6. attivita` culturali e pubblicazioni 6.1 la commissione culturale

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6. attivita` culturali e pubblicazioni 6.1 la commissione culturale
Le attività cultur ali della SEM si s volgono
lungo tutto l’ arco dell’ anno. Conferenze,
proiezioni di video e diapos itive,
6. ATTIVITA’
present azioni di libr i, si suss eguono con un
calendario fitto di eventi.
CULTURALI E
La SEM organizza un concorso fot ografico
biennale dedicato alla fot ografia in
PUBBLICAZIONI
montagna ed ha organizzat o cor si di
fotogr afia per insegnare i migliori sistemi
per meglio v alorizzare l’ ambient e alpino.
L’ ampio corridoio d‘ingres so ospita
permanent emente mostr e fotografiche e di
quadri a r otazione mensile realizzati da
nostri s oci. Illustra le attività dei cors i e le
foto delle gite.
6.1 LA COMMISSIONE CULTURALE
SCIENTIFICA
All'interno della Sezione CAI SEM di Milano è partito, nell’anno 2007, un
programma di attività culturali-scientifiche, con marcate carat teris tiche
divulgative e di s ensibilizzazione.
Lo scopo principale della neonata "Commissione Culturale-Scient ifica" della SEM,
in armonia con lo spirito del CAI, è quello di diffondere la conoscenza della
mont agna da tutti i punti di vista, incoraggiandone ove pos sibile la difesa
dell'ambiente nat urale.
In questo cont esto anche la SEM, per il tramite della Commissione CulturaleScientifica, int ende por si come at tivo interlocut ore per la popolazione locale.
Si è ritenuto, infatti, che offrire una visione della montagna quale luogo vivo di
tradizioni storiche, unicità cult urali e r icchezze ambientali, t ramite un maggiore
approfondimento di ciascuno di quest i aspet ti, rappres enti una straordinaria
opportunit à per cont rapporsi ad un uso consumistico e fine a sé s tess o che si fa
a volte dell’ ambient e montano.
Quindi, più che un " laborat orio
culturale" inter no alla Sezione,
destinato a pochi appassionati
e/o es perti, la Commissione
Culturale Scientifica SEM s i
pone quale valido st rument o di
diffusione della conoscenza di
temi iner enti ambiente, cultura,
tradizione e storia della
mont agna.
b iblio te ca
e
corrido i esposizio ne
La pr oposta della SEM si indirizza ver so i cittadini di Milano e Prov incia, soci
SEM, CAI e simpatizzanti, conoscenti, esper ti e potenziali futuri collaboratori,
sia a livello organizzativo che didattico, eventuali potenziali sponsor, etc. ; la sua
peculiarità risiede nell'abbinamento fra "conoscenza" e "frequentazione" , che
nell'ambito di escursioni in ambiente, organizzate in seguito a specifiche serate
divulgative, consente ai partecipanti di approfondire e verificare in prima
persona i temi tr attati durante alcune di es se.
Questa for ma di diffusione della cultura è ris ultata molto efficace, in quanto
fonte di comunicazioni " multisensoriali" e “multimediali”, che sollecitano in prima
istanza i sensi della vista e dell’udito, utilizzati durante le presentazioni in sede,
fino a coinvolger e anche altri sensi quando non l’intera per sona, nel suo
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complesso di "vissuti" , conoscenze ed emozioni, oltre che di espressione
corporea, in occas ione delle uscite in ambiente.
Oltre a quanto sopra descritto, le at tività della Commiss ione Culturale
Scientifica SEM possono includere anche escursioni di carattere più generale,
indipendenti e " sganciate" dalle conferenze, tese a far conoscere e valorizzare
nel loro complesso aree montane di particolare interesse; oppure mini-corsi
specialistici, finalizzati all'approfondimento di par ticolari temi; o ancora,
serat e-ev ento in cui per sonaggi di grande cultura ed es perienza si
“r accontano”…quest i sono solo alcuni esempi di come la Commissione abbia
operato, dall’ inizio delle pr oprie at tività.
Il livello delle conoscenze
tratt ate intende por si ad
uno s tadio medio/alto, per
dare valore alle att iv it à
proposte ed evidenziare
l'aspet to di diffusione della
cultura, che pur richiedendo
un linguaggio e temi fruibili
da un pubblico ampio e
variato, deve
necessariamente offrir e
contenuti di qualità.
La Commissione Culturale Scientifica nasce su st imolo di D olores D e Felice
(AN AG – ONC), a cui si sono pront ament e uniti Laura Posani (ISFE), Sergio
Confalonieri, originando un nucleo programmatico e gestionale delle attività
didattiche ed organizzative al quale, di volta in v olta, si sono affiancati esperti
e/o collaboratori interni ed es terni.
Il progetto ha trov ato da subito riscont ri pos itivi all'interno della Sezione e
gode attualmente di una buona partecipazione e propositività da parte di s variati
Soci SEM riscuotendo alt resì un certo interes se anche nell'ambito di realtà
culturali ester ne alla Sezione, consultat e a scopo di collaborazione.
Botanica, ecologia, zoologia, geologia e geomor fologia, climatologia, as tronomia,
topografia, meteor ologia, archeologia, glaciologia ma anche aspetti storici e
tradizionali della montagna nonché temi di attualità, nozioni pratiche
/applicative, sono s tat i i diver si temi tr attati nel corso di questi tre anni della
Commissione.
In par allelo, la visibilità della SEM presso la stampa sociale e anche in altri
ambiti è cresciuta sensibilmente, grazie alle comunicazioni delle proprie
iniziat ive diffuse (e r icer cate) in sv ariati ambiti, istituzionali e non.
Per quanto riguarda gli ar gomenti t rattat i, l’ anno 2009 in part icolare è stato
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l’ anno dei grandi viaggi: dalle montagne del Borneo ai Balcani, dalle grott e del
ghiacciaio del Mor teratsch sino a giungere sulla cima del Rwenzori (con la mitica
spedizione della SEM)…. ma anche le montagne d’Italia sono state lungamente
“virtualmente” percorse, alla riscoperta di luoghi quasi sconosciuti o ormai
dimenticati, lungo le antiche vie di comunicazione lombarde o alla ricerca degli
antichi manieri, fortezze, castelli in Piemonte….
E’ stato anche l’anno in cui si sono “celebrati” grandi personaggi dell’alpinismo
moder no, quali Karl Unterkircher o Riccardo Cassin, ma s ono st ate anche “rivisitate”
antiche tr adizioni alpine, tradotte in cant i popolari e proposte in una vest e
“inusuale”, ma gradevolissima, dal Coro CEM D ecorati di Milano.
L’anno 2009, inoltre, è stato proclamato dall’ ONU “Anno internazionale
dell’ as tronomia” e la Commissione Culturale Scientifica non si è fatta sfuggir e
l’ occasione di celebrare questo importante evento con l’ultima serata propos ta in
dicembr e: la vera storia della “cometa di Natale”, proposta nientemeno che dal
D irettor e Scientifico del Planetario di Milano…
Dalla semplice, sperimentale propos ta divulgativa degli inizi, che non senza qualche
fatica s i s tava facendo strada cercando in vari ambiti la collaborazione di relator i,
Enti ed As sociazioni varie, la Commissione Culturale Scientifica in poco t empo si è
evoluta rapidamente, conquis tandosi il ruolo di vero e pr oprio “ laboratorio culturale”
e prezioso strumento di conoscenza e di visibilità per la nostra Sezione, a cui s empr e
più spess o afferiscono delle proposte di collaborazione provenient i dagli ambiti più
svariat i…un ver o motivo di soddisfazione, per la SEM!
Considerando la sempre maggiore
necess ità di conos cere v eramente
nel profondo tutt e le istanze e tut ti
gli aspetti delle nostr e meravigliose
mont agne, si può decisamente dire
che la nos tra Commissione Culturale
Scientifica s ta operando nel pieno
rispetto dell’art. 1 del regolamento
del Sodalizio :
« Il Club alpino italiano (C.A.I.),
fondato in Torino nell’anno 1 863 per
iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in
ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di
quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.»
E di questo, c’ è da es serne davver o or goglios i…
Dolores De Felice
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6.2 LA BIBLIOTECA
La biblioteca della SEM è una biblioteca “storica”, attiv a sin dai primi anni di vita
del sodalizio e ricca di più di 2500 volumi, che spaziano su tutti gli argomenti
attinenti la mont agna, copr endo un arco di tempo di un secolo e mezzo.
E’ int it olata a Et tore Cast iglioni, important e figura
dell’ alpinis mo degli anni a cavallo t ra le due guerr e
mondiali, s crittore di numerose guide alpinistiche tra
cui ben quattro della collana “G uida dei Monti d'Italia”
ed ex s ocio della SEM.
E’ or ganizzata in v ari settor i a seconda del tipo di
pubblicazioni e compr ende t ra l’ altro: libri di
letter atura alpina e poesia, tes ti s cient ifici di
geologia, biologia, antropologia, architett ura in
mont agna, mor fologia alpina, oltre a numeros i manuali
relativi alle attività s portive realizzabili in montagna.
Il settor e più consultato è naturalmente quello delle
guide alpinistiche ed escursionistiche. La bibliot eca pos siede numerose guide
delle Alpi ed Appennini e parecchie sulle montagne di tutto il mondo. Possiede
anche un discr eto numero di cartine topografiche aggiornate che coprono
completamente l’arco alpino e in part e altri settori montuosi. G uide e carte
topografiche sono in effetti frequentemente consultate per la pr eparazione
delle uscit e escursionistiche e alpinist iche che la SEM organizza durante tut to
l’ anno s ociale.
Inoltre s ono raccolte tut te le pubblicazioni emes se
negli anni dalla SEM e dal CAI (Le Prealpi, La
Tr accia, Lo Scarpone, La Rivist a Mens ile) ed anche
pubblicazioni di alt ri club alpini europei. Pregevoli
sono le copie di alcune annate dell’ Alpine Jour nal di
inizio ‘ 900.
Es iste anche una biblioteca s peleologica gestita
direttament e dal Gruppo Grott e Milano. Questa
biblioteca, molto specialistica, oltr e ai libri stampati
dal gruppo grot te durante tutti gli anni di attività,
include relazioni, pubblicazioni, scritti di tutti gli
altri gruppi s peleologici italiani ed est eri. Conta
anche molte pubblicazioni a caratt ere scient ifico
sempre attinenti l’ ambiente grott e.
Tut ti i volumi della biblioteca sono consultabili in sede durante l’orario di
apertura della biblioteca (v edere il sito web della SEM www.caisem. org) ed una
parte di essi (cir ca 1 /3) è fruibile t ramit e il pres tito a domicilio.
Appr ofitt ando del trasloco nella nuova sede, è stato riorganizzato il database
informatico che contiene il catalogo della biblioteca e che può es sere consultato
sia in sede sul personal computer della biblioteca che da casa sul sito web della
SEM.
Nel patrimonio storico della biblioteca va poi annoverato un interessante
archiv io di carte topografiche, che vanno dalla s econda metà dell’ottocento alla
prima metà del novecento.
In biblioteca sono consultabili alcune riviste di montagna
e natura ed esiste un settore video con documentari e
film a sogget to alpinistico, che possono essere pr esi a
prest ito. La biblioteca ha collezionato libri fin dal periodo
della fondazione dell’ associazione. Il volume più antico “Le
vicende della Brianza e de' paesi circonv icini” di Ignazio
Cantù è del 1 853, ma s ono più di un centinaio le opere che
datano prima del ‘900. Molti di questi volumi, scritti da
nostri concittadini (abbiamo copie autografe dell’autor e),
rappresent ano una preziosa testimonianza di un secolo e
mezzo di s toria alpinis tica e milanese.
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Le attività della bibliot eca hanno avuto nuovo impulso in questi ultimi anni con la
nomina da parte del Cons iglio Dir ettivo della SEM di una Commissione Biblioteca
costituita da soci che, pur senza essere esper ti del settore, dedicano parte del
loro tempo al buon funzionamento della bibliot eca.
La Commis sione si prende cura di tutti gli as petti, dall’apertura della biblioteca
alla gestione del prest ito, dalla r accolta fondi all’acquisizione e catalogazione di
nuove pubblicazioni, dall’informativa ai soci circa le nuove acquisizioni
all’aggiornament o della pagina web sul sito della SEM, dai contatti con le altre
biblioteche del CAI alla presentazione di nuovi libri, quest’ultima attiv ità in
collaborazione con la Commissione Culturale e Scientifica.
La Commissione Biblioteca gestisce anche lo spazio espositivo SEM che si trova
all’ingresso della sede e che è a disposizione dei soci per mostr e fotografiche di
caratter e montano ed ecologico.
Negli ultimi quattro anni sono state ospitate ben 30 mostre, tra cui vogliamo
citar e l’esposizione delle foto vincitrici del Concorso Fotografico che la SEM
organizza ogni due anni e che nel 2009 è giunto con success o alla terza edizione.
Enr ico Barbanotti
6.3 STAM PA SOCIALE E PUBBLICAZIONI
La stampa sociale
La neces sita di comunicare ai soci le at tività in cor so e pross ime e di
relazionar e su event i che interes sano l’associazione, ha fatto s i che nel t empo
ci si dotasse di pubblicazioni e in tempi più recenti di un sito internet .
La rivista storica della SEM fu Le Prealpi. Per un lungo periodo, l’ informazione
ai soci fu devoluta allo Scarpone, finche una decina di anni fa si decise di
tor nare a pubblicare un foglio tutto nost ro: “La Traccia”.
In aggiunta il gruppo grotte Milano (GG M) pubblica da tempo un suo periodico
che, vist o di cosa parla è simpat icamente chiamat o “ Il G rottes co”.
La Traccia
Il notiziario per i soci SEM, La Traccia, è nato gr azie soprattutto ad un pool di
volenterosi, tra i quali Mario Gastaldin, che ne fu l’ ideatore e il D irettore
Editoriale per il primo periodo. Oggi La Traccia è una cer tezza che arriva
puntualmente nella cassetta della posta e por ta le notizie, le novità e i fatti
della SEM anche a chi non può frequentare la sede; ci aggiorna s u ciò che fanno
i vari gruppi e ci informa sulla vita della sezione. Tutto questo grazie a
G ianfranco Fava ”Jeff”, D irettore Editoriale, che assembla edita e stampa.
Piegatura e imbustaggio vengono poi fatt e in sede da volontari. E’ uno s tampato
autorizzato dal Tribunale di Milano N° 129/2000. D irett ore Respons abile è
Luca Ar zuffi.
Quando nasce La Traccia
Fu più di dieci anni fa, addì il 1997, quando nel Cons iglio della SEM avvenne un
ricambio generazionale di un ter zo dei Consiglieri, tutti neofiti volenterosi e
desideros i di cambiamento ed innovazione.
In questo contes to, spinti dalla necessità, voglia e volontà di comunicare con
tutti i Soci, maturò la conv inzione che ciò sar ebbe stato pos sibile solo
disponendo di un not iziario dedicato a tale scopo, ma non solo; sarebbe stato
anche il mezzo a dis posizione degli stessi per raccontar si, espor re e proporre
istanze, scambi cultur ali e quant'altro attinente alle attiv it à s ezionali.
L' idea riscoss e anche il consens o dello " zoccolo duro" della compagine
consigliare e prese corpo con l'as segnazione, in rapport o alle disponibilità
individuali, dei compiti per ognuno dei promot ori.
Con un sondaggio ristretto tra gli stessi, parenti, fidanzate, mogli, conoscenti
e s impat izzanti dell'iniziat iva, venne adottata la denominazione "La Traccia"
per la tes tata.
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Così con tanto entusiasmo e pochi mezzi propri cominciò l'av ventura editoriale,
che da subito mos trò un carattere s erio ma talvolta con qualche espressione
for se un po’ troppo goliardica. Si evidenziarono anche le banali "pecche"
proprie del dilett antis mo, lacune non s empre tenute nella debita
considerazione proprio per il contesto in cui appunto s i operav a.
Ciò nonostante la fas e sperimentale della pubblicazione continuò con non poche
difficoltà e vicis situdini, tut te superate con disponibilità e risor se ext ra il
limite stabilito in partenza per ognuno degli " operatori". Ma raschiare
ripetutamente il " fondo" delle risor se operative dis ponibili ha comportato
not evoli disagi e malumori talvolta insopportabili, che spes so sfociavano in
discussioni molt o accese e deleterie per procedere s erenamente nell'opera
intrapr esa.
Solo la det erminazione, la capar bietà e la sfida di mantenere lo status
raggiunto, caratter istica insita nel volontaris mo, ha consent ito la continuazione
del cammino nella "traccia" intrapresa, conferendole anche una v este
d'ufficialità e regolar ità, con la regis trazione della testata al Tribunale imposta dalla legge vigent e per qualsiasi tipo di stampa - che avvenne agli inizi
del 2000.
Condizione che determinò la necessità di un maggior rigore generalizzato
sfociato poi nell'inevitabile rinnovamento della redazione che, con l'aiuto di un
Socio "addet to ai lav ori", consent ì anche una più consona gr afica ancora
att uale nella pubblicazione.
La gestione logis tica della preparazione, par ticolarmente laboriosa con un
impegno di non poco conto per fruire di tariffe agevolate di spedizione, per più
della metà dell'esistenza del notiziario è stata espletata da Soci volenterosi
casualmente presenti in sede nel momento di lavorazione. Fortunatamente
nell'ultimo lustro con la costituzione del " Gruppo del mer coledì pomeriggio",
ques ta attività viene effettuata in due fasi con una più razionale ed ordinata
ultimazione, ris olvendo le sempr e più impegnative modalità richiest e dal
G est ore del recapit o pos tale.
Un'utile avv entura pensata, pr ogettata e iniziata da pochi che nel suo percor so
e sviluppo ha raccolto consenso, condivisione e collaborazione fattiva.
Sinergie che ne permetteranno la continuazione e l'ampliamento delle
esperienze, in virtù delle quali avr à vita il notiziar io della SEM "La Traccia",
per far v ivere la propria avventur a a tut ti color o che lo vor ranno.
La t estata del notiziario, oltre alle edizioni periodiche, curò anche la
pubblicazione di di due edizioni st raor dinarie in formato libello con copertina a
colori r elative a ricorrenze ed inaugurazioni, una r accolta di relazioni in
for mato libro sempre con copertina a colori e la corr ent e pr esentazione:
I 65 anni del Rifugio Antonio Omio (2002)
Quando il sacco... si fa più pes ante – Rass egna di 70 anni del Collaudo
Anziani (2003)
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50° del Rifugio Mario Z appa e 80° del Rifugio Rodolfo Z amboni (2004)
La SEM nel 2000.
Tutte la pubblicazioni sono raccolte e disponibili in Biblioteca ed una par te sul
sito internet della SEM in formato “pdf”, unitamente a indici dei numeri
pubblicati, degli articoli ed autor i cur at o dai Bibliotecari.
Ecco un esempio degli argomenti trattati sul notiziario, soggetto peralt ro
att inent e al contes to della presente pubblicazione.
Per un nuovo Statuto della SEM
L’ ultima edizione del nos tro Statuto, r edatta il 25. 1.89, neces sitava di
aggiornamenti e modifiche, sia per disposizione del Club Alpino Italiano, che ha
richiesto a tutte le Sezioni di allinearsi al nuovo Statuto del CAI medesimo, sia
per recepire le novità che sono occor se negli ultimi 17 anni, una per tutte il
cambio della Sede.
Il Consiglio Direttivo SEM ha for mato un Gruppo di Lavoro apposito, il quale, in
circa tre mesi ha r edatto una prima bozza di Statuto, che è stata poi
approvata - con alcune modifiche - dal Consiglio stes so nella r iunione del
8. 05.06. La bozza di nuovo Statuto è s tat a inviata al CAI per il parere
obbligat orio, e dovrà poi ess ere approvata dall'Assemblea SEM con due
vot azioni dist int e, a s ei mesi di dist anza una dall' altra.
Questo sot to il pr ofilo procedurale.
Quanto alla sostanza, le modifiche rispetto allo Statuto dell'89 sono modeste,
e si possono così riassumere:
• Sottolineatur a del carat tere volontar is tico e non lucrat iv o della SEM.
• Riconoscimento della dipendenza della SEM dal CAI per le questioni più
importanti (alienazione di immobili, sciogliment o…).
• Si t ratta di un riconoscimento formale, che nella sostanza è già in att o da
tempo.
• D urat a dell'incarico del Presidente triennale (l'attuale è annuale),
rinnovabile dopo un almeno un anno di interruzione.
• Questa modifica, r ichiesta dal CAI, consent e una maggiore continuità
all'azione del President e ed è controbilanciata da un rafforzamento dei poteri
di controllo dei Rev is ori.
• Anche le cariche di Tesoriere e Segretar io divengono t riennali e rinnovabili.
• Snellimento del tes to precedente (ridotto da 59 a 50 articoli), con
soppr es sione delle r ipet izioni, delle ambiguità e degli as petti più trans it ori.
Il t esto del nuovo Statut o, che sarà sottoposto all'As semblea straordinaria
fissata per il 19 ottobre 2006, è allegato a questo numero del notiziario, per
consentir ne la valut azione pr eventiva.
