ROMA, VENERDI 27 GIU 1980 - il ministro dell` Interno Virginio

Transcript

ROMA, VENERDI 27 GIU 1980 il ministro dell' Interno Virginio Rognoni riferisce alla
Camera dei deputati sull' assassinio del giudice Mario Amato.
intervengono Luciano Violante (Pci), Franco De Cataldo (partito
radicale), Alfredo Pazzaglia (Msi), Aldo Bozzi (Pli), Fabrizio
Cicchitto (Psi), Mario Casalinuovo (Psi), Alfonso Gianni (Pdup),
Nicolaaa Vernola (Dc), Alessandro Reggiani (Psdi). il ministro
Rognoni risponde inoltre a interrogazioni sui crimini mafiosi
in Calabria, in particolare sull' assassinio degli esponenti del
Pci Giuseppe Valarioti e Giovanni Losardo.
ROMA, VENERDI 29 AGO 1980 interrogazioni dell' on Martorelli (Pci) sulle uccisioni
del dott Costa e di Giuseppe Valarioti.
la locale sezione del Pci sospende dal Partito Michele La
19801101 01600
ROSARNO (RC), SABATO 1 NOV 1980 la locale sezione del Pci sospende dal Partito Michele La
Rosa (43 anni), arrestato in relazione all' uccisione di
Giuseppe Valarioti (30 anni), segretario della sezione,
avvenuta l' 11 giugno.
MIC: MICROFICHE-1....- 801031 N16</999/>
VICENDA VALARIOTI: ORDINI DI COMPARIZIONE
19801103 02300
(DEA) - PALMI (RC), LUNEDI 3 NOV 1980 nell' ambito delle indagini sull' uccisione di Giuseppe
Valarioti (30 anni), segretario della sezione del Pci di
Rosarno, il procuratore della Repubblica emette ordine di
comparizione contro Enrico Irrera(37 anni), funzionario
del' ispettorato agrario, Rocco Rosarno (24 anni), dipendente
della cooperativa "Rinascita", Pasquale Colautti (31 anni),
Giuseppe Messineo (59 anni), Andrea Lafflitto (43 anni),
funzionario dell' ispettorato per il commercio estero di
Reggio Calabria, Antonio Miceli (33 anni), accusati di
associazione per delinquere e truffa ai danni della cooperativa
"Rinascita" e dell' "Aima", e falsita' ideologica, Domenico
Giovinazzo (42 anni), Domenico Spataro (52 anni), accusati di
favoreggiamento personale e Giacomo Muzzupappa (45 anni),
presidente dell' Associazione produttori calabresi (Apoc),
accusato di abuso di potere di ufficio.
MIC: MICROFICHE-1....- 801102 I09</999/>
19820322 02290
ZCZC197/01
R CRO 01 QBXB
PRESUNTO ''BOSS'' A GIUDIZIO PER UCCISIONE ESPONENTE PCI
(ANSA) - PALMI(REGGIO CALABRIA), 22 MAR - UN ''BOSS''
CALABRESE, GIUSEPPE PESCE DI 51 ANNI, DI ROSARNO- ATTUALMENTE
IN CARCERE - E' STATO RINVIATO A GIUDIZIO QUALE PRESUNTO
MANDANTE DELL'UCCISIONE DI GIUSEPPE VALARIOTI, DI 26 ANNI,
ESPONENTE DEL PCI, UCCISO NEL MAGGIO DEL 1979 A SAN
FERDINANDO DI ROSARNO (IN PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA).
GIUSEPPE PESCE AVREBBE ORDINATO IL DELITTO PER MOTIVI
POLITICI POICHE' VALARIOTI, QUALE ESPONENTE DEL PCI, AVEVA
CONDOTTO UNA BATTAGLIA CONTRO LA MAFIA DELLA ZONA,
SPECIALMENTE CONTRO QUELLA DI ROSARNO. VALARIOTI FU UCCISO
CON COLPI DI PISTOLA ALL'USCITA DA UNA SEDE DEL PCI DOVE
POCO PRIMA AVEVA FESTEGGIATO CON ALTRI COMPAGNI LA VITTORIA
DI UN CANDIDATO DEL PCI. IL PROCESSO SI SVOLGERA' DAVANTI ALLA
CORTE DI ASSISE DI LOCRI NEL PROSSIMO MAGGIO.
COR-GF/BL
22-MAR-82 21:57 NNNN
19820605 02350
ZCZC056/01
R CRO 01 QBXB
PROCESSO PER UCCISIONE ESPONENTE COMUNISTA CALABRESE
(ANSA) - PALMI(REGGIO CALABRIA), 4 GIU - E' RIPRESO
DAVANTI AI GIUDICI DELLA CORTE DI ASSISE DI PALMI IL
PROCESSO CONTRO GIUSEPPE PESCE, DI 51 ANNI, PRESUNTO
''BOSS'' DI ROSARNO, ACCUSATO DI CONCORSO NELL'OMICIDIO
DELL'ESPONENTE COMUNISTA GIUSEPPE VALARIOTI, DI 26 ANNI,
AVVENUTO L'11 GIUGNO DI DUE ANNI FA A ROSARNO.
VALARIOTI, CONSIGLIERE COMUNALE DI ROSARNO E
DIRIGENTE DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE DEL PCI, FU
ASSASSINATO, SECONDO L'ACCUSA, PER AVERE CONDOTTO
UN'ACCANITA BATTAGLIA CONTRO I PROFITTI ILLECITI DELLA
MAFIA NELLA PIANA DI GIOIA TAURO. PESCE, INDICATO
COME IL MANDANTE DELL'ASSASSINIO, SI E' DICHIARATO
INNOCENTE.
B-PB/CRI
5-GIU-82 10:53 NNNN
19820621 02470
ZCZC185/02
R CRO 02 QBXB
PROCESSO PER UCCISIONE ESPONENTE COMUNISTA IN CALABRIA
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 21 GIU - E' CONTINUATO
OGGI DAVANTI AI GIUDICI DELLA CORTE DI ASSISE DI PALMI IL
PROCESSO CONTRO GIUSEPPE PESCE, DI 51 ANNI, ACCUSATO DI
CONCORSO NELL' OMICIDIO DELL' ESPONENTE COMUNISTA GIUSEPPE
VALORIOTI DI 26 ANNI, AVVENUTO IL 21 GIUGNO DI DUE ANNI FA A
ROSARNO ( REGGIO CALABRIA). PESCE, CONSIDERATO IL MANDANTE
DELL' UCCISIONE (AVVENUTA, SECONDO L' ACCUSA, CON ''
PREMEDITAZIONE E PER MOTIVI ABIETTI'' ), HA SOSTENUTO PER
TUTTO L' INTERROGATORIO , DURATO OLTRE QUATTRO ORE, DI
ESSEREINNOCENTE, PRECISANDO ANCHE DI NON ESSERE IL '' CAPO
DELLA MALAVITA'' DI ROSARNO. VALARIOTI, SECONDO QUANTO E'
EMERSO DALLE INDAGINI, FU ASSASSINATO PER AVERE CONTRASTATO
L' ATTIVITA' DELLA MAFIA NELLA ZONA. IN UN MANIFESTO AFFISSO
ALL' ESTERNO DEL TRIBUNALE DI PALMI LISTATO A LUTTO NELL'
ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI VALARIOTI, IL PCI DELLA
CITTADINA CALABRESE, CHE COME E' NOTO, SI E' COSTITUITO
PARTE CIVILE, HA CHIESTO ALL' AUTORITA' GIUDIZIARIA CHE
''SIA FATTA GIUSTIZIA SUL BARBARO DELITTO VOLUTO DALLA
MAFIA'' . IL PROCESSO E' STATO RINVIATO A A DOMANI.
COR-B-MAR/SUR
21-GIU-82 21:09 NNNN
19820716 02210
ZCZC111/03
R CRO 03 QBXB
PROCESSO VALARIOTI: CHIESTO ERGASTOLO PER BOSS PESCE
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 16 LUG. - IL PUBBLICO
MINISTERO, GIUSEPPE TUCCIO, HA CHIESTO LA CONDANNA ALL'
ERGASTOLO PER IL BOSS GIUSEPPE PESCE, ACCUSATO DI ESSERE IL
MANDANTE DELL' OMICIDIO DEL GIOVANE DIRIGENTE COMUNISTA DI
ROSARNO, GIUSEPPE VALARIOTI, DI 27 ANNI, UCCISO NEL MESE DI
GIUGNO DELL' 80 ALL' USCITA DI UN RISTORANTE. LA REQUISITORIA
DI TUCCIO E' DURATA TRE ORE NELL' AULA DELLA CORTE D' ASSISE
DI PALMI, GREMITA DI PUBBLICO.
SECONDO IL RAPPRESENTANTE DELLA PUBBLICA ACCUSA, IL BOSS
PESCE AVREBBE FATTO UCCIDERE GIUSEPPE VALARIOTI, CONSIGLIERE
COMUNALE A ROSARNO E SEGRETARIO DELLA SEZIONE PCI, PERCHE'
QUESTI SI OPPONEVA, CON LA SUA AZIONE POLITICA, ALLO
''STRAPOTERE DELLA MAFIA DELLA ZONA''.
IL PROCESSO PROSEGUE DOMANI CON LE ARRINGHE DEI DIFENSORI:
LA SENTENZA E' PERVISTA PER LA TARDA SERATA.
COR-CC/MR
16-LUG-82 17:48 NNNN
19820717 01790
ZCZC162/01
R CRO 01 QBXB
PROCESSO VALARIOTI: ASSOLTO IMPUTATO
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 17 LUG. - GIUSEPPE PESCE,
IL PRESUNTO MANDANTE DELL' ASSASSINO DI GIUSEPPE VALARIOTI, L'
ESPONENTE DEL PCI DI ROSARNO, ASSASSINATO IL 10 GIUGNO 1980,
E' STATO ASSOLTO QUESTA SERA PER NON AVER COMMESSO IL FATTO
DAI GIUDICI DELLA CORTE D' ASSISE. IERI IL PUBBLICO MINISTERO
TUCCIO AVEVA CHIESTO PER PESCE LA CONDANNA ALL' ERGASTOLO.
GIUSEPPE VALARIOTI, 27 ANNI, VENNE ASSASSINATO ALL' USCITA
DI UN RISTORANTE.
COR-MIU/MR
17-LUG-82 20:27 NNNN
Documento: 19820928 02570
ZCZC090/02
R CRO 02 QBXU
MAFIOSO CALABRESE EVADE PER LA QUARTA VOLTA
(ANSA) - GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 28 SET - PINO
SCRIVA, IL MAFIOSO CALABRESE CONOSCIUTO COME IL ''RE DELLE
EVASIONI'', E' DI NUOVO LATITANTE. SCRIVA AVEVA OTTENUTO UN
PERMESSO DI SETTE GIORNI PER VISITARE I PARENTI A ROSARNO
(REGGIO CALABRIA), DOVE VIVONO LA MOGLIE I DUE FIGLI E L'
ANZIANA MADRE, MA NON E' RIENTRATO NEL CARCERE ROMANO DI
REBIBBIA NEL QUALE SI TROVAVA DA ALCUNI MESI. PINO SCRIVA, 36
ANNI, PRIMA DI GIUNGERE A ROSARNO ERA STATO ANCHE A PIETRA
LIGURE, IN PROVINCIA DI SAVONA, PRESO PARENTI. I FAMILIARI
HANNO DETTO AI CARABINIERI CHE ''PINO E' PARTITO'', SENZA
AGGIUNGERE ALTRO. SECONDO I CARABINIERI, SCRIVA, AVREBBE
RIPRESO LA LATITANZA PER ''REGOLARE DEI CONTI IN SOSPESO''. IL
MAFIOSO DI ROSARNO, CONDANNATO NEL '70 A 22 ANNI DI CARCERE
PER OMICIDIO, E' RIUSCITO AD EVADERE NEGLI ULTIMI ANNI TRE
VOLTE, DALLE CARCERI DI CIVITAVECCHIA, LAMEZIA TERME E
MESSINA. DAL MESE DI AGOSTO DEL '75, DA QUANDO ERA STATO
ARRESTATO DAI CARABINIERI A POLISTENA (REGGIO CALABRIA) AVEVA
CONDOTTO UNA VITA DA DETENUTO MODELLO, AL PUNTO DA OTTENERE UN
PERMESSO PER BUONA CONDOTTA. PINO SCRIVA FINIRA' DI SCONTARE
LA PENA, CHE E' POI UN ''CUMULO'' DI CONDANNE IN AGGIUNTA A
QUELLA PER OMICIDIO, NEL MESE DI DECEMBRE DEL 2002.
CC/MR
28-SET-82 12:52 NNNN
Documento: 19821216 03340
ZCZC282/01
R CRO 01 QBXU
MAFIA: UN ARRESTO E DENUNZIE IN CALABRIA
(ANSA) - GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 16 DIC - I
CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI GIOIA TAURO, AL COMANDO DEL
CAPITANO GILBERTO MURGIA, HANNO ARRESTATO IL PREGIUDICATO
GIANFRANCO NUCERA, DI 34 ANNI, ACCUSANDOLO DI FAR PARTE DI UNA
BANDA DI TAGLIEGGIATORI CAPEGGIATI DAL COGNATO PINO SCRIVA, DI
36 ANNI, DI ROSARNO, LATITANTE DA QUALCHE MESE.
I CARABINIERI HANNO ACCUSATO GIANFRANCO NUCERA, PINO SCRIVA
ED IL FRATELLO MINORE DI QUEST' ULTIMO, DOMENICO, 18 ANNI,
STUDENTE, DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO,
DANNEGGIAMENTO AGGRAVATO E TENTATIVO DI ESTORSIONE.
IN PARTICOLARE, SECONDO GLI UOMINI DEL CAPITANO MURGIA, AI
TRE ROSARNESI DEBBONO ESSERE ATTRIBUITI I TENTATIVI DI
ESTORSIONE SUBITI DA POSSIDENTI E PROFESSIONISTI DI LAUREANA
DI BORRELLO (REGGIO CALABRIA) ED UN ATTENTATO, DI MATRICE
MAFIOSA, FATTO AD UN NEGOZIO DI MOBILI DI PROPRIETA' DI
ANTONIO PALAIA.
PINO SCRIVA NON E' RIENTRATO NEL CARCERE DI REBIBBIA, A
ROMA, PER CONDANNE CHE (CUMULATE A QUELLA DI 22 ANNI DI
RECLUSIONE INFLITTAGLI NEL 1970 PER OMICIDIO) AVREBBE FINITO
DI SCONTARE NEL DICEMBRE DEL 2002.
SCRIVA E' SOPRANNOMINATO ''IL RE DELLE EVASIONI'': E'
INFATTI FUGGITO PER QUATTRO VOLTE DA CARCERI DI TUTT' ITALIA.
MIU/MR
16-DIC-82 23:10 NNNN
Documento: 19831221 02870
ZCZC060/01
U CRO 01 S04 QBXB
MAFIA: 120 ORDINI DI CATTURA IN CALABRIA
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC- CENTOVENTI ORDINI DI CATTURA SONO
STATI EMESSI DAL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI PALMI,
GIUSEPPE TUCCIO, A CARICO DI ALTRETTANTI PRESUNTI APPARTENENTI
ALLA MAFIA CALABRESE. I CARABINIERI, NEL CORSO DI UNA
OPERAZIONE CHE HA INTERESSATO LE TRE PROVINCE CALABRESI, HANNO
ARRESTATO LA SCORSA NOTTE 51 PERSONE, 21 SONO RIUSCITE A
RENDERSI IRREPERIBILI, AD ALTRE 37 L' ORDINE DI CATTURA E' STATO
NOTIFICATO IN CARCERE, MENTRE 15 RISULTANO GIA' DA TEMPO
LATITANTI. L' ACCUSA E' DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO
MAFIOSO. SECONDO QUANTO SI E' APPRESO , L' OPERAZIONE
ANTIMAFIA E' STATA RESA POSSIBILE DALLE RIVELAZIONI DI ALCUNI
PENTITI TRA I QUALI IL BOSS MAFIOSO PINO SCRIVA, DI 36 ANNI,
DI ROSARNO, CONOSCIUTO COME ''IL RE DELLE EVASIONI'',
ARRESTATO NEL SETTEMBRE SCORSO DAL CAPITANO GILBERTO MURGIA,
COMANDANTE DELLA COMPAGNIA CARABINIERI DI GIOIA TAURO, IL
QUALE LO HA CONVINTO A DIRE TUTTO QUANTO SAPEVA SULL'
ORGANIZZAZIONE DELLA 'N DRANGHETA IN PROVINCIA DI REGGIO
CALABRIA. E' STATA FATTA LUCE SU 31 OMICIDI, QUATTRO SEQUESTRI
DI PERSONA, E SULLA STRAGE DI CONTRADA RAZZA, DELL' APRILE '77
(MORIRONO DUE CARABINIERI E DUE MAFIOSI) E SULL' OMICIDIO DELL'
ESPONENTE COMUNISTA DI ROSARNO GIUSEPPE VALARIOTI. TRA GLI
ARRESTATI IL BOSS SAVERIO MAMMOLITI; TRA I COLPITI DALL'
ORDINE DI CATURA GIUSEPPE PIROMALLI LATITANTE, CONSIDERATO IL
CAPO DELLA MAFIA CALABRESE. (SEGUE).
