CORRIERE DELLA SERA 14 Gennaio 2013

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CORRIERE DELLA SERA 14 Gennaio 2013
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Corriere della Sera Sabato 12 Gennaio 2013
Abitare Le idee
Impilabili Le sedute
«Sga.bello» di Dada, rivestite
in pelle o poliuretano colorato
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Q
uattro amici e un bancone. Idea attorno a cui è
nato il ristorante Pisacco, inaugurato pochi mesi fa a Milano: il progettista, l’avvocato, il consulente di enogastronomia e, ovviamente, lo chef
stellato (Andrea Berton), tutti concordi nel voler mettere in comune
l’amore ma soprattutto la loro visione della cucina. E così, varcato l’ingresso, protagonisti sono due grandi banconi ovali di zinco messi di
fronte alle zone operative: qui si gusta una fetta di torta, ci si accomoda
a bere un calice di vino ma si può anche cenare seduti sugli sgabelli. «È il
retaggio del bar del paese, dove si entra, ci si siede accanto a chi non si
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In cucina, non solo per mangiare
Piani di
condivisione
Tutti al bancone
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conosce. E si abbattono le barriere
tra chi è arrivato e chi invece qui ci
lavora», dicono l’architetto Tiziano
Vudafieri e Giovanni Fiorin, enogastronomo, due dei soci fondatori. Sì,
perché la novità è la condivisione
delle preparazioni: sul bancone si trita, si affetta, si allestiscono i piatti.
«L’idea proviene da come ciascuno
di noi usa la propria cucina di casa:
grande o piccola che sia, gli ospiti bivaccano, partecipano con le loro
idee, aiutano. E poi si mangia ma soprattutto si sta assieme e ci si diverte», sottolineano entrambi.
Dallo spazio pubblico all’abitazio1 Di Boffi,
ne, e ritorno: percorso della cucina
design P. Lissoni
da dieci anni a questa parte. Basti
«2008» con penisola 2 Slim
pensare alla Convivium di Antodi Elmar, design L. e R. Palomba
nio Citterio per Arclinea che,
3 Convivium, di A. Citterio per Arclinel 2002, con le isole operatinea: isola con tavolo elevabile 4 Icon
ve prese dal mondo della
di G. Bavuso per Ernestomeda, con pegrande ristorazione (ma con
nisola estraibile 5 Cocciopesto e acciatavolo annesso), scardinò il
io nero per Minà di Minacciolo 6 Piano
concetto della cucina domeper cottura a vapore, wok e teppanstica separata da tinello e zoyaki Domino di KitchenAid 7 Tagliena pranzo, trasformandola in
re K Workstation di KnIndustrie
un luogo vero di aggregaziocon supporto iPad 8 Cappa
ne. Una svolta che oggi significa
estraibile Adagio di Elica
banconi multifunzione per amcon sistema touch
bienti ampi o per open-space ma ancontrol
che soluzioni adatte a piccoli appar-
tamenti cittadini: «Penisole tonde in
rovere grezzo come grandi taglieri
dove preparare i cibi e consumare
un piatto veloce, oppure isole poco
profonde con tavoli ribaltabili su cui
cenare in pochi senza sentirsi soli,
ideali per le "minifamiglie" di oggi»,
dicono Ludovica e Roberto Palomba, che secondo questi principi hanno progettato per Elmar la nuova cucina Slim. La differenza sta, oggi, nel
coinvolgimento: dedicarsi ai fornelli
è un’attività, per molti, ormai irrinunciabile. «La sensazione è che
adesso tutto si usi veramente; ben
vengano i graffi e l’aspetto vissuto:
chi ama davvero cucinare non se ne
preoccupa, l’importante è avere tut-
Passioni Sotto, al bancone
del ristorante milanese
Pisacco il progettista
Tiziano Vudafieri, alle sue
spalle Giovanni Fiorin
(foto D. Piaggesi). Sopra,
bistecchiera Dressed, in
alluminio decorato, design
Marcel Wanders per Alessi
to quello che serve per preparare bene e senza sforzo».
Quindi, fondamentali elettrodomestici e utensili giusti: «Per esempio le piastre a induzione con cui il
calore si regola al millimetro. Oggi
ce ne sono persino a superficie continua che permettono di sfruttare
ogni punto», dice Fiorin.