Lorenzo Dot ti
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Appunti di un “viaggio” nella storia della SEM ...
In occasione di questo import ante appuntamento istit uzionale, ho pensato di
proporre un “excursus” temporale dello Statuto SEM che, ovv iamente, risale
all’ epoca della sua costituzione.
La necessar ia ricerca nel nost ro archivio storico è per me sempre un “viaggio”
molto inter essante che riser va spes so delle sorprese: cerchi una cosa e
casualmente ne trovi un’altra, magari non t rovata in un’altra occasione o mai
oss ervata anche se s ignificativa o curiosa. Anche questa volta è emerso
qualcosa di parzialmente risaputo e totalmente nuovo.
Premesso che con gli att i della SEM se ne trovano anche alcuni della sua
“mamma” “Gamba - Bona” , la mezza novità riguar da proprio quanto indicato
all’art. 1 del Statuto di quest’ult ima: “..... si è costituita col 1° dicembre 1884 la
Societa’ Escursionisti Milanesi col motto “ Gamba - Bona.” . Assunto che
“Gamba - Bona” era un appellativ o riser vato ai suoi soci che maggior mente se
lo meritavano distinguendosi durante le gite sociali (art. 2 dello Statuto),
rimane la stes sa denominazione as sociata ad una data antecedente a quella
della fondazione dell’ attuale SEM, ma non solo.
La novità è invece l’esistenza del “Progetto di fondazione d’una nuova Società
Alpinistica in Milano” datato 1 giugno - 1 1 agos to 1891 , che un solerte Comitato
propomot ore for mat o mediamente da cinque membri, nella prima seduta del 24
giugno decise di chiamare “ Società Alpinistica Milanese” , mentre le otto
sedute successive, con termine 4 agosto, s ono state pr eparatorie dello
Statuto compost o da ben 37 art icoli disponibili in stes ura definitiva l’8 agosto.
E’ importante sottolineare le idee molto chiare del Comitato che, a guidicare
dalla forma di stesura dei verbali e dello Statuto, ha svolto un lavoro notevole
con grande competenza. Ciò non ha però valso il plauso dall’ assemblea che,
cos tituitasi l’11 agosto per deliberar ne la fondazione, scels e di denominare
“Societa’ Escur sionis ti Milanesi” (l’ attuale) la neonata, con i conseguenti
effetti sullo Statuto risultato poi s emplificato e ridotto a 1 4 ar ticoli.
Ma torniamo all’or igine del presente.
Come anzidetto il primo Satuto risale alla fondazione e prev edeva l’ ammissione
del “gentil ses so” con parità di t rat tamento, del resto t ra i Soci fondatori
erano present i anche due Signore.
Quello successivo, in vigore dal 1 ° gennaio 1894 per approvazione dell’ A. S. del
23/11 /1893, cons tava di 32 ar ticoli la cui stesura era più formale, e tra l’altro,
prevedeva l’iscrizione alla Sezione CAI Milano con elezione as sembleare del
D elegato alla rappres entanza. Prevedeva anche la categoria dei Soci Allievi
(1 2-1 7 anni) senza tass a ed a metà quot a sociale ma senza diritto di voto.
Il ter zo, in vigor e dal 1898 ed approvato il 7 e 21/12/1897, era più dettagliato
negli scopi dichiaratamente apolitici e aconfessionali, di 35 articoli ancora più
for mali più 9 articoli del regolamento della Bibliot eca e il fax-simile della
domanda di ammiss ione. Istituiva due categorie di Soci: Effettivi con
res idenza a Milano e Cor rispondenti residenti fuori dal Comune, mentre non
venivano più considerati gli Allievi. Le Signor e erano agevolate della metà
quota, s enza tass a e sempre a parità di diritt i, come per i Soci Corrispondenti.
Il 29 gennaio 1 903 l’ assemblea appr ovò aggiustamenti in capo alle Assemblee e
alle Car iche Sociali, estendendo l’ iscr izione anche ad altre Associazioni affini.
Quanto al 14 febbraio 1908, si aggiungono agli scopi iniziative e manifestazioni
di sports ed affini, la costituzione del Patrimonio Sociale portando gli articoli a
39.
L’ ultimo Statuto esistente agli atti è s tato approvato il 6 novembre 1 913 e
Le motiv azioni del cambiamento, che non è il caso di riscrivere e sono nella
tes timonianza di un Socio Fondatore riportate sulla “pietra miliare” della
nos tra storia: “Cinquant’ anni di Vita della Società Escursionisti Milanesi” del
1941 , danno, con questa parte esplicativa raccont ata 65 anni dopo, un s enso
compiuto alla vicenda, denotando l’attaccamento alle r adici e la volontà di
mantenere la propria identità ad ogni costo, un esempio: accettare la notevole
diminuzione delle adesioni raccolte nella fase pr opositiva del progett o rispet to
a quella conclusiva. Con questo ed il fatto che un t erzo dei Soci fondat ori, ma
non solo, sono “migrati” dalla pr ecedente as sociazione, considerando anche che
il breve periodo tra lo scioglimento della s tessa e la costituzione dell’attuale
sia s tat o solo una pausa di riflessione, cr edo di poter affer mare, per quanto mi
riguarda e senza la pretesa di averne un plebiscito, che la SEM di oggi è quella
nata nel 1 884.
modificato il 12/03/1920, 07/02/1921 , 29/03/1923 data anche della
presumibile stampa. Agli scopi venne aggiunta la pubblicazione di “Le Prealpi”e
furono istituite altr e categorie di Soci: vitalizi, ventennali, famigliari e
convivent i anche di quest e due cat egorie, aggregati, tut ti con quota di circa
due terzi. Aumentar ono le Cariche Sociali e le alt re Ass ociazioni potevano
ess ere iscritte come Soci. Il quarantesimo art icolo in capo al Patrimonio
Sociale, sanciva la delibera ass embleare per l’ acquisto e l’alienazione di beni
immobiliari e l’ esclusione della ripartizione tra i Soci dello stes so.
“In Milano l’11 Agosto 1891 , si e’ costituita la Società Escur sionisti Milanesi,
allo scopo di diffondere, facilitare e rendere popolare l’ escursionismo”.
Questo è l’art. 1 di tutte le edizioni dello Statuto che, pur evolv endosi
dinamicamente in ogni contesto societario, ne ha s empre confermato il s enso
compiut o.
Ma i suoi effetti istituzionali cessarono nell’ ottobre 1931 , quando giunse alla
SEM, peraltro già commis sariat a, una lettera della Sede Centrale del CAI: la
comunicazione ufficiale di trasformazione da Ass ociazione indipendente a
Sezione del CAI. Il testo integrale, a mio parere ambiguo ed incoerente che se sarà possibile in un altro momento - mi propongo di approfondire nel
contest o di quel tempo, è stato pubblicato tempest ivamente sul notiziario della
SEM “Le Prealpi” disponibile in Biblioteca.
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Senza t ema che questa citazione venga cons iderata retorica, è l’inizio di un
nuovo capitolo della gloriosa storia della SEM, non più dettata da proprie
scelt e ma sott esa a quelle di altr e ist ituzioni allora imperanti.
Fu così che lo s trumento istituzionale che r egolò la vita dell’Ass ociazione, da
Statuto si t rasformò in Regolamento, la cui prima e unica stesura disponibile
risale al 25 maggio 1 948, modificata il 9 marzo 1 951 e 23 marzo 1 967.
Solo 23 anni dopo, in pros simità della ricorrenza del centenar io della
fondazione, si sentì la necessità di riavere un proprio Statuto che, dopo le
delibere as sembleari di rito: del 1 febbraio in prima let tura con alcune
modifiche ed in seconda lettura con approvazione definitiva del 29 marzo
1 990, divenne operativo.
Questo av venne con la Presidenza di Giuseppe Marcandalli che, consapevole
delle difficoltà di dibatt ere ogni articolo previs to, per risolvere la spinosa
situazione chies e all’ As semblea un atto di fiducia al Consiglio D irettivo ed ai
Revisori che se ne sono occupati. Una richiesta di fede che ha cons entito la
parola fine.
Jeff
Il Grottesco
Il G rottesco è il bollettino del gruppo grotte Milano CAI-SEM. Il primo
numero del Grott esco uscì nel 1946 quando il GG M non faceva ancora parte
della SEM.
E’ una pubblicazione storica che viene pubblicato generalmente ogni anno al
prezzo simbolico di “un osso” e illustra l’attivit à esplorativa e scientifica
effettuata dal gruppo nel periodo t rascorso.
Altre fonti di divulgazione delle attività
Olt re a “La Traccia”, la SEM pubblica i suoi programmi sul notiziario del Club
Alpino Italiano “Lo Scarpone”, che è inviato a tutti i circa 350. 000 soci del
CAI.
In occas ione di manifestazioni particolarmente import anti, sono contattati i
quotidiani di Milano, per possibili pubblicazioni dei nostri annunci s ulle pagine
locali.
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6.4 SITO WEB: WWW.CAISEM.ORG
La SEM ha un Sito Internet: htt p://www. caisem. org cur ato da v ari soci.
Il sito è attivo or mai da alcuni anni e illust rat e le attività della sezione, la sua
st oria e le decisioni del Consiglio Dirett ivo. E’ un sito attivo, chiunque può
accedervi e può lasciare mes saggi e comment i che poi sono pubblicati.
Nel sito sono presenti tutte le foto fatte durante le gite, durante i cor si.
Include manuali di didat tica e di prevenzione infort uni nonché relazioni di gite.
La news-letter della SEM
Sorella minore della Traccia e del sito web, E-velina è nata nel settembr e
2004.
E-v elina non è un nome accettato all’ anagrafe; significa “Velina elett ronica”
dove per velina s i intende la carta sottile delle copie carbone, che prima prese
il significato di comunicazione di regime, poi di valletta/ballerina lat rice della
st essa.
E-v elina latra messaggi brevi, un po’ sgrammaticati, chiamando in aiuto ad ogni
piè sospinto il fratello maggiore.
Non racconta né commenta ciò che è accaduto, s olo annuncia le notizie, quando
le sa.
Si pronuncia come si scrive, non “Ivelaina” come dicono alcuni anglofili. E-velina
è un marchio registrando come il suo s logan “ Insieme in SEM”, che tutt e le
sezioni CAI invidiano.
G li iscritt i alla news-let ter sono circa 700 soci e simpatizzant i.
L’ identità di E-v elina è un segreto di Pulcinella.
Anonimo
86
6.5 PREMIO MARCELLO MERONI
IL PREM IO
con caratter istiche umane e culturali tali da render li unici e meritevoli di
ess ere conos ciut i es tesamente.
E’ intenzione quindi riproporre ogni anno entro settembre il termine ultimo per
le candidature al fine di potere svolgere la cerimonia di premiazione entro il
mese di dicembre.
Edizione 2008
Nel 2008
la SEM ha ist ituito il
Premio Mar cello Mer oni
(http://www. caisem.or g/4spremiomm. htm) per iniziativa della
Scuola di Alpinismo e Sci Alpinis mo
“Silvio Saglio” con il consenso ed il
sos tegno della famiglia di Mar cello
ed il patrocinio della Scuola
Regionale Lombarda di Alpinismo.
La prima edizione del 2008 ha vist o la par tecipazione di cinque candidati:
•
•
•
•
•
L’ iniziativa del Premio è nata dal desider io da parte di tut ti di mantenere vivo il
ricordo dell’ amico e compagno di cordata Marcello, prematuramente scompar so
nel dicembre 2007, il quale ha lasciato un s egno indelebile in tutti quelli che ne
hanno conosciuto le eccezionali doti umane ed all’interno della Scuola di
Alpinismo, dove in veste di Istruttore Nazionale di Alpinismo e come direttore
dei Corsi di Alpinismo e Cascat e di Ghiaccio ha dato il pr oprio contr ibuto
innovativo ed altamente profess ionale.
Il premio appartiene idealmente a t utta la SEM e tutti coloro che vivono
attivamente la Sezione e la Scuola. G li organizzatori del pr emio sono: Nicla
D iomede, Laura Posani, D olores D e Felice, Franco Meroni, G iacomo G alli,
Claudio Bisin e Sergio Confalonier i.
Il Premio è rivolto ai soci di una sezione lombarda del CAI che si siano
par ticolarmente distinti per originalità e valenza sociale nell’ambito di
iniziative di caratter e scientifico, culturale, didattico o educativ o in campo
alpinistico o più in generale legate alla montagna e che con una o più di ques te
att iv ità abbiano, proprio come Marcello, “ lasciato il segno”.
Lo spirito del Premio è, in particolare, v olto a valorizzar e e gratificare quelle
persone che grazie alle proprie capacità e al proprio impegno hanno contribuito
ad apportare un cambiamento positiv o, a costruire qualcosa di utile e la cui
pres enza ha fat to “la differenza”.
In effetti, non si tratta di individuare un reale “vincitor e”, ma semplicemente
un esempio cui ispirarsi...qualcuno che, per azioni e stile di v ita, meriti di
ess ere premiato in modo “speciale”. Olt re a ciò, è importante evidenziare che
tutti i candidat i -nessuno escluso- vengono premiati, per il significato
dell’ esempio da es si r appresentato.
In definitiva il vero e pr ofondo significato del Premio “M. Meroni” non è di
tr ovar e dei “supereroi”, ma segnalare e premiare persone semplici, modeste,
87
Rolando Barnaba (CAI Milano);
Lorenzo Castelli (SEM Milano);
Ser gio G iovannoni (SEM Milano);
Fabio Palma (CAI Lecco-Ragni Lecco);
Paolo Valoti (CAI Bergamo).
Il v incitor e dell’ edizione 2008 è s tato Sergio G iovannoni a cui è stat o assegnato
come pr emio una scultura lignea dell’ artist a Pietr o Arnoldi.
Edizione 2009
La seconda edizione del 2009 ha vist o crescere s ensibilmente l’ iniziativ a con ben
nove candidature, anche queste di altissimo liv ello:
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•
•
•
•
•
•
•
•
Vitt orio Bedogni (CAI Legnano);
D on Agost ino Butturini (Fondatore G ruppo Condor);
Luciano D i Reda (SEM Milano);
Spedizione “Edu-Cai peak” (CAI Ber gamo);
Oreste Ferr è (SEM Milano);
Andrea Maconi (SEM Milano – G ruppo G rott e Milano);
Andrea Manes (CAI Valmadrera);
Fabio Palma (CAI Lecco- Ragni);
G iorgio Vassena (CAI Bres cia).
Il Vincitore dell’ edizione 2009 è stato Vittorio Bedogni, al quale è stato
donato, davanti ad una platea di quasi duecento per sone, un quadro dell’ artis ta
G ianluigi Rocca, profes sore all’ Accademia di Brera.
D urante la s erat a di premiazione vi è stat o il contributo di Riky Felderer,
vincitore 2009 del Premio Cassin, per aver portato a t er mine con successo,
insieme a Mat teo Della Bordella, Simone Pedefer ri e Lorenzo Lanfranchi una
spedizione in Groenlandia durante la quale sono stat e aper te 5 nuove
prestigiose vie t ra cui “Qui, nell’universo - in ricordo di Marcello Meroni, 480
mt diff: VI; ness un materiale in via”.
Laura Posani – Nicla Diomede
88
CHI ERA MARCELLO
Di premi ce ne sono tanti.
Marcello invece è st ato unico.
Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, non solo come generoso e
par tecipe istruttore della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo “Silvio Saglio”,
CAI-SEM, ma anche, e soprat tutto, come compagno di cor data.
In tanti, allievi o anch’essi istr uttori, hanno condiviso con lui la passione per la
montagna. Tut tavia rest a immensamente difficile spiegare chi era Mar cello.
Difficile, in special modo, per chi - come noi - gli è stato accanto per tanto
tempo su sentieri, pareti di r occia, cr este affilate, cascate di ghiaccio, pendii
di neve e allegri tavoli di trat torie alpine. Per chi, insieme a lui, si è svegliato
alle 3 di not te in bui rifugi tintinnanti di moschettoni o in angusti bivacchi
scossi dal vento.
Pot remmo r accontarvi del suo curr iculum alpinistico davvero invidiabile.
Oppure delle sue qualifiche e dei suoi impegni... Istruttor e Nazionale di
Alpinismo, diret tore a più riprese sia del Corso di Cascate, sia del Corso di
Alpinismo della nostra Scuola, Istrut tore della Scuola Regionale Lombarda,
sot tile e pr eciso r edattore di dispense per alpinisti…
Pot remmo elencare le vie percorse o raccontar vi le sue capacità di sublime
ghiacciatore, contare la quantità di lezioni tenute ad allievi e ist ruttori di
tut ta la Lombardia o farvi leggere i suoi scritti su ghiacciai e cascate.
Invece vi dir emo solo che Marcello aveva il fascino, arcano e misterioso, che
appartiene alle persone speciali. Quelle con cui stai bene e ti senti sereno, ma
non sai spiegar ti il perché. Quelle con cui puoi parlare di stelle (il suo pane), di
musica o cinema, di fisica o letteratura, di surf o vela (eh sì, la vela!), di
infor matica (ah… linux!)… senza che abbiano mai ostentato alcunché della loro
cultur a, int elligenza, genialit à.
Il suo vivere la montagna era trasversale alla r etorica, al protagonismo, alla
prestazione, alla conquista. Il suo vivere la montagna era solo ricerca di
libert à, bellezza e sensazioni altrimenti int rovabili.
Marcello era sempre un passo avanti, sia che dovesse condurre la cordata,
dirigere un gruppo di allievi o analizzare una situazione complessa. Eppure,
appena fatto il passo, si fer mava ad aspet tarti.
Adesso il passo l’ ha fatto lungo.
Così, nel mentre fat ichiamo e arranchiamo in questa nostr a vita che continua,
ci piace l’idea di lui che ci aspetta e di noi che lo ricordiamo attraver so
l’ emozione di un simbolico riconoscimento.
Di premi ce ne sono tanti. Ma quello intitolat o a Marcello Meroni è, per noi,
unico.
G li Istr uttori e gli allievi della Scuola “Silvio Saglio” – CAI SEM
89
7. RIFUGI ALPIN I
La SEM, attualment e, è proprietaria di due Rifugi Alpini: il rifugio ZamboniZ appa nel gruppo del Monte Rosa e il r ifugio Antonio Omio in alta Val Masino;
essa ha perseguito, fin dalla sua fondazione, l’ obbiettiv o, evidenziato anche
nello Statuto Sociale, di avere in montagna dei punti di ritrovo per gli alpinisti:
i rifugi, appunto. Essi, che sono aperti a tutti i s oci CAI e anche ai non soci,
hanno sempre costituito un notevole impegno di risorse sia economiche che
umane per la SEM, in primis nella fase della loro r ealizzazione, ma anche
success ivament e, per il lor o mantenimento.
La manutenzione ordinaria e soprattutto quella straor dinaria (in questi ultimi
anni resa necessaria per l’ adeguamento a nor mative var ie emess e dallo St ato e
dalle Regioni) sono molto gravose anche per l’ ubicazione dei rifugi stess i.
Ripercorrendo la stor ia della SEM, si rende evidente lo sforzo fatto in ques to
set tore: infatti i rifugi realizzati dalla sua fondazione sono più numer osi di
quelli attualmente in proprietà: ma questa “malattia della pietra”, non solo
spinse la Società a realizzare rifugi di proprietà, ma spinse anche alcuni singoli
soci, a cost ruire o adattare modesti edifici per le vacanze loro e delle loro
famiglie; ricor diamo: la Capanna Vittoria sulle pendici del Legnone, la Capanna
Erna ai piani d’ Er na, la baita G uidali a S. Sis to sopra Campodolcino.
I rifugi oggi at tivi sono i seguent i:
Rifugio Zamboni poi Zamboni – Zappa
E’ sito all’ Alpe Pedriola, sotto la monumentale par ete est del Monte Rosa, nel
comune di Macugnaga (VB) a mt. 2065 di altitudine.
Fu inaugurato il 12 luglio 1925 e dedicato a Rodolfo Zamboni mor to per lo
scoppio di una bomba a mano, incautamente r accolta durante una gita sociale.
Fu sede di numerosi cor si di alpinismo organizzati dalla SEM e punto di
part enza per important i ascens ioni.
Nel 1952 la SEM decise di cos truire, a
lato, un nuovo rifugio, più grande e più
moder no, intitolato al socio Mario Z appa,
valente alpinista e sciatore, e di
connet terlo
col
vecchio
rifugio,
risistemato; l’inaugurazione av venne nel
1954.. Negli anni ’90 venne realizzata una
scala di sicurezza per garantire l’esodo
degli os pit i dal 1 ° e 2° piano e venne
90
realizzata una centralina che ut ilizza un modesto salto del t orrente per
produrre l’energia elet trica necessaria per il funzionamento degli
elett rodomes tici di cui il r ifugio è dotato e per l’ illuminazione.
Venne collegato con una s trada comunale al centro dei Piani Resinelli e poi
ancora subì modifiche negli anni 80 e nel 1 998.