CC/RF
21-DIC-83 09:11 NNNN
ZCZC066/01
U CRO 01 QBXB
MAFIA: 124 ORDINI DI CATTURA IN CALABRIA (2)
(ANSA) -CATANZARO, 21 DIC- SECONDO NOTIZIE NE' CONFERMATE
NE' SMENTITE DAI CARABINIERI, LA MAGISTRATURA DI PALMI AVREBBE
CHIESTO L' AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE, PER GLI STESSI REATI
DEI QUALI DOVRANNO RISPONDERE LE PERSONE COLPITE DAGLI ORDINI
DI CATTURA, NEI CONFRONTI DI UN ESPONENTE POLITICO CHE
ATTUALMENTE GODE DELL' IMMUNITA' PARLAMENTARE. SI E' APPRESO
CHE GLI ORDINI DI CATTURA SONO IN TUTTO 124 DEI QUALI - E'
STATO CONFERMATO - 51 ESEGUITI NEL CORSO DELL' OPERAZIONE
DIRETTA DAL COMANDANTE DELLA LEGIONE CARABINIERI DI CATANZARO,
COL. BIAGIO BUONO . OLTRE PINO SCRIVA , ALTRI MAFIOSI TRA I
QUALI UNA DONNA, IN CARCERE DA QUALCHE TEMPO, AVREBBERO
COLLABORATO COI CARABINIERI E LA MAGISTRATURA DI PALMI. SI E'
APPRESO CHE TRA GLI ARRESTATI FIGURA IL BOSS DI COSENZA ,
ANTONIO SENA, ED IL CONCESSIONARIO ALFA ROMEO DI VIBO VALENTIA ,
FRANCESCO CERAVOLO. (SEGUE).
CC/RF
21-DIC-83 10:01 NNNN
ZCZC094/01
R CRO 01 QBXB
(ANSA) - ALBENGA (SAVONA), 21 DIC - NEL QUADRO DELL'INCHIESTA
DELLA MAGISTRATURA CALABRESE STAMANI AD ALBENGA E' STATO
ARRESTATO ANTONIO FAMELI, 45 ANNI, ABITANTE A LOANO, IN VIA
AURELIA 27. ANTONIO FAMELI, ERA SALITO ALLA RIBALTA DELLA
CRONACA LOCALE QUANDO NEL 1976 AVEVA ORGANIZZATO PER LA PRIMA
COMUNIONE DELLA FIGLIA UN GRANDE RICEVIMENTO INGAGGIANDO
MIKE BONGIORNO E ORNELLA VANONI.
ANTONIO FAMELI, E' TITOLARE DI NUMEROSE AGENZIE IMMOBILIARI
A BORGHETTO SANTO SPIRITO ED A LOANO, SULLA RIVIERA DI PONENTE,
IN PIEMONTE ED IN LOMBARDIA. FAMELI AVEVA COSTRUITO LA SUA
FORTUNA DAL NULLA: NEL 1960 ERA INFATTI GIUNTO SULLA RIVIERA
DI PONENTE PROVENIENTE DAL SUD ED AVEVA INIZIATO A LAVORARE
IN QUALITA' DI SEMPLICE MURATORE. IN PASSATO ERA STATO
COINVOLTO IN UNA VICENDA DI ESTORSIONI CHE, AVEVA DETTO,
ERA STATO COSTRETTO A SUBIRE.
COR-RP/ST
21-DIC-83 12:23 NNNN
ZCZC090/01
U CRO 01 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - QUESTO L' ELENCO DEGLI
ARRESTATI: MICHELE BELLOCCO, DI 33 ANNI, PASQUALE D' AGOSTINO,
(29), FRANCESCO, GIOVANNI E GIUSEPPE SIBIO, DI 35, 24 E 21
ANNI, SALVATORE LA ROSA, (29), CESARE LA ROSA, (25), DOMENICO
PISANO, (33), BRUNO PISANO, (58), GIUSEPPE ASCONE, (32),
ANTONIO ASCONE, (29), MARIO FERRARO, (34), FERDINANDO DELMIRO,
(29), ROCCO MESSINA, (32), GREGORIO CACCIOLA, (32), VINCENZO
PUNTORIERO, (27), BENITO ROSARNO, (47), ROCCO SPADARO, (47),
ROCCO PALADINO, (30), GIOVANNI FACCHINETTI, (34), SAVERIO
DAMINELLO, (28), COSMA GRASSO, (24), ROCCO GRASSO, (23),
FRANCESCO DE BARTOLO, (19), FRANCESCO CONSIGLIO, (24),
ANTONINO PACE, (23), VINCENZO CELLINI, (20), ANGELO BILLA,
(31), BENITO SERGI, (19), SANTE PISANI, (34), RAFFAELE NAPOLI,
(38), VINCENZO CONDOLUCI, (45), TUTTI DI ROSARNO (REGGIO
CALABRIA); SALVATORE RUFFO, (43), DI ANOIA (REGGIO CALABRIA);
SALVATORE SCARFO', (59), VINCENZO MACRI', (46), DI SIDERNO
(REGGIO CALABRIA); FRANCECSO CERAVOLO, (34), DI VIBO VALENTIA
(CATANZARO); FERDINANDO MASSARA, (51), DI SAN CALOGERO
(CATANZARO); FRANCESCO FAMA', (35), DI MILETO (CATANZARO);
ANTONIO SENA, (43), DI COSENZA; ROCCO MAIONE, (56) E CAMILLO
BRUZZI', (28), DI TAURIANOVA (REGGIO CALABRIA); GIUSEPPE
MAMONE, (27), DI CITTANOVA (REGGIO CALABRIA); ROCCO VARONE,
(39), DI MAROPATI (REGGIO CALABRIA).
(SEGUE).
CC/MR
21-DIC-83 12:11 NNNN
ZCZC093/01
U CRO 01 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - ARCANGELO PAPALIA, (32), DI
DELIANUOVA (REGGIO CALABRIA); SAVERIO MAMMOLITI, (41) E
DOMENICO RUGOLO, (48), DI CASTELLACE (REGGIO CALABRIA);
AGOSTINO GALLUCCIO, (62), DI CINQUEFRONDI (REGGIO CALABRIA);
ANTONIO FAMELI, (45), DI SAN FERDINANDO (REGGIO CALABRIA);
GIROLAMO RASO, (34), E GUERINO ANSELMO, (59), DI CITTANOVA
(REGGIO CALABRIA) E ANTONIO AVIGNONE, (52), DI TAURIANOVA
(REGGIO CALABRIA).
(SEGUE).
CC/MR
21-DIC-83 12:22 NNNN
ZCZC151/01
U CRO 01 QBXB
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - SONO RIUSCITI A SFUGGIRE ALLA
CATTURA SALVATORE CELLINI, DI 53 ANNI, DI PALMI (REGGIO
CALABRIA); ROCCO FILIPPONE, (43), DI ANOIA (REGGIO CALABRIA);
RAFFAELE DE MARZO, (63), DI CINQUEFRONDI (REGGIO CALABRIA);
GIACOMO E FRANCESCO MONTELEONE, DI 29 E 23; MATTEO LOCOTETA,
(40), DI TAURIANOVA (REGGIO CALABRIA); GIUSEPPE DI MARTE,
(27), DI ROSARNO (REGGIO CALABRIA); ENRICO ZUPO, (30), DI
MILETO (CATANZARO); GIUSEPPE CATALDO, (45), DI LOCRI (REGGIO
CALABRIA); LUIGI NAPOLI, (31), FRANCESCO BRUNO, (35), GIUSEPPE
IANNACI, (34), VINCENZO PESCE, (24), GIUSEPPE PESCE, (19),
ROCCO PESCE, (26), VINCENZO PISANO, (38), FRANCESCO PISANO,
(28), SALVATORE PISANO, (35), DOMENICO ARENA, (29), ROCCO RAO,
(22) E MARIO BELLOCCO, (43), TUTTI DI ROSARNO. (SEGUE).
CC/MR
21-DIC-83 15:57 NNNN
ZCZC159/01
U CRO 01 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - IL PROVVEDIMENTO DI CATTURA E'
STATO NOTIFICATO IN CARCERE A 37 PERSONE GIA' DETENUTE PER
VARI REATI. SI E' APPRESO CHE GLI ORDINI DI CATTURA EMESSI DAL
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI PALMI SONO QUATTRO, UNIFICATI,
A CARICO DI TUTTE LE 124 PERSONE OGGETTO DELL' INCHIESTA
GIUDIZIARIA. LE PERSONE GIA' IN CARCERE SONO: UMBERTO,
GIUSEPPE E GREGORIO BELLOCCO, DI 47, 35 E 28 ANNI, GAETANO
RAO, (28), FRANCESCO LA ROSA, (29), PASQUALE CICALA, (26),
SALVATORE ASCONE, (25), TOMMASO SCARCELLA, (29), DEMETRIO
MESSINA, (21), DOMENICO BOTTIGLIERI, (40), GIUSEPPE SCRIVA,
(38), DOMENICO PESCE, (19), FRANCESCO PESCE, (29), DOMENICO
GRASSO, (27), FRANCESCO BARBIERI, (26), VINCENZO ARCURI, (33),
TUTTI DI ROSARNO; ARMANDO MINZOTERO, (34), DI VIBO VALENTIA;
ANTONIO E LUIGI MANCUSO, DI 32 E 29 ANNI, DI LIMBADI
(CATANZARO); FRANCESCO MUTO, (44), DI COSENZA; TEODORO CREA,
(45), DI RIZZICONI (REGGIO CALABRIA); VINCENZO GIOFFRE', (38),
DI SEMINARA (REGGIO CALABRIA); FRANCESCO VARONE, (34), DI
MAROPATI (REGGIO CALABRIA); MICHELE E LUIGI FACCHINERI, DI 47
E 34 ANNI, ROCCO ALBANESE, (44), DOMENICO GUERRISI, (40),
CARMELO GULLACE, (32), GIUSEPPE AVIGNONE, (45), TUTTI DI
CITTANOVA (REGGIO CALABRIA); GIUSEPPE PAPALIA, (34), DI
DELIANUOVA; VINCENZO TROPEANO, (48), DI VARAPODIO (REGGIO
CALABRIA); TOMMASO COSENTINO, (47), DI SAN GIORGIO MORGETO
(REGGIO CALABRIA); MARTINO CALABRESE, (43), DI TAURIANOVA;
CARMINE E FILIPPO GERACE, DI 34 E 32 ANNI, DI GIOIA TAURO
(REGGIO CALABRIA) E RAFFAELE REGGIO, (40), DI NICOTERA
(CATANZARO). (SEGUE).
CC/MR
21-DIC-83 16:24 NNNN
ZCZC088/02
U CRO 02 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - LA LISTA DEI LATITANTI, ALCUNI
DEI QUALI DA MOLTI ANNI, E' APERTA DA GIUSEPPE PIROMALLI, DI
62 ANNI, DI GIOIA TAURO, INDICATO NEI RAPPORTI DELLA POLIZIA E
DEI CARABINIERI COME IL CAPO DELLA 'NDRANGHETA, LA
RAMIFICAZIONE PIU' VIOLENTA E SANGUINARIA DELLA MAFIA
CALABRESE. I RICERCATI SONO: GIULIO, ROCCO E CARMELO BELLOCCO,
DI 32, 31 E 27 ANNI, COMPONENTI UNA ''FAMIGLIA'' MAFIOSA DI
ROSARNO; FRANCESCO E GIUSEPPE MANCUSO, DI 55 E 34 ANNI,
COMPONENTI DELLA COSCA CHE DOMINA LA ZONA DI LIMBADI.
FRANCESCO MANCUSO E' STATO IL PRIMO DEGLI ELETTI IN UNA LISTA
CIVICA ALLE RECENTI ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO
COMUNALE DI LIMBADI, SCIOLTO IL PRIMO DICEMBRE SCORSO CON
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. TRA I LATITANTI ANCHE
DOMENICO GIOVINAZZO, (38), INDICATO COME IL CAPO MAFIA DI
TAURIANOVA; GIUSEPPE PESCE, (60), ED IL NIPOTE ANTONINO, (30),
ESPONENTI DI RILIEVO DELLA MAFIA DI ROSARNO; DOMENICO
GIOVINAZZO, (38), VINCENZO FACCHINERI, (54), GIUSEPPE RASO,
(43), E FRANCESCO ALBANESE, (57) SONO LATITANTI DA ALCUNI ANNI
PERCHE' COINVOLTI NELLA ''FAIDA DI CITTANOVA'' (UNA LOTTA TRA
DUE FAMIGLIE RIVALI) CHE HA PROVOCATO FINORA UNA QUARANTINA DI
MORTI ED ALCUNE DECINE DI FERITI.
(SEGUE).
CC/MR
21-DIC-83 16:53 NNNN
ZCZC099/02
U CRO 02 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - I SEQUESTRI DI PERSONA SUI
QUALI E' STATA FATTA LUCE, GRAZIE ALLE NOTIZIE FORNITE DA
ALMENO TRE ''PENTITI'' RISALGONO AGLI ANNI 70: SONO QUELLI DEL
COMMERCIANTE VINCENZO CANNATA', DI TAURIANOVA (1975 - RISCATTO
PAGATO CIRCA 300 MILIONI); DEL POSSIDENTE SALVATORE FAZZARI,
DI SAN GIORGIO MORGETO, (1977 - NON SI CONOSCE LA CIFRA DEL
RISCATTO); DELLO STUDENTE FRANCESCO NAPOLI, DI PALMI, FIGLIO
DEL PRESIDENTE DELL' ORDINE DEGLI AVVOCATI (1975 - RISCATTO
PAGATO MEZZO MILIARDO); E DEL FARMACISTA VINCENZO MACRI', DI
GROTTERIA (1976) IL QUALE NON E' STATO ANCORA RILASCIATO E SI
RITIENE SIA MORTO DA TEMPO. ALCUNE DELLE PERSONE COLPITE
ADESSO DA ORDINE DI CATTURA PER QUESTI SEQUESTRI ERANO STATE A
SUO TEMPO O PROSCIOLTE IN ISTRUTTORIA O ASSOLTE. SONO STATI
ANCHE SCOPERTI I PRESUNTI ASSASSINI DELL' AVVOCATO ALBERTO
CAPUA E DEL SUO AUTISTA, VINCENZO RANIERI, ENTRAMBI DI
MELICUCCA' (REGGIO CALABRIA) UCCISI NELL' AGOSTO DEL '76
DURANTE UN TENTATIVO DI SEQUESTRO. PER IL DUPLICE OMICIDIO
SONO ACCUSATI ROCCO E FRANCESCO ALBANESE,. DI CITTANOVA, IL
PRIMO IN CARCERE L' ALTRO LATITANTE. PER L' OMICIDIO DEL
SEGRETARIO DELLA SEZIONE DEL PCI DI ROSARNO, GIUSEPPE
VALARIOTI, SONO ACCUSATI IL ''BOSS'' GIUSEPPE PIROMALLI,
GIUSEPPE ED ANTONINO PESCE E SANTE PISANI. L' ESECUTORE
MATERIALE DEL DELITTO, FRANCESCO DOMINELLO, DI 25 ANNI, E'
STATO UCCISO NEL SETTEMBRE DEL 1981. (SEGUE).
CC/MR
21-DIC-83 17:30 NNNN
ZCZC100/02
U CRO 02 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - ALLA RIUNIONE MAFIOSA SVOLTASI
IL PRIMO APRILE DEL 77, IN UN CASA COLONICA DI CONTRADA ''
RAZZA' '' DEL COMUNE DI TAURIANOVA, ERANO PRESENTI, OLTRE ALLE
SETTE PERSONE GIA' CONDANNATE IN PRIMO E SECONDO GRADO A PENE
VARIANTI DAI 30 AI 18 ANNI, ANCHE I ''BOSS'' GIUSEPPE PIROMALLI
E SAVERIO MAMMOLITI. INOLTRE C' ERANO, SECONDO QUANTO RIFERITO
DAI PENTITI, FRANCESCO ALBANESE, GIROLAMO E GIUSEPPE RASO. IN
QUELL' OCCASIONE VENNERO UCCISI DUE CARABINIERI, STEFANO
CONDELLO E VINCENZO CARUSO E DUE DEI PARTECIPANTI AL
''SUMMIT'', I CUGINI ROCCO E VINCENZO AVIGNONE. IN BASE A
QUANTO I PENTITI HANNO RIFERITO ALLA RIUNIONE ERANO PRESENTI I
PERSONAGGI PIU' IMPORTANTI DELLA 'NDRANGHETA DELLA PIANA DI
GIOIA TAURO, SEGNO QUESTO CHE SI DOVEVA DISCUTERE DI ARGOMENTI
ASSAI IMPORTANTI.
GIUSEPPE AVIGNONE, ORA CHIUSO IN UN MANICOMIO GIUDIZIARIO,
AVEVA FATTO I NOMI DI SETTE DEI PARTECIPANTI ALLA RIUNIONE DI
RAZZA', RITRATTANDO POI LE ACCUSE, SOSTENENDO CHE GLI ERANO
STATE ESTORTE CON LA VIOLENZA DAI CARABINIERI.
CC/MR
21-DIC-83 17:34 NNNN
ZCZC234/03
U CRO 03 QBXB
OPERAZIONE ANTIMAFIA IN CALABRIA: LEGIONE CARABINIERI
(ANSA) - CATANZARO, 21 DIC - IN RELAZIONE ALLE NOTIZIE
RIGUARDANTI IL POSSIBILE COINVOLGIMENTO NELL' OPERAZIONE
ANTIMAFIA FATTA IN CALABRIA DAI CARABINIERI DI UN PERSONAGGIO
POLITICO CHE GODE DELL' IMMUNITA' PARLAMENTARE, IL COMANDANTE
DELLA LEGIONE CARABINIERI DI CATANZARO, COLONNELLO BIAGIO
BUONO, HA DICHIARATO CHE ''NESSUNA INDAGINE E' STATA FATTA IN
QUESTO SENSO DALL' ARMA E CHE SE INIZIATIVE GIUDIZIARIE SONO
IN CORSO, ESSE VENGONO SVOLTE AUTONOMAMENTE DALLA
MAGISTRATURA''. IL COLONNELLO BUONO HA AGGIUNTO CHE ''DA PARTE
DEI COMANDI DELL' ARMA NESSUN RAPPORTO GIUDIZIARIO E' STATO
INOLTRATO, NEL QUALE SI PARLI DI PERSONAGGI POLITICI''.
