2010-3 - parrocchia di Gemona
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2010-3 - parrocchia di Gemona
ANNO LXXVIII - N. 3 È MORTO MONSIGNOR LUCIANO FELICE Un pastore amato da tutti Nato a Madonna di Buja il 18 gennaio del 1931, monsignor Luciano Felice era stato ordinato sacerdote nel 1956. Il suo apostolato era iniziato all’Istituto degli orfani di Rubignacco di Cividale ed era proseguito alla parrocchia del Carmine di Udine dove era stato nominato cappellano. Nel 1965 gli fu affidata la parrocchia di Sauris (e dal 1966 anche quella di Sauris di Sopra). Nel 1971 ebbe l’incarico di pievano a Santa Margherita del Gruagno che lasciò nel 1977 quando l’arcivescovo monsignor Battisti lo chiamò a ricoprire il ruolo di pro-vicario generale e, nell’anno successivo, di vicario generale dell’arcidiocesi. Ma monsignor Felice non restò per molto lontano dalla vita parrocchiale: pur conservando l’importante ruolo curiale, nel 1980 divenne parroco di Trava e Avaglio, in Carnia, e poi dal 1983 di Mereto di Tomba. Lasciato il compito di vicario generale, monsignor Felice venne destinato alla nostra pieve arcipretale, incarico che mantenne fino all’ottobre del 2001 quando, tra lo stupore e il rimpianto di tutti i parrocchiani che ne avevano sperimentato il grande cuore, chiese all’arcive(segue alla pagina successiva) OTTOBRE 2010 Ci daremo una mano Il Regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto nei cuori dei gemonesi. Quando lo scopri dentro di te vendi tutto quello che possiedi e valorizzi questo tesoro, questa perla preziosa, quel capitale d’arte di storia di fede trasmessa dai nostri vecchi che nei secoli han reso grandi i gemonesi, e han reso modello di fede questa comunità cristiana. Il Regno dei cieli è simile ad un grande faro! Il faro non puoi metterlo in taverna, ma su in alto, sul castello perché illumini tutta la città e le persone che passano sulla statale o sull’autostrada possano ammirare l’armonia della nostra città. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” Mt 5,16. Non possiamo allora accontentarci di aver timbrato i cartellini dei sacramenti, dobbiamo viverli, proporli, trasformarli in stile di vita… È stata questa parola di Dio che sabato e domenica 18 e 19 settembre nella nostra casa di Forni Avoltri ha provocato e stimolato il Consiglio Pastorale Parrocchiale a cercare le linee pastorali per il 2010-11. Le idee e le proposte son subito sbocciate ricche di intuizioni e fantasia. Culmine della vita di fede di un cristiano è la partecipazione attiva alla Messa della domenica; i sacramenti della iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima ed Eucaristia) siano preparati e vissuti non solo dai bambini ma anche dalla famiglia e la comunità cristiana attenda con gioia e con ansia la celebrazione di questi segni che dicono l’appartenenza ad una grande famiglia Chiesa che si riconosce in Cristo morto e risorto. I cresimati si impegnino nella vita parroc- chiale e sociale. Le famiglie siano solide nell’amore sponsale, fedeli annunciatrici di Cristo Gesù ai loro piccoli. Gli anziani, ascoltati nelle loro esperienze, rimangano segno di saggezza… Man mano che venivano espresse queste riflessioni e proposte, si faceva forte una obiezione: chi realizzerà e sosterrà tutte queste iniziative? In parrocchia ci sono forze sufficienti per non fermarci poi a metà strada e farci commiserare dagli altri? “Se, gettate le fondamenta, quell’ uomo non è in grado di portare a termine i lavori, la gente vedrà e comincerà a ridere di lui” Lc 14, 29. *** Martedì 21 settembre 2010: festa di San Matteo Apostolo, sono in una saletta del reparto di Oncologia di Gemona in compagnia di altri gemonesi per la cura chemioterapica. Obbligati a stare in poltroncina per 2-3 ore, dopo i convenevoli, il discorso si rivolge ai progetti futuri: famiglia, lavoro, problemi economici… pastorale parrocchiale. Alcune cose si dicono altre si pensano o si sognano. Mi tornano in mente tutte le cose dette a Forni: fra due settimane dovrebbero iniziare gli incontri di catechesi ma, catechisti e animatori, sentono il peso e la fatica di un annuncio contrabbandato fra infinite attività proposte ai bambini e ai ragazzi. Ovviamente la “cenerentola” della situazione sarà la catechesi. È giusto ammettere ai sacramenti ragazzi che non partecipano agli incontri di formazione, a famiglie che snobbano gli appuntamenti o che semplicemente assistono inerti e passivi a questi momenti di grazia? (segue a pagina 3, in fondo) l’arciprete monsignor Gastone Candusso 1 Un pastore amato da tutti (dalla pagina precedente) scovo che gli fosse affidata una realtà parrocchiale più adatta alle sue forze logorate dalla malattia. Gli ultimi mandati sono stati quelli che egli ha assolto fino all’ultimo respiro: parroco di Madrisio e amministratore parrocchiale di S. Vito di Fagagna dal 2001 e poi anche parroco di Silvella dal 2002. «Era una persona intelligente e buona, semplice e umile» ricorda monsignor Adriano Caneva, parroco di Fagagna e responsabile della forania in cui monsignor Luciano ha svolto i suoi ultimi anni di apostolato. «A San Vito di Fagagna, Madrisio e Silvella ha operato molto bene, riuscendo a mantenere unite tre parrocchie. Si è speso soprattutto per gli ammalati e gli anziani e in tutti i luoghi in Mandi, monsignôr Sono davvero tanti i ricordi che mi tornano in mente ripensando ai 15 anni di grazia che il Signore ha offerto a Gemona donandoci monsignor Luciano come parroco. Ricordandolo come innamorato della montagna riesco a vederlo... su prati o pendii, riposare in contemplazione di magnifiche vedute. Riesco a vederlo... presso una sorgente, o rivolo montano, chiedere un po’ di refrigerio. Riesco a vederlo... oggi, presso la Santa Dimora, ora più che mai sorridente e felice (di nome e di fatto), perseverare con la preghiera per tante famiglie e comunità friulane, che conosceva profondamente e perfettamente. Vorrei che, per il buon seme gettato, tutti lo ricordassimo con quella semplicità che lo caratterizzava e, soprattutto, con la stessa facilità con cui lui – un vero e proprio ufficio anagrafico – ci aveva a mente per nome, cognome e ramo familiare. Ed in questo mio semplice e sincero grazie voglio essere anche voce dell’intera borgata di Godo, in modo particolare voce dei nostri vecchi che visitava regolarmente condividendo anche i momenti di convivio fraterno come la Festa dell’Anziano. Mandi monsignôr Luciano, gràssie unevòre e polse ta pàs das monz di Diu, ora che il tuo nome è definitivamente scritto lassù, nei cieli. Paolo Periodico parrocchiale fondato nel 1933 - Periodicità trimestrale Direttore responsabile Mauro Vale - Autorizz. Tribunale Tolmezzo n. 163 del 4.4.2006 - Stampa Arti Grafiche Friulane/Imoco spa, Tavagnacco/UD 2 Monsignor Felice riceve il calice donato dal Santo Padre Giovanni Paolo II al nostro duomo al termine della storica visita papale del 3 maggio 1992. cui ha operato è stato molto amato». Così, infatti, è accaduto anche fra noi; ed abbiamo potuto toccare con mano l’impegno assiduo al servizio sia degli ultimi che dell’intera comunità di cui ha saputo farsi voce autorevole per chiedere che i diritti di Gemona – soprattutto nel campo della sanità – venissero riconosciuti e rispettati a livello regionale. E Gemona seppe apprezzare appieno la sua generosa ed instancabile opera tanto che il Consiglio comunale gli conferì la cittadinanza onoraria per l’impegno profuso. Interpretando i sentimenti di tutti i gemonesi, il suo successore tra noi monsignor Gastone Candusso afferma: «A Gemona ha lasciato una traccia indelebile. Arrivò qui nel 1986, ereditando dal predecessore monsignor Pietro Brollo, divenuto vescovo ausiliare, il duro periodo del post-terremoto. È stato qui per 15 anni, traghettando Gemona in un periodo di grande cambiamento. Tutti i gemonesi lo ricordano con tantissimo affetto e con immutata stima e apprezzamento per il lavoro svolto nella comunità parrocchiale, come il completamento, in stretta collaborazione con la fabbriceria e il consiglio economico della nostra pieve, della ricostruzione del duomo, della canonica, delle chiese delle borgate, del centro giovanile Glemonensis. Era un uomo di fede, di estrema saggezza, di grande pazienza e di profonda conoscenza dei problemi del vivere ma anche del disagio, della malattia e della morte». Ora che non c’è più, ci pare prezioso il ricordo delle sue ultime parole indirizzate a noi parrocchiani nel suo commiato ufficiale, proprio dalle pagine di Voce Amica, nell’ottobre del 2001: «Abbiamo camminato insieme per oltre quindici anni. Non ho cambiato il volto, la vita di quel popolo di Dio che il vescovo mi aveva voluto affidare, quale suo delegato nella missione di annunciare il Van- gelo di Gesù Cristo, di amministrare i Misteri della Grazia e di guidare nel servizio generoso della Carità. Ho tentato di dare una testimonianza cristiana, di portare il Vangelo della misericordia e del perdono con tutti i limiti e le debolezze, con il peso del peccato. In una comunità vasta e dispersa come la nostra, ho dovuto fare delle scelte che ho giudicato inevitabili: privilegiare gli svantaggiati, coloro che vengono visitati dalla sofferenza e dalle prove. Mi rimane difficile vestire la divisa del manager, guidare la parrocchia al telefono e spedire messaggi. Tutto serve, ma io sogno ancora la presenza viva, persino silenziosa quando la parola non può lenire il dolore o sanare una ferita profonda. Succede poi che le forze calano inesorabilmente e si è costretti a limitare il campo. È quanto ho dovuto fare, con un taglio doloroso: partire è un po’ morire, specie quando si sono stretti legami forti! Ma se crediamo alle parole di fede di san Giovanni Crisostomo, nessun distacco ci può separare: la carità vince ogni distanza». E poi, alla sua