Nei primi decenni della sua costruzione, lo Zappa fu meta anche di raduni
invernali e gite sciistiche: ultimamente viene utilizzato es senzialmente nella
st agione est iv a.
soggiorni e scuole di alpinismo.
E’ ges tito da Tania Bet tineschi (t el. 0324 6531 1 3. )
Nei dintorni la SEM ha realizzato due cappellett e: una sulla morena in ricordo
di Ermanno Pisati ed una sulle pendici del Pizzo Bianco in ricor do di Ettore
Z apparoli.
Rifugio A. Omio
Sor ge all’ Alpe dell’Oro in val Ligoncio, nel
comune di Valmasino (SO) alla quota di
2100 mt. Fu inaugurato il 1 2 settembr e
1937; è dedicato ad Antonio Omio,
ufficiale degli Alpini durante la G rande
Guer ra, morto nella tragedia alpinistica
della Rasica nel 1935 con altri cinque soci
della SEM. Il Rifugio fu incendiato nel
1944 per fat ti di guer ra, ricostruito e
reinaugurato nel 1948; fu oggetto di un
primo ampliamento nel 1 968/69 e della aggiunta di un corpo di fabbrica nel
1 997/98; nel 2009 s ono s tate realizzat e delle us cit e di sicurezza.
Viene utilizzato esclusivamente nella stagione es tiva, sia come base di
par tenza di ascensioni che come punto di ricovero su per cors i organizzati
(Sentiero Roma- sentiero delle Bocchette)
Nel 1979 venne realizzato, a lato del rifugio, ma indipendent e da ess o, un
bivacco, ad uso di locale inver nale, dedicato a S.Saglio.
All’ inizio s ervì come bas e per gite e ascensioni sulla G rigna, poi anche per
Pur es sendo il rifugio più amato e frequentato dai Soci i costi di manutenzione
elevati ci impedirono di mantener lo attivo. Venne chiuso e poi alienato nel 2004
avendo perso la sua caratt eristica di Rifugio Alpino per divenir e un esercizio
tur is tico pr ivato.
Rifugio al Pialeral - poi M. Tedeschi
Sorgeva sul versante est della Grigna Settentrionale ( Grignone), nel comune di
Pas turo (LC) a 1 450 mt . di altitudine, sul sentiero che da Balisio e da Pasturo
sale alla Capanna Br ioschi.
Fu realizzato nel 1906 e vis se fino al 1 944 quando venne dis trutto per fatti di
guerr a.
Venne ricostruito ex novo nel 1946/47 e dedicat o a Mario Tedeschi, un grande
sos tenitore dell’ alpinismo popolare.
Venne utilizzato sia nella stagione invernale per lo scialpinismo, sia nella
st agione est iv a.
Venne dis trutto interamente il 31 gennaio 1986 da una eccezionale valanga
caduta dalle pendici della Gr igna Settentrionale e mai più ricostruito per
mancanza di fondi e perché l’ar ea su cui sorgeva è stata dichiarata soggetta a
pericolo di valanghe. Nonostante l’impegno della SEM e dei soci per trovare
soluzioni alternat ive e finanziamenti adeguati, l’operazione non è mai andata in
port o ed è stat a abbandonata.
Restano, sul posto, a ricordo, una cappelletta realizzata nel 1944 dedicata a G.
Maggioni, r is parmiat a dalla v alanga e le fondazioni del rifugio.
Rifugio Savoia – poi Rif. Ratti
E’ ges tito da Virgilio Fiorelli, nipote dell’omonimo che ne assunse la gestione nel
1 937; tel 0342 640020.
Sorge ai Piani di Bobbio, nel comune di Barzio (LC) a 1 680 mt di altitudine; fu
inaugurato nel 1 929 e contribuì a far conos cer e agli sciatori milanesi la località.
I rifugi del passato:
Venne dist rutto per fatti di guer ra nel 1 944 e ceduto alla sezione di Lecco del
CAI che lo ricostr uì; i fondi r icavati furono utilizzati dalla SEM per la
cos truzione del Tedeschi. Ora anche questo rifugio è passato in pr oprietà di
privat i.
Rifugio SEM – poi SEM Cav alletti
Sorgeva ai Piani Resinelli,nel comune di Ballabio (LC) a 1354 mt di altitudine; è
st ato inaugurato il 29 ottobre 1 899 e fu il primo rifugio costr uit o nella zona.
Subì una serie di ampliamenti: nel 1900, nel 1904 e nel 1912; fu ristrut turato
completamente nel 1956 utilizzando in parte un lascito del socio E. Cavalletti;
poi, nel 1960 gli venne aggiunta la Sala Erna, con i fondi donati da alcuni soci
che avevano alienato una bait a di loro proprietà ai Piani d’ Erna.
91
Per r egolamento generale del Club Alpino Italiano, che la SEM poiché s ezione è
tenuta a ris pettare, i rifugi non possono essere venduti, pur essendo di
propr iet à della s ezione, s enza prima ott ener e un nullaos ta dal CAI stes so.
Piero Risari
92
8.1 L’ESPERIENZA DEL “GAMBA BONA”
La
storia degli Es cursionisti
di es cursioni s ulle Prealpi
Lombar de.
Ques te escurs ioni fecero proseliti,
anche per l’effetto della modesta
Milanesi inizia nel 1 884, quando un
gr uppo di attivi milanesi
pr ovenient i dalle più disparate
8. LA NOSTRA STORIA
raccolt o e redat to da Roberto Cres pi
93
pr ofessioni: ar tigiani, impiegat i,
operai, tutti appass ionati della vita
all’ar ia aper ta, tenaci esecutor i di
pr ogr ammi podis tici e di
pas seggiat e in mont agna decise di
r iunirs i in un gruppo per conferire
un caratt ere collettivo alle lor o
pas sioni. Il gruppo si denominò
Società Es cursionisti Milanes i
“ G amba Bona”, ebbe il s uo
bat tesimo il 1 ° D icembr e 1 884 e la
s ua pr ima sede sociale fu in Via S.
Fer mo, 1 1 .
Trascinator e di questo gruppo fu
G iuseppe Tagliabue che, lavor ando
come commesso pres so la Casa
Art ar ia di Via S. Mar gher ita,
editr ice e distr ibut rice di
pubblicazioni scientifiche e cart e
t opogr afiche, er a per fettamente
aggiornato su tutt e le pubblicazioni
dalle quali si potevano ricavare
itinerar i es cur sionistici o not izie
ut ili per passeggiate ist ruttive sui
colli della Brianza e sui monti del
Comasco, del Varesotto e del
Bergamasco.
Le relazioni delle gite effet tuate
dai G amba Bona furono regist rate
e cat alogate dallo st esso Tagliabue
in ben cinque volumi mai pubblicati,
ma disponibili ai soci.
Si tratt ava di gite cultur ali
quota di 50 cent esimi mensili,
quota nella quale er a compreso il
diritto ad un v iaggio pagato in
ferrov ia, per l’ annuale gita sociale.
effettuate pres so località di
inter esse st orico o paesaggistico o
una r elazione, illustrandola con
vignette umoristiche, nelle quali
D isegno di A. Belt rame appars o
sulla “ D omenica del Corr ier e” il 27
dicembre 1 925 rievocante la Xa
mar cia invernale in montagna
organizzata dalla SEM
Una di queste gite ebbe per meta il
Pizzo Arera (m. 251 2) nella
Ber gamasca, in vetta al quale arrivò
solo uno dei partecipanti alla git a.
L’ Uomo di Piet ra”, giornale
umor is tico milanese del tempo,
colse quest ’occasione per prendere
in giro gli escurs ionist i. Pubblicò
94
er ano r appr esentati gli scalatori
s tremati lungo la via e, s ulla vett a,
il conquistator e che sbandierav a
una s ciar pa e gridava: ”Excelsior!”
(famoso motto alpinistico dei
t empi).
La s pir itosa relazione er a conclusa
dall’affermazione che la “G amba
Bona”, in r ealtà di gambe buone ne
pos sedeva soltanto due.
Altr o episodio narrat o in chiave
umorist ica fu in occasione della
gar a indett a per la salit a alla più
alt a guglia del D uomo di Milano.
Si tratt ava di una gara originale
intes a a stabilire quante v olte, nel
t empo di due or e, s i pot ev a salire
dalla base della scala alla cima,
pr opr io s otto la Madonnina. Il
v incitor e riuscì a compier e quindici
s alite e disces e, per un tot ale di
1 5. 000 scalini! Il giornale
con zaino e alpenst ock.
Succes sivament e la Società fu
costret ta a t rasfer ir e la pr opria
sede sociale in Via Panfilo Castaldi,
2, zona Cor so Buenos Aires. Un
gran locale, al piano ter reno, nel
quale si pot eva anche far
ginnas tica ed att rezzar e un bar.
Ques to trasferiment o,
apparentemente innocuo, dovev a
risultar e deleterio per la vita della
Società, infatti, Cors o Loreto, oggi
Corso Buenos Aires , si t rovava
allora all’ estr ema perifer ia della
città, e conseguentement e, la
frequenza della sede sociale da
parte degli associati risultò
irrimediabilmente compr omess a
non s olo, anche l’ or ganizzazione
delle gite ne r is entì in modo
considerevole.
Le git e r accogliev ano pochi
affermava che sarebbe s tato molto
più semplice s e i concorrent i s i
fossero limitati ad andare s u e giù
dallo s tesso gradino per 1 5. 000
v olte, nell’ attes a di esser e
r icov erati a Mombello.
Quest i non furono i soli interv enti
dei giornali di allor a s ull’ attività
della Società escursionistica e in
ogni modo fanno comprendere come
fosse impor tante, per la società
milanese, quest o gruppo di persone
del popolo, che cominciava ad
inter essars i di cultura e di s vago;
s iamo alla fine del 1 800!!
Pos siamo immaginare l’impress ione
che facevano ai milanes i, quest i
“ gambabonini”, quando si recavano
alla stazione per pr endere il treno
e spos tarsi vers o le montagne,
v estiti in modo strano ed or iginale
partecipanti e benché fos sero
mandat e ai soci appos ite circolari,
spesso alla stazione s i ritrovav ano
solo tr e o quattro per sone. Fu così
che una ser a, due s oci, che erano
anche t ipogr afi, decis ero di
inventarsi uno str atagemma per
cercare di ricrear e quel gruppo che
andava sfaldandosi.
Pochi gior ni dopo, i “G ambabonini”
ricevetter o la s olita cir colare col
programma di un’ escursione nel
Var esotto, sulla quale era s tato
incollato un ritaglio dal quot idiano
di allora, “Il Secolo”,
evidentement e falsificato, che
portava la seguente not izia:
“Telegrafano da Viggiù, in quel di
Var ese, che nei press i delle cav e,
su un pianoro del Monte San
G iorgio, nella not te del 1 2
95
cor rente, è cadut o dal cielo un
bolide, che si presume un pezzo di
s tella. D etto bolide ha apert o un
gr ande e profondo buco nel
t erreno e presto sul post o av rà
luogo una visita dei luminari della
s cienza e delle autorit à per
r icav arne qualche campione a scopo
di studio”.
L’ occasione era t roppo allettante e
dei 30 soci, ben 23 pr esero part e
alla gita, compreso il presidente
G iuseppe Tagliabue ed il suo amico
Angelo Bor ghini, che portar ono
martello e s calpello allo scopo di
pr elevare qualche pezzetto del
bolide.
Quando, giunt i sul posto, i gitanti si
accorsero dello scherzo, gli aut ori,
uno dei quali si chiamava G ius eppe
Scar amuccia, dovetter o dar sela a
gambe fino a Varese. D opo di che,
nelle carrozze delle Ferr ovie Nord,
la storia raccontat a nei minimi
particolari, divert ì tut ti i
viaggiatori e mise pace fra gli
escursionisti.
Ma lo s tratagemma del bolide
caduto dal cielo non poteva es sere
ripetuto e le gite cont inuar ono a
diradarsi ed i part ecipant i pure.
Il “G amba Bona” veniva sciolt o nel
Febbraio del 1 891 , dopo 7 anni
d’ attività.
96
8.2 NASCITA DELLA S .E.M.
L’ esperienza
di vita sociale e di
“Art. 1 – In Milano, 11 Agosto 1891
si è costituita la Società
Escurs ionist i Milanesi allo
scopo di diffondere,
or ganizzare attività insieme non fu
dimenticata, e, infat ti, già nell’ Agosto
dello stess o anno i pochi fedeli rimasti
deciser o di persist ere nei lor o
pr opos iti e fondar ono una nuova
Società per gite in montagna a
car at tere popolare: la SEM, Società
Escurs ionis ti Milanesi.
facilitar e e render e
popolare l’ escur sionis mo.
Ar t. 2 – Per raggiungere il
suddet to scopo la Società:
a)
Indice git e economiche
mensili in montagna, gite
giovanili, marce di
res istenza, escurs ioni di
carat tere stor ico ed
art istico;
b)
Favor is ce le gite dei soci
mediante prestazioni di
cart e t opografiche, note,
itinerar i ed at trezzi alpini;
c)
Promuove lett ure,
confer enze e s tudi di
indole alpinistica;
d)
Apre concorsi a premi per
relazioni, itinerar i,
fot ografie;
e)
Cura le segnalazioni in
montagna e la cos truzione
di rifugi;
f)
Si int eressa
delle
iniziative e
manifestazioni di
spor t affini.
La Società non si occupa di
questioni politiche e religiose.”
Lo stat ut o è stat o revisionato
nel 1 989, ma gli scopi della
società non s ono
sostanzialmente cambiati.
Per mezzo del quotidiano “Il Secolo”,
lanciarono l’invito ad una riunione che
s i tenne l’ 1 1 Agos to 1 891 al ristorante
“ Vitt oria” di Via O refici, data ufficiale
di fondazione della Società.
Alla r iunione part ecipò un buon numero
di persone, animate dai migliori
pr opos iti. Purt roppo uno degli
inter venuti, ebbe la malaugurata idea
di r accont are la paurosa av ventura di
t re alpinisti finiti in un crepaccio del
Monte G leno e salvat i per miracolo.
G li entus ias mi si smorzarono e alla
fine soltanto quindici dei presenti s i
iscr is sero alla neonata Società. Ciò
non impedì ad un comitat o provvisorio
di s tudiar e e preparare lo statuto, che
fu poi approvat o definitivamente
nell’as semblea del 1 7 Sett embre 1891.
Lo s copo della Società riportato in
s tatuto recitav a quanto segue:
Ele nco d ei fo ndato ri . Cop ia de l doc umento o rigina le espo sto in Sed e.
Il motto della s ociet à era “Col
Popolo, per il Popolo” .
97
98
8.3 I PRIMI 50 ANNI
La
gita inaugurale av venne il 3-4
piccozza, la tecnica di
arrampicata veniva esercitata
anche a Milano sugli sconnessi
parapetti del ponte sul
Ot tobre 1 891 , ebbe come meta il
Monte G eneros o e riscos se un
not ev ole successo di
par tecipazioni.
Il 22 Ot tobre 1 891 la prima s ede
s ociale della SEM aprì i batt ent i in
un locale sito al piano terr eno al N°
1 2 di Via del Pesce.
Tutte le seguenti gite effettuat e
in quell’ anno ebber o not evole
s ucces so propagandis tico e la
famiglia iniziò a prosper ar e. Negli
anni che seguirono, grazie
all’appass ionat a attività dei s oci,i
v incoli sociali si str ins ero sempr e
di più così da inst aurare nell’ambito
del sodalizio un caratter e di viva e
fraterna cordialità. La Società era
fonte di simpatie che s i
t rasfor mavano in affett i, di
conoscenze che si tras formavano in
amicizie. Le ser at e trascors e in
s ede e i raduni escursionistici della
domenica cementar ono ancor di più
l’ unione tra i soci e fece sì che in
un anno (si par la del 1 892! !) il
r esoconto segnalasse ben 63
es cur sioni effettuate, con
par tecipazione di 232 soci e
s impatizzanti. E’ necessario tenere
conto che le gite erano tutte
impegnative data l’ assoluta
mancanza in quel tempo di mezzi di
t rasporto.
Iniziò da subito anche
l’ at tività didattica alpinistica,
laghetto di S. Marco in Via
Mont ebello.
Nel 1 893 la s ede s ociale fu
trasferita in Piazza del
Carmine e, nel 1 894 in Piazza
S. Simpliciano.
nelle gite, anche le più
modeste, non mancavano le
es ercitazioni con corda e
risultat i. In sede sono esposte più di
un cent inaio di coppe, t arghe e
medaglie vinte dalla Societ à e dai
Le “Sezioni” e le at tività
storiche
Per indir izzare i soci vers o le
specialità a loro più idonee, le
attività promosse dalla
Società venner o s uddiv is e in
“Sezioni” ; tra le più importanti
e originali vanno ricordate: la
“Sezione Skiator i” , la “Sezione
Ciclo-Alpina” e la “Sezione
Es cursionisti-Tiratori” e
naturalmente la “Scuola di
Alpinismo”. D ella Scuola di
Alpinismo, così come di tutt e
le altre att iv it à t uttora viv e
parleremo più avanti; diamo di
seguito brevi cenni alle
attività, anche bizzarr e, che
per mot iv i s torici sono or mai
state abbandonate.
La Sezione Skiat ori nas ce nel
Febbraio del 1 904. D opo un r apido
rodaggio iniziale inizia l’at tività
agonis tica che vede il gruppo dei
D iavoli Ros si della SEM gar eggiare
con gr ande impegno e notev oli
99
s uoi atlet i negli intensi anni di
at tività.
Nel 1 923 viene istituita una scuola di
s ci al Pialeral.
Nel 1 925 la sezione indice il primo
campionato milanese di sci.
Nel 1 927 venne ideata la “Staffetta
dello Stelv io” , che div entò una gara
s ciist ica a livello internazionale. Fu
or ganizzata dal 1 927 al 1954, con la
s ola interruzione del 1 944 e ’45, per
ov vi motivi.
La gar a consisteva in una s taffett a
di t re specialità: salita (dal Pas so al
Rif. Livrio), piano (dal Livrio alla
punta Nagler) e discesa (al passo). La
par tenza era in linea. Il tempo
infer ior e s ommando le prove
decideva la coppia v incent e.
Successivamente, l’ organizzazione
della gara fu ceduta in gest ione alla
Scuola Sci Pirovano dello Stelvio.
Gli Antenati della “SILVIO
SA GLIO”
“Le esercitazioni di alpinismo
fatte, dir emo così, sul vivo a scopo
didat tico e denominate «scuole»,
«corsi» o con alt ri appellativi
sinonimi, non sono cer to una novità
di questi ultimi anni, ché fin dai
primor di, come si può appr ender e
dalla storia generale della SEM, di
manifestazioni simili se ne fecero
da noi a varie riprese e con
risultat i t ecnici e pratici i quali,
rapportat i ai tempi, si possono
definire notevoli . ”
Così si espr ime Eugenio Fas ana nel
suo libro sui primi 50 anni di v it a
della SEM ed aggiunge alcune note
che ci rivelano chiaramente lo
spirito con cui si facev ano quelle
cose, il notevole livello al quale si
operava, nonché la mentalit à che
L’ eredità della Sezione Skiatori è poi
confluit a nello Sci Club SEM Milano.
La sezione Ciclo-Alpina nas ce nel
Maggio del 1908 e riscuot e un
immediato succes so perché
coniugava l’ attivit à pr opr ia della
s ezione con il più comune mezzo di
t rasporto dell’ epoca. Sono 19 anni di
at tività, di pr opaganda, di gite che
v ider o la partecipazione di migliaia di
par tecipant i.
La Sezione Escur sionis ti-Tir atori
nas ce nel 1 907 per portar e
nell’ambito del sodalizio la pratica
del tir o a segno già sviluppata
individualmente da diver si soci.
Att iv it à t empor aneamente sospes a
nell’immediato dopoguer ra, riprende
nel 1 925 per cessar e
definitivamente nel 1 927.
caratter izzava gli alpinis ti
dell’ epoca:
A ques to proposito su Lo Scarpone
dell’ epoca s crivevamo fra l’ altro:
«Il corso, ispir andosi non a criteri
che vengono di fuorivia, ma a
sentimenti nostrani, ha per iscopo
il raggiungimento di un opt imumper
quegli arrampicat ori appassionati
che ancor a non fossero, diciamo
così, tutto pane e cacio con la
roccia gr anit ica»
E più oltre:
«Deve ser vire a rinfr escare nozioni
di car attere generale, indirizzando
quanto più possibile i partecipanti
nell’ impiego giudizioso e corretto dei
mezzi tecnici di cui oggi dispone
l’ alpinista. E non già, si badi,
compiendo di quelle scalate in
100
sedicesimo su sassi di esercizio o
br evi affioramenti rocciosi di fondo
valle che danno un senso di
labor atorio, di esperimento sui t opi,
di alpinismo sterilizzat o; ma per
mezzo di aut entiche ascensioni, ogni
volta con la sua brava sgambat a per
r aggiungere il rifugio e arrivar e agli
at tacchi.