CC/MR
21-DIC-83 21:02 NNNN
Documento: 19840119 01000
ZCZC105/03
U POL 03 QBXB
MURMURA: STAMPATA DOMANDA AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE
(ANSA) - ROMA, 19 GEN - LA DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE A
PROCEDERE E DI AUTORIZZAZIONE ALLA CATTURA CONTRO IL SENATORE
DEMOCRISTIANO ANTONINO MURMURA E' STATA STAMPATA E DISTRIBUITA
AL SENATO. SU DI ESSA SI DOVRA' ESPRIMERE, NEI PROSSIMI GIORNI
LA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE.
NELLA DOMANDA, TRASMESSA DAL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
MARTINAZZOLI, IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL
TRIBUNALE DI PALMI, GIUSEPPE TUCCIO, CHIEDE L' AUTORIZZAZIONE
A PROCEDERE E ALLA CATTURA NEI CONFRONTI DEL SEN.MURMURA PER
UNA SERIE DI REATI CHE VANNO DALLA ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE
AL CONCORSO IN OMICIDIO.
''CON RAPPORTO DEL 12 DICEMBRE 1983 - SCRIVE IL PROCURATORE
DELLA REPUBBLICA TUCCIO - IL GIUDICE ISTRUTTORE DI PALMI, DOTT.
FRANCO GRECO, TRASMETTEVA A QUESTA PROCURA DELLA REPUBBLICA
UNA DICHIARAZIONE DENUNCIA DEL DETENUTO GIUSEPPE SCRIVA AVENTE
AD OGGETTO LA VICENDA CRIMINALE CONOSCIUTA COME LA STRAGE DI
RAZZA' . AL FINE DI CONSENTIRE UNA PIU' PUNTUALE COMPRENSIONE
DELLE INDICAZIONI ACCUSATORIE FORMULATE DALLO SCRIVENTE
OCCORRE PREMETTERE, IN SINTESI, UNA ENUNCIAZIONE DEI FATTI,
ATTINGENDO ALLA SENTENZA DELLA CORTE DI ASSISE DI PALMI DEL 21
LUGLIO 1981'' . NELLA DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE
VIENE RICOSTRUITA LA VICENDA CHE PORTO' ALLA STRAGE DI RAZZA' ,
AL PROCEDIMENTO PENALE SUCCESSIVO E ALLA SENTENZA CHE SI EBBE
A CONCLUSIONE DEL GIUDIZIO. (SEGUE).
SL/AS
19-GEN-84 15:34 NNNN
ZCZC106/03
U POL 03 QBXB
MURMURA: STAMPATA DOMANDA AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE (2)
(ANSA) - ROMA, 19 GEN - IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
TUCCIO, DOPO AVER RICORDATO CHE IL PROCEDIMENTO PER LA STRAGE
DI RAZZA' PENDE IN SEDE DI APPELLO DAVANTI ALLA CORTE DI
ASSISE DI REGGIO CALABRIA, SCRIVE: ''IL CONTENUTO DELLE
DICHIARAZIONI DEL DETENUTO SCRIVA, CONCERNENTE I FATTI
DELITTUOSI SOPRA ENUNCIATI, E' PRECEDUTO DA UNA INDICAZIONE
PRECISA IN ORDINE ALLA FONTE DELLE NOTIZIE DA LUI RIFERITE
AL GIUDICE ISTRUTTORE; ERA STATO PROPRIO UNO DEI COIMPUTATI,
GIUSEPPE AVIGNONE, A CONFIDARGLI CHE NELLA CASA COLONICA
DEL PETULLA' , NEL POMERIGGIO DEL PRIMO APRILE 1977, AVEVA
AVUTO LUOGO UN CONVEGNO MAFIOSO, CON LA PARTECIPAZIONE DEL
PREDETTO DOTT.RENATO MONTAGNESE (COME GIA' DETTO, PROSCIOLTO
IN ISTRUTTORIA), NONCHE' DEI MAFIOSI GIUSEPPE AVIGNONE,
DOMENICO LOMBARDO, VINCENZO ZINNATI, DOMENICO D' AGOSTINO,
DOMENICO CIANCI, DAMIANO CIANCI, TUTTI GIA' IMPUTATI E
CONDANNATI NEL CITATO PROVVEDIMENTO. AL CONVEGNO ERANO
ALTRESI' PRESENTI, SECONDO LE CONFIDENZE FATTE DALL'
AVIGNONE ALLO SCRIVA, IL SEN.ANTONIO MURMURA ED I CAPI MAFIA
GIUSEPPE PIROMALLI, SAVERIO MAMMOLITI, GIUSEPPE RASO,
GIROLAMO RASO, FRANCESCO ALBANESE. NELLA CIRCOSTANZA LO
SCRIVA AVEVA APPRESO DALL' AVIGNONE CHE IL CONVEGNO ERA STATO
INDETTO PER 'DISCUTERE DI UNA QUESTIONE DI APPALTI' E CHE I
MILITARI ERANO STATI UCCISI PROPRIO 'PER LA PRESENZA NELLA
RIUNIONE DEI GROSSI PERSONAGGI CHE NON DOVEVANO ESSERE
SCOPERTI' '' . IN BASE A QUESTE CONSIDERAZIONI IL PROCURATORE
DELLA REPUBBLICA HA CHIESTO L' AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE.
SL/AS
Documento: 19840131 02740
ZCZC077/01
U CRO 01 QBXU
'NDRANGHETA: COMUNICAZIONI GIUDIZIARIE A TRE MAGISTRATI
(ANSA) - CATANZARO, 31 GEN - TRE MAGISTRATI DEL TRIBUNALE
DI PALMI - IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE, GIUSEPPE NACCARI; IL
PRESIDENTE DELLA CORTE D' ASSISE, GIUSEPPE GAMBADORO E IL
SOSTITUTO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA, SALVATORE BOEMI - HANNO
AVUTO NOTIFICATA UNA COMUNICAZIONE GIUDIZIARIA NELLA QUALE SI
IPOTIZZA IL REATO DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO
MAFIOSO. LE TRE COMUNICAZIONI GIUDIZIARIE SONO STATE FATTE
DALLA PROCURA GENERALE DELLA CORTE D' APPELLO DI MESSINA E
SONO STATE NOTIFICATE AI TRE MAGISTRATI CALABRESI NEI GIORNI
SCORSI (LA NOTIZIA SI E' APPRESA STAMATTINA) DA UN MAGISTRATO
SICILIANO.
(SEGUE).
SF/MR
31-GEN-84 12:24 NNNN
ZCZC085/01
U CRO 01 16 QBXB
'NDRANGHETA: COMUNICAZIONI GIUDIZIARIE A TRE MAGISTRATI (2)
(ANSA) - CATANZARO, 31 GEN - SECONDO QUANTO SI E' APPRESO
LE TRE COMUNICAZIONI GIUDIZIARIE SONO STATE INVIATE NELL' AMBITO
DELLE INDAGINI RELATIVE ALLE DICHIARAZIONI DEL ''PENTITO''
DELLA 'NDRANGHETA, PINO SCRIVA IL QUALE VIENE TENUTO, GUARDATO
A VISTA, NELLA CELLA DI UNA CASERMA DEI CARABINIERI IN UNA
LOCALITA' MANTENUTA SEGRETA. LE DICHIARAZIONI DI SCRIVA CHE
RIGUARDANO I TRE MAGISTRATI DI PALMI SONO STATE RACCOLTE DAL
GIUDICE ISTRUTTORE DEL TRIBUNALE DI PALMI, FRANCO GRECO, IL
QUALE, CONSIDERATA LA GRAVITA' DEL RACCONTO HA INFORMATO IL
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA GIUSEPPE TUCCIO E QUINDI LA
CASSAZIONE CHE HA RIMESSO ''PER LEGITTIMA SUSPICIONE'' GLI
ATTI ALLA PROCURA GENERALE DELLA CORTE D' APPELLO DI MESSINA.
ANCHE IL MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA, SECONDO QUANTO E'
DATO SAPERE, HA APERTO UNA INCHIESTA E, NEI GIORNI SCORSI, HA
INVIATO A PALMI L' ISPETTORE ROVELLI IL QUALE HA COMPIUTO
CONTROLLI SULL' ATTIVITA' DEGLI UFFICI. NON SI CONOSCONO LE
CIRCOSTANZE RIFERITE DAL ''PENTITO'' SCRIVA IN RELAZIONE ALLA
PRESUNTA ATTIVITA' DEI TRE MAGISTRATI DI PALMI E IN BASE ALLE
QUALI LA PROCURA GENERALE DI MESSINA HA RITENUTO DI INVIARE LE
COMUNICAZIONI GIUDIZIARIE. I TRE MAGISTRATI CHE HANNO RICEVUTO
LA COMUNICAZIONE GIUDIZIARIA, CONTINUANO A SVOLGERE IL LORO
MANDATO. (SEGUE).
SF/MR
31-GEN-84 12:58 NNNN
ZCZC092/01
U CRO 01 16 QBXB
(ANSA) - CATANZARO, 31 GEN - LA PRIMA CLAMOROSA SVOLTA
NELLE INDAGINI DOPO LE DICHIARAZIONI DI PINO SCRIVA, DI 36
ANNI, BOSS MAFIOSO DI ROSARNO, E' STATA LA COMUNICAZIONE
GIUDIZIARIA RECAPITATA AL SENATORE DEMOCRISTIANO ANTONINO
MURMURA, DI 57 ANNI, AVVOCATO, DI VIBO VALENTIA FATTA DAL
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI PALMI, TUCCIO IL QUALE POI HA
CHIESTO ALLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE L'
ARRESTO DEL PARLAMENTARE. I REATI CHE SI IPOTIZZANO NELLA
COMUNICAZIONE GIUDIZIARIA NOTIFICATA A MURMURA SONO DI
CONCORSO IN OMICIDIO PLURIMO, ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI
TIPO MAFIOSO, PORTO E DETENZIONE ABUSIVA DI ARMI.
QUALCHE GIORNO DOPO, NELLE TRE PROVINCE CALABRESI, E'
SCATTATA UNA OPERAZIONE ANTIMAFIA, FATTA DAI CARABINIERI, PER
LA NOTIFICA DI 120 ORDINI DI CATTURA SPICCATI DAL PROCURATORE
DELLA REPUBBLICA DI PALMI, A CARICO DI ALTRETTANTI PRESUNTI
APPARTENENTI ALLA MAFIA. L' OPERAZIONE, RESA POSSIBILE SEMPRE
DALLE RIVELAZIONI DEL ''PENTITO'' SCRIVA, SI CONCLUSE CON L'
ARRESTO DI 51 PERSONE MENTRE ALTRI 21 INDIZIATI SONO RIUSCITI
A SCAPPARE E AD ALTRE 37 PERSONE L' ORDINE DI CATTURA E' STATO
NOTIFICATO IN CARCERE PERCHE' DETENUTE PER ALTRI REATI. ALTRE
15 PERSONE ANCH' ESSE COLPITE DALL' ORDINE DI CATTURA,
RISULTANO DA TEMPO LATITANTI. (SEGUE).
SF/MR
31-GEN-84 13:22 NNNN
ZCZC102/01
U CRO 01 16 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 31 GEN - L' INDAGINE DI POLIZIA
GIUDIZIARIA CHE HA PRECEDUTO L' EMISSIONE DEI 120 ORDINI DI
CATTURA, SECONDO QUANTO E' STATO RESO NOTO DAI CARABINIERI, HA
FATTO LUCE SU 31 OMICIDI, QUATTRO SEQUESTRI DI PERSONA, SULLA
STRAGE DI CONTRADA RAZZA' DI TAURIANOVA DELL' APRILE 1977
(MORIRONO DUE CARABINIERI E DUE MAFIOSI) E SULL' OMICIDIO
DELL' ESPONENTE COMUNISTA DI ROSARNO, GIUSEPPE VALARIOTI. TRA
GLI ARRESTATI, IL BOSS SAVERIO MAMMOLITI A SUO TEMPO
SOSPETTATO DI AVERE PRESO PARTE AL SEQUESTRO DI PAUL GETTY
TERZO, NIPOTE DEL MILIARDARIO AMERICANO; TRA I COLPITI DALL'
ORDINE DI CATTURA, GIUSEPPE PIROMALLI, LATITANTE, CONSIDERATO
IL CAPO DELLA MAFIA CALABRESE.
I SEQUESTRI DI PERSONA SUI QUALI E' STATA FATTA LUCE
RISALGONO AGLI ANNI 70: SONO QUELLI DEL COMMERCIANTE VINCENZO
CANNATA', DI TAURIANOVA; DEL POSSIDENTE SALVATORE FAZZARI, DI
SAN GIORGIO MORGETO; DELLO STUDENTE FRANCESCO NAPOLI, DI
PALMI, FIGLIO DEL PRESIDENTE DELL' ORDINE DEGLI AVVOCATI E DEL
FARMACISTA VINCENZO MACRI', DI CROTTERIA IL QUALE, RAPITO NEL
1976, NON E' STATO RILASCIATO E SI RITIENE SIA MORTO DA
TEMPO. SEMPRE SECONDO I CARABINIERI SONO STATI ANCHE SCOPERTI
I PRESUNTI ASSASSINI DELL' AVV.ALBERTO CAPUA E DEL SUO
AUTISTA, VINCENZO RANIERI, ENTRAMBI DI MELICUCCA' (REGGIO
CALABRIA) UCCISI NELL' AGOSTO DEL 1976 DURANTE UN TENTATIVO DI
SEQUESTRO. (SEGUE).
SF/MR
31-GEN-84 13:51 NNNN
ZCZC103/01
U CRO 01 QBXB
(ANSA) - CATANZARO, 31 GEN - PER L' OMICIDIO DEL SEGRETARIO
DELLA SEZIONE DEL PCI DI ROSARNO, GIUSEPPE VALARIOTI, DOPO LE
DICHIARAZIONI DEI ''PENTITI'' (OLTRE A SCRIVA AVREBBERO DECISO
DI PARLARE ALTRE DUE PERSONE DI CUI UNA DONNA), LA
MAGISTRATURA HA ACCUSATO IL ''BOSS'' GIUSEPPE PIROMALLI,
GIUSEPPE E ANTONIO PESCE E SANTE PISANI. INFINE, ALLA
RIUNIONE MAFIOSA SVOLTASI IN UNA CASA COLONICA DI CONTRADA
RAZZA' DI TAURIANOVA, SECONDO LE RIVELAZIONI DEI ''PENTITI''
ERANO PRESENTI, OLTRE ALLE SETTE PERSONE GIA' CONDANNATE DALLA
CORTE D' ASSISE, I BOSS MAFIOSI GIUSEPPE PIROMALLI, SAVERIO
MAMMOLITI, FRANCESCO ALBANESE, GIROLAMO E GIUSEPPE RASO E IL
SENATORE DEMOCRISTIANO ANTONINO MURMURA.
SF/MR
31-GEN-84 13:55 NNNN
ZCZC212/01
U CRO 01 QBXU
(ANSA) - CATANZARO, 31 GEN - IL DOTT.GIUSEPPE GAMBADORO,
PRESIDENTE DELLA CORTE D' ASSISE DI PALMI, RAGGIUNTO
TELEFONICAMENTE NELLA SUA ABITAZIONE DI BAGNARA CALABRA, IN
RELAZIONE ALLA COMUNICAZIONE GIUDIZIARIA CHE GLI E' STATA
NOTIFICATA, HA COSI' DICHIARATO: ''UNA COMUNICAZIONE
GIUDIZIARIA SIGNIFICA CHE C' E' UNA DENUNZIA. DEBBO DIRE CHE
SI E' STROMBAZZATO TROPPO COME SE FOSSE UNA COSA SCONTATA''.
IL MAGISTRATO HA POI AGGIUNTO: ''NOI NON ABBIAMO RICEVUTO
NULLA DI PARTICOLARE. E' SEMPLICEMENTE VENUTO IL PROCURATORE
GENERALE DI MESSINA AVVISANDOCI CHE C' ERA UNA DENUNCIA. NON
E' STATO PARLATO DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE''. INVITATO A
CHIARIRE IL CONTENUTO DELLA DENUNCIA, IL GIUDICE GAMBADORO HA
TESTUALMENTE RISPOSTO: ''NON SO. PRECISO CHE NON CI E' STATO
DETTO. CI E' STATO DETTO GENERICAMENTE CHE C' ERA UNA DENUNCIA
NEI NOSTRI CONFRONTI UNA CHE, PERO', POI SE NE SAREBBE PARLATO.
NON CI E' STATO CONSEGNATO UN AVVISO DI PROCEDIMENTO. E' STATO
SOLO FATTO UN VERBALE NEL QUALE SI DA' ATTO CHE C' E' UNA
DENUNCIA E, QUINDI, NOI NE ABBIAMO PRESO ATTO. COMUNQUE NON SI
TRATTA ASSOLUTAMENTE DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE.
SINCERAMENTE NON RICORDO GLI ARTICOLI DEL CODICE CHE IL
PROCURATORE GENERALE DI MESSINA CI HA LETTO. MI PARE CHE UNO
FOSSE RIVELAZIONI DI SEGRETI D' UFFICIO. ADESSO L' ARTICOLO
PRECISO NON RICORDO QUALE FOSSE. COMUNQUE, LE DICO, CHE
ASSOLUTAMENTE NON C' ERA L' ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE''.
SF/MR
31-GEN-84 20:29 NNNN
ZCZC213/01
U CRO 01 QBXB
(ANSA) - MESSINA, 31 GEN - LA PROCURA GENERALE DELLA
CORTE D' APPELLO DI MESSINA IN UNA DICHIARAZIONE '' SMENTISCE
CHE SIA STATA MAI AVVIATA COMUNICAZIONE GIUDIZIARIA PER IL
REATO DI CUI ALL' ARTICOLO 416 BIS (ASSOCIAZIONE DI TIPO
MAFIOSO) A MAGISTRATI CALABRESI'' .
LA PROCURA GENERALE HA CONTESTUALMENTE CONFERMATO CHE
ACCERTAMENTI SU MATERIA COPERTA DA SEGRETO ISTRUTTORIO SONO
COMUNQUE IN CORSO SU MAGISTRATI DELLA CALABRIA.