maniera, concludeva: «Se c’è stato un po’ di bene, non è merito nostro: è dono di Dio! Nostro rimane il peccato, purtroppo; e di questo mi confesso con sincerità. Conservo un ricordo bello della mia fanciullezza quando arrivavano alle porte di casa tanti viandanti, bisognosi di cibo. Non vendevano prodotti, cercavano un po’ di farina per una polenta e ti offrivano… solo preghiere. Era il migliore ringraziamento, fatto col cuore e la sincerità. Vorrei fare la stessa cosa con tutti voi, ovunque la Provvidenza mi accompagni! Anche oltre le porte dell’Eternità». Grazie, monsignor Luciano! Centro Aiuto alla Vita I volontari del Centro di Aiuto alla Vita CAV, associazione che si propone nel territorio a favore della vita e a sostegno delle donne di fronte ad una gravidanza non attesa, rinnovano a tutti l’invito a visitare il centro, che ha sede in piazza Comelli nei locali annessi alla chiesa di S. Lucia, di fronte alla stazione ferroviaria, ed è aperto ogni sabato dalle 10 alle 12 oppure su appuntamento telefonando al numero 347 0404410. Si ricorda che continua la raccolta di indumenti, passeggini, carrozzine, seggiolini ed altro materiale per la prima infanzia in buono stato: questo gesto di generosità è un prezioso aiuto a quelle famiglie disagiate che si trovano ad affrontare problemi economici, spesso apparentemente insormontabili. È TORNATO ALLA CASA DEL PADRE SULLA SOGLIA DEI NOVANT’ANNI Pre’ Gjovanin sacerdote fedele Nella mattinata del 25 giugno si è spento don Giovanni Zearo, da tempo in quiescenza. Nato nel 1920 – a settembre avrebbe compiuto 90 anni – primo di dieci fratelli, pre’ Gjovanin era stato parroco a Fraelacco e quindi vicario parrocchiale a Tricesimo. Poi, per ben 17 anni, era stato cappellano dell’ospedale di Udine assieme a don Luigi Peressutti che con affetto lo ricorda «come uomo di cuore, sempre al servizio degli ammalati, e come prete, sempre fedele alla sua vocazione». Da diversi anni era rientrato in famiglia ma quando la salute glielo permetteva si recava a fare visita ad amici e ammalati, portando il conforto della sua serenità e della grazia del Signore. Al suo funerale l’arcivescovo di Udine, monsignor Mazzoccato, ne ha tratteggiato la figura e l’opera con parole toccanti di apprezzamento, stima e gratitudine alle quali ci piace di poter unire anche il nostro commosso grazie per la testimonianza di fede e di silenzioso servizio che pre’ Gjovanin ci ha saputo donare con tutta la sua vita. E proprio dall’omelia dell’arcivescovo ci pare di poter cogliere il miglior profilo di Ci daremo una mano (dalla prima pagina) Fino a qualche decennio fa la catechesi era gestita dai sacerdoti della parrocchia ma oggi tutto questo non è più possibile. In Gemona ci sono due preti per tre parrocchie con quasi dodicimila abitanti (in alcune foranie del Friuli la situazione è ancora peggio!). L’arcivescovo insiste perchè don Federico completi gli studi per poi affidargli oltre la parrocchia la cattedra di insegnamento presso l’istituto superiore di scienze religiose; i medici mi dicono di stare quieto e di lasciar fare agli altri… Ed è proprio questo il problema: a quali altri? È bello sentire il nome dei bambini quando vengono battezzati e presentati alla comunità. Ma chi aiuterà le giovani coppie a prendere coscienza dell’ impegno che si assumono quando propongono il battesimo ai loro figli? Qualcuno mi darà una mano? pre’ Gjovanin Zearo: «(...) La sua vocazione al sacerdozio aveva trovato nutrimento nell’ambiente familiare: una famiglia stimata a Gemona per la solida impostazione cristiana trasmessa ai figli: non solo a don Giovanni ma anche agli altri figli che in vari modi si sono dedicati ai poveri anche in terre lontane. Don Giovanni ha fatto tesoro di quegli insegnamenti ed esempi e, grazie anche all’educazione ricevuta nel seminario diocesano, ha dedicato tutta la sua esistenza ad un fedele ministero sacerdotale. Non ha ricercato cariche di prestigio ma si è dedicato al fedele e quotidiano servizio come sacerdote, offrendo la grazia di Dio che le sue mani consacrate avevano la possibilità di concretare. Il Signore Gesù, che guarda oltre le apparenze umane, considererà la fedeltà di don Giovanni quale pastore, la generosa vicinanza alle fatiche delle persone anziane che spesso nessuno ascolta, la consolazione dei malati e degli afflitti. C’è stata infatti una preferenza di don Giovanni per le persone deboli, anziane e sofferenti anche perché nella sua vita la debolezza e la sofferenza erano state compagne famiÈ scontato scandalizzarci di fronte al bullismo e stupidità di certi atteggiamenti dei nostri adolescenti, ma chi è disposto a “perdere tempo” per stare con loro a parlare di tutto e di niente sui gradoni del Glemo, ad ascoltare le loro sofferenze e delusioni, ad accompagnarli in un cammino di cresima per scoprire la bellezza della vita, della amicizia, dell’affettività, della solidarietà, della preghiera…? Qualcuno mi darà una mano? Non fanno più notizia le famiglie che dopo un certo tempo si sfasciano creando forti lacerazioni e angosce specialmente nei bambini. Sarebbe bello e importante accompagnare le giovani coppie specialmente nel periodo del fidanzamento e nei primi anni di matrimonio! Qualcuno mi darà una mano? È superficiale definire la preadolescenza come l’età della “stupidera” dei nostri ragazzini perché superficiali, insicuri, insoddisfatti, viziati… Ma cosa pretendiamo da questi bambini e bambine che scimmiottano i modelli dettati dalla matrigna televisione? Devono essere aiutati a stare insie- liari. In esse aveva certamente affinato anche la sua profonda e genuina spiritualità che traspariva dal suo essere e dal suo ministero. (...) Lo raccomandiamo a Gesù risorto sapendo, nella fede e nella speranza, che la nostra preghiera di suffragio è l’ultimo atto di carità fraterna che possiamo offrire a don Giovanni. Egli se n’è andato in silenzio ma ora vogliamo che la voce corale della nostra preghiera lo accompagni fino al tribunale di Dio. Battezzato nel Signore Gesù e a lui configurato con l’ordinazione sacra, sia ora per sempre nel Signore». me con i coetanei accettando prima di tutto se stessi e poi la loro famiglia, i diversi, gli amici, gli educatori. È questa esperienza che la parrocchia propone il sabato pomeriggio al Glemo per i ragazzi delle medie. Qualcuno mi darà una mano? E potrei continuare il lungo elenco di urgenze che ci sono in parrocchia nell’ ambito della liturgia, della caritas, della cultura, della pre evangelizzazione… Siamo inseriti in una società dove non c’è tempo per gli altri e per la propria famiglia e talvolta nemmeno per se stessi. La Parola di Dio che viene proclamata in queste domeniche del tempo ordinario, ci invita ad individuare e lasciare tutto ciò che opprime la nostra vita per scoprire il tesoro che c’è in noi e negli altri e, liberi da queste moderne schiavitù, salire più in alto del Castello e la nostra luce, il nostro esempio, la nostra testimonianza, il nostro servizio illumineranno non solo il cortile di casa, ma tutta Gemona. E sarà allora che ci daremo una mano! l’arciprete monsignor Gastone Candusso 3 2010-2011: PROGETTI E IMPEGNI DELCONSIGLIO PASTORALE Prendiamoci del tempo Potrebbe essere il motto di un progetto di vita. Torniamo ad essere padroni del nostro tempo! Un tempo che ci viene rubato dalla televisione, dai centri commerciali, dall’agenda piena di impegni. Prendiamoci del tempo per pensare dove stiamo andando, per tessere relazioni, creare amicizia e condivisione. Questo è ciò che abbiamo fatto: con alcuni amici del Consiglio Pastorale ci siamo regalati un fine settimana, per conoscerci meglio; per riflettere sulla realtà del nostro territorio in rapida trasformazione; verso quali scelte indirizzarci per guidare la pastorale della nostra parrocchia. Abbiamo posto alla base di tutto ciò, la lettera del nostro vescovo Andrea Bruno “Ascolta, figlio, le mie Parole”( Prov. 4,10). Sotto una pioggia battente, sabato 18 settembre, al pomeriggio, guidati da autisti/e temerari, abbiamo raggiunto la casa parrocchiale di Forni Avoltri, accolti da una calda atmosfera familiare. Un altro gruppo di amici l’indomani ci ha raggiunto di buon’ora, portandoci in dono una giornata calda e soleggiata. Lassù, lontani anche dagli impegni familiari, aiutati da don Federico, abbiamo cercato di capire cos’è la Parola di Dio, dov’è, cosa ha da dirci oggi. Il Concilio Vaticano II vi ha dedicato il documento “Dei Verbum”e da esso impariamo che la Parola di Dio è comunicazione: Dio che si rivela a noi, agli uomini di ogni tempo. È scritta nella Bibbia, ma la sua realtà va oltre la lettura delle parole, perché è l’esperienza del popolo ebraico, che ha vissuto la sua storia, pensata sempre guidata da Dio. Pertanto non si comprende solo conoscendo i contenuti, ma si comprende in una comunità di fede che si mette in suo religioso ascolto, per essere coinvolti in prima persona nella stessa esperienza di fede del popolo di Dio. Prendersi del tempo, come comunità di Gemona, per ascoltare assieme la Parola di Dio. È importante per fare scelte giuste per noi stessi e per la nostra comunità di cristiani. Ci siamo confrontati anche su proposte concrete, secondo gli ambiti in cui si muove la parrocchia nella sua pastorale: catechesi, liturgia, carità. Lavorare insieme per aiutarci, conoscerci meglio, abbattere i pregiudizi, per essere credibili come testimoni di fede: ciò è emerso in tutti gli ambiti. Migliorare ciò che è già operativo nella parrocchia, soprattutto l’accoglienza alla 4 santa Messa domenicale, momento importante ed indispensabile per sentirsi comunità. Avvicinarsi alla vita quotidiana, far sentire che c’è una comunità viva capace di incontrare le persone, di ascoltarle nei più vari bisogni. Da qui è nata l’idea di una celebrazione eucaristica