Nothing`s ever built to last.

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Nothing`s ever built to last.
Nothing's ever built to last.
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Tales from another broken home. di Becky2000GD
Era rimasto solo. Solo al mondo, non aveva più nessuno.
Non si trattava minimamente di disagio adolescenziale, né dell'intrinseca
essenza della solitudine che alberga dentro ogni umano, nel proprio
essere e nella propria mente. Era una cosa più seria ormai.
Aveva realizzato tante cose ... così tante durante tutta la sua carriera
lavorativa! Aveva tanti fans, innumerevoli CD venduti nel corso degli anni.
E quanti concerti aveva suonato, con la sua band?Aveva conosciuto la
maggior parte dei suoi idoli, persone famose con cui aveva avuto modo di
lavorare a diversi progetti, e ognuno di quelli era stato un successo
indiscusso. Recitava nei film, come aveva sempre voluto...
E che dire della sua famigliola? Anche qui la situazione era perfetta, così
tanto che- chi non lo conosceva -non poteva semplicemente credere che
una tale pace potesse esistere sulla Terra. I suoi figli si adoravano
reciprocamente, e sua moglie bruciava d'amore per lui da quando, in una
lontana sera degli anni '90, a Minneapolis, lo aveva conosciuto dopo un
concerto.
Quell'uomo aveva proprio tutto! Era sposato da tanti anni con una donna
che lo accudiva, coccolava e lo desiderava, aveva due figli adorabili e
ormai grandi, che avevano scelto il loro percorso e stavano percorrendo
entrambi le loro strade: due giovani vite, ma già colme di successi. Il più
grande dei suoi figli suonava la batteria in una band piuttosto famosa a
Berkeley, mentre il secondogenito si dilettava suonando e registrando
qualche canzone di tanto in tanto. Riusciva perfino a trovare il tempo da
dedicare allo skate, come Steve, suo zio da parte di madre.
E che diamine, direte voi, che cosa mai si potrebbe pretendere di più?
Questo tizio dava davvero l'impressione d'avere conquistato qualsiasi
cosa nella sua vita. Era il tipico stereotipo vivente, quello di colui che ha
così tanto da non potersi permettere neanche più un briciolo d'infelicità.
Ciò che la gente non sapeva- e che con tutta probabilità non sarebbe
neppure mai e poi mai stata in grado di comprendere -era che l'unica
cosa di cui sentiva la profonda mancanza era proprio quella che
desiderava di più al mondo. Ma che mai e poi mai, e per nessuna
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ragione, sarebbe più riuscito ad avere.
Il suo piccolo universo era improvvisamente crollato: tutto quello che era
stato costruito aveva perso ormai ogni sapore, ogni colore. Non sentiva
più profumo di vita nell'aria, dopo quel tragico avvenimento...
Billie Joe scoppiò in una fragorosa risata, quasi isterica. Copiose lacrime,
bollenti e salate, scendevano lungo le gote dell'uomo, mescolandosi al
sudore gelato che gocciolava addirittura dall'attaccatura dei capelli fino al
mento. Lunghe ciocche nero corvino erano appiccicate alla pelle chiara
del viso.
-Che cazzo...
Mormorò improvvisamente, ancora con quel espressione di terrore misto
a un insano divertimento, mentre con lo sguardo smarrito fissava il mare.
-Maledetto!
Gridò subito dopo.
-Che tu sia maledetto... brutto idiota.
Aggiunse ancora, talmente nervoso e colmo d'ira che neppure si rendeva
conto di ciò che diceva.
-Perché ... perché mi hai fatto questo? Eppure lo sapevi. Io avevo ...
Si fermò a metà frase, in preda a singhiozzi rumorosi e disperati, mentre il
vento gli stropicciava la camicia nera e gli altri indumenti. Aveva smesso
di ragionare, non riusciva neanche più a parlare, a seguire un filo logico
nella propria mente. Faticava a trovare le parole giuste che gli
permettessero di continuare. Gli passavano sulla punta della lingua solo
un'infinità di offese ingiustificate, e di insulti pesanti, seguiti da una lunga
serie di scuse che non avrebbe mai pronunciato. Si infilò le mani in mezzo
ai riccioli mori, prese fiato.
