pechino andata e ritorno!

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FLP Affari Esteri
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PECHINO ANDATA E RITORNO!
Sbirciando nei corridoi della sala delle conferenze internazionali, adibita a gran festa per l’annuale e
immancabile Conferenza degli Ambasciatori, utilissima e soprattutto (non) poco dispendiosa, ci è
apparsa una figura familiare, quella di Ettore Francesco Sequi, già capo di Gabinetto, fresco del
recente brindisi di saluto per l’assunzione, la settimana scorsa, delle sue nuove funzioni di
ambasciatore a Pechino. Ci siamo incuriositi, pensando di essere in presenza di fenomeno
paranormale associabile al dono dell’ubiquità: il neo ambasciatore a Pechino, che ha assunto in
sede il 20 luglio, una settimana dopo, il ventisette, appare di nuovo al ministero, mostrando
noncuranza, anzi disprezzo, del fuso orario di sei ore, ma disprezzo anche e soprattutto del denaro
pubblico! Perché appare a tutti paradossale, meno che a lui s’intende, fare un viaggio RomaPechino e dopo neanche una settimana tornare a Roma per la Conferenza degli Ambasciatori, con
aggravio di costi non indifferente, stimabili tra i 10 e i 15mila euro, considerando il biglietto aereo
e l’ISE di 7/10 giorni. Una cifra che appare troppo onerosa per una firma anche se prestigiosa come
quella di un ambasciatore. Sarebbe bastato spostare la partenza di una decina di giorni e affidare,
come frequentemente accade, la reggenza dell’ambasciata all’incaricato d’Affari. Noi della FLP
speriamo che ci giungano informazioni contrarie, che ridimensionino e o annullino la sgradevole
sensazione che abbiamo provato nell’apprendere la notizia; magari che le spese del biglietto aereo
siano state sostenute personalmente dall’ambasciatore Sequi. In tal caso, ci sentiremmo in
dovere di enfatizzare un atto quasi eroico, dettato dall’attaccamento al dovere e dalla volontà di
portare un importante contributo alla conferenza. Come vogliamo giustamente sottolineare ed
enfatizzare il comportamento del ministro Marco della Seta, già vice capo del Cerimoniale, che
nella medesima situazione ha intelligentemente rimandato l’assunzione dell’incarico a dopo
l’evento in parola. Da parte del nostro Sindacato, ministro della Seta, voglia gradire i nostri più
sentiti complimenti per la saggia decisione che ha permesso di realizzare un risparmio economico
non indifferente alle esauste casse delle Stato.
In tempi di “spending review”, dove si fanno le pulci a tutto, dove missioni urgenti ed importanti
non vengono effettuate, si dice, per mancanza di fondi per l’acquisto dei biglietti aerei, appare
inconcepibile questa mancanza di controllo da parte degli organi preposti e della loro totale
mancanza di interazione.
Attendiamo fiduciosi una coerente spiegazione che giustifichi il presunto danno erariale causato
con tanta leggerezza e noncuranza del bene comune. Se ci diranno che l’ambasciatore Sequi ha
agito con spirito di servizio e non poteva fare a meno di comportarsi come si è comportato, allora
saremmo lieti di dargli il pubblico riconoscimento che merita.
Per il momento resta in noi il timore che si sia trattato di un ulteriore spreco di denaro
pubblico.
Roma, 31 luglio 2015
UFFICIO STAMPA
Debito pubblico italiano: 2233 miliardi di euro