizione le scarpett e da arr ampicata a suola liscia. Fu un momento di rinnovamento, in pochi anni lo sviluppo dei mater iali alpinistici e conseguentement e delle t ecniche cambiarono il modo di andare in mont agna t ut to a vantaggio della sicurezza. D a pochi anni le corde di perlon e nylon avevano sostituit o quelle di canapa a tr efoli. L’ alpinista tipo calzava i famosi “ rigidones ”, cioè gli scarponi in cuoio a suola rigida, utilizzati s ia per le pass eggiate che per le più impegnative salite sulle grandi mont agne, per arrampicare su roccia in G r ignett a o s alir e lo Sper one della Brenva al Bianco. Nonostante il chiar o vantaggio che le scarpett e davano sulle v ie di roccia, per alcuni anni rimase obbligatorio (dictat della Scuola Centrale del CAI) utilizzare gli scarponi rigidi durant e i corsi di roccia. Anche il casco non er a cos ì utilizzato, non esist evano imbracat ure, ci si legava in vita con il “nodo delle guide”, il sistema per assicurare il compagno era la “sicura a spalla”. D ’ improv viso la rivoluzione: dalla tecnica frontale di ar rampicata con scarponi s’ imparò a usare le scarpett e (da autodidatti naturalmente) e ques to rese più facili (un grado in meno si diceva) le arrampicar e su roccia. Cambiò il concetto di affrontar e una s alita: la v elocità e la Triulzi. In quest o periodo, la scuola dedicava tutt e le s ue r isorse all’or ganizzazione di corsi di roccia e di alpinis mo di alta qualità e difficoltà. Un gruppo di soci, tra cui Franco Bozzini, Angelo G albiat i, Sansone Z uccolot to, Luigi Magenes , vide la necess ità di organizzare al di fuori della s cuola un cors o meno impegnativo, che ins egnas se non s oltanto la pura tecnica di roccia ma anche come avvicinarsi e salir e le montagne, magar i dai vers anti più facili con l’us o di piccozza e r amponi. Nel 1 974 si tenne il primo “Corso di Int roduzione all’Alpinismo”. Quest o cor so, ora denominato s emplicemente Corso di Alpinismo è giunto ques t’ anno alla 37a edizione. 107 legger ezza dell’ equipaggiamento pr ese il pos to dell’ essere at trezzat i a bivaccare. Si cominciò a pres tare più at tenzione alla s icur ezza. Con l’ introduzione delle imbracature arr iv ò anche il discens or e (pr ima si scendeva la “ doppia clas sica vestit a”, corda che s correva attor no ad una coscia e dietr o alla s palla oppos ta, con conseguent e bruciatura di giacche a vent o e glutei o quasi) e fu adott ato il “mezzo barcaiolo” che s oppiantò la sicura a spalla s emplice o incr ociat a. La SEM fu una delle sezioni del CAI più pr ont a al cambiament o, e as sorbì velocement e le nov it à in ar rivo. Par te del merito per quest o cambiament o v a al cors o di roccia istrut tori. A seguito dei due fortis simi Ores te Fer rè e Mar io Ber tolaccini, gli alpinis ti della SEM svols ero un’intens a at tività, superarono par et i difficili, alcune delle quali in quegli anni erano salite da pochis simi alpinisti, dai più br avi s oltanto! Riportiamo di seguito ad esempio, l’ elenco salite effett uate nel 1978 come riportato dallo Scarpone del gennaio 1 979: Alpi Marittime: Monte Matto, S pigolo E Bianco: Monte B a i nco, Sperone E (della Brenva); Mont B a l nch de Tacul, C oloir E (G ervasutti); Tour Ronde, Parete N; Tour Ronde, Via Normale; Roy du S a i m, V a i C ontamine. Monte R osa: Lyskamm O cc. , Parete N; Pizzo Tignaga, Cresta SO . G ran P aradiso: Ciar for on, Parete N; Becca di Monciair, Parete N. 1 976; fu questo un ottimo corso, uno di quelli fortunati al quale par tecipar ono un gruppo di ragazzi giovani e bene affiat ati, cinque dei quali divennero in br eve istr ut tori della s cuola: Andrea G entilini (INA), Piet ro Mor etti, Laura Pos ani, Lino Tar enzi e Roberto Cr espi (IA). Quest o gr uppo di giovani, ed i più lungimiranti “vecchi”: Orest e e Mario adottar ono subito le nuov e t ecniche ed i nuovi materiali. Tutto quest o portò anche inevitabilmente un ricambio generazionale nell’or ganico della scuola, molti ist ruttor i se n’ andarono e nel giro di pochi anni la scuola era cambiata. La scuola, alla fine anni ’70 era composta di una v entina di Alpi di URI : Salbitschijen, Spigolo S; Bergeeschijen, Spigolo S E. Masino Bregaglia: Punta Milano, Via Normale; La S finge, Parete S E Via Bramani; Torre Est Cima di Zocca, Spigolo SE V a i Parravicini; Pizzo Cengalo, Spigolo NO ; Pioda di Scior a, Spigolo NO . Disgrazia: Pizzo Ventina, Cresta NNE ; Punta Kennedy, Cresta E; Pizzo Rachele, Sper one SE ; Pizzo Rachele, Parete ENE; Pizzo Cassandr a, Via Normale; Torrione P orr o, Parete O Via Perego. Piccole Dolomiti: Baffelan, V a i V er ona; Primo Apostolo, Spigolo E Via Faccio; Brenta: Castelletto Inferiore, Via Heinemann; Castelletto Inferiore, Spigolo G asperi; Castelletto Inferiore, Via Normale; Campanile Basso, V a i N ormale; Crozzon di Brenta, Spigolo N ; Crozzon di Brenta, Via delle G uide. Pale di S. Mart n i o: Pala del Rifugio, S pigolo NO ; Dente del Rifugio, Spigolo NO . Catinaccio: Vajolet, Torre D elago Spigolo E V a i Pa i z; 108 alternarono nella direzione dei vari corsi: Claudio Bisin (IN A – direttore del cors o di ghiaccio), Romano G rass i (ISA – diret tore corso di sci alpinismo), Rober to Vigo (IA - diret tore del corso di ghiaccio), D ante Bazzana (IA direttore dei corsi di roccia e ghiaccio), Angelo Meani (IA direttore del cors o di alpinismo), Luciano D i Reda (IA - dirett ore del corso di alpinis mo), G iuseppe Tappella (IA - dir ettore del corso di ghiaccio), Franco Chiaffarelli (IA - dirett ore del cor so di alpinis mo), G iovanni Chiaffarelli (IA), Marco Merlini (IA). Riport o s oltanto gli istrut tori titolati del CAI, per ché elencar e tutti occuperebbe tr oppe pagine. Anche i pr imi anni ’ 80 l’ att iv it à dei semini fu intensa con salite alle Sassolungo: Cinquedita Pollice Spigolo E Punta G romhann, Spigolo S Via Dimai. Sella: a 1 Torr e, Spigolo O Via Steger; a 1 Torr e, Parete S Via Trenker; a 1 Torr e, Via dei Camini; 1a Torr e, Via dei Pilast rini; a 2 Torr e, Via G u l ck; 3a Torr e, Via Jahn; Piz Ciavazes, V a i del Torso Sasso Pordoi; Parete SO Via Dibona. Fanis: Sass di Stria, Spigolo SE ; Piccolo Lagazuoi, Parete S Via G hedina. Cinque Torri: Torre G r ande Cima Sud, Via Miriam; Torre G r ande Cima Sud, Via Normale. Pomagagnon: Costa di Bertoldo, Spigolo S Direttissim a. Lavar edo: Punta Fr d i a, Parete S , Via Comici; Cima Piccolissim a, F essura E, V a i P reuss; Cima G rande, Parete N, V a i Comici. Durante la prim avera, nella fase di allenamento, sono state effettuate numer ose salit e nel gruppo della G rigna Mer d i ionale e Corna di Medale. Anche negli anni seguenti continuarono gli exploit alpinistici, citiamo Cervino, Parete N Via Schmidt , Civ etta Parete NO, Via Solleder, Badile Parete N, Via Cas sin, Bianco, G rand Capucin Via degli Svizzeri e tante altr e. Pur troppo non mancarono gli incidenti in montagna: il più grav e capitò a Michele Matas oglio, cime più difficili ed anche l’ apertura di nuove vie. Ricordiamo: Pietro Morett i apr e nel 1 981 “Pelle di D aino” in Ant imedale (con Dinoia e Rov erselli) e G iovanni Chiaffarelli che apre “Breakdance” sul Medale nel 1 984 (con Villotta e Z anetti), quest’ ultima una delle più difficili vie del gr uppo delle G r igne. Anno 1 984, la direzione della scuola passò ad Andr ea G ent ilini, il più forte e carismatico di ques ti anni. Nel 1 985, un altro corso eccezionale: anche da questo uscirono parecchi giovani che rimpolpar ono le fila dalla s cuola e che con le loro idee giovani portarono in SEM altre novità alpinis tiche. La riscoperta dell’ etica alpinistica s compars o nel 1 976 durante una s alita in solitaria alla Cresta Signal al Monte Rosa. Gli anni ott anta Il livello tecnico delle salit e si alza, sempre più alpinisti riescono in imprese anni prima ritenut e solo per pochi. Arr ivano le prime piccozze con becca 45° e ramponi con punte frontali. Nel giro della scuola entr arono alt ri valenti alpinis ti che s i 109 (messa da parte dopo Preuss), si passò a “ liber are” le vie apert e in ar tificiale salendole senza l’ ausilio di staffe, arrivò il concetto di salite usando i chiodi solo come assicurazione e non come mezzo di pr ogr essione (qualcuno l’ aveva sempre fatto). Alcune popolari vie inter amente “in art ificiale” caddero in disuso e oggi non sono più ripetute. Fu anche il per iodo della piena s coper ta della Val di Mello con le s ue mitiche vie. Anche i s emini si buttarono con s ucces so su queste novità. L’ organico della s cuola si allargò e alt ri corsi si aggiunser o ai due “ storici”. Nel 1 984 per iniziativa di Alfio Popi e D ant e Bazzana fu var ato il Corso di Scialpinismo con Aldo Beretta come primo dirett ore. Gli anni novanta Siamo all’ ultimo decennio del XX secolo, il pas sato lascia il posto al presente. L’ organico della scuola è in continua trasformazione, altri v alidi alpinisti si aggiungono al gruppo in ques ti anni: Renata Pelosini (INSA), Nicolò Berzi (INA e G uida), la forte cordat a Valent ina Cas ellato (G uida) e Luca Biagini (IN A e G uida), G iacomo G alli (INA), Pit onzo (G uida) e molti altri. Bonat ti ai D ru, Nor d dell’Eiger, D iritto d’ Autore al Badile, Fachiri alla Cima Scotoni s ono alcune delle vie superate dai semini in ques ti anni. Negli anni ’ 80 e inizio anni ‘ 90, i corsi agivano in modo indipendente, con or ganici istr uttori diversi e gestioni separate, e questo compor tava la mancanza di uniformit à didatt ica nell’ insegnamento delle tecniche alpinis tiche. Ques ta situazione divenne insostenibile e dopo alcune agitate riunioni, fu finalmente deciso di riunire tutti i corsi che s i occupavano d’ alpinismo e scialpinis mo (temporaneament e anche di sci fondo escurs ionis mo) sotto la scuola, con una “commiss ione t ecnica” composta dai direttori di tutti i corsi ed altri membri eletti dall’ ass emblea della scuola. La commissione tecnica, t uttora operante, s i occupa della gestione economica della scuola, di tenere controllo dell’or ganico istruttori, di mandar e i merit ev oli a frequentare Nel 1 985 ripres e il Cors o di ghiaccio di alta montagna, che non s i teneva da anni, allargando v erso le alt e v ette l’ orizzont e di molti alpinist i semini. 