sistema di scarichi dell`impianto
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sistema di scarichi dell`impianto
Richiesta di autorizzazione allo scarico idrico in pubblica fognatura ai sensi degli artt. 124 e 125 del DLgs 152/2006 Futuris Etrusca s.r.l. Sede legale via Po 22 - Piombino (LI) Unità Produttiva Loc. Montegemoli Piombino Giugno 2011 ambiente sc – Carrara, via Frassina 21 – Tel. 0585-855624 - Firenze,via di Soffiano, 15 - tel. 055-7399056 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici INDICE 1 Localizzazione dell’impianto ............................................................................... 3 2 Descrizione del ciclo produttivo .......................................................................... 4 3 Elenco qualitativo e quantitativo delle materie prime utilizzate nelle fasi del ciclo produttivo che originano lo scarico ............................................................ 30 4 Stima delle caratteristiche qualitative e quantitative dello scarico prima e dopo la depurazione ....................................................................................... 31 4.1 Sistema di raccolta e smaltimento delle acque reflue industriali ..................... 31 4.2 Sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche............................. 32 4.2.1 Trattamento acque meteoriche dilavanti contaminate ................................ 35 4.2.2 Criteri di dimensionamento ......................................................................... 36 4.3 Sistema di raccolta e smaltimento delle acque reflue domestiche ................... 39 4.4 Riepilogo scarichi da impianto .................................................................... 39 4.5 Stima della portata annua delle acque meteoriche ........................................ 39 5 Programma di manutenzione e gestione dell’impianto di depurazione ................... 40 6 Descrizione, ove esistono, degli impianti l’indicazione del tipo di acqua riciclata di ricircolo delle acque con (processo, raffreddamento), percentuale di acqua riciclata .......................................................................... 40 7 Qualità e tipologia di eventuali reflui liquidi non trattabili nell’impianto, destinazione di tali residui e modalità di stoccaggio ............................................ 41 8 Consumi annui di acqua, suddivisi per le varie fonti di approvvigionamento ........... 41 ALLEGATI Allegato 1 Stralcio della mappa topografica in scala 1:2000 Allegato 2 Planimetria dello stabilimento con indicazione della rete fognaria Allegato 3 Caratteristiche tecniche impianti di depurazione Pagina 1 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Premessa La società Futuris Etrusca s.r.l., è una società di recente costituzione, con sede nel comune di Piombino (LI) in via Po 22, che vede come soci Futuris S.p.A. di Milano, società avente come scopo la progettazione, realizzazione con proprio investimento, e gestione di impianti alimentati a fonti rinnovabili, con focalizzazione nelle biomasse solide (cippato di legno) e liquide (oli vegetali di derivazione UE e non), e la società P.B.Engineering s.r.l. di Pisa, società con esperienza nella progettazione di impianti nel settore energia. Futuris Etrusca dispone delle competenze tecniche ed operative, nonché dei mezzi finanziari indispensabili per una corretta impostazione e gestione dell’iniziativa, sia nella fase realizzativa che durante l’esercizio dell’impianto. La società intende installare uno dei propri impianti in località Montegemoli nel Comune di Piombino (LI). L’impianto consiste in una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata con biomasse vegetali vergini. L’impianto fa riferimento a tecnologie ampiamente sperimentate, di grande affidabilità e sicurezza di esercizio e si caratterizza per scelte tecnologiche avanzate, soprattutto in termini di ottenimento di elevati rendimenti energetici e di protezione dell’ambiente. La presente relazione tecnica viene allegata quindi alla domanda di autorizzazione allo scarico idrico ai sensi degli artt. 124 e 125 del DLgs 152/2006 e s.i.m. Pagina 2 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. 