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CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 18- 22 GENNAIO
(vai al dettaglio)
LUNEDI' 18 GENNAIO
Un lungo riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, sul negoziato in
corso per l'accordo di Associazione con l'Ue, apre la sessione consiliare di Gennaio, la prima del 2016. Il
segretario di Stato compie un dettagliato resoconto sull'attività del 2015 di Palazzo Begni e della missione
permanente a Bruxelles e anticipa i prossimi appuntamenti e obiettivi. All'attività tecnica, in particolare, si è
affianca quella più propriamente politica: a riguardo, Valentini annuncia di aver dato mandato alla Missione a
Bruxelles di verificare la possibilità di organizzare a breve un incontro con il Presidente della Commissione
Europea, Jean Claude Junker, e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza, Federica
Mogherini. Scopo della richiesta è giungere a un confronto diretto su “prospettive e incidenze politiche
dell’Accordo che stiamo negoziando- spiega il segretario di Stato- soprattutto per avere assicurazioni affinché
vengano tenute nella giusta considerazione le specificità istituzionali, sociali ed economiche della Repubblica
di San Marino”.
Valentini inoltre lancia un sentito appello affinché il percorso di negoziazione con l’Ue “possa godere della
massima condivisione da parte di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale del nostro
Paese”. Sottolinea quindi la rilevanza dell'Accordo da cui “deriverà per San Marino- motiva- la necessità di
ridefinire l’assetto economico del Paese e, con esso, ridefinire i rapporti con gli altri Stati. Per questo motivo è
fondamentale essere preparati e ben consci di ciò, a tutti i livelli, ognuno nel proprio campo”.
Valentini conclude il suo riferimento con un accenno al recente incontro di venerdì scorso a Bologna con la
presidenza e la giunta della Regione Emilia Romagna che definisce come molto positivo. “La Regione- spiegaha inserito San Marino in tutti i piani strategici e operativi che sta mettendo in atto”.
Il comma Comunicazioni prosegue con l'annuncio di Simone Celli di uscire dal gruppo consiliare del Ps per
diventare un consigliere indipendente. Roberto Ciavatta, Rete, interviene per presentare cinque Odg del suo
movimento: il primo ordine del giorno propone di istituire la data del 17 ottobre, data dell'arresto di Gabriele
Gatti, come “festa della rinascita”; il secondo mira a vietare l'uso, nei loghi di partiti e movimenti
sammarinesi, di simboli del patrimonio culturale nazionale. Il terzo ordine del giorno propone l'istituzione di
una commissione che valuti le posizioni dei singoli dirigenti della Pubblica Amministrazione e di tutte le
società partecipate dallo Stato; quindi il quarto testo proposto impegna l'aula a legiferare per ridurre i termini
di prescrizione dei reati contro il patrimonio e contro lo Stato. Infine, l'ultimo ordine del giorno richiede che
sia definito il conflitto d'interesse. Anche Matteo Zeppa, Rete, propone un sesto Odg del movimento civico,
affinché nella prima seduta utile, sia predisposto un dibattito consiliare sullo stato del lavoro. Nel corso del
dibattito, diverse sono le sollecitazioni provenienti dalla minoranza rivolte al segretario di Stato per la Sanità
per chiedere chiarimenti sul ritiro del primario di Cardiologia Liano Marinelli e sul trasferimento di alcuni
servizi dell'Iss al centro Azzurro. Il segretario Francesco Mussoni risponde spiegando che il primario ha
chiesto un'aspettativa per motivi personali. Sul trasferimento dei servizi, Mussoni puntualizza il suo carattere
temporaneo e motiva la scelta della sede alternativa per trasferire i servizi Iss come l'unica possibile “per
praticità ed economicità”.
In risposta agli Odg di Rete, interviene Manuel Ciavatta, Pdcs, criticando in particolare quello sul divieto
dell'uso dei simboli nazionali nei loghi dei partiti. “Vietare dei simboli è dittatura- replica, difendendo l'icona
del suo partito- la Dc in quel simbolo tiene dentro una storia di 68 anni, con cose negative che non nascondo,
ma anche positive, portate al Paese da questo partito”. Mentre Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro,
rispetto la proposta lanciata dal consigliere Zeppa per un dibattito consiliare sull'occupazione, fa notare che
dati precisi si potranno avere solo a marzo, quando l'ufficio statistica presenterà il primo bollettino trimestrale
del 2016. “A quel punto il dibattito sarà superfluo- sottolinea- perché il confronto verrà fatto già sulla riforma
del mercato del lavoro”.
Concluso il comma Comunicazione, il Consiglio Grande e generale approva l'avvio della procedura di
nomina di un giudice d'Appello civile, quindi si prosegue con la presa d'atto dell’arruolamento definitivo di
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militari nel Nucleo uniformato della Guardia di Rocca e nel Corpo della Gendarmeria. L'Aula affronta quindi
una serie di nomine: Rossana Michelotti è nuovo membro del Collegio dei sindaci revisori del Comitato
Olimpico nazionale sammarinese, mentre Romina Menicucci sostituisce Carlo Giorgi in rappresentanza della
associazioni di categoria nella Consulta per il turismo.
La seduta si conclude al comma 9, con la ratifica all'unanimità della Convenzione di Instanbul, su cui si è
aperto un breve dibattito.
Di seguito un estratto degli interventi odierni.