per l’inizio del nuovo anno scolastico, l’ultima domenica di settembre alle 10.30. Nel pomeriggio, alle 16, in duomo, l’amministrazione del sacramento dell’unzione degli infermi. Si sta realizzando, dopo un anno di riflessione, l’apertura di una stanza nel centro di Salcons, al pomeriggio della domenica, per ospitare le assistenti ai nostri anziani, venute da altre nazioni: lì potranno trovare un luogo accogliente e caldo di simpatia. Il centro di ascolto della Caritas, in via Bini 33, è aperto il martedì dalle 17 alle 19 per coloro che avessero qualche necessità. Il gruppo famiglie si incontra al sabato in Salcons per un momento di preghiera in comune. Tante sono le attività che si portano avanti in parrocchia, ma siamo in pochi. Io penso che a Gemona ci sia ancora qualcuno che possa dedicare un po’ del suo tempo ai ragazzi o agli adulti in difficoltà. A tutti il più caldo invito a contattare la canonica (tel. 0432 980608) per segnalare la propria disponibilità. Con gioia da questa pagina rivolgo un grazie caloroso per la disponibilità di Antonietta ed Adelina che ci hanno sostenuto con... menu deliziosi e le meravigliose ragazze Genny e Viola che hanno seguito i bambini. Adele Fazzini direttrice del C.P.P. Per una Città della Pace un Percorso Presepi “Gemona città dello sport e del ben stare” si legge sulla maglietta che il comune ha distribuito alle scuole. Perchè non anche “Gemona città della pace”? Questa era una proposta lanciata anni or sono, all’inaugurazione della prima mostra dei presepi di monsignor Gastone Candusso. L’allora sindaco Gabriele Marini organizzò un incontro a Gemona tra il sindaco israeliano e il sindaco arabo palestinese, di due paesi vicini, nella Galilea vicino a Nazareth. Moderatore a quell’incontro era il professor Geries Khoury, teologo palestinese, laureato all’Università Pontificia di Roma. Tale iniziativa, sostenuta anche dall’atuale sindaco Paolo Urbani in questi anni è sfociata, grazie all’Amministrazione comunale e al contributo del Rotary Club di Gemona, in un progetto concreto: la costruzione di una strada della pace, un percorso ciclabile tra questi due paesi. Mi è tornato alla memoria quell’incontro, quando ho iniziato a scrivere questo articolo. Quale può essere il segno migliore della pace se non quello di realizzare nella nostra città un percorso sul presepio? Esso infatti è simbolo di pace e di fratellanza tra i popoli di ogni continente. Ogni cultura ha saputo inventare un proprio presepio esprimendo con tecniche, materiali e stili diversi le radici della religione cattolica, come bene si comprende visitando la collezione dei presepi dell’arciprete provenienti da tutte le parti del mondo. Accanto a questi ci sono già in città altri presepi di gran pregio che vengono esposti nel periodo natalizio; alcuni già inseriti nel percorso presepi della regione FVG (quello molto noto della scuola Santa Maria degli Angeli, quello di San Rocco), altri molto belli ma che hanno scarsa visibilità per coloro che vengono da fuori. La parrocchia propone di allestirne in ogni borgata, in locali liberi, non solo in vie trafficate, ma anche in angoli caratteristici e poco conosciuti in duomo, in Godo, in Taviele, fino in Stalis. Un percorso opportunamente organico, svilupperebbe la conoscenza di Gemona per coloro che vengono a visitare la nostra città. È un invito agli spiriti creativi di cimentarsi in questa iniziativa: creare una atmosfera magica in un percorso di presepi realizzati con materiali e forme suggerite dall’ispirazione del momento. Il presepio esprime un intenso sentimento religioso, per cui la visita ai presepi diventa un percorso di fede, nel mistero dell’incarnazione di Dio che si fa uomo tra gli uomini. È un messaggio d’amore e di pace che lanciamo da questa terra di Gemona. La pace nasce da piccoli gesti di fratellanza, dall’abbattimento di barriere e di muri, da un progetto comune da realizzare tra le borgate. Il tutto – è auspicabile – con la fattiva collaborazione del Comune, della Pro Glemona e delle Associazioni di borgata. af L’esperienza come animatori dell’Estate Ragazzi 2010 ci ha dato la possibilità di metterci in gioco e di confrontarci con gli altri animatori scoprendo di aver accanto persone molto disponibili e aperte, con le quali è nato un rapporto di amicizia e complicità che ha contribuito a rendere quest’esperienza positiva in tutti i sensi. C’è stato inoltre un maggior coinvolgimento, rispetto all’anno precedente, degli animatori e anche chi era alla prima esperienza ce l’ha fatta a mettersi in contatto coi ragazzi riuscendo ad essere per loro un esempio da seguire. È stata veramente un’esperienza positiva, che ci ha fatto crescere nel rapporto con gli altri. Lucia, Camilla, Eleonora La parola ora ai bambini: Al centro estivo mi sono divertita molto perché i giochi e le altre attività erano molto interessanti. Gli animatori sono stati molto bravi ad inventare nuovi giochi coinvolgenti. Camilla, 7 anni È stato molto bello, abbiamo imparato tante cose nuove (sport, musica, lavori manuali). L’idea di mettere tutto sottosopra è stata buffa ma molto interessante. Siamo anche andati a Fagagna, a vedere una fattoria, è stato molto bello. Alice, 7 anni. Questo centro estivo mi è piaciuto molto perché abbiamo fatto tanti giochi in compagnia, gli animatori hanno inventato dei giochi stranissimi. Il tema su cui era incentrato il centro estivo era “Sottosopra” come quando Gesù entra nella nostra vita. Federico, 10 anni Anche quest'anno ho partecipato al centro estivo. Purtroppo, pur essendo un centro estivo ricco di iniziative e di vivacità, il gruppo delle medie non era molto numeroso, ma molto unito. Abbiamo usufruito della piscina comunale e abbiamo praticato diversi sport con tanti istruttori che hanno cercato di toglierci la nostra pigrizia vacanziera. Gli animatori ci hanno sopportato e aiutato nelle varie attività manuali e con Valeria e don Federico abbiamo discusso e seguito vari aspetti della vita legati alla natura. È stato bello sfidarsi e giocare tra amici nelle varie gare collaborando anche con chi magari non si va d'accordo. Lo spirito del centro estivo è questo: poter stare insieme, divertirsi ed imparare a conoscersi! Matteo P. Nel centro estivo Estate Ragazzi mi sono divertita un mondo. Ho imparato tante cose tipo i paesi, il deserto, il mare, la città… Musica motoria, ginnastica artistica, basket, pallavolo: tutti questi sport mi hanno divertita. Gli animatori avevano molta pazienza e affetto per noi. Io trovo sia stato un centro estivo fantastico, insomma sotto sopra. Sara Il Laboratorio Arte Quest'anno l'Estate- Ragazzi ha proposto una piccola novità: il Laboratorio-Arte. Aperto ai quattro gruppi, con attività diversificate secondo l’età, questo laboratorio ha prodotto molti materiali e vari cartelloni a tema. Il primo gruppo ha preso spunto dal Cantico delle Creature ed ha composto un paesaggio riempito di animali, sole, luna, fuoco, acqua, alberi, fiori e, naturalmente, San Francesco circondato da bambini felici. È stata l'occasione per apprezzare le bellezze del creato e riflettere sulla gratitudine. Gli altri due gruppi si sono impegnati nella produzione del logo qui riprodotto. Quest'ultimo lavoro ha costretto i ragazzi a fare delle scelte, a motivarle, a negoziare e anche a saper rinunciare a qualcosa in vista di un obiettivo comune. L'ultimo gruppo si è cimentato in un concorso di poesia; scegliendo fra diversi tipi di componimenti poetici i ragazzi hanno prodotto dei testi alcuni dei quali veramente belli. A conclusione di questo laboratorio si è proceduto alla premiazione. Prima classificata è risultata una poesia collettiva dal titolo Se io fossi; seconde a pari merito La pace è... e Desideri (im)possibili. Premiati e segnalati anche alcuni acrostici. Un laboratorio forse un po' impegnativo? Non so, ma credo che i ragazzi siano capaci di fare anche cose un po' più faticose, se riescono a vedere il significato e a prenderle per il verso giusto. 5 ESTATERAGAZZI AL POLO GLEMO/SALCONS Nelle calde giornate di giugno una decina di volenterosi animatori era presente al Glemo/Salcons per preparare gli ambienti che ci avrebbero aiutato durante l’Estate Ragazzi a scoprire un modo nuovo di guardare le cose del mondo, capovolgendo il nostro modo di pensare e di agire. Un progetto importante, faticoso e difficile da realizzare, ma noi siamo certi che è solo lasciandoci mettere SOTTOSOPRA da Gesù che si può trovare il verso giusto per realizzare la nostra felicità. La vita ci offre le possibilità, sta a noi prenderle! Con questo spirito, tra musica, risate, giochi con i colori, sono state realizzate le onde del mare, il deserto, la cappella, la città ed il logo. La montagna ha preso forma grazie a reti mimetiche e al lavoro di Michele. La realizzazione del faro è stata possibile solo grazie all’ingegno dei generosi esperti Sergio Artico, Pittini Marco, Valter e Sandro. Con l’aiuto e la collaborazione di tutti – ai fedelissimi dei preparativi si sono aggiunti davvero tanti altri animatori – l’avventura ha avuto inizio! Nelle settimane trascorse al polo SalconsGlemonensis i ragazzi hanno potuto fare attività diverse: momenti di riflessione aiutati dagli ambienti e dal teatro, di gioco, di creatività e manualità, di approccio alla musica, il tutto arricchito dalla piscina e dalla gita di fine settimana. Abbiamo poi scelto di attivare soltanto due laboratori per fare con calma e senza stress le cose, senza tempi scanditi da impegni che si accavallano, come succede durante l’anno. Ovviamente tutto è stato possibile grazie all’entusiasmo e all’impegno degli animatori che si sono avvicendati offrendo un servizio generoso con allegria, energia e attenzione che hanno fatto trascorrere giornate indimenticabili a tutti i partecipanti. Passata