Rapporto annuale 2012 - amnesty :: Rapporto annuale

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Europa e Asia Centrale
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DUEMILA
Francia
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EUROPA E ASIA CENTRALE
CONTROTERRORISMO E SICUREZZA
Sono emerse nuove informazioni in merito a un certo numero di aerei legati ai programmi
Usa di rendition e detenzione segreta, atterrati in Finlandia tra il 2001 e il 2006. Uno
dei velivoli fu fotografato all’aeroporto Helsinki-Vantaa il 20 settembre 2004 e, lo stesso
giorno, sarebbe atterrato in Lituania. Il governo lituano ha riconosciuto che, tra il 2002
e il 2004, nel paese erano stati stabiliti due siti segreti della Cia. In precedenza, la Finlandia era stata collegata a tre voli di rendition e a “falsi piani di volo”.
GIUSTIZIA INTERNAZIONALE
A settembre è iniziato il processo di appello dinanzi alla corte d’appello di Helsinki per il
caso di François Bazaramba, accusato del crimine di genocidio, commesso in Ruanda nel
1994. Alcune delle udienze si sono tenute in Ruanda e Tanzania per facilitare la deposizione delle testimonianze e consentire ai giudici di visitare località pertinenti al caso.
PRIGIONIERI DI COSCIENZA
Obiettori di coscienza al servizio militare hanno continuato a essere incarcerati per aver
rifiutato di svolgere il servizio civile alternativo a causa della sua durata punitiva e discriminatoria. Non è variata la durata del servizio civile alternativo di 362 giorni, più del
doppio rispetto al più breve periodo di servizio militare, che dura 180 giorni.
RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Finland: Further investigation into USA rendition flights needed (EUR 20/001/2011)
FRANCIA
REPUBBLICA FRANCESE
Capo di stato: Nicolas Sarkozy
Capo del governo: François Fillon
Pena di morte: abolizionista per tutti i reati
Popolazione: 63,1 milioni
Aspettativa di vita: 81,5 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni: 3,9‰
Il nuovo istituto del difensore dei diritti ha iniziato la propria attività. Le indagini su denunce di tortura e altri maltrattamenti, inclusi decessi in custodia, sono rimaste inadeguate. I rom hanno continuato a essere sgomberati con la forza. È entrata in vigore una
legge che vieta di indossare in pubblico qualunque indumento che nasconda il volto.
Molti richiedenti asilo sono stati lasciati senza casa e nell’indigenza.
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RAPPORTO 2012
SVILUPPI GIURIDICI, COSTITUZIONALI O ISTITUZIONALI
A giugno, è stato nominato il nuovo difensore dei diritti, una carica che ha sostituito il
difensore civico, la commissione nazionale di deontologia della sicurezza, l’alta autorità
per la lotta alla discriminazione e per l’uguaglianza e il difensore dei minori. È rimasta
la preoccupazione che il nuovo istituto farà fatica a mantenere i necessari livelli di competenza e indipendenza per i diversi ruoli.
Il 1° giugno è entrata in vigore una nuova legge sulla detenzione preventiva. Questa ha
permesso ai detenuti di ottenere l’assistenza di un avvocato in qualunque momento della
detenzione e durante gli interrogatori e ha previsto che gli arrestati siano informati del
diritto a rimanere in silenzio. Tuttavia, il pubblico ministero potrebbe rimandare la presenza dell’avvocato anche di 12 ore per “motivi impellenti”, gli incontri dei detenuti con
gli avvocati continuano a essere limitati a 30 minuti ed è rimasto in vigore il regime speciale di detenzione preventiva per sospettati di terrorismo o crimine organizzato, secondo
il quale l’accesso a un avvocato può essere rimandato fino a 72 ore.
TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI
Nel codice penale è continuata a mancare una definizione di tortura conforme alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Non ci sono state indagini immediate, indipendenti, imparziali ed efficaci per le denunce di maltrattamenti commessi da agenti
delle forze di polizia o di sicurezza.
Il processo contro Arezki Kerfali, accusato di oltraggio a pubblico ufficiale (accusa che egli ha respinto),
era stato fissato a marzo 2011 ma è stato rimandato di un anno. La denuncia di maltrattamenti sporta da
Arezki Kerfali contro gli agenti di polizia che, il 9 giugno 2009, l’avevano arrestato e detenuto insieme al
suo amico Ali Ziri, non è stata oggetto di indagine. Ali Ziri morì il mattino successivo (v. oltre), mentre
Arezki Kerfali, a causa delle ferite subite durante la custodia di polizia, fu dichiarato inabile al lavoro per
otto giorni. A fine anno, soffriva ancora di un grave trauma psicologico.