Comma 1. Comunicazioni
Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Ritengo utile e doveroso riferire a quest’Aula
circa l’attività svolta nel 2015 da parte della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e dal Dipartimento Affari
Esteri unitamente alla Missione Permanente a Bruxelles in merito al negoziato in corso con il competente
Servizio europeo per l’azione esterna nell’ambito della trattativa volta a definire uno o più Accordi di
Associazione tra l’Unione europea e la Repubblica di San Marino, il Principato di Andorra e il Principato di
Monaco, nonché i relativi Protocolli e Allegati. Nel corso dell’anno solare appena trascorso la trattativa si è
incentrata principalmente su due aspetti distinti: da un lato la definizione del quadro istituzionale entro cui si
dovranno inserire l’Accordo, i Protocolli nazionali e gli Allegati specifici e, dall’altro, l’illustrazione tecnica
delle materie riguardanti la libera circolazione delle merci. Devo premettere che, poco dopo l’inizio ufficiale
dei negoziati, la Commissione ha provveduto a sostituire i vertici della Direzione preposta ai negoziati, per una
mera questione amministrativa di rotazione interna; questo fatto ha portato ad un inevitabile ritardo rispetto
all’originaria tabella di marcia. La nuova Direzione, rispetto alla precedente che aveva iniziato i negoziati, ha
adottato un atteggiamento più riflessivo, con riunioni più dilazionate nel tempo e, di conseguenza, abbiamo
dovuto rivedere anche il nostro calendario operativo. Per quanto riguarda la definizione del quadro istituzionale,
la Commissione in luglio ha trasmesso una bozza di documento, ancora parziale nei contenuti e nella forma,
indicando alcuni aspetti da inserire nella discussione e tralasciando altri punti importanti, rispetto ai quali i tre
Paesi avrebbero dovuto fornire le proprie ipotesi operative. In ottobre le parti si sono incontrate ed è iniziato il
dibattito tecnico, che ha visto San Marino, Andorra e Monaco non perfettamente concordi su taluni aspetti; si è
sempre riscontrata una maggiore convergenza con Andorra, mentre divergenza di impostazione e anche di
obiettivi è stata spesso riscontrata rispetto alla posizione sostenuta da Monaco. Anche questa situazione
oggettiva ha contribuito a rallentare ulteriormente i tempi del negoziato. In quella sessione San Marino,
Andorra e Monaco hanno presentato, spiegato e motivato le rispettive osservazioni al documento presentato a
luglio, osservazioni che la Commissione si è impegnata a considerare e ad inserire, ove possibile, in un futuro
testo di lavoro. Tale testo, che deve essere elaborato dal Servizio Giuridico, non è ancora stato trasmesso dalla
Commissione ai tre Paesi. Una prossima seduta negoziale è prevista per la prima settimana di febbraio;
auspichiamo che prima di questa data il testo sia inoltrato per essere studiato dai tecnici dalle tre delegazioni e
per poter svolgere poi una discussione proficua sui contenuti. Una bozza di calendario trasmessa dalla
Commissione il 22 dicembre 2015 prevede un’ulteriore incontro su questa tematica verso la metà di marzo;
pensiamo che per quella data la Commissione possa trasmettere ai tre Stati una proposta di Accordo sul quadro
istituzionale che dovrà essere valutata a livello nazionale.
Per quanto riguarda invece l’esame di approfondimento delle tematiche inerenti la libera circolazione delle
merci, premetto che la scelta di affrontare questa libertà è pervenuta dalla Commissione stessa, reputando che
l’approccio a queste tematiche potesse essere più semplice per le delegazioni dei tre Stati. Si sono svolte nel
2015 due tornate negoziali su questo tema, rispettivamente a giugno e dicembre; una terza riunione si svolgerà
anch’essa i primi di febbraio. Nel corso dei due incontri già svolti, i vari responsabili tematici e gli esperti
dell’Unione europea hanno illustrato nel dettaglio alle delegazioni dei tre Paesi gran parte delle normative
(direttive, regolamenti, decisioni, ecc.) che disciplinano la produzione, la commercializzazione, l’importazione
e l’esportazione, i controlli e le certificazioni di tutti i beni e i prodotti che formano oggetto di questa libertà
fondamentale. Una volta che sarà terminata questa fase di presentazione, è prevedibile che la Commissione
voglia discutere bilateralmente con le delegazioni, quindi ogni singola materia Paese per Paese, per verificare la
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rispondenza delle normative interne all’acquis e le modalità di adattamento e di inserimento dell’acquis stesso
nel quadro normativo nazionale. Secondo le indicazioni ufficiose fornite dalla Commissione, l’esame di questa
libertà fondamentale dovrebbe esaurirsi entro l’estate 2016; ancora tuttavia non ci è dato conoscere il calendario
definitivo degli incontri per i motivi che ho esposto all’inizio del mio intervento, né quale sarà la prossima
libertà fondamentale che verrà affrontata.
Naturalmente a questa fase tecnica si affianca quella più propriamente politica, e qui il mio intervento
vuole appunto essere anche programmatico. Nel corso dell’anno appena trascorso si sono intensificati i contatti
e i rapporti sia con le Istituzioni europee sia con le Autorità degli Stati membri, oltre a mantenere una stretta
collaborazione con i colleghi Ministri degli Affari Esteri di Andorra e di Monaco. Tra l’altro ho incontrato lo
scorso ottobre le principali Autorità monegasche nel corso della Visita di Stato che la Reggenza ha effettuato
nel Principato, mentre è in cantiere nelle prossime settimane una missione ufficiale ad Andorra per incontrare le
Autorità di quel Paese e verificare alcuni aspetti che potrebbero risultare utili anche alle nostre esigenze
specifiche, penso ad esempio al tema della eventuale gestione delle dogane, alla riforma delle imposte indirette
e, più in generale, a un’azione congiunta in temi di comune interesse, come quelli relativi al mondo bancario e
finanziario.
