L`Unione dell`Europa Occidentale

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L`Unione dell`Europa Occidentale
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA
FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, ECONOMIA,
GIURISPRUDENZA, INGEGNERIA, LETTERE
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN
EDITORIA E COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE
-
INSEGNAMENTO DI ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE
PROF.SSA CRISTINA CAMPIGLIO
A.A. 2005/06
L'Unione dell'Europa Occidentale
di Matteo Verda
Indice
Sigle e abbreviazioni....................................................................................................... 3
1. Il Trattato di Bruxelles: quadro storico di riferimento .......................................... 4
2. Il Trattato di Bruxelles modificato: breve analisi del testo .................................... 5
2.1. Articoli 1-3............................................................................................................ 5
2.2. Articoli 4-7 e 10 .................................................................................................... 6
2.3. Articoli 8, 9, 11 e 12 ............................................................................................. 8
2.4. Riferimenti testuali ad altre organizzazioni internazionali ............................. 9
3. L'Unione dell'Europa Occidentale: storia e ruolo politico ................................... 11
3.1. Prima fase: dal 1948 al 1955 ............................................................................. 11
3.2. Seconda fase: dal 1955 al 1984 ......................................................................... 12
3.3. Terza fase: dal 1984 al 1991.............................................................................. 13
3.4. Quarta fase: dal 1991 ........................................................................................ 14
3.5. Il ruolo operativo ............................................................................................... 16
Sitografia ....................................................................................................................... 17
2
Sigle e abbreviazioni
CE
Comunità europee
CECA
Comunità europea del carbone e dell'acciaio
CED
Comunità europea di difesa
CEE
Comunità economica europea
CNU
Carta della Nazioni Unite
CPE
Cooperazione politica europea
NATO
North Atlantic Treaty Organization
ONU
Organizzazione delle Nazioni Unite
PESC
Politica estera e di sicurezza comune
PESD
Politica europea di sicurezza e di difesa
RFT
Repubblica federale tedesca
TB
Trattato di Bruxelles
TBM
Trattato di Bruxelles modificato
TUE
Trattato sull'Unione europea
UE
Unione europea
UEO
Unione dell'Europa occidentale
3
1. Il Trattato di Bruxelles: quadro storico di riferimento
Il fallimento della Società della Nazioni e le conseguenze della Seconda guerra
mondiale avevano decretato il tramonto del ruolo dei singoli Stati europei come
protagonisti indiscussi delle relazioni internazionali.
La creazione delle Nazioni Unite, il delinearsi di quella che sarebbe stata in seguito
chiamata Guerra fredda, il disgregarsi degli imperi coloniali, la minaccia comunista,
l'ideale di un'Europa unita e pacificata: su questo sfondo nuovo e complesso le potenze
europee dovevano ricostruire la propria sicurezza.
Gli alleati occidentali degli USA, prostrati dallo sforzo bellico, stavano cercando tra loro
un'intesa finalizzata a costituire un'unione difensiva, che riconoscesse l'interdipendenza
delle rispettive sicurezze nazionali.
Il loro intento si concretizzò nel Trattato di Bruxelles, siglato il 17 Marzo 1948. Con
esso, Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito si impegnavano a
promuovere, oltre alla collaborazione sociale, culturale ed economica, un esplicito
impegno per tutti gli Stati ad intervenire qualora uno di loro fosse stato attaccato
militarmente. Nacque così l'Organizzazione del Trattato di Bruxelles, che con l'ingresso
dell'Italia e della RTF diventò, nel 1954, l'Unione dell'Europa occidentale.
4
2. Il Trattato di Bruxelles modificato: breve analisi del testo
Il TBM consta di dodici articoli, preceduti da un preambolo di premesse di natura ideale.
Il suo testo è nella sostanza analogo a quello del TB, differendo, in seguito agli Accordi
di Parigi (1954), per l'aggiunta di un esplicito riferimento alla NATO e per alcune
modifiche di scarso rilievo.