1 Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Localizzazione dell’impianto L’area dell’impianto è ubicata nella zona industriale di Montegemoli, località a nordest del comune di Piombino (LI). La superficie dell’area è complessivamente di circa 15.000 m 2 e le quote del piano campagna sono a 2 m s.l.m. L’area, come si può notare dalla Figura 1.1, si colloca in un contesto pianeggiante a circa 3 km dalla costa tirrenica. Figura 1.1 – Area di ubicazione dell’impianto. AREA DI IMPIANTO PIOMBINO S.S.398 L’ambito di intervento ricade in un’area industriale inserita in un contesto agricolo. Il territorio circostante, come è possibile osservare dalla seguente figuraErrore. L'origine riferimento non è stata trovata., presenta una destinazione d’uso del suolo prevalentemente per la coltivazione. Non sono infatti presenti significativi nuclei abitativi ad eccezione di alcune abitazioni sparse nel raggio di 600-700 m. L’accesso all’area dell’impianto sarà garantito dalla SS398 che ha uno svincolo in prossimità dell’impianto. Il centro abitato di Piombino si trova ad oltre 5 km dall’ambito di intervento in direzione sud-ovest Pagina 3 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. 2 Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Descrizione del ciclo produttivo L’impianto di cui al presente studio avrà una potenzialità termica pari a 49,9 MW t; è stato dimensionato per termovalorizzare una quantità annua di biomassa tal quale pari a circa 138.400 tonnellate. La biomassa che alimenterà l’impianto è costituita da un fuel mix definito attraverso un dettagliato piano di approvvigionamento che ha preso in considerazione sia gli aspetti fondamentali legati al potenziale del bacino di raccolta della biomassa locale sia gli aspetti tecnologici legati al sofisticato sistema di combustione dell’impianto, in grado di poter operare con tipologie di biomasse di qualità e caratteristiche molto diverse tra loro. Il fuel mix dell’impianto è così determinato: Biomassa forestale (cippato): potere calorifico inferiore 2.350 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 54.000 t/anno. Pioppo da SRF: potere calorifico inferiore 1.900 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 40.000 t/anno. Potature: potere calorifico inferiore 2.700 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 14.500 t/anno. Residui colture cerealicole (stocchi di mais): potere calorifico inferiore 3.400 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 15.500 t/anno. Colture cerealicole (sorgo): potere calorifico inferiore 3.400 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 14.400 t/anno. L’umidità media valutata per tale fuel mix in condizioni nominali è pari al 35%. La potenza elettrica lorda ai morsetti del generatore sarà di 16,48 MW e, potenza ottenibile in assenza di spillamento da turbina per un eventuale recupero di energia termica, con un rendimento lordo di generazione elettrica pari al 33,4%. Si prevede un’unica fermata annuale programmata dell’impianto per rendere possibili le opere di manutenzione ordinaria: per il rimanente periodo la centrale funzionerà in continuo, con un’availability pari ad almeno 7.800 ore annue (valore di progetto pari a 8.000 h/anno). Ne deriva una portata giornaliera di biomassa da termovalorizzare di circa 415 t/d (17,3 t/h). Si procede di seguito alla descrizione del ciclo produttivo. Pagina 4 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici FASE 1 STOCCAGGIO DELLA BIOMASSA Lo stoccaggio della biomassa sarà di due tipologie: stoccaggio a breve termine (3 giorni di autonomia) all’interno dell’area di impianto e stoccaggio a medio-lungo termine (3 mesi di autonomia) in aeree esterne all’impianto inserite nel sistema filiera della biomassa, realizzate e gestite dal consorzio T.U.A. Lo stoccaggio a breve termine interno all’impianto è formato dai seguenti edifici: - Edificio di stoccaggio fibrosi in balle: l’edificio è costituito da un sistema di stoccaggio e movimentazione automatica delle biomasse fibrose (discusso nel dettaglio nel paragrafo 5.3.3), che arrivano all’impianto tramite camion in balle del tipo Heston (2,4x1,2x1,3 m). Lo zona di stoccaggio dell’edificio ha una capacità di circa 1500 m 3 permettendo di immagazzinare circa 420 balle di biomassa fibrosa. Ogni balla pesa 600 kg con una densità di poco superiore i 160 kg/m3. Lo stoccaggio previsto quindi permette il funzionamento dell’impianto in autonomia dai rifornimenti dall’esterno per almeno 3 giorni. - Edificio di stoccaggio del cippato: l’edificio utilizzato per lo stoccaggio