Ho inoltre già dato mandato alla nostra Missione a Bruxelles di verificare con i competenti uffici la possibilità
di incontrare a breve il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Junker e l’Alto rappresentante
dell’Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza Federica Mogherini, per verificare direttamente le prospettive e
le incidenze politiche dell’Accordo che stiamo negoziando, soprattutto per avere assicurazioni su quelle che
sono le direttive politiche dell’Unione e le indicazioni date ai competenti Servizi della Commissione, affinché
vengano tenute nella giusta considerazione le specificità istituzionali, sociali ed economiche della Repubblica di
San Marino. Naturalmente non dimentichiamo il sostegno dell’Italia, Paese che ci ha sempre appoggiato in
questo cammino e che continua a fornirci supporto e collaborazione; difatti uno degli aspetti che dovremo
affrontare anche in quest’Aula attiene alla verifica di tutti gli accordi bilaterali in essere tra San Marino e i Paesi
dell’Unione, primo fra tutti per importanza e numero degli accordi l’Italia stessa. Due appositi gruppi di lavoro
stanno operando in stretto contatto per arrivare a definire l’elenco di quegli Accordi che potranno essere di fatto
superati dal futuro Accordo di Associazione (o addirittura lo sono già), e quali invece sarebbe opportuno
mantenere in vigore; valutazioni queste delle quali i Parlamenti dei due Stati saranno poi chiamati a discutere.
Molto lavoro è stato effettuato sul piano interno, ma molto altro ci aspetta. La Direzione Affari Europei del
Dipartimento Affari Esteri, supportata di volta in volta dal Gruppo Tecnico appositamente istituito e dal
Consulente del Governo, prof. Roberto Baratta, ha più volte incontrato e continua a incontrare i rappresentanti
delle categorie economiche, sociali e imprenditoriali del Paese, illustrando il cammino intrapreso e fornendo
elementi di riflessione e di approfondimento che dovranno essere poi confrontati e discussi, per arrivare a
decisioni il più possibile condivise da utilizzare nel corso dei negoziati. Dovrà proseguire l’attività in
collaborazione con l’Università sammarinese per cercare di raggiungere l’ambizioso obiettivo di creare un
Centro Studi di respiro internazionale, così come ricordato nell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio
Grande e Generale nel dicembre 2014; contemporaneamente vogliamo intensificare gli sforzi per arrivare a
fornire a tutti i cittadini un’informazione precisa e comprensibile di cosa potrà rappresentare per il Paese il
cammino intrapreso per una integrazione nel Mercato unico europeo. Dopo aver riassunto il percorso fatto e gli
impegni che a breve ci aspettano, vorrei infine sinteticamente evidenziare lo spirito che ci deve animare.
Occorre essere estremamente chiari sugli obiettivi e sulle finalità del percorso che abbiamo intrapreso: è
necessario imprimere nuovo slancio alla contrattazione e, per fare questo, dobbiamo mostrare con più
determinazione le prospettive che il Paese si attende dall’Accordo di associazione ed evidenziare le criticità
rispetto alle quali più difficile sarà per noi il percorso. Occorre predisporsi a un cambiamento di mentalità,
abbandonando l’atteggiamento eccessivamente protezionistico a cui spesso si ricorre, per assicurare invece
maggiore disponibilità alla reciprocità, a sostegno del percorso di integrazione in atto. L’intento è quello di
definire in modo chiaro modalità e tempi del negoziato e, in un rapporto serrato con Andorra e Monaco, avere
più forza nel prospettare soluzioni condivise e compatibili con le nostre rispettive realtà. Concludo questo mio
breve riferimento riaffermando dunque la necessità che il percorso di negoziazione con l’Ue possa godere della
massima condivisione da parte di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale del nostro Paese.
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E’ bene che tutti noi diventiamo consapevoli dell’importanza epocale che l’Accordo di Associazione rivestirà
per il nostro Paese: un’importanza determinata non solo dalla rilevanza che ha sul piano internazionale
un’organizzazione sovranazionale come l’UE, ma, ed è questa la parte per noi più impegnativa, perché da
quell’Accordo deriverà per San Marino la necessità di ridefinire l’assetto economico del Paese e, con esso,
ridefinire i rapporti con gli altri Stati. Per questo motivo è fondamentale essere preparati e ben consci di ciò, a
tutti i livelli, ognuno nel proprio campo. La politica dovrà fare la propria parte, cercando di identificare al
meglio quali sono le peculiarità nazionali da salvaguardare a tutti i costi e, nello stesso tempo, come trasformare
una necessità di maggior integrazione in nuove opportunità; aggiornare cioè e agevolare la legislazione interna
per consentire agli operatori e ai cittadini di poter usufruire dei vantaggi che offrirà l’integrazione europea, ma
anche ridurre al minimo gli scompensi che inevitabilmente tale integrazione porterà con sé – perché nulla è a
costo zero, niente ci verrà regalato - svolgendo quella funzione di guida che istituzionalmente è chiamata a
svolgere. Sono certo che l’Aula comprenderà il senso di tutto ciò e non farà mancare il suo appoggio. Da parte
della Segreteria di Stato e del Governo l’impegno per favorire tutto questo sarà da subito incentrato sul far sì
che la Direzione degli Affari Europei insieme alla Missione di Bruxelles possano coinvolgere in un lavoro
permanente il Comitato tecnico e poi, secondo una dinamica a cerchi concentrici, tutti i settori della gestione
dello Stato fino a toccare tutti gli aspetti della vita economica e sociale del Paese.