la stanchezza, il sorriso e l’affetto dei ragazzi incontrati è quanto ci portiamo di prezioso nel cuore. Ecco il commento di alcuni animatori: Quest’anno noi di prima superiore abbiamo accolto l’invito a diventare animatori. Per questo, durante l’anno abbiamo partecipato a degli incontri di formazione dove gli animatori più esperti ci hanno dato le basi per iniziare questo percorso. Gli incontri formativi sono stati quattro di cui uno trascorso in un fine settimana nella casa di Forni. I temi principali sono stati l’accoglienza, l’ascolto e la narrazione. Il passo successivo è stato preparare il centro estivo. Nelle due settimane che precedevano l’inizio dell’Estate Ragazzi ci siamo cimentati nella realizzazione dell’ambientazione da cui poi abbiamo preso spunto per le riflessioni giornaliere. Non vedevamo l’ora di iniziare ma già dal primo giorno ci siamo resi conto che sì, era molto divertente, ma allo stesso tempo abbiamo capito che bisognava metterci impegno e molta, moltissima pazienza. Nel centro estivo abbiamo fatto delle riflessioni insieme ai bambini prendendo spunto anche dalla storia del Piccolo principe spiegata in forma di teatro da alcuni di noi. Oltre al servizio che abbiamo offerto, questa esperienza ci ha dato la possibilità di conoscere, crescere e collaborare non solo con i vecchi amici ma anche con persone più grandi. Arianna, Gabriele, Stefano ESTATE A FORNI: ELEMENTARI & MEDIE Sulle ali dell’aquila Il 17-18-19-20 giugno si è svolto nella casa di Forni Avoltri il campeggio di IV elementare; un’esperienza, dopo la prima comunione ricevuta il 2 maggio, che andava a rinforzare il forte legame di gruppo dei ragazzi e a mettere al centro della loro vita Gesù. Dalle voci di quel giovedì mattina fuori Salcons, si percepiva che i ragazzi erano elettrizzati dalla partenza e dalla voglia di stare insieme per una nuova avventura, per cui all’arrivo di Daniele col furgone rosso, gran parte di loro si sono precipitati per sistemare gli zaini e prendere posto. Il tema del campeggio era “tante tribù un unico popolo, camminando lungo il sentiero della vita”. Il gruppo dei ragazzi, suddiviso in quattro tribù, aveva delle sfide da superare e ogni giorno un obiettivo da raggiungere. I momenti di preghiera, col canto, la musica, l’ascolto della Parola di Gesù, si mescolavano con i gesti più significativi: la consegna del medaglione e del colore come simbolo di appartenenza, il ringraziamento e l’offerta dei doni di ciascuno, la cerimonia del fuoco, i semi di girasole da coltivare… Queste sono le tappe che hanno scandito quattro giorni “Fulminoso” o l’arte di assaporare Già l’anno scorso nel campeggio di V elementare noi animatori avevamo proposto ai ragazzi il tema dello stupore partendo dal film Ratatouille, in cui l’intrepido topolino Remì ci porta alla scoperta di un mondo nuovo attorno a noi e in noi. Come Remì ha scoperto il grande chef che era nascosto dentro di lui, così anche noi abbiamo cercato cose di cui meravigliarci in ciò che ci circonda e in colui che ci sta accanto: la bellezza che ci circonda 6 infatti è segno della bellezza dell’amore di Dio. Motivo in più di stupore rispetto all’anno scorso la Casa nuova e il paese di Forni Avoltri che ci hanno accolti durante la settimana. Sempre lo spirito di ricerca ci ha portati fino alla malga Tuglia: nonostante lamenti, sudori e fatiche indicibili siamo arrivati alla meta, nel cuore delle Dolomiti che sono state per noi una grande cattedrale per la Messa che abbiamo celebrato in di intense emozioni :gioia, allegria, condivisione, gratitudine, rispetto, ma anche forza e coraggio. Purtroppo il tempo non è stato molto clemente e le occasioni per stare fuori non sono state numerose ma questo non ha impedito, anzi forse ha favorito la riflessione e la conoscenza reciproca in tutti i momenti della giornata. La domenica mattina, quando noi genitori e familiari abbiamo raggiunto i nostri ragazzi si percepiva una forte energia tra questi giovani, i loro animatori e le catechiste, un legame che dava loro forza e sicurezza dal vivere insieme. Il momento della Santa Messa è stato particolarmente animato e scandito dai segni preparati dai ragazzi con amorevole cura. È stato davvero una grande emozione vederli crescere, animati da sentimenti sinceri e spontanei, ma anche più maturi. Dalle loro parole nel raccontare questo campeggio è scaturito un grande entusiasmo e desiderio di ripetere questo tipo di esperienza. Non possiamo che dire un forte grazie ad animatori e catechiste, a don Gastone e don Federico e a tutte le persone che hanno accompagnato… “su ali d’aquila, i nostri ragazzi a volare sulla sacra montagna”. ** quel paesaggio da cartolina. Grazie alle “formidabili” abilità teatrali di alcuni di noi, abbiamo cercato di far rivivere ai ragazzi il viaggio dei discepoli di Emmaus, che dalla delusione provata a Gerusalemme dopo la Crocifissione li conduce a riconoscere il Maestro risorto nel narrare la Parola e nello spezzare il pane: per mezzo di questi due doni anche noi siamo chiamati a riconoscere Dio nella nostra vita. Attraverso la vita di comunità che si sperimenta a Forni, cioè nella collaborazione nei lavori quotidiani e nella condivisione dei momenti di gioco e di preghiera, abbiamo capito che la fatica, se fatta assieme, ci porta a trovare qualità dei nostri compagni che la vita di tutti i giorni non ci dà il tempo di apprezzare. La settimana che abbiamo vissuto è l’inizio di un cammino per voi ragazzi insieme a noi animatori che continueremo durante l’anno al Glemo e nei futuri campeggi a Forni; per questo, ringraziando i don, le cuoche e tutte le persone che ci hanno accompagnati lungo tutta la settimana, vi diciamo: “Si vedin la sabide al Glemo!!!” I vostri animatori Avete mai pensato di trascorrere una settimana in compagnia di quattro ragazzi imbarcati su una nave alla ricerca di un tesoro? Un’avventura con la A maiuscola che quest’anno noi di prima media abbiamo avuto la possibilità di vivere durante la nostra settimana di campeggio!! Ogni giorno abbiamo seguito le vicende dei pirati e abbiamo preso spunto da queste per conoscere meglio noi stessi e i nostri compagni di viaggio, affrontando diverse tematiche, dai nostri talenti ai nostri limiti, dagli ingredienti fondamentali dell’amicizia al perdono, avvicinandoci così sempre di più al tanto agognato tesoro! Non sono mancati i giochi durante “LA CASA CHE RENDE FOLLI”… questo era ciò che si leggeva sul cartellone all’ingresso della casa il primo giorno del campeggio di seconda media ed è questo slogan che ha dato inizio ai giochi e al divertimento di quei sette giorni indimenticabili... Già da subito c’era l’intesa giusta tra animatori, ragazzi e cuoche. Fin dall’inizio abbiamo avuto anche l’occasione di conoscere una nuova persona speciale: don Alan, che è stato subito in grado di integrarsi con i nostri ritmi di preghiera e di gioco. La parte riflessiva del campeggio è iniziata, invece, con un video, recitato dagli animatori, che illustrava l’inizio di una storia intitolata Il cammino della felicità. Un libricino con su scritto il seguito della storia ci accompagnava tutti i pomeriggi con nuovi consigli e nuovi spunti di riflessione. Follie... di cioccolata In più ogni mattina veniva letto un fioretto quotidiano che lungo tutta la settimana ci insegnava le basi, le difficoltà e il valore dell’ amicizia. Mercoledì sera abbiamo visto un film ** molto importante e toccante dal titolo Un sogno per domani. Inoltre ci sono state molte sorprese: tutte le sere le cuoche hanno preparato una cena a tema (country, austriaca o friulana); la penultima sera abbiamo presentato un dopo cena con una fontana di cioccolata, tanta frutta e marshmellows appetitosi e per concludere al meglio, l’ultimo giorno, uno spettacolare balletto delle cuoche su una base di Frank Sinatra! Potremmo utilizzare tutte le parole esistenti e scrivere l’articolo più lungo che sia mai stato letto ma tutto ciò non renderebbe mai il divertimento, l’affiatamento e la magia che abbiamo vissuto quindi possiamo solo ringraziare TUTTI e aspettarvi il sabato pomeriggio per ripartire con entusiasmo e con una nuova meravigliosa avventura insieme! ** 7 ESTATE A FORNI: ELEMENTARI & MEDIE Alla ricerca del tesoro il giorno e i tanto desiderati giochi notturni (erano così gettonati che fin dal primo mattino qualcuno chiedeva se si sarebbero fatti alla sera anche se il tempo non era dei migliori) e qualche passeggiata, tutte splendide occasioni per stare insieme divertendosi e per imparare veramente ad ascoltarsi e a mettersi in gioco. Un grazie a tutti: voi ragazzi che avete imparato a collaborare bene insieme, i genitori che credono in questa esperienza, gli animatori e i don, guide importantissime di questo cammino, e il magnifico gruppo di cuochi che ci ha veramente coccolato e viziato in questi giorni! E il tesoro? direte voi. Non possiamo lasciarvi sulle spine e non dirvi cosa abbiamo scoperto! Abbiamo imparato che lo possiamo trovare solo se siamo in grado di mettere a disposizione degli altri i doni che Dio ha posto in ognuno di noi e se lasciamo che sia Lui al timone della nostra nave. Cari ragazzi, speriamo che stiate mettendo a frutto quello che abbiamo vissuto in campeggio e vi aspettiamo per poter continuare a navigare tutti insieme sotto la Sua guida. ESTATE A FORNI: MEDIE & SUPERIORI I sogni e i desideri più profondi... Com’è giusto in terza media gli animatori lasciano la parola ai ragazzi che, al termine del campeggio, hanno deciso di scrivere ai genitori la lettera che pubblichiamo Cari genitori, in questa lettera volevamo rendervi partecipi di ciò che ci ha colpito di più in questa settimana trascorsa in vostra assenza. L’arrivo di nuove persone, che abbiamo potuto conoscere in tutti questi giorni, è stato vissuto come un’esperienza che ci ha arricchito e ha rafforzato i rapporti di amicizia tra noi. Il tema della prima giornata è stato quello di riuscire ad aprirsi verso l’altro senza la paura di mostrare ciò che abbiamo dentro. Un altro argomento trattato in questi giorni è le scorciatoie della vita. A volte crediamo sia più facile, per raggiungere un obiettivo trovare la via più semplice e veloce, ma ci siamo resi conto che la strada della vita non è sempre diritta, anzi! Ci saranno degli ostacoli e li potremo superare soltanto impegnandoci molto. Abbiamo anche scoperto che la felicità non è data da ciò che ci sta attorno, ma si trova dentro di noi. Essa non deriva dalle cose materiali che abbiamo o che desideriamo, ma consiste in una serenità d’animo, un guardare positivo nonostante le difficoltà; un saper trovare sempre qualcosa di positivo in ciò che ci succede anche quando sbattiamo forte la testa contro il muro della vita. A metà settimana ci siamo aperti; chi più chi meno, parlando del nostro rapporto con i genitori. Attraverso un semplice SMS abbiamo scritto ciò che forse non siamo in grado di dirvi apertamente, un po’ per paura, per imbarazzo o perché a volte non avete tempo di ascoltarci. 