2.1. Articoli 1-3
I primi tre articoli enumerano una serie di impegni generici assunti da parte degli Stati
firmatarî, sottolineando, almeno sulla carta, un impegno alla convergenza tra i
contraenti che trascenda la semplice dimensione militare e abbracci le diverse
dimensioni della progressiva integrazione socioeconomica tra gli Stati europei.
L'art. 1 prevede che gli Stati "organiseront et coordonneront leurs activités
économiques en vue d'en porter au plus haut point le rendement, par l'élimination de
toute divergence dans leurs politique économique, par l'harmonisation de leur
production e par le développement de leurs échanges commerciaux". L'articolo è
rimasto immodificato rispetto alla sua formulazione del 1948 e, pur coinvolgendo
soggetti parzialmente diversi rispetto alla fondazione della CEE1, è un primo sintomo
politico dell'emergere della consapevolezza della necessità di intraprendere un percorso
di progressiva convergenza tra gli Stati europei.
L'art. 2 esprime l'impegno degli Stati contraenti a far progredire e armonizzare gli
impegni nazionali in campo sociale, lasciando in questo modo intravedere la differente
declinazione dell'economia di mercato che divide le due sponde dell'Atlantico.
L'art. 3 è un riconoscimento dell'appartenenza ad una comune civilizzazione,
riconoscimento che può apparire sommamente scontato, ma che, alla luce della
minaccia sovietica e dei confini incerti che stavano dividendo in due non solo la
Germania, ma l'intero continente2, risultava di estrema attualità.
1
Significativo è il fatto che il Regno Unito, firmatario del TB, pur non figurando tra gli Stati fondatori
delle CE, si sia in seguito unito, a testimoniare la forza centripeta del processo di integrazione europeo.
2
Si pensi ad interi Stati, come Cecoslovacchia o la Polonia, che per secoli erano Stati parte integrante
dell'Europa non meno della Francia o dell'Italia e che per quasi cinquanta anni furono sottoposti a regimi
comunisti.
5
2.2. Articoli 4-7 e 10
Gli articoli dal quattro al sette racchiudono gli impegni più significativi dal punto di
vista politico e giuridico.
L'art. 4 è un sostanziale inserimento della UEO nel quadro NATO ed è stato introdotto ex
novo nel TBM; gli impegni del TB sono, infatti, precedenti di un anno all'Alleanza
atlantica.
L'art. 5 è il fulcro stesso di tutta l'UEO: si tratta di un esplicito e vincolante impegno da
parte degli Stati contraenti ad intervenire in caso di aggressione armata in Europa ai
danni di uno di essi.
L'articolo fu concepito inizialmente sia in chiave antisovietica, per contrastare le mosse
espansionistiche russe nell'Europa centrale, sia in chiave antitedesca, per disporre di
uno strumento adatto a contrastare tempestivamente le eventuali mire egemoniche della
Germania, che erano state tra le cause scatenanti di due guerre mondiali in trenta anni.
A riconferma di questo, nel preambolo del TB si poteva leggere che gli Stati firmatarî
erano risoluti "À prendre les mesures jugées nécessaires an cas de reprise d'une
politique d'agression de la part de l'Allemagne".
Con l'inasprirsi della contrapposizione tra USA ed URSS, il ruolo della RTF negli
equilibrî difensivi occidentali3 aumentò ed il suo pieno inserimento tra le democrazie
liberali, che la portò tra l'altro ad essere tra i membri fondatori delle CE, fecero venir
meno il ruolo della Germania come potenziale minaccia alla pace europea. Di
conseguenza, fino al 1989 l'URSS costituì l'unica, incombente minaccia per gli Stati
europei.
L'art. 5 contiene al suo interno un esplicito riferimento all'art. 51 della CNU, che
riconosce ad ogni Stato il diritto a garantire la propria autodifesa4.
3
Il fallimento, nel 1954, della CED portò ad individuare proprio nella partecipazione alla UEO il
riconoscimento formale del definitivo inserimento della RTF nel blocco occidentale. Tale riconoscimento
giunse ancora più velocemente per l'Italia, che, essendo tra i firmatarî del Trattato di Washinton, già nel
1949 era entrata a pieno titolo tra gli alleati degli USA.