Venerdì 15 gennaio si è svolto a Bologna un incontro importante con la presidenza della Regione Emilia
Romagna, la Giunta e una delegazione del governo sammarinese, l'incontro è stato molto positivo e costruttivo.
La Regione ha inserito San Marino in tutti i piani strategici e operativi che sta mettendo in atto. San Marino
darà tutto il suo apporto ai tavoli tecnici aperti, c'è disponibilità a tutti i i livelli per cercare l'integrazione e
darne comunicazione ai cittadini.
Altro tema che vorrei toccare è il terrorismo internazionale. Il nostro Paese tramite Interpol e i collegamenti con
le forze di polizia continua l'opera di monitoraggio e ha continuamente informazioni su tutti i movimenti delle
persone sotto attenzione. Si è predisposto infine un corso di formazione per le nostre forze di polizia proprio sul
terrorismo internazionale”.
Simone Celli, Ps: “Intendo riferire al Consiglio Grande e Generale che poco prima della seduta mi sono recato
presso le loro Eccellenze per formalizzare la decisione di dimettermi dal gruppo consiliare del Partito socialista
per assumere il ruolo di consigliere indipendente. Le motivazioni di questa scelta sono ampiamente note,
ringrazio i colleghi consiglieri del Ps per la collaborazione avuta in questi anni”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Il 17 ottobre Gabriele Gatti è stato arrestato. A 3 mesi da questo evento, che seguiva
l'arresto di Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi, vanno svolte alcune considerazioni. Ci sono date che rimangono
nella storia per il semplice fatto che cambiano, volenti o nolenti, le cose. Ad esempio il 28 luglio si festeggia la
caduta del fascismo, il 25 marzo l'Arengo. Sono date che, per quanto a volte non percepite immediatamente
come discriminanti, segnano un prima e un dopo: il prima sono stati i 30 anni di golpe morbido che ha
devastato la Repubblica, in cui le persone peggiori avevano la strada spianata, in cui la politica faceva solo
interessi personali dei capibastone, corrompendo, riciclando, facendo clientelismo sfrenato e insomma
devastando culturalmente un interno paese. Il dopo è il paese che verrà, quello del risveglio dopo l'incubo in cui
in tantissimi si erano assopiti, quello in cui i delinquenti, invece di venir sostenuti e coperti, invece di venir
considerati furbi, scaltri, "gente che ha capito come si fa", vengono considerati dei poveracci, sbeffeggiati,
additati come esempio di lerciume, considerati giustamente come zecche, come sanguisughe responsabili dei
problemi e dei disagi che nel frattempo sono sorti.
C'è sempre chi accoglie il cambiamento da subito, e c'è chi il cambiamento cerca di frenarlo, o di limitarne la
portata, magari pensando di poter semplicemente sostituire il passato con se stesso, non cogliendone la portata
storica e considerando che nulla possa cambiare in un sistema oliato di cui è parte integrante. Le resistenze ai
cambiamenti partono da qui dentro, dei vertici della politica, dell'amministrazione, delle associazioni di
categoria, dell'economia. Vengono da chi in quei trent'anni ha beneficiato del sistema capitanato e rappresentato
da Gabriele Gatti.
Le logiche che hanno governato il modo di fare politica nel trentennio sono tutt'altro che relegate alla storia.
Si deve ancora fare i conti con quello che è stato, e quei conti li si potrà fare solo quando quest'aula riuscirà a
riconoscere il giusto peso di quanto accaduto il 17 ottobre.Per ora si è minimizzato, si è sorvolato, e la politica
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continua a destreggiarsi tra nomine di parte nelle banche come in PA, perseverando nella logica della
lottizzazione. Continueranno ancora, cari concittadini, cercheranno di difendere l'indifendibile, cercheranno di
fingere che nulla sia accaduto, ma perderanno. Perderanno perché il 17 ottobre 2015 non è un incidente di
percorso ma una data spartiacque, di quelle che cambia la storia, e chi resiste ai cambiamenti della storia viene
semplicemente cancellato dagli eventi, reso superfluo, un residuo che si spegne lentamente. Mancano gli ultimi
3-4 anni, quelli del cambiamento più radicale. Per velocizzare la fine di questa nera e critica fase della nostra
storia dobbiamo fare i conti con la storia degli ultimi decenni, condannare energicamente non solo i reati ma
anche le prassi del tempo, perché non si può vincere un nemico se non prima riconoscendolo chiaramente. Per
questo motivo, dentro un consiglio in cui il governo non c'è più, in cui i Segretari di Stato si ostacolano facendo
fuoriuscire nomine segrete per bruciare i colleghi, in cui ogni gruppo rema per creare le condizioni per il suo
collocamento del dopo legislatura, quando finalmente si riconoscerà che il paziente è morto, e a nulla serve
tentare di rianimarlo... per questo motivo, dicevo, presentiamo alcuni ordini del giorno che riteniamo necessari
per riconoscere il passato e porre dei rimedi per lasciarcelo finalmente alle spalle.
Probabilmente non verranno nemmeno discussi prima della fine della legislatura, e se verranno discussi non
abbiamo dubbi che verranno bocciati. Lo facciamo a memoria di chi verrà.