110 i corsi per istr uttori titolat i, di acquist ar e corde e altr o mat eriale alpinist ico, pat rimonio della scuola e di organizzare giornate d’ aggiornamento teoriche e pr atiche per gli istr uttori. Arr ivarono gli spit, le imbracatur e basse, magnesit e e scar pet te sempre più performanti. La specializzazione anche in alpinismo è massimizzata: c’ è chi si occupa soltanto d’ arrampicata sportiva, chi solo di salit e di ghiaccio . Nel 1 992 è tenuto il pr imo Cors o di Cas cat e s u ghiaccio. La SEM è la pr ima sezione del CAI ad or ganizzare un cor so di quest o liv ello tecnico. Nel 1 995 la s cuola cambiò nome e diventò “Scuola N azionale di Alpinismo e Sci Alpinis mo - Silvio Saglio” . Siamo ormai al 1 997; parte il Corso di Alpinismo Avanzato erede del Corso di G hiaccio di alta montagna. 1 998 si organizza il primo cor so di Ar rampicat a Sportiva grazie a Umber to Pellegrini (IAL). Anche questo corso è uno dei fior i all’ occhiello della s cuola. Nuovi istrutt ori titolati si aggiungono all’ organico: G ior gio Bagnat o (IA), Mar cello Mer oni (INA), Riccar do Fr igo (INA). Chiudo quest a r icos truzione ricordando a t utti che “il mitico Orest e” è ancora nella scuola (ha iniziat o nel 1 962) e si permet te ancora di s alir e v ie di altiss imo livello dopo 50 anni!! dal pr imo approccio alla montagna. E ’ una cascata o un fiume ghiacciato?? Il 1 994 ci por ta una tr agedia, che ancora pes a nel cuore di tut ti noi: l’ amico Mauro Sala ci lascia, cadendo da un s eracco, nel s ettembre del 1 994 mentre frequentava il Cors o Regionale per divent are Istrutt ore di Sci Alpinismo . Corso di Ghia ccio 9 ‘ 4 Bivacco all a b ase d el la Cima Trafoi parete Nord 111 8.6 SCI CLUB S.E.M anno prima al “semino” Ing. G ustavo Englemann che faceva parte, insieme al Kind, dello spar uto gruppo di appassionati che avevano introdotto lo sci in Italia. Egli riuscì a trovare e convincere poi 28 amici unit i nella st essa passione (allora definita “mania”) che det tero vita a questa pionier istica at tività della SEM. Er ano alpinist i in gamba, considerati dai colleghi un po’ originali per la lor o fede in quella bizzarr a scar pa pr olungata. E fur ono pr oprio due soci dello “Skyatori SEM”, Castelli e Robbiati, a usare gli sci per compiere nel 1 905, il giro del Diavolezza, divent ato poi un classico. Impresa tant o più str aor dinar ia quando si pensi che in quei pr imi tempi, la tecnica era decisament e sommaria, basata su una per tica alta un paio di metr i, che t erminava con un puntale rivest it o di latt a, al di sopr a del quale era fissato un disco di legno. La per tica serviva per dare la spinta, dopo la quale la si teneva tutta indietro e raspant e, premendovi sopra per governare la discesa, per arrestarsi e girare. Sci rudimentali, attacchi pure; quanto agli scarponi, er ano quelli che allora si adoper avano in mont agna. Fu un altro semino, Vit torio Anghileri, che contempor aneamente all’ introduzione dei pattini di legno, ideava la pr ima scarpa da sci e portava qualche innovazione negli Il grande passat o La st oria dello s ci nella nost ra as sociazione inizia nel lontano 1 904, att ività scialpinis tica e agonist ica si mescolano e confondono in questi pionieri. Lo Sci Club SEM fu il più antico sci club di Milano affiliat o alla FISI (Federazione Italiana Spor t Inv er nali), fu immatricolato dal 1 946 con la sigla MIL00; purtroppo or a lo Sci Club SEM non esiste più. In sede sono espost e più di un centinaio di coppe, tar ghe e medaglie vinte dalla Società e dai s uoi at leti in quegli intensi anni di at tività. Per des cr ivere l’ attività sv olta dallo Sci SEM fino agli anni ’60, r ipor to il s eguent e ar ticolo comparso s ullo Scarpone nel 1964 a fir ma di G aspare Pasini. “ Lo Sci SEM ha sessant’anni PPr oon nnd dde eer rraan tteee aaazzi oo ssvvi poo Prreep eppo annt ziooonnneee nnneeelllllo vilulup uppp dde oo ssc deellllllo scciii iittaal aliia ia nnoo Sessant ’anni fa, pr ecisamente nel febbr aio del 1 904, dal tronco vigor oso della Società Escursionisti Milanesi (trasformata poi in aut onoma Sezione S.E.M. del CAI) nacque col nome di “Skyatori SEM” l’ at tuale Sci S.E.M. Fu la quarta associazione del genere, in ordine cronologico,sorta in Italia, dopo lo Ski Club Tor ino, fondat o nel 1 901 , lo Ski Club della Sezione milanese del CAI, nato nel febbr aio 1 902 e lo Ski Club di G enova, costituito nel dicembre 1 903. L’ idea era venut a in mente qualche 112 at tacchi, ant icipando l’ att ivit à di Vitale Bramani che molto più t ardi lanciava le suole in gomma. L’ entusiasmo dei 28 fondatori fu pr oiet tato alla diffusione del nuovo sport: la sua “quinta colonna” si spinse al G ot tardo per carpire i segreti del “Telemark” e diffonder lo in Italia. Altr i si dedicarono all’or ganizzazione delle prime gare, con la Coppa Valsassina, che r ichiamò la part ecipazione dello Ski Club Andermatt, i cui soci si esibirono in una serie di salti per fetti, primi stranieri scesi in It alia a gareggiare. Altr i ancora crear ono una scuola, che svolgeva le sue lezioni su campi diver si, nelle traver sate e nelle ascensioni alpine in comitiva. Nella fase iniziale, infat ti, lo sci si fuse con l’ alpinismo inver nale. Poi si cur ò l’ agonismo e gli atlet i della SEM si affermarono con lo Z oia, il Flecchia e il Par odi, che nel 1 91 2 si aggiudicò il Campionato it aliano di salto e di st ile, e con il Carrett oni, che conquistò addirittura il Campionato svizzer o. La Sezione sciator i SEM si coprì di glor ia nei reparti alpini sciatori dur ant e la pr ima guerra mondiale. I reduci diedero il via al secondo per iodo con corsi speciali e con un’ intensa propaganda culminata nelle marce popolari sciistiche a squadr e, allo scopo di agevolare la diffusione dello sci tr a i meno abbienti; le part ecipazioni fur ono così numerose che dovetter o inter venire le aut orità tutorie, poiché, pur di far numer o, le squadre racimolavano elementi che vedevano gli sci per la prima volta. L’ agonismo aveva la sua massima espressione nella “Staffet ta dello St elvio” che diventò classica e che ebbe sempr e gr ande successo per l’ innovazione della partenza in linea, poi imitata dalle compet izioni nazionali, mondiali e olimpiche. Sempre tr a le fila della Sezione SEM, gli atleti si affermarono in numer ose gare: da Mariani a Z appa, a Negro, ai fratelli Bramani, a Venzi che s’ impose come discesista e saltat ore di livello inter nazionale. Continuò coi fr at elli Risar i e nel 1 928 trionfò nei Campionati italiani col 1 ° post o di Ber nasconi e il 4° di Testa. Tr a una gara e l’ altra, i fedeli dell’ alpinismo si dedicarono all’ organizzazione delle gite invernali, tut te con esito felice per numer o di partecipanti e import anza di mete raggiunte, lungo l’ intera catena alpina, sia sul versant e it aliano che su quelli francese, svizzero e austr iaco. La scalata di quest e numer ose cime lasciò il segno con le monografie di Silvio Saglio, pubblicat e nei primi anni di vita di questo giornale (ndr “Lo Scar pone” ) e con le guide e le carte, opera dello stesso Saglio e di Ett ore Castiglioni. Con l’avvento del discesismo e con l’ abolizione dei “cittadini” nelle gare sciistiche nazionali, che videro a poco a poco il pr edominio dei valligiani e di atleti che potevano considerarsi professionisti, i giovani semini abbandonar ono le compet izioni e rimasero in campo 113 soltanto i Costantini, i Marnat i, i Deltorre, i Cosi, i Bonazzi, i G elli e i G alletto. Dopo la stasi della seconda guerra mondiale, si entrò nel periodo che t utti conoscono; bast i r icor dare l’ or ganizzazione della Coppa Pisati, le ult ime Staffett e dello Stelvio e l’ impeccabile or ganizzazione del XII Rallye inter nazionale, nonché l’ annuale scuola di sci. Da quest a scarnissima sint esi r isalta quanto sia stata pr eponder ant e l’azione della Sezione sciatori SEM nella pr opaganda dello sci, sia agonistico che alpinistico; fu insomma fr a gli ar tefici pr incipali dello sviluppo sciist ico italiano, che tanta importanza ha assunt o at tualment e, per i suoi eccezionali effetti in campo turist ico ed economico. . . . . . Art icolo firmat o da G aspare Pasini” (ndr, l’ art icolo è st ato tagliato laddov e continuav a con la cronaca della festa organizzata per l’ occasione press o il rifugio Z amboni – Z appa) D ario de Stefani, r ius cendo ad organizzare gite domenicali così frequentat e, da dover noleggiare anche 5 pullman per portare t utti gli sciatori sui campi da s ci. Negli anni ‘ 80 rinacque anche l’ attività agonist ica SEM, certo non gloriosa come quella dei predecessori, ma comunque animata da un buon gr uppo di atleti. Si or ganizzarono le part ecipazioni alle grandi maratone class iche dello sci di fondo quali: Mar cialonga e Pustert aler Ski-Marat hon che videro la partecipazione di più di 50 iscritt i SEM per gara. Si partecipò alla classica 24h di Pinzolo (poi 24 ore di Andalo), gara per staffette a squadre o indiv iduale della durata appunto di 24 ore. Ques ta gara era così seguita dai semini, che nel 1 987 riuscimmo