Il car attere del corso resta dunque
fissato, a grandi linee, come una
successione di tenzoni collett ive
gr adualmente più difficili, sì che
t utti possano, a corso finito,
r ipor tarne, come giust o pr emio, un
piccolo repert orio di scalat e non
dispr ezzabili e la conoscenza non
super ficiale di una determinata zona
di interesse alpinist ico.»
Pot remmo dire che la “ Scuola di
ar rampicamento su granito” che si
t enne, per la prima volt a, nel giugnoluglio del 1 938 fu la prima v er a e
degniss ima antenata della nostr a
at tuale “Silvio Saglio”. Vor rei
aggiungere che poss iamo sentirci ben
fier i di es sere gli er edi di una s imile
Scuola anche s e le opinioni sulle
arrampicate in falesia s ono un poco
cambiate. Traggo, per farcene
un’ idea, alcuni str alci, s empre dal
testo di Fasana.
Campo di azione: le cr este di ser izzo
e ghiandone della Val Ligoncio. Base:
il rifugio Antonio Omio.
“È qui che gli allievi (una tr ent ina)
convengono ogni sabato sera,con due
buone or e di marcia in corpo”
Prima domenica: mattino, Punta
Milano cresta SO e parete SE;
pomer iggio, esercit azioni sulle
placche di granito, provando un po’
tutte le sit uazioni in cui ci si
potrebbe trovare.
Seconda domenica: Crest a NN E del
Pizzo Meridionale dell’ Or o.
Purtroppo non ho not izie
sull’ organico della scuola, ma un’ idea
ce la dà quest a frase:
“Vitale Br amani è in testa alla
cordata di punt a; Elvezio Bozzoli,
con l’ultima ai serrafile; nel mezzo,
sta G abriele Boccalatte. Tr e
str at eghi in posizioni strat egiche.
Scelt i capocordat a completano i
quadri.”
Terza domenica: Punta della
Sfinge. Salita per paret e N E,
discesa per cr esta SE.
Altr o pas so rivelatore:
“ G ià si avverte un sensibile
pr ogr esso negli allievi, fatti più
pr ont i agli accorgimenti e alle
r isorse dello stile. Si sa che per
giudicare dello stile, dell’ abilità e
anche dell’ ardimento di uno
scalatore, bisogna vederlo in
ar rampicata libera sul 4° grado o
poco più. I gradi super ior i, con due
o tr e assicurazioni ed annessi
ar meggii, non cont ano per t ale
valutazione.”
Quart a domenica: Spigolo NO del
Pizzo Meridionale dell’ Oro.
“ Le lezioni precedenti hanno
operat o una specie di selezione, e a
quest a prova maggiore partecipano
t utti i «pr ogr edit i». Sulla via del
r it orno, ultimo esercizio della
giornat a all’Alpe dell’ Oro, dove si
t rova un’ enor me masso spaccato
con un liscio camino che mozza il
fiat o a più d’ uno.”
al Pizzo dei Tre Signori significava
percorrer e a piedi 32 chilomet ri di
str ada rot abile.
Le Mar ce Alpine di 24 or e s ono
state ideate fin dal lontano 1 895
con le seguenti finalità dichiarate:
• Suscitare il desiderio di
prov are le proprie forze di
fronte alla mont agna…
• Sviluppare un s ano spirito di
emulazione…
• Far conoscer e lar ghe zone
delle nost re mont agne…
Ques te manifestazioni di notevole
impegno (sempre tenere presente
che par liamo della fine del ‘ 800),
che s i s volgevano una sola volta
l’ anno dur ant e l’es tate, ebbero
sempre un lar go s eguit o di
partecipanti. Si registrano ott o
mar ce, l’ultima si tenne nel
Set tembr e del 1 91 5.
G li Accampamenti Accant onamenti,
attività iniziata nel 1 91 0 per
consentire la s alita delle vet te più
impegnative, impossibili da
raggiungere da Milano senza una
base d’ appoggio.
La SEM organizzò accant onamenti
lungo tutt o l’ arco alpino dalla Valle
d’ Aost a alle D olomiti di Ses to.
Ques t’ attività ces sò con il secondo
conflitto mondiale.
L’ Alpinismo Popolare d’ Alta Quota,
gite organizzate grazie ai punti
d’ appoggio degli accant onamenti
che per met tevano ai partecipanti
di realizzar e la grande aspirazione
di s alire sui gr andi coloss i alpini .
Altre At tività Storiche
“Capa nna C ecili a q. 2560 mt. Pernottame nto di 20 Alpi nisti SEM – 16 VII I 1900”
Archivio del Cav. G iacomo Perego
101
Le Altre attività s toriche della
Società furono molteplici, tutte
por tate avanti con il massimo
impegno. E’ int er essante notar e
che alcune di ques te attività
invent ate 1 00 anni fa non s ono poi
cos ì dissimili da s port praticati il
giorno d’ oggi; tr a ques te
r icor diamo in par ticolare:
Le gite D omenicali, che hanno
s pint o in montagna cent inaia di
migliaia di milanes i d’ ogni età,
anche in epoca in cui fare una gita
Le Esercitazioni Alpino- Natatorie ,
attività ideata dalla SEM con
l’ assist enza t ecnica della Rari
Nantes Milano. Aveva come punto
102
di rifer imento i laghetti alpini
d’ alta quot a. Al termine della salita
er a prevista una gar a di nuoto nelle
gelide acque del lago. Ne furono
disput ate otto edizioni,
l’ ult ima delle quali il 19 Luglio 1 925.
Le Marce Invernali in Mont agna ;
iniziate nel 1 916, si sv olgevano
annualmente, quasi sempre nel
mese di D icembre in località
s empre divers e. I percors i er ano
s celti per avere mediamente una
dur at a di 1 0 ore. Numerosa la
par tecipazione di gr uppi s portivi e
di Societ à ginniche.
L’ 1 1 a mar cia, nel D icembre 1 926,
v ide la part ecipazione di 2. 723
concorr enti.
Il r aduno di chius ura di quest a
at tività si svols e a Lecco nel
D icembre del 1 937. In totale i
raduni furono 22.
Le Mar ce Popolari Sciistiche ;
tipiche manifestazioni legate
all’ idea della SEM di divulgare
l’ attività s ciis tica tra i milanesi di
tutte le class i s ociali. Er ano
mar ce di regolarit à a squadre che
prevedevano un premio ricordo a
tutti i partecipanti, oltre ai vari
premi di categoria. U n pr emio
considerevole era previst o per la
Società che av esse port ato in gara
il maggior numero di s ciat ori. Tale
premio, di notevole valore
artist ico, fu denominato “Coppa
Z oia”. La prima gara si svolse ai
Piani di Bobbio nel G ennaio del
1 920.
Sagre di Primavera; concepite con
intent o ricreativo s i r iallacciavano
alla t radizione delle feste
pr imaverili. La prima sagr a
or ganizzata dalla SEM si svolse il
25 Aprile 1 920; ebbe luogo a
Varedo nei giar dini della Villa
Bagatti-Valsecchi.
Le Fest e degli Alberi, la prima
delle quali, nel 1 900, radunò in
G r ignet ta duemila partecipanti.
Il Collaudo Anziani ; originale prova
di resis tenza fisica per ultra
cinquantenni, ma in realtà s eguit a
anche dai più giovani. Questa
manifestazione clas sica nat a nel
1 934, è tuttor a dis putata ogni anno
(nel G iugno del 2000 si è t enuta la
67a edizione) e richiama sempre un
nut rito numer o di partecipanti tra
s oci e simpatizzanti. La prova
consis te nell’ effett uar e ent ro un
cer to limite massimo di tempo un
per cor so prestabilito. E’
s ufficiente arrivar e al traguar do;
s arà poi la Cart a d’ Identità a
s tabilire il v incitor e.
accetta dalla totalità dei soci,
infatti, dai 1 800 s oci del 1 921 si
scese ai 700 s oci che ader ir ono alla
SEM, sezione del CAI.
G ià dal 1 929, la s ociet à era retta da
un “Commissar io Regio” impost o dal
regime ed i pr esidenti dal 1 931 fino
al 1 945 furono sempr e “nominati
dall’ alto”.
Pare tuttav ia che, l’ adesione al CAI
fosse v ot ata all’ unanimità
dall’ assemblea dei s oci pres ent i e
che il pres ident e imposto, s i
affidasse completamente ai v ice
presidenti, dei semini da lunga data.
La SEM div ent a cos ì Sezione del
CAI, perdendo quell’ indipendenza e
quella libertà d’ azione che ne
avevano sempre caratter izzato
l’ attività. All’ improvviso ci s i trovò a
dover sott ostare ad ordini ed
imposizioni del tutt o es tranee allo
spirito ed al car attere del gruppo, e
ciò fu motivo di scissioni e d’ as pr e
polemiche t ra gli associati per alcuni
anni.
Il tutt o era però anche mitigato dal
fatto che molt i soci prestigiosi della
SEM erano già anche soci del CAI,
ed er ano or goglios i di appartenere
alla SEM ed al CAI della loro città.
D opo la guer ra, la situazione andò
stabilizzandos i e, pur rimanendo
sezione del CAI, fat to ormai
accettato dai soci, riuscì a
ricostr uir e quel clima fraterno e
familiar e che è da sempre la
caratter is tica della nostr a Società.
Maggiori dett agli s ulla storia della
società dalla s ua fondazione al 1941
sono descritt i sul libro “Cinquant’ anni
di Vita della SEM” di Eugenio Fasana,
disponibile in sede.
La SEM Sezione Milanese del CAI
“1 6 Alpin si ti del gruppo SEM in vetta al
Disgrazia” Arch vi io del Cav. Giacomo P ereg o
“16 Alpi nisti del Gru ppo SEM in vetta al Dis grazia” Archivio del Ca v. Giaco mo Pereg o
103
N el 1 931 la SEM scelse di entr are
nella gr ande famiglia del Club
Alpino Italiano per edit to del
r egime allora al G overno.
D iv ent a così la seconda sezione del
CAI con s ede a Milano, seconda
per ché entr ata dopo.
Quest o accorpamento fu
s icur amente sollecit ato dalla
v olontà del regime fascist a di
allora di eliminare qualsiasi tipo
d’ autonomia locale.
L’ ingress o nel CAI fu certamente
una decisione difficile, non bene
104
8.4 LA SEM DAL DOPOGUERRA AI NOS TRI GIORNI
I primi anni dopo la guer ra furono anni di ricostruzione fisica e psicologica per
tutta la società civile. Le attiv ità ricr eative furono ovviamente accantonate con
tut to ciò che doveva ess ere riavviato e con t utte le difficoltà del periodo.
Lentament e poi, nei milanesi ritornò la v oglia di svago e riemers e pot ente la
pas sione per la montagna; ricominciarono quindi le git e escursionistiche,
alpinistiche e sciis tiche. Ciò che s egue è la ricostruzione degli avv enimenti che
hanno portato la SEM da allora ai gior ni nost ri.
Per comodità, ho suddiviso la narrazione tra i gruppi che ci compongono. Ciò non
significa che l’ as sociazione sia spaccata in più entità e che ciascun gruppo si sia
mosso in modo indipendent e dagli alt ri e dalla s ezione. Di fatto, le persone più
attive facevano parte, e lo fanno tuttora, di più gruppi e spesso le attività dei
gruppi si mescolano, gli obiettiv i diventano comuni e le manifestazioni sono
organizzate assieme.
D al dopoguer ra ai gior ni nost ri, la SEM si è totalmente integrata nel Club Alpino
Italiano, cui è fiera di appartenere, ed ha dunque adot tat o la strut tura
organizzativa del sodalizio. I gruppi SEM rispecchiano le suddivisioni di attività
e le commissioni del CAI.
Commissione rifugi
Una delle attività intrapres e dalla sezione, che assorbì molte valide risor se, fu la
ricostruzione dei nostri rifugi, tutti più o meno dist rutti durante la guerra
perché ritenuti poss ibili covi di par tigiani.
Una grande parte del merito per quest i lavori va ad Ambrogio Risari che non
soltanto progettò i nuovi stabili ma che assieme a parecchi altri soci volent eros i,
part ecipò materialmente alle costruzioni.
105
8.5 LA SCUOLA DI ALPINISMO E SCI ALPINISMO
“SILVIO SAGLIO”
N el 1 958, gr azie
all’inter essamento di Silvio Saglio,
all’epoca presidente della SEM,
nacque la Scuola di Alpinismo, che
gr azie all’elev ato livello tecnico
degli istr uttori ed alla continuit à
dimostr at a, ottenne nel 1 965 la
qualifica di Scuola Nazionale.
D opo la sua scomparsa, la scuola fu
intitolata al s uo ideator e.
ricordiamo Lucio Br ambilla,
Er nesto Ferrar i, Luigi Magenes e
Nino Acquistapace. Forti dissidi
tra gli ist ruttor i su come gestire la
scuola portarono nel 1 970
all’ abbandono di Lucchini.
La scuola fu allora presa in mano da
Orest e Fer rè che, fortissimo
alpinis ta già da allora, divent ò
subito INA, r equis ito
indis pens abile per dirigere un
corso alpinistico. Nel giro di un
paio d’ anni anche Mario
Ber tolaccini divent ò INA
affiancando Oreste nella
conduzione dei corsi. I due
rimas ero gli unici istrut tori titolati
per lungo tempo e port arono avanti
la scuola, dandosi il cambio al
vertice, fino agli anni ‘ 80.
Tr a i migliori alpinisti della SEM di
questi anni, oltre ai citat i Fer rè e
Ber tolaccini r icor diamo il
I primi anni
I primi cors i fur ono affidati alla
direzione t ecnica della G.A. Luciano
Tenderini, che per l’occasione
conseguì il titolo di Istrut tore
Nazionale di Alpinis mo (INA),
coadiuvato da alpinisti di v alore,
quali Aldo Antonioli, Emilio Amos so,
Andrea Porta, Angelo Pavesi,
Luciano Negri.
Poi la scuola fu diretta da Sergio
Lucchini, (INA), coadiuvato da
Fabio Mascadri e Pino Cettin.
Fur ono or ganizzati cors i di r occia
pr imaverili, est ivi di
per fezionament o e cors i di
alpinismo. Molt i di questi cors i si
t enner o in Valle dell’ Oro ed a
Macugnaga utilizzando i nos tri
r ifugi come basi di appoggio.
L’ organico della scuola era
composto di una dozzina di
ist ruttor i, tra cui oltr e a Lucchini,
106
fortissimo Roberto Fragale, che ha
al s uo att ivo salite difficili quali
Comici - D imai alla Cima G rande di
Lav ar edo, D iedro Livanos alla Cima
Su Alto e Philipp Flamm alla
Civet ta, Via degli Scoiatt oli alla
par et e Scotoni e molt re altre,
olt re ad una salita in s olitaria dello
s perone della Brenva ed anche una
v ia nuova, apert a con il suo
compagno di cordata Tino D onarini
(D onarini - Fragale al Campanile
Alto di Br enta - 1 970).
Ricordiamo ancora Car lo Molinar i,
Fr anco Calliari, G ianni Lipodio,
Ambrogio Maggioni, i fratelli
G r iffini, Enrico Tormene. Altri
per sonaggi important i ent rati nella
s cuola negli anni ’70 furono:
G ianmario Piazza, che divenne INA
e diret tore dei corsi per parecchi
anni, Massimo Cant ù e Aurelio
Arrivano le scarpett e
Ver so la met à degli anni settanta
fecero la loro apparizione le
scarpett e da arr ampicata a suola
liscia. Fu un momento di
rinnovamento, in pochi anni lo
sviluppo dei mater iali alpinistici e
conseguentement e delle t ecniche
cambiarono il modo di andare in
mont agna t ut to a vantaggio della
sicurezza.
D a pochi anni le corde di perlon e
nylon avevano sostituit o quelle di
canapa a tr efoli. L’ alpinista tipo
calzava i famosi “ rigidones ”, cioè gli
scarponi in cuoio a suola rigida,
utilizzati s ia per le pass eggiate che
per le più impegnative salite sulle
grandi mont agne, per arrampicare
su roccia in G r ignett a o s alir e lo
Sper one della Brenva al Bianco.
Nonostante il chiar o vantaggio che
le scarpett e davano sulle v ie di
roccia, per alcuni anni rimase
obbligatorio (dictat della Scuola
Centrale del CAI) utilizzare gli
scarponi rigidi durant e i corsi di
roccia.
Anche il casco non er a cos ì
utilizzato, non esist evano
imbracat ure, ci si legava in vita con
il “nodo delle guide”, il sistema per
assicurare il compagno era la
“sicura a spalla”.
D ’ improv viso la rivoluzione: dalla
tecnica frontale di ar rampicata con
scarponi s’ imparò a usare le
scarpett e (da autodidatti
naturalmente) e ques to rese più
facili (un grado in meno si diceva)
le arrampicar e su roccia.
Cambiò il concetto di affrontar e
una s alita: la v elocità e la
Triulzi. In quest o periodo, la scuola
dedicava tutt e le s ue r isorse
all’or ganizzazione di corsi di roccia
e di alpinis mo di alta qualità e
difficoltà.
Un gruppo di soci, tra cui Franco
Bozzini, Angelo G albiat i, Sansone
Z uccolot to, Luigi Magenes , vide la
necess ità di organizzare al di fuori
della s cuola un cors o meno
impegnativo, che ins egnas se non
s oltanto la pura tecnica di roccia
ma anche come avvicinarsi e salir e
le montagne, magar i dai vers anti
più facili con l’us o di piccozza e
r amponi.
Nel 1 974 si tenne il primo “Corso di
Int roduzione all’Alpinismo”.
Quest o cor so, ora denominato
s emplicemente Corso di Alpinismo è
giunto ques t’ anno alla 37a edizione.
107
legger ezza dell’ equipaggiamento
pr ese il pos to dell’ essere
at trezzat i a bivaccare. Si cominciò
a pres tare più at tenzione alla
s icur ezza.
Con l’ introduzione delle
imbracature arr iv ò anche il
discens or e (pr ima si scendeva la
“ doppia clas sica vestit a”, corda che
s correva attor no ad una coscia e
dietr o alla s palla oppos ta, con
conseguent e bruciatura di giacche
a vent o e glutei o quasi) e fu
adott ato il “mezzo barcaiolo” che
s oppiantò la sicura a spalla
s emplice o incr ociat a.
La SEM fu una delle sezioni del
CAI più pr ont a al cambiament o, e
as sorbì velocement e le nov it à in
ar rivo.
Par te del merito per quest o
cambiament o v a al cors o di roccia
istrut tori. A seguito dei due
fortis simi Ores te Fer rè e Mar io
Ber tolaccini, gli alpinis ti della SEM
svols ero un’intens a at tività,
superarono par et i difficili, alcune
delle quali in quegli anni erano
salite da pochis simi alpinisti, dai
più br avi s oltanto! Riportiamo di
seguito ad esempio, l’ elenco salite
effett uate nel 1978 come
riportato dallo Scarpone del
gennaio 1 979:
Alpi Marittime:
Monte Matto, S pigolo E
Bianco:
Monte B a
i nco, Sperone E (della Brenva);
Mont B a
l nch de Tacul, C oloir E (G ervasutti);
Tour Ronde, Parete N;
Tour Ronde, Via Normale;
Roy du S a
i m, V a
i C ontamine.
Monte R osa:
Lyskamm O cc. , Parete N;
Pizzo Tignaga, Cresta SO .
G ran P aradiso:
Ciar for on, Parete N;
Becca di Monciair, Parete N.
1 976; fu questo un ottimo corso,
uno di quelli fortunati al quale
par tecipar ono un gruppo di ragazzi
giovani e bene affiat ati, cinque dei
quali divennero in br eve istr ut tori
della s cuola: Andrea G entilini
(INA), Piet ro Mor etti, Laura
Pos ani, Lino Tar enzi e Roberto
Cr espi (IA).
Quest o gr uppo di giovani, ed i più
lungimiranti “vecchi”: Orest e e
Mario adottar ono subito le nuov e
t ecniche ed i nuovi materiali. Tutto
quest o portò anche inevitabilmente
un ricambio generazionale
nell’or ganico della scuola, molti
ist ruttor i se n’ andarono e nel giro
di pochi anni la scuola era
cambiata.
La scuola, alla fine anni ’70 era
composta di una v entina di
Alpi di URI :
Salbitschijen, Spigolo S;
Bergeeschijen, Spigolo S E.
Masino Bregaglia:
Punta Milano, Via Normale;
La S finge, Parete S E Via Bramani;
Torre Est Cima di Zocca, Spigolo SE V a
i
Parravicini;
Pizzo Cengalo, Spigolo NO ;
Pioda di Scior a, Spigolo NO .
Disgrazia:
Pizzo Ventina, Cresta NNE ;
Punta Kennedy, Cresta E;
Pizzo Rachele, Sper one SE ;
Pizzo Rachele, Parete ENE;
Pizzo Cassandr a, Via Normale;
Torrione P orr o, Parete O Via Perego.
Piccole Dolomiti:
Baffelan, V a
i V er ona;
Primo Apostolo, Spigolo E Via Faccio;
Brenta:
Castelletto Inferiore, Via Heinemann;
Castelletto Inferiore, Spigolo G asperi;
Castelletto Inferiore, Via Normale;
Campanile Basso, V a
i N ormale;
Crozzon di Brenta, Spigolo N ;
Crozzon di Brenta, Via delle G uide.