A settembre, un giudice inquirente ha preso in esame la denuncia di Lamba Soukouna per i maltrattamenti
subiti l’8 maggio 2008 da parte di agenti di polizia. Lamba Soukouna, affetto da una grave malattia genetica, l’anemia falciforme, ha dichiarato che fu duramente picchiato dalla polizia vicino alla sua casa a
Villepinte, un sobborgo di Parigi, e dopo l’incidente dovette restare tre giorni in ospedale. L’indagine sull’accaduto era ancora in corso.
DECESSI IN CUSTODIA
I progressi nelle indagini per i decessi in custodia hanno continuato a essere scarsi ed è
rimasta la preoccupazione sull’indipendenza delle inchieste.
Ad aprile, una nuova autopsia ha confermato che Ali Ziri, un uomo di 69 anni, morì per mancanza di ossigeno a causa delle tecniche di contenimento usate su di lui e per aver ripetutamente vomitato mentre
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era in custodia di polizia, il 9 giugno 2009. A dicembre, il procuratore di Pontoise ha chiesto la chiusura
del caso, nonostante gli agenti di polizia coinvolti nell’arresto di Ali Ziri e Arezki Kerfali e nel successivo
trasferimento alla stazione di polizia di Argenteuil non fossero stati interrogati.
Ad aprile, è stata fatta una ricostruzione della detenzione di Abou Bakari Tandia nella stazione di polizia
di Courbevoie, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2004. Durante la detenzione entrò in coma e morì in ospedale il 24 gennaio 2005. A giugno, un nuovo rapporto dell’Istituto medico legale di Parigi ha confermato
che la pressione esercitata da un agente di polizia sul torace di Abou Bakari Tandia aveva provocato la
mancanza di ossigeno che ne causò la morte. Tuttavia, a dicembre il giudice inquirente ha richiesto un
sesto referto medico, al fine di determinare la causa della sua morte. L’avvocato della famiglia ha in
seguito richiesto che il caso fosse trasferito alla giurisdizione di un altro tribunale. A fine anno, l’agente
che lo aveva bloccato non era stato interrogato ed era ancora in servizio.
Ad aprile, è stata fatta una ricostruzione dell’arresto di Mohamed Boukrourou, morto durante l’arresto su
un furgone della polizia a Valentigney, il 12 novembre 2009. Il referto di una precedente autopsia aveva
concluso che la causa probabile della morte era stata l’arresto cardiaco e aveva notato ferite che potevano
essere state provocate da terze persone, chiedendo che si effettuassero ulteriori esami medici per chiarire
le circostanze. A fine anno, i quattro agenti di polizia coinvolti nell’arresto non erano stati interrogati come
sospettati. A dicembre, il difensore dei diritti ha stabilito che Mohamed Boukrourou era stato sottoposto a
“trattamento disumano e degradante” e ha chiesto provvedimenti disciplinari nei confronti dei quattro
agenti.
A ottobre è stata fissata a gennaio 2012 la data d’inizio del processo nei confronti di sette agenti di polizia
coinvolti nell’arresto e nel trasferimento di Abdelhakim Ajimi, che morì durante l’arresto a Grasse, a maggio
2008. Due agenti dovevano essere processati per omicidio involontario e gli altri cinque per omissione di
soccorso a una persona in pericolo.
L’indagine sulla morte di Lamine Dieng, avvenuta durante il suo arresto il 17 giugno 2007 a Parigi, non
ha fatto passi avanti. A ottobre avrebbe dovuto tenersi un “confronto” diretto tra la sua famiglia e gli
agenti di polizia accusati, per aiutare gli investigatori a decidere se portare il caso in giudizio. Tuttavia,
per la seconda volta è stato cancellato senza spiegazioni e non è stata fissata una nuova data. Lamine
Dieng fu bloccato dagli agenti per strada e poi in un veicolo della polizia, sul quale perse conoscenza e
morì per asfissia meccanica. A fine anno, gli agenti erano ancora in servizio.
DISCRIMINAZIONE
Le organizzazioni per i diritti umani hanno continuato a documentare atti di discriminazione contro persone appartenenti a minoranze etniche e religiose.
La discriminazione contro i rom è proseguita. Campi e ripari di fortuna abitati da rom
hanno continuato a essere smantellati durante presunti sgomberi forzati. A giugno, il Comitato europeo dei diritti sociali ha rilevato che gli sgomberi dei campi rom a metà del
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2010 “hanno avuto luogo su uno sfondo di discriminazione etnica, che comportava la
stigmatizzazione dei rom, e di coercizione, sotto forma di minaccia di espulsione immediata dalla Francia”. Ha inoltre sottolineato che le espulsioni dei rom verso la Romania
e la Bulgaria del 2010 erano state discriminatorie.