della biomassa cippata è un capannone industriale già esistente nell’area dell’impianto e di dimensioni pari a 40x58x8 m. In tale capannone sarà installato un sistema automatico di movimentazione e stoccaggio del cippato (discusso nel dettaglio nel capitolo 5.3.3). La capacità dell’area dedicata allo stoccaggio è pari a circa 4200 m 3 che, assumendo una densità per il cippato pari a 300 kg/m3, garantiscono un’autonomia dell’impianto dai rifornimenti esterni per almeno 3 giorni. Gli stoccaggi a medio-lungo termine sono dislocati in diverse aree all’interno della filiera che approvvigiona la biomassa all’impianto. Hanno una capacità complessiva di circa 140.000 m3 per garantire all’impianto un’autonomia di funzionamento in continuo di almeno 3 mesi. La loro ubicazione sul territorio è riportata nel piano di approvvigionamento in allegato dove è indicata anche la modalità di gestione e le tipologie di biomasse che li costituiscono. FASE 2 ALIMENTAZIONE, TRATTAMENTO E TRASPORTO DELLA BIOMASSA Il sistema di alimentazione della biomassa all’impianto è stato concepito sulla base dei seguenti aspetti fondamentali: le principali tipologie di combustibili sono il cippato di legno vergine e altre biomasse combustibili trattate e cippate o macinate fino a dimensioni adeguate per l’alimentazione in caldaia mediante iniettori pneumatici, dopo essere arrivate in pezzatura grossa allo stoccaggio; il sorgo e lo stocco di mais saranno forniti in forma di balle e saranno trinciati alla dimensione adeguata prima di essere trasportati all’edificio di stoccaggio del combustibile, dove potranno essere miscelate al cippato; Pagina 5 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Il trasporto interno del cippato dalla fossa di ricezione del combustibile alla zona di preparazione e stoccaggio, all’interno dell’edificio di stoccaggio del cippato, sarà effettuato tramite nastri trasportatori. Il trasporto dallo stoccaggio delle balle, nell’edificio stoccaggio fibrosi, alla zona di trinciatura, cioè il locale trattamento fibrosi adiacente ad esso, sarà effettuato mediante carroponti automatici e trasportatori a catena. Il cippato, il sorgo e lo stocco di mais saranno estratti e miscelati nell’edificio di stoccaggio del cippato, da dove successivamente saranno trasportati al serbatoio di dosaggio di fronte alla caldaia. Questa parte del processo sarà automatica e avverrà in continuo e in contemporanea al processo di combustione. Nel seguito si descrivono nel dettaglio le singole fasi di ricezione, trasporto interno, stoccaggio e preparazione delle principali tipologie di biomassa. La biomassa sarà trasportata al sito dell’impianto con autocarri di differenti tipi. Il cippato sarà consegnato da autocarri equipaggiati con fondo mobile o ribaltabile, mentre per il materiale fibroso in balle si utilizzeranno autocarri e rimorchi piani adatti allo scarico manuale tramite il carroponti. L’operazione di pesatura degli autocarri sarà fatta dagli autisti e sarà registrata attraverso un sistema software dedicato. I campioni per l’analisi qualitativa della biomassa fornita all’impianto saranno presi manualmente prima dell’operazione di scarico. Il cippato sarà scaricato direttamente nella fossa di ricezione secondo le indicazioni del supervisore o dell’operatore dell’impianto addetto alla fase di scarico della biomassa. Anche lo scarico e lo stoccaggio del materiale in balle sarà supervisionato dall’operatore dell’impianto responsabile dell’edificio stoccaggio fibrosi. Gli autocarri potranno manovrare nell’area di scarico e svuotare il loro carico direttamente nella fossa di ricezione in base alla quantità di biomassa già presente al suo interno. La biomassa scaricata sarà quindi trasportata mediante nastri prima al sistema di vagliatura del combustibile e in seguito all’interno dell’edificio di stoccaggio del cippato. Le balle di sorgo e di stocco di mais saranno trasportate da autocarri di dimensione e peso variabile e dovranno essere balle del tipo Heston con dimensioni standard pari a 2,4x1,2x1,3 m. Le balle potranno provenire direttamente dal luogo di produzione o dall’aree di stoccaggio esterne previste dal fornitore all’interno della filiera di approvvigionamento. La fase di scaricamento delle balle dagli autocarri sarà effettuata manualmente mediante l’utilizzo del carroponte. Le balle dei fibrosi saranno impilate ordinatamente per