8 Molti di noi hanno espresso apertamente il desiderio di trascorrere più tempo con voi per parlare, confrontarsi e ridere assieme, a volte, infatti, ci sentiamo molto soli e trascurati. Altri invece si sentono ingabbiati nel loro rapporto genitori-figli, e pur sapendo che i genitori lo fanno per il loro bene, male accettano questa situazione. Vi saremmo grati se ci deste più fiducia come hanno saputo darla i nostri animatori. Un primo passo verso la responsabilità per la nostra vita è la scelta della scuola che andremo a frequentare, scelta che per molti di noi è stata libera, mentre per una minoranza è vissuta come un’ennesima libertà negata. Un’attività in particolare ci ha permesso di capire che la famiglia può essere la nostra rampa di lancio dalla quale spiccare il volo con maturità e responsabilità con la certezza che la nostra famiglia rimane il nido dove ritornare dopo le eventuali cadute. L’ultimo giorno abbiamo affrontato il tema della nostra vita futura, dei sogni e desideri più profondi; questi ultimi sono stati messi su una barchetta di carta e affidati alle acque del Degano. La barca che percorre il corso di un fiume, è il simbolo di ognuno di noi: percorriamo la vita nella speranza che i sogni e i desideri siano sempre presenti e convergano verso degli obiettivi significativi, affidandoci a Qualcuno che timoni la nostra piccola barca. Grazie al momento di deserto abbiamo compreso che è importante ritagliarsi un po’ di tempo, per poter pensare, riflettere e conoscersi più in profondità, lasciando da parte il rumore della musica delle parole e di quanto possa disturbare il silenzio dove Dio ci parla. Vogliamo concludere i pensieri racchiusi in questa lettera sentendoci sicuri che soprattutto nei momenti di difficoltà e tristezza Dio ci accompagna con tenerezza di Padre non camminando vicino a noi, ma prendendoci in braccio. I ragazzi di terza media Le nostre preghiere Grazie Signore, perché anche quest’anno ci hai dato la possibilità di crescere e maturare partecipando al campeggio di Forni. Grazie ai momenti di divertimento, ai momenti di preghiere e di approfondimento ci hai fatto scoprire il vero significato della parola “maturare”. Abbiamo capito, in questa settimana, che la vita può essere paragonata al corso di un fiume: c’è la sorgente dove nasce il fiume, c’è il letto dove si depositano tanti materiali, che però si distinguono dalla loro forma e natura. Il fiume ha molte cascate, punti in cui l’acqua va velocissima, come i migliori anni della vita; ci sono anche delle deviazioni, degli imprevisti che possono influire sul suo corso; poi si arriva alla foce dove l’acqua si immette in un lago o in un mare e forse quando nella tua vita troverai quel punto, quel luogo, ti sentirai veramente completo e sereno perché hai contribuito a riempire questo vuoto. Magari avremo interpretato male la vita del fiume, magari quando sfocia vuol dire che il fiume non è più in vita, ma il fiume sa di aver contribuito alla nascita di qualcosa di più maestoso. Questo ragionamento forse può far capire che tutti noi, come un fiume, abbiamo uno scopo nella vita: riempire, colmare, quel vuoto che viene provocato da cattiveria e ignoranza. Un ultimo grazie, Signore, perché ci ha fatto conoscere i nostri fantastici animatori: Simone, Pietro, Chiara, Orietta, Marta e Jenny, concedi loro la forza di continuare ad aiutare i ragazzi con l’animazione. Questa settimana oltre ad aver approfondito il rapporto con don Federico, ci hai regalato la presenza di un nuovo prete, don Alan! Per questo Signore ti ringraziamo, grazie anche ai fantastici cuochi che ci hanno sopportato tutta la settimana! Concludiamo col dire che anche una semplice parola può essere grande: GRAZIE!!! 26 luglio: si parte! Noi ragazzi di prima e seconda superiore anche quest’anno abbiamo avuto la possibilità di un campeggio tutto per noi. In questo campeggio abbiamo approfondito l’incontro: con il prossimo, con Dio e con se stessi. Per quanto riguarda il tema “l’incontro con Dio” abbiamo visto spezzoni di alcuni film che si collegavano con la fede in Dio, dopodiché abbiamo ragionato su come la nostra fede sia cambiata nel corso degli anni. Per quanto riguarda “l’incontro con se stessi” avevamo a disposizione dei libri di poesie e noi dovevamo leggerne a caso alcune, in sottofondo c’era una musica molto lieve e al termine del brano musicale ci siamo chiesti se noi certe volte ci siamo mai fermati un momento, senza nessun pensiero in testa, a meditare. Dopo aver discusso di O Signore dell’universo ascolta questo figlio disperso che ha perso il filo e non sa dov’è e che non sa neanche più parlare con te. (Jovanotti) Poi, noi ragazzi di terza superiore in cammino con Francesco d’Assisi, incontrato lungo i suoi sentieri in Toscana ed in Umbria, accompagnati da una preghiera che ci ha sostenuto lungo tutto il nostro campo. Signore, insegnami la strada, l’attenzione alle piccole cose, al passo di chi cammina con me per non fare più lungo il mio. Quindi tocca a noi essere testimoni dell’amore di Dio, noi comunità di santi e di peccatori, noi capaci di ideali, testimoni di pace e timorosi del futuro. Noi, chiesa, popolo di Dio in cammino. Alla parola ascoltata, perché il dono non cada nel vuoto. Iniziamo il cammino da La Verna dove San Francesco ha ricevuto le stimmate, impegnati a togliere la scorza di superficialità che ricopre il nostro cuore per imparare a vedere con rinnovata attenzione. Agli occhi di chi mi sta vicino, per indovinare la gioia e condividerla. Dopo cinque ore di strada a piedi raggiungiamo Pieve Santo Stefano, queste cose abbiamo riletto le poesie, nella maniera giusta: respirando, facendo delle pause e cercando di trasmettere emozioni; in quel momento mi sentivo leggero, era come se le persone che avevo intorno non ci fossero. Infine per il tema “l’incontro con il prossimo” abbiamo ragionato sul discorso di chi è per noi il prossimo e dell’importanza delle persone che ci stanno vicino. In questo cammino siamo stati aiutati da alcune testimonianze: uno scultore, un prete e una dottoressa. Lo scultore Franco Maschio ci ha parlato di come è nato il suo mestiere, le prime grandi opere, l’aiuto ricevuto dalla famiglia. È stato molto bello poterlo ascoltare ed emozionarsi con le sue parole. Abbiamo anche costruito una piccola opera assieme: un bassorilievo di un bambino che cerca di sca- Insegnaci la strada Michele Signore, insegnami la strada. La strada su cui camminare insieme, nella semplicità di essere ciò che si è. Siamo alle pendici del Monte Subasio sopra Spello, domani ci aspetta la salita alla vetta per poi, finalmente, giungere ad Assisi. Questa sera, invece, veglia alle stelle con le Perseidi. Nella gioia di avere ricevuto tutto da te, nel tuo amore. non sappiamo dove piantare le tende. Sorella provvidenza, però, non ci abbandona. Incontriamo il parroco, ci concede il campetto dell’oratorio, c’è anche un rubinetto funzionante, bene, le tende sono montate, adesso possiamo festeggiare un compleanno ed un onomastico. Per indovinare la tristezza, e avvicinarmi in punta di piedi, per cercare insieme la nuova gioia. Giungiamo a Spello, qui vogliamo conoscere la figura di Carlo Carretto, testimone di fede e di partecipazione alla chiesa, fu presidente della gioventù di Azione Cattolica, quindi entrò nella congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù fondata da Charles de Foucauld, dal 1965 si stabilisce a Spello dove muore il 4 ottobre 1988. Assisi è fatta di silenzio (Eremo delle carceri); di stupore (la basilica di San Francesco); di gioia di vivere (memorabile la battaglia dell’acqua lungo le viuzze della città a cui ha partecipato anche sorella pioggia che ovviamente ha vinto bagnando tutti); di eccessi (Santa Maria degli Angeli) e di umiltà (la Porziuncola) Signore, insegnami la strada. Ultimo giorno a San Damiano dove abbiamo parlato d’amore con i versi dei poeti. È ora di tornare a casa, San Francesco camminando con noi ci ha regalato un segreto: “bisogna credere possibile l’impossibile”, questo è il senso delle parole di Gesù nel Vangelo di Luca 6, 27-38 Tu che sei la Strada e la Gioia. Amen i malandrini (i giovani di III superiore) 9 ESTATE A FORNI E IN UMBRIA: SUPERIORI Tre incontri fondamentali valcare un muro: quel ragazzino siamo noi e tutto quello che c’è dietro a quel muro rappresenta il nostro futuro; ognuno di noi ha provato, con lo scalpello, a dar vita al nostro piccolo capolavoro, custodito nella cappella di Forni. Don Bruno, invece, ci ha parlato della sua opera missionaria: ci ha molto colpito il suo impegno verso i