4
"Aucune disposition de la présente Charte ne porte atteinte au droit naturel de légitime défense,
individuelle ou collective, dans le cas où un Membre des Nations Unies est l'objet d'une agression armée,
jusqu'à ce que le Conseil de sécurité ait pris les mesures nécessaires pour maintenir la paix et la sécurité
internationales. Les mesures prises par des Membres dans l'exercice de ce droit de légitime défense sont
immédiatement portées à la connaissance du Conseil de sécurité et n'affectent en rien le pouvoir et le
devoir qu'a le Conseil, en vertu de la présente Charte, d'agir à tout moment de la manière qu'il juge
nécessaire pour maintenir ou rétablir la paix et la sécurité internationales." (art. 51 CNU).
6
L'art. 6 prevede anch'esso un esplicito richiamo al Consiglio di sicurezza dell'ONU, alla
cui attenzione deve essere portata ogni applicazione dell'art. 5 del TB, sempre in
conformità a quanto previsto dall'art. 51 CNU5.
Oltre alle previsioni dell'art. 51 CNU, la UEO può essere anche ricompresa tra le
organizzazioni regionali previste dal Capitolo VIII CNU, in quanto, al di là delle
previsioni formali in materia di collaborazione economica e sociale tra gli Stati, tende a
stabilizzare i rapporti in Europa sotto due punti di vista.
Innanzitutto, attraverso la tutela rispetto ad aggressioni esterne alla pace in Europa
occidentale e, in particolare, rispetto alla minaccia di attacchi da parte sovietica. Il TB,
siglato un anno prima dell'Alleanza atlantica, costituisce solo uno dei tasselli che
caratterizzarono l'equilibrio della Guerra fredda, ma resta comunque uno dei più
significativi punti di partenza del processo che, attraverso la costituzione di alleanze
difensive, ha scongiurato lo scoppio di un terzo conflitto mondiale. Le alleanze
difensive, come l'UEO in virtù dell'art. 5 del TBM, contribuiscono in modo significativo,
soprattutto tra Stati dotati di tecnologia nucleare, al mantenimento della pace laddove,
paventando una reazione collettiva ad attacchi nei confronti dei singoli Stati, alzano il
costo di ogni impiego diretto delle armi fino a renderlo insostenibile.
Un secondo aspetto sotto il quale l'UEO contribuisce al mantenimento della pace e della
sicurezza internazionale, in base a quanto previsto dell'art. 51 CNU, è quello
dell'inclusione delle principali potenze sconfitte della Seconda guerra mondiale nel
TBM, svolgendo un ruolo di supporto al processo di pacificazione ed integrazione tra i
principali alleati europei degli USA. Dal punto di vista formale, gli Stati contraenti
dichiarano, nell'art. 7 del TBM, che "ne concluront aucune alliance et ne participeront à
aucune coalition dirige contre l'une d'entre Elles". Si tratta, almeno per ciò che
concerne l'Europa occidentale, della definitiva relegazione ai libri di storia
dell'equilibrio di potenza che ha segnato tre secoli di storia delle relazioni internazionali.
La UEO rientra anche tra le organizzazioni regionali ex Capitolo VIII CNU per quanto
concerne l'art. 52, par. 3: "Le Conseil de sécurité encourage le développement du
règlement pacifique des différends d'ordre local par le moyen de ces accords ou de ces
organismes régionaux". L'art. 10 TBM prevede infatti che gli Stati contraenti
regoleranno "tous le différends visés par l'article 36, alinéa 2, du Statut de la Cour
5
La previsione che dispone l'obbligo di tenere informato il Consiglio di sicurezza può anche essere letta
come un riferimento all'art. 54 CNU.
7
Internationale de Justice, en les portant devant la Cour" e "soumettront d'autre part à
une procédure de conciliation tous différends autres que ceux visés à l'article 36"6,
decidendo dunque di escludere ogni forma di ricorso alla forza in caso di controversie
tra loro7.
2.3. Articoli 8, 9, 11 e 12
L'art. 8 istituisce il Consiglio dell'Unione dell'Europa occidentale e delega a
quest'ultimo la creazione di un'Agenzia per il controllo degli armamenti.