Certo, oggi la cucina è trasversale
e assorbe influssi da ogni parte del
mondo: «Per me è il "luogo delle curiosità", dove sperimentare sapori
provati nei paesi lontani», afferma
Roberto Palomba che, rispetto alla
moglie Ludovica, sta più volentieri
ai fornelli (non per niente tra i suoi
ultimi progetti c’è una serie di piastre combinabili per cuocere alla
giapponese). Da Pisacco, ma anche a
casa dei proprietari, robot e abbattitore di temperatura sono tra gli elettrodomestici preferiti anche se, sottolineano: «Chi ama davvero cucinare non può fare a meno dei coltelli
professionali — dai multiuso ai giapponesi — e di taglieri di legno ampi
dove appoggiarsi: perché preparare
Socialità
Dalle case ai ristoranti le soluzioni
che uniscono la preparazione e il
consumo del cibo in compagnia
Gli scettici
L’attore Massimo Ghini: «Per me
stare ai fornelli è un piacere
impagabile: non voglio intrusi»
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Tuttofare Cooking Chef
di Kenwood: in acciaio
inox, è dotato di una serie
di accessori per tutti i tipi
di preparazioni, inclusa la
cottura a induzione
"a mano" dà risultati migliori. Ed è
più appagante».
Cucine attrezzate come un set di
MasterChef, amici con cui mettere
in comune esperienze (culinarie e
non): tutti concordi? «Per me cucinare è un piacere impagabile. Ma, come i veri chef, sono geloso e non mi
interessa la condivisione — provoca
l’attore Massimo Ghini —. Certo, se
qualcuno arriva per due chiacchiere
mentre sono ai fornelli mi fa piacere, però senza eccessi, altrimenti mi
distraggo. Ma nessun aiuto, per carità». Da lui in comune si mette il piacere di stare assieme: «Ma dopo, a tavola. E in sala da pranzo». Né cucina-living quindi, né tantomeno
open-space: «Soprattutto perché certi piatti si fanno a porta chiusa: per
gli odori e per non svelare le proprie
manie. E poi lasciamo alla cucina
quella sacralità che da sempre la caratterizza». Dunque tutti assieme in
cucina sì, ma con giudizio. E guai a
portarsi il lavoro. Se poi l’ultimo grido tra i taglieri è dotato di supporto
per iPad, basta resistere alla tentazione e usarlo per navigare solo tra le
ricette.
Silvia Nani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dietro il
giardino
di Carlo Contesso
Che profumo
il Calicanto
A
Firenze, m’incammino su per
una delle stradine che salgono
sulla collina di Bellosguardo
e, quasi arrivato da amici, nel mezzo
della strada sento un forte profumo
dolce e speziato. Mi guardo in giro
per vedere da dove venga: nonostante sia già buio riconosco i soliti allori, pittosfori, cipressi e quant’altro è
in vista ma nulla che possa esserne la
fonte. Strano, quell’odore lo conosco, ce l’ho sulla punta della lingua
ma non riesco a ricordare... inonda la
strada per una tratto di una buona
ventina di metri, quindi la pianta in
questione deve essere ancora più lontana, visto che non è in vista. Son in
ritardo per la cena, così salgo e chiedo a Chiara se ha idea
da dove origini.
Mi fa affacciare
da una finestra
sul retro ed ecco il colpevole, un vecchio
calicanto, che
per evitar confusioni col lontano parete americano è meglio chiamare
col suo nome scientifico, Chimonanthus praecox (nella foto).
Importato per la prima volta in Inghilterra nel 1766 dalla Cina, dove
cresce fino ai 1000 metri d’altitudine,
questo cespuglione deciduo non ha
molto da offrire per nove, dieci mesi
l’anno: né le foglie ruvide né la crescita disordinata sono assai attraenti.
Ma da fine dicembre ai primi di marzo sbocciano i piccoli fiori giallognoli e traslucidi, con un secondo giro di
petali rossastri all’interno di corolle
fortemente profumate: ne bastano
un paio di rami per profumare tutta
una stanza. Lento a germinare, radicare per margotta e a fiorire per la prima volta, questo arbustone sgangherato è tra le più fini piante del giardino invernale. Perché fiorisca abbondantemente è fondamentale il caldo
estivo, quindi va piantato in pieno sole addossato a un muro a sud in giardini freschi; altrove fiorisce bene anche in mezzombra. Non potatelo, se
non per eliminare qualche vecchio ramo dalla base quando il cespo è troppo congestionato; limitatevi a tagliar
qualche rametto qua e là ora, da godere in casa al caldo.
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