Pale di S. Mart n
i o:
Pala del Rifugio, S pigolo NO ;
Dente del Rifugio, Spigolo NO .
Catinaccio:
Vajolet, Torre D elago Spigolo E V a
i Pa
i z;
108
alternarono nella direzione dei vari
corsi: Claudio Bisin (IN A –
direttore del cors o di ghiaccio),
Romano G rass i (ISA – diret tore
corso di sci alpinismo), Rober to
Vigo (IA - diret tore del corso di
ghiaccio), D ante Bazzana (IA direttore dei corsi di roccia e
ghiaccio), Angelo Meani (IA
direttore del cors o di alpinismo),
Luciano D i Reda (IA - dirett ore del
corso di alpinis mo), G iuseppe
Tappella (IA - dir ettore del corso
di ghiaccio), Franco Chiaffarelli
(IA - dirett ore del cor so di
alpinis mo), G iovanni Chiaffarelli
(IA), Marco Merlini (IA).
Riport o s oltanto gli istrut tori
titolati del CAI, per ché elencar e
tutti occuperebbe tr oppe pagine.
Anche i pr imi anni ’ 80 l’ att iv it à dei
semini fu intensa con salite alle
Sassolungo:
Cinquedita Pollice Spigolo E
Punta G romhann, Spigolo S Via Dimai.
Sella:
a
1 Torr e, Spigolo O Via Steger;
a
1 Torr e, Parete S Via Trenker;
a
1 Torr e, Via dei Camini;
1a Torr e, Via dei Pilast rini;
a
2 Torr e, Via G u
l ck;
3a Torr e, Via Jahn;
Piz Ciavazes, V a
i del Torso
Sasso Pordoi; Parete SO Via Dibona.
Fanis:
Sass di Stria, Spigolo SE ;
Piccolo Lagazuoi, Parete S Via G hedina.
Cinque Torri:
Torre G r ande Cima Sud, Via Miriam;
Torre G r ande Cima Sud, Via Normale.
Pomagagnon:
Costa di Bertoldo, Spigolo S Direttissim a.
Lavar edo:
Punta Fr d
i a, Parete S , Via Comici;
Cima Piccolissim a, F essura E, V a
i P reuss;
Cima G rande, Parete N, V a
i Comici.
Durante la prim avera, nella fase di
allenamento, sono state effettuate numer ose
salit e nel gruppo della G rigna Mer d
i ionale e
Corna di Medale.
Anche negli anni seguenti
continuarono gli exploit alpinistici,
citiamo Cervino, Parete N Via
Schmidt , Civ etta Parete NO, Via
Solleder, Badile Parete N, Via
Cas sin, Bianco, G rand Capucin Via
degli Svizzeri e tante altr e.
Pur troppo non mancarono gli
incidenti in montagna: il più grav e
capitò a Michele Matas oglio,
cime più difficili ed anche
l’ apertura di nuove vie. Ricordiamo:
Pietro Morett i apr e nel 1 981 “Pelle
di D aino” in Ant imedale (con Dinoia
e Rov erselli) e G iovanni Chiaffarelli
che apre “Breakdance” sul Medale
nel 1 984 (con Villotta e Z anetti),
quest’ ultima una delle più difficili
vie del gr uppo delle G r igne.
Anno 1 984, la direzione della scuola
passò ad Andr ea G ent ilini, il più
forte e carismatico di ques ti anni.
Nel 1 985, un altro corso
eccezionale: anche da questo
uscirono parecchi giovani che
rimpolpar ono le fila dalla s cuola e
che con le loro idee giovani
portarono in SEM altre novità
alpinis tiche.
La riscoperta dell’ etica alpinistica
s compars o nel 1 976 durante una
s alita in solitaria alla Cresta Signal
al Monte Rosa.
Gli anni ott anta
Il livello tecnico delle salit e si alza,
sempre più alpinisti riescono in
imprese anni prima ritenut e solo
per pochi.
Arr ivano le prime piccozze con
becca 45° e ramponi con punte
frontali.
Nel giro della scuola entr arono
alt ri valenti alpinis ti che s i
109
(messa da parte dopo Preuss), si
passò a “ liber are” le vie apert e in
ar tificiale salendole senza l’ ausilio
di staffe, arrivò il concetto di
salite usando i chiodi solo come
assicurazione e non come mezzo di
pr ogr essione (qualcuno l’ aveva
sempre fatto). Alcune popolari vie
inter amente “in art ificiale”
caddero in disuso e oggi non sono
più ripetute.
Fu anche il per iodo della piena
s coper ta della Val di Mello con le
s ue mitiche vie.
Anche i s emini si buttarono con
s ucces so su queste novità.
L’ organico della s cuola si allargò e
alt ri corsi si aggiunser o ai due
“ storici”.
Nel 1 984 per iniziativa di Alfio Popi
e D ant e Bazzana fu var ato il Corso
di Scialpinismo con Aldo Beretta
come primo dirett ore.
Gli anni novanta
Siamo all’ ultimo decennio del XX secolo,
il pas sato lascia il posto al presente.
L’ organico della scuola è in continua
trasformazione, altri v alidi alpinisti
si aggiungono al gruppo in ques ti
anni: Renata Pelosini (INSA),
Nicolò Berzi (INA e G uida), la
forte cordat a
Valent ina Cas ellato (G uida) e Luca
Biagini (IN A e G uida), G iacomo
G alli (INA), Pit onzo (G uida) e molti
altri.
Bonat ti ai D ru, Nor d dell’Eiger,
D iritto d’ Autore al Badile, Fachiri
alla Cima Scotoni s ono alcune delle
vie superate dai semini in ques ti
anni.
Negli anni ’ 80 e inizio anni ‘ 90, i
corsi agivano in modo indipendente,
con or ganici istr uttori diversi e
gestioni separate, e questo
compor tava la mancanza di
uniformit à didatt ica
nell’ insegnamento delle tecniche
alpinis tiche.
Ques ta situazione divenne
insostenibile e dopo alcune agitate
riunioni, fu finalmente deciso di
riunire tutti i corsi che s i
occupavano d’ alpinismo e
scialpinis mo (temporaneament e
anche di sci fondo escurs ionis mo)
sotto la scuola, con una
“commiss ione t ecnica” composta dai
direttori di tutti i corsi ed altri
membri eletti dall’ ass emblea della
scuola.
La commissione tecnica, t uttora
operante, s i occupa della gestione
economica della scuola, di tenere
controllo dell’or ganico istruttori, di
mandar e i merit ev oli a frequentare
Nel 1 985 ripres e il Cors o di
ghiaccio di alta montagna, che non
s i teneva da anni, allargando v erso
le alt e v ette l’ orizzont e di molti
alpinist i semini.
110
i corsi per istr uttori titolat i, di
acquist ar e corde e altr o mat eriale
alpinist ico, pat rimonio della scuola
e di organizzare giornate
d’ aggiornamento teoriche e
pr atiche per gli istr uttori.
Arr ivarono gli spit, le imbracatur e
basse, magnesit e e scar pet te
sempre più performanti. La
specializzazione anche in alpinismo
è massimizzata: c’ è chi si occupa
soltanto d’ arrampicata sportiva, chi
solo di salit e di ghiaccio .
Nel 1 992 è tenuto il pr imo Cors o di
Cas cat e s u ghiaccio. La SEM è la
pr ima sezione del CAI ad
or ganizzare un cor so di quest o
liv ello tecnico.
Nel 1 995 la s cuola cambiò nome e
diventò “Scuola N azionale di
Alpinismo e Sci Alpinis mo - Silvio
Saglio” .
Siamo ormai al 1 997; parte il Corso
di Alpinismo Avanzato erede del
Corso di G hiaccio di alta montagna.
1 998 si organizza il primo cor so di
Ar rampicat a Sportiva grazie a
Umber to Pellegrini (IAL). Anche
questo corso è uno dei fior i
all’ occhiello della s cuola.
Nuovi istrutt ori titolati si
aggiungono all’ organico: G ior gio
Bagnat o (IA), Mar cello Mer oni
(INA), Riccar do Fr igo (INA).
Chiudo quest a r icos truzione
ricordando a t utti che “il mitico
Orest e” è ancora nella scuola (ha
iniziat o nel 1 962) e si permet te
ancora di s alir e v ie di altiss imo
livello dopo 50 anni!! dal pr imo
approccio alla montagna.
E ’ una cascata o un fiume ghiacciato??
Il 1 994 ci por ta una tr agedia, che
ancora pes a nel cuore di tut ti noi:
l’ amico Mauro Sala ci lascia,
cadendo da un s eracco, nel
s ettembre del 1 994 mentre
frequentava il Cors o Regionale per
divent are Istrutt ore di Sci
Alpinismo .
Corso di Ghia ccio 9
‘ 4
Bivacco all a b ase d el la Cima Trafoi parete Nord
111
8.6 SCI CLUB S.E.M
anno prima al “semino” Ing. G ustavo
Englemann che faceva parte,
insieme al Kind, dello spar uto
gruppo di appassionati che avevano
introdotto lo sci in Italia.
Egli riuscì a trovare e convincere
poi 28 amici unit i nella st essa
passione (allora definita “mania”)
che det tero vita a questa
pionier istica at tività della SEM.
Er ano alpinist i in gamba,
considerati dai colleghi un po’
originali per la lor o fede in quella
bizzarr a scar pa pr olungata.
E fur ono pr oprio due soci dello
“Skyatori SEM”, Castelli e
Robbiati, a usare gli sci per
compiere nel 1 905, il giro del
Diavolezza, divent ato poi un
classico. Impresa tant o più
str aor dinar ia quando si pensi che in
quei pr imi tempi, la tecnica era
decisament e sommaria, basata su
una per tica alta un paio di metr i,
che t erminava con un puntale
rivest it o di latt a, al di sopr a del
quale era fissato un disco di legno.
La per tica serviva per dare la
spinta, dopo la quale la si teneva
tutta indietro e raspant e,
premendovi sopra per governare la
discesa, per arrestarsi e girare.
Sci rudimentali, attacchi pure;
quanto agli scarponi, er ano quelli
che allora si adoper avano in
mont agna. Fu un altro semino,
Vit torio Anghileri, che
contempor aneamente
all’ introduzione dei pattini di legno,
ideava la pr ima scarpa da sci e
portava qualche innovazione negli
Il grande passat o
La st oria dello s ci nella nost ra
as sociazione inizia nel lontano
1 904, att ività scialpinis tica e
agonist ica si mescolano e
confondono in questi pionieri.
Lo Sci Club SEM fu il più antico sci
club di Milano affiliat o alla FISI
(Federazione Italiana Spor t
Inv er nali), fu immatricolato dal
1 946 con la sigla MIL00; purtroppo
or a lo Sci Club SEM non esiste più.
In sede sono espost e più di un
centinaio di coppe, tar ghe e
medaglie vinte dalla Società e dai
s uoi at leti in quegli intensi anni di
at tività.
Per des cr ivere l’ attività sv olta
dallo Sci SEM fino agli anni ’60,
r ipor to il s eguent e ar ticolo
comparso s ullo Scarpone nel 1964 a
fir ma di G aspare Pasini.
“ Lo Sci SEM ha sessant’anni
PPr
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ziooonnneee nnneeelllllo
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scciii iittaal
aliia
ia nnoo
Sessant ’anni fa, pr ecisamente nel
febbr aio del 1 904, dal tronco
vigor oso della Società Escursionisti
Milanesi (trasformata poi in
aut onoma Sezione S.E.M. del CAI)
nacque col nome di “Skyatori SEM”
l’ at tuale Sci S.E.M.
Fu la quarta associazione del
genere, in ordine cronologico,sorta
in Italia, dopo lo Ski Club Tor ino,
fondat o nel 1 901 , lo Ski Club della
Sezione milanese del CAI, nato nel
febbr aio 1 902 e lo Ski Club di
G enova, costituito nel dicembre
1 903.
L’ idea era venut a in mente qualche
112
at tacchi, ant icipando l’ att ivit à di
Vitale Bramani che molto più t ardi
lanciava le suole in gomma.
L’ entusiasmo dei 28 fondatori fu
pr oiet tato alla diffusione del nuovo
sport: la sua “quinta colonna” si
spinse al G ot tardo per carpire i
segreti del “Telemark” e
diffonder lo in Italia.
Altr i si dedicarono
all’or ganizzazione delle prime gare,
con la Coppa Valsassina, che
r ichiamò la part ecipazione dello Ski
Club Andermatt, i cui soci si
esibirono in una serie di salti
per fetti, primi stranieri scesi in
It alia a gareggiare.
Altr i ancora crear ono una scuola,
che svolgeva le sue lezioni su campi
diver si, nelle traver sate e nelle
ascensioni alpine in comitiva. Nella
fase iniziale, infat ti, lo sci si fuse
con l’ alpinismo inver nale. Poi si
cur ò l’ agonismo e gli atlet i della
SEM si affermarono con lo Z oia, il
Flecchia e il Par odi, che nel 1 91 2 si
aggiudicò il Campionato it aliano di
salto e di st ile, e con il Carrett oni,
che conquistò addirittura il
Campionato svizzer o.
La Sezione sciator i SEM si coprì di
glor ia nei reparti alpini sciatori
dur ant e la pr ima guerra mondiale.
I reduci diedero il via al secondo
per iodo con corsi speciali e con
un’ intensa propaganda culminata
nelle marce popolari sciistiche a
squadr e, allo scopo di agevolare la
diffusione dello sci tr a i meno
abbienti; le part ecipazioni fur ono
così numerose che dovetter o
inter venire le aut orità tutorie,
poiché, pur di far numer o, le
squadre racimolavano elementi che
vedevano gli sci per la prima volta.
L’ agonismo aveva la sua massima
espressione nella “Staffet ta dello
St elvio” che diventò classica e che
ebbe sempr e gr ande successo per
l’ innovazione della partenza in linea,
poi imitata dalle compet izioni
nazionali, mondiali e olimpiche.
Sempre tr a le fila della Sezione
SEM, gli atleti si affermarono in
numer ose gare: da Mariani a Z appa,
a Negro, ai fratelli Bramani, a
Venzi che s’ impose come discesista
e saltat ore di livello inter nazionale.
Continuò coi fr at elli Risar i e nel
1 928 trionfò nei Campionati italiani
col 1 ° post o di Ber nasconi e il 4° di
Testa.
Tr a una gara e l’ altra, i fedeli
dell’ alpinismo si dedicarono
all’ organizzazione delle gite
invernali, tut te con esito felice per
numer o di partecipanti e
import anza di mete raggiunte,
lungo l’ intera catena alpina, sia sul
versant e it aliano che su quelli
francese, svizzero e austr iaco.
La scalata di quest e numer ose cime
lasciò il segno con le monografie di
Silvio Saglio, pubblicat e nei primi
anni di vita di questo giornale (ndr
“Lo Scar pone” ) e con le guide e le
carte, opera dello stesso Saglio e
di Ett ore Castiglioni.
Con l’avvento del discesismo e con
l’ abolizione dei “cittadini” nelle
gare sciistiche nazionali, che videro
a poco a poco il pr edominio dei
valligiani e di atleti che potevano
considerarsi professionisti, i
giovani semini abbandonar ono le
compet izioni e rimasero in campo
113
soltanto i Costantini, i Marnat i, i
Deltorre, i Cosi, i Bonazzi, i G elli e i
G alletto.
Dopo la stasi della seconda guerra
mondiale, si entrò nel periodo che
t utti conoscono; bast i r icor dare
l’ or ganizzazione della Coppa Pisati,
le ult ime Staffett e dello Stelvio e
l’ impeccabile or ganizzazione del
XII Rallye inter nazionale, nonché
l’ annuale scuola di sci.
Da quest a scarnissima sint esi
r isalta quanto sia stata
pr eponder ant e l’azione della
Sezione sciatori SEM nella
pr opaganda dello sci, sia agonistico
che alpinistico; fu insomma fr a gli
ar tefici pr incipali dello sviluppo
sciist ico italiano, che tanta
importanza ha assunt o
at tualment e, per i suoi eccezionali
effetti in campo turist ico ed
economico. . . . . .
Art icolo firmat o da G aspare Pasini”
(ndr, l’ art icolo è st ato tagliato
laddov e continuav a con la cronaca
della festa organizzata per
l’ occasione press o il rifugio
Z amboni – Z appa)
D ario de Stefani, r ius cendo ad
organizzare gite domenicali così
frequentat e, da dover noleggiare
anche 5 pullman per portare t utti
gli sciatori sui campi da s ci.
Negli anni ‘ 80 rinacque anche
l’ attività agonist ica SEM, certo non
gloriosa come quella dei
predecessori, ma comunque
animata da un buon gr uppo di atleti.
Si or ganizzarono le part ecipazioni
alle grandi maratone class iche dello
sci di fondo quali: Mar cialonga e
Pustert aler Ski-Marat hon che
videro la partecipazione di più di
50 iscritt i SEM per gara. Si
partecipò alla classica 24h di
Pinzolo (poi 24 ore di Andalo), gara
per staffette a squadre o
indiv iduale della durata appunto di
24 ore.
Ques ta gara era così seguita dai
semini, che nel 1 987 riuscimmo a
parteciparvi con 5 squadr e di cui
una femminile, totale 20 atleti più
cronomet risti, massaggiatore e
assist ent i al s eguit o. In ques ta
edizione, la SEM fu t ra le società
premiat e in base la numer o totale
di chilometri percors i.
La mass acrante gara indiv iduale
(24 ore sempre sugli sci) fu
complet ata da Renata Pelosini,
Marco Morosini e G iacomo G alli in
edizioni divers e.
Nel 1 992 Renata Pelosini st abilì ad
Andalo il nuovo record italiano
femminile con 320 Km per corsi.
Altri sciatori parteciparono a
livello dilettant is tico a gare di
fondo FISI e di Coppa Italia,
rimediando qualche coppa come
squadra.
La r ipresa degli anni ‘80
Fu s olo all’ inizio degli anni ’ 80, grazie a
nuovi tr ascinatori quali Alfio Popi e
D ant e Bazzana, che questa att ività
r icominciò in pieno, il rinato gruppo sci
or ganizzò git e domenicali, settimane
bianche e scuole s ia per lo sci di discesa
che per lo sci di fondo con Maestr i di
Sci milanesi.
Per t utti gli anni ’ 80, quest a
at tività visse un periodo di
popolar it à e succes so, grazie a
t rascinatori quali Felice D i Bar i e
114
Anche lo sci di discesa vide dei
s emini partecipare a gare di
gigante FISI.
Il presidente odierno dello Sci Club
SEM è Antonio G iambelli.
Per anni la SEM ha or ganizzato il
“ Campionato Milanese Sci Fondo”
as sieme agli alt ri gruppi di fondisti
di Milano.
Poi inevitabilment e le es igenze
dell’ut enza cambiarono ancora una
volta e ai gior ni nost ri non si
organizzano piu’ gite sciistiche con
pullman.
Nel 2002 è st ato chius o lo SCI
CLUB per mancanza del numero
minimo di adesioni richies te dalla
FISI (25 tes serati)
At tualmente non s ono più
organizzate att iv ità sociali di sci
alpino e di sci di fondo su pist a
battuta.
115
8.7 LA SCUOLA DI SCI FONDO ESCURSIONISMO“ALFIO POPI”
Nel 1 988, grazie alla s pint a di Alfio
Popi, nacque il Cor so di Sci Fondo
Escurs ionis tico; primo istrutt ore
ISFE e dirett ore del cor so fu
D ar io de Stefani.
Il cor so si occupava di insegnare le
t ecniche del fondo su pista battuta
come la maggioranza dei corsi
s volti dalle altre sezioni del CAI.
Con gli anni, altri soci SEM
frequentarono i cor si / es ami del
CAI e div entarono istrutt ori
t it olati, alternandosi nella
direzione dei corsi (Robert o
Cr espi, G iuliano Vidor i, Laur a
Pos ani, Fr ancesco G entile,G iovanni
Nel 1 992, grazie alla qualit à e alla
costanza nel tempo dei cors i
organizzati si ottenne dal CAI la
qualifica di Scuola di Sci Fondo
Es cursionistico. La scuola fu
dedicat a a Alfio Popi che di
quest’ attiv it à fu l’ispir at ore ed il
vero fondator e.
Negli anni più recenti, l’ attività
della scuola si spostò ver so
l’ escursionismo fuori pista,
lasciando l’ ins egnamento delle
tecniche s u pis ta bat tuta ai
profess ionist i.
Si adottò definitivamente la
riscoperta tecnica del telemark
Sacilotto, Stefano Fiocchi) e
por tando avanti la prat ica dello sci
fondo escur sionis mo nella nost ra
s ezione.
per la dis cesa, ARVA, pale e sonde
diventarono materiale sempre
presente nello zaino, praticando
così il vero es cursionismo invernale.
