nome d`arte Yvonne De Flourel all`anagrafe Adele Croce ( 1889

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nome d`arte Yvonne De Flourel all`anagrafe Adele Croce ( 1889
Anche Teano ha avuto la sua
sciantosa: nome d'arte Yvonne
De Flourel all'anagrafe Adele
Croce ( 1889-1963)
Yvonne De Flourel – Adele
Croce ( La scantosa di
ieri)
Serena
Autieri
scantosa di oggi)
(la
Il prossimo giovedì 10 marzo, presso
l’auditorium Diocesano F.Tommasiello di Teano,
la celebre artista napoletana Serena Autieri si
esibirà in un applauditissimo spettacolo di
musiche e canzoni di un’epoca romantica e
nostalgicamente sempre viva, quella dei cafè
chantant “La Sciantosa”.
Protagonista assoluta di quel genere d’arte era
infatti la Sciantosa che, come ci spiegherà Gerardo Zarone
nel bellissimo articolo da noi pubblicto nel mese di liglio
2014, il termine non è sinonimo di chuanteuse (cantante in
francese) ma di origine napoletano e con diverso
significato.
Non molti sanno che una delle più brave, applaudite e
affascinanti Sciantose era di origini teanesi il cui nome
d’arte era Yvonne De Flourel all’anagrafe Adele Croce, nata
a Teano al vico Asile Infantile il 7 luglio 1889 e morta il
9 gennaio 1963, all’età di 74 anni.
Ripubblichiamo l’articolo di Gerardo Zarone sicuri
che, quanti avranno il piacere di assistere allo spettacolo
del 10 marzo, potranno rivivere quegli anni e quelle
emozioni ma anche immaginare di vedere nella recitazione e
nel canto della bravissima Serena, una figura che in qualche
modo ha appartenuta alla nostra terra ed alla nostra gente.
Signore e signori, ecco a
voi, Yvonne De Flouriel !!!
Yvonne
Flouriel
De
La mano appoggiata alla bretellina della canotta in
modo maliziosamente non casuale, il senso di mistero negli
occhi socchiusi, l’audace scollatura, il sensuale sguardo
disincantato. Il tutto in questa posa del primo novecento:
un loquace ritratto di una sciantosa, donna consapevole
della sua bellezza e del suo essere irresistibile. Perché il
termine, italiano ma di origine napoletana, non è sinonimo
di chuateuse (cantante in francese), ne è piuttosto la
storpiatura, ma con un diverso significato.
La sciantosa non era la semplice cantante da bar,
bensì l’attrattiva femminile per eccellenza del varietà, la
donna del desiderio irraggiungibile, la bellezza in forme
diverse. Era la diva, di cui nulla si sapeva se non il nome
d’arte, nome generalmente francese, perché i locali per lo
spettacolo che nacquero a Napoli nei primi del novecento e
detti caffè – concerto erano ispirati ai cafè chantant. Tra
i più noti, il Salone Margherita, il Gambrinus, l’Eden ed
altri, luoghi simbolo della belle epoque ed esclusivamente
dedicati all’alta società.
Yvonne De Flouriel (nella foto), già attrice nella
compagnia teatrale del grande Eduardo Scarpetta, approdò
giovanissima, grazie all’altrettanto illustre cabarettista
Nicola Maldacea, ai palchi dei più noti locali da
intrattenimento napoletani e ben presto divenne un’artista
di fama internazionale, ritrovandosi sui più importanti
palcoscenici all’estero, come quello del Muolin Rouge di
Parigi e le più note scene statunitensi.
Di lei, nel 1911, il pubblico riuscì solo a dedurre le
sue origini campane, grazie al naturalissimo accento
partenopeo mostrato in una importante rassegna di canzoni
napoletane, interpretate in coppia con Gennaro Pasqauriello.
Nel 1915 debuttò nel cinema e fu poi attrice
protagonista in diversi importanti film come Il veleno del
piacere (1918), La modella di Tiziano (1921) e Madame
l’Ambassadrice (1921).