Il primo ordine del giorno propone di istituire la data del 17 ottobre come festa della rinascita, affinché non ci si
dimentichi dell'importanza della stessa.
Il secondo ordine del giorno propone di introdurre il divieto di usare, in simboli e loghi di partiti e movimenti
sammarinesi, icone, simboli, ritratti del patrimonio culturale comune del paese. Abbiamo purtroppo dovuto
constatare come l'immagine del Santo Marino sia stata utilizzata da personaggi senza scrupoli, che se ne sono
impossessati, per ingannare tanti concittadini in buona fede.
Il terzo ordine del giorno propone l'istituzione di una commissione che valuti le posizioni dei singoli dirigenti
della Pubblica Amministrazione e di tutte le società partecipate dallo Stato, affinché si possa individuare chi nel
corso degli anni è stato introdotto in posizioni di rilievo con il solo scopo di garantire l'impunità dei membri
dell'associazione a delinquere (come conferma la magistratura proprio nel mandato di arresto di Gatti),
facilitare e rendere possibili aggiramenti delle norme, fungere da collettori del voto di scambio.
Il quarto ordine del giorno impegna il governo e l'aula a legiferare urgentemente per introdurre una modifica ai
termini di prescrizione per i reati contro il patrimonio e contro lo Stato, affinché il periodo attualmente previsto
per le prescrizioni abbia inizio solo dal momento in cui il reato viene scoperto, e non più dal momento in cui il
reato è stato commesso. Chi si è volontariamente macchiato di condotte odiose deve pagare i suoi debiti col
paese.
Il quinto e ultimo ordine del giorno, richiede che venga finalmente introdotta una definizione chiara di cosa sia
il conflitto d'interesse. Assistiamo oggi, infatti, a consiglieri che da una parte sono costituiti parte civile, come
membri delle Istituzioni, contro i rinviati a giudizio per i processi in corso, e dall'altra difendono gli stessi
imputati, magari attaccando le istituzioni stesse”.
Matteo Zeppa, Rete: “Di recente, la Direzione distrettuale antimafia di Roma e la Gdf hanno portato alla luce
altri legami tra camorristi e San Marino, l'ennesimo episodio di trame sordide che utilizzano il nostro Paese
come bancomat del riciclaggio. Cià è avvenuto senza che i segretari di Stato abbiano fatto un'analisi degli
episodi della storia recente. E' arcinoto quanto fossero consolidate le amicizie dei consiglieri di un certo Livio
Baciocchi, recentemente condannato per l'indagine sulle mazzette nei cantieri. Questo esecutivo nicchia e presta
attenzione a queste vicende solo se si trova sui media d'oltre confine. C'è tutta una sequenza di amicizie
ramificate che qui sono identificare con la vecchia legislatura, risalente ad appena tre anni fa. Poi c'è il
segretario Mularoni che in diretta televisiva si augura che non si raggiungano le firme per il referendum contro
la variante di Rovereta. Poi ci sono le parole del segretario Iro Belluzzi che accusa il comitato promotore di
essere contro San Marino. Sono disgustato e affranto da quello che esce dalle vostre bocche, per la capacità di
esprimere concetti antidemocratici in osceni interventi pubblici. Ogni singolo progetto deve essere spiegato e
condiviso non solo in quest'Aula ma con la cittadinanza. Molti di voi, segretar,i vi ritenete superiori e migliori
dei cittadini. Non so che idea di Paese vi siate fatti, andando incontro a Iro Belluzzi, presentiamo un Ordine del
giorno, evidenziando il fatto che tutto quello che riguarda la creazione di posti di lavoro è giunto a una
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drammatica attualità, 'Il Consiglio Grande e Generale impegna il congresso di Stato a predisporre, nella prima
seduta utile, un dibattito consiliare in cui dovranno emergere dati e indicazioni per la tutela della cultura del
lavoro e dei lavoratori'. Sfido quindi Belluzzi a venire a parlare di lavoro nella prima seduta pubblica
consiliare, se ne ha capacità”.
Mimma Zavoli, C10: “ Mi chiedo dove vivete. Se vivete in questo Paese vi accorgerete che le aziende dei
sammarinesi chiudono e non riescono più a reggere una crisi che dura da 7 anni. Vi sareste accordi che il
tessuto commerciale periferico è al collasso e che buona parte dell'impresa sammarinese chiede risposte in
termini di progettualità e che il lavoro da fare è a 360 gradi, non spezzettato in comparti, uno per segretario.
Quando un progetto non lo si ha, non si può fare altro che seguire l'urgenza senza governarla. I disoccupati sono
in crescita, le risposte date, fatte di sgravi e incentivi, sono limitate e non sono efficaci. Vi siete presentati come
coalizione delle meraviglie, vi ricordo che non state amministrando un condominio, ma un Paese. Pochi giorni
fa la Polizia civile ha registrato una forte carenza di organico. Un'amministrazione normale, dopo
prepensionamenti selvaggi e i blocchi delle assunzioni, lo avrebbe previsto e posto un rimedio, ma non è il
vostro progetto. E il corpo della polizia Civile non è l'unico in questo stato. Serve una dote di cui il governo è
carente, il coraggio di fare scelte. Il segretario Mussoni riesce sempre a dare colpa dei suoi disastri ad altri, ma
ricordo che lui ha perso due referendum, ha avuto una mozione di sfiducia e si è dovuto rimangiare l'articolo 48
sulle indennità. Fossi in lui mi farei un esame di coscienza. Siete un governo dissociato che non sa leggere le
urgenze e i bisogni del Paese, litigioso, che non trova una sintesi con la sua maggioranza, ci porterete sempre
più in basso”.