Il Consiglio, organizzato in modo da poter esercitare le sue funzioni permanentemente,
è creato "en vue de poursuivre une politique de paix, de renforcer leur sécurité, de
promouvoir
l'unité,
d'encourager
l'intégration
progressive
de
l'Europe".
Sostanzialmente, è l'organo previsto per prendere ogni decisione significativa in seno
all'UEO.
Nell'art. 8, al par. 2, è prevista per il Consiglio la possibilità di creare tutti gli organismi
sussidiarî ritenuti utili per la sua attività; in particolare, è prevista esplicitamente la
creazione di una Agenzia per il controllo degli armamenti.
Il Consiglio, ex par. 3 art. 8, può essere convocato in qualunque momento su richiesta di
un singolo Stato per "se concerter sur toute situation pouvant constituer une menace
contre la paix, en quelque endroit qu'elle se produise, ou mettant en danger la stabilité
économique". Si tratta di una disposizione fondamentale per la natura stessa dell'UEO,
poiché da semplice alleanza difensiva la trasforma in un vero e proprio forum di
discussione europeo sulla politica internazionale.
L'art. 9 prevede che annualmente il Consiglio dell'UEO presenti ad un'assemblea di
rappresentanti degli Stati del TBM presso l'Assemblea consultativa del Consiglio
d'Europa.
6
"Les États parties au présent Statut pourront, à n'importe quel moment, déclarer reconnaître comme
obligatoire de plein droit et sans convention spéciale, à l'égard de tout autre Etat acceptant la même
obligation, la juridiction de la Cour sur tous les différends d'ordre juridique ayant pour objet :
a. l'interprétation d'un traité;
b. tout point de droit international;
c. la réalité de tout fait qui, s'il était établi, constituerait la violation d'un engagement international;
d. la nature ou l'étendue de la réparation due pour la rupture d'un engagement international."
(art. 36 dello Statuto della Corte di giustizia internazionale).
7
Questo fatto, che oggi appare quantomeno scontato, non lo era affatto a soli tre anni dalla fine della
Seconda guerra mondiale.
8
L'art. 11 prevede che le parti possano decidere, di comune accordo, di invitare altri Stati
a prendere parte all'UEO, rendendo così il TBM un trattato aperto a nuove adesioni8.
L'art. 12 prevede la durata minima vincolante del trattato è prevista in cinquanta anni9,
al trascorrere dei quali ogni Stato può venir meno agli impegni con un preavviso di un
anno.
2.4. Riferimenti testuali ad altre organizzazioni internazionali
Un aspetto testuale del TBM di un certo interesse è la frequenza con la quale compaiono
riferimenti e rimandi ad altre organizzazioni.
Nell'art. 1 si prevede che la UEO "ne fera pas double emploi avec l'activité des autres
organisations économiques" nelle quali gli Stati membri fossero impegnati.
L'art. 2 fa espresso riferimento a delle "Institutions spécialisées" come luogo di
consultazione tra gli Stati membri per migliorare la situazione socioeconomica delle
popolazioni europee.
L'art. 3 prevede lo strumento di convenzioni tra gli Stati membri quale veicolo dello
sviluppo della consapevolezza della comune civilizzazione europea.
L'art. 4 dispone che l'UEO cooperi "étroitement avec l'Organisation du Traité de
l'Atlantique du Nord" e che riceva dalle autorità militari NATO tutte le informazioni e le
consulenze necessarie.
L'art. 5, che prevede il sistema di difesa collettiva, fa diretto riferimento all'art. 51 CNU.
L'art. 6 dispone che tutte le azioni prese in applicazione dell'art. 5 siano prontamente
comunicate al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Inoltre, è previsto che il TBM "ne porte
pas atteinte aux obligation résultant pour les Hautes Parties Contractantes des
dispositions de la Charte des Nations Unies".
L'art. 7 dispone che tutti i trattati e gli impegni internazionali, in vigore e futuri,
contratti dai singoli Stati non siano in contrasto con quanto previsto nel TBM.
L'art. 8, punto 1, nel disporre la creazione del Consiglio UEO, prevede tra le sue finalità
una cooperazione più stretta tra gli Stati membri e "avec les autres organisations
européennes".