giovani della strada. Infine, la dottoressa ci ha parlato della donazione del sangue, ma soprattutto degli organi; un gesto che a noi non costa nulla, ma che può salvare la vita a molti. è stato proprio anche grazie a questa testimonianza che abbiamo capito il vero tema del campeggio: certi incontri ti cambiano la vita. E gli incontri fatti in questo campeggio, dagli amici, agli animatori, dalle testimonianze alla gente del posto, in fin dei conti almeno un po’ ci hanno cambiato! ESTATE SCOUT: BRANCO REPARTO CLAN Branco Rocce Brune Noi del Branco Rocce Brune siamo partiti per le nostre Vacanze di Branco verso Avausa, nella splendida val Pesarina, del tutto ignari che avremmo trovato alloggio nella locanda del famigerato Capitan Uncino. Per un soffio al nostro arrivo abbiamo rischiato di diventare tutti quanti parte della ciurma di Uncino, e sono stati proprio Peter Pan e Wendy in carne ed ossa a toglierci dalle sue grinfie. Dopo aver conquistato la fiducia di Peter Pan, ci è stata affidata una missione importante: Wendy ci ha chiesto aiuto per riportare a casa i suoi fratellini, rapiti da Uncino e portati sull’Isola Che Non C’è... Dopo aver superato le innumerevoli insidie che Uncino aveva messo sulla nostra strada, insieme a Peter Pan e a Wendy, è stato il nostro sentirci tutti uniti, la forza che nasce dallo stare insieme, che ha fatto funzionare la magica polvere di fata e volare verso l’Isola Che Non C’è. Insieme a Peter Pan e a Wendy, una volta arrivati sull’Isola Che Non C’è, abbiamo costruito i nostri ripari nel bosco per difenderci dagli attacchi dei pirati di Uncino e con l’aiuto di Giglio Tigrato, la figlia del Grande capo tribù indiano, abbiamo imparato a costruire dei meravigliosi acchiappasogni per trattenere tutti i nostri sogni e i nostri desideri più belli. Armati della gioia, del coraggio e dell’unione che abbiamo sperimentato stando 10 insieme, con il forte desiderio di liberare i fratellini di Wendy, abbiamo combattuto contro l’intera ciurma del Bucaniere Rosso, la famigerata nave pirata di Capitan Uncino, riuscendo nel portare a termine la nostra missione. Nell’intensa e bellissima settimana vissuta insieme abbiamo potuto gioire stando in armonia con la natura, abbiamo imparato a lavorare insieme, a condividere i nostri pensieri e le nostre esperienze aprendoci agli altri. Abbiamo sperimentato il senso dell’unione e della comunità, l’importanza della fiducia reciproca. Abbiamo imparato a conoscere di più chi ci sta vicino, apprezzando le qualità di ciascuno e abbiamo capito quanto sia difficile ma così importante amare non solo chi ci vuole bene, ma anche chi ci è meno simpatico e non consideriamo un nostro amico. Vivendo a contatto con la natura, immersi in bellissimi paesaggi, abbiamo imparato a scoprire l’importanza dei doni che ci ha fatto il Signore. Ogni lupetto ha potuto continuare il suo cammino di crescita personale impegnandosi a “cacciare” sempre nuove prede, per avvicinarsi alla cima della Rupe. Molti sono stati i lupetti che hanno portato davanti al Branco una loro particolare abilità o interesse, per metterli anche a disposizione degli altri durante queste Vacanze di Branco e nella vita di ogni giorno. È stata una settimana che ha regalato tanto, a grandi e piccoli. Nel nostro zaino, prima di ritornare a casa, abbiamo messo molte cose nuove, tanto entusiasmo, e la voglia di portare anche nella vita di ogni giorno quanto vissuto e sperimentato durante questa bellissima avventura insieme. Reparto Don Pio Gabos Quest’anno noi del reparto Don Pio Gabos siamo partiti per una nuova avventura da vivere immersa nella natura selvaggia di Clavais, piccola frazione di Ovaro, dall’8 al 20 agosto. Dalla prima giornata di campo fino alla fine ci siamo imbattuti in strani personaggi provenienti dal passato: abbiamo incontrato una popolazione primitiva che ci ha insegnato a costruire delle solide palafitte di due piani, Cristoforo Colombo che ci ha portato in dono dall’America nuove pietanze con cui poter cucinare piatti sopraffini per Leonardo da Vinci che ci ha illuminati con le sue invenzioni e il re di Francia il quale era alla ricerca di un nuovo cuoco di corte. Ci siamo ritrovati in mezzo alle trincee della prima guerra mondiale passando attraverso le diatribe tra le potenze dell’Asse e i paesi Quando la strada si chiama route “e tutti in route ora si va, lasciandoci dietro palazzi e città, servizio fede e comunità ti entrano solo dai piedi. Perché un rover e i suoi pensieri sono fatti di zaini scarponi e sentieri Questa è la strada quella del clan…” Acquapendente, dove il sindaco ci ha ospitati nella pineta vicino alla torre campanaria (che suonava per nostra gioia ogni 15 minuti!). Anche se un po’ scoraggiati e stanchi siamo andati a dormire nelle nostre tende certi del sostegno degli altri. Con questa sicurezza, tanta energia e voglia di camminare assieme abbiamo raggiunto S. Lorenzo nuovo e poi Bolsena dove, sulle rive del lago, ci ha raggiunti Don Federico. Martedì 27 i capi ci hanno fatto una sorpresa; dopo la messa siamo partiti per l’hike: 24 ore in cui ognuno di noi con uno o due compagni parte per la sua strada. Con lo stretto necessario fa un pezzo del suo cammino che lo porterà in un luogo diverso dagli altri, dove dovrà cercare ospitalità presso la gente del posto. Alcuni hanno trovato un’ottima accoglienza di gente gentile e disponibile, altri Quest’anno la strada ha portato il clan “clanpon” di Gemona nelle terre toscane e laziali, lungo la via Francigena, la famosa e antica strada di pellegrinaggio che collega la Francia con Roma. Siamo partiti dalla stazione di Gemona la sera del 22 luglio. Dopo aver passato la notte in treno siamo giunti a Siena dove, dopo il primo caffè sul fornellino, è iniziato il nostro cammino. Per molti di noi questa è stata la prima route: siamo partiti con molte incertezze, ma anche con molto entusiasmo e voglia di stare insieme. La nostra prima e più faticosa tappa è stata 11 ESTATE SCOUT: BRANCO REPARTO CLAN alleati per arrivare fino ai giorni nostri. Durante questi 13 giorni abbiamo colto l’opportunità per conoscerci meglio e imparare tante cose che la “dura vita da campo” ci può insegnare quali l’autonomia vissuta in prima persona dalle squadriglie, vivere con essenzialità a stretto contatto con la natura e con le sole cose che questa ci mette a disposizione. Tutto questo contornato dalla felicità di aver potuto passare del tempo tutti assieme ed esserci divertiti. Arrivederci al prossimo anno! invece si sono trovati di fronte a porte sbattute in faccia da persone poco sensibili o diffidenti. L’hike è un momento importante per ogni componente del clan, un’occasione per conoscere meglio il nostro compagno di viaggio e riflettere sul nostro percorso scout facendo affidamento solo su noi stessi. Alla fine ci siamo rincontrati tutti a Montefiascone, nostra penultima tappa; qui abbiamo trovato accoglienza presso la casa delle Maestre Pie Filippini. La route, oltre a essere cammino e fatica, è anche occasione di riflessione e confronto. In questi giorni abbiamo discusso sull’importanza dell’essenzialità e dei segni che possiamo lasciare sul nostro cammino, non solo in viaggio ma anche nella vita quotidiana. Partire è innanzitutto aprirsi agli altri, scoprirli, farsi loro incontro; noi infatti non possiamo lasciare tracce se non ci confrontiamo con gli altri, se non facciamo esperienze insieme a loro e se non offriamo loro il nostro servizio. Confronto, condivisione e servizio sono i punti fondamentali della vita di comunità come quella del Clan. Viterbo è stata l’ultima tappa del nostro cammino che ci ha insegnato che to rove significa errare, vagare, vagabondare, andare alla ventura. Vuol dire pernottare ogni sera in un posto diverso, vuol dire avere uno zaino leggero e delle buone scarpe, vuol dire avere un percorso interessante e un tema comune, vuol dire vivere a contatto con la natura. La route è essenzialità, è incontro con gli altri, con se stessi e con Dio. STRAORDINARIA E INDIMENTICABILE L’ESPERIENZA DI UN GRUPPO DI GIOVANI A Taizé un respiro “internazionale” di fede interiore; queste occasioni possono nascere nelle preghiere comuni aiutati dal canto oppure in solitudine nella pace della Sorgente, un parco di pace. L’unione di tutti questi aspetti rende Taizé un luogo unico, un posto in cui poter “ricaricare le batterie” per poter seguire meglio le orme del Signore nella nostra vita quotidiana. Siamo partiti con un mattoncino simbolico consegnatoci da don Gastone e da una comunità, quella di Gemona; abbiamo fatto un’esperienza significativa all’interno di un’altra comunità, quella di Taizè e torniamo così … È strano vedere e rendersi conto di quanti giovani come noi condividano la Fede in Cristo Gesù. Non ci pensiamo spesso: crediamo di essere piccoli, niente rispetto al mondo intero e che le nostre azioni non possano fare granché! Taizé dice il contrario. Migliaia di giovani che si trovano a pregare tutti insieme e a condividere una settimana della loro vita, a fare la coda insieme per i pasti, a cantare canzoni di cui nessuno ricorda il testo ma tutti cantano ugualmente all’Oyak la sera, a riflettere insieme sui grandi temi del nostro tempo, sulla Chiesa, sulle grandi domande che ognuno in cuor suo porta ma che pochi hanno il coraggio di affrontare e condividere. Ogni mattina ci trovavamo con un frère, un frate che vive lì e che davanti a 120 giovani tra i 17 e i 18 anni leggeva e spiegava un brano di Vangelo, coinvolgendoci tutti con il suo modo così insolito ma così semplicemente profondo. Poi, divisi in piccoli gruppi, parlavamo di ciò che frère Maxime (così si chiama) aveva detto poco prima: ed è proprio bello parlare di queste cose con persone che probabilmente non rivedremo più ma che ci siamo trovati vicino, anche solo