MIR/PR
31-GEN-84 20:33 NNNN
19840209 03280
ZCZC099/01
R CRO 01 QBXU
OPERAZIONE CARABINIERI IN CALABRIA: ARRESTATO LATITANTE
(ANSA) - GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 9 FEB - I
CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI GIOIA TAURO, AL COMANDO DEL
CAPITANO GILBERTO MURGIA HANNO ARRESTATO, LA SCORSA NOTTE A
ROSARNO, ROCCO PESCE, DI 27 ANNI, NIPOTE DEL PIU' NOTO
GIUSEPPE PESCE, RITENUTO CAPO DI UNA COSCA MAFIOSA LEGATA AI
CLAN DEI PIROMALLI E DEI MAMMOLITI. ROCCO PESCE ERA LATITANTE
DALLO SCORSO ANNO, DOPO CHE NEI SUOI CONFRONTI ERA STATO
SPICCATO UN ORDINE DI CATTURA DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
DEL TRIBUNALE DI PALMI, PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI
TIPO MAFIOSO. L' ARRESTO DI ROCCO PESCE E' AVVENUTO ALLA
PERIFERIA DEL CENTRO ABITATO DI ROSARNO. IL LATITANTE SI
TROVAVA IN COMPAGNIA DI DUE SUOI COGNATI (I NOMI NON SONO
STATI RESI NOTI DAI CARABINIERI) IN UNA CASA ABBANDONATA. ALLA
VISTA DEI CARABINIERI IL GIOVANE LATITANTE HA TENTATO DI
SCAPPARE NEI CAMPI. I CARABINIERI HANNO SPARATO ALCUNE
RAFFICHE DI MITRA IN ARIA A SCOPO INTIMIDATORIO E PESCE SI E'
ARRESO. IL LATITANTE E' CONSIDERATO DAI CARABINIERI COME
APPARTENENTE ALLA COSCA CAPEGGIATA DA GIUSEPPE PESCE (L'
OPERAZIONE, INFATTI, ERA STATA FATTA PER IL SUO ARRESTO),
ANCHE LUI LATITANTE DA DIVERSO TEMPO IN QUANTO RITENUTO
CORRESPONSABILE NELLA STRAGE DI CONTRADA RAZZA' DI
TAURIANOVA DOVE ERA IN CORSO UNA RIUNIONE DI CAPI MAFIA E
NELLA QUALE, AL TERMINE DI UN CONFLITTO A FUOCO, RIMASERO
UCCISI DUE CARABINIERI E DUE BANDITI. (SEGUE).
SF/BRO
9-FEB-84 11:44 NNNN
ZCZC098/01
R CRO 01 QBXU
OPERAZIONE CARABINIERI IN CALABRIA: ARRESTATO LATITANTE (2)
(ANSA) - GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 9 FEB - GIUSEPPE
PESCE, E' ANCHE RICERCATO PER L' OMICIDIO DEL SEGRETARIO DELLA
SEZIONE COMUNISTA DI ROSARNO, GIUSEPPE VALARIOTI, PRESIDENTE
DI UNA COOPERATIVA PER I COMMERCIO DI AGRUMI.
L' ARRESTO DI ROCCO PESCE E' STATO FATTO DOPO CHE I
CARABINIERI (CIRCA 70) AVEVANO CONTROLLATO LE ABITAZIONI DI 30
LATITANTI. PESCE CHE E' UN DIFFIDATO DELLA PUBBLICA SICUREZZA,
SI ERA ANCHE ALLONTANATO DAL SOGGIORNO OBBLIGATO DI ROMA AL
QUALE ERA STATO ASSEGNATO DALLA CORTE D' APPELLO DI REGGIO
CALABRIA.
LA LOTTA CHE I CARABINIERI DELLA PIANA DI GIOIA TAURO DA
QUALCHE TEMPO HANNO INCREMENTATO CONTRO I LATITANTI, HA
SORTITO, LA SCORSA NOTTE, ANCHE UN ALTRO ARRESTO. SI E'
COSTITUITO PRESSO LA CASERMA DELLA COMPAGNIA DI GIOIA TAURO,
PAOLO ROSACE, DI 26 ANNI, DIFFIDATO DELLA PUBBLICA SICUREZZA.
IL GIOVANE ERA RICERCATO PERCHE' COLPITO DA UN ORDINE DI
CARCERAZIONE SPICCATO DALLA PROCURA GENERALE DELLA CORTE D'
APPELLO DI REGGIO CALABRIA, DOVENDO SCONTARE QUATTRO ANNI E
SEI MESI DI CARCERE ESSENDO STATO RICONOSCIUTO RESPONSABILE DI
BEN 21 RAPINE ACCADUTE NEGLI ULTIMI ANNI NEL CIRCONDARIO DI
GIOIA TAURO. ROSACE E' STATO PORTATO NEL CARCERE DI REGGIO
CALABRIA.
SF/MR
9-FEB-84 11:41 NNNN
19840225 02180
ZCZC070/01
R CRO 01 QBXU
GIUSEPPE PIROMALLI: PRIMA NOTTE IN CARCERE
(ANSA) - CATANZARO, 25 FEB - GIUSEPPE PIROMALLI,
CONSIDERATO IL ''PATRIARCA'' DELLA 'NDRANGHETA, HA TRASCORSO,
NELL' INFERMERIA DEL CARCERE DI REGGIO CALABRIA, LA PRIMA
NOTTE DOPO L' ARRESTO DI IERI SERA, CHE HA CONCLUSO UNA
LATITANZA DURATA NOVE ANNI.
PIROMALLI (CHE HA DA POCO COMPIUTO 63 ANNI), LA SCORSA
NOTTE, MENTRE ANCORA SI TROVAVA NELLA CASERMA DEI CARABINIERI
DI GIOIA TAURO, E' STATO VISITATO DA CINQUE MEDICI, TRA I
QUALI UN CARDIOLOGO, CHE LO HANNO SOTTOPOSTO AD ACCURATI
CONTROLLI, COMPRESO UN ELETTROCARDIOGRAMMA.
L' ANZIANO MAFIOSO, INFATTI, SOFFRE DA MOLTI ANNI DI
DISTURBI CARDIACI. ACCANTO AL LETTINO, DOVE E' STATO SORPRESO
DAI CARABINIERI, IL CAPITANO MURGIA (L' UFFICIALE CHE LO HA
CATTURATO, A CONCLUSIONE DI UNA OPERAZIONE, COORDINATA DAL
GENERALE SIRACUSANO, COMANDANTE LA TERZA DIVISIONE DELL' ARMA)
HA TROVATO UN SACCHETTO DI PLASTICA CONTENENTE NUMEROSE
CONFEZIONI DI FARMACI.
ANCHE IERI SERA, MENTRE IL CAPITANO MURGIA GLI STAVA
NOTIFICANDO GLI ORDINI E MANDATI DI CATTURA, EMESSI CONTRO DI
LUI DALLA MAGISTRATURA CALABRESE, GIUSEPPE PIROMALLI HA
ACCUSATO IMPROVVISI CAPOGIRI E BREVI AMNESIE.
PER QUESTO, A CONCLUSIONE DEI CONTROLLI, I MEDICI NE HANNO
CONSIGLIATO IL RICOVERO IN UN CARCERE DOTATO DI UNA ATTREZZATA
INFERMERIA. (SEGUE).
MIU/MR
25-FEB-84 11:14 NNNN
ZCZC071/01
R CRO 01 QBXU
GIUSEPPE PIROMALLI PRIMA NOTTE IN CARCERE (2)
(ANSA) - CATANZARO, 25 FEB - PROBABILMENTE GIA' OGGI,
GIUSEPPE PIROMALLI VERRA' INTERROGATO, NEL CARCERE DI REGGIO
CALABRIA, DAL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DEL TRIBUNALE DI
PALMI, DOTT.TUCCIO.
''DON PEPPINO'' (COME VIENE CHIAMATO A GIOIA TAURO) E'
STATO ARRESTATO DAVANTI ALLA MOGLIE, TEODORA STILLITANO, NELL'
ABITAZIONE DEL VETRAIO GIUSEPPE GERMANO', IN VIA MONACELLI. L'
UNICA FIGLIA DEL PATRIARCA, CONCETTA, DI 36 ANNI, E' LA
MOGLIE DI DOMENICO MOLE', DI 41 ANNI, ARRESTATO (E
SUCCESSIVAMENTE SCARCERATO) NEL MAGGIO DELLO SCORSO ANNO CON
L' ACCUSA DI FARE PARTE DELLA ''COSCA'' GUIDATA DAL SUOCERO E
DI AVERE DANNEGGIATO GLI AGRUMETI DI GIUSEPPE TRIPODI, IL CAPO
DI UNA ''FAMIGLIA'' RIVALE DEI PIROMALLI, USCITA DECIMATA
DALLO SCONTRO CONTRO I PIU' POTENTI AVVERSARI.
TRA GLI ORDINI DI CATTURA NOTIFICATI A PIROMALLI UNO
RIGUARDA LA ''STRAGE DI CONTRADA RAZZA' '', NELLA QUALE, IL
PRIMO APRILE DEL 1977 FURONO ASSASSINATI DUE CARABINIERI, I
QUALI, PRIMA DI MORIRE, RIUSCIRONO AD UCCIDERE DUE MAFIOSI.
PIROMALLI E' ANCHE ACCUSATO DI ESSERE IL MANDANTE DELL'
ASSASSINIO DI GIUSEPPE VALARIOTI, SEGRETARIO DELLA SEZIONE DEL
PCI DI GIOIA TAURO.
MIU/MR
25-FEB-84 11:18 NNNN
Documento: 19840609 02270
ZCZC067/02
U CRO 02 QBXU
'NDRANGHETA: OPERAZIONE CARABINIERI A GIOIA TAURO
(ANSA) - GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 9 GIU - CINQUE
PERSONE SONO STATE ARRESTATE (AD ALTRE 14 I PROVVEDIMENTI
EMESSI DALLA PROCURA DELLA REPUBLICA DEL TRIBUNALE DI PALMI
SONO STATI NOTIFICATI IN CARCERE) DAI CARABINIERI DELLA
COMPAGNIA DI GIOIA TAURO A CONCLUSIONE DI UNA OPERAZIONE
CONTRO GLI ESPONENTI DELLE PIU' POTENTI E FEROCI COSCHE DELLA
'NDRANGHETA DELLA ''PIANA'' .
TRA LE PERSONE CHE HANNO AVUTO NOTIFICATO IN CARCERE GLI
ORDINI DI CATTURA C' E' IL ''GHOTA'' DELLA 'NDRANGHETA:
GIUSEPPE PIROMALLI, DI 63 ANNI, ARRESTATO LO SCORSO FEBBRAIO E
RITENUTO IL ''PATRIARCA'' DI TUTTE LE FAMIGLIE MAFIOSE
CALABRESI; TEODORO CREA, DI 45 ANNI, DI RIZZICONI; DOMENICO
GIOVINAZZO, DI 39 ANNI, DI CITTANOVA; GIUSEPPE AVIGNONE, DI 46
ANNI, DI CITTANOVA (RITENUTO UNO DEI RESPONSABILI DELLA
''STRAGE DI CONTRADA RAZZA' '', NELLA QUALE FURONO UCCISI, NELL'
APRILE DEL 1977 DUE CARABINIERI); UMBERTO BELLOCCO, DI 47 ANNI,
DI ROSARNO.
CON QUESTA OPERAZIONE - DECISA DALLA PROCURA DELLA
REPUBBLICA DI PALMI DOPO UN RAPPORTO FATTO DAI CARABINIERI,
SULLA SCORTA DELLE DICHIARAZIONI FATTE DAL ''PENTITO'' DELLA
'NDRANGHETA, GIUSEPPE SCRIVA - LA MAGISTRATURA DI PALMI RITIENE
DI AVERE FATTO LUCE SU OTTO OMICIDI E SEI TENTATIVI DI
OMICIDIO FATTI, NELLA ''PIANA DI GIOIA TAURO'' TRA IL 1972 ED
IL GENNAIO DEL 1983. (SEGUE).
MIU/MR
9-GIU-84 11:57 NNNN
ZCZC078/02
U CRO 02 QBXU
'NDRANGHETA: OPERAZIONE CARABINIERI A GIOIA TAURO (2)
(ANSA) - GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 9 GIU - ORDINI
DI CATTURA SONO STATI NOTIFICATI, IN CARCERE, ANCHE A:
GIUSEPPE MESSINEO, DI 33 ANNI, DI GIOIA TAURO; VINCENZO
TROPEANO, (50), DI VARAPODIO; DENETRIO MESSINA, (22), DI
ROSARNO; CESARE LA ROSA, (26), DI ROSARNO; FRANCESCO LA ROSA,
(30), DI ROSARNO; FILIPPO GERACE, (33), DI GIOIA TAURO;
CARMINE GERACE, (34); GIUSEPPE BELLOCCO, (36), DI ROSARNO. UN
ORDINE DI CATTURA E' STATO NOTIFICATO, IN CARCERE, ANCHE AL
''PENTITO'' SCRIVA. NEL CORSO DELLA NOTTE SONO STATI
ARRESTATI: SAVERIO MAMMOLITI, DI 42 ANNI, DI CASTELLACE DI
OPPIDO MAMERTINA, A SUO TEMPO SOSPETTATO (MA ASSOLTO IN
PROCESSO) DI AVERE ESEGUITO IL SEQUESTRO DI PAUL GETTI JR;
VINCENZO MARZANO, DI 61 ANNI, DI GIOIA TAURO; ROCCO GUERRISI,
DI 60 ANNI, DI CITTANOVA; ANTONINO FEDELE, DI 42 ANNI, DI
RIZZICONI, E FRANCESCO LUPPINO, DI 38 ANNI, DI ROSARNO. TRE
ORDINI DI CATTURA SONO STATI EMESSI CONTRO PERSONE GIA'
LATITANTI: ANTONINO PESCE, DI 31 ANNI, DI ROSARNO; GIUSEPPE
GALLIANO, DI 31 ANNI, DI GIOIOSA JONICA, E ROCCO MESSINA, DI
33 ANNI, DI ROSARNO. GIUSEPPE PIROMALLI (CHE NEI GIORNI
SCORSI, INSIEME AD ALTRE 43 PERSONE, E' STATO RINVIATO A
GIUDIZIO PER UNA SERIE DI OMICIDI) E', TRA L' ALTRO, RITENUTO
IL RESPONSABILE DELL' ASSASSINIO DEI FRATELLI ANTONINO E
DOMENICO FOTI, IL 21 AGOSTO DEL 1975. ROCCO GUERRISI E FEDELE
ANTONINO, SONO RITENUTI RESPONSABILI, INSIEME A GIUSEPPE
FACCHINERI (UCCISO NEL 1975) DELL' OMICIDIO DI RAFFAELE
ALBANESE E ANTONINO RASO E DEL TENTATIVO OMICIDIO DI GIUSEPPE
RASO, FATTI IL 27 GENNAIO DEL 1972 A TAURIANOVA.
MIU/MR
9-GIU-84 12:22 NNNN
19850102 01280
ZCZC251/0B
R CRO S0B QBXU
'NDRANGHETA: 117 RINVII A GIUDIZIO IN CALABRIA
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 2 GEN - IL GIUDICE
ISTRUTTORE DEL TRIBUNALE DI PALMI, ERNESTO MORICI, HA RINVIATO
A GIUDIZIO 117 PERSONE ACCUSATE DI AVERE FATTO PARTE DELLE
''COSCHE'' MAFIOSE OPERANTI NEL TERRITORIO DELLA PIANA DI GIOIA
TAURO. NELL'ORDINANZA DI RINVIO A GIUDIZIO AI 117 IMPUTATI SI
CONTESTANO RESPONSABILITA' IN 18 OMICIDI AVVENUTI NELLA PIANA
DI GIOIA TAURO NEGLI ULTIMI ANNI, IN QUATTRO SEQUESTRI DI
PERSONA, ED IN UNA LUNGA SERIE DI ESTORSIONI E DANNEGGIAMENTI
FATTI NEI CONFRONTI DI OPERATORI ECONOMICI E COMMERCIALI DELLA
PIANA DI GIOIA TAURO.
IN PARTICOLARE, I SEQUESTRI CUI FA RIFERIMENTO IL DOTT.
MORICI SONO QUELLI DI FRANCESCO NAPOLI, FIGLIO DELL' AVV.
FILIPPO, PRESIDENTE DELL' ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PALMI
(RAPITO IL 9 MAGGIO DEL 1975), DELL' EX SINDACO DI MELICUCCA'
(REGGIO CALABRIA), ALBERTO CAPUA, DEL PLI, (4 GIUGNO 1976),
POI ASSASSINATO INSIEME COL SUO AUTISTA, VINCENZO RANIERI; DEL
COMMERCIANTE VINCENZO CANNATA' (15 DICEMBRE 1975), E DELL'
INDUSTRIALE SALVATORE FAZZARI (25 SETTEMBRE 1977). I
SEQUESTRATI, AD ECCEZIONE DI ALBERTO CAPUA E DEL SUO AUTISTA,
VENNERO RILASCIATI DOPO IL PAGAMENTO DI UN RISCATTO DI
PARECCHIE CENTINAIA DI MILIONI DI LIRE. TRA LE PERSONE
RINVIATE A GIUDIZIO CI SONO I FRATELLI FRANCESCO E ROCCO
ALBANESE, DI 41 E 38 ANNI, ESPONENTI DEL ''CLAN'' MAFIOSO
IMPLICATO NELLA FAIDA DI CITTANOVA (REGGIO CALABRIA) CONTRO LA
FAMIGLIA DEI FACCHINERI. (SEGUE).
COR-DED/MR
2-GEN-85 17:40 NNNN
ZCZC252/0B
R CRO S0B QBXU
'NDRANGHETA: 117 RINVII A GIUDIZIO IN CALABRIA (2)
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 2 GEN - L' ELENCO DEI
RINVIATI A GIUDIZIO COMPRENDE ANCHE TEODORO CREA, DI 32 ANNI,
RITENUTO IL ''CAPO'' DELLA MAFIA DI RIZZICONI (REGGIO
CALABRIA); LUIGI FACCHINERI, DI 45 ANNI, IMPLICATO NELLA
''FAIDA'' CONTRO I RASO - ALBANESE E GIUSEPPE MANCUSO, DI 48
ANNI, UNO DEGLI ESPONENTI DI SPICCO DELLA MAFIA DI LIMBADI
(CATANZARO).