8
Nei fatti, Spagna e Portogallo (1990) e Grecia (1995) sono stati gli unici Stati a diventare membri del
UEO dopo il 1954.
9
Ad oggi (2006), dunque, tale termine è scaduto. Poiché nessuno Stato ha fatto valere il proprio diritto di
recesso ex art. 12, l'attuale validità del TBM è impregiudicata.
9
L'art. 10 prevede un impegno da parte degli Stati membri a riconoscere la giurisdizione
della Corte internazionale di giustizia per una serie di controversie previste non nel
TBM, ma nello statuto stesso della Corte.
Questa fitta rete di rimandi rende esplicito il valore fortemente politico del TBM: non si
tratta infatti un semplice trattato difensivo (pur mantenendo questa centrale funzione),
ma è molto di più: è un riconoscimento formale del progressivo istituzionalizzarsi dei
rapporti che intercorrono tra gli Stati europei, sia tra loro, sia nel quadro più generale
della società internazionale10. I rimandi all'ONU, alla NATO, a quella che sarebbe stata,
ma non era ancora, l'UE sono chiari segnali della consapevolezza degli Stati europei
dell'importanza di scegliere un destino comune sulla scena internazionale.
L'importanza del TBM è dunque direttamente collegata al suo ruolo di collante
all'interno dell'Occidente e, in particolare, dell'Europa occidentale. Una testimonianza
del suo ruolo politico è l'alternarsi di fasi di relativamente intensa attività ed importanza
a fasi di sostanziale dormienza.
10
Occorre tuttavia ricordare che gli aspetti fondamentali della società internazionale sono un calco su più
ampia scala dei rapporti che intercorrono tra gli Stati europei.
10
3. L'Unione dell'Europa Occidentale: storia e ruolo politico
L'UEO ha conosciuto durante la sua storia diverse fasi, alternando momenti di attività
relativamente intensa a momenti di sostanziale inattività.
3.1. Prima fase: dal 1948 al 1955
La firma del TB (1948) costituì uno dei tasselli della ricomposizione delle alleanze
militari, ma anche culturali ed economiche, in Europa dopo la sconfitta della Germania
nazista e dei suoi alleati.
I principali alleati europei degli USA crearono un'alleanza di difesa collettiva che, tra le
finalità principali, annoverava la necessità di rispondere in modo attivo alla crescente
peso assunto nell'Europa centrale dai Sovietici, che da alleati andavano sempre più
delineandosi come nemici e potenziali invasori.
Dal TB nacque l'Organizzazione del Trattato di Bruxelles, che portò all'adozione già nel
1948 di un piano di difesa collettiva, che comprendeva l'integrazione della difesa aerea
e l'organizzazione di un comando unificato.
Le potenze dell'Organizzazione del Trattato di Bruxelles si impegnarono attivamente
per coinvolgere USA e Canada, nonché altri Stati europei liberi dall'influenza
comunista11, nella difesa collettiva dell'Europa, portando nel 1949 alla creazione della
NATO.
Nel Dicembre del 1950, con la nomina del primo SACEUR12, il generale Dwight David
Eisenhower, le potenze firmatarie del TB decisero di far convergere i proprî sforzi
difensivi nel quadro generale della NATO, che divenne il fulcro di tutto il sistema
difensivo occidentale.
Parallelamente alla dimensione difensiva, il processo di integrazione europea
proseguiva in altri campi, in particolare economico e sociale; nel 1952 fu firmato il
Trattato di Roma che istituiva la CECA, di cui facevano parte Francia, Belgio,
Lussemburgo, Olanda, Italia e Germania. Questi ultimi due Stati non facevano tuttavia
11
12
Italia, Danimarca, Islanda, Norvegia, e Portogallo.
Supreme Allied Commander Europe.
11
parte del TB e, cosa ancor più problematica, la Germania non era nemmeno parte della
NATO e quindi formalmente non era inserita nel sistema difensivo occidentale13.