-Io avevo maledettamente bisogno di te! Cazzo, se ne avevo!
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Urlò infine.
Il sole stava ormai tramontando e, come sempre, quello era uno
spettacolo mozzafiato. Si trovava per l'ennesima volta in quella che era la
loro spiaggia segreta. Là la gente non ci andava, non sapeva neanche
dell'esistenza di quel paradiso in Terra. La luce di un color rosso aranciato
si infrangeva sull'acqua blu del mare e creava un contrasto di colori
incredibile.
Quanto avrebbe voluto condividere quel momento con Lui, ancora
con Lui ... sarebbe bastata un'ultima volta, una soltanto! Voleva solo dirgli
addio, voleva ... voleva tutto, e allo stesso tempo non voleva niente.
Desiderava tornar indietro, cancellare tutto quello che c'era stato. Se solo
avesse potuto aggiustare le cose ...
-No ... non lo fare, amore. Ti prego! No ... torneremo indietro nel
tempo. Io non so come, né dove, ma noi lo faremo. Lo faremo
assieme. Azzereremo tutto quanto: abbiamo creato il nostro
personale impero, in questi anni! Ma nulla vale la sofferenza che
abbiamo provato ... e io lo so bene cosa senti nel petto. Per
favore, ti prego! Farò di tutto, quello che hai sempre voluto,
sempre desiderato! Andremo lontano, non ci troveranno più. Sarà
come se nulla fosse mai accaduto! NULLA È MAI STATO
COSTRUITO PER DURARE, MIKE! Ascoltami, per pietà!
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Ripensava a tutto quello che gli aveva gridato, da qualche metro di
distanza. Billie si sentiva immensamente stupido, colpevole ... un
bastardo di prima categoria. Perché gli era stato vicino per anni ed anni e
non aveva mai davvero intuito quanto Michael stesse soffrendo.
Sapeva che quella loro storia non poteva continuare così, non per
sempre. Qualcosa prima o poi sarebbe dovuto succedere. Tuttavia, lui
non aveva le palle per far niente. Non le aveva mai avute. Si divertiva a
fare il ragazzaccio, quando infondo non c'era poi tanta sostanza in lui.
Non era neppure riuscito a curare il cuore di Mike ...
Quei baci rubati, quegli abbracci quando nessuno li poteva vedere ...
erano costretti a rubare istanti di intimità da una vita. Anche solo andar a
guardar assieme quei tramonti tanto belli in spiaggia era difficile. E tutto
era cominciato per colpa sua: perché si era sposato? Perché
improvvisamente lo aveva fatto, così, trascurando qualunque cosa, Mike
compreso? Nel suo cuore sapeva che lui non l'avrebbe mai e poi mai
accettato, se lo sentiva. Lo aveva intuito fin dal primo istante.
-Sono il peggior stronzo del mondo, Mike. Lo so. Ricordo ancora la tua
espressione quando ti comunicai che stavo per cominciare la mia vita con
Adie ... accidenti, Amico. Stavi ... per piangere. Eppure ti sei comunque
congratulato con me...
Il senso di colpa e la rabbia erano talmente tanto grandi, che quasi non si
sentiva in grado di gestirli. Si strappò via una ciocca di capelli, gemendo
allo stesso tempo. Quanto sembrava bello ora il dolore fisico, l'unico in
grado di fargli trascurare anche solo per pochi secondi la profonda
sofferenza interiore.
-Potessi morire, qui ed ora, se solo servisse a farti capire quanto ti ho
sempre amato! Non ho mai saputo spiegarti perché ho deciso di fare
alcune cose, non so dirti il motivo neppure ora. Ma... oh.
Si fermò nuovamente e prese a stropicciarsi gli occhi, che tanto
bruciavano.
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-Potessi morire ... potessi morire, se soltanto questo potesse rassicurare
la tua anima e farti credere finalmente che ci sei sempre stato tu e tu
solamente nel mio cuore!