a parteciparvi con 5 squadr e di cui una femminile, totale 20 atleti più cronomet risti, massaggiatore e assist ent i al s eguit o. In ques ta edizione, la SEM fu t ra le società premiat e in base la numer o totale di chilometri percors i. La mass acrante gara indiv iduale (24 ore sempre sugli sci) fu complet ata da Renata Pelosini, Marco Morosini e G iacomo G alli in edizioni divers e. Nel 1 992 Renata Pelosini st abilì ad Andalo il nuovo record italiano femminile con 320 Km per corsi. Altri sciatori parteciparono a livello dilettant is tico a gare di fondo FISI e di Coppa Italia, rimediando qualche coppa come squadra. La r ipresa degli anni ‘80 Fu s olo all’ inizio degli anni ’ 80, grazie a nuovi tr ascinatori quali Alfio Popi e D ant e Bazzana, che questa att ività r icominciò in pieno, il rinato gruppo sci or ganizzò git e domenicali, settimane bianche e scuole s ia per lo sci di discesa che per lo sci di fondo con Maestr i di Sci milanesi. Per t utti gli anni ’ 80, quest a at tività visse un periodo di popolar it à e succes so, grazie a t rascinatori quali Felice D i Bar i e 114 Anche lo sci di discesa vide dei s emini partecipare a gare di gigante FISI. Il presidente odierno dello Sci Club SEM è Antonio G iambelli. Per anni la SEM ha or ganizzato il “ Campionato Milanese Sci Fondo” as sieme agli alt ri gruppi di fondisti di Milano. Poi inevitabilment e le es igenze dell’ut enza cambiarono ancora una volta e ai gior ni nost ri non si organizzano piu’ gite sciistiche con pullman. Nel 2002 è st ato chius o lo SCI CLUB per mancanza del numero minimo di adesioni richies te dalla FISI (25 tes serati) At tualmente non s ono più organizzate att iv ità sociali di sci alpino e di sci di fondo su pist a battuta. 115 8.7 LA SCUOLA DI SCI FONDO ESCURSIONISMO“ALFIO POPI” Nel 1 988, grazie alla s pint a di Alfio Popi, nacque il Cor so di Sci Fondo Escurs ionis tico; primo istrutt ore ISFE e dirett ore del cor so fu D ar io de Stefani. Il cor so si occupava di insegnare le t ecniche del fondo su pista battuta come la maggioranza dei corsi s volti dalle altre sezioni del CAI. Con gli anni, altri soci SEM frequentarono i cor si / es ami del CAI e div entarono istrutt ori t it olati, alternandosi nella direzione dei corsi (Robert o Cr espi, G iuliano Vidor i, Laur a Pos ani, Fr ancesco G entile,G iovanni Nel 1 992, grazie alla qualit à e alla costanza nel tempo dei cors i organizzati si ottenne dal CAI la qualifica di Scuola di Sci Fondo Es cursionistico. La scuola fu dedicat a a Alfio Popi che di quest’ attiv it à fu l’ispir at ore ed il vero fondator e. Negli anni più recenti, l’ attività della scuola si spostò ver so l’ escursionismo fuori pista, lasciando l’ ins egnamento delle tecniche s u pis ta bat tuta ai profess ionist i. Si adottò definitivamente la riscoperta tecnica del telemark Sacilotto, Stefano Fiocchi) e por tando avanti la prat ica dello sci fondo escur sionis mo nella nost ra s ezione. per la dis cesa, ARVA, pale e sonde diventarono materiale sempre presente nello zaino, praticando così il vero es cursionismo invernale. 116 8.8 GRUPPO GROTTE Ques ta elite, che pratica l’ esplor azione scientifica del sott osuolo, è uno dei più antichi ed importanti gruppi speleologici italiani. Ha al suo attivo l’esplorazione e la mappatura di un numero considerevole di grott e in Italia e nel mondo. Il G GM (Gruppo Grotte Milano) è entrato a far parte della SEM nel 1954. D ata l’ attività affine ma differente dall’alpinismo, il GGM ha s empre mantenuto una sua indipendenza gestionale e decisionale nell’ambito della sezione; part ecipa comunque in pieno all’ attività della sezione ed è rappresentat o in consiglio. Segue una ricostruzione storica dell’attiv ità del GGM preparata da Tito Samorè nel 1 997 in occas ione dell’ annivers ario dei cento anni di att iv ità. IL CENTENARIO D EL GRUPPO GROTTE MILANO CAI SEM 1897 - 1999 Rileggevo con piacere il fas cicolo e gli s critti compilati per l’ occasione dei ses santa anni di vita del G G M, os sia nel 1 957, e poi in seguito quelli scr it ti sul G r ottesco per gli Ot tanta e i Nov anta anni del G r uppo. Se dev o essere s incero, mi s embra pas sata un’ eternità; questo las so di t empo, sia pur breve, ha v is to uno sv iluppo s ia nelle tecniche di esplorazione che nelle t ecnologie, tale da far sembr are la v ecchia esplor azione una cosa v erament e obs oleta. Nella par te esplorativa, le nuove t ecniche esplor at ive su una s ola cor da permett ono a pochi ma ben at trezzat i di ottenere dei risultati pochi dei giovani s i rammentano dei chiodi da fess ura (us ati in roccia ma scar sament e ut ilizzabili in grotta per mancanza di fessure), attualmente sos tituiti da elementi di fis saggio ad espans ione o addir ittura chimici, di tenuta ormai fortemente collaudat a sia da prove sui mat er iali che da . . . . . . . . . . . . collaudi per sonali. Nel mio campo s pecifico (la speleologia subacquea), s iamo addir ittura a livelli “fantas cient ifici” : dai primi autorespirat ori ad oss igeno a circuito chiuso (ARO) con i quali si andava nei sifoni nel 1 948 (almeno io), ai primi autor espiratori ARA ad aria a circuito apert o, coi tubi corrugati, maledettamente pericolosi per la delicat ezza dei suddetti tubi; poi la tecnologia portava a delle bombole a maggior pressione e a erogatori più compat ti e più sicuri; infine le t ali da non essere neppure pensabili solo tr ent’ anni fa; si è pas sati dai tr apani a mano, per forare la roccia ed inserir e dei chiodi che venivano già chiamati “a pr essione” (erano solo in ferraccio a punta quadra), ai super t ecnologici, ultr a pr ofessionali t rapani a batt eria, elettro pneumatici o addirittura a scoppio. Per non parlar e dei chiodi, ben con però un grande e s piacev ole cor ollario di decessi, sia per errore dur ant e la car ica che per error i dur ant e le immersioni. Ultimamente le mis cele s i s ono fatte più s icur e con l’ elio, le apparecchiatur e s ono s tate per fezionate, i cos ti sono aumentati a livelli infartuali (9 milioni di Lire, l’ ultimo modello a circuito chiuso per alte pr ofondit à). Anche i pesi si sono alzati dai 1 5 Kg di qualche anno fa ai 50 Kg attuali. E’ certo per ò che Cento Anni di un gr uppo sono tant i, ques to pov ero v ecchiett o artr it ico e stanco che si t rascina tra perenni litigi, as semblee fiume fino alle tre di mattina, discuss ioni a non finir e s ugli alliev i (ora soci aderenti ed effettivi), ed altro, esat tament e Non si è r ius cit i a capire come avvenne, ma nell’ ott obr e del 1 897, un gr uppetto di es cursionisti, ed altro, s eguendo le tracce dei Tr ies tini che fondavano nel 1891 la “Commiss ione G rot te Eugenio Boegan” della Società Alpina delle G iulie, si riunì sott o la direzione del profess or Mar iani e fondò la “Sezione Speleologica” del CAI Milano. Mariani, nel Museo Civico di Storia Naturale di Milano (ne diventerà in seguito il dir ettore), coordinò un insieme di ricerche, dapprima in tutte le cavità lombarde più facilment e es plorabili, poi man mano in quelle sempre più difficili con t ecniche e attr ezzatur e pionier is tiche. Furono così esplorati l’ abisso G uglielmo sul Palanzone, il Bus di Remeron nel s imile in t utto e per tutto (quasi) ad ogni assemblea e r iunione t enut asi da cinquant’ anni a questa par te (pr ima non mi ricordo). Cer chiamo di v eder e la s toria di quest i: Campo dei Fior i (VA), il Bus del Soliv o a Molina (CO ) e si fecero import anti ricerche s ia paleontologiche che archeologiche nelle grotte lombarde. La Pr ima G uerr a Mondiale fermò tutta l’ att ività, e fu s olo nel 1 920 che s otto la guida dell’allora studente G . Natta (in seguito Nobel per la chimica), l’ at tività riprese come SUCAI Milano e nel 1 962 prese la denominazione definitiva di G ruppo G r otte Milano. Tr a le es plorazioni guidate da Natta ricordiamo quella all’ Arma del Lupo, in Piemont e (1 924), grotta che nelle esplorazioni di molti anni dopo (e t uttora in corso) divenne nota come la risorgent e di uno dei maggiori sistemi carsici in Italia, il sistema di Piaggiabella. Cent’ anni del G r uppo G rotte Milano. mis cele, dalle pr ime fatt e in casa con os sigeno ed idr ogeno (l’ elio di provenienza americana era ancora indis ponibile per l’ altissimo costo), 117 118 Nel 1 928, la pr esidenza passò allo s tudente Ar dit o D esio (conquistat or e del K2 e fondatore della geologia in It alia), ed in s eguit o a Cesare Chiesa. In questo per iodo vengono effet tuate numerose ricerche in profonde cav it à lombarde e una not evole at tività di pr oselitismo por ta alla nas cit a di parecchi gruppi grott e del CAI (D esio, Como, Bergamo, S. Pellegr ino). La guerra inter ruppe le attivit à e con l’ incendio del Museo di Milano, insieme ai s eques tri compiuti dai t edes chi dello schedario e catasto s peleologico, ritenuti di interess e militare, cost rinsero negli anni s eguent i i soci del G G M ad una completa revis ione di tutte le cav it à fino allor a s tudiate. In un momento di rinascita della divenne l’or gano ufficiale della neonata Società Speleologica Italiana. Nel 1 947 il G G M or ganizza il primo corso di speleologia s voltos i in Italia e or ganizza a Chieti il 3° congresso nazionale di s peleologia. Nel 1 948, lo scrivente inizia giovanissimo l’ att ività subacquea con l’es plorazione in s olit aria di alcune cav ità marine, e nel 1 950, inizia una serie di esplorazioni in parecchi s ifoni in Lombar dia, Venet o, Piemonte e Ligur ia. Nello stes so anno G iuseppe Occhialini par tecipa alla scoperta di una grande cavità nei Pir enei francesi, “la Pierr e St. Martin”, che r esterà a lungo