DEL GRUPPO DI PERSONE SULLE QUALI HA INDAGATO IL DOTT.
MORICI, 16 DOVRANNO RISPONDERE DI TRAFFICO DI SOSTANZE
STUPEFACENTI. TRA DI ESSE C' E' ANCHE MATTEO LOCOTETA, DI 37
ANNI, IL COMMERCIANTE DI TAURIANOVA (REGGIO CALABRIA) CHE
NELL' ESTATE SCORSA FECE LO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE
PER CONTESTARE LE ACCUSE FATTE NEI SUOI CONFRONTI DALL'
AUTORITA' GIUDIZIARIA.
GLI ELEMENTI DI ACCUSA CONTENUTI NELL' ORDINANZA DEL
MAGISTRATO DI PALMI SI FONDANO PRINCIPALMENTE SULLE
RIVELAZIONI FATTE AI CARABINIERI E ALL' AUTORITA' GIUDIZIARIA
DAL PENTITO DELLA 'NDRANGHETA PINO SCRIVA, IL MAFIOSO
ATTUALMENTE DETENUTO NEL CARCERE DI CATANZARO CHE CON LE SUE
DICHIARAZIONI HA CONSENTITO L' ARRESTO DI CENTINAIA DI
PERSONE.
COR-DED/MR
2-GEN-85 17:43 NNNN
Documento: 19850531 03530
ZCZC413/0B
R CRO S0B QBXU
MAFIA: SOLLEVATA QUESTIONE COSTITUZIONALITA' ART.416 BIS
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 31 MAG - L' AVV.MAURO
MELLINI, ESPONENTE DEL PARTITO RADICALE, HA SOLLEVATO OGGI
NELLA SUA QUALITA' DI DIFENSORE DI DOMENICO GIOVINAZZO, UN
PRESUNTO MAFIOSO IMPUTATO NEL PROCESSO CHE SI STA CELEBRANDO A
PALMI, IN CORTE D' ASSISE, AD 88 PERSONE ACCUSATE DI
APPARTENERE ALLA 'NDRANGHETA, LA QUESTIONE DI
COSTITUZIONALITA' DELL' ART.416 BIS DEL CODICE PENALE,
INTRODOTTO DALLA LEGGE ROGNONI-LA TORRE, CIRCA LA SUSSISTENZA
DEL REATO DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO.
SULLA RICHIESTA DI MELLINI LA CORTE D' ASSISE, PRESIEDUTA DAL
DOTT.SALVATORE BOEMI, SI E' RISERVATA DI DECIDERE NEI PROSSIMI
GIORNI. IL COLLEGIO DOVRA' STABILIRE SE TRASMETTERE GLI ATTI
DEL PROCESSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE, COME RICHIESTO DA
MELLINI, O SE PROSEGUIRE IL DIBATTIMENTO. L' ESPONENTE
RADICALE, NELL' INTERVENTO COL QUALE HA SOLLEVATO LA QUESTIONE
DI COSTITUZIONALITA' , HA DETTO CHE ''IL REATO DI
ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO, NELLA FORMA
ESPRESSIVA USATA DAL LEGISLATORE, IN NULLA SI DIFFERENZIA
RISPETTO ALL' ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE SEMPLICE
RISOLVENDOSI IN UN GIRO DI PAROLE E, QUINDI, IN UNA
FATTISPECIE PENALE APPARENTE'' . NEL CORSO DELL'UDIENZA DI
OGGI DEL PROCESSO UNO DEGLI IMPUTATI, FRANCESCO ALBANESE, DI
58 ANNI, ACCUSATO DI RESPONSABILITA' IN SEI OMICIDI, TRA CUI
QUELLO DELL' EX SINDACO DI MELICUCCA', L' AVV.ALBERTO CAPUA,
ASSASSINATO NEL 1979 DURANTE UN TENTATIVO DI SEQUESTRO, E'
STATO COLTO DA INFARTO E TRASFERITO D' URGENZA IN OSPEDALE.
COR-DED/SOR
31-MAG-85 20:40 NNNN
Documento: 19850527 02530
ZCZC371/0B
R CRO S0B QBXU
'NDRANGHETA: PROCESSO A PALMI CONTRO 88 PRESUNTI MAFIOSI
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 27 MAG - E' INIZIATO OGGI
A PALMI, IN UN' AULA APPOSITAMENTE PREDISPOSTA NELLA PALESTRA
DELL' ISTITUTO AGRARIO, IL PROCESSO CONTRO 88 PRESUNTI MAFIOSI
ACCUSATI IN BASE ALLE RIVELAZIONI FATTE DAL PENTITO PINO
SCRIVA E DA UNA COGNATA DI QUEST' ULTIMO, CARMELA SCANDINARO
DI 27 ANNI ENTRAMBI IMPUTATI NELLO STESSO PROCESSO. GLI 88
PRESUNTI MAFIOSI SONO ACCUSATI, TRA L' ALTRO, DI
RESPONSABILITA' IN 18 OMICIDI ACCADUTI NEGLI ULTIMI ANNI NELLA
ZONA DELLA PIANA DI GIOIA TAURO E DI CINQUE SEQUESTRI DI
PERSONA (QUELLI DEI COMMERCIANTI SALVATORE FAZZARI E VINCENZO
CANNATA', DEGLI AVVOCATI FRANCESCO NAPOLI ED ALBERTO CAPUA E
DELL' OPERATORE AGRICOLO FRANCESCO LUPPINO) FATTI NEGLI ANNI
NEGLI ANNI '70. ALCUNI IMPUTATI DEVONO ANCHE RISPONDERE DI
SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI E DI RICICLAGGIO DI DENARO
PROVENIENTE DAL RISCATTO DI SEQUESTRI.
NEL PROCESSO SONO IMPUTATI ALCUNI TRA I PIU' NOTI PRESUNTI
ESPONENTI DELLA 'NDRANGHETA TRA CUI GIUSEPPE PIROMALLI, DI 64
ANNI; SAVERIO MAMMOLITI (43); I FRATELLI FRANCESCO E ROCCO
ALBANESE DI 58 E 46 ANNI, IMPLICATI NELLA FAIDA CONTRO LA
FAMIGLIA RIVALE DEI SACCHINERI; GIUSEPPE AVIGNONE (47);
FRANCESCO MANCUSO (56), LATITANTE DA MOLTI ANNI; ANTONIO SENA
(44) PRESUNTO ''BOSS'' DELLA MALAVITA DI COSENZA, E FRANCESCO
MUTO (45) SOPRANNOMINATO ''IL RE DEL PESCE'' DI CETRARO
(COSENZA). (SEGUE).
COR-DED/GB
27-MAG-85 20:28 NNNN
ZCZC372/0B
R CRO S0B QBXU
'NDRAGHETA: PROCESSO A PALMI CONTRO 88 PRESUNTI MAFIOSI (2)
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 27 MAG - STAMANI LA
CORTE, PRESIEDUTA DAL DOTT. SALVATORE BOEMI, HA RESPINTO LE
ECCEZIONI FATTE DA ALCUNI DIFENSORI CHE AVEVANO CHIESTO LA
NULLITA' DEL DECRETO DI CITAZIONE ED HA STRALCIATO LA
POSIZIONE DI DUE IMPUTATI, LUIGI FACCHINERI, DI 38 ANNI, E LA
STESSA CARMELA SCANDINARO, DEI QUALI E' STATA ACCERTATA L'
IMPOSSIBILITA' A PRESENZIARE AL DIBATTIMENTO PER MOTIVI DI
SALUTE.
IL PROCESSO E' STATO POI RINVIATO A VENERDI' PROSSIMO.
COR-DED/SM
27-MAG-85 20:29 NNNN
Documento: 19850506 01570
ZCZC233/0B
R CRO S0B QBXU
N'DRANGHETA: CHIESTI 16 RINVII A GIUDIZIO PER OMICIDIO
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 6 MAG - IL SOSTITUTO
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DEL TRIBUNALE DI PALMI, CHILLEMI,
HA CHIESTO AL GIUDICE ISTRUTTORE MORICI IL RINVIO A GIUDIZIO
DI 16 PERSONE, ACCUSATE DI NOVE OMICIDI, FATTI NELLA ZONA
DELLA PIANA DI GIOIA TAURO FRA IL 1974 E IL 1975. LA RICHIESTA
DEL GIUDICE E' STATA FATTA DOPO LE INDAGINI NATE DALLE
RIVELAZIONI DEL ''PENTITO'' GIUSEPPE SCRIVA E RIGUARDA ALCUNI
PRESUNTI MAFIOSI, TUTTI DETENUTI E SOTTO PROCESSO PER ATTIVITA'
DI TIPO MAFIOSO NELLA ZONA DI GIOIA TAURO. I FRATELLI FILIPPO
E CARMINE GERACE E GIUSEPPE BELLOCCO SONO ACCUSATI DELL'
OMICIDIO DI MICHELANGELO MARCHESANO; TEODORO CREA E SAVERIO
MAMMOLITI DELL'OMICIDIO DI ANTONINO BARBARO.
GIUSEPPE AVIGNONE E DOMENICO GIOVINAZZO SONO ACCUSATI DI AVER
UCCISO BENITO CORICA E SUO FIGLIO ROCCO; UMBERTO BELLOCCO,
DEMETRIO MESSINA E CESARE LA ROSA DI AVER UCCISO GIUSEPPE
CAPPONE, UNO ZIO DI GIUSEPPE SCRIVA. GIUSEPPE FACCHINERI,
ROCCO GUERRISI E ANTONINO FEDELE SONO ACCUSATI DELL'OMICIDIO
DI RAFFAELE ALBANESE E DI SUO CUGINO ANTONINO RASO. GIUSEPPE
PIROMALLI, IL PRESUNTO CAPO DI UNA DELLE PIU' POTENTI COSCHE
MAFIOSE DELLA PIANA DI GIOIA TAURO, GIUSEPPE GALIANO E
ANTONINO PESCE, SONO ACCUSATI DELL'UCCISIONE DEI FRATELLI
ANTONINO E DOMENICO FOTI. NELL'AMBITO DELLA STESSA INCHIESTA
CHILLEMI HA CHIESTO ANCHE IL RINVIO A GIUDIZIO DI 13 PERSONE
PER REATI MINORI.
COR-IO/ROM
6-MAG-85 21:33 NNNN
Documento: 19860918 03630
ZCZC248/0B
R CRO S0B QBXB
MAFIA: PROCESSO MESSINA
(ANSA) - MESSINA, 18 SET - BREVE UDIENZA STAMANI AL
PROCESSO ALLA MAFIA DI MESSINA CHE SI CELEBRA NELL' AULA
BUNKER DI MASSIMA SICUREZZA ANNESSA AL CARCERE DI GAZZI. SONO
STATI ASCOLTATI ALCUNI INVESTIGATORI E L' UDIENZA E' STATA
RINVIATA A DOMANI QUANDO SUL PRETORIO SALIRANNO ALCUNI
PENTITI. NON CI SARA' PERO' GIUSEPPE INSOLITO, CHE CON LE SUE
DICHIARAZIONI HA CONTRIBUITO ALLA ISTRUZIONE DEL PROCESSO.
DOPO L' ATTENTATO SUBITO IERI DAL PADRE, SALVATORE, I GIUDICI
DEL TRIBUNALE HANNO RITENUTO DI RINVIARE IL SUO
INTERROGATORIO. VERRA' INVECE ASCOLTATO GIUSEPPE SCRIVA, DETTO
PINO, 40 ANNI, PERSONAGGIO DI SPICCO DELLA 'NDRANGHETA
CALABRESE, IN PARTICOLARE DELLA ZONA DI ROSARNO, NOTO PER LE
EVASIONI DAL CARCERE DI PALMI, MESSINA E REBIBBIA. NEL 1982
INVIO' UNA LETTERA AL CAPITANO DEI CARABINIERI GILBERTO
MURGIA ANNUNCIANDO LA SUA DECISIONE DI COLLABORARE CON LA
GIUSTIZIA. DALLE DICHIARAZIONI DI PINO SCRIVA HANNO PRESO LE
MOSSE LE INDAGINI CHE HANNO POI PROVOCATO IL PROCESSO ALLA
MAFIA DELLE TRE PROVINCE CALABRESI E QUELLO ALLA COSCA DI
''DON'' PEPPINO PIROMALLI CHE, IN APPELLO, HA RICEVUTO CINQUE
ERGASTOLI. PIROMALLI NEI GIORNI SCORSI HA ADERITO AL PARTITO
RADICALE. SCRIVA AL SOSTITUTO PROCURATORE ROCCO SISCI
DICHIARO' CHE LE ORGANIZZAZIONI MESSINESI ERANO COLLEGATE ALLA
'NDRANGHETA CALABRESE E LE FORNIVANO APPOGGIO E AIUTI. (ANSA).
COR-GAL/MC
18-SET-86 18:10 NNNN
Documento: 19870226 03690
ZCZC286/0B
R CRO S0B QBXB
OMICIDIO DIRIGENTE PCI IN CALABRIA: PROSCIOLTI IMPUTATI
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 26 FEB - IL GIUDICE
ISTRUTTORE DEL TRIBUNALE DI PALMI , ANTONINO SPATARO, HA
PROSCIOLTO CON FORMULA PIENA I CINQUE PRESUNTI MAFIOSI ACCUSATI DI
ESSERE I MANDANTI DELL' OMICIDIO DEL SEGRETARIO DELLA SEZIONE DI
ROSARNO (REGGIO CALABRIA) DEL PCI, GIUSEPPE VALARIOTI, DI 27 ANNI,
UCCISO IN UN AGGUATO LA SERA DEL 10 GIUGNO DEL 1980. LE PERSONE
ACCUSATE DELL' OMICIDIO ERANO I PRESUNTI ''BOSS'' GIUSEPPE
PIROMALLI , DI 65 ANNI, E GIUSEPPE PESCE , (63), IL FIGLIO DI
QUEST' ULTIMO, ANTONINO (34), SANTE PISANI, (39) E MICHELE LA ROSA
(32). L' ACCUSA CONTRO I CINQUE, CHE RESTANO COMUNQUE DETENUTI PER
ALTRA CAUSA, SI BASAVA SULLE CONFESSIONI DEL PENTITO DELL'
'NDRANGHETA PINO SCRIVA, IL QUALE AVEVA RIFERITO DI AVERE RACCOLTO
LE RIVELAZIONI SULL' OMICIDIO VALARIOTI DIRETTAMENTE DA GIUSEPPE
PESCE NEL CARCERE DI REGGIO CALABRIA. IL PROCURATORE DELLA
REPUBBLICA DI PALMI, GIUSEPPE TUCCIO, AVEVA CHIESTO IL
PROSCIOGLIMENTO DEI CINQUE IMPUTATI CON FORMULA DUBITATIVA.
GIUSEPPE E ANTONINO PESCE ERANO GIA STATI ASSOLTI CON FORMULA
PIENA DALL' ACCUSA DI AVER UCCISO VALARIOTI A CONCLUSIONE DEL
PRIMO PROCESSO SULLA VICENDA, SVOLTOSI NEL 1982. VALARIOTI VENNE
ASSASSINATO A SAN FERDINANDO (REGGIO CALABRIA) MENTRE, IN
COMPAGNIA DI ALCUNI AMICI , USCIVA DA UN RISTORANTE.
SECONDO QUANTO VENNE RIFERITO DAGLI INVESTIGATORI, AD ORDINARE L'
UCCISIONE DEL DIRIGENTE COMUNISTA SAREBBERO STATI ELEMENTI DELLA
'NDRANGHETA DANNEGGIATI DALL' INTERESSE DI VALARIOTI ALLA GESTIONE
DI ALCUNE COOPERATIVE AGRUMARIE DELLA PIANA DI GIOIA TAURO.(ANSA).
COR-DED/FRZ
26-FEB-87 17:09 NNNN
Documento: 19870722 00980
ZCZC361/0A
R POL S0A QBXB
INTERROGAZIONE RADICALE SU FIGLIO GIANNI MELLUSO
(ANSA) - ROMA, 22 LUG - UNA INTERROGAZIONE AL MINISTRO DI
GRAZIA E GIUSTIZIA E' STATA PRESENTATA DA UN GRUPPO DI
DEPUTATI RADICALI (MAURO MELLINI, EMILIO VESCE, ADELAIDE
AGLIETTA, FRANCESCO RUTELLI, ILONA STALLER) ''PER CONOSCERE
QUALE SIA LA DATA DI NASCITA DEL FIGLIO DEL DETENUTO GIANNI
MELLUSO, DETTO 'GIANNI IL BELLO', FIGLIO DI CUI QUESTI PARLA
IN UNA ISTANZA DIRETTA AD OTTENERE UNA LICENZA, E QUINDI QUALE
SIA L' EPOCA PRESUMIBILE DEL CONCEPIMENTO, AVVENUTO
SICURAMENTE MENTRE IL MELLUSO STESSO ERA DETENUTO, O TALE
FIGURAVA SECONDO GLI ATTI PROCESSUALI, SENZA CHE UFFICIALMENTE
FIGURASSERO LICENZE A LUI CONCESSE''. NELL' INTERROGAZIONE SI
CHIEDE INOLTRE DI CONOSCERE LE CONDIZIONI DI DETENZIONE DI
GIANNI MELLUSO E DI SAPERE ''SE IL MINISTRO INTENDA DISPORRE
INDAGINI ALLO SCOPO DI STABILIRE IN QUALE ISTITUTO DI
DETENZIONE DEBBA PRESUMERSI ESSERE INTERVENUTO IL CONCEPIMENTO
O SE DEBBA RITENERSI CHE IL MELLUSO HA POTUTO FRUIRE DI
'LIBERE USCITE' DAL CARCERE E CHI DEBBA CONSIDERARSI
RESPONSABILE DI TALI ELARGIZIONI''. I PARLAMENTARI RADICALI
CHIEDONO ANCHE DI SAPERE ''SE POSSA STABILIRSI, UNA VOLTA
INDIVIDUATI I TEMPI IN CUI MELLUSO EBBE A GODERE DEI PRIVILEGI
IN QUESTIONE, SE VI SIA COINCIDENZA CON PARTICOLARI
PRESTAZIONI DI COSIDDETTA COLLABORAZIONE ALLA GIUSTIZIA NELLE
FASI DEI VARI PROCESSI NAPOLETANI''. NELL' INTERROGAZIONE SI
CHIEDE INFINE QUANTI SIANO I FIGLI CONCEPITI DURANTE LA
DETENZIONE DAL ''PENTITO'' GIUSEPPE SCRIVA. (ANSA).