ottimizzare lo spazio dedicato allo stoccaggio. Lo scarico dagli autocarri e la movimentazione della balle prima della loro trinciatura sarà effettuata in automatico mediante il carroponte. Le corde saranno rimosse automaticamente mentre le balle saranno spinte verso i trasportatori di carico per la fase di trinciatura fino alle dimensioni adeguate per l’alimentazione in caldaia. La lunghezza del taglio potrà essere modificata spostando lo schermo sotto i rotori. La portata potrà essere controllata fino ad una certa ampiezza cambiando la velocità del Pagina 6 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici trasportatore. Dopo essere stati trinciati il sorgo e lo stocco di mais saranno ridotti attraverso macchine trinciatrici prima di essere trasportati da un nastro trasportatore allo stoccaggio della biomassa, dove occuperanno un’area designata. I problemi legati alla polvere durante la fase di trattamento saranno eliminati per quanto sarà possibile mediante un sistema di filtrazione dell’aria che manterrà le macchine in depressione. Il cippato sarà trasportato al vagliatore a dischi mediante un nastro di trasporto gommato. Sopra il nastro trasportatore, prima del vagliatore a dischi, sarà posizionato un separatore elettromagnetico a cinghia che rimuoverà le parti metalliche e le direzionerà in un apposito contenitore per i rottami metallici. La frazione ammessa cadrà attraverso il vagliatore a dischi e sarà condotta mediante un redler all’edifico di stoccaggio del cippato. La frazione scartata dal vagliatore sarà portata mediante un nastro trasportatore a banda in una fossa a livello del terreno. Da qui sarà raccolta da una pala a caricamento frontale e trasportata allo stoccaggio per un ulteriore trinciatura. Lo stoccaggio del cippato, del sorgo e dello stocco di mais nell’edificio esistente sarà compartimentato tramite 8 corsie sul lato destro e 8 corsie sul lato sinistro dell’edificio; il sorgo e lo stocco di mais in particolare occuperanno le prime due corsie sul lato sinistro del capannone. La biomassa sarà distribuita attraverso un sistema di trasporto che automaticamente rileverà dove immagazzinare il materiale. La biomassa sarà depositata fino ad un’altezza pari a 3,5 m all’interno di corsie lunghe 22 m e larghe 3 m. All’interno delle corsie un sistema di raschiatori mescolerà in maniera omogenea la biomassa e la spingerà, distribuendo i diversi strati uniformi di tutte le tipologie di biomassa stoccate, verso il sistema di trasporto a catena che porta la biomassa fino alla bocca del forno nell’edifico caldaia. L’alimentazione dal deposito di stoccaggio sarà regolato dal livello del serbatoio di dosaggio e l’estrazione da questo sarà effettuata mediante una coclea di estrazione a velocità controllata, in grado di fornire un flusso controllato di biomassa agli iniettori, in base al carico richiesto dalla caldaia. Per mantenere la caldaia in esercizio anche quando il sistema di trattamento e stoccaggio della biomassa resta fermo, o per un guasto o per un’attività di manutenzione, sarà prevista una fossa di carico di emergenza per alimentare l’ultimo tratto del trasportatore a catena fino al forno. La fossa sarà composta da una tramoggia con due coclee a velocità controllata per alimentare gli iniettori in caldaia con un carico regolato di biomassa. FASE 3 COMBUSTIONE DELLA BIOMASSA Il sistema di combustione dell’impianto è stato ideato allo scopo di utilizzare diverse tipologie di biomassa, e dopo tanti anni di esperienza la tecnologia utilizzata si è confermata sicura ed affidabile. I diversi tipi di biomassa variano significativamente in termini di Pagina 7 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici contenuto di umidità e di ceneri e hanno richiesto un’attenta progettazione del processo di combustione al fine di limitare le emissioni dell’impianto (SOx e NOx). Le caratteristiche principali della tecnologia utilizzata sono le seguenti: - basse emissioni; - basso sporcamento delle superfici di scambio; - elevato periodo di operatività senza arresti per la pulizia interna della caldaia; - disponibilità molto elevata; - flessibilità rispetto alle variazioni delle caratteristiche del combustibile; - basso eccesso d’aria; - bassi autoconsumi elettrici; - elevata efficienza totale del sistema. Nella tabella seguente vengono riassunti i valori dei parametri principali che