Per ovviare a questo problema, la Francia propose la costituzione della Comunità
europea di difesa e la creazione di un esercito europeo. Il Trattato costitutivo della CED
fu siglato nel 1952 ma, in seguito al cambiamento di atteggiamento da parte francese e
la mancata approvazione da parte dell' Assemblée nationale, il progetto fu affossato due
anni dopo. Il fallimento della CED fece sì che il TB fosse individuato come la naturale
alternativa per l'inserimento della RTF nel sistema difensivo collettivo occidentale.
Nel Settembre 1954, nel corso di un'apposita Conferenza a cui parteciparono gli Stati
del TB, gli USA ed il Canada, l'Italia e la RTF furono invitate a partecipare al TB. Il mese
successivo le conclusioni della conferenza furono formalizzate dagli Accordi di Parigi,
che emendavano il TB, istituendo il TBM, che dava vita all'UEO.
3.2. Seconda fase: dal 1955 al 1984
Delegati i principali aspetti della difesa collettiva alla NATO ed assolta la funzione di
prima formale integrazione della RTF nel sistema difensivo occidentale, l'UEO entrò in
una fase di sostanziale letargo istituzionale.
La potenza nucleare americana14 era infatti più che sufficiente a scongiurare il pericolo
di un attacco diretto in Europa da parte dei sovietici e quindi il ruolo del coordinamento
degli alleati europei all'esterno della NATO era un argomento di assoluto secondo piano.
L'UEO assolse principalmente il compito di fornire un forum di confronto tra le potenze
europee, in particolare tra gli Stati CE ed il Regno Unito, fino al 1973. Dopo l'adesione
britannica alle CE, il ruolo dell'UEO risultò per circa un decennio di importanza
marginale.
13
La Germania, ad Est come ad Ovest, era ancora oggetto di occupazione militare; tuttavia, la RTF era
sulla strada del pieno reiserimento nella società internazionale.
14
Soprattutto mentre era in vigore la dottrina della massive retaliation di Dulles, che in caso di attacco
sovietico, di qualunque entità, portava la risposta alleata alla massima intensità, con indubbi effetti
dissuasivi. La potenza americana era comunque tale per cui, anche col cambiamento di dottrina strategica,
l'effetto dissuasivo permase.
12
3.3. Terza fase: dal 1984 al 1991
L'evoluzione del processo di integrazione della politica estera degli Stati CE conobbe
dagli anni '70 una accelerazione, dovuta all'evoluzione della Cooperazione politica
europea, nata in seguito al rapporto Davignon.
La CPE, pur procedendo parallelamente alle CE, mantenne rigorosamente la sua
autonomia ed il suo carattere strettamente intergovernativo. I primi anni '80 furono un
momento di ripresa del dibattito sulla sicurezza in Europa ed il fallimento dell'iniziativa
Genscher-Colombo fece guardare all'UEO come alla cornice migliore in cui ricondurre
la consultazione sulle possibili prospettive di convergenza nelle azioni internazionali.
I governi francese e belga promossero, nell'Ottobre 1984, un incontro dei ministri degli
Esteri e della Difesa UEO. L'esito di tale incontro fu la Dichiarazione di Roma, un testo
che affronta il tema della definizione dell'identità della sicurezza europea e che
riconosce la "continuing necessity to strengthen western security, and that better
utilization of WEU would not only contribute to the security of Western Europe but also
to an improvement in the common defence of all the countries of the Atlantic Alliance".
Dal punto di vista formale del TBM, l'utilizzazione in tal senso della UEO si basa sulle
previsioni del punto 3, art. 8, in cui si fa esplicito riferimento alla possibilità di portare
all'attenzione del Consiglio ogni situazione suscettibile di mettere in pericolo la pace e
la stabilità economica degli Stati membri, proiettando dunque le prospettive del loro
confronto in seno all'UEO dalla semplice concertazione delle politiche difensive,
condotte in un'ottica sostanzialmente passiva rispetto ad eventuali attacchi, all'effettiva
possibilità di affrontare la globalità dello scenario internazionale con un ruolo attivo,
giacché le dimensioni delle CE15 fanno si che sia necessariamente coinvolta,
economicamente e politicamente, in ogni vicenda del mondo.