CRA/MM
22-LUG-87 18:55 NNNN
ZCZC392/0B
R CRO S0B QBXB
INTERROGAZIONE RADICALE SU FIGLIO GIANNI MELLUSO (2)
(ANSA) - NAPOLI, 22 LUG - LA NOTIZIA DELLA PATERNITA' DI
GIANNI MELLUSO SI E' APPRESA ALLORCHE' IL DETENUTO HA PRESENTATO
UNA RICHIESTA DI LICENZA SPECIALE PER UNIRSI ANCHE CON RITO
RELIGIOSO ALLA MOGLIE RAFFAELLA PECORARO, GIUSTIFICANDOLA CON LA
NECESSITA' DI ''RISPETTARE IL PROPRIO FIGLIO''. GIANNI ''IL
BELLO'' SI ERA INFATTI SPOSATO SOLTANTO CON RITO CIVILE A
CAMPOBASSO IL 10 SETTEMBRE DI DUE ANNI FA NELLA SALA LETTURA DEL
CARCERE LOCALE. NEL PERIODO DELLA DETENZIONE, MELLUSO NON HA MAI
USUFRUITO DI LICENZA, MA PRIMA E DURANTE IL PROCESSO DI PRIMO
GRADO OLTRE CHE IN CARCERE HA SOGGIORNATO PER LUNGHI PERIODI
IN CASERMA DEI CARABINIERI E DELLA POLIZIA A NAPOLI. POCHI
POCHI GIORNI FA GIANNI''IL BELLO'', CHE E' ATTUALMENTE
DETENUTO NELLE CARCERI DI ARIANO IRPINO, HA INDIRIZZATO UNA
LETTERA AL MINISTRO DEGLI INTERNI NELLA QUALE SI LAMENTAVA PER
LE CONDIZIONI IN CUI E' DETENUTO E IL PERICOLO COSTANTE DEI
PROPRI FAMILIARI, CONTINUAMENTE - SCRIVEVA - MINACCIATI DI
MORTE. AFFERMAVA POI CHE IN FUTURO SI SAREBBE RIFIUTATO DI
TESTIMONIARE NEI PROCESSI DI CAMORRA IN CUI E' STATO CITATO
COME TESTE. GIANNI MELLUSO E' STATO UNO DEI PRINCIPALI
ACCUSATORI AL PROCESSO DI NAPOLI CONTRO LA ''NCO''. (ANSA).
GL/BL
22-LUG-87 21:13 NNNN
Documento: 19880315 04380
ZCZC288/0B
R CRO S0B QBXB
PROCESSO OMICIDIO FERLAINO: LA SENTENZA
(ANSA) - NAPOLI, 15 MAR - CON DUE ASSOLUZIONI PER
INSUFFICIENZA DI PROVE SI E' CONCLUSO OGGI DAVANTI AI GIUDICI
DELLA QUINTA SEZIONE DELLA CORTE D'ASSISE (PRESIDENTE SCORDO,
GIUDICE A LATERE ROSSETTI, PUBBLICO MINISTERO DEMMA) IL PROCESSO
PER L'OMICIDIO DELL'AVVOCATO DELLO STATO FRANCESCO FERLAINO,
AVVENUTO A LAMETIA TERME IL 3 LUGLIO 1975. PER GLI IMPUTATI
ANTONIO GIACOBBE, DI 68 ANNI, DI REGGIO CALABRIA E GIUSEPPE
SCRIVA, DI 42 ANNI, DI ROSARNO, -DIFESI DAGLI AVVOCATI ENZO
RINCOLA, PAOLO RUBINO E FERNANDO RUSSO - IL PUBBLICO MINISTERO
AVEVA CHIESTO L'ASSOLUZIONE CON FORMULA DUBITATIVA. IL PROCESSO
CHE NEGLI ANNI SCORSI SI ERA GIA' CELEBRATO NEI DUE GRADI, ERA
STATO ISTRUITO DI NUOVO DOPO LE CHIAMATE DI CORREITA' FATTE
DALL'IMPUTATO SCRIVA, CHE SUCCESSIVAMENTE NEL CORSO DEL
DIBATTIMENTO HA RITRATTATO LE ACCUSE. (ANSA).
XLA/BL
15-MAR-88 17:07 NNNN
19910126 02700
ZCZC248/0B
R CRO S0B QBXB
CRIMINALITA' ORGANIZZATA: PRESUNTO BOSS ARRESTATO IN CALABRIA
(ANSA) - ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 26 GEN - Un presunto boss
della 'ndrangheta, Giuseppe Pesce, di 68 anni, latitante dal
1983 e ritenuto il capo dell' omonima cosca mafiosa di Rosarno,
e' stato arrestato la scorsa notte dai carabinieri,dopo alcuni
mesi di indagini. Pesce si nascondeva, a Rosarno, nell'
abitazione del cognato, Enrico Punturiero, di 61 anni, che e'
stato arrestato con l' accusa di favoreggiamento. Il presunto
boss mafioso, nel momento dell' irruzione dei carabinieri,
dormiva e non ha opposto resistenza all' arresto. Pesce,
inoltre, non aveva armi.
Pesce era colpito da undici provvedimenti restrittivi per
numerosi omicidi, sequestro di persona, associazione per
delinquere di tipo mafioso ed altri reati. La sua cosca, secondo
gli investigatori, controlla le attitiva' illecite nella zona di
Rosarno con diramazioni anche in altri comuni della piana di
Goia Tauro.(ANSA).
DED/DL
26-GEN-91 08:08 NNNN
ZCZC269/0B
R CRO S0B S45 QBXU
CRIMINALITA' ORGANIZZATA:PRESUNTO BOSS ARRESTATO IN CALABRIA(2)
(ANSA) - ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 26 GEN - L' arresto di
Pesce e' stato eseguito alle 2, 30 di oggi nell' abitazione
della sorella, Costanza Pesce. Dieci carabinieri sono entrati
in casa, in uno stabile a due piani in via Messina, nel rione
''Corea'', bloccando il latitante nel letto dove dormiva.
Nel rione ''Corea'' abitano quasi tutti i parenti del presunto
boss. Circa 90 carabinieri hanno eseguito nel corso della notte
e fino alle prime luci dell' alba una serie di perquisizioni e
di controlli in altre abitazioni. Pesce e' stato portato, subito
dopo l' arresto, nel carcere di massima sicurezza di Palmi. Alla
cattura del latitante hanno preso parte carabinieri della
compagnia di Gioia Tauro, del reparto operativo del gruppo di
Reggio Calabria, della sezione anticrimine di Catanzaro e del
raggruppamento operativo speciale di Roma.
Da alcuni mesi - secondo quanto ha precisato il comandante
dei carabinieri di Gioia Tauro - erano in corso indagini
mirate per cercare di arrestare Pesce. Particolare cura e' stata
messa nel controllo del rione ''Corea'', considerato il
''regno'' della cosca Pesce. Circa i provvedimenti restrittivi
emessi, a partire dal 1983 contro il presunto boss, i
carabinieri hanno reso noto che si tratta di ordini e mandati
di cattura della Procura e del Tribunale di Palmi e della
Procura di Vibo Valentia. Sette mandati di cattura sono per
omicidio e tre per associazione per delinquere di tipo
mafioso. (ANSA).
VF
26-GEN-91 09:30 NNNN
ZCZC544/0B
R CRO S0B S45 QBXU
CRIMINALITA' ORGANIZZATA:PRESUNTO BOSS ARRESTATO IN CALABRIA(3)
(ANSA) - ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 26 GEN - Secondo quanto
reso noto dal legale di fiducia di Pesce, avv. Marco Masseo, il
presunto boss di Rosarno e' stato ricoverato nell' infermeria
del carcere di massima sicurezza di Palmi. Durante il periodo
della latitanza, Pesce sarebbe stato operato due volte per un
tumore e la cartella clinica della seconda operazione e' stata
trovata stamattina in tasca a Pesce quando e' stato arrestato.
Gli avvocati di Pesce chiederanno nei prossimi giorni gli
arresti ospedalieri o domiciliari. In riferimento agli ordini e
mandati di cattura emessi contro Pesce, l' avv. Masseo ha
precisato che la Corte di Cassazione, con tre sentenze, fra il
luglio '89 e l' aprile '90, ha annullato tre provvedimenti delle
autorita' giudiziarie, uno dei quali scaturito dalle
dichiarazioni di un ''pentito'', Salvatore Marasco, in cui si
indicava Pesce come mandante di tutti gli omicidi commessi a
Rosarno negli ultimi anni. Sulle dichiarazioni di Marasco il
giudice istruttore di Palmi, Giuseppina Latella, successivamente
alla decisione della Suprema Corte ed in base a nuove perizie,
ha emesso nel luglio '90, un nuovo mandato di cattura
limitatamente a tre omicidi. Su questo nuovo mandato di cattura
i legali di Pesce hanno proposto ricorso per Cassazione, la cui
decisione e' prevista per il prossimo otto febbraio. Negli anni
scorsi Pesce era stato accusato e poi assolto dall' accusa di
essere il mandante dell' omicidio del segretario Pci di Rosarno,
Giuseppe Valarioti.(ANSA)
VF
26-GEN-91 17:55 NNNN
'NDRANGHETA: MORTO GIUSEPPE PESCE, PRESUNTO BOSS DI ROSARNO
(ANSA) - ROSARNO (GIOIA TAURO), 29 MAG - E' morto ieri sera,
nell' ospedale ''Regina Margherita'' di Messina, dove era
ricoverato dal gennaio scorso, Giuseppe Pesce, di 68 anni,
ritenuto il capo dell' omonima cosca di Rosarno, una delle piu'
potenti e temute della 'ndrangheta. Pesce, da tempo, era affetto
da un tumore e quando, nei primi mesi dello scorso anno, era
stato arrestato dai carabinieri dopo otto anni di latitanza,
aveva ottenuto gli arresti domiciliari. Il beneficio gli era
pero' stato revocato dopo qualche tempo. L' aggravarsi delle sue
condizioni ne avevano infatti imposto il ricovero nell' ospedale
messinese, dove era costantemente piantonato. I funerali si
svolgeranno domani pomeriggio a Rosarno. Giuseppe Pesce era
considerato uno dei personaggi carismatici della 'ndrangheta,
capo indiscusso della sua cosca ed al centro di importanti
inchieste da parte della magistratura calabrese (nel momento
dell' arresto gli furono notificati undici provvedimenti
restrittivi emessi dai giudici di Palmi e Vibo Valentia).
La cosca Pesce, inoltre, viene ritenuta al centro dell'
intreccio tra politica, affari e criminalita' mafiosa che, nel
dicembre dello scorso anno ha portato, nella piana di Gioia
Tauro, all' arresto di una settantina di persone, all'
incriminazione di personaggi politici regionali ed alla
richiesta di autorizzazione a procedere (poi respinta dalla
Giunta del Parlamento) a carico di esponenti del Psi. (SEGUE).
COR-MIU
29-MAG-92 11:18 NNNN
ZCZC137/0B
R CRO S0B S41 QBXU
'NDRANGHETA: MORTO GIUSEPPE PESCE, PRESUNTO BOSS DI ROSARNO (2)
(ANSA) - ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 29 MAG - Tra le accuse
formulate contro di lui anche quella di essere stato il mandante
dell' uccisione di Giuseppe Valerioti, esponente rosarnese del
Partito comunista, assassinato in un agguato nel 1979. Dall'
accusa Pesce fu prosciolto in sede istruttoria. I magistrati di
Palmi lo sospettarono anche d' avere deciso l' uccisione
di un suo stretto collaboratore, Giuseppe Dromi', ucciso
da un killer, nell' estate del 1984, mentre stava prendendo il
sole, sulla spiaggia di San Ferdinando. (ANSA).
COR-MIU
29-MAG-92 11:24 NNNN
Documento: 19931202 06150
ZCZC354/0B
U CRO S0B S41 QBXU
'NDRANGHETA: PROCESSO PALMI; PM CHIEDE 17 ERGASTOLI
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 2 DIC - Condanne per
complessivi 17 ergastoli e 568 anni di reclusione sono state
chieste dal Pm, Gaetano Cau, nella requisitoria al processo alla
''mafia delle tre Province'', in corso a Palmi, contro 96
persone ritenuti appartenenti alla 'ndrangheta. Le accuse
principali sono per i reati di associazione per delinquere di
stampo mafioso, 24 omicidi, estorsioni, riciclaggio. Per il
pentito Pino Scriva sono stati richiesti 24 anni di reclusione.
Le richieste piu' elevate sono quelle di ergastolo per Filippo e
Carmine Gerace, di Gioia Tauro, e Giuseppe Bellocco, di Rosarno
(per un duplice omicidio); per Antonino Fedele, di Rizziconi
(duplice omicidio); per Francesco Varone, di Maropati
(omicidio); per Rocco Albanese, di Cittanova (omicidio); per
Francesco Albanese e Tommaso Cosentino (omicidio); per Carmelo e
Camillo Burzi' (duplice omicidio); per Giuseppe Avignone di
Taurianova (omicidio); per i cugini Filippo e Carmine Gerace di
Gioia Tauro e Giuseppe Bellocco di Rosarno (omicidio); per
Antonino Pesce, Francesco de Marte e Antonino Fameli tutti di
Rosarno (omicidio). Per 63 degli imputati - tra i quali Giuseppe
Piromalli, Antonio Mancuso, Giuseppe Cataldo, Vincenzo Macri',
Antonio Sena, Francesco Muto, Francesco Pino, Teodoro Crea,
Saverio Mammoliti e lo stesso pentito Giuseppe Scriva - e' stata
chiesta la condanna a sei anni di reclusione ciascuno per
associazione di stampo mafioso. (ANSA).
COR-VF/MAR
2-DIC-93 17:42 NNNN
19940226 02700
ZCZC0396/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
PROCESSO A MAFIA TRE PROVINCE: SENTENZA
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 26 FEB - Si e' concluso,
dopo quattro anni di trattazione, il processo alla ''mafia delle
tre province'' a carico di 97 persone accusate di fare parte di
cosche operanti su tutto il territorio calabrese ed imputate, a
vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso,20
omicidi, quattro sequestri di persona, tentativi d' omicidio,
traffici di droga ed estorsioni. La corte d' Assise di Palmi,
presieduta dal dott. Giacomo Foti, dopo otto giorni di camera di
consiglio, ha emesso undici condanne all' ergastolo e pene
complessive per 460 anni di reclusione. Tra i condannati anche
il ''pentito'' Giuseppe Scriva. Dovra' scontare una pena
complessiva di 31 anni di reclusione e, tra l' altro, ritenuto
responsabile di un duplice omicidio e di due tentativi omicidio,
dei quali si era accusato.
Gli ergastoli sono stati inflitti a Francesco e Rocco
Albanese (ritenuti responsabili dell' uccisione di Marcello
Marvaso); Giuseppe Avignone (per l' omicidio del boss di
Taurianova Domenico Monteleone); Francesco Albanese e Tommaso
Cosentino (per l' assassinio di Giorgio Varone); i cugini
Filippo e Carmine Gerace (per l' omicidio di Michelangelo
Marchesano); Antonino Fedele (per il duplice omicidio di
Raffaele Albanese e Antonino Raso); Antonino Fameli, Antonino
Pesce e Giuseppe De Marte. (SEGUE).
COR-MIU/MED
26-FEB-94 14:19 NNNN
ZCZC0475/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
PROCESSO A MAFIA TRE PROVINCE: SENTENZA (2)
(ANSA) PALMI (REGGIO CALABRIA), 26 FEB - Per il sequestro
dell' imprenditore Vincenzo Cannata', di Taurianova, sono stati
inflitti 20 anni ciascuno a Michele Facchineri, Vincenzo
Facchineri e Salvatore Monteleone. Tra le persone assolte i
presunti boss Giuseppe Piromalli e Saverio Mammoliti. Gli
imputati condannati per associazione a delinquere di tipo
mafioso sono stati 17. (ANSA).
COR-MIU/MED
26-FEB-94 14:19 NNNN
ZCZC0477/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
PROCESSO A MAFIA TRE PROVINCE: SENTENZA (3)
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 26 FEB - Successivamente si
e' appreso che le condanne all' ergastolo sono state tredici e
non undici come in un primo tempo si era appreso. Per due degli
undici imputati condannati al carcere a vita, infatti, la Corte
d' assise di Palmi ha inflitto due ergastoli. Si tratta dei
cugini Filippo e Carmine Gerace. (ANSA).
COR-SGH
26-FEB-94 16:03 NNNN
Documento: 19940607 06700
ZCZC0098/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
UCCISO IMPRESARIO POMPE FUNEBRI IN CALABRIA
(ANSA) - SEMINARA (REGGIO CALABRIA), 7 GIU - Il titolare di
un' impresa di pompe funebri, Pietro Antonio Borgia, di 62 anni,
e' stato assassinato stamattina a Seminara, un centro della
piana di Gioia Tauro. Borgia, secondo le prime indagini dei
carabinieri, e' stato ucciso con sette colpi di pistola
sparatigli al viso. L' uomo era incensurato e risiedeva a
Melicucca', un centro non distante da Seminara. (ANSA).