caratterizzano il sistema di combustione: Parametri principali del sistema di combustione Biomassa in ingresso Umidità media biomassa Potenza termica biomassa in ingresso kg/s % MW Valore al carico nominale 4,81 35 49,9 Potenza termica aria di combustione Temperatura aria di combustione Portata aria di combustione Portata fumi di combustione Portata ricircolo fumi Temperatura fumi uscita dal forno MW °C kg/s kg/s kg/s °C 0,3 40 22,5 29,2 1,4 989 °C 600 °C 356 °C % % % kg/h kg/h 137 25 91,5 4,1 293 206 DATO TECNICO Unità di misura Temperatura fumi ingresso surriscaldatore Temperatura fumi ingresso economizzatore Temperatura fumi uscita economizzatore Eccesso d’aria Rendimento caldaia Contenuto di ceneri (base secca) Ceneri pesanti Ceneri volatili Il sistema di combustione è dotato dei seguenti dispositivi di alimentazione del combustibile al fine di poter movimentare le differenti tipologie di biomassa: - diffusori ad aria insufflata per la biomassa caratterizzata da una pezzatura tipo cippato di legno fino a dimensioni di 100 mm; - ugelli pneumatici per l’iniezione di biomassa fine. Pagina 8 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici La biomassa proveniente dallo stoccaggio attraverso il sistema di alimentazione giungerà al serbatoio di dosaggio posto di fronte all’edificio della caldaia. Sotto di esso c’è una coclea di fondo che porta la biomassa, tramite diversi canali di scarico, fino ai diffusori all’ingresso del forno. La velocità della coclea e quindi la capacità di alimento è controllata tramite inverter. Una valvola rotante è collocata in ogni canale di scarico del fondo al fine di prevenire ingressi di aria dal serbatoio di dosaggio al forno (che è in depressione) e ritorni di fiamma che potrebbero incendiare la biomassa nel serbatoio di dosaggio. L’iniezione della biomassa nel forno avviene tramite dei diffusori ad aria insufflata. La disposizione delle aperture per l’alimentazione del forno è pensata affinché si verifichi un’equa distribuzione della biomassa sulla griglia. La biomassa è continuamente trasportata ai diffusori d’alimento mediante degli scivoli e da lì entra nel forno attraverso l’iniezione di aria erogata da un diffusore a soffiante separato. L’angolo d’ingresso della biomassa nel forno può essere variato aggiustando un apposito piatto di distribuzione. Per garantire una distribuzione omogenea della biomassa su tutta la lunghezza della griglia, viene sistemata all’ingresso dell’aria una valvola di tiraggio rotante. Questa valvola rotante crea un flusso d’aria in ingresso pulsante, dal quale deriva una variazione nella lunghezza delle traiettorie di biomassa. Anche la pressione dell’aria fornita ai diffusori a soffiante può essere variata per aggiustare la distanza media del getto. La griglia è composta da una serie di catene a nastro. I barrotti che costituiscono la superfice della griglia sono disposti tra queste catene in modo da formare un solido tappeto grigliato. La griglia a nastro è suddivisa in due sezioni. Ognuna di esse è movimentata da un motore a velocità controllata montato sull’albero frontale. In questo modo ogni sezione si muove indipendentemente dall’altra. Il tappeto grigliato ricopre l’intero fondo del forno, e si muove in avanti verso la parete frontale della caldaia, dove la cenere di fondo viene scaricata nello scivolo delle ceneri. Nella seguente tabella si elencano i parametri tecnici principali della griglia a nastro. Parametri principali della griglia a nastro DATO TECNICO Quantità Materiale barrotti Area della superfice effettiva della griglia Lunghezza griglia (da albero ad albero) Spessore griglia Velocità griglia Potenza motore - Valore al carico nominale 1 duttile m² mm mm m/h kW 32 6210 5040 1,3-8,0 0,75 Unità di misura Pagina 9 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici L’aria primaria arriva ad una camera d’aria sottogriglia. Da questa camera, l’aria attraversa la griglia a catena sospesa (la parte di ritorno) e circola verso l’altro entrando nel forno attraverso gli ugelli venturi disposti sulla superfice della griglia (la parte di andata). Un salto di pressione adeguato attraverso gli elementi che compongono la griglia assicura che l’aria sia omogeneamente distribuita su di essa. L’aria primaria è circa la metà dell’aria di combustione. Passando attraverso la griglia la raffredda e assicura un’intensa combustione delle