Il 1° settembre, circa 150-200 rom sono stati sgomberati con la forza da abitazioni di fortuna, che sono
quindi state demolite, in un campo a Saint-Denis (Parigi). Agenti di polizia in tenuta antisommossa hanno
costretto i rom a salire su un tram senza indicazione della destinazione, violando il loro diritto alla libertà
di movimento.
A giugno il parlamento ha respinto una proposta di legge per legalizzare il matrimonio
tra persone dello stesso sesso.
L’11 aprile è entrata in vigore una legge che vieta di indossare in pubblico qualunque
capo di abbigliamento che nasconda il volto. Il 22 settembre, due donne sono state multate da un tribunale amministrativo, come previsto dalla nuova legge.
Durante il 2011 sono state proposte varie iniziative politiche e legislative allo scopo di
far valere il principio della laicità. Il 2 marzo, il ministro dell’Istruzione ha dichiarato
che i genitori che accompagnavano i bambini durante le gite scolastiche non dovevano
indossare simboli religiosi. Lo stesso divieto è stato applicato anche agli studenti adulti
iscritti a corsi di formazione professionale.
RIFUGIATI, RICHIEDENTI ASILO E MIGRANTI
Nuovi provvedimenti legislativi hanno ulteriormente ristretto i diritti di richiedenti asilo
e migranti. A giugno, il parlamento ha adottato una legge sull’immigrazione che ha aumentato da 32 a 45 giorni la durata massima della detenzione per i migranti irregolari
in attesa di espulsione. Inoltre, in caso d’intercettazione nei pressi del confine francese
di gruppi di almeno 10 migranti irregolari o richiedenti asilo, questi verrebbero trattenuti
in una “zona di attesa” per un massimo di 26 giorni. Le loro domande d’ingresso in Francia per chiedere asilo verrebbero esaminate ma, se risultassero “manifestamente infondate”, sarebbero rimpatriati e avrebbero soltanto 48 ore per ricorrere in appello contro
tale decisione; il che potrebbe impedire loro di presentare una richiesta d’asilo.
Circa due terzi dei richiedenti asilo in Francia non hanno potuto accedere ai centri di
accoglienza per richiedenti asilo, contrariamente ai diritti loro garantiti dalle norme interne ed europee. Di conseguenza, molti sono rimasti senza casa e in condizioni d’indigenza. Non sono stati autorizzati a lavorare durante il primo esame della loro richiesta
d’asilo e, nella maggior parte dei casi, è stato loro negato il permesso di lavorare anche
durante il periodo del procedimento d’appello.
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EUROPA E ASIA CENTRALE
Ad agosto, il ministro dell’Interno ha dichiarato che, se raggiunto, l’obiettivo di espellere
30.000 migranti irregolari sarebbe stato il “miglior risultato storicamente registrato in
Francia”. A ottobre, ha annunciato che avrebbe raggiunto tale obiettivo.
Ad aprile, il consiglio direttivo dell’ufficio francese per la protezione di rifugiati e apolidi
(Office français de protection des réfugiés et des apatrides – Opfra) ha aggiunto Albania
e Kossovo alla lista dei paesi d’origine “sicuri” per i richiedenti asilo. Le richieste presentate da richiedenti asilo provenienti da paesi “sicuri” sono state esaminate con una
procedura accelerata ed essi potevano essere rimpatriati forzatamente prima che il loro
ricorso in appello fosse preso in esame. A novembre, il ministro dell’Interno ha annunciato la riduzione degli stanziamenti per l’asilo e l’ampliamento della lista di paesi d’origine “sicuri”. Ha affermato che il sistema francese dell’asilo era “in pericolo”, perché
utilizzato da coloro che emigravano per ragioni economiche per entrare e rimanere in
Francia. A dicembre, il consiglio direttivo dell’Opfra ha aggiunto Armenia, Bangladesh,
Montenegro e Moldova alla lista dei paesi “sicuri”.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato la Francia a maggio, giugno, settembre
e ottobre.
France: Authorities must stop forcibly evicting Roma (EUR 21/001/2011)
France: Authorities must act swiftly to fully investigate suspected arson attack on Roma
squat in Paris (EUR 21/002/2011)
France “Our lives are left hanging”: Families of victims of deaths in police custody wait
for justice to be done (EUR 21/003/2011)
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