In seguito alle decisioni prese a Roma, il Consiglio dell'UEO si riuniva due volte
all'anno a livello di ministri degli Esteri e della Difesa.
Nel frattempo, lo scenario internazionale andava velocemente cambiando, con la
supremazia economica e militare USA a cui corrispondeva la veloce implosione
dell'URSS. Nell'Ottobre 1987 il Consiglio dell'UEO adottò una Piattaforma sugli interessi
della sicurezza europea, nota come Piattaforma dell'Aia, nella quale si fa esplicito
riferimento all'UE e all'Atto unico europeo, siglato l'anno precedente. L'UEO diventava
15
La CE, per dimensione del PIL e volume dei commerci, è saldamente la prima potenza al mondo.
13
così in modo sempre più esplicito parte del processo unitario di integrazione europea,
pur mantenendo gli aspetti difensivi strettamente collegati agli impegni dell'Alleanza
atlantica, di cui si considerava il pilastro europeo.
Nel corso dello stesso incontro si decise, ex art. 11 TBM, di avviare i negoziati di
adesione con la Spagna ed il Portogallo, che diventarono membri a tutti gli effetti nel
1990. Stesso iter avrebbe seguito nel 1995 la Grecia, decimo ed ultimo Stato ad esser
diventato membro dell'UEO.
3.4. Quarta fase: dal 1991
Un punto di svolta fondamentale nella storia dell'UEO fu il Consiglio europeo riunitosi a
Maastricht nel Dicembre 1991, in occasione della firma del TUE. La struttura dell'UE è
basata su tre pilastri: il primo è quello delle CE, il secondo è quello della PESC ed il
terzo è quello della cooperazione nel campo della giustizia.
La costituzione della PESC riguarda molto da vicino la natura dell'UEO ed il tema della
sua stessa esistenza. Tra le decisioni prese, vi fu quella di invitare tutti gli Stati membri
dell'UE ma non dell'UEO a parteciparvi, in qualità di membri (come fece la Grecia) o di
osservatori; gli Stati europei membri della NATO furono invece invitati ad assumere lo
status di membri partners.
Altri accordi storici collegati a Maastricht furono quello di rendere UEO la componente
difensiva dell'UE, quello di promuovere il ruolo operativo della UEO, quello di trasferire
da Londra a Bruxelles la sede del Consiglio e del Segretariato UEO.
Nel Giugno del 1992 i ministri degli Esteri e della Difesa UEO si riunirono vicino a
Bonn per rafforzare ulteriormente il ruolo dell'UEO, soprattutto dal punto di vista
operativo, e rilasciarono la Dichiarazione di Petersberg. In conformità a quanto deciso a
Maastricht, la dichiarazione stabiliva le linee guida dello sviluppo dell'organizzazione,
esplicitando anche la disponibilità degli Stati membri a mettere a disposizione
contingenti per lo svolgimento sotto l'egida dell'UEO di una serie di compiti riportarti
nella capitolo II della dichiarazione, al punto 4:
"4. Apart from contributing to the common defence in accordance with Article 5 of the
Washington Treaty and Article V of the modified Brussels Treaty respectively, military
units of WEU member States, acting under the authority of WEU, could be employed for:
- humanitarian and rescue tasks;
14
- peacekeeping tasks;
- tasks of combat forces in crisis management, including peacemaking."
Questi compiti, in seguito chiamati Petersberg tasks, furono inclusi nel TUE in seguito
alle modifiche apportatevi con il Trattato di Amsterdam, 1997.
Contemporaneamente, la UEO andava, attraverso diverse forme si partecipazione,
estendendo significativamente il numero di Stati coinvolti. Al termine dei diversi
accordi stipulati, l'UEO formalmente comprende:
- 10 Stati membri: Italia, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Olanda,
Portogallo, Regno Unito e Spagna;
- 5 Stati osservatori (si tratta di membri dell'UE ma non della NATO, ad eccezione della
Danimarca, che è membro di entrambi): Danimarca, Irlanda, Austria, Svezia e Finlandia
(questi ultimi tre dal 1995);
- 6 Stati membri associati (originariamente si trattava di membri NATO e non UE, ma nel
frattempo gli ultimi tre sono entrati nell'UE): Islanda, Norvegia, Turchia, Polonia,
Repubblica ceca, Ungheria;
- 7 Stati partners associati (originariamente si trattava di Stati fuori da NATO ed UE, nel
frattempo tuttavia questi Stati sono entrati in entrambe le organizzazioni, ad eccezione
degli ultimi due, che sono solo nella NATO): Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia,
Slovenia, Bulgaria, Romania.