particelle di biomassa sulla sua superfice. L’aria secondaria è immessa mediante ugelli ad aria ad alta pressione strategicamente disposti in modo da produrre un’elevata turbolenza e un’intensa miscelazione dell’ossigeno e dei gas infiammabili. Per mantenere un basso eccesso d’aria, la griglia è provvista di efficienti tenute poste davanti, dietro e lungo le pareti laterali. Nella zona di combustione la biomassa si essicca e gassifica rapidamente. Le piccole particelle sono bruciate in sospensione. Le particelle più grandi e pesanti cadranno sulla griglia parzialmente o completamente essiccate e gassificate e bruceranno gradualmente. Approssimativamente il 70-80 % dell’energia contenuta nella biomassa è volatile, e il resto consiste nella frazione carboniosa solida. L’effetto dell’alimentazione pneumatica è che quasi tutta la superficie della griglia è utilizzata per la combustione con il 50-70 % dell’energia totale rilasciata in sospensione, quindi con tale tecnologia la griglia può avere una superficie pari a circa la metà delle tradizionali griglie per la combustione solida (griglia fissa o griglia mobile). La tecnologia adottata permette anche di ottenere un’efficace controllo sul processo di combustione. La biomassa alimentata in continuo è generalmente costituita da piccoli pezzi con una grande superficie di scambio. Ciò assicura un buon mescolamento tra il combustibile e l’aria e perciò le condizioni di miscelazione sono facilmente controllate. Grazie ad un’attenta distribuzione dell’aria secondaria attraverso le aperture nel forno può esser controllato il contenuto d’ossigeno della zona primaria di combustione e ciò rende possibile assicurare condizioni sotto-stechiometriche (deficit d’ossigeno) nella parte inferiore del forno. Questa è una causa significativa della riduzione delle emissioni di NOx. La temperatura di combustione può essere controllata attraverso l’eccesso d’aria (l’aumentare dell’eccesso d’aria raffredda la combustione, perché aumenta la quantità di fumi che deve essere riscaldata) oppure attraverso il ricircolo dei fumi di combustione (anche questo aumenta il volume dei fumi da riscaldare, senza aumentare il contenuto d’ossigeno in essi). Il forno sarà alto e snello favorendo così un’efficace turbolenza e un lungo tempo di residenza. Un bruciatore ausiliario a gasolio sarà disposto su una parete del forno. Il bruciatore verrà utilizzato durante gli avviamenti e per il supporto alla combustione durante condizioni Pagina 10 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici anomale di esercizio. È previsto un serbatoio interrato di gasolio nelle vicinanze della caldaia con un adeguato sistema di alimentazione ai bruciatori. Il contenuto di particelle incombuste nelle ceneri leggere è ridotto grazie ad un sistema di re-iniezione. Le particelle che volano via dal forno prima di essere completamente bruciate sono raccolte nella parte inferiore tra il secondo e il terzo giro della caldaia o, nel caso delle particelle più piccole, in un contenitore di ceneri grezze dopo l’economizzatore e sono reiniettata pneumaticamente nel forno. Le particelle raccolte nel contenitore delle ceneri grezze sono selezionate in modo tale da re-iniettare solo le particelle con la pezzatura più grossa; questo per ridurre l’usura delle parti dovuta alla re-iniezione di sabbia o ceneri leggere che hanno un contenuto di incombusti trascurabile. La cenere di fondo è trasportata dalla griglia verso il lato frontale dove cade in un redler a guardia idraulica che spegne le ceneri e le scorie della griglia e le porta via dalla caldaia. Il redler rimuove anche la cenere che cade attraverso la griglia. Gli scarichi degli scivoli per le scorie e la camera d’aria della griglia sono posizionati sotto la superfice dell’acqua al fine di prevenire trafilamenti d’aria nel forno a causa della differenza di pressione tra la camera di combustione e l’ambiente esterno. La rimozione delle ceneri umide e delle scorie nel redler viene effettuata mediante un trasportatore a catena azionato da un motoriduttore. Il trasportatore allontanerà i residui solidi automaticamente scaricandoli su un redler inclinato che li veicolerà verso un cassone scarrabile di capacità pari a 60 m3. Il cassone una volta riempito viene sostituito dal personale della centrale da uno vuoto e viene portato nella zona di deposito temporaneo della