per una settimana. La cosa che mi è stata più difficile riuscire a capire e vivere è stata la preghiera, così diversa dalla nostra idea di preghiera: la lettura della Parola si accompagnava a lunghi momenti di silenzio e all’intonazione di canoni ripetuti molte volte. Detto così potrebbe davvero sembrare noioso e privo di senso ma, credetemi, quando si riesce a “sentirne” la bellezza, non la si scorda tanto facilmente. Questo viaggio è stato un’esperienza straordinaria e “sconvolgente” al tempo stesso: mi sono sentito immerso in una realtà di respiro internazionale cui non ero abituato, ma che mi ha colpito profondamente. A Taizé ho sperimentato una religiosità nuova, non sempre facile da capire, ma capace di affascinare ogni anno migliaia di giovani provenienti dai cinque continenti. Ma soprattutto ho scoperto il valore della comunità cristiana, che in 12 … con un’esperienza che vogliamo ancora ascoltare, interrogare, coltivare, vivere e soprattutto trasmettere. tutto il mondo è chiamata a portare la parola di Dio e la pace fra gli uomini. Taizé? È un luogo dove sembra più facile “stare“ con sé e relazionarsi con l’altro, sentirsi e far sentire l’altro a proprio agio, farsi ascoltare e ascoltare. Spesso anche solo l’ascolto è di grande aiuto. Taizé è un’esperienza dai mille aspetti. È il luogo ideale per vivere momenti di condivisione, comunione e comunità, per imparare ad apprezzare culture molto diverse dalla nostra e sentirci tutti figli dello stesso Dio. Accanto a momenti di scambio in gruppo ci sono anche momenti individuali, di silenzio, riflessione e ricerca Che cos’è Taizè? Taizé è un piccolo villaggio della Borgogna in Francia presso il quale, tra il 1940 e il 1942, frére Roger Schutz prepara la creazione di una comunità monastica, nascondendo profughi politici che fuggono dalla zona di occupazione tedesca. Oggi il nome di Taizé evoca pace, riconciliazione e comunione. Ogni anno decine di migliaia di giovani, adulti e famiglie si recano presso la comunità in un pellegrinaggio ininterrotto. La preghiera comune ritma le giornate in cui si alternano riflessioni e condivisioni sulla fede, lavoro comune, silenzio, incontri tra religioni e culture, occasioni di formazione e confronto sui problemi del mondo. ** Un regalo alla Vergine Assunta Un bellissimo dono all’Assunta è stato fatto quest’anno nel giorno a lei dedicato dalla signora Nella Cantoni Goi che con grande perizia e pazienza ha realizzato il copriambone ricamandovi una eccellente copia della “Madonna Benois” conservata a San Pietroburgo, all’Ermitage, che Leonardo dipinse tra il 1478 e il 1482. Il lavoro eseguito a punto croce ha richiesto alla bravissima ricamatrice (nella foto con l’arciprete accanto all’artistica esecuzione) ben 46mila e più punti, con 23 diversi fili di cotone colorati. UN TRAGUARDO GUADAGNATO CON SPERANZA, CORAGGIO E TANTA FEDE I 100 anni di nonna Iduina “Benedis, anime mê, il Signôr, dut ce ch’al è in me il so non sant al benedissi. Benedis, anime mê, il Signôr, e no sta lassà in dismentie nissun dai siei plasês”. (Salms 103,1 2) Figlia di Francesco D’Aronco e di Maddalena Urbani, nonna Iduina è la terza, e l’unica ancora in vita, di una lunga schiera di sorelle e fratelli (tipico di una volta): Caterina, Maria, Giobatta, Antonio, Angelina, Aldo e Francesco. Sto parlando di nonna Iduina, di Godo, che, piano piano, anno dopo anno, il 9 luglio ha compiuto100 anni. Una fede profonda, la recita quotidiana del Rosario e il dono del “Timor di Dio” (oggi se ne è perso il significato) che “allieta il cuore, dà contentezza, gioia e lunga vita [...] ed è come un giardino di benedizioni” (Siracide 1,10, 40,2 7) sono quei valori spirituali che hanno sorretto e caratterizzato questo suo secolo di vita. Un traguardo guadagnato anche per la speranza ed il coraggio, mai venuti meno, con cui ha saputo affrontare croci e prove non indifferenti: le guerre, la fame, il terremoto, la vedovanza (nonno Luigi morì nel 1986), la morte del genero Bruno (2003) e, naturalmente, la vecchiaia, quest'ultima allietata dalle nascite dei pronipoti Marco (1997) e Matteo (1999). Un plauso, perchè se lo merita, e una benedizione all’unica e instancabile figlia Eugenia (Silvana) che l'ha sempre accudi- ta, soprattutto in questi ultimi dieci anni, in cui si sono aggravati i problemi di deambulazione, nei quali con invidiabile pazienza e vero amore cristiano non le ha fatto mancare nulla. Accoglie sempre con gioia la visita di Bonsignôr per la confessione e la comunione ed è stata lietissima per l'Eucarestia che venne celebrata in casa, nel giorno del suo compleanno (nella foto: con monsignor Gastone, dopo la Messa giubilare, e familiari). Quest’anno, l’arciprete, fresco da un pellegrinaggio in Terra Santa, le ha fatto Da Manila a Gemona Padre Romolo Bertoni, responsabile della Missione degli Stimmatini nei pressi di Manila (Filippine) ha voluto ringraziare di persona il comitato di ex studenti ed oratoriani che sostengono negli studi giovani filippini (di cui diremo nel prossimo bollettino). Padre Romolo (il secondo da sinistra, accompagnato dai confratelli padre Assuero e padre Giuseppe) è stato accolto da Franco Tuti, da Cesare Sabidussi e da monsignor arciprete. dono di un rosario da Gerusalemme (in legno di ulivo) che la nonna ha gradito particolarmente tanto da... baciarlo e sostituire subito quello che abitualmente portava con sé, in tasca. Cento anni sono tanti e, per chiunque, un secolo di vita racchiude tante avventure, liete e dolorose, ricordi e sentimenti che non basterebbe un grosso libro per contenerli tutti. Quanto sarebbe utile saper fermarsi un po' e, in questo mondo sempre più frettoloso e superficiale, sfogliare quelle pagine, saper ascoltare i nostri vecchi (troppe volte messi in disparte o parcheggiati nelle Case di riposo) e fare delle loro esperienze dei veri consigli di vita per le nuove generazioni, per quanto riguarda il sacrificio, la speranza, i valori cristiani, la fede... perché così ci suggeriscono le parole del saggio Giobbe (12,12): “È nei vecchi la sapienza e negli anziani la conoscenza”. Pertanto grazie, o Signore, per quel particolare giorno, per l'Eucarestia che Ti rende presente nella gioia familiare, e a te nonna per quella saggezza, oggi forse velata dagli anni, ma che ancora percepisco limpida anche da una tua semplice carezza, un bacio, un sorriso, per quelle parole protettive che, sempre, mi sussurri all'orecchio: «Benedèt di Diu, j prej simpri par te...». E allora, con particolare gratitudine, affetto e l’augurio di ogni bene, nel corpo e nello spirito, buon centenario, cara nonna Iduina! E avanti, con fiducia e molta, molta pazienza, a gloria di Dio. Sempre! Paolo 13 Anagrafe parrocchiale BATTESIMI 8 Tonino Maria Angela di Rinaldo e Maomet Mao Nura, n. il 6.4.1983 batt. il 26.4.10 9 Adamo Alessandro di Luigi e Bet Elisa, n. il 26.1.10 batt. il 23.5.10 10 Candolini Giulia Angela di Denis e Londero Federica, n. il 21.12.09 batt. il 23.5.10 11 Dolo Mattia di Andrea e Franz Annalisa, n. lʼ8.9.09 batt. il 23.5.10 12 Lepore Martina di Onorino e Gallizia Rita, n. il 25.12.09 batt. il 23.5.10 13 Lila Evelyn di Ervin e Gallina Claudia, n. il 5.11.09 batt. il 23.5.10 14 Marcon Luca di Silvano e Melchior Roberta, n. il 15.11.09 batt. il 23.5.10 15 Molino Marco di Emanuele e Contessi Elisa, n. lʼ8.8.09 batt. il 23.5.10 16 Serafini Gioia di Livio e Damiano Erica, n. il 27.8.09 batt. il 23.5.10 17 Copetti Stefano di Giorgio e Forgiarini Tanya, n. il 29.10.09 batt. il 20.6.10 18 Fabiani Francesco di Fabiano e Maranzana Laura, n. il 5.11.09 batt. il 20.6.10 19 Goi Davide di Manlio e Gubiani Fabiana, n. lʼ11.1.10 batt. il 20.6.10 20 Lo Gioco Samuele di Lorenzo e Scopelliti Giuseppina, n. il 5.2.10 batt. il 20.6.10 21 Nenis Anna di Fabiano e Macorig Katja, n. il 26.2.09 batt. il 20.6.10 22 Nenis Luca di Fabiano e Macorig Katja, n. il 26.2.09 batt. il 20.6.10 23 Stefanutti Riccardo di Enzo e De Pauli Lara, n. il 6.7.09 batt. il 20.6.10 24 Brollo Ginevra di Alain e Forgiarini Silvia, n. il 14.12.09 batt. il 17.7.10 25 Ciccotti Anna di Antonio e Michelutti Federica, n. lʼ11.4.10 batt. il 18.7.10 26 Boria Elia di Emanuele e Cucchiaro Marisa, n. il 9.11.09 batt. il 18.7.10 27 Illeni Luca di Alessio e Geromin Silvia, n. il 30.10.09 batt. il 18.7.10 28 Revelant Nicol di Christian e Croistoro Camelia, n. il 14.3.10 batt. il 18.7.10 29 Temil Alexander di Aldo e Chiapolino Michela, n. il 29.9.09 batt. il 18.7.10 30 Galvagno Alice Agata di Alessandro e Copetti Elena, n. il 6.2.10 batt. il 14.8.10 31 Bosello Matilde di Nicola e Lepore Erica, n. lʼ11.12.09 batt. il 15.8.10 32 Bosello Tobia di Massimo e Venturini Rosita, n. il 19.11.09 batt. il 15.8.10 33 Colapietro Noemi di Antonio e Capasso Valentina, n. il 21.11.09 batt. il 15.8.10 34 Contessi Iolanda Maria di Giulio e Pittini Silvia, n. il 28.4.10 batt. il 15.8.10 35 Sangoi Manuel di Gabriele e Contessi Francesca, n. il 4.12.09 batt. il 15.8.10 36 Capriz Gabriele di Paolo e Aballe Rosslyn, n. lʼ1.11.09 batt. il 15.8.10 37 Crisquolo Massimiliano di Martino e Pascolo Sylvie, n. il 16.12.09 batt. il 23.8.10 6 Degano Gian Maria – Battistutti Barbara, sposati in Duomo il 19.6.10 7 Battiol Marco – Pecci Lucia, sposati in Duomo il 10.7.10 8 Londero Alex – Londero Sara, sposati in Duomo il 31.7.10 9 Forgiarini Alessandro – Rosso Paola, sposati in Duomo il 7.8.10 10 Galvagno Alessandro – Copetti Elena, sposati in Duomo il 14.8.10 11 Di Giusto Mauro – Silei Cristina, sposati in Duomo il 21.8.10 12 De Clauser Giovanni – Baldassi Federica, sposati in Duomo il 28.8.10 13 Pattaro Luca – Venturini Elena, sposati in Duomo il 4.9.10 DEFUNTI 38 Calderini Maurizio di anni 67 il 13.5.10 39 Piticco Maria Baldissera di anni 93 il 24.5.10 40 Minisini Tarcisio di anni 62 il 30.5.10 41 Londero Eleonora di anni 