Successivamente, per la fase di declino attraversata del
cinema italiano nella metà degli anni ’20, si trasferì in
Germania, dove però riuscì purtroppo ad essere scritturata
solo per parti di scarso rilievo o comparse.
Terminò così la carriera artistica di una della più
celebri sciantose, che scelse di trascorre il resto della
propria vita a Roma, in solitudine, inghiottita dal senso di
anonimato che pervade la metropoli, a rispecchiare il
pensiero del comico statunitense Fred Allen, secondo il
quale “Una Celebrita’ e’ una persona che lavora tutta la
vita per diventare ben conosciuta, e poi si mette degli
occhiali scuri per evitare di essere riconosciuta.” Nella
stessa città, tra miseria e solitudine, si spense il 9
gennaio 1963.
Yvonne De Flourel era all’anagrafe Adele Croce, nata a Teano
il 7 luglio 1889 al Vico Asilo Infantile.
Per Adele Croce nulla si è fatto e nulla poteva farsi,
ma Yvonne De Flourel è stata una celebrità del cinema e
dello spettacolo, la città di Teano potrebbe e dovrebbe
rendere in qualche modo omaggio alla sua memoria.
Gerardo
Zarone
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9 gennaio 1963 – Muore dimenticata dal mondo Yvonne De
Fleuriel
Il 9 gennaio 1963 Adele Croce, una donna schiva, sola e
dimenticata dal mondo muore poverissima a Roma. Ha
settantaquattro anni. Nessuno riconosce in quel povero corpo
consunto dalla povertà e dalla sofferenza la bellissima Yvonne
De Fleuriel, una delle donne più amate del teatro e della
canzone italiana d’inizio secolo. Nata a Teano, in provincia
di Caserta, fa il suo esordio nello spettacolo come attrice
generica e cantante al fianco del grande Eduardo Scarpetta.
Non ha ancora vent’anni quando incontra Nicola Maldacea, che,
oltre a essere uno dei più popolari interpreti del “caffè
concerto”, è molto sensibile al fascino femminile. Colpito
dalla sua bellezza la aiuta a farsi strada nell’ambiente
musicale. È lui che le suggerisce il nome d’arte di Yvonne De
Fleuriel, più in sintonia con il repertorio di canzoni
francesi che ne caratterizza le esibizioni. L’equivoco o,
meglio, il mistero costruito ad arte sulle sue origini
esotiche dura fino al 1911 quando, in duetto con Gennaro
Pasquariello, si esibisce al celeberrimo Salone Margherita di
Napoli, in una lunga rassegna di canzoni napoletane ostentando
un “purissimo accento” partenopeo. Da quel momento diventa una
delle donne di spettacolo più amate. Mentre la sua popolarità
si estende oltre i confini nazionali lei interpreta con
disinvoltura il ruolo di “femme fatale” richiesto da suo
personaggio. Consapevole dei suoi mezzi ama definirsi
«attrice, cantante e fine dicitrice», ma sa gestire con
astuzia il suo personaggio non rinunciando a esibizioni
clamorose che scandalizzano i benpensanti dell’epoca come la
capriola sul palco durante l’interpretazione di ‘O scugnizzo o
il concerto nella gabbia dei leoni al teatro Apollo di Roma.
Di lei si innamorano principi, uomini illustri e personaggi
dello spettacolo. Non mancano le storie tragiche come quella
di Carlo Mirelli, che insieme a Rocco Galdieri cura per lei la
versione italiana del successo parigino Thérèsine e poi, viste
respinte le sue offerte d’amore, si uccide. L’episodio
alimenta la sua fama di “donna irraggiungibile”, ma la segna
profondamente. Con il passare del tempo e con lo sfiorire
della bellezza fisica scopre che le notevoli doti canore e
sceniche non bastano a mantenere il successo. Il declino è
rapido e doloroso. Lascia l’Italia e va in Germania, dove
rimedia ancora qualche saltuaria scrittura. Progressivamente,
però, perde la voglia di lottare e si lascia andare. Torna in
Italia e si stabilisce definitivamente a Roma dove muore tra
l’indifferenza e l’oblio degli stessi che le avevano giurato
amore eterno.