centrale, nell’attesa che venga portato via dall’impianto per il suo smaltimento. La quantità di scorie prodotte può essere stimata in circa 320 kg/h (su base secca). La tecnologia presentata è predisposta anche per la combustione della sansa e della paglia. La sansa può essere bruciata all’interno del forno con un sistema d’alimento pneumatico: da un serbatoio di dosaggio, mantenuto sempre pieno grazie ad un sistema di sensori gravimetrici, tramite una coclea posta sul fondo, la sansa viene alimentata a delle linee pneumatiche di iniezione che arrivano agli iniettori del forno e che sono equipaggiate con delle soffianti ad aria; per evitare fughe dell’aria di trasporto nel serbatoio di dosaggio viene installata una valvola a stella dopo la coclea di fondo che alimenta le linee di iniezione; una valvola di non ritorno garantisce ad ogni linea la prevenzione necessaria contro le esplosioni ed i ritorni di fiamma; gli iniettori di sansa sono posizionati sopra i diffusori d’alimento del cippato nella parete frontale del forno e in ognuno di essi è integrato un ingresso per i fumi di ricircolo che vengono dosati per ridurre la formazione degli NO x e regolare la combustione. Per l’alimentazione della paglia nel forno si utilizza un sistema del tutto analogo a quello per la sansa. Pagina 11 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici FASE 4 SISTEMA DI CIRCOLAZIONE DELL’ARIA E DEI FUMI DI COMBUSTIONE Il sistema di circolazione dell’aria è progettato per operare con aria ambiente prelevata dall’edificio caldaia. L’aria di combustione è aspirata dalla sommità dell’edificio caldaia per un duplice motivo: permettere la ventilazione dell’edificio caldaia e recuperare parte delle perdite di calore della caldaia. Dopo il ventilatore dell’aria di combustione il flusso è suddiviso in aria primaria (regolata tramite una valvola di tiraggio) e in aria secondaria (regolata dal ventilatore aria secondaria): l’aria primaria viene inviata sottogriglia; l’aria secondaria arriva agli iniettori dell’aria secondaria disposti su diverse file sulle pareti del forno. Sia il ventilatore aria di combustione sia quello dell’aria secondaria sono controllati in frequenza tramite inverter. L’immissione dell’aria nei diffusori d’alimento è realizzata mediante un ventilatore, anch’esso regolato mediante inverter, che preleva l’aria dall’edifico caldaia. Il forno è mantenuto automaticamente in leggera depressione tra 50 e 200 kPa tramite il ventilatore di estrazione fumi, regolato con inverter. Anch’è il ricircolo dei fumi di combustione è realizzato per mezzo di un ventilatore dotato di inverter. I fumi di combustione vengono presi a valle del filtro a maniche, dopo il ventilatore d’estrazione fumi, e reimmessi in camera di combustione mediante il sistema di ricircolazione fumi e di re-iniezione delle particelle incombuste. Due batterie alettate (APH – Air Pre-Heaters) permettono di preriscaldare l’aria di combustione. La prima è una batteria aria-acqua alimentata dall’acqua di alimento della caldaia. La seconda è una batteria aria-vapore ad alta pressione alimentata dal vapore saturo del corpo cilindrico. Durante la combustione di certe tipologie di biomassa, è difficile prevenire che piccole particelle incombuste, delle dimensioni di pochi millimetri, escano dalla camera di combustioni assieme ai fumi. Queste particelle sono comunemente chiamate incombusti. Gli incombusti hanno una densità molto bassa (tipicamente attorno ai 60-120 kg/m3), tale per cui se sono presenti in gran quantità nelle ceneri volatili, il volume delle polveri da catturare aumenterà significativamente. Inoltre a causa della loro elevata reattività, la presenza di incombusti nei filtro a maniche aumenta la probabilità d’incendio delle maniche o del sistema di trasporto delle ceneri. Il contenuto degli incombusti nelle ceneri volatili è ridotto mediante un sistema di reiniezione, già menzionato nel capitolo precedente. Tra il secondo e il terzo giro in caldaia i fumi girano di 180°. Tale manovra favorisce la caduta di gran parte delle ceneri e degli incombusti nella tramoggia sottostante separandosi dai fumi. Dalla tramoggia vengono estratti attraverso una coclea raffreddata ad acqua che alimenta direttamente il sistema di re-iniezione. Tale sistema reimmette le particelle raccolte in camera di combustione. La coclea di estrazione può operare anche in modalità