Nicola Selva, Upr: “Sul lavoro, concordo con chi dice che per crearlo non bastano incentivi e sgravi fiscali.
Bisogna riportare le aziende a vendere in Italia e serve, fare accordi. Sanità: preoccupa la decisione del
professore Marinelli dell'Iss di andare in aspettativa. La fuga di medici ci preoccupa e sta provocando tensioni,
chiediamo cosa sta succedendo in questo ambito. Sembra che qualcosa non funzioni più come dovrebbe.
Sarebbe poi opportuno conoscere come e perché sono stati trasferiti dei locali dove si svolgono attività dell'Iss e
a questo proposito abbiamo presentato interpellanza. Quindi la sicurezza: nonostante il lavoro quotidiano dei
nostri agenti, devono avere aiuti, rinforzi e mezzi, non solo risorse umane ma anche economiche, per svolgere
in maggiore sicurezza il proprio compito”.
Tony Margiotta, Su: “La percentuale dei disoccupati resta troppo alta nel Paese, le aziende non riescono a
creare ricchezza e non ci sono gli impulsi necessari per aprire nuove aziende, non si riesce a invitare
imprenditori dall'estero. Siamo contenti che l'Outlet di Serravalle abbia potuto aprire, ci auguriamo possa
attirare visitatori da oltre confine e che crei indotto, ma non è questa la soluzione. Qualcuno prima di me ha
parlato di accordi, la soluzione è anche il coinvolgimento di tutte le forze e degli attori, è questo l'atteggiamento
che auspico per il nuovo anno nei confronti dell'opposizione. E' con la condivisione che si possono raggiungere
obiettivi. Altro settore in cui devono esserci interventi chiari e immediati è quello dell'Iss e dell'ospedale. Sono
preoccupato come consigliere della Repubblica, e lo è l'intera comunità, per la nostra istituzione che garantisce
lo stato sociale e la possibilità di avere eccellenze in ambito medico e di prevenzione per la nostra salute”.
Elena Tonnini, Rete: Sulle dimissioni di Marinelli e sullo stato dell'Iss sarebbe opportuno ricercare delle
rassicurazioni da parte del segretario di Stato. Anche sulla comunicazione del trasferimento di alcune attività
all'Azzurro. Nonostante il prezzo conveniente dell'affitto, la questione è da tenere in considerazione a causa di
intrecci societari e soci occulti. Nella Sogesam, società con cui il direttore Caruso stipulerebbe un contratto a
nome dell'Iss, pare che ci siano soci occulti noti e già sotto indagine giudiziaria. Poi Titan Strade, anch'essa con
proprietà dentro l'Azzurro. Questi affitti si inseriscono nella difficoltà nei pagamenti di utenze da parte della
società che gestisce Azzurro, di cui è testimonianza la risposta avuta dalle nostre interpellanze, in cui si parla di
debiti per una cifra superiore al milione di euro. Noi non saremmo contrari allo spostamento, se l'Iss non offre
altre soluzioni al trasferimento dei servizi, a patto che lo Stato non rinunci al debito della società che gestisce
l'Azzurro, facendo leva magari attraverso pignoramenti. Auspichiamo un riferimento da parte del segretario di
Stato sull'allontanamento di Marinelli e se dobbiamo aspettarci nuove prese di posizione, se ci siano indicazioni
per affrontare questa situazione e sul trasferimento dei servizi pubblici nel centro commerciale riteniamo sia
necessaria la massima chiarezza”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Il consigliere Zeppa a volte ricorda Faletti in 'Drive In',
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quando si trasformava nel personaggio del frate che si ribaltava dallo sdegno. Vengo accusato per aver
sostenuto in una conferenza stampa l'eliminazione di un certo modo di far politica legato solo alla distruzione.
Vorrei davvero che la politica svolgesse il confronto nella condivisione e non facendo azione di mero interesse
di parte, mettendo a rischio progetti di grande importanza e valenza di prospettiva e crescita e riconsegna di un
posto di lavoro. Quei settanta milioni di investimento speriamo vadano a dare respiro a tutto quel comparto che
ha sofferto maggiormente, ovvero il comparto dell'edilizia. Certo il referendum è un elemento fondamentale per
dare voce alla cittadinanza, ma spesso è utilizzato come strumento “contro” per misurare la tenuta del governo,
fregandosene su dove si va ad agire. Non avrei problemi ad accogliere l'Odg presentato da Zeppa, per un
dibattito sull'occupazione. Vorrei però svolgerlo nel momento in cui si ha contezza su quanto accaduto nel
2015. Il bollettino di statistica presenta i suoi dati trimestralmente, da marzo in poi, ma a quel punto sarà
superfluo perché il confronto verrà fatto già sulla riforma del mercato del lavoro. Non mancherò a fornire dati
alla stampa o a fare il punto sul 2015 e su quanto avviene nel 2016.
Non è Zavoli che siamo scollegati alla realtà, forse siamo molto più collegati al Paese e sappiamo cosa è
necessario attuare per dare garanzie di sostenibilità. Certe dichiarazioni date con una veemenza tipica da diretta
radio vanno respinte”.