116
8.8 GRUPPO GROTTE
Ques ta elite, che pratica l’ esplor azione scientifica del sott osuolo, è uno dei più
antichi ed importanti gruppi speleologici italiani. Ha al suo attivo l’esplorazione e la
mappatura di un numero considerevole di grott e in Italia e nel mondo.
Il G GM (Gruppo Grotte Milano) è entrato a far parte della SEM nel 1954. D ata
l’ attività affine ma differente dall’alpinismo, il GGM ha s empre mantenuto una sua
indipendenza gestionale e decisionale nell’ambito della sezione; part ecipa
comunque in pieno all’ attività della sezione ed è rappresentat o in consiglio.
Segue una ricostruzione storica dell’attiv ità del GGM preparata da Tito Samorè
nel 1 997 in occas ione dell’ annivers ario dei cento anni di att iv ità.
IL CENTENARIO D EL GRUPPO GROTTE MILANO CAI SEM 1897 - 1999
Rileggevo con piacere il fas cicolo e
gli s critti compilati per l’ occasione
dei ses santa anni di vita del G G M,
os sia nel 1 957, e poi in seguito
quelli scr it ti sul G r ottesco per gli
Ot tanta e i Nov anta anni del
G r uppo. Se dev o essere s incero, mi
s embra pas sata un’ eternità; questo
las so di t empo, sia pur breve, ha
v is to uno sv iluppo s ia nelle tecniche
di esplorazione che nelle
t ecnologie, tale da far sembr are la
v ecchia esplor azione una cosa
v erament e obs oleta.
Nella par te esplorativa, le nuove
t ecniche esplor at ive su una s ola
cor da permett ono a pochi ma ben
at trezzat i di ottenere dei risultati
pochi dei giovani s i rammentano dei
chiodi da fess ura (us ati in roccia
ma scar sament e ut ilizzabili in
grotta per mancanza di fessure),
attualmente sos tituiti da elementi
di fis saggio ad espans ione o
addir ittura chimici, di tenuta ormai
fortemente collaudat a sia da prove
sui mat er iali che da . . . . . . . . . . . .
collaudi per sonali.
Nel mio campo s pecifico (la
speleologia subacquea), s iamo
addir ittura a livelli
“fantas cient ifici” : dai primi
autorespirat ori ad oss igeno a
circuito chiuso (ARO) con i quali si
andava nei sifoni nel 1 948 (almeno
io), ai primi autor espiratori ARA ad
aria a circuito apert o, coi tubi
corrugati, maledettamente
pericolosi per la delicat ezza dei
suddetti tubi; poi la tecnologia
portava a delle bombole a maggior
pressione e a erogatori più
compat ti e più sicuri; infine le
t ali da non essere neppure
pensabili solo tr ent’ anni fa; si è
pas sati dai tr apani a mano, per
forare la roccia ed inserir e dei
chiodi che venivano già chiamati “a
pr essione” (erano solo in ferraccio
a punta quadra), ai super
t ecnologici, ultr a pr ofessionali
t rapani a batt eria, elettro
pneumatici o addirittura a scoppio.
Per non parlar e dei chiodi, ben
con però un grande e s piacev ole
cor ollario di decessi, sia per errore
dur ant e la car ica che per error i
dur ant e le immersioni.
Ultimamente le mis cele s i s ono
fatte più s icur e con l’ elio, le
apparecchiatur e s ono s tate
per fezionate, i cos ti sono
aumentati a livelli infartuali (9
milioni di Lire, l’ ultimo modello a
circuito chiuso per alte
pr ofondit à). Anche i pesi si sono
alzati dai 1 5 Kg di qualche anno fa
ai 50 Kg attuali.
E’ certo per ò che Cento Anni di un
gr uppo sono tant i, ques to pov ero
v ecchiett o artr it ico e stanco che si
t rascina tra perenni litigi,
as semblee fiume fino alle tre di
mattina, discuss ioni a non finir e
s ugli alliev i (ora soci aderenti ed
effettivi), ed altro, esat tament e
Non si è r ius cit i a capire come
avvenne, ma nell’ ott obr e del 1 897,
un gr uppetto di es cursionisti, ed
altro, s eguendo le tracce dei
Tr ies tini che fondavano nel 1891 la
“Commiss ione G rot te Eugenio
Boegan” della Società Alpina delle
G iulie, si riunì sott o la direzione del
profess or Mar iani e fondò la
“Sezione Speleologica” del CAI
Milano.
Mariani, nel Museo Civico di Storia
Naturale di Milano (ne diventerà in
seguito il dir ettore), coordinò un
insieme di ricerche, dapprima in
tutte le cavità lombarde più
facilment e es plorabili, poi man
mano in quelle sempre più difficili
con t ecniche e attr ezzatur e
pionier is tiche. Furono così
esplorati l’ abisso G uglielmo sul
Palanzone, il Bus di Remeron nel
s imile in t utto e per tutto (quasi)
ad ogni assemblea e r iunione
t enut asi da cinquant’ anni a questa
par te (pr ima non mi ricordo).
Cer chiamo di v eder e la s toria di
quest i:
Campo dei Fior i (VA), il Bus del
Soliv o a Molina (CO ) e si fecero
import anti ricerche s ia
paleontologiche che archeologiche
nelle grotte lombarde.
La Pr ima G uerr a Mondiale fermò
tutta l’ att ività, e fu s olo nel 1 920
che s otto la guida dell’allora
studente G . Natta (in seguito
Nobel per la chimica), l’ at tività
riprese come SUCAI Milano e nel
1 962 prese la denominazione
definitiva di G ruppo G r otte Milano.
Tr a le es plorazioni guidate da
Natta ricordiamo quella all’ Arma
del Lupo, in Piemont e (1 924),
grotta che nelle esplorazioni di
molti anni dopo (e t uttora in corso)
divenne nota come la risorgent e di
uno dei maggiori sistemi carsici in
Italia, il sistema di Piaggiabella.
Cent’ anni del G r uppo G rotte Milano.
mis cele, dalle pr ime fatt e in casa
con os sigeno ed idr ogeno (l’ elio di
provenienza americana era ancora
indis ponibile per l’ altissimo costo),
117
118
Nel 1 928, la pr esidenza passò allo
s tudente Ar dit o D esio
(conquistat or e del K2 e fondatore
della geologia in It alia), ed in
s eguit o a Cesare Chiesa. In questo
per iodo vengono effet tuate
numerose ricerche in profonde
cav it à lombarde e una not evole
at tività di pr oselitismo por ta alla
nas cit a di parecchi gruppi grott e
del CAI (D esio, Como, Bergamo, S.
Pellegr ino).
La guerra inter ruppe le attivit à e
con l’ incendio del Museo di Milano,
insieme ai s eques tri compiuti dai
t edes chi dello schedario e catasto
s peleologico, ritenuti di interess e
militare, cost rinsero negli anni
s eguent i i soci del G G M ad una
completa revis ione di tutte le
cav it à fino allor a s tudiate.
In un momento di rinascita della
divenne l’or gano ufficiale della
neonata Società Speleologica
Italiana.
Nel 1 947 il G G M or ganizza il primo
corso di speleologia s voltos i in
Italia e or ganizza a Chieti il 3°
congresso nazionale di s peleologia.
Nel 1 948, lo scrivente inizia
giovanissimo l’ att ività subacquea
con l’es plorazione in s olit aria di
alcune cav ità marine, e nel 1 950,
inizia una serie di esplorazioni in
parecchi s ifoni in Lombar dia,
Venet o, Piemonte e Ligur ia.
Nello stes so anno G iuseppe
Occhialini par tecipa alla scoperta
di una grande cavità nei Pir enei
francesi, “la Pierr e St. Martin”,
che r esterà a lungo la cavità più
profonda del mondo con i suoi 1342
met ri di profondità. L’ attiv it à del
gruppo si fa più at tiva e lo v ede tra
apprendono nuove tecniche di
disces a e di costruzione delle
s calette leggere in alluminio, che
pes av ano un quinto rispett o alle
s cale allora in uso ed il sistema di
illuminazione front ale con lampade
a carburo s is temat e s ull’ elmet to.
Ciò res e possibile l’ esplorazione di
molte grot te profonde ed
impegnative.
Pur troppo, una serie di grav i
incidenti funesta la speleologia
italiana e pertanto si decide di
fondar e, ins ieme a Tor ines i,
Bolognesi e Faentini ed altr i gruppi
s peleo, un corpo di “Soccorso
Speleologico” che, nato nel 1965
come unit à indipendente, diventa
poi parte integrant e del “Cor po
Nazionale del Soccorso Alpino e
Speleologico”.
Nel 1 960, s ulla bas e della t esi di
esplorazioni molto impegnative
dalla “Equipe Cousteau” nel 1963 a
Tahiti (Polinesia Francese), in
G uinea Francese e nelle Bermudas,
dove vengono esplorate alcune
cavità immers e dette “ Blue Holes”,
molto profonde. In seguito, nel
1 968, una cav it à s ommersa nei
pressi di Mars iglia, viene esplorata
con t ecniche sofis ticaste ed
autorespirat ori ad aria liquida,
permettendo ai sub di raggiungere,
con mezzi meccanici di
avanzamento e di illuminazione,
distanze per allora as solutamente
impensabili (3000 m senza vedere
l’ aria sopra la testa; tappe di
decompres sione di 3 ore;
profondità massima 24m).
Nel 1 962 si pas sa il pr imo sifone
della grotta Masera di Careno e
poco dopo con una squadra di punta
s peleologia it aliana il G G M si pose
t ra i più dinamici gruppi it aliani,
considerat o che in quell’ epoca la
s peleologia er a assai meno diffusa
d’ oggi e che i gruppi veramente
operat ivi s i contavano sulle punt e
delle dita.
Nel 1 946, un bollett ino ciclostilato
“ Il G rottes co” nas ce e viene
diffuso al prezzo simbolico di: “ un
os so”; arretr ati: “ un os so con
polpa” . Era diretto da un trio
det to “dei t re esse” per i loro
s oprannomi (Speleo, Spelato e
Sifful) al secolo Sommaruga,
Sartor io e Focarile. Qualche anno
dopo questo bollettino si fus e con
quello dello Speleo Club
Univer sitario Comense, diventando
quindi la Rass egna Speleologica
It aliana, che success iv amente
i membri costituenti della
“SOCIETA’ SPELEOLOG ICA
ITALIANA” e s ucces sivament e
della Commissione Centrale della
Speleologia del Club Alpino
Italiano.
L’ impegno ed il rigore s cientifico
dei lavori del G G M, fa iniziare una
proficua ricerca sulle sorgent i
della Lombardia per conto del CNR
e del Magistr ato delle Acque e
vengono prodotti altri st udi
scientifici che port eranno alla
pubblicazione di test i t ecnici. I
lavori fur ono svolt i soprattut to da
A. Cigna, G . Cappa, E. D e Michele e
G . Rondina.
Nel contempo alt ri soci s ono
invitati a par tecipare ad
esplorazioni internazionali
(G ouffre Berger) in Francia, dove
laur ea del socio Servida, di alcuni
anni prima, si iniziano una s erie di
lav ori di ricerca nella G rigna
Settent rionale, dove la gr ande
densit à di cavità in poco s pazio,
cos tringe ad iniziare la
pr epar azione di cartogr afie di
pr ecis ione in s cala 1 :1 000 (Cappa,
Samorè, Bini, Pellegrini). G li
ot timi r is ultati sono da s timolo e si
localizzano ed esplorano col
pas sare degli anni più di
cinquecento grott e, t ra le quali
r ecent emente vengono scoperti ed
es plorati vari important i abissi che
r aggiungono poi nel 1 996 i –1170 m
di profondità nell’ abisso ”W le
donne”.
L’ att iv ità della squadra subacquea
continua in Italia ed all’ es tero, chi
s crive, viene inv it ato ad
con R. Tommassini si superano
cinque sifoni raggiungendo i – 1 20
m. La squadra subacquea
totalizzerà nel 1 970/71 più di 4000
m di esplorazioni sub e circa 220
sifoni. Nei vari s ifoni va ricordato
quello del “Tor reggione” (1 50 m),
della “D ragonera” , del “ Pis del
Pesio”, della “Bormassa” in
Piemonte.
Nel 1 968, dietr o richies ta da parte
della Commiss ione Cinematografica
del CAI, viene realizzato da A.
Frigerio, il primo film it aliano sulla
speleologia, “Lumen Z er o”. La
fatica dei s oci del G G M viene
premiat a dal v eder lo presentato
nel 1 969 al “Fes tival Internazionale
della Mont agna, Cit tà di Trento”
con menzione speciale.
119
120
In quegli anni, dopo notevoli
fatiche, nas ceva la Scuola
Nazionale di Speleologia del CAI,
emanazione del Comitato
Scientifico Centrale, e quattro
nos tri soci (Cappa, Potenza,
Samorè e Tommas ini) furono
nominati “prot ois truttori” destinati
a formare, esaminare e a nominar e
i futur i “ Istrut tori Nazionali di
Speleologia del CAI”.
Una carica prest igiosa venne
confer ita nel 1 970 al nost ro socio
Arr igo Cigna, nominato presidente
della Società Speleologica Italiana
e success ivament e pr esidente
dell’Unione Internazionale di
Speleologia (1 973/81 ).
La consueta att iv ità esplorativa
continuava a dare grandi
s oddis fazioni s ia nelle Prealpi ed
Alpi Lombar de, che in Sar degna,
Su Palu” nella codula di Cala Illune,
esplorata dal G ruppo per circa
7500 m nelle sue parti aeree.
At tualmente il sist ema, ad oper a di
vari gruppi italiani e, in part icolar
modo sar di, r is ulta essere
topografat o per circa 34
chilometr i. Altre ricerche sub
sono effett uate, sia nella zona di
Algher o (G r otta di Nettuno), che
nella grotta del Bue Marino
(D orgali).
Le nuov e t ecniche di discesa e
risalita su una sola corda
trasformano in maniera dras tica il
sistema di pr ogressione
sopratt utto nelle grott e con
sviluppo in pr ofondità; infatti
l’ abbandono delle gloriose ma
pesanti scalett e metalliche, l’ uso
degli spit e dei tr apani a bat teria,
facilità enormemente la discesa e
s alino formato al 94% di salgemma,
s i aprono, in un paesaggio
allucinante, numerose cavità
or izzontali e verticali.
Una par te di esse s i riunis ce in una
s ola cav it à di 4500 m con 23
ingres si scoperti in part e durante
le nos tre s pedizioni e in part e negli
anni successiv i dai colleghi
Is raeliani. Sull’ argoment o v enne
pubblicato nel 1 985 un volume
monografico curato da A. Buzio.
Il car so tr opicale dell’is ola di Luzon
nelle Filippine vede nel 1 985, t re
nos tri soci impegnati
nell’es plorazione di 1 4 Km di
galler ie, con interessant i scoperte
ant ropologiche.
Altr e s pedizioni internazionali ci
v edono impegnati s ia a livello di
G r uppo che di singoli s oci in
Equador, in piena foresta pluv iale
Calabr ia (M. Pollino), Campania. In
Lombardia, nella zona del Pian del
Tivano, si effettua la congiunzione
t ra le grotte Z elbio e Tacchi,
mentre delle secche
par ticolarment e int ens e ci
per mett ono di scoprire, anzi di
r is coprire e s oprattut to di
t opogr afare delle notevoli
pr osecuzioni.
Il collegamento idrogeologico
effettuato collegherà poi il
complesso con la risorgenza dei
“ Falchi della Rupe” presso Nes so
(Como). In Sardegna, ricerche
s ubacquee in mar e mi permettono
di scoprire ed esplorar e 450 m di
galler ia sommers a nella zona di Cala
Illune (Cala G onone, D orgali, N U),
che si collega idrogeologicament e
al grande complesso di “Su Spir ia,
la risalita di pareti un t empo
proibite; l’illuminazione, sia ad
acetilene che elettr ica, div enta più
efficiente grazie ai nuovi materiali.
Ques te nuove possibilità e la
facilità del tr asporto aer eo, fanno
sì che un piccolo gruppo di amici
può r ealizzare delle spedizioni in
terre lont ane con un costo
abbastanza ridott o.
Un gruppo solido e ben or ganizzato
come il nos tro, ha s aputo sviluppare
vari contat ti con le altr e nazioni e
quindi ha potuto compier e v arie
spedizioni all’ estero. D i particolare
rilevanza è stat a la s pedizioni in
Israele del 1983- 84 su inv it o della
Israel Cave Research Center
dell’ Università di G erusalemme,
dove sul Monte Sedom, sopra il
Mar Mor to, in un enorme diapir o
(1 985 e 1 986); Spagna (1 986);
Cr imea (1 989); Indonesia / G iav a
(1 991 ); Venezuela (1 992); Filippine
(1 992); Albania Centrale (1 993);
Mongolia e Borneo (1 995);
Nicaragua (1 996); Cina (1 997);
Bolivia e Vietnam (1 998).
In ambito subacqueo qualcuno
pr eferisce le acque calde dei mari
t ropicali e int eressant i immersioni
v engono effettuate in Yucatan
(Messico, 1 992), Florida (1 993 in
compagnia di alligatori affamati),
ed altr e.
La speleologia casalinga però
r ichiede la s ua parte, e in G r igna le
r icer che pr os eguono: nel 1 996
v iene raggiunta la profondità di
1 1 70 m nell’ abisso “W le D onne”,
che risult a quindi esser e fra i più
pr ofondi abiss i d’ Italia e nel
121
mondo. Sempre in G rigna, si
raggiungono – 620 m dell’ abisso
“Orione”, i –785 m dell’ abis so
“Capitan Plaff” , l’abiss o dei
“Marons G lacès” fino a m –574;
l’ abis so “Paolo Trantinaglia” fino a
–298 m; l’ abis so “Pr epar azione H” –
293 e la gr ot ta Mamalia –1 1 4m.
Tut te queste es plorazioni vengono
svolt e in compagnia di altri gruppi
speleologici.
Anche l’ area del Pian del Tivano
riserv a s empre sor prese e
superando un sifone, dopo
un’ eccezionale per iodo di siccità,si
avanza nell’ esplorazione della
G rott a della Capanna Stoppani,
topografat a per un totale di 8020
met ri.
Ab isso Profond o
D elle ricerche nella miniera di
D ossena (BG ), por tarono alla
scoperta della grott a “ Puerto
Es condido” che raggiunge -250 m e
più di 500 m di s viluppo. Nella zona
del Passo dello St elvio, in Val
Malenco, s ul ghiacciaio dello
Scer scen, vengono es plorate la
122
G r otta del Ver onica (1 00 m) e la
G r otte Morgana (350 m di
s viluppo).
I biologi D . Z anon e G . Tr ezzi si
dedicano alle catt ure e conseguenti
s tudi degli insett i caver nicoli di
v arie gr otte del Veneto (tr a cui la
Sluga della Preta), della
Bergamasca, in Sardegna, oltr e a
quelle est ere visitate durante le
v arie s pedizioni di grotte
all’es tero. Come risult ati di tut te
quest e ricerche vengono scoperte
una quindicina di specie animali
completamente nuove (di cui sett e
in Italia).
Tra le attività “ gr ottesche” non va
dimenticata anche l’at tività di
s peleologia urbana, oss ia
l’ es plorazione di cunicoli
s otterr anei art ificiali ed altro di
cui oggi s i è pers a la pianta o la
Sforzesco di Milano da me visitati
nel 1 945/46, quelli del cas tello di
Tr ezzo, di varie cavità allagate
etrusche, ed altr e.
Rit engo dover oso rammentare la
pubblicazione di cir ca un migliaio di
articoli divulgativi, scientifici e
specialistici, cosa molto importante
per la s peleologia, per ché nessuna
scoperta è valida se non è resa di
dominio pubblico. Sono ques ti fogli
di car ta stampata che r endono
valida l’ attivit à del G G M, assai più
che i pur importanti risult ati
esplorativ i.
Un ultimo grazie di cuore v a a tutti
coloro, persone singole o gruppi
italiani ed est eri che hanno
collaborato fat tivament e col
G ruppo G rott e Milano in quas i
cento anni di attività e che lo
spazio disponibile non mi ha
memoria: ho rivist o quindi con
piacere i cunicoli del Castello
permesso di menzionare neppure in
breve.
8.9 ATTIVITA’ ALPINISTICA E SCIIST ICA ALL’ESTERO
La prima ascensione extraeuropea alla quale un socio SEM ha partecipato e di cui
abbiamo notizia, è la prima salita al Cerro Tupungato m 6600 Cordigliera delle
Ande, effettuata da G aspare Cavezzali (che ha inciso la sigla “ SEM” sulle rocce
sommitali) nel 1 897.
D a allora molti s ono i soci che individualmente hanno par tecipato a delle
spedizioni o a dei raid sciistici all’ est ero, tanti che è impossibile citarli tutti.