la cavità più profonda del mondo con i suoi 1342 met ri di profondità. L’ attiv it à del gruppo si fa più at tiva e lo v ede tra apprendono nuove tecniche di disces a e di costruzione delle s calette leggere in alluminio, che pes av ano un quinto rispett o alle s cale allora in uso ed il sistema di illuminazione front ale con lampade a carburo s is temat e s ull’ elmet to. Ciò res e possibile l’ esplorazione di molte grot te profonde ed impegnative. Pur troppo, una serie di grav i incidenti funesta la speleologia italiana e pertanto si decide di fondar e, ins ieme a Tor ines i, Bolognesi e Faentini ed altr i gruppi s peleo, un corpo di “Soccorso Speleologico” che, nato nel 1965 come unit à indipendente, diventa poi parte integrant e del “Cor po Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico”. Nel 1 960, s ulla bas e della t esi di esplorazioni molto impegnative dalla “Equipe Cousteau” nel 1963 a Tahiti (Polinesia Francese), in G uinea Francese e nelle Bermudas, dove vengono esplorate alcune cavità immers e dette “ Blue Holes”, molto profonde. In seguito, nel 1 968, una cav it à s ommersa nei pressi di Mars iglia, viene esplorata con t ecniche sofis ticaste ed autorespirat ori ad aria liquida, permettendo ai sub di raggiungere, con mezzi meccanici di avanzamento e di illuminazione, distanze per allora as solutamente impensabili (3000 m senza vedere l’ aria sopra la testa; tappe di decompres sione di 3 ore; profondità massima 24m). Nel 1 962 si pas sa il pr imo sifone della grotta Masera di Careno e poco dopo con una squadra di punta s peleologia it aliana il G G M si pose t ra i più dinamici gruppi it aliani, considerat o che in quell’ epoca la s peleologia er a assai meno diffusa d’ oggi e che i gruppi veramente operat ivi s i contavano sulle punt e delle dita. Nel 1 946, un bollett ino ciclostilato “ Il G rottes co” nas ce e viene diffuso al prezzo simbolico di: “ un os so”; arretr ati: “ un os so con polpa” . Era diretto da un trio det to “dei t re esse” per i loro s oprannomi (Speleo, Spelato e Sifful) al secolo Sommaruga, Sartor io e Focarile. Qualche anno dopo questo bollettino si fus e con quello dello Speleo Club Univer sitario Comense, diventando quindi la Rass egna Speleologica It aliana, che success iv amente i membri costituenti della “SOCIETA’ SPELEOLOG ICA ITALIANA” e s ucces sivament e della Commissione Centrale della Speleologia del Club Alpino Italiano. L’ impegno ed il rigore s cientifico dei lavori del G G M, fa iniziare una proficua ricerca sulle sorgent i della Lombardia per conto del CNR e del Magistr ato delle Acque e vengono prodotti altri st udi scientifici che port eranno alla pubblicazione di test i t ecnici. I lavori fur ono svolt i soprattut to da A. Cigna, G . Cappa, E. D e Michele e G . Rondina. Nel contempo alt ri soci s ono invitati a par tecipare ad esplorazioni internazionali (G ouffre Berger) in Francia, dove laur ea del socio Servida, di alcuni anni prima, si iniziano una s erie di lav ori di ricerca nella G rigna Settent rionale, dove la gr ande densit à di cavità in poco s pazio, cos tringe ad iniziare la pr epar azione di cartogr afie di pr ecis ione in s cala 1 :1 000 (Cappa, Samorè, Bini, Pellegrini). G li ot timi r is ultati sono da s timolo e si localizzano ed esplorano col pas sare degli anni più di cinquecento grott e, t ra le quali r ecent emente vengono scoperti ed es plorati vari important i abissi che r aggiungono poi nel 1 996 i –1170 m di profondità nell’ abisso ”W le donne”. L’ att iv ità della squadra subacquea continua in Italia ed all’ es tero, chi s crive, viene inv it ato ad con R. Tommassini si superano cinque sifoni raggiungendo i – 1 20 m. La squadra subacquea totalizzerà nel 1 970/71 più di 4000 m di esplorazioni sub e circa 220 sifoni. Nei vari s ifoni va ricordato quello del “Tor reggione” (1 50 m), della “D ragonera” , del “ Pis del Pesio”, della “Bormassa” in Piemonte. Nel 1 968, dietr o richies ta da parte della Commiss ione Cinematografica del CAI, viene realizzato da A. Frigerio, il primo film it aliano sulla speleologia, “Lumen Z er o”. La fatica dei s oci del G G M viene premiat a dal v eder lo presentato nel 1 969 al “Fes tival Internazionale della Mont agna, Cit tà di Trento” con menzione speciale. 119 120 In quegli anni, dopo notevoli fatiche, nas ceva la Scuola Nazionale di Speleologia del CAI, emanazione del Comitato Scientifico Centrale, e quattro nos tri soci (Cappa, Potenza, Samorè e Tommas ini) furono nominati “prot ois truttori” destinati a formare, esaminare e a nominar e i futur i “ Istrut tori Nazionali di Speleologia del CAI”. Una carica prest igiosa venne confer ita nel 1 970 al nost ro socio Arr igo Cigna, nominato presidente della Società Speleologica Italiana e success ivament e pr esidente dell’Unione Internazionale di Speleologia (1 973/81 ). La consueta att iv ità esplorativa continuava a dare grandi s oddis fazioni s ia nelle Prealpi ed Alpi Lombar de, che in Sar degna, Su Palu” nella codula di Cala Illune, esplorata dal G ruppo per circa 7500 m nelle sue parti aeree. At tualmente il sist ema, ad oper a di vari gruppi italiani e, in part icolar modo sar di, r is ulta essere topografat o per circa 34 chilometr i. Altre ricerche sub sono effett uate, sia nella zona di Algher o (G r otta di Nettuno), che nella grotta del Bue Marino (D orgali). Le nuov e t ecniche di discesa e risalita su una sola corda trasformano in maniera dras tica il sistema di pr ogressione sopratt utto nelle grott e con sviluppo in pr ofondità; infatti l’ abbandono delle gloriose ma pesanti scalett e metalliche, l’ uso degli spit e dei tr apani a bat teria, facilità enormemente la discesa e s alino formato al 94% di salgemma, s i aprono, in un paesaggio allucinante, numerose cavità or izzontali e verticali. Una par te di esse s i riunis ce in una s ola cav it à di 4500 m con 23 ingres si scoperti in part e durante le nos tre s pedizioni e in part e negli anni successiv i dai colleghi Is raeliani. Sull’ argoment o v enne pubblicato nel 1 985 un volume monografico curato da A. Buzio. Il car so tr opicale dell’is ola di Luzon nelle Filippine vede nel 1 985, t re nos tri soci impegnati nell’es plorazione di 1 4 Km di galler ie, con interessant i scoperte ant ropologiche. Altr e s pedizioni internazionali ci v edono impegnati s ia a livello di G r uppo che di singoli s oci in Equador, in piena foresta pluv iale Calabr ia (M. Pollino), Campania. In Lombardia, nella zona del Pian del Tivano, si effettua la congiunzione t ra le grotte Z elbio e Tacchi, mentre delle secche par ticolarment e int ens e ci per mett ono di scoprire, anzi di r is coprire e s oprattut to di t opogr afare delle notevoli pr osecuzioni. Il collegamento idrogeologico effettuato collegherà poi il complesso con la risorgenza dei “ Falchi della Rupe” presso Nes so (Como). In Sardegna, ricerche s ubacquee in mar e mi permettono di scoprire ed esplorar e 450 m di galler ia sommers a nella zona di Cala Illune (Cala G onone, D orgali, N U), che si collega idrogeologicament e al grande complesso di “Su Spir ia, la risalita di pareti un t empo proibite; l’illuminazione, sia ad acetilene che elettr ica, div enta più efficiente grazie ai nuovi materiali. Ques te nuove possibilità e la facilità del tr asporto aer eo, fanno sì che un piccolo gruppo di amici può r ealizzare delle spedizioni in terre lont ane con un costo abbastanza ridott o. Un gruppo solido e ben or ganizzato come il nos tro, ha s aputo sviluppare vari contat ti con le altr e nazioni e quindi ha potuto compier e v arie spedizioni all’ estero. D i particolare rilevanza è stat a la s pedizioni in Israele del 1983- 84 su inv it o della Israel Cave Research Center dell’ Università di G erusalemme, dove sul Monte Sedom, sopra il Mar Mor to, in un enorme diapir o (1 985 e 1 986); Spagna (1 986); Cr imea (1 989); Indonesia / G iav a (1 991 ); Venezuela (1 992); Filippine (1 992); Albania Centrale (1 993); Mongolia e Borneo (1 995); Nicaragua (1 996); Cina (1 997); Bolivia e Vietnam (1 998). In ambito subacqueo qualcuno pr eferisce le acque calde dei mari t ropicali e int eressant i immersioni v engono effettuate in Yucatan (Messico, 1 992), Florida (1 993 in compagnia di alligatori affamati), ed altr e. La speleologia casalinga però r ichiede la s ua parte, e in G r igna le r icer che pr os eguono: nel 1 996 v iene raggiunta la profondità di 1 1 70 m nell’ abisso “W le D onne”, che risult a quindi esser e fra i più pr ofondi abiss i d’ Italia e nel 121 mondo. Sempre in G rigna, si raggiungono – 620 m dell’ abisso “Orione”, i –785 m dell’ abis so “Capitan Plaff” , l’abiss o dei “Marons G lacès” fino a m –574; l’ abis so “Paolo Trantinaglia” fino a –298 m; l’ abis so “Pr epar azione H” – 293 e la gr ot ta Mamalia –1 1 4m. Tut te queste es plorazioni vengono svolt e in compagnia di altri gruppi speleologici. Anche l’ area del Pian del Tivano riserv a s empre sor prese e superando un sifone, dopo un’ eccezionale per iodo di siccità,si avanza nell’ esplorazione della G rott a della Capanna Stoppani, topografat a per un totale di 8020 met ri. Ab isso Profond o D elle ricerche nella miniera di D ossena (BG ), por tarono alla scoperta della grott a “ Puerto Es condido” che raggiunge -250 m e più di 500 m di s viluppo. Nella zona del Passo dello St elvio, in Val Malenco, s ul ghiacciaio dello Scer scen, vengono es plorate la 122 G r otta del Ver onica (1 00 m) e la G r otte Morgana (350 m di s viluppo). I biologi D . Z anon e G . Tr ezzi si dedicano alle catt ure e conseguenti s tudi degli insett i caver nicoli di v arie gr otte del Veneto (tr a cui la Sluga della Preta), della Bergamasca, in Sardegna, oltr e a quelle est ere visitate durante le v arie s pedizioni di grotte all’es tero. Come risult ati di tut te quest e ricerche vengono scoperte una quindicina di specie animali completamente nuove (di cui sett e in Italia). Tra le attività “ gr ottesche” non va dimenticata anche l’at tività di s peleologia urbana, oss ia l’ es plorazione di cunicoli s otterr anei art ificiali ed altro di cui oggi s i è pers a la pianta o la Sforzesco di Milano da me visitati nel 1 945/46, quelli del cas tello di Tr ezzo, di varie cavità allagate etrusche, ed altr e. Rit engo dover oso rammentare la pubblicazione di cir ca un migliaio di articoli divulgativi, scientifici e specialistici, cosa molto importante per la s peleologia, per ché nessuna scoperta è valida se non è resa di dominio pubblico. Sono ques ti fogli di car ta stampata che r endono valida l’ attivit à del G G M, assai più che i pur importanti risult ati esplorativ i. Un ultimo grazie di cuore v a a tutti coloro, persone singole o gruppi italiani ed est eri che hanno collaborato fat tivament e col G ruppo G rott e Milano in quas i cento anni di attività e che lo spazio disponibile non mi ha memoria: ho rivist o quindi con piacere i cunicoli del Castello permesso di menzionare neppure in breve. 