Francesco Mussoni, Segretario di Stato per la Sanità: “Sul dottor Marinelli, è una figura che ho ringraziato
quando mi ha detto di voler richiedere un’aspettativa per motivi personali, e lì si è fermato. Questo è quanto
accaduto. Succede, fra datore di lavoro e pubblico dipendente. Rispetto all’Azzurro, ho sentito parole che mi
hanno fatto anche piacere. E’ un trasferimento temporaneo, per praticità ed economicità della scelta. Lì ci sono
funzionalità e parcheggi. Era l’unica soluzione possibile. Il grezzo dell’ospedale necessita di un intervento più
strutturale di quanto si possa pensare. Il debito delle utenze sono partite che vanno chiuse. Ci sono accordi in
essere con l’Azienda dei servizi. Non è mia competenza comunicare questo tipo di accordo. Chiedo di evitare
che alla cittadinanza, sui servizi sanitari, si trasmetta una tensione e una paura che fa male in generale all’Iss,
che è patrimonio di tutti i cittadini”.
Andrea Zafferani, Civico 10: “Sui media è stata evidenziata una difficoltà del centro sanitario di città per la
mancata sostituzione di un medico. C’è difficoltà a gestire i pazienti. La spending review mostra difficoltà
rispetto alla garanzia dei servizi minimi alla cittadinanza. Rispetto alle mancate sostituzioni nel Servizio
Antincendio della Polizia Civile, il governo ha fatto scena muta in questo comma comunicazioni. Ciò non fa
ben sperare. Vorrei dei chiarimenti. Riguardo all’Iss, Mussoni minimizza certe questioni dicendo che non ci
sono contraccolpi per i servizi. Lui e la direzione dell’Iss non hanno citato come elemento causante le
problematiche la questione della libera professione. Ma lo hanno fatto altri Segretari di Stato. Un commento
sulla conferenza stampa del governo di fine anno. Sono andato a vedere i report dei servizi dei 2 anni precedenti
e ho trovato le stesse parole. Nel passato, anzi, ho notato qualche riferimento specifico in più. Quest’anno il
governo ha fatto lo stesso esercizio di magnificenza che fa tutti gli anni, dicendo che l’anno futuro è quello
della svolta. Questo Congresso di Stato è a fine corsa. I dati mostrano che la disoccupazione cresce. Il dramma
è quello di un governo che pensa di essere unico e insostituibile, depositario delle uniche ricette che possono
rilanciare il Paese. Ma non fa niente”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Dopo gli ordini del giorno consegnati è necessaria qualche considerazione. Alcuni
sono assurdi. La questione del simbolo non tocca solo la Dc, ma anche Ap. Poi la festa della rinascita. Un
simbolo è un valore, tocca la tradizione del nostro Paese e porta in sé una carica di storia e valori molto
importante. Non ho mai visto consiglieri di Rete partecipare in Pieve alla cerimonia della Reggenza. Vietare dei
simboli è dittatura. La libertà di esprimersi è fondamentale per tutti. Non è negando, ma confrontandosi senza
paura, che le cose si cambiano. La Dc in quel simbolo tiene dentro una storia di 68 anni, con cose negative che
non nascondo, ma anche positive, portate al Paese da questo partito. Ciò non si può negare. C’è chi ha
sbagliato, chi ha tradito, e chi si sente tradito. Negare e nascondere è dittatura. Voi portate disgregazione
mettendo gli uni contro gli altri”.
Grazia Zafferani, Rete: “Apro una parentesi, dico a Ciavatta che dovrebbe essere la Chiesa a impedire che
vengano strumentalizzati i Santi. La chiesa è apartitica. Lei rappresenta un partito. La gente a casa avrà capito il
valore delle sue parole in questo momento. Mi rivolgo ai consiglieri di maggioranza e ad alcuni di opposizione.
Si può essere contro la mafia e la violenza sulle donne, il terrorismo, la fame nel mondo, usando la parola
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'contro'. Ma la contrarietà deriva da un rifiuto da modi che non sono in linea con il proprio modo di vivere. In
questi anni la contrarietà di un modo di agire espressa dal mio movimento è stata strumentalizzata da chi non
accetta critiche, nonostante dimissioni per rinvii a giudizio. Il governo non accetta la contrarierà espressa dal
mio movimento e altri esponenti di opposizione. Scusate se la disoccupazione è aumentata. Scusate se organi
come il Greco segnalano che un conto è fare leggi contro la corruzione, altro è applicarle. Belluzzi, noi un’idea
Paese ce l’abbiamo. Grazie”.
Comma 9.
l’art.1
della Legge n.100/2012, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la
violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica fatta a Istanbul l’11 maggio 2011/ratificata
all'unanimità.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “La convenzione è stata firmata il 30 aprile
2014 da San Marino. Il 16 dicembre 2015 la commissione consiliare ne ha preso atto. Il 25 novembre la
Reggenza ha fatto un’udienza nella quale è stato possibile celebrare la Giornata della violenza contro le donne.
Abbiamo approfondito le tematiche connesse con la convenzione. Deve essere motivo di soddisfazione per tutto
il Consiglio procedere a questa ratifica”.
Mariella Mularoni, Pdcs: “A nome del Pdcs esprimo soddisfazione per la ratifica. E’ un atto importantissimo.
Il Consiglio si impegna a misure concrete per contrastare la violenza contro le donne. Attendiamo che la legge
di attuazione della convenzione arrivi alla fine del suo iter in tempi brevi. Oltre alla legislazione dovrà avvenire
un cambiamento vero sulla manualità, una svolta che parta dal tessuto sociale e politico, dalla scuola. La
rivoluzione deve essere culturale e partire dai giovani”.