Ricordiamo di seguito soltanto i raid sciist ici e le spedizioni organizzat e
recentemente sot to il pat rocinio dirett o della SEM:
Tito Samorè
A m a Dab lam 685 6m
RAID SCIISTICI
123
ANNO
N AZ IONE
Z ONA
1 989
N orvegia
Capo Nord
1 990
Is landa
Parco Landamanlaugher
1 991
Svezia
Sentiero dei Re
1 993
Is landa
Parco Landmannlaugher
1 994
G roenlandia
Isola di Ammansalik
1 998
N orvegia
Jotunheimen
124
SPED IZ IONI ALPIN ISTICHE
ANNO
NAZ IONE – CATENA
MONTUOSA
MONTAG NA
1 985
Kenia
Mt. Kenia, 51 00 m - Punta Nelion,
Punta Bat ian, Punt a Lenana
1 995
Cile – Ar gentina – Ande
Mt. Aconcagua, 6962 m
1 996
Bolivia – Ande, Cordillera
Real
Nevado Condoriri, 5596 m
Perù – Ande, Cor dillera
Blanca
Nevado Alpamayo, 5947 m, via Ragni
di Lecco – Casimiro Ferrari
1 996
Nevado Huana Potosi 61 20 m
Nevado Pisco, 5752 m
1 997
Bolivia – Ande, Cordillera
Real
Nevado Condoriri, 5596 m
Nevado Anchouma, 6427 m
1 998
India – Ladakh – Himalaya Mt. Kanghiatse, 6401 m
1 998
Nepal – Himalaya
Ama D ablam, 6856 m
“Spedizione Alice ‘ 98”
G okio Ri Peak, 5360
Perù – Ande, Cor dillera
Blanca
Mt. Huascaran, 6768 m
2000
Pakistan
D iran Peak, 7266 m
2008
Kilimanjaro
Tanzania, 5895 m
2009
Uganda
Ruvenzori, 51 09 m
1 999
Nevado Pisco, 5752 m
8.10 I GRANDI PERSONAGGI “SEM ” DEL PASSATO
Le inevitabilment e brevi biografie dei “nost ri” per sonaggi, di seguito raccolt e,
sono trat te dagli articoli di comme morazione pubblicati sulla Riv ista Mensile del
CAI o sullo Scarpone scritti dai loro cont emporanei. Per chi fosse interes sato
ad approfondimenti, riferimenti e copie degli articoli originali possono esser e
tr ovati nella fornitiss ima bibliot eca s emina.
Abele Miazza (1879 – 1914)
Nacque a S. G enes io (PV), compì i suoi studi al Politecnico di Milano e fu uno dei
personaggi che animava la vita alpinistica milanese del tempo. Compagno di
cordata di Fas ana salì con lui le guglie della G r ignet ta e delle Pr ealpi lombarde.
La sua carriera alpinist ica lo portò a effettuare la prima salita dell’Obelisco di
G eisspfad, della Punt a Occidentale del Pizzo Cornera di Fuori, la prima salita del
canale ghiacciato della Finestra di Boccar eccio, ecc. Effettuò moltissime salit e
nelle Alpi Retiche e Lepontine. Una guglia (purt roppo gia pericolant e nel 1 986)
nel gruppo Hasenhorn – Boccar reccio, da lui salita in prima assoluta il 9/1 1/1913,
port a il suo nome.
Professionist a alacre e s timato fu dipendente dell’Ente Autonomo Cas e Popolari;
fu pure assistente alla cat tedra di architettur a pratica all’univer sità di Milano e
fu chiamato in Italia meridionale a partecipare alla ricostruzione delle scuole
dopo il terremoto siculo – calabro.
Scompare il 17 Maggio 191 4 assieme ad Armando Venturoli e Attilio D el Vecchio
dopo aver compiuto, con Eugenio Fasana, la prima salita della famosa v ia
Albertini allo Spigolo Sud del Torrione Magnaghi Meridionale. Fasana racconta
che una volta giunt i s ulla vetta i t re si fermarono a riposare, ment re lui slegatosi
par tì in avanscoperta per cercare la via di discesa; d’un trat to un grido, torna s ui
suoi passi, ma è troppo tardi, i tre amici sono caduti nel vuoto.... .. Una lapide
comme morativa della disgrazia è affissa presso l’ ex nos tro rifugio Cavalletti a
Pian dei Resinelli.
Celso Gilberti (1910 – 1933)
Nasce e si affer ma alpinisticamente nel suo Friuli.
Entra nella Società
Alpinistica Friulana a 15 anni e quando giunge a Milano (per motivi di studio,
fr equent a il Politecnico di Milano) è già un famoso alpinis ta.
D i lui Emilio Comici ha scritto: ”… era il vero Cavaliere della Montagna,
verament e il più puro ed il più modesto che io abbia conosciuto; arrampicator e
for midabile, credo fra i migliori e forse il miglior e …..”.
Si iscrive alla SEM nel 1930, e con i nostri migliori arrampica sulle Alpi Centrali
e poi Occidentali. E’ tra i pr imi a superare vie di sesto grado, allora il limit e
125
126
massimo. Entra nelle file del CAAI (Club Alpino Accademico It aliano) e fu pur e
nominat o socio dell’ Oes terreichischer Alpen Club di Vienna.
Precipita dalla Paganella con il suo compagno da una via perfettamente all’ altezza
delle sua capacità in circos tanze mai chiarite a soli 23 anni.
Lascia un curr iculum di 46 vie nuove, alcune di sesto gr ado, numerose prime
ripetizioni di v ie aperte da alpinis ti italiani e stranieri ed un centinaio di altr e
arr ampicate su tutt o l’ar co alpino.
Per tramandarne la me moria, la Societ à Alpinistica Friulana er esse e dedicò al
suo nome un r ifugio nel 1 934.
Antonio Om io (1884 – 1935)
Nacque a Lovere, si trasferì giovanissimo a Milano e nel 1903 si iscrisse alla
SEM. Da allora la sua at tività alpinist ica non ha sos te ed innumerevoli sono le
ascensioni compiut e; s i può affer mare che nessun angolo, anche il più recondit o,
delle nostre Alpi non sia stato da lui v isitato. Lo sci lo attrasse in modo
par ticolare, perché fu tra i primi a capire quali soddisfazioni si potessero trarr e
dall’alpinismo invernale d’alta montagna; questo fu il suo più importante campo di
att iv ità.
D urante la grande guerra fu Capitano degli Alpini dove si guadagnò due medaglie
d’ argento al valor e militare.
Diciannovenne, fu anche fra l’esiguo gruppo dei
fondatori della Sezione Sciatori della SEM, alla quale
diede tutto il tempo e l’attività che gli rimanevano
liberi dal lavoro e dalla famiglia.
Fece part e del
consiglio direttivo per molti anni, fino alla sua
scomparsa.
Col suo soprannome di “Tougnela” guidò i semini in
innumerev oli gite ed escurs ioni.
Nel 1935, ormai cinquantenne ma ancora attivissimo,
accettò di partecipare alla fatidica prima ripetizione
della via aperta poche set timane prima da Bramani,
Bonacossa, Bozzoli e Negri sulla Punta Ras ica, che si
trasformò nella più grave tragedia della storia della
nost ra associazione e dov e pers e la v ita assieme ad altr i cinque alpinis ti.
Ettor e Cas tiglioni (1908 – 1944)
D i famiglia benestante milanese, si laureò in legge, ma non esercit ò mai
dedicandosi ad altre at tività. Amava la letteratura e la musica, conosceva
fr ancese, tedesco e inglese che gli s ervir ono egregiament e per la compilazione
delle sue guide alpinis tiche.
127
Era conosciuto in tutto l’ambiente alpinistico italiano ed ester o. Fu socio SEM,
socio CAAI e socio del CAI Milano. Formidabile è il numer o delle sue “prime”
nelle Alpi: l’elenco pubblicato su una Rivista Mensile del ’54 in un articolo /
biografia di Bonacossa occupa letteralmente t re pagine. Arrampicò con tutti i
più grandi alpinis ti italiani del tempo: dai semini Bramani e G ilberti a D e Tassis e
Vinatzer.
La vicenda della sua morte è t riste e romantica:
grande antifascis ta fu arrestato una prima volta in
Svizzer a mentre accompagnava un gruppo di ebrei in
fuga dall’Italia. Dopo un mese di prigione fu rilasciato
ed espuls o dalla Svizzera. Castiglioni non cessò questi
sconfinamenti e nel marzo del 1944 fu riconosciuto e
ricatturato. Fu imprigionato in un albergo al pas so del
Maloja e per impedirgli di fuggire gli furono r equisiti
sci, pantaloni e scarponi.
Era il 1 2 marzo, Castiglioni fuggì usando una coperta
per coprirsi e stracci come scarpe, inseguit o, riuscì ad
eluder e i gendar mi svizzeri e scollinò in Italia, in
Valmalenco at travers o il pass o del For no.
Pur troppo non raggiunse mai il fondovalle abitato; la tempes ta di neve che
imperversava e l’inadeguato vestiar io ne causarono la mor te per as siderament o e
sfinimento. Aveva solo 35 anni. Il suo cadaver e fu ritrovato soltanto tre mesi
dopo, il 3 giugno, allo sciogliersi delle nevi.
A lui il CAI Milano ha dedicat o un rifugio.
Mario Zappa (1902 – 1949)
Fu una magnifica figura di cittadino, di alpinis ta e di sportivo e la SEM fu il suo
nido nel quale trovò l’ esempio e l’incoraggiamento di compagni che gli furono
quasi frat elli.
Z appa fu un campione di canottaggio e di sci agonistico. Larga eco ebbe la sua
impresa (ass ieme a Cat taneo e Maggioni) di portare con la loro “jole” il gonfalone
della cit tà di Milano alla redenta città di Trieste attraverso il Naviglio Pavese, il
Po, la Laguna Veneta e il G olfo di Triest e nel 1 91 8.
Come sciatore fu ripet utamente tra i primi nei campionati milanesi e lombardi
(vinse due v olte questo t itolo nel ’ 26 e nel ’ 27), le sue s pecialit à: salto e discesa.
Ma lo sci diede a lui ben più grandi soddisfazioni con lo s cialpinis mo, tr acciando
inter minabili itinerari dal D elfinato alle Venos te, dal Vallese alle Dolomiti, dal
Monte Bianco all’ Oberland Bernese.
In estate messi a riposo gli sci si dedicava all’alpinis mo e le cuspidi della
G rignet ta, delle Orobie, del Masino e del Monte Bianco lo videro a più riprese in
128
cor data con Bramani, Bozzoli, Fasana, Risari, Romanini, Vallepiana, Polvara e altri
ancora in gran par te anch’ess i soci della SEM. Ad esempio nel 1 930 con i frat elli
Polvar a, apr ì una via nuova alle Aiguille Rouges du Br ouillard che fece epoca.
Nel 1935, sopravvisse alla terribile tragedia della Punta Rasica, dove persero la
vita per congelamento e s finimento: Agostino Parravicini, Mario del G rande,
Vittorio G uidali, Ant onio Omio, Piet ro Sangiovanni e Nella Ver ga.
Era la lealtà e la generosità personificate: non mancava mai occasione perché
agli amici più bisognosi perv eniss e un anonimo presente. E ancor oggi molti
ignorano chi ne fu il donatore. Viveva per il suo lavoro, per la famiglia e per la
montagna.
D a lui prende nome la parete “Fasana” al Pizzo della Pieve, anticima Nord del
G rignone.
Fu un eccellente fotografo e cineasta. All’ Alpe Pedriola, sopra Macugnaga, la
SEM ha costr uit o un rifugio che gli è st ato dedicat o.
I suoi volumi:
Eugenio Fasana (1886 – 1972)
Nacque a Gemonio (VA), il 29 Apr ile del 1 886. Sotto ferma militare col
battaglione Alpino Morbegno scopr e le montagne lombar de. E’ s ubito pioniere e
salitore di montagne inesplorate. Dopo la ferma militare si trasferisce a Milano
con la famiglia, si iscr ive alla SEM dove trova l’ambiente ideale per realizzare i
propr i desideri.
Inizia così la carriera alpinistica di Fasana: dappr ima la Grignetta, palest ra dei
milanesi, lo Zuccone Campelli ed il Resegone, poi lo spazio si allarga alla
bergamasca, alle montagne della Valt ellina, al Monte Rosa, ai giganti del Vallese.
In G rignet ta, praticamente tutte le guglie, furono salite per primo da Fasana: il
Sigaro, il Campanilett o, la Torre, la Lancia, il Fungo, il Torrione Palma, il
Magnaghi Centrale e Meridionale. Innumer evoli le pr ime salit e su tutta la catena
alpina.
Nel 1915 è richiamato s otto le armi come ufficiale, fu maggiore degli alpini e
decorato al valor e militare.
Alla fine del 1919 rientr a a Milano e assume la carica di consigliere dirigent e
della SEM, che con lui vive forse il suo periodo di maggior popolarità ed attività.
Anche la s ua at tività alpinis tica riprende in pieno.
Entra nel Club Alpino Accademico Italiano, i suoi compagni di cordata più
fr equent i furono: il fratello Piero, Piero Mar iani, Enrico de Enrici, Ermino Dones,
G igi Vas salli, Abele Miazza, Vitale Bramani, Antonio Omio, Elvezio Bozzoli
Parasacchi, Aldo Bonacos sa, Ettore Castiglioni, Celso Gilbert i, Ugo di Vallepiana.
Fu anche guida della regina Mar ia Josè e di papa Ratti.
La sua v ita alpinistica fu anche segnata dalle tragedie: 191 4, dopo l’aper tura
della nuova via “Albert ini” al Magnaghi Meridionale, la caduta dei suoi compagni
(Abele Miazza, Ventur oli, D el Vecchio).
Nel 1923 scendendo dal Petit Dr u fu colpito da un fulmine e rimas e
temporaneament e paralizzato. Fu salvat o dai compagni: il fratello Piero e Vitale
Bramani.
129
Fu anche un grande s crit tore, giornalista ed un discret o pittore. Nel 1 934 viene
ammes so al G ruppo Italiano Scritt ori di Montagna.
Uomini di sacco e corda, ed. SEM, 1 926;
Il Monte Ros a (v icende, uomini, imprese) ed. Rupicapra, Milano, 1 931 ;
Cinquant’ anni di vita della SEM, ed. SEM, Milano, 1 941 ;
Quando il gigante si sveglia, ed. Montes, Torino, 1 945
Fu redat tore e poi collaboratore della rivis ta Le Prealpi, ha scritto centinaia di
art icoli sulla Rivista Mensile del CAI.
Vitale Bramani (1900 – 1970)
La storia di Vitale Bramani va divisa in due parti: l’ alpinista e l’inventore delle
rivoluzionar ie s uole VIBRAM.
Iniziò la sua carriera alpinistica fin da ragazzo nell’ambiente familiare della
SEM, col fratello maggiore Cornelio, con i fr atelli Fasana, Bozzoli Parasacchi,
Barzaghi e alt ri ancora, arrampicò dapprima sulla Grignet ta, la montagna dei
milanesi, allar gando poi man mano i suoi orizzonti a tutta la Lombardia e quindi a
tut te le Alpi.
Arrampicò con molti fuor iclasse dei tempi, oltre ai
già citati, effet tuò salite con Castiglioni, Gilbert i,
Negri, D e Tassis, ar rampicò anche con Re Albert o
del Belgio. Per la sua intensa attività alpinistica e
di apritore di nuove vie fu accolto nel Club Alpino
Accademico Italiano.
Il Bramani imprenditore iniziò con l’aprire un
negozio di equipaggiamento alpinistico, in Via
Spiga, che presto diventò il negozio di Milano più
specializzato per l’alpinis mo e diventò centro di
ritrovo per tutti gli alpinisti milanesi o di
passaggio.
Poi l’invenzione geniale: le suole degli scarponi di
allora erano in cuoio pesante chiodate o semplici
suole in gomma appena rugosa. Bramani ebbe l’ idea di stampare delle suole con
dei chiodi incorporati (sempre in gomma), brevet tò queste suole con il suo nome:
VIBRAM.
130
Ora le suole di VIBRAM sono applicate su quasi tutti gli scarponi e pedule del
mondo, non solo per l’alpinismo ma anche per scarpe invernali, scarponi da lavor o,
ecc. ; sono r iconos cibili per l’ inconfondibile ov ale giallo st ampato.
L'autorità della sua competenza e del suo giudizio pacato e pratico, prevaleva
spes so nelle discus sioni del Consiglio, perché non si limitava a " pres iedere" ma,
pur circondato da collaboratori attivi, si assumeva la parte più onerosa di molti
incarichi e la s oluzione pr atica delle quest ioni più spinose.
Silvio Saglio (1896 – 1964)
Nasce a Novara il 21 apr ile 1896. Avv iato agli s tudi tecnici, si diploma in
ragioneria nel 1914 e prosegue poi gli studi iscrivendosi all'univer sità Bocconi di
Milano. Partecipa alla prima G uerra Mondiale, inizialmente come soldat o e poi
come sottotenente del G enio (fu richiamato alle armi nella seconda G uerra
Mondiale con il grado di capitano ed il comando di un batt aglione). Al termine del
conflitto ritorna all'università e, nel 1 921 , cons egue la laurea di dot tore in
scienze economiche e commerciali. Es ercita quindi l'att ività di commer cialista
che però male si adat ta con la sua passione per la montagna, col suo grande
desiderio di vagabondar e per i monti.
In contrapposizione all'esuberant e impulsivo dinamismo del suo predecessor e
(Bozzoli Parasacchi), Silvio Saglio portò una nota più pacata, se pur alt rettanto
attiva, nella gestione della SEM; continuando anzi accentuando lo scrupolo
amminist rativo nell'oculata ges tione del patrimonio sociale, specialmente per
quanto r iguardava i r ifugi e la sede sociale, portando la SEM a una solidità
finanziaria che poche Sezioni potevano vantare.
Si iscrive alla SEM nel 1 926 ed entra nel gruppo giovani arrampicatori semini:
Vitale Bramani, Ettor e Castiglioni, Eugenio
Fasana, Antonio Omio, Elvezio Bozzoli
Parasacchi, con i quali apre parecchie vie nuove
in G rigna, in Presolana, in Val Mas ino e nelle
Pale di S. Mart ino; mos trandosi un alpinista
medio ma tenace, che cons idera il rapporto
con la montagna un mezzo per l'acquisizione di
una gioia interior e.
Si mett e subito in luce per la sua efficace
attività di coor dinatore occupandos i dei
problemi
organizzativi
della
sezione,
par ticolarmente nella direzione delle gite
sociali, t racciando gli itinerari, la descrizione
del gruppo montano o della vetta meta
dell'escursione, i tempi di marcia e la logistica
dell'avvicinamento, il tutto pubblicato su
foglietti volanti ad uso e consumo dei
part ecipanti dai quali, con s olerzia e pazienza, riscuoteva la s impatia e la stima.
Il frutto dell'organizzazione delle gite sociali da Lui curate in SEM, ha dato
origine alle monografie alpinistiche, sciistiche ed escur sionis tiche pubblicate per
247 puntate su " Lo Scar pone",
fondato nel 1931 da un altr o socio della SEM, Gaspare Pasini, che man mano
ampliate e perfezionat e sono poi culminat e nella collana " D a rifugio a rifugio".
Nel 1950, dopo aver ricoperto diverse cariche sociali, Silvio Saglio è s tato
eletto Presidente della SEM, carica che ha mantenuto fino alla s ua scomparsa il
1 9 luglio 1 964.
131
Tutto ciò con i notevoli impegni finanziari derivant i da:
•
•
•
•
•
acquisto del terreno adiacente al rifugio Tedeschi nell'agost o 1954,
costr uzione del rifugio Z appa inaugur ato nel settembre 1 954,
ristrut turazione ed ampliamento del rifugio Zamboni e collegamento con il
rifugio Z appa nel 1 955,
ricos truzione e ampliamento del r ifugio SEM Cavalletti inaugurato nel
novembre 1 956,
ampliamento con la costruzione della sala "Erna", al rifugio SEM Cavalletti nel
1 960.
Non usciva una lira dalla cas sa che non ne fosse at tentament e vagliat o e
contr ollato il motivo della spes a.
A questo r isultato, non era estranea la messa in moto delle proprie vast e
conoscenze che, facendo perno sulle s ue entrature, rius civa a pr ocurare qualche
vantaggio materiale e/o morale alla SEM; la qual cosa lo rendeva felice e
soddisfatto del suo operato.
Era sempre disponibile ad esaminare ed accoglier e le richies te dei
e volle fortemente la creazione della Scuola d'alpinis mo che,
momenti d'incertezza, s i affermò tanto da venire classificata
carattere nazionale; giustamente prese il suo nome e v enne a lui
mortem.
gruppi inter ni
dopo i primi
t ra quelle di
dedicata post
Fors e la SEM non ha fatto abbastanza per perpetuare la memor ia di Silv io
Saglio fra i soci ed alpinis ti in genere, sia come suo presidente per la completa
dedizione alla Sezione, che come Uomo per il grande impegno pr ofuso
nell' ambito del CAI, al quale egli diede moltiss imo come dirigente:
dal 1 945 è stato Consigliere Centrale,
dal 1 946 al 1 955 è s tato vice Segret ario G ener ale,
dal 1 956 al 1 958 è s tato Segr etario G enerale.