Mentre diceva ciò invocava a gran voce lo spirito dell'altro e si graffiava le
guance, rigandole di sangue. Si limitava a questo, sì, ma solo perché non
aveva l'audacia necessaria a passare a gesti più estremi. Ma avrebbe
voluto strapparsi gli occhi, infilarsi una mano nel petto e portare il suo
cuore lontano dal corpo. Il suo unico scopo, era quello di spegnersi a sua
volta, di esalare un ultimo respiro nello stesso luogo in cui l'aveva fatto
anche il suo grande amore.
Da lì dov'era, continuava a fissare quel punto, quello là in cima, dove
stavano seduti l'ultima volta. Si alzò velocemente in piedi e risalì dalla
riva, camminando per tutta la spiaggia dalla sabbia dorata. Pian piano,
raggiunse la collina di terra e arrivò alla vetta del promontorio. La vista lì
lo spiazzava, ma i ricordi erano più forti di tutto, anche della gioia che si
può provare di fronte a un così bel panorama.
Tremava di freddo: era tutto un incubo, qualcosa che durava da tanto
tempo. Si mise sull'orlo dello strapiombo, fissando il mare. "Sparisce tutto
là sotto", pensò l'uomo, "Sparisce, e non si ritrova mai più."
Negli occhi ancora gonfi e colmi di lacrime abbondanti, si leggeva un
indecifrabile dolore. Tirò fuori dalle tasche della giacca di pelle nera un
flacone di antidepressivi e, tolto il tappo bianco, lasciò cadere sul palmo
della mano destra una manciata di pillole. Tutte quelle rimaste ...
Aprì la bottiglia di birra che si era portato fin lassù e, dopo averne preso
un sorso, buttò giù le pillole. Ancora un altro sorso di birra... aveva la gola
dannatamente secca. Tutta colpa del pianto, accidenti. E quelle piccole
bastarde non andavano giù facilmente.
Billie si sedette, lì dove la terra della collinetta finiva e l'aria salmastra
abbracciava i ciuffi d'erba che sporgevano. Con le gambe che
penzolavano nel vuoto, chiamò ancora una volta Mike, sperando che
fosse tutta una brutta storia e niente più.
Che ne sapeva lui,che non era solo uno scherzo? Uno scherzo che durava
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da un anno, era possibile! D'altronde come poteva essere che in un anno
non avessero ancora ritrovato il cadavere di un uomo che, davanti a lui, si
era gettato in mare proprio da quel punto? Suvvia, era uno scherzo!
Mentiva a se stesso, raccontandosi la più classica delle frottole, quella
secondo cui, se Mike si fosse davvero suicidato, in seguito il suo corpo
privo di vita sarebbe stato rinvenuto da qualche parte. Eppure il bassista
si era gettato eccome dal promontorio, finendo proprio là sotto, in mezzo
agli scogli acuminati, dove onde salate e schiumose si infrangevano
quando il mare era agitato.
Un brivido percorse la schiena di Billie Joe. Si chiese, per l'ennesima volta,
che cosa dovesse aver provato Michael quando si era buttato in preda
alla disperazione più nera e profonda.
-Lui aveva sempre avuto paura dell'altezza ... tanta paura.
Mormorò, come perso nei suoi pensieri.
Ricordò di aver sentito un tonfo, come di qualcosa che si schiantava
contro l'acqua e ciò che c'era sotto. Ma era terrorizzato, impietrito! Non
aveva avuto coraggio di avvicinarsi e vederlo ... NO! Perché non era vero!
Non poteva esserlo, semplicemente.
Billie in quella sfortunata occasione si era limitato a chiamar la polizia ... e
sparire. Almeno finché non era stato rintracciato e non gli era stata
chiesta la dinamica dei fatti. Lui aveva mentito, mentito su tutto, anche
sul perché era fuggito così. E, come se tutto il resto non fosse già stato
abbastanza, come se non fosse stata colpa sua, era addirittura stato
capace di spacciare la prematura morte di Mike come un'overdose finita
male. Sì, come la tipica fine di un musicista pazzo. Di sicuro quel dettaglio
non aveva reso onore all'altro.