73 il 31.5.10 42 Cucchiaro Letizia v. Rossi di anni 85 il 31.5.10 43 Urbani Gisella Venturini di anni 88 il 7.6.10 44 Mainardis Bruno di anni 68 il 17.6.10 45 Forgiarini Leonardo di anni 80 il 18.6.10 46 Forgiarini Lucia Serafini di anni 81 il 23.6.10 47 Zearo don Giovanni di anni 89 il 25.6.10 48 Valent Maria Seravalli di anni 85 il 30.6.10 49 Zanon Lucillo Lucio di anni 76 il 4.7.10 50 Francavilla Lucia Marini di anni 90 il 5.7.10 51 Lepore Pietro di anni 65 il 5.7.10 52 Gussetti Giovanni di anni 91 lʼ8.7.10 53 Lepore Armida di anni 84 lʼ8.7.10 54 Tiso Antonio di anni 74 lʼ11.7.10 55 Cargnelutti Mario di anni 72 il 12.7.10 56 Urbani Rosalia Cargnelutti di anni 75 il 20.7.10 57 Picco Ida v. Tuti di anni 90 il 4.8.10 58 Rumiz Anna v. Forgiarini di anni 77 il 31.7.10 (segue alla pagina accanto) Onorio Collini n. 17.02.1914 m. 04.02.2010 Antonio Venturini (Bachet) n. 09.03.1928 m. 09.04.2010 (Australia) Tarcisio Minisini n. 09.04.1948 m. 30.05.2010 Letizia Cucchiaro n. 19.12.1925 m. 31.05.2010 Giuseppe Marchetti (Miôl) n. 12.02.1923 m. 06.06.2010 (Argentina) Primo Luigi Castellani n. 19.09.1915 m. 24.06.2010 Maria Valent n. 01.08.1924 m. 30.06.2010 Antonio Tiso n. 11.08.1935 m. 11.07.2010 Anna Londero Marchetti n. 21.11.1923 m. 14.07.2010 MATRIMONI 5 Zuliani Omar – Visentini Sara, sposati in Duomo il 12.6.10 14 UN’USCITA GIOIOSA PER CONOSCERE IL MESSAGGIO FRANCESCANO DI SEMPLICITÀ DI FEDE Ad Assisi anche tutti i chierichetti Ebbene sì.. anche quest’anno i chierichetti di Gemona si sono messi in viaggio, destinazione: Assisi! E così martedì 31 agosto quindici ragazzi dalla V elementare in su assieme agli immancabili Franca, Ruben, don Gastone, Antonietta, più alcuni animatori, sono partiti in corriera verso l’Umbria. In corriera tra risate, canzoni, scherzi, partite a carte e qualche dormita le ore sono passate veloci. Durante il viaggio ci siamo fermati in Toscana per visitare il magnifico monastero medievale della Verna, per poi ripartire alla volta di Assisi dove siamo stati ospitati presso le Suore Francescane di Gemona. Il tempo di sistemarci un po’ e di riprendere fiato e poi via... per visitare Santa Maria degli Angeli e la Porziuncola. Il secondo giorno al mattino ci siamo recati all’Eremo delle Carceri dove ad attenderci abbiamo trovato Padre Francesco, un frate davvero simpatico che con allegria e semplicità ci ha presentato la figura di San Francesco, facendoci capire quanto questo santo possa essere, per la sua storia, attuale e vicino ai giovani di oggi. Nel pomeriggio ci siamo recati a S. Damiano dove Padre Fabio ci ha illustrato la storia di Santa Chiara che, con le sue consorelle Clarisse, ha vis- (dalla pagina precedente) 59 Londero Marianna Pascolo di anni 78 il 12.8.10 60 Londero Antonino di anni 54 il 17.8.10 61 Forgiarini Elio di anni 72 il 14.8.10 62 Mardero Aurora v. Goi di anni 88 il 16.8.10 63 De Cecco Edda Goi di anni 68 il 17.8.10 Mario Cargnelutti n. 20.08.1937 m. 15.07.2010 suto in questo luogo tutta la vita. Inoltre abbiamo visitato la chiesa di Santa Chiara e la basilica di San Francesco dove si trova la tomba del Santo insieme a numerosi e bellissimi affreschi di Giotto riguardanti la sua vita. La sera abbiamo seguito un bellissimo musical su Santa Chiara e trascorso qualche ora in libertà per le strade di Assisi... by night! Giovedì siamo partiti in pullman verso Orvieto dove abbiamo potuto ammirare il magnifico Duomo e, alcuni di noi, il Pozzo di San Patrizio. Nel pomeriggio invece abbiamo assistito al meraviglioso spettacolo acquatico della Cascata delle 64 Vidoni Manlio di anni 67 il 17.8.10 65 Mattioni Manlio di anni 85 il 21.8.10 66 Cesaro Rita Artico di anni 55 il 17.8.10 67 Querini Marilena Ragalzi di anni 75 il 24.8.10 68 Simonetti Giovanni Battista di anni 94 il 4.9.10 69 Zamparutti Angelina v. Marcon di anni 90 il 4.9.10 Ada Picco Tuti n. 26.08.1919 m. 04.08.2010 Aurora Mardero n. 05.05.1922 m. 16.08.2010 Marmore e fatto una passeggiata lungo i sentieri del parco. Purtroppo però le giornate sono passate troppo velocemente e così... eccoci, l’ultimo giorno, a Gubbio. Qui con la guida abbiamo visitato la città: il Duomo, Palazzo dei Consoli (foto) e, dopo pranzo, la chiesa di Sant’Ubaldo dove è esposto il corpo del Santo insieme ai tre ceri utilizzati per il famoso palio che si tiene nella città. Al pomeriggio, un po’ stanchi ma soprattutto felici per i bei momenti passati assieme, abbiamo salutato l’Umbria e siamo partiti per tornare a Gemona. I quattro giorni passati ad Assisi sono stati molto belli e spensierati; abbiamo riso, scherzato, cantato, fatto fotografie, camminato e visitato posti nuovi ed interessanti ma c’è stato anche tempo per riflettere e conoscere a fondo questi due grandi santi, i luoghi in cui sono vissuti ed il messaggio di semplicità e di fede che ci hanno lasciato. Ma la cosa più importante è che abbiamo fatto tutto questo insieme! Ringraziamo don Gastone, Franca, Ruben e Antonietta che hanno organizzato il viaggio e che si occupano dei chierichetti ogni domenica con tanta disponibilità e amore; un grande grazie anche alle famiglie e a tutte le persone che ci hanno sostenuto per la preparazione della macedonia, dei dolci e nel lavaggio macchine. Speriamo davvero di poter ripetere l’esperienza al più presto, magari più numerosi, ma sempre insieme e in allegria. Gli animatori 15 BAMBINI E GENITORI DEL GRUPPO “FAMIGLIE DI PRIMA COMUNIONE” PELLEGRINI AD ASSISI Sulle orme di San Francesco e Santa Chiara «È stato il Signore a condurvi qui». Sono alcune delle parole di benvenuto di padre Francesco che ci attendeva all’Eremo delle Carceri. Effettivamente sono stati tre giorni di grazia che si sono potuti gustare in questo fine agosto grazie alla disponibilità delle preziosissime catechiste Antonietta e Lucia che hanno organizzato il tutto, dell’arciprete che, nonostante i tanti impegni, si è unito a noi, dell’attento e simpatico autista Bepi, dei padri francescani Francesco, Simone e Francesco Maria e di suor Marisa, che ci hanno fatto da guida, e di noi tutti che abbiamo aderito a questa iniziativa: ognuno ha dato la sua disponibilità per fare di questo invito del Signore una meravigliosa realtà. Ed eccoci in oltre 70 pellegrini (e non “turisti”!) riuniti con il “gruppo famiglie di prima Comunione” (più qualche adesione da altre comunità parrocchiali) in questa santa terra di Assisi, per meditare su quell’innamorarsi di Dio che è stato il grande sentimento e la vera felicità che ha riempito i cuori di Francesco e Chiara e che, se lo vogliamo, riempirà anche i nostri perchè tutti siamo dei potenziali santi. L'itinerario proposto ci ha permesso di visitare i luoghi principali della città e soprattutto quelli vivificati dalla santità di Francesco e Chiara e di attingere conoscenze e particolari sulla vita dei due Santi mentre non sono mancati momenti di meditazione personale. Così abbiamo potuto visitare la chiesa di Santa Maria Maggiore, la Basilica di Santa Chiara con l’originale Crocifisso (proveniente da San Damiano) che “parlò” a San Francesco, la Chiesa Nuova e l’adiacente Oratorio di Francesco Piccolino, la Cattedrale di San Rufino, la maestosa Basilica di Santa Maria degli Angeli con la piccola e graziosa Porziuncola, il Santuario di Rivotorto, l’oasi di serena pace di San Damiano, l’affascinante complesso della Basilica di San Francesco, il suggestivo Eremo delle Carceri e l’accogliente Santuario della Verna. Non poteva mancare la santa Messa presieduta da monsignor Gastone: ne è nato un momento di catechesi e riflessione per spingerci ad accogliere quel Gesù il cui amore non gli ha risparmiato di donare a noi tutti l’ultima cosa che gli restava: il suo corpo, la sua vita, l’Eucarestia. Poi, negli sprazzi di tempo libero... libertà assoluta, rispettandone gli orari. In diversi siamo saliti alla Rocca Mag- giore, alla sommità del colle che sovrasta Assisi: anche lassù si percepiva la presenza di Dio che ci attendeva per donarci nella bellezza del Creato, dopo un po’ di salita, il panorama mozzafiato della pianura umbra, da Spoleto a Perugia. È stata un’esperienza benefica che ha toccato il cuore di tutti, tanto che il nostro figlio tredicenne si è sbilanciato nel fare una osservazione e dicendoci che “è rimasto colpito vedendo i posti frequentati da San Francesco così poveri e freddi e che ha avuto veramente coraggio a lasciare le comodità e la ricchezza che gli offriva la sua famiglia per seguire Gesù”. Ogni luogo visitato ci accoglieva con il suo fascino spirituale anche se tre giorni sono forse pochi per permetterci di recepirne appieno le suggestioni. S’è comunque trattato di un buon inizio per coloro che in futuro vorranno approfondire, attraverso l’esempio di Francesco e Chiara, l’amore verso Dio e poterlo quindi trasmettere ai propri figli, affinchè possano crescere con veri valori cristiani che la società di oggi tende drasticamente a sminuire presentando proposte irrisorie ed effimeri ideali. Ma il Signore continua a parlarci: come laggiù ad Assisi, quassù a Gemona ed in ogni luogo. A ciascuno di noi, come a San Francesco, dice: “Ripara la mia casa...” invitandoci ad essere, quotidianamente, pietre vive, disponibili collaboratori e preziosi testimoni nella Chiesa cioè nella famiglia, nel lavoro, nella scuola, nella comunità di appartenenza ed ovunque, ciascuno con i propri carismi: per ascoltare la sua Parola guida ed entrare in sintonia con la santità e la vera gioia basterebbe non indurire il nostro cuore. Grazie, grazie a tutti quanti per questi giorni “assisani”, assai ricchi di profonde emozioni e che sarebbe senz’altro bello poter rivivere. Ne vale veramente la pena! una famiglia partecipante Parrocchia di Santa Maria Assunta Via G. Bini, 33 33013 Gemona del Friuli (UD) NE/UDOO19/2010 Gentile Famiglia 33013 Gemona del Friuli 16