Enrico Carattoni, Psd: “Esprimo il sostegno e la soddisfazione del mio gruppo consigliare a favore della
ratifica di questa convenzione. Era ora. San Marino deve dimostrare quanto è importante essere in prima linea
in queste battaglie che danno il senso di civiltà di una nazione”.
Maria Luisa Berti, Noi Sammarinesi: “Finalmente ci apprestiamo a ratificare il testo, ci saranno adempimenti
legislativi conseguenti, esprimiamo favore e soddisfazione”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non è il termine di un percorso, ma l’inizio di una nuova sfida in cui dobbiamo
mostrare a noi e all’organismo a cui presentiamo la ratifica che siamo in grado di osservare quanto scritto.
Questo è un passo nella direzione giusta”.
Mimma Zavoli, Civico 10: “E’ un passaggio molto importante, averlo fatto seppur con un po’ di ritardo deve
segnalare che questo gruppo decidente è stato in grado di trovare una sintesi su una tematica di una rilevanza
estremamente forte. E’ importante che ai concetti espressi si affianchino delle attività. Le forze dell’ordine
necessitano di strumenti, oltre che di personale che possa agire in questo contesto. I dati dell’Authority parlano
chiaro, non siamo esenti da grandi problematiche alle quali spesso partecipano anche i minori”.
Francesca Michelotti, Su: “Arriviamo un po’ in ritardo alla ratifica. La firma San Marino l’ha apposta il 30
aprile del 2014. Ci sono stati circa due anni di attesa. L’appuntamento è comunque importante, è storico per
noi. Finalmente le caratteristiche, le prescrizioni di questa norma entrano nel nostro apparato giuridico. Adesso
non ci possiamo nascondere dietro nulla. Il fenomeno è sempre stato soffocato, un po’ dalla vergogna e da un
malinteso senso dell’unità familiare. Il problema sarà quello delle risorse, come sempre. Dobbiamo essere
capaci di dare una risposta economica per sostenere questa battaglia”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Questo cammino che oggi porta alla ratifica è iniziato nel Paese dal 2007, da 9 anni,
quando il governo di allora prese consapevolezza della necessità di adeguare il nostro ordinamento ad un
argomento alla ribalta a livello internazionale, mentre noi eravamo piuttosto indietro. Abbiamo fatto passi
significativi su questo terreno da diversi anni avendo introdotto norme e organismi a presidio di un tema che ha
levato le coscienze dei sammarinesi. C'è stato un impegno culturale e di azione molto importante. Servono le
buone intenzioni, ma sopratutto le buone pratiche. E' stata fatta formazione a vari livelli, le forze dell'ordine
hanno fatto formazione dai primi momenti in cui si sono stabiliti organi a tutela delle donne e dei familiari, sia
nella violenza contro le donne che quella domestica. Visto che ratifichiamo la convenzione, vorrei fare un
discorso più pratico su quanto scritto nella relazione, in cui si dice che ci sono lacune nell'ordinamento che
vanno colmate. Sarebbe stato opportuno per il Consiglio Grande e Generale sapere quali sono gli ambiti in cui
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dobbiamo ancora intervenire. Altra osservazione: noi con la riforma Pa nel Dipartimento Affari esteri abbiamo
istituito un punto di riferimento per la verifica di conformità degli strumenti internazionali, qui si cita
l'avvocatura dello Stato, ma credo il compito spetti agli Esteri. Ovviamente noi anche a nome di Ap voteremo a
favore”.
Milena Gasperoni, Psd: “Voglio associarmi alla soddisfazione espressa dai consiglieri prima di me. Vorrei
fare però anche un passo avanti. Il tema della violenza delle donne e di genere è un tema su cui non bisogna
abbassare la guardia. La convenzione Instanbul è primo trattato internazionale che riconosce violenza contro le
donne come violazione diritti umani, noi qui non ci apprestiamo solo a ratificarla, me lo auguro. Ci impegniamo
con la ratifica a rendere effettivi i disposti previsti dalla convenzione. In parte sono stati già recepiti, qualche
altro passaggio dovrà essere fatto. Il nostro Partito ha fatto proposte: dotare la Commissione pari opportunità di
una piena autonomia operativa e finanziaria, di una sede, e del supporto amministrativo da parte del
dipartimento di Giustizia. Mi risulta poi che dal primo gennaio il centro per l'ascolto non possa più usufruire
della convenzione con la psicologa e mi auguro sia al più presto ripristinato questo servizio. Preme che questa
convenzione sia effettiva con la dotazione di tutti gli strumenti necessari affinché questo lavoro non finisca con
la ratifica di oggi”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato, replica: “La ratifica della convenzione non arriva come un fulmine a
ciel sereno ma a seguito di un percorso avviato con la legge del 2008 che ha introdotto le normative in materia.
La Convenzione è stata adottata nel 2011, tre anni dopo, quindi quando si parla di ritardo, non so a cosa ci si
riferisca. Il consigliere Ciavatta ha ricordato che nella relazione si dice che il primo vaglio è stato fatto
dall'Avvocatura dello Stato. Ma la presentazione di un progetto di legge che introduce nella nostra normativa
quello che manca è stato fatto dalla Direzione Affari giuridici del Dipartimento Affari esteri. L'Authority ha
fatto un lavoro importantissimo, una maggior autonomia operativa e maggiori risorse gli vanno attribuite
perché possa svolgere tutti i compiti che la legge gli affida”.
San Marino, 18 Gennaio 2016/01