Aveva tanto desiderato, comunque, che ritrovassero il cadavere del suo
Amico ... voleva vederlo un'ultima volta, toccarlo ancora ... sfiorare le sue
mani. Per tanto, troppo tempo, aveva immaginato come sarebbe stato.
L'avrebbe visto nella bara, vestito di tutto punto: una bella cravatta, una
giacca. I suoi capelli biondi perfettamente pettinati ... e ogni qualvolta
pensava a tutto questo, scoppiava in lacrime. Quando Billie riacquistava
un minimo di lucidità mentale, si rendeva conto che quel corpo si era
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effettivamente volatilizzato ... Michael era sparito, assieme alla sua storia,
al suo dolore. Era sparito, con tutto quel veleno in corpo, l'eroina di cui si
era fatto, prima di buttarsi da lassù, verso la fine.
Mike sapeva che quella sarebbe stata la loro ultima discussione, aveva
deciso tutto: era tempo di farla finita. Billie l'aveva capito quando l'Amico
aveva tirato fuori quella siringa, lunga ed appuntita e già pronta all'uso.
"Troppo tardi, Billie Joe ... dovevi renderti conto prima, di quanto fosse
depresso, avresti dovuto aiutarlo, maledizione." . Era il rimprovero amaro
e continuo che, per un lunghissimo anno, l'uomo si era fatto, giorno dopo
giorno.
Il bassista aveva lasciato un vuoto che niente e nessuno poteva colmare.
Lui era l'inizio e la fine, di tutto. Non avevano mai vissuto davvero una
storia, semplicemente si rendevano conto di quello che provavano l'uno
per l'altro, ed andava bene così ... o forse no. Forse non era mai andato
bene. Non per entrambi, quantomeno.
BASTA.
Era troppo ... tutto quanto era andato avanti per un tempo maggiore del
dovuto.
Mike era morto? Molto bene. A Billie sarebbe accaduto lo stesso. E chissà,
se buttandosi anche lui, avrebbe almeno provato le stesse cose che
aveva sentito il suo Amato, negli ultimi istanti.
La testa cominciava a farsi pesante a causa della birra e delle pillole, gli
occhi stanchi e arrossati si stavano pian piano chiudendo.
-Ti ho deluso ... lo so. In anni e anni, non ho mai avuto per te qualcosa di
più dell'amicizia, mentre sapevo bene che meritavi e necessitavi di altro.
Va bene così ... è finita. Ora so dove trovarti. Sei ancora qui. Arrivo da te
...
Sorrise, finalmente. Sorrise sincero, dopo tanto tempo. Con uno slancio,
forte e veloce, si gettò nel vuoto. Sembrava un baratro infinito. Nella
caduta, gli passarono davanti tutte le immagini della sua vita: quando
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aveva conosciuto Mike, i primi concerti degli Sweet Children, l'incontro
con Tré, il matrimonio con Adie, la nascita dei ragazzi ...e tutto quello che
c'era stato di importante. Si sentì libero, libero da tutto. Perché la Morta
per lui era una vera e propria salvezza.
-Finalmente!
Trovò perfino la forza di gridare, tanta era l'immensa gioia, talmente forte
e potente da battere ogni qualsivoglia genere di timore. Con le braccia
aperte, gli sembrò di volar e... fino allo schianto. Un rumore secco, veloce.
Neppure ebbe modo di accorgersene, non sentì nulla. Una chiazza di
sangue rosso e denso affiorò a pelo d'acqua, mentre il corpo, ormai
cadavere, ancora affondava nelle profondità di quel pozzo color blu scuro.
Chi l'avrebbe mai detto che la baia di San Francisco sarebbe stata la
tomba di entrambi quei ragazzi che avevano deciso di comune accordo di
viver la loro intera vita lì, proprio lì, a due passi da quel mare che
avevano sempre adorato?
E fu così che anche Billie Joe scomparve per sempre.
Tales from another broken home.
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