Parallelamente è stat o des ignat o anche alle mansioni di:
•
Consigliere della Sezione di Milano dal 1 945 al 1 950
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•
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•
•
•
•
Presidente della Commiss ione Toponomast ica del CAI dal 1 950,
Presidente del Comit ato delle pubblicazioni del CAI,
Consigliere del mov imento per la protezione della natura dal 1 952,
Segr etario della commis sione organizzativa per la spedizione Italiana al K2,
Membr o della Commis sione per la revisione toponomastica della carta d'Italia
press o l' IG M.
Membr o della Commis sione pr opaganda e Scialpinismo,
D irett or e del Par co Valentino al Coltiglione.
Ma la grande passione di Silvio Saglio, che ha prodotto il segno tangibile
demandato ai posteri, è stata la s ua oper a di autore, redattore e coordinator e di
innumerev oli pubblicazioni, guide e carte toponomastiche; prodotte quasi nella
totalità nel dopo guerra, quando il suo impegno nell'ambito del CAI è s tato
globale, anche se l'incarico di r edattore della "G uida dei Monti d'Italia",
affidatogli dal TCI e che diede inizio all'attività di Silv io Saglio scrittore e
fot ografo di montagna, la sua qualità più conosciuta, r is ale all'aprile 1 932.
Lavoro di non poco conto se si considera che le sue guide, prima di esser e
scritt e, erano vissute in prima persona scarpinando in lungo ed in largo per le
Alpi, con l'ingombrante e pesante att rezzatura fotografica che non mancava
mai, talvolta accompagnato da un allievo della Scuola Alpina della zona, t ra i quali
si ha notizia di:
•
Lucio Brambilla, già s ocio SEM ed istr uttore della scuola di alpinis mo,
•
Nino Acquistapace, fut uro presidente della SEM.
Queste " sgobbate" duravano talvolta più di un mes e e si ripetevano quasi ogni
anno; ad esempio: per preparare la guida Alpi Retiche Occidentali della collana
"D a rifugio a rifugio" , Silvio Saglio percorse in un mese dell'estate 1952, ben
400 chilomet ri in montagna s uperando comples sivamente più di 100 mila met ri di
dislivello. Impres e che, unitamente agli eccezionali meriti culturali in campo
alpinistico, nel 1 949 gli v alsero l'ammissione nelle fila del CAAI.
Il panorama della produzione editoriale curata da Silvio Saglio è molto vasto e
spazia in:
•
•
•
•
•
guide di attività alpinistiche, sciistiche, scialpinis tiche, escursionistiche,
principalment e edite dal CAI-TCI, dal TCI, ma anche dalla Sezione di Milano
e Sot tosezione Tecnomasio, dalla SEM, da La G azzetta dello Sport,
annuari, rivis te, guide regionali, annuar io generale dei Comuni d'Italia, per il
TCI,
opere edit e dal CAI, dal CAI- TCI, dall'ENIT ed un manuale tecnico edit o da
Montes,
articoli per le rubriche de Lo Scarpone, La Rivista mensile del CAI, Le Vie
d'Italia, Bollettino del TCI,
saggi di s toria dell'alpinis mo, argomenti tecnici e r ifugi, botanica con
evidenza delle caratter is tiche es tetiche e medicinali dei fiori alpini,
133
•
carte toponomastiche edite dal CAI, dal TCI, dal R. A. C. I. .
Non esiste un elenco completo dell'imponente attività editor iale di Silvio Saglio,
ma la maggior par te delle guide sono consultabili presso la Biblioteca della SEM
o presso la Biblioteca Nazionale del CAI, come pure gli articoli apparsi sulla
st ampa sociale; mentre i documenti, tutte le fotografie, i libri e il suo archiv io
pers onale, s ono cons ervati press o il Centr o di D ocument azione del TCI.
Non ci si può però esimere dal citare le collane delle guide più importanti: "Da
rifugio a r ifugio" e " Guida dei Monti d' Italia" , nonché il trattat o "I cento anni
del Club Alpino Italiano", che rappresentò per Silvio Saglio il canto del cigno, per
i sei argomenti più impor tanti da lui pres entati e consistent i nel 50%dell'opera.
Silvio Saglio è s tato un Uomo tanto modesto e schivo da mantenersi distant e
dalla notorietà ed anche dalle immagini, nonostante non gli s ia mancata
l'occasione per la Sua rilevanza nei vari ambiti frequentati; ques to forse spiega
perché non ha ricevuto onor ificenze dalle istituzioni che tant o devotamente e
fedelmente ha servit o.
Ambr ogio Risari (1902 – 1963)
Arriva alla SEM nel 1927 proveniente dalla SOEM (Società Operaia
Escursionisti Milanesi), auto scioltasi per non accet tare l’impos izione del regime
fascista di aggr egarsi a altre associazioni più “contr ollate”. Nella SEM trova il
clima fr ater no che cercava e rimarrà socio e attivo dirigent e dell’associazione
per tut ta la vita.
Nel 1 927 è già un affer mato campione di sci, la sua
carriera agonistica prosegue anche nella SEM. Nel
1927 è primo nella prova individuale di combinat a
nordica: fondo e salto; secondo nella gara a
squadre di fondo nello Sci d’ Oro del Re, gara per
st udenti univer sitari e secondo a Ponte di Legno.
Nel 1 928 partecipa al campionato lombardo dove si
clas sifica secondo nel salto e terzo nella prova di
sci di fondo. Nel 1 929 bissa il secondo posto del
’27 nel Campionato Nazionale Univer sitario. Nel
1930 è primo nella prova di sci di fondo al campionato lombardo. Partecipa a
tantissime gar e individuali e a squadre, tra cui la rinomata Staffetta dello
Stelvio.
Fa parte del comitato organizzator e delle numerose gare e gite s ociali sciistiche
dirett e dalla SEM. Per lunghi anni fu pres ident e dello Sci SEM.
Fu anche un discreto alpinista e scialpinis ta: ricordiamo la prima ascensione
invernale sul versante valtellinese del Pizzo Legnone 2610m con gli sci, le
134
arrampicate su tutte le cime della Val Masino, ove er a di casa, le salite di tutt e
le cime del Bernina e l’intens a at tività scialpinis tica nel gr uppo del Rosa.
Ma il motivo per cui Ambrogio Risari è così impor tante per la nostr a associazione
ricercato perché portava nella cordata un entusiasmo esuberante che non si
spegneva neppure nei momenti difficili. Entrò a far parte del CAAI (Club Alpino
Accademico Italiano) nel 1 929.
è la sua attività volontaristica di costruttore e ris trutturator e dei nostri rifugi.
Oper e alle quali ha dedicato parecchio tempo libero, sia per la progettazione a
tav olino che nell’ attiv it à materiale di costruzione.
A causa della guerra, col suo duro seguito, abbandonò, come t anti alt ri, il grande
alpinis mo, ma non abbandonò la montagna: si diede all’ escursionismo ed al turismo
alpino.
Elenchiamo le sue realizzazioni:
Presidente della SEM dal 1945 al 1950, fu chiamato a ricoprir e la carica di
Segretario G enerale del CAI dal 1946 al 1 955 e quindi quella di Vice Pr esident e
dal 1 957 al 1 967.
•
•
•
•
•
•
•
•
1937, progettazione e cos truzione della capanna “Antonio Omio” in Val
Masino,
1944, progettazione e cos truzione della cappelletta “Giorgio Maggioni” al
Pialeral.
1946-’47, ricostruzione dalle fondazioni, su progetto completamente nuov o,
della capanna “ Mar io Tedeschi” al Pialeral, distrut ta durante la guerra.
1 948, ricost ruzione della capanna Omio anch’ es sa distrutta durante la guerra.
1952-’54, progettazione e cost ruzione della capanna “Mario Z appa” all’ Alpe
Pedriola con r elativo acquedotto di oltre 700 metr i con ammodernamento e
sopralzo della capanna “Rodolfo Z amboni” e suo collegamento allo Z appa.
1953, progettazione e cost ruzione della cappellet ta “Ermanno Pisani” sulla
morena del Monte Rosa a Macugnaga.
1954, progettazione e cos truzione della cappelletta “ Mario Z appar oli” sempr e
al Monte Rosa.
1954-’55, 1955-’ 56, rifacimento ed ampliamento della capanna “SEM Cavallett i” ai Resinelli, con relativo acquedotto sos pes o sulla Val G rande.
•• 1 959-’ 60, cos truzione della Sala Erna alla capanna “SEM – Cavallet ti”.
Elvezio Bozzoli Parasacchi (1898 – 1969)
Nat o a Milano nel 1898, mosse i suoi primi pass i su roccia con Eugenio Fasana e
fr equent ò alpinisti della SEM come Vitale Bramani, Carlo N egri ed Ettor e
Castiglioni. Pur essendo un forte arrampicator e, solitamente non fungeva da
capocordata
quando
arrampicava
con
compagni ai quali, per sua innata modestia, si
riteneva inferiore, gli bastava far parte della
cordata, t ra amici dalle stess e as pirazioni.
E questo fu sempr e il suo, apprezzatissimo,
modo di intendere e praticare l’ alpinismo.
Risiedendo a Milano, la sua attività si svolse
prevalentemente in Lombar dia, ma av endo
amici ovunque, s i spins e sovente lontano,
specialmente in Dolomiti. Ot timo scialpinista,
oltr e che ar rampicatore era un compagno
135
Per la sua speciale at tività nel sodalizio gli fu attribuita nel 1967 la Medaglia
d’ Oro del CAI. Per la SEM, fu il presidente della ricost ruzione e seppe
coordinare l’ attiv it à dei Saglio, Risari e di tutti i membri del cons iglio.
Nino Acquist apace (1914 – 2005)
G IOVANNI ACQUISTAPACE, per tutti e da sempre, “il Nino” nasce il 2 agosto
del 1914 a Lecco, tra il rione Cast ello e quello di S. Giovanni, proprio sotto il
par etone del Medale e alla vista del Resegone. Come maggior e di due fratelli e
due sorelle e con la famiglia che si trasferisce a Milano il lavoro è il miglior
pass atempo fino al serv izio militare.
Da militar e, arruolat o negli Alpini, viene
assegnato come “por tatore di at trezzature” a
Silvio Saglio, ex pr esident e della S. E.M. e
personaggio di prestigio nel C. A. I. e nel T.C.I. ,
che stava iniziando a preparare i primi volumi
della famosa “G uida dei Monti d’Italia” e che lo
introduce all’alpinismo. Dopo il servizio militar e,
a Lecco, conosce Riccardo Cassin di cui diviene
amico e che profondament e ammir a. Nel 1939 la
salita “da primo” della Parete Fasana s ul
Grignone lo avvia ad un periodo breve di
arrampicate sulla nos tra Grigna. Poi la guerra
mondiale blocca tutt o.
Nel 1 945, congedato dagli Alpini, si iscrive al
C. A.I. e nel 1 951 alla S.E.M., dove fin dall’inizio e per t antis simi anni ha pr ofuso
tut te le sue ener gie.
Nel frattempo sv olge una seria attività alpinistica di arrampicata soprattutto
sulle nos tre G rigne.
Magnaghi, Fungo, Angelina, Teres it a, Cinquant enario e tante, tante delle guglie e
136
delle pareti di calcare bianco incominciando a por tare con se il giovane figlio
Claudio per contagiarlo della stess a pas sione.
D al 1 960 entra nella “Scuola Nazionale di Alpinis mo Silvio Saglio” come
Ist ruttore prima e come Vicedirettore poi- D al 1966 è s tato l’ins tancabile
organizzatore di numerose edizioni del “ Collaudo Anziani” della S. E. M. e di un
numero incalcolabile di G ite escursionistiche. E’ stato a lungo Consigliere, poi
Vicepresidente e infine Pres ident e della Ns Società, dal 1 973 al 1 981 .
Nel 1 991 conquista lo Scarponcino d’ Oro, l’ ambito pr emio del “ suo” Collaudo.
Sempr e animato dalla voglia di conoscere nuovi orizzonti, dopo il primo infarto
che lo colpisce nel 1984, smett e di arrampicare e reagendo con forza si dedica
ancora e con più voglia all’ Escursionismo.
Le Alpi tutte ma soprattutt o le “sue” G rigne, le “sue adottat e” Dolomiti ma
anche l’ Appennino lo vedono pestare i lor o sentieri appoggiandosi ai fidi
bast oncini.
Nove “Alte Vie”, spesso accompagnando l’adorata nipotina alla scoper ta del “suo”
mondo, e poi ancora avanti e avanti.
Paolo Caimi
A lui è dedicato il Canalone Caimi alla G rigna Meridionale. Fu consiglier e SEM.
Egidio Cast elli
Fu Presidente della SEM, ha compiuto con Risari la prima ascensione invernale
sul v ersante valt ellinese del Pizzo Legnone 261 0m con sci.
Ettor e Cler ici
Fu consigliere SEM. A lui è intitolato il torrione Cler ici in G rigna salito per la
prima volta da G iuseppe D orn.
Erminio D ones
D a il nome al Sigaro, gruppo dei torrioni Magnaghi, al Dito. Con Fasana effettuò
la prima all’ Ago Teresita.
Giuseppe D orn
D a il nome allo Spigolo Dorn al Magnaghi Meridionale. Fu autore tra l’ altro della
prima salita al Tor rione Cler ici.
La S.E.M. gli dedica, intitolandoglielo, il “Corso di Escursionismo”. Poi nel 2004
gradatamente, le sue presenze in Sezione si diradano, l’età e la malattia lo
piegano e nell’aprile del 2005 si spegne con un’ultima battuta: “Peccàà che go de
morì a nov antun agn, pens av i de rivàà a novantadu !”
Piero Fas ana
Fratello di Eugenio, grande alpinis ta, socio SEM e membro del Club Alpino
Accademico Italiano (CAAI).
Ricordiamo di seguito altri soci che furono importanti per la storia della nostra
associazione, ad alcuni di questi è s tata dedicata una cima, una vet ta, una
manifestazione, un rifugio.
Paolo Fer rari
Fu consigliere e s egretario della sezione. Va ricordato per la sua important e
collaborazione con il CAI Centrale soprattutt o per quanto riguarda gli aspetti
st atutari del sodalizio.
Art uro Andreolet ti
Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI.
Ores te Biella
Consigliere SEM, a lui è dedicata la punta Biella 3079 m nel gruppo del Bernina,
salita per la prima v olta dai soci Giuseppe Brambilla, Battista Robbiati e
D omenico Volpi
Franco Bozzini
Presidente della SEM dal 1 982 al 1986, fu protagonis ta di numerose iniziativ e
che contribuirono a mant enere alto in nome della nos tra società, sotto la sua
pres idenza furono av viati lavori di r istrut turazione dei nost ri rifugi.
Cornelio Bramani
Fratello maggiore del più famoso Vitale, fu anch’egli un buon alpinista, fu per
molti anni nel Consiglio D irett iv o della SEM.
137
Giuseppe Marcandalli “ Pino”
Presidente della SEM dal 1987 al 1998. Sotto la s ua presidenza la SEM celebrò
magistralmente il centenario della costituzione.
Eugenio Mor aschini
A lui è dedicata l’ omonima torre in G rigna.
Cesare Morlacchi
Fu Segretario dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, autore delle prime
raccolt e di itinerari sentieri Prealpi Lombar de e v er banesi edite dal TCI.
Antonio Par ravicini
Fu socio CAI Milano, socio e consigliere SEM. Il CAI Milano gli ha dedicat o la
Scuola di Alpinismo.
138
Luigi Pizzini
Fu socio CAI Milano, s ocio e consiglier e SEM. Il CAI Milano gli ha dedicat o un
rifugio.
Alfio Popi
Per molti anni consigliere SEM, fu il responsabile del Gruppo Sci per molti anni.
Sotto la sua guida furono organizzati corsi per lo sci di discesa, lo sci di fondo.
Fu uno dei propugnatori dell’at tività scialpinistica e gr azie a lui nacque il Corso di
Scialpinismo ed il Corso di Sci Fondo Escursionistico (a lui è stata dedicat a la
Scuola di Sci Fondo Escursionismo), due tra le realtà più at tive della sezione.
Assieme agli alt ri r esponsabili milanesi inventò il Campionato Milanese di Sci
Fondo.
Carlo Por ta
Fu socio CAI Milano e socio SEM. A lui è intitolato il Canalone Porta sulla G rigna
Meridionale ed anche il rifugio del CAI Milano ai Pian dei Resinelli.
Aris tide Sala
Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI.
Olindo Schiavio
Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI.
Guido Silv estri
Fort e alpinist a fu s ocio SEM e CAAI.
Mario Tedeschi
Fu socio SEM, CAAI e presidente del CAI Milano. A lui fu dedicato il nostro
rifugio al Pialeral distrut to dalla valanga nel 1 986.
Ettor e Zapparoli
Morto sul Monte Rosa
Pietro Zoia
G rande campione di sci, a lui fu int it olato un tr ofeo sciistico: Il Trofeo Z oia.
9. ATTIVITA’ DEI SOCI NEL CAI CENTRALE E REGIONALE
D all’ingresso nel CAI la SEM ha avuto rappresentanti negli organi nazionali e
r egionali dell’ist ituzione centrale, che s i menzionano per il rilevante ruolo rivestito:
Elvezio Bozzoli Parasacchi
Segretario G enerale del CAI dal 1946 al 1955, Vice President e del CAI dal 1956 al
1 967, è st ato ins ignito della Medaglia d’Or o del CAI nel 1 967.
Giuseppe Marcandalli
Consulente volontario per le problematiche collegate alla gest ione del personale in
pianta or ganica dell'Organizzazione cent rale dal 1987 al 1988. Consigliere Centrale
del C. A.I. dal 1989 e Segretario G enerale del CAI dal 1 990 al 1 995. Componente del
Nucleo di Valutazione sull’ Attività dell’ Ente dal 1 999. Per l’impegno profuso ha
meritato la Medaglia d’oro del Convegno delle Sezioni Lombarde del CAI, che gli è
s tata assegnata nel 1 999, dove è stato Segretar io sin dal 1 970.
Silvio Saglio
Consigliere Centrale nel 1945, Vice Segretario Generale dal 1946 al 1955,
Segretar io G enerale del CAI dal 1956 al 1 958.
Tralasciando l’elenco dei moltissimi che nel t empo hanno profuso le loro energie per
il sodalizio, ma hanno concluso i mandati e non sono più in carica, attualmente sono
appart enenti:
Claudio Bisin
Is trutt ore della Scuola Regionale Lombarda Alpinismo e Scialpinismo.
D av ide Bos si
Commis sione Regionale Lombarda di MTB.
D olores D e Felice
Commiss ione Centrale di Alpinis mo Giovanile e Delegata del CAI nella Yout h
Commis sion dell'UIAA.
Or este Fer rè
Is truttor e della Scuola Centrale di Alpinismo del CAI dal 1982 al 1 994, dal 1995 è
ist ruttor e della Scuola Regionale Lombarda Alpinismo e Scialpinismo.
Giacomo Galli
Is trutt ore della Scuola Regionale Lombarda Alpinismo e Scialpinismo.
139
140
Samuele Manzotti
Pr esident e della Commis sione Regionale Lombarda Rifugi per molti anni e ora
Pr esident e della Commis sione Centrale Rifugi. Membr o della Commiss ione per la
Reciprocità del CAI con gli altri Club Alpini delle Alpi.
Mario Polla
Commis sione Regionale Lombarda Alpinismo G iovanile.
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Prima del 1 931, la SEM fu dir etta da biunvirati, triunvirati ed altre forme,
durant e il periodo del fascismo, esattamente nel ’29, alla SEM fu impos to un
Commissar io Regio. D al 1 931 in poi si cons olidò la figura del Presidente.
Il nostro s tatuto odierno, prevede l’elezione di tredici consiglieri da part e
dell’ assemblea dei s oci; che durano in carica tre anni.
Il Consiglio elegge al suo interno il Presidente che dura in carica non più di tr e
anni. Egli è rieleggibile una prima volta e può es serlo ancora dopo almeno un anno
di inter ruzione.
Piero Risar i
Comitato Elettor ale del CAI.
I personaggi, i consiglieri, i president i che fecero parte dei consigli direttiv i della
SEM fino al dopoguerra sono elencati nello scritto intitolato: “Il Ricordo dei
Predeces sori”, trascrizione dell’ interv ento fatto da Paolo Ferrari in occasione del
70° Anniversario di Fondazione dell’associazione. L’ Albo d’Oro dell’associazione,
stampato un occasione del centenario, ricorda anche i dirigent i più r ecenti.
Ques te due pubblicazioni sono disponibili in sede.
Segue l’elenco dei presidenti che hanno guidato l’associazione dal dopoguerra al
presente:
141
-
1945 – 1 950 Elv ezio Bozzoli Paras acchi
-
1951 – 1 963 Silvio Saglio
-
1964 – 1 969 Bruno Romano
-
1970 – 1 971 Filippo Belotti
-
1972
-
1973 – 1 981 N ino Acquistapace
-
1982 – 1 986 Fr anco Bozzini
-
1987 – 1 998 G ius eppe Marcandalli
-
1999 – 2000 G ianfranco Fav a (Jeff)
-
2001 – 2008 Enrico Tormene
-
in carica
Piero Risari
Robert o Cr es pi
142