Le differenze tra questi Stati vanno riducendosi a questioni formali, poiché le differenze
tra essi sono riconducibili ormai sostanzialmente alla loro partecipazione o meno all'UE.
La presidenza dell'UEO, che ruota semestralmente tra gli Stati, è stata nei fatti
sincronizzata coi turni di presidenza dell'UE, in modo da rendere massimamente efficace
la sua gestione in quanto dimensione difensiva dell'integrazione europea.
Analogamente, il ruolo di Segretario generale è stato affidato a Javier Solana, che è
anche stato nominato Altro rappresentante per la PESC.
L'attività dell'Assemblea della UEO, già di per sé marginale, è praticamente simbolica.
L'Istituto UEO per gli studi sulla sicurezza ed il Centro satellitare UEO di Torrejon
(Spagna)
sono
passati
direttamente
sotto
il
controllo
dell'UE,
cambiando
denominazione.
15
Il Consiglio dei Ministri UEO, riunitosi a Marsiglia nel Novembre del 2000, ha preso
atto dei progressi compiuti dall'UE e ha deciso un sostanziale trasferimento di tutte le
competenze dell'UEO a quest'ultima.
L'UEO ha così dismesso tutte le proprie funzioni e si trova ora in una condizione di
sospensione delle attività ed è stata politicamente assorbita nell'UE: il Consiglio non si è
più riunito dal Novembre del 2000 e ogni decisione viene presa mediante
corrispondenza scritta; l'operatività dell'organizzazione è ridotta sostanzialmente alle
questioni amministrative.
L'UEO, poiché nessuno Stato ha rinunciato alla partecipazione al TBM, resta ancora
un'alleanza di difesa collettiva in forza di quanto sancito dall'art. 5.
3.5. Il ruolo operativo
L'attività sul campo dell'UEO è iniziata molto tardi, in seguito alla Dichiarazione di
Roma.
La prima (e unica pre-Petersberg) operazione che gli Stati europei hanno svolto sotto
l'egida UEO è stata l'azione congiunta nel Golfo persico (1988-1990), durante la quale
imbarcazioni UEO garantirono la sicurezza della navigazione mercantile nell'area e
bonificarono dalle mine marittime ampi tratti di mare.
Lo scenario che ha visto maggiormente impegnata l'UEO è senza dubbio quello dei
Balcani durante la crisi jugoslava, nel corso degli anni '90. Uomini e mezzi degli Stati
membri furono impiegati per garantire il rispetto dell'embargo sulla vendita di armi
(operazioni "Sharp Guard" nell'Adriatico e "Danubio", sull'omonimo fiume) e per
fornire personale di polizia e ristabilire la legalità a Mostar.
Altre operazioni che hanno vista coinvolta l'UEO sono state l'addestramento del
personale di polizia in Albania, lo sminamento in Croazia e l'assistenza ai rifugiati in
Kosovo.
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Sitografia
1. http://www.weu.int
Sito ufficiale dell'Unione dell'Europa occidentale
2. http://www.assembly-weu.org
Sito ufficiale dell'Assemblea dell'Unione dell'Europa occidentale
3. http://www.nato.int/docu/handbook/2001/index.htm
Sito ufficiale dell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord
Sezione: Handbook
4. http://www.un.org/french/aboutun/charte/txt.html
Sito ufficiale delle Nazioni Unite
Sezione: Testo ufficiale della Carta delle Nazioni Unite
5. http://www.icj-cij.org
Sito ufficiale della Corte di giustizia internazionale
6. http://en.wikipedia.org/wiki/Main_Page
Wikipedia, enciclopedia online
Voci: Esdp, Eu, Peterberg tasks, Weu
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