8.9 ATTIVITA’ ALPINISTICA E SCIIST ICA ALL’ESTERO La prima ascensione extraeuropea alla quale un socio SEM ha partecipato e di cui abbiamo notizia, è la prima salita al Cerro Tupungato m 6600 Cordigliera delle Ande, effettuata da G aspare Cavezzali (che ha inciso la sigla “ SEM” sulle rocce sommitali) nel 1 897. D a allora molti s ono i soci che individualmente hanno par tecipato a delle spedizioni o a dei raid sciistici all’ est ero, tanti che è impossibile citarli tutti. Ricordiamo di seguito soltanto i raid sciist ici e le spedizioni organizzat e recentemente sot to il pat rocinio dirett o della SEM: Tito Samorè A m a Dab lam 685 6m RAID SCIISTICI 123 ANNO N AZ IONE Z ONA 1 989 N orvegia Capo Nord 1 990 Is landa Parco Landamanlaugher 1 991 Svezia Sentiero dei Re 1 993 Is landa Parco Landmannlaugher 1 994 G roenlandia Isola di Ammansalik 1 998 N orvegia Jotunheimen 124 SPED IZ IONI ALPIN ISTICHE ANNO NAZ IONE – CATENA MONTUOSA MONTAG NA 1 985 Kenia Mt. Kenia, 51 00 m - Punta Nelion, Punta Bat ian, Punt a Lenana 1 995 Cile – Ar gentina – Ande Mt. Aconcagua, 6962 m 1 996 Bolivia – Ande, Cordillera Real Nevado Condoriri, 5596 m Perù – Ande, Cor dillera Blanca Nevado Alpamayo, 5947 m, via Ragni di Lecco – Casimiro Ferrari 1 996 Nevado Huana Potosi 61 20 m Nevado Pisco, 5752 m 1 997 Bolivia – Ande, Cordillera Real Nevado Condoriri, 5596 m Nevado Anchouma, 6427 m 1 998 India – Ladakh – Himalaya Mt. Kanghiatse, 6401 m 1 998 Nepal – Himalaya Ama D ablam, 6856 m “Spedizione Alice ‘ 98” G okio Ri Peak, 5360 Perù – Ande, Cor dillera Blanca Mt. Huascaran, 6768 m 2000 Pakistan D iran Peak, 7266 m 2008 Kilimanjaro Tanzania, 5895 m 2009 Uganda Ruvenzori, 51 09 m 1 999 Nevado Pisco, 5752 m 8.10 I GRANDI PERSONAGGI “SEM ” DEL PASSATO Le inevitabilment e brevi biografie dei “nost ri” per sonaggi, di seguito raccolt e, sono trat te dagli articoli di comme morazione pubblicati sulla Riv ista Mensile del CAI o sullo Scarpone scritti dai loro cont emporanei. Per chi fosse interes sato ad approfondimenti, riferimenti e copie degli articoli originali possono esser e tr ovati nella fornitiss ima bibliot eca s emina. Abele Miazza (1879 – 1914) Nacque a S. G enes io (PV), compì i suoi studi al Politecnico di Milano e fu uno dei personaggi che animava la vita alpinistica milanese del tempo. Compagno di cordata di Fas ana salì con lui le guglie della G r ignet ta e delle Pr ealpi lombarde. La sua carriera alpinist ica lo portò a effettuare la prima salita dell’Obelisco di G eisspfad, della Punt a Occidentale del Pizzo Cornera di Fuori, la prima salita del canale ghiacciato della Finestra di Boccar eccio, ecc. Effettuò moltissime salit e nelle Alpi Retiche e Lepontine. Una guglia (purt roppo gia pericolant e nel 1 986) nel gruppo Hasenhorn – Boccar reccio, da lui salita in prima assoluta il 9/1 1/1913, port a il suo nome. Professionist a alacre e s timato fu dipendente dell’Ente Autonomo Cas e Popolari; fu pure assistente alla cat tedra di architettur a pratica all’univer sità di Milano e fu chiamato in Italia meridionale a partecipare alla ricostruzione delle scuole dopo il terremoto siculo – calabro. Scompare il 17 Maggio 191 4 assieme ad Armando Venturoli e Attilio D el Vecchio dopo aver compiuto, con Eugenio Fasana, la prima salita della famosa v ia Albertini allo Spigolo Sud del Torrione Magnaghi Meridionale. Fasana racconta che una volta giunt i s ulla vetta i t re si fermarono a riposare, ment re lui slegatosi par tì in avanscoperta per cercare la via di discesa; d’un trat to un grido, torna s ui suoi passi, ma è troppo tardi, i tre amici sono caduti nel vuoto.... .. Una lapide comme morativa della disgrazia è affissa presso l’ ex nos tro rifugio Cavalletti a Pian dei Resinelli. Celso Gilberti (1910 – 1933) Nasce e si affer ma alpinisticamente nel suo Friuli. Entra nella Società Alpinistica Friulana a 15 anni e quando giunge a Milano (per motivi di studio, fr equent a il Politecnico di Milano) è già un famoso alpinis ta. D i lui Emilio Comici ha scritto: ”… era il vero Cavaliere della Montagna, verament e il più puro ed il più modesto che io abbia conosciuto; arrampicator e for midabile, credo fra i migliori e forse il miglior e …..”. Si iscrive alla SEM nel 1930, e con i nostri migliori arrampica sulle Alpi Centrali e poi Occidentali. E’ tra i pr imi a superare vie di sesto grado, allora il limit e 125 126 massimo. Entra nelle file del CAAI (Club Alpino Accademico It aliano) e fu pur e nominat o socio dell’ Oes terreichischer Alpen Club di Vienna. Precipita dalla Paganella con il suo compagno da una via perfettamente all’ altezza delle sua capacità in circos tanze mai chiarite a soli 23 anni. Lascia un curr iculum di 46 vie nuove, alcune di sesto gr ado, numerose prime ripetizioni di v ie aperte da alpinis ti italiani e stranieri ed un centinaio di altr e arr ampicate su tutt o l’ar co alpino. Per tramandarne la me moria, la Societ à Alpinistica Friulana er esse e dedicò al suo nome un r ifugio nel 1 934. Antonio Om io (1884 – 1935) Nacque a Lovere, si trasferì giovanissimo a Milano e nel 1903 si iscrisse alla SEM. Da allora la sua at tività alpinist ica non ha sos te ed innumerevoli sono le ascensioni compiut e; s i può affer mare che nessun angolo, anche il più recondit o, delle nostre Alpi non sia stato da lui v isitato. Lo sci lo attrasse in modo par ticolare, perché fu tra i primi a capire quali soddisfazioni si potessero trarr e dall’alpinismo invernale d’alta montagna; questo fu il suo più importante campo di att iv ità. D urante la grande guerra fu Capitano degli Alpini dove si guadagnò due medaglie d’ argento al valor e militare. Diciannovenne, fu anche fra l’esiguo gruppo dei fondatori della Sezione Sciatori della SEM, alla quale diede tutto il tempo e l’attività che gli rimanevano liberi dal lavoro e dalla famiglia. Fece part e del consiglio direttivo per molti anni, fino alla sua scomparsa. Col suo soprannome di “Tougnela” guidò i semini in innumerev oli gite ed escurs ioni. Nel 1935, ormai cinquantenne ma ancora attivissimo, accettò di partecipare alla fatidica prima ripetizione della via aperta poche set timane prima da Bramani, Bonacossa, Bozzoli e Negri sulla Punta Ras ica, che si trasformò nella più grave tragedia della storia della nost ra associazione e dov e pers e la v ita assieme ad altr i cinque alpinis ti. Ettor e Cas tiglioni (1908 – 1944) D i famiglia benestante milanese, si laureò in legge, ma non esercit ò mai dedicandosi ad altre at tività. Amava la letteratura e la musica, conosceva fr ancese, tedesco e inglese che gli s ervir ono egregiament e per la compilazione delle sue guide alpinis tiche. 127 Era conosciuto in tutto l’ambiente alpinistico italiano ed ester o. Fu socio SEM, socio CAAI e socio del CAI Milano. Formidabile è il numer o delle sue “prime” nelle Alpi: l’elenco pubblicato su una Rivista Mensile del ’54 in un articolo / biografia di Bonacossa occupa letteralmente t re pagine. Arrampicò con tutti i più grandi alpinis ti italiani del tempo: dai semini Bramani e G ilberti a D e Tassis e Vinatzer. La vicenda della sua morte è t riste e romantica: grande antifascis ta fu arrestato una prima volta in Svizzer a mentre accompagnava un gruppo di ebrei in fuga dall’Italia. Dopo un mese di prigione fu rilasciato ed espuls o dalla Svizzera. Castiglioni non cessò questi sconfinamenti e nel marzo del 1944 fu riconosciuto e ricatturato. Fu imprigionato in un albergo al pas so del Maloja e per impedirgli di fuggire gli furono r equisiti sci, pantaloni e scarponi. Era il 1 2 marzo, Castiglioni fuggì usando una coperta per coprirsi e stracci come scarpe, inseguit o, riuscì ad eluder e i gendar mi svizzeri e scollinò in Italia, in Valmalenco at travers o il pass o del For no. Pur troppo non raggiunse mai il fondovalle abitato; la tempes ta di neve che imperversava e l’inadeguato vestiar io ne causarono la mor te per as siderament o e sfinimento. Aveva solo 35 anni. Il suo cadaver e fu ritrovato soltanto tre mesi dopo, il 3 giugno, allo sciogliersi delle nevi. A lui il CAI Milano ha dedicat o un rifugio. Mario Zappa (1902 – 1949) Fu una magnifica figura di cittadino, di alpinis ta e di sportivo e la SEM fu il suo nido nel quale trovò l’ esempio e l’incoraggiamento di compagni che gli furono quasi frat elli. Z appa fu un campione di canottaggio e di sci agonistico. Larga eco ebbe