VF
07-GIU-94 10:27 NNNN
ZCZC0539/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
UCCISO IMPRESARIO POMPE FUNEBRI IN CALABRIA (2)
(ANSA) - SEMINARA (REGGIO CALABRIA), 7 GIU - Antonino Borgia
in passato e' stato vicino alla famiglia Capua ed e' stato
colono dell' on. Antonio Capua, liberale ex sottosegratario di
Stato e sindaco del comune di Melicucca che negli anni '60 aveva
subito un attentato mafioso sulla strada che da Gallico porta a
Gambarie. Inoltre si e' occupato dei poderi appartenenti all'
avv. Alberto Capua, assassinato assieme all' autista Francesco
Ranieri negli anni '70 a seguito di un tentativo di sequestro
operato alla periferia di Melicucca. Le indagini seguono ora la
pista che porta ai clan mafiosi della zona. (ANSA).
COR-VF
07-GIU-94 16:32 NNNN
Documento: 19940813 00126
ZCZC0072/CAR
R CRO S0B S41 QBXU
IMPRENDITORE AGRICOLO UCCISO IN CALABRIA
(ANSA) - CANDIDONI (REGGIO CALABRIA), 13 AGO - Un
imprenditore agricolo, Michele La Rosa, di 57 anni, e' stato
ucciso oggi, a Candidoni, un centro della piana di Gioia Tauro,
da due sconosciuti che, per coprirsi la fuga, hanno sparato un
colpo di pistola - andato a vuoto - contro un figlio della
vittima ed alcuni dipendenti. Michele La Rosa, colpito al volto
ed alla testa da alcuni proiettili di pistola sparati da breve
distanza, e' morto poco dopo il ricovero nell' ospedale di
Polistena. Sull' omicidio di La Rosa - che era incensurato stanno indagando gli investigatori della squadra Mobile e del
commissariato di Gioia Tauro della Polizia di Stato che stanno
valutando soprattutto il modo con cui hanno agito i due
assassini. L' omicidio e' avvenuto in contrada Fabiana di
Candidoni, in un momento in cui La Rosa, il figlio Antonio, di
17 anni, ed alcuni braccianti stavano lavorando in un podere.
Mentre La Rosa si trovava a qualche centinaio di metri dal
figlio e dai dipendenti, sono arrivate, a bordo di una
motocicletta, due persone, che avevano il volto coperto.
Gli sconosciuti, senza rallentare, hanno proseguito lungo una
stradina sterrata, che corre lungo i terreni di proprieta' di La
Rosa. (SEGUE).
MIU
13-AGO-94 20:07 NNNN
ZCZC0073/CAR
R CRO S0B S41 QBXU
IMPRENDITORE AGRICOLO UCCISO IN CALABRIA (2)
(ANSA) - CANDIDONI (REGGIO CALABRIA), 13 AGO - Dopo qualche
istante Antonio La Rosa ed i braccianti hanno sentito delle
detonazioni. Quando hanno cercato di raggiungere a piedi il
luogo da dove avevano sentito provenire le detonazioni hanno
visto tornare, a velocita' sostenuta, i due sconosciuti, i
quali, probabilmente per coprirsi la fuga, hanno sparato un
colpo di pistola, che ha sfiorato uno dei dipendenti di la Rosa,
Giuseppe Marcellino, di 25 anni. Il bracciante e' riuscito ad
evitare il proiettile gettandosi in terra quando ha visto uno
degli assassini rivolgere contro di lui l' arma. (ANSA).
Documento: 19950711 04200
ZCZC0128/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
CRIMINALITA': SCOPERTO RIFUGIO PER LATITANTI IN CALABRIA
(ANSA) - LIMBADI (VIBO VALENTIA), 11 LUG - I carabinieri
hanno trovato in localita' ''Stagliati'' di Limbadi, nel
Vibonese, un rifugio utilizzato presumibilmente da latitanti.
Il rifugio era stato ricavato in un piccolo locale costruito
ad alcuni metri di profondita' ed il cui ingresso era stato
mimetizzato con fogliame. All' interno del rifugio i carabinieri
hanno trovato due letti a castello, due bidoni per l' acqua ed
una batteria per automobile che serviva per l' illuminazione del
locale.
Il nascondiglio, secondo quanto e' emerso dalle indagini dei
carabinieri, era stato ricavato all' insaputa della proprietaria
del terreno, Francesca Caracciolo, di 46 anni, bracciante
agricola. Il marito della donna, Michele La Rosa, nell' agosto
dello scorso anno e' stato ucciso in un agguato. (ANSA).
F06-DED
11-LUG-95 12:23 NNNN
Documento: 19960117 06430
ZCZC0266/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
PROCESSO MANCINI: DEPOSIZIONE IMPUTATO
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 17 GEN - E' iniziata
stamattina, davanti ai giudici del Tribunale di Palmi, la
deposizione di Giacomo Mancini, accusato di concorso in
associazione mafiosa. Prima che l' ex segretario nazionale del
Psi iniziasse a parlare, il Tribunale, su richiesta del pm,
Giuseppe Verzera, ha disposto l' audizione di Francesco
Iaquinta, un impiegato del Comune di Cosenza, ed ha ascoltato
una testimone, Rosa Albarelli, madre di Massimiliano Granato,
candidato a sindaco nelle ultime elezioni comunali.
Mancini, rispondendo alle domande di uno dei suoi legali,
Tommaso Sorrentino, ha ripercorso la sua attivita' politica, fin
dall' ingresso nel Psi, nel 1943. ''Ho sempre fatto politica ha detto - pensando alla Calabria, anche quando ho ricoperto l'
incarico di segretario nazionale del Psi o quello di ministro
della Sanita' o dei Lavori pubblici''. Mancini ha poi ricordato
il suo impegno nella lotta alla mafia. ''Nel 1977 - ha detto quale ministro dei Lavori pubblici, sono stato nella Valle dei
Templi, ad Agrigento, per bloccare gli speculatori. Per questo
motivo sono stato minacciato e fu organizzata una serrata contro
di me. Poi parlai in piazza per chiarire la situazione.
Presentai anche una legge urbanistica, che fu approvata solo in
parte dal Parlamento''. Al legale che gli ha chiesto se col suo
comportamento avesse disturbato i mafiosi, Mancini ha risposto
''questo lo devono dire gli altri''. (SEGUE).
COR-SGH/FL
17-GEN-96 15:05 NNNN
ZCZC0269/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
PROCESSO MANCINI: DEPOSIZIONE IMPUTATO (2)
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 17 GEN - Mancini ha quindi
difeso la costruzione dell' autostrada Salerno-Reggio Calabria
(''che il Governo voleva bloccare''), perche' ''serviva per lo
sviluppo della Calabria'', cosi' come il porto di Gioia Tauro,
negando di averne voluto la realizzazione per sostenere la
mafia. ''La lotta alla criminalita' - ha detto - deve passare da
una intensa attivita' delle forze dell' ordine e dei magistrati.
In quel periodo c' era la cosiddetta mafia di campagna che solo
dopo ha cominciato ad occuparsi di appalti''. Quindi ha parlato
dei moti di Reggio Calabria, sostenendo che fu grazie al
questore, Emilio Santillo, che fu evitata una strage, e che il
sindaco di allora, Piero Battaglia, ''e' stato un grande
difensore di Reggio. Se pero' i potenti non avessero aderito la
rivolta sarebbe finita prima. Anche la Chiesa ha avuto le sue
responsabilita' e cosi' pure un procuratore della Repubblica che
allora tacque. Gli amici dei De Stefano non osteggiarono la
rivolta''. Mancini ha poi detto che ''se tutti gli organi dello
Stato funzionassero, le cose andrebbero meglio''. Parlando del
collaboratore di giustizia Giuseppe Scriva, il sindaco sospeso
di Cosenza ha detto di averlo conosciuto, di nome, tramite l'
avv. Gullo che e' stato suo difensore. ''E' un grande mascalzone
- ha detto - un grande bugiardo. Vorrei sapere perche' sono
indagato. Mi credo un sospettato insospettabile''. L'
interrogatorio prosegue nel pomeriggio. (SEGUE).
COR-SGH/FL
17-GEN-96 15:08 NNNN
ZCZC0645/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 17 GEN - Nel pomeriggio l'
audizione di Mancini e' ripresa con le domande del Pm. Il
magistrato ha chiesto a Mancini se ricordava l' incontro avuto
nell' aeroporto di Lamezia Terme con il collaboratore Scriva.
Mancini ha risposto che Scriva gli fece dei gesti da lontano e
quindi si avvicino' e si presento'. L' ex segretario del Psi ha
poi aggiunto di aver conosciuto solo di nome i Piromalli. ''Non
ho avuto rapporti di alcun genere - ha detto - con la mafia''.
Mancini, quindi, parlando dei rapporti con l' ex presidente
delle Ferrovie, Lodovico Ligato, ucciso nell' agosto dell' 89,
ha detto di averlo incontrato nell' estate di quell' anno ed ha
smentito l' affermazione secondo la quale Ligato gli aveva
chiesto un intervento per sollecitare il consigliere regionale
Palamara''. Rispondendo al Pm circa la sua attivita' nella
Commissione parlamentare antimafia, Mancini ha risposto: ''Ci
siamo mossi. Siamo stati a Palmi e a Reggio Calabria, dove
abbiamo incontrato il sindaco dell' epoca, Luigi Aliquo'. E'
molto strano - ha aggiunto Mancini : gli enti dello Stato,
invece di applicare la legge, agevolarono la mafia. Intervenni
anche in occasione dell' omicidio del vicesindaco di Fiumara di
Muro per sollecitare inchieste a carico di Antonino Imerti''.
Mancini ha poi parlato del tentativo di sequestro fatto nel
gennaio del '90 a Luino (Varese) da quattro giovani calabresi
che furono uccisi in una sparatoria con i carabinieri. (SEGUE).
COR-SGH/MED
17-GEN-96 20:47 NNNN
ZCZC0646/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 17 GEN - ''Strano tentativo
di sequestro, quello - ha detto Mancini - e lo dissi anche in
Parlamento. In quella occasione ricordo che andai a parlare col
questore di Reggio Calabria e gli contestai di aver impedito il
corteo funebre durante i funerali. Ci fu anche un' assemblea
aperta a San Luca nel corso della quale dissi che il divieto era
stato un fatto gravissimo perche' non erano stati rispettati i
morti''. A Mancini sono state poi rivolte domande in merito ad
alcune persone coinvolte nell' inchiesta condotta dalla Dda di
Catanzaro su mafia e politica a Cosenza nell' ambito della quale
e' indagato lo stesso ex segretario del Psi, negando di avere
avuto con loro qualsiasi tipo di rapporto. ''Come componente la
Commissione antimafia - ha aggiunto - ho fatto molti interventi.
Ritengo che siano stati importanti''. Mancini ha poi affermato
di non aver mai avuto rapporti con cosche e di non aver fatto
assegnazioni di lavori o appalti per intercessione di altri e di
non conoscere i Mammoliti. Il presidente, quindi, gli ha chiesto
il motivo della sua vittoria nelle elezioni a sindaco di
Cosenza, quando era stato dato per perdente. ''Ho avuto consensi
- ha risposto Mancini - perche' quando ero ministro ho fatto
molte cose buone. La mia candidatura e' stata sostenuta dalla
parte buona della citta'. Mi sono interessato del teatro
Rendano, dell' Universita' della Calabria, del palazzo di
giustizia. La mia politica e' sempre stata pulita''. (ANSA).
COR-SGH/MED
17-GEN-96 20:47 NNNN
ZCZC0680/RMB
R CRO S0B S41 QBXU
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 17 GEN - Al termine dell'
audizione di Mancini, il Tribunale, accogliendo una richiesta
della difesa, ha disposto la citazione, in qualita' di
testimoni, dell' ex presidente della Repubblica, Francesco
Cossiga, del procuratore della Repubblica a Napoli, Agostino
Cordova (gia' procuratore della Repubblica a Palmi), e del
sostituto procuratore generale di Taranto, Ciro Saltamacchia.
Inoltre saranno sentiti, sempre come testimoni, gli avvocati
Mario casalinuovo, di Catanzaro, e Luigi Gullo, di Cosenza, e l'
ex presidente dell' Istituto case popolari di Reggio Calabria,
Nicola Argiro'. Il Tribunale, inoltre, accogliendo una richiesta
del Pm, ha disposto la citazione di Franco Iaquinta, il
dipendente del Comune di Cosenza che secondo i magistrati della
Dda di Catanzaro che conducono l' inchiesta sui rapporti mafia
politica a Cosenza, sarebbe stato assunto su sollecitazione
della cosca di Franco Pino che, da alcuni mesi, collabora con i
magistrati. (ANSA).
COR-SGH
17-GEN-96 21:24 NNNN
20030117 04467
ZCZC0095/CAR
R CRO S45 QBXU
MAFIA:MONUMENTO RICORDA SACRIFICIO GIUSEPPE VALALARIOTI/ANSA
DOMANI INAUGURAZIONE A ROSARNO CON PRESIDENTE ANTIMAFIA
(ANSA) - ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 17 GEN - Sara'
inaugurato, domani, a Rosarno, il monumento dedicato ''Alle
vittime della violenza mafiosa'', opera dello scultore Maurizio
Carnevali, realizzato per ricordare il sacrificio di Giuseppe
Valarioti, dirigente del Pci assassinato in un agguato mafioso
l' 11 giugno del 1980.
La presentazione dell' opera monumentale e' stata inserita
nel programma del premio ''Giuseppe Valarioti'', istituito dall'
Amministrazione comunale per sottolineare, a beneficio delle
nuove generazioni ''il nobile esempio del dirigente politico
calabrese vittima della mafia''.
La cerimonia di consegna del premio a Carnevali, che
precedera' l' inaugurazione dell' opera collocata nella piazza
intitolata a Valarioti, avra' luogo domani pomeriggio, alle 16,
all' interno dell' Auditorium del Liceo scientifico ''Piria''. I
lavori saranno aperti dal sindaco di Rosarno, Giuseppe Lavorato
cui seguira' una relazione del presidente della Giuria del
premio, sen. Luigi Maria Lombardi Satriani e l' intervento del
prefetto di Reggio Calabria, Goffredo Sottile. Dopo il
dibattito, la manifestazione sara' conclusa dall' intervento del
presidente della Commissione parlamentare antimafia, on. Roberto
Centaro.
Nato il 14 febbraio del 1950 a Rosarno, in una famiglia di
piccoli agricoltori, Valarioti frequento' gli studi in paese,
poi a Palmi e quindi si laureo' in Lettere classiche all'
Universita' di Messina. Attento e interessato alle vicenda
legate alle lotte contadine del dopoguerra, che proprio a
Rosarno vissero un momento peculiare nell' occupazione delle
terre del ''bosco selvaggio'', Valarioti si iscrisse al Pci e
divenne ben presto segretario della sezione di Rosarno. Da
dirigente politico si occupo', come ricordano gli organizzatori
del premio, della ''lotta alla mafia e della costruzione di una
strategia credibile per il lavoro e lo sviluppo capace di
recuperare sul terreno della battaglia democratica e civile il
mondo della devianza giovanile''.
Valarioti cadde sotto il piombo di killer della mafia nel
1980, ma furono tantissimi i Comuni d' Italia dove in onore del
sacrificio del dirigente comunista ''caduto in difesa di nobili
ideali di liberta' e giustizia'', venne deciso di intitolare
piazze, strade, ville e case del popolo.
L' opera di Carnevali, come ha rilevato la giuria del premio
formata, oltre che da Lombardi Satriani anche da Gianni
Pensabene, Paolo Minuto, Aldo D'Agostino e Giuseppe Lavorato,
nel soggetto propone ''con suggestione artistica la carica di
violenza e di devastazione insita nelle azioni mafiose''.
''Nel progettare questo monumento - ha spiegato l' autore ho voluto creare un' immagine plastica il cui significato fosse
inequivocabile. Tre sono gli elementi che lo compongono: le lame
di acciaio, dinamismi come schegge impazzite di un' esplosione,
biglietto da visita della violenza mafiosa; un uomo trafitto a
morte che giace esangue nel selciato, dal quale mai dovrebbe
essere lavato quel sangue, lapide purpurea per i nostri cuori e
per i nostri cervelli e un ragazzo con sul volto non solo il
pianto, ma un urlo. un 'Basta!', gridato a un mondo sempre meno
capace di indignazione''. (ANSA).
XAG
17-GEN-03 15:11 NNNN
20030118 02881
ZCZC0836/SXR
R CRO S0B S41 QBXU
ANTIMAFIA: PRESIDENTE CENTARO INAUGURA MONUMENTO A ROSARNO
CALABRIA MAGGIORE VITTIMA CRUDELTA' CRIMINALITA' ORGANIZZATA
(ANSA) - ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 18 GEN - Il presidente
della Commissione antimafia, Roberto Centaro, ha partecipato a
Rosarno all' inaugurazione di un monumento, opera di Maurizio
Carnevali, dedicato alle vittime della mafia.
Il monumento, voluto dall' Amministrazione comunale
presieduta da Giuseppe Lavorato, ex deputato del Pci, e' ubicato
in piazza Giuseppe Valarioti. Consigliere comunale comunista,
Valarioti fu assassinato dalla mafia l' 11 giugno del 1980.
Centaro, nel suo intervento, ha detto che la ''Calabria e' la
regione che si trova nella condizione peggiore per quanto
riguarda la crudelta' della criminalita' organizzata''. Il
presidente della Commissione antimafia ha rilevato anche come
''siano state gia' attivate tutte le istituzioni preposte per
dare risposte a quanto chiesto dall' Amministrazione di
Rosarno'', che nei mesi scorsi aveva sollecitato la necessita'
una maggior presenza di forze dell' ordine nel territorio
comunale.
Il sindaco Lavorato ha detto che ''con il monumento di
Carnevali si vuole ricordare l' impegno per i grandi ideali e
contro la mafia che Valarioti ha profuso''.