la sua impresa (ass ieme a Cat taneo e Maggioni) di portare con la loro “jole” il gonfalone della cit tà di Milano alla redenta città di Trieste attraverso il Naviglio Pavese, il Po, la Laguna Veneta e il G olfo di Triest e nel 1 91 8. Come sciatore fu ripet utamente tra i primi nei campionati milanesi e lombardi (vinse due v olte questo t itolo nel ’ 26 e nel ’ 27), le sue s pecialit à: salto e discesa. Ma lo sci diede a lui ben più grandi soddisfazioni con lo s cialpinis mo, tr acciando inter minabili itinerari dal D elfinato alle Venos te, dal Vallese alle Dolomiti, dal Monte Bianco all’ Oberland Bernese. In estate messi a riposo gli sci si dedicava all’alpinis mo e le cuspidi della G rignet ta, delle Orobie, del Masino e del Monte Bianco lo videro a più riprese in 128 cor data con Bramani, Bozzoli, Fasana, Risari, Romanini, Vallepiana, Polvara e altri ancora in gran par te anch’ess i soci della SEM. Ad esempio nel 1 930 con i frat elli Polvar a, apr ì una via nuova alle Aiguille Rouges du Br ouillard che fece epoca. Nel 1935, sopravvisse alla terribile tragedia della Punta Rasica, dove persero la vita per congelamento e s finimento: Agostino Parravicini, Mario del G rande, Vittorio G uidali, Ant onio Omio, Piet ro Sangiovanni e Nella Ver ga. Era la lealtà e la generosità personificate: non mancava mai occasione perché agli amici più bisognosi perv eniss e un anonimo presente. E ancor oggi molti ignorano chi ne fu il donatore. Viveva per il suo lavoro, per la famiglia e per la montagna. D a lui prende nome la parete “Fasana” al Pizzo della Pieve, anticima Nord del G rignone. Fu un eccellente fotografo e cineasta. All’ Alpe Pedriola, sopra Macugnaga, la SEM ha costr uit o un rifugio che gli è st ato dedicat o. I suoi volumi: Eugenio Fasana (1886 – 1972) Nacque a Gemonio (VA), il 29 Apr ile del 1 886. Sotto ferma militare col battaglione Alpino Morbegno scopr e le montagne lombar de. E’ s ubito pioniere e salitore di montagne inesplorate. Dopo la ferma militare si trasferisce a Milano con la famiglia, si iscr ive alla SEM dove trova l’ambiente ideale per realizzare i propr i desideri. Inizia così la carriera alpinistica di Fasana: dappr ima la Grignetta, palest ra dei milanesi, lo Zuccone Campelli ed il Resegone, poi lo spazio si allarga alla bergamasca, alle montagne della Valt ellina, al Monte Rosa, ai giganti del Vallese. In G rignet ta, praticamente tutte le guglie, furono salite per primo da Fasana: il Sigaro, il Campanilett o, la Torre, la Lancia, il Fungo, il Torrione Palma, il Magnaghi Centrale e Meridionale. Innumer evoli le pr ime salit e su tutta la catena alpina. Nel 1915 è richiamato s otto le armi come ufficiale, fu maggiore degli alpini e decorato al valor e militare. Alla fine del 1919 rientr a a Milano e assume la carica di consigliere dirigent e della SEM, che con lui vive forse il suo periodo di maggior popolarità ed attività. Anche la s ua at tività alpinis tica riprende in pieno. Entra nel Club Alpino Accademico Italiano, i suoi compagni di cordata più fr equent i furono: il fratello Piero, Piero Mar iani, Enrico de Enrici, Ermino Dones, G igi Vas salli, Abele Miazza, Vitale Bramani, Antonio Omio, Elvezio Bozzoli Parasacchi, Aldo Bonacos sa, Ettore Castiglioni, Celso Gilbert i, Ugo di Vallepiana. Fu anche guida della regina Mar ia Josè e di papa Ratti. La sua v ita alpinistica fu anche segnata dalle tragedie: 191 4, dopo l’aper tura della nuova via “Albert ini” al Magnaghi Meridionale, la caduta dei suoi compagni (Abele Miazza, Ventur oli, D el Vecchio). Nel 1923 scendendo dal Petit Dr u fu colpito da un fulmine e rimas e temporaneament e paralizzato. Fu salvat o dai compagni: il fratello Piero e Vitale Bramani. 129 Fu anche un grande s crit tore, giornalista ed un discret o pittore. Nel 1 934 viene ammes so al G ruppo Italiano Scritt ori di Montagna. Uomini di sacco e corda, ed. SEM, 1 926; Il Monte Ros a (v icende, uomini, imprese) ed. Rupicapra, Milano, 1 931 ; Cinquant’ anni di vita della SEM, ed. SEM, Milano, 1 941 ; Quando il gigante si sveglia, ed. Montes, Torino, 1 945 Fu redat tore e poi collaboratore della rivis ta Le Prealpi, ha scritto centinaia di art icoli sulla Rivista Mensile del CAI. Vitale Bramani (1900 – 1970) La storia di Vitale Bramani va divisa in due parti: l’ alpinista e l’inventore delle rivoluzionar ie s uole VIBRAM. Iniziò la sua carriera alpinistica fin da ragazzo nell’ambiente familiare della SEM, col fratello maggiore Cornelio, con i fr atelli Fasana, Bozzoli Parasacchi, Barzaghi e alt ri ancora, arrampicò dapprima sulla Grignet ta, la montagna dei milanesi, allar gando poi man mano i suoi orizzonti a tutta la Lombardia e quindi a tut te le Alpi. Arrampicò con molti fuor iclasse dei tempi, oltre ai già citati, effet tuò salite con Castiglioni, Gilbert i, Negri, D e Tassis, ar rampicò anche con Re Albert o del Belgio. Per la sua intensa attività alpinistica e di apritore di nuove vie fu accolto nel Club Alpino Accademico Italiano. Il Bramani imprenditore iniziò con l’aprire un negozio di equipaggiamento alpinistico, in Via Spiga, che presto diventò il negozio di Milano più specializzato per l’alpinis mo e diventò centro di ritrovo per tutti gli alpinisti milanesi o di passaggio. Poi l’invenzione geniale: le suole degli scarponi di allora erano in cuoio pesante chiodate o semplici suole in gomma appena rugosa. Bramani ebbe l’ idea di stampare delle suole con dei chiodi incorporati (sempre in gomma), brevet tò queste suole con il suo nome: VIBRAM. 130 Ora le suole di VIBRAM sono applicate su quasi tutti gli scarponi e pedule del mondo, non solo per l’alpinismo ma anche per scarpe invernali, scarponi da lavor o, ecc. ; sono r iconos cibili per l’ inconfondibile ov ale giallo st ampato. L'autorità della sua competenza e del suo giudizio pacato e pratico, prevaleva spes so nelle discus sioni del Consiglio, perché non si limitava a " pres iedere" ma, pur circondato da collaboratori attivi, si assumeva la parte più onerosa di molti incarichi e la s oluzione pr atica delle quest ioni più spinose. Silvio Saglio (1896 – 1964) Nasce a Novara il 21 apr ile 1896. Avv iato agli s tudi tecnici, si diploma in ragioneria nel 1914 e prosegue poi gli studi iscrivendosi all'univer sità Bocconi di Milano. Partecipa alla prima G uerra Mondiale, inizialmente come soldat o e poi come sottotenente del G enio (fu richiamato alle armi nella seconda G uerra Mondiale con il grado di capitano ed il comando di un batt aglione). Al termine del conflitto ritorna all'università e, nel 1 921 , cons egue la laurea di dot tore in scienze economiche e commerciali. Es ercita quindi l'att ività di commer cialista che però male si adat ta con la sua passione per la montagna, col suo grande desiderio di vagabondar e per i monti. In contrapposizione all'esuberant e impulsivo dinamismo del suo predecessor e (Bozzoli Parasacchi), Silvio Saglio portò una nota più pacata, se pur alt rettanto attiva, nella gestione della SEM; continuando anzi accentuando lo scrupolo amminist rativo nell'oculata ges tione del patrimonio sociale, specialmente per quanto r iguardava i r ifugi e la sede sociale, portando la SEM a una solidità finanziaria che poche Sezioni potevano vantare. Si iscrive alla SEM nel 1 926 ed entra nel gruppo giovani arrampicatori semini: Vitale Bramani, Ettor e Castiglioni, Eugenio Fasana, Antonio Omio, Elvezio Bozzoli Parasacchi, con i quali apre parecchie vie nuove in G rigna, in Presolana, in Val Mas ino e nelle Pale di S. Mart ino; mos trandosi un alpinista medio ma tenace, che cons idera il rapporto con la montagna un mezzo per l'acquisizione di una gioia interior e. Si mett e subito in luce per la sua efficace attività di coor dinatore occupandos i dei problemi organizzativi della sezione, par ticolarmente nella direzione delle gite sociali, t racciando gli itinerari, la descrizione del gruppo montano o della vetta meta dell'escursione, i tempi di marcia e la logistica dell'avvicinamento, il tutto pubblicato su foglietti volanti ad uso e consumo dei part ecipanti dai quali, con s olerzia e pazienza, riscuoteva la s impatia e la stima. Il frutto dell'organizzazione delle gite sociali da Lui curate in SEM, ha dato origine alle monografie alpinistiche, sciistiche ed escur sionis tiche pubblicate per 247 puntate su " Lo Scar pone", fondato nel 1931 da un altr o socio della SEM, Gaspare Pasini, che man mano ampliate e perfezionat e sono poi culminat e nella collana " D a rifugio a rifugio". Nel 1950, dopo aver ricoperto diverse cariche sociali, Silvio Saglio è s tato eletto Presidente della SEM, carica che ha mantenuto fino alla s ua scomparsa il 1 9 luglio 1 964. 131 Tutto ciò con i notevoli impegni finanziari derivant i da: • • • • • acquisto del terreno adiacente al rifugio Tedeschi nell'agost o 1954, costr uzione del rifugio Z appa inaugur ato nel settembre 1 954, ristrut turazione ed ampliamento del rifugio Zamboni e collegamento con il rifugio Z appa nel 1 955, ricos truzione e ampliamento del r ifugio SEM Cavalletti inaugurato nel novembre 1 956, ampliamento con la costruzione della sala "Erna", al rifugio SEM Cavalletti nel 1 960. Non usciva una lira dalla cas sa che non ne fosse at tentament e vagliat o e contr ollato il motivo della spes a. A questo r isultato, non era estranea la messa in moto delle proprie vast e conoscenze che, facendo perno sulle s ue entrature, rius civa a pr ocurare qualche vantaggio materiale e/o morale alla SEM; la qual cosa lo rendeva felice e soddisfatto del suo operato. Era sempre disponibile ad esaminare ed accoglier e le richies te dei e volle fortemente la creazione della Scuola d'alpinis mo che, momenti d'incertezza, s i affermò tanto da venire classificata carattere nazionale; giustamente prese il suo nome e v enne a lui mortem. gruppi inter ni dopo i primi t ra quelle di dedicata post Fors e la SEM non ha fatto abbastanza per perpetuare la memor ia di Silv io Saglio fra i soci ed alpinis ti in genere, sia come suo presidente per la completa dedizione alla Sezione, che come Uomo per il grande impegno pr ofuso nell' ambito del CAI, al quale egli diede moltiss imo come dirigente: dal 1 945 è stato Consigliere Centrale, dal 1 946 al 1 955 è s tato vice Segret ario G ener ale, dal 1 956 al 1 958 è s tato Segr etario G enerale. Parallelamente è stat o des ignat o anche alle mansioni di: • Consigliere della Sezione di Milano dal 1 945 al 1 950 132 • • • • • • • Presidente della Commiss ione Toponomast ica del CAI dal 1 950, Presidente del Comit ato delle pubblicazioni del CAI, Consigliere del mov imento per la protezione della natura dal 1 952, Segr etario della commis sione organizzativa per la spedizione Italiana al K2, Membr o della Commis sione per la revisione toponomastica della carta d'Italia press o l' IG M. Membr o della Commis sione pr opaganda e Scialpinismo, D irett or e del Par co Valentino al Coltiglione. Ma la grande passione di Silvio Saglio, che ha prodotto il segno tangibile demandato ai posteri, è stata la s ua oper a di autore, redattore e coordinator e di innumerev oli pubblicazioni, guide e carte toponomastiche; prodotte quasi nella totalità nel dopo guerra, quando il suo impegno nell'ambito del CAI è s tato globale, anche se l'incarico di r edattore della "G uida dei Monti d'Italia", affidatogli dal TCI e che diede inizio all'attività di Silv io Saglio scrittore e fot ografo di montagna, la sua qualità più conosciuta, r is ale all'aprile 1 932. Lavoro di non poco conto se si considera che le sue guide, prima di esser e scritt e, erano vissute in prima persona scarpinando in lungo ed in largo per le Alpi, con l'ingombrante e pesante att rezzatura fotografica che non mancava mai, talvolta accompagnato da un allievo della Scuola Alpina della zona, t ra i quali si ha notizia di: • Lucio Brambilla, già s ocio SEM ed istr uttore della scuola di alpinis mo, • Nino Acquistapace, fut uro presidente della SEM. Queste " sgobbate" duravano talvolta più di un mes e e si ripetevano quasi ogni anno; ad esempio: per preparare la guida Alpi Retiche Occidentali della collana "D a rifugio a rifugio" , Silvio Saglio percorse in un mese dell'estate 1952, ben 400 chilomet ri in montagna s uperando comples sivamente più di 100 mila met ri di dislivello. Impres e che, unitamente agli eccezionali meriti culturali in campo alpinistico, nel 1 949 gli v alsero l'ammissione nelle fila del CAAI. Il panorama della produzione editoriale curata da Silvio Saglio è molto vasto e spazia in: • • • • • guide di attività alpinistiche, sciistiche, scialpinis tiche, escursionistiche, principalment e edite dal CAI-TCI, dal TCI, ma anche dalla Sezione di Milano e Sot tosezione Tecnomasio, dalla SEM, da La G azzetta dello Sport, annuari, rivis te, guide regionali, annuar io generale dei Comuni d'Italia, per il TCI, opere edit e dal CAI, dal CAI- TCI, dall'ENIT ed un manuale tecnico edit o da Montes, articoli per le rubriche de Lo Scarpone, La Rivista mensile del CAI, Le Vie d'Italia, Bollettino del TCI, saggi di s toria dell'alpinis mo, argomenti tecnici e r ifugi, botanica con evidenza delle caratter is tiche es tetiche e medicinali dei fiori alpini, 133 • carte toponomastiche edite dal CAI, dal TCI, dal R. A. C. I. . Non esiste un elenco completo dell'imponente attività editor iale di Silvio Saglio, ma la maggior par te delle guide sono consultabili presso la Biblioteca della SEM o presso la Biblioteca Nazionale del CAI, come pure gli articoli apparsi sulla st ampa sociale; mentre i documenti, tutte le fotografie, i libri e il suo archiv io pers onale, s ono cons ervati press o il Centr o di D ocument azione del TCI. Non ci si può però esimere dal citare le collane delle guide più importanti: "Da rifugio a r ifugio" e " Guida dei Monti d' Italia" , nonché il trattat o "I cento anni del Club Alpino Italiano", che rappresentò per Silvio Saglio il canto del cigno, per i sei argomenti più impor tanti da lui pres entati e consistent i nel 50%dell'opera. Silvio Saglio è s tato un Uomo tanto modesto e schivo da mantenersi distant e dalla notorietà ed anche dalle immagini, nonostante non gli s ia mancata l'occasione per la Sua rilevanza nei vari ambiti frequentati; ques to forse spiega perché non ha ricevuto onor ificenze dalle istituzioni che tant o devotamente e fedelmente ha servit o. Ambr ogio Risari (1902 – 1963) Arriva alla SEM nel 1927 proveniente dalla SOEM (Società Operaia Escursionisti Milanesi), auto scioltasi per non accet tare l’impos izione del regime fascista di aggr egarsi a altre associazioni più “contr ollate”. Nella SEM trova il clima fr ater no che cercava e rimarrà socio e attivo dirigent e dell’associazione per tut ta la vita. Nel 1 927 è già un affer mato campione di sci, la sua carriera agonistica prosegue anche nella SEM. Nel 1927 è primo nella prova individuale di combinat a nordica: fondo e salto; secondo nella gara a squadre di fondo nello Sci d’ Oro del Re, gara per st udenti univer sitari e secondo a Ponte di Legno. Nel 1 928 partecipa al campionato lombardo dove si clas sifica secondo nel salto e terzo nella prova di sci di fondo. Nel 1 929 bissa il secondo posto del ’27 nel Campionato Nazionale Univer sitario. Nel 1930 è primo nella prova di sci di fondo al campionato lombardo. Partecipa a tantissime gar e individuali e a squadre, tra cui la rinomata Staffetta dello Stelvio. Fa parte del comitato organizzator e delle numerose gare e gite s ociali sciistiche dirett e dalla SEM. Per lunghi anni fu pres ident e dello Sci SEM. Fu anche un discreto alpinista e scialpinis ta: ricordiamo la prima ascensione invernale sul versante valtellinese del Pizzo Legnone 2610m con gli sci, le 134 arrampicate su tutte le cime della Val Masino, ove er a di casa, le salite di tutt e le cime del Bernina e l’intens a at tività scialpinis tica nel gr uppo del Rosa. Ma il motivo per cui Ambrogio Risari è così impor tante per la nostr a associazione ricercato perché portava nella cordata un entusiasmo esuberante che non si spegneva neppure nei momenti difficili. Entrò a far parte del CAAI (Club Alpino Accademico Italiano) nel 1 929. è la sua attività volontaristica di costruttore e ris trutturator e dei nostri rifugi. Oper e alle quali ha dedicato parecchio tempo libero, sia per la progettazione a tav olino che nell’ attiv it à materiale di costruzione. A causa della guerra, col suo duro seguito, abbandonò, come t anti alt ri, il grande alpinis mo, ma non abbandonò la montagna: si diede all’ escursionismo ed al turismo alpino. Elenchiamo le sue realizzazioni: Presidente della SEM dal 1945 al 1950, fu chiamato a ricoprir e la carica di Segretario G enerale del CAI dal 1946 al 1 955 e quindi quella di Vice Pr esident e dal 1 957 al 1 967. • • • • • • • • 1937, progettazione e cos truzione della capanna “Antonio Omio” in Val Masino, 1944, progettazione e cos truzione della cappelletta “Giorgio Maggioni” al Pialeral. 1946-’47, ricostruzione dalle fondazioni, su progetto completamente nuov o, della capanna “ Mar io Tedeschi” al Pialeral, distrut ta durante la guerra. 1 948, ricost ruzione della capanna Omio anch’ es sa distrutta durante la guerra. 1952-’54, progettazione e cost ruzione della capanna “Mario Z appa” all’ Alpe Pedriola con r elativo acquedotto di oltre 700 metr i con ammodernamento e sopralzo della capanna “Rodolfo Z amboni” e suo collegamento allo Z appa. 1953, progettazione e cost ruzione della cappellet ta “Ermanno Pisani” sulla morena del Monte Rosa a Macugnaga. 1954, progettazione e cos truzione della cappelletta “ Mario Z appar oli” sempr e al Monte Rosa. 1954-’55, 1955-’ 56, rifacimento ed ampliamento della capanna “SEM Cavallett i” ai Resinelli, con relativo acquedotto sos pes o sulla Val G rande. •• 1 959-’ 60, cos truzione della Sala Erna alla capanna “SEM – Cavallet ti”. Elvezio Bozzoli Parasacchi (1898 – 1969) Nat o a Milano nel 1898, mosse i suoi primi pass i su roccia con Eugenio Fasana e fr equent ò alpinisti della SEM come Vitale Bramani, Carlo N egri ed Ettor e Castiglioni. Pur essendo un forte arrampicator e, solitamente non fungeva da capocordata quando arrampicava con compagni ai quali, per sua innata modestia, si riteneva inferiore, gli bastava far parte della cordata, t ra amici dalle stess e as pirazioni. E questo fu sempr e il suo, apprezzatissimo, modo di intendere e praticare l’ alpinismo. Risiedendo a Milano, la sua attività si svolse prevalentemente in Lombar dia, ma av endo amici ovunque, s i spins e sovente lontano, specialmente in Dolomiti. Ot timo scialpinista, oltr e che ar rampicatore era un compagno 135 Per la sua speciale at tività nel sodalizio gli fu attribuita nel 1967 la Medaglia d’ Oro del CAI. Per la SEM, fu il presidente della ricost ruzione e seppe coordinare l’ attiv it à dei Saglio, Risari e di tutti i membri del cons iglio. Nino Acquist apace (1914 – 2005) G IOVANNI ACQUISTAPACE, per tutti e da sempre, “il Nino” nasce il 2 agosto del 1914 a Lecco, tra il rione Cast ello e quello di S. Giovanni, proprio sotto il par etone del Medale e alla vista del Resegone. Come maggior e di due fratelli e due sorelle e con la famiglia che si trasferisce a Milano il lavoro è il miglior pass atempo fino al serv izio militare. Da militar e, arruolat o negli Alpini, viene assegnato come “por tatore di at trezzature” a Silvio