Lavorato ha nuovamente chiesto a Centaro ''piu' attenzione
per il territorio comunale e piu' strumenti per combattere la
'ndrangheta: chiediamo di potere utilizzare i fondi del Pon
sicurezza (Progetto per la sicurezza nel Mezzogiorno) per
utilizzare i beni confiscati alla mafia, ma anche che siano
controllati e resi pubblici tutti i progetti d' investimento che
si vogliono realizzare sul territorio. Penso alle centrali a
metano, ma anche ai progetti dalla grande industria sui quali
sono incentrati gli appetiti della mafia. Solo con la democrazia
partecipata si puo' battere la 'ndrangheta''. (ANSA).
CH
18-GEN-03 18:14 NNNN
20050321 05152
ZCZC0213/SXR
R CRO S45 QBXU
PROVINCE: REGGIO; MINNITI,SALA CONSIGLIO A VALARIOTI E GATTO
AVVIATA PETIZIONE PER SOSTENERE INTITOLAZIONE STRUTTURA
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 21 MAR - ''La rinnovata sala del
consiglio provinciale sia intitolata a Giuseppe Valarioti e
Rocco Gatto. Due figli di questa provincia caduti sotto i colpi
della malavita''. E' quanto propone in una nota il consigliere
provinciale del Partito di Rifondazione Comunista, Omar Minniti.
''Due democratici - ha aggiunto - che non si sono arresi allo
status quo e hanno sfidato con i propri corpi le ingiustizie e
le sopraffazioni''. Giuseppe Valarioti era il segretario della
sezione del Pci di Rosarno e fu ucciso l'11 giugno del 1980.
Rocco Gatto, mugnaio di Gioiosa Jonica e' stato, invece, ucciso
il 12 marzo del 1977 per essersi opposto al racket. La sua tomba
fu piu' volte oltraggiata.
''Quella avanzata - ha proseguito Minniti - non e' una
proposta faziosa e di parte. E' una proposta che lanciamo a
tutto il consiglio, ma soprattutto fuori da questo consiglio,
alla societa' civile reggina e calabrese. Ci rivolgiamo a tutte
le forze democratiche, alle associazioni antimafia, alle
amministrazioni comunali che fanno della legalita' un tema
centrale, ai cittadini che aspirano a un cambiamento''.
''A partire da oggi promuoveremo - ha concluso - una
petizione nei principali centri della provincia. L'obiettivo e'
di raccogliere migliaia di firme che consegneremo al presidente
Pietro Fuda il giorno dell'inaugurazione di Palazzo Foti''.
(ANSA).
KSZ
21-MAR-05 11:58 NNNN
Documento: 20050219 00030
'NDRANGHETA: MORTO PIROMALLI, LA STORIA DI UN VERO BOSS/ANSA
(di Ezio De Domenico)
(ANSA) - GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA), 19 FEB - Saranno
funerali degni di un boss, con tanto di corteo, decine di corone
di fiori e commemorazioni celebrative, quelli che si svolgeranno
domani pomeriggio per onorare la memoria di Giuseppe Piromalli,
di 84 anni, uno dei principali protagonisti della storia della
'ndrangheta, morto stamattina nella sua abitazione di Gioia
Tauro, circondato dai parenti.
Il vecchio boss, protagonista di mille battaglie e di mille
vicende di mafia, capo di una cosca che appartiene alla storia
stessa della 'ndrangheta, con potenti collegamenti con Cosa
nostra e la mafia italo-americana, ha dovuto arrendersi al
cancro che lo aveva aggredito da alcuni anni. Nel 2003, poiche'
le sue condizioni di salute erano diventate incompatibili col
regime carcerario, gli erano stati concessi gli arresti
domiciliari. Piromalli, cosi', dopo 20 anni di detenzione,
stanco e malato, era tornato nella sua vecchia casa di Gioia
Tauro, circondato dall' affetto dei suoi familiari e dei suoi
amici piu' intimi, protetto come un' icona, simbolo vivente di
una 'ndrangheta che ha sempre basato il suo potere sui vincoli
familiari e sul carisma dei capi. Qualcuno dice che negli ultimi
tempi si era isolato e che non volesse vedere piu' nessuno.
''Ormai - dice qualcuno - era stanco e rassegnato alla morte''.
La storia criminale di Giuseppe Piromalli inizia nel 1978
quando don Peppino subentra nel comando dell' omonima cosca al
fratello Girolamo, detto ''Mommo'', stroncato anch' egli da un
male incurabile a poco meno di 60 anni. Non fu facile per
Peppino Piromalli prendere il posto del fratello, potentissimo e
considerato persona di grande saggezza. ''Il cambio della
guardia al vertice della cosca - spiega Salvatore Boemi,
procuratore aggiunto di Reggio Calabria e grande esperto di
'ndrangheta - coincise con un brusco cambio di rotta. Da
espressione della mafia agricola, la cosca Piromalli assunse il
controllo dei lavori edili legati alla realizzazione delle
grandi opere pubbliche nella Piana di Gioia Tauro''.
La cosca Piromalli entro' subito in guerra col gruppo dei
Tripodi. Peppino Piromalli fu accusato di avere ordinato una
serie di omicidi contro elementi della cosca rivale e si rese
irrperibile. La sua latitanza, pero', si concluse il 24 febbraio
del 1984 quando fu arrestato, a conclusione di una storica
operazione, dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro al
comando dell' allora capitano Gilberto Murgia. Da allora
Piromalli e' sempre stato in carcere ed ha visto la sua cosca
sfaldarsi in due gruppi: il primo gestito dal nipote Giuseppe
jr., con diramazioni soprattutto nel nord Italia, ed il secondo
gestito dalla famiglia dei cugini Mole', veri dominatori negli
ultimi anni degli affari illeciti nella Piana di Gioia Tauro, ed
in primo luogo degli appalti per la realizzazione del grande
porto container.
Dopo l' arresto, per Piromalli arrivarono le condanne: la
prima, clamorosa, comminatagli dalla Corte d' assise di Palmi,
nel luglio del 1985, ad undici ergastoli per altrettanti
omicidi, poi ridotti ad uno in seguito all' annullamento della
sentenza da parte della Corte di Cassazione, e la seconda nel
1986 nel cosiddetto processo alla mafia delle tre province. A
determinare la condanna di Piromalli furono soprattutto le
dichiarazioni di Pino Scriva, primo grande pentito della
'ndrangheta ed un tempo fedelissimo del boss.
''Fu proprio nel corso del processo conclusosi con la
condanna ad 11 ergastoli - dice ancora Salvatore Boemi - che la
potenza di Peppino Piromalli raggiunse il suo livello massimo:
il boss, imputato con altre 59 affiliati della sua cosca,
ordino' ad un certo punto a tutti i difensori di ritirarsi del
processo in segno di protesta contro il pentito Scriva, accusato
di avere offeso alcuni avvocati. La Corte d' assise nomino'
alcuni difensori d' ufficio che pero' rifiutarono l' incarico.
Il processo registro' una lunga pausa e si concluse praticamente
senza discussione con l' intervento dell' allora presidente
dell' ordine forense di Palmi, avv. Filippo Napoli, che tra l'
altro era un civilista. Piromalli, facendo ritirare gli
avvocati, sperava di fare saltare il processo, ma il suo
proposito non si realizzo' per l' ostinazione del presidente
Saverio Mannino. Fu una grande prova di forza dello Stato''.
(ANSA).
DED
Le mani dei boss sull' autostrada
Repubblica — 10 luglio 2007
pagina 24
sezione: CRONACA
REGGIO CALABRIA - Era stato deciso tutto nelle campagne di Bosco di Rosarno, già
nel 1999. I boss calabresi si erano riuniti più volte per spartirsi le
"competenze" sui 500 chilometri di lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio
Calabria. I Pesce, i Bellocco, i Bonarrigo, i Pirolalli-Molè i Mancuso, i De
Stefano, gli Alvaro, i Longo, e poi quelli della Locride, si erano messi d'
accordo sulla "tassa" da chiedere ai costruttori. E avevano stabilito pure quali
ditte potevano accedere ai subappalti, prima ancora ci fosse il nulla osta delle
autorità nazionali. Alla 'ndrangheta spettava il 3% del valore delle opere, in
più tutti i lavori di movimento terra e fornitura del calcestruzzo. Persino le
assunzioni del personale erano controllate. A «quelli del nord» che scendevano
in Calabria per costruire l' autostrada era assicurata «la massima tranquillità
sui cantieri» e «nessun problema con le vertenze sindacali». Uno spaccato
inquietante scoperto dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria
che ieri ha portato all' arresto di 15 persone - una cinquantina sono invece gli
indagati - e al sequestro di 5 aziende, per un valore di 12 milioni di euro. In
manette boss di primo livello come Pantaleone Mancuso, Antonino Pesce e Giovanni
Bonarrigo, ma anche picciotti, imprenditori e prestanome. Il tratto dell' A3
passato allo scanner dalla Mobile di Reggio va dallo svincolo di Serre a quello
di Rosarno. Opere per 100 milioni di euro, finite in mano alle 'ndrine del
vibonese e del reggino. A pagare il pizzo, la Condotte spa, la Coop costruttori,
la Gepco salc, la Baldassini-Tognozzi, oltre alle subappaltatrici come l'
associazione temporanea di impresa composta da Sicilsonde, Italgeo, Caramazza,
Rindone. Le indagini coordinate dal pm Roberto Di Palma, e controfirmate dal
coordinatore della Dda Salvatore Boemi e dal pm Nicola Gratteri, si sono avvalse
anche degli specialisti della Dia che hanno analizzato aziende e flussi di
denaro. Secondo gli investigatori, ai Mancuso, spettava la competenza nel tratto
Pizzo Calabro-Serra San Bruno. Ai Pesce, il tratto tra Serre e Rosarno. Infine,
tra Rosarno e Gioia Tauro, comandavano i Piromalli. I fatti, secondo il
procuratore capo Franco Scuderi, «attestano che non c' è alcuna attività sui
lavori autostradali dove la 'ndrangheta non concretizzi la sua presenza». E
aggiunge: «Dal Nord, le grandi ditte inviano i loro emissari per mediare con la
'ndrangheta, per ricercare ditte gradite alle cosche per ottenere forniture di
beni, noli di automezzi». Se lo scenario fosse confermate alcune grandi società
appaltatrici potrebbero essere chiamate a rispondere di una sorta di connivenza
mafiosa. Che secondo gli inquirenti potrebbe essersi concretizzata, ad esempio
con l' assunzione di sindacalisti, come Noè Vazzana della Fillea-Cgil, i quali
per conto dei clan «monopolizzava il mercato del lavoro», e pronti «a sedare
proteste dei lavoratori». La Dda di Reggio ha anche deciso di trasmettere alla
Commissione parlamentare antimafia i risultati dell' indagine. - GIUSEPPE
BALDESSARRO
'Il sindacalista trait-d' union tra la Baldassini e le cosche'
pagina 7
sezione: FIRENZE
Le indagini Il coordinatore della Dda di Reggio Salvatore Boemi (nella foto) è
tra i magistrati che hanno firmato l' inchiesta condotta dalla squadra mobile C'
è anche la Baldassini-Tognozzi-Pontello tra le imprese costrette a pagare soldi
- che finivano nelle tasche dei boss di prima grandezza della 'ndrangheta come i
Pesce-Bellocco, i Bonarrigo, i Mancuso, i Tassone - per poter lavorare all'
ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria. Pagavano la cosiddetta tassa
«sicurezza cantiere», una cedolare secca del 3%, e si facevano imporre a prezzi
maggiorati le forniture di beni e servizi per assecondare le «minacce - scrivono
i magistrati della Dda di Reggio Calabria - costituite dagli attentati subiti
dalle ditte e dalla condizione di assoggettamento ed omertà che deriva dall'
appartenenza all' associazione a delinquere di stampo mafioso». Quindici le
persone arrestate nell' inchiesta che vede la Btp parte lesa. La figura centrale
dell' inchiesta, secondo gli inquirenti, è un sindacalista della Fillea-Cgil del
comprensorio di Gioia Tauro, Noè Antonio Vazzana, 58 anni, assunto come
assistente di cantiere della Btp nell' agosto del 2004. Il sindacalista - si
legge nell' ordinanza di custodia cautelare dei magistrati - «risulterà essere
il trait-d' union tra l' impresa Baldassini Tognozzi e le cosche della Piana.
Per meriti personali e per l' abilità mostrata nei rapporti del grande affare
dell' A/3, egli veniva poi assunto dalla Baldassini-Tognozzi, curando ogni
aspetto della fase organizzativa del cantiere, a partire dalla sistemazione
dell' ufficio tecnico di Gioia Tauro, delle assunzioni degli operai, dei
rapporti con le maggiori imprese subappaltatrici che affiancheranno la società
fiorentina e con i fornitori di calcestruzzo, cemento, ferro, eccetera». E
ancora: «Attraverso l' ingerenza di Vazzana, la sede dell' ufficio tecnico della
Baldassini-Tognozzi variava destinazione». La scelta cadeva in un palazzo di
proprietà di una persona vicina al clan dei Piromalli. Sulla vicinanza ai clan
del sindacalista dipendente della Btp, i magistrati non hanno dubbi. «Per di più
- scrivono - Vazzana è coniugato con M.C., cugina di primo grado di T.C., a sua
volta sposata con il super latitante Gregorio Bellocco, grosso criminale e
spietato killer dell' omonima cosca, ricercato in campo internazionale, con
precedenti per omicidio aggravato e occultamento di cadavere, associazione
mafiosa, armi e altri gravi reati. La collocazione di Vazzana in seno all'
organizzazione dei Pesce-Bellocco la si evince sia dalle dichiarazioni di un
collaboratore di giustizia che dai controlli sul territorio con esponenti di
rilievo della criminalità organizzata rosarnese». Gli arresti Sono quindici le
persone arrestate. Apparterrebbero alle cosche calabre dei Pesce-Bellocco,
Bonarrigo, Mancuso e Tassone - NOSTRO SERVIZIO
Baldassini, per foraggiare i boss venivano aggirate le regole Anas
pagina 7
sezione: FIRENZE
I dipendenti della Baldassini-Tognozzi, ritenuti dagli inquirenti collusi con i
clan della 'ndrangheta calabrese, si preoccupavano di aggirare le regole varate
dall' Anas per impedire il subappalto di beni e servizi che portavano soldi ai
boss e avevano consapevolezza della scadente qualità dei materiali impiegati per
l' ammodernamento dell' autostrada Salerno-Reggio. E' quanto emerge dalle
intercettazioni telefoniche inserite nella mastodontica ordinanza di custodia
cautelare della procura di Reggio che ha portato in carcere 15 persone. La
preoccupazione di non poter più «foraggiare» le imprese vicine alle cosche è
espressa - secondo gli inquirenti - nella telefonata che il geometra Nicola
Noce, scelto dall' azienda fiorentina come direttore di cantiere sul lotto
Rosarno-Gioia Tauro, fa il 13 maggio 2003 a Vincenzo Corso. Assieme i due
trovano la soluzione all' imposizione fatta alle appaltatrici di produrre in
proprio e non di commissionare all' esterno il calcestruzzo. «Allora, io... dice Noce - mi era venuto in mente, dico ma... è impensabile di portare avanti
un discorso... cioè, con voi di fare l' impianto... diciamo da gestirlo voi,
come se fosse nostro però, mi capisci?». Replica Corso: «Perché non è
impensabile? Certo che può essere pensabile». La fornitura di materiali scadenti
emerge, oltre che da intercettazioni, da analisi e servizi di osservazione in un
cantiere della Baldassini-Tognozzi, che nel procedimento è parte lesa. Ci sono
intercettazioni che testimoniano - scrivono inoltre i magistrati - «il clima
infuocato in cui doveva operare Baldassini-Tognozzi, la quale impresa, senza il
beneplacito delle cosche mafiose dei Pesce e dei Piromalli, non avrebbe mai
potuto lavorare con serenità»: nel 2004 «con armi in pugno alcuni proprietari
terrieri» si erano ribellati agli espropri eseguiti da Baldassini e a placarli
era dovuto intervenire «Don Mico, legato alle organizzazioni criminali del
luogo».
20090708 05635
ZCZC1733/SXR
R CRO S0B S41 QBXU
'NDRANGHETA: LAVORI A3; OTTO CONDANNE E 44 ASSOLUZIONI
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 8 LUG - Otto persone sono state
condannate ed altre 44 sono state assolte al termine del
processo sulle presunte infiltrazioni delle cosche della piana
di Gioia Tauro nei lavori di ammodernamento dell'Autostrada
Salerno-Reggio Calabria, tra gli svincoli di Mileto e Rosarno.
La sentenza e' stata emessa dal giudice per le udienze
preliminari del tribunale di Reggio Calabria, Santino Melidona,
dinanzi al quale si e' svolto il processo con rito abbreviato.
Salvatore Domenico Tassone e' stato condannato ad otto anni e
otto mesi di reclusione; Domenico Giacobbe (7 anni); sei anni di
reclusione sono stati inflitti a Giuseppe Bonarrigo, Vincenzo
Giacobbe, Pacifico Morogallo e Noe' Vazzana; ad un anno e
quattro mesi ciascuno sono stati invece condannati Maria Assunta
De Maria e Laura Tassone.
Tra le persone assolte perche' il fatto non sussiste ci sono
numerosi presunti boss della 'ndrangheta tra cui Pantaleone
Mancuso, Orazio De Stefano, Antonio Pesce e Giuseppe Bellocco.
Al termine della sua requisitoria il pubblico ministero della
Dda di Reggio Calabria, Roberto Di Palma, aveva chiesto la
condanna di 39 imputati a pene dai 3 ai 14 anni di reclusione e
l'assoluzione per 14 persone.
Nel corso del processo l'accusa ha sostenuto che i gruppi
Giacobbe, Morogallo, Tassone, Pesce, Mancuso, erano interessati
a fornire manodopera e calcestruzzo a prezzi gonfiati alle
imprese impegnate nei lavori di ammodernamento
dell'Autostrada.(ANSA).
F07-LE
08-LUG-09 21:18 NNNN

ROMA, VENERDI 27 GIU 1980 - il ministro dell` Interno Virginio

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