Saglio, ex pr esident e della S. E.M. e personaggio di prestigio nel C. A. I. e nel T.C.I. , che stava iniziando a preparare i primi volumi della famosa “G uida dei Monti d’Italia” e che lo introduce all’alpinismo. Dopo il servizio militar e, a Lecco, conosce Riccardo Cassin di cui diviene amico e che profondament e ammir a. Nel 1939 la salita “da primo” della Parete Fasana s ul Grignone lo avvia ad un periodo breve di arrampicate sulla nos tra Grigna. Poi la guerra mondiale blocca tutt o. Nel 1 945, congedato dagli Alpini, si iscrive al C. A.I. e nel 1 951 alla S.E.M., dove fin dall’inizio e per t antis simi anni ha pr ofuso tut te le sue ener gie. Nel frattempo sv olge una seria attività alpinistica di arrampicata soprattutto sulle nos tre G rigne. Magnaghi, Fungo, Angelina, Teres it a, Cinquant enario e tante, tante delle guglie e 136 delle pareti di calcare bianco incominciando a por tare con se il giovane figlio Claudio per contagiarlo della stess a pas sione. D al 1 960 entra nella “Scuola Nazionale di Alpinis mo Silvio Saglio” come Ist ruttore prima e come Vicedirettore poi- D al 1966 è s tato l’ins tancabile organizzatore di numerose edizioni del “ Collaudo Anziani” della S. E. M. e di un numero incalcolabile di G ite escursionistiche. E’ stato a lungo Consigliere, poi Vicepresidente e infine Pres ident e della Ns Società, dal 1 973 al 1 981 . Nel 1 991 conquista lo Scarponcino d’ Oro, l’ ambito pr emio del “ suo” Collaudo. Sempr e animato dalla voglia di conoscere nuovi orizzonti, dopo il primo infarto che lo colpisce nel 1984, smett e di arrampicare e reagendo con forza si dedica ancora e con più voglia all’ Escursionismo. Le Alpi tutte ma soprattutt o le “sue” G rigne, le “sue adottat e” Dolomiti ma anche l’ Appennino lo vedono pestare i lor o sentieri appoggiandosi ai fidi bast oncini. Nove “Alte Vie”, spesso accompagnando l’adorata nipotina alla scoper ta del “suo” mondo, e poi ancora avanti e avanti. Paolo Caimi A lui è dedicato il Canalone Caimi alla G rigna Meridionale. Fu consiglier e SEM. Egidio Cast elli Fu Presidente della SEM, ha compiuto con Risari la prima ascensione invernale sul v ersante valt ellinese del Pizzo Legnone 261 0m con sci. Ettor e Cler ici Fu consigliere SEM. A lui è intitolato il torrione Cler ici in G rigna salito per la prima volta da G iuseppe D orn. Erminio D ones D a il nome al Sigaro, gruppo dei torrioni Magnaghi, al Dito. Con Fasana effettuò la prima all’ Ago Teresita. Giuseppe D orn D a il nome allo Spigolo Dorn al Magnaghi Meridionale. Fu autore tra l’ altro della prima salita al Tor rione Cler ici. La S.E.M. gli dedica, intitolandoglielo, il “Corso di Escursionismo”. Poi nel 2004 gradatamente, le sue presenze in Sezione si diradano, l’età e la malattia lo piegano e nell’aprile del 2005 si spegne con un’ultima battuta: “Peccàà che go de morì a nov antun agn, pens av i de rivàà a novantadu !” Piero Fas ana Fratello di Eugenio, grande alpinis ta, socio SEM e membro del Club Alpino Accademico Italiano (CAAI). Ricordiamo di seguito altri soci che furono importanti per la storia della nostra associazione, ad alcuni di questi è s tata dedicata una cima, una vet ta, una manifestazione, un rifugio. Paolo Fer rari Fu consigliere e s egretario della sezione. Va ricordato per la sua important e collaborazione con il CAI Centrale soprattutt o per quanto riguarda gli aspetti st atutari del sodalizio. Art uro Andreolet ti Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI. Ores te Biella Consigliere SEM, a lui è dedicata la punta Biella 3079 m nel gruppo del Bernina, salita per la prima v olta dai soci Giuseppe Brambilla, Battista Robbiati e D omenico Volpi Franco Bozzini Presidente della SEM dal 1 982 al 1986, fu protagonis ta di numerose iniziativ e che contribuirono a mant enere alto in nome della nos tra società, sotto la sua pres idenza furono av viati lavori di r istrut turazione dei nost ri rifugi. Cornelio Bramani Fratello maggiore del più famoso Vitale, fu anch’egli un buon alpinista, fu per molti anni nel Consiglio D irett iv o della SEM. 137 Giuseppe Marcandalli “ Pino” Presidente della SEM dal 1987 al 1998. Sotto la s ua presidenza la SEM celebrò magistralmente il centenario della costituzione. Eugenio Mor aschini A lui è dedicata l’ omonima torre in G rigna. Cesare Morlacchi Fu Segretario dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, autore delle prime raccolt e di itinerari sentieri Prealpi Lombar de e v er banesi edite dal TCI. Antonio Par ravicini Fu socio CAI Milano, socio e consigliere SEM. Il CAI Milano gli ha dedicat o la Scuola di Alpinismo. 138 Luigi Pizzini Fu socio CAI Milano, s ocio e consiglier e SEM. Il CAI Milano gli ha dedicat o un rifugio. Alfio Popi Per molti anni consigliere SEM, fu il responsabile del Gruppo Sci per molti anni. Sotto la sua guida furono organizzati corsi per lo sci di discesa, lo sci di fondo. Fu uno dei propugnatori dell’at tività scialpinistica e gr azie a lui nacque il Corso di Scialpinismo ed il Corso di Sci Fondo Escursionistico (a lui è stata dedicat a la Scuola di Sci Fondo Escursionismo), due tra le realtà più at tive della sezione. Assieme agli alt ri r esponsabili milanesi inventò il Campionato Milanese di Sci Fondo. Carlo Por ta Fu socio CAI Milano e socio SEM. A lui è intitolato il Canalone Porta sulla G rigna Meridionale ed anche il rifugio del CAI Milano ai Pian dei Resinelli. Aris tide Sala Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI. Olindo Schiavio Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI. Guido Silv estri Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI. Mario Tedeschi Fu socio SEM, CAAI e presidente del CAI Milano. A lui fu dedicato il nostro rifugio al Pialeral distrut to dalla valanga nel 1 986. Ettor e Zapparoli Morto sul Monte Rosa Pietro Zoia G rande campione di sci, a lui fu int it olato un tr ofeo sciistico: Il Trofeo Z oia. 9. ATTIVITA’ DEI SOCI NEL CAI CENTRALE E REGIONALE D all’ingresso nel CAI la SEM ha avuto rappresentanti negli organi nazionali e r egionali dell’ist ituzione centrale, che s i menzionano per il rilevante ruolo rivestito: Elvezio Bozzoli Parasacchi Segretario G enerale del CAI dal 1946 al 1955, Vice President e del CAI dal 1956 al 1 967, è st ato ins ignito della Medaglia d’Or o del CAI nel 1 967. Giuseppe Marcandalli Consulente volontario per le problematiche collegate alla gest ione del personale in pianta or ganica dell'Organizzazione cent rale dal 1987 al 1988. Consigliere Centrale del C. A.I. dal 1989 e Segretario G enerale del CAI dal 1 990 al 1 995. Componente del Nucleo di Valutazione sull’ Attività dell’ Ente dal 1 999. Per l’impegno profuso ha meritato la Medaglia d’oro del Convegno delle Sezioni Lombarde del CAI, che gli è s tata assegnata nel 1 999, dove è stato Segretar io sin dal 1 970. Silvio Saglio Consigliere Centrale nel 1945, Vice Segretario Generale dal 1946 al 1955, Segretar io G enerale del CAI dal 1956 al 1 958. Tralasciando l’elenco dei moltissimi che nel t empo hanno profuso le loro energie per il sodalizio, ma hanno concluso i mandati e non sono più in carica, attualmente sono appart enenti: Claudio Bisin Is trutt ore della Scuola Regionale Lombarda Alpinismo e Scialpinismo. D av ide Bos si Commis sione Regionale Lombarda di MTB. D olores D e Felice Commiss ione Centrale di Alpinis mo Giovanile e Delegata del CAI nella Yout h Commis sion dell'UIAA. Or este Fer rè Is truttor e della Scuola Centrale di Alpinismo del CAI dal 1982 al 1 994, dal 1995 è ist ruttor e della Scuola Regionale Lombarda Alpinismo e Scialpinismo. Giacomo Galli Is trutt ore della Scuola Regionale Lombarda Alpinismo e Scialpinismo. 139 140 Samuele Manzotti Pr esident e della Commis sione Regionale Lombarda Rifugi per molti anni e ora Pr esident e della Commis sione Centrale Rifugi. Membr o della Commiss ione per la Reciprocità del CAI con gli altri Club Alpini delle Alpi. Mario Polla Commis sione Regionale Lombarda Alpinismo G iovanile. 1 0 G E N TII D D E A S C AZ Z O NE 9 4 O GG GII 10 0.. III D DIIR RIIIG GE EN NT DE ELLLL’’’A AS SS SO OC CIIIA ZIIIO ON ED DA ALL 1 19 94 45 5A AD DO OG Prima del 1 931, la SEM fu dir etta da biunvirati, triunvirati ed altre forme, durant e il periodo del fascismo, esattamente nel ’29, alla SEM fu impos to un Commissar io Regio. D al 1 931 in poi si cons olidò la figura del Presidente. Il nostro s tatuto odierno, prevede l’elezione di tredici consiglieri da part e dell’ assemblea dei s oci; che durano in carica tre anni. Il Consiglio elegge al suo interno il Presidente che dura in carica non più di tr e anni. Egli è rieleggibile una prima volta e può es serlo ancora dopo almeno un anno di inter ruzione. Piero Risar i Comitato Elettor ale del CAI. I personaggi, i consiglieri, i president i che fecero parte dei consigli direttiv i della SEM fino al dopoguerra sono elencati nello scritto intitolato: “Il Ricordo dei Predeces sori”, trascrizione dell’ interv ento fatto da Paolo Ferrari in occasione del 70° Anniversario di Fondazione dell’associazione. L’ Albo d’Oro dell’associazione, stampato un occasione del centenario, ricorda anche i dirigent i più r ecenti. Ques te due pubblicazioni sono disponibili in sede. Segue l’elenco dei presidenti che hanno guidato l’associazione dal dopoguerra al presente: 141 - 1945 – 1 950 Elv ezio Bozzoli Paras acchi - 1951 – 1 963 Silvio Saglio - 1964 – 1 969 Bruno Romano - 1970 – 1 971 Filippo Belotti - 1972 - 1973 – 1 981 N ino Acquistapace - 1982 – 1 986 Fr anco Bozzini - 1987 – 1 998 G ius eppe Marcandalli - 1999 – 2000 G ianfranco Fav a (Jeff) - 2001 – 2008 Enrico Tormene - in carica Piero Risari Robert o Cr es pi 142