di emergenza svuotando le particelle raccolte direttamente nel redler delle ceneri di caldaia. Pagina 12 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Un separatore di ceneri grezze è posizionato tra le due sezioni dell’economizzatore. Tale separatore è un specie di ciclone progettato specificatamente per separare le particelle più fini da quelle più grosse con un a piccola perdita di pressione, poiché la maggior parte degli incombusti è presente nelle particelle di dimensioni maggiori. Le particelle così raccolte vengono estratte attraverso una coclea (dotata di motore reversibile) e portate ad un vaglio (con maglie tipicamente da 0,8 mm di diametro) dove le ceneri più fini e la sabbia vengono rimosse e portate al redler delle ceneri. Le particelle incombuste rimanenti invece vengono re-iniettate nel forno. FASE 5 GENERATORE DI VAPORE SURRISCALDATO La tecnologia della caldaia si basa su molti anni di esperienza nella combustione della biomassa. Questa esperienza deriva da un gran numero di impianti che esibiscono tutti le seguenti caratteristiche: - disponibilità molto elevata - parametri del vapore idonei alla produzione di potenza attraverso una turbina a vapore - alto rendimento di combustione - conformità con i più rigidi requisiti sulle emissioni - flessibilità riguardo alla qualità del combustibile - produzione continua al 100% del carico - bassi costi di manutenzione. Queste pregevoli proprietà hanno una notevole influenza sull’economia dell’intero impianto. Il circuito esterno del vapore sarà progettato per i seguenti scopi: - alimentazione del vapore alla turbina - alimentazione del vapore (spillamenti) al degasatore, al preriscaldo delle condense e dell’acqua di alimento. Durante l’avviamento opera un circuito di by-pass che permette l’incremento dei parametri del vapore fino al raggiungimento dei requisiti per la turbina. Inoltre il by-pass permette di veicolare la maggior parte dell’energia in eccesso al condensatore qualora si verificasse un trip turbina. L’impianto sarà dotato di una stazione di riduzione della pressione del vapore, che sarà sempre in grado di fornire la quantità di vapore richiesta all’avviamento del degasatore. Nella seguente tabella sono elencati i parametri principali di riferimento per la caldaia: Pagina 13 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Parametri principali della caldaia Unità di misura Valore al carico nominale Potenza termica del combustibile in ingresso MWt 49,9 Massima temperatura possibile del vapore °C 527 Portata di vapore prodotta kg/s 17,55 Pressione del vapore surriscaldato bara 92 Temperatura del vapore surriscaldato °C 502 Temperatura dell’acqua di alimento °C 184 Valore di pressione impostato sulla valvola di sicurezza dell’SH bara 96 Valore di pressione impostato sulla valvola di sicurezza del corpo cilindrico bara 106 Pressione di progetto della caldaia bara 106 DATO TECNICO La caldaia è una caldaia a vapore a circolazione naturale con un singolo corpo cilindrico. Due grossi tubi di caduta non riscaldati chiamati down-comers scendono dal corpo cilindrico ai collettori inferiori mentre una serie di tubi di risalita denominati risers collega i collettori superiori al corpo cilindrico. Questa configurazione assicura una buona circolazione naturale in tutte le situazioni operative. Un buona circolazione dell’acqua è fondamentale per prevenire il surriscaldamento dei tubi evaporanti e assicurare una lunga vita di servizio alla caldaia. La caldaia è sostenuta dall’alto ed è composta da pareti membranate di tubi raffreddati ad acqua progettate per formare dei canali di passaggio per i fumi. Ci sono tre giri fumi. Il primo passaggio è all’interno del forno. Il secondo passaggio è in corrispondenza del surriscaldatore ad alta temperatura. Il banco surriscaldatore di questa sezione è realizzato con una distanza tra i tubi sufficiente a non bloccare il passaggio dei fumi per colpa dell’accumulo della fuliggine. Il terzo passaggio contiene i restanti banchi del surriscaldatore. Il forno è a sezione rettangolare ed è realizzato con pareti membranate di tubi di raffreddamento. La forma alta e snella della camera di combustione assicura una buona turbolenza e un elevato tempo di residenza ai fumi di combustione. Ciò è necessario al fine di ottenere una buona combustione con un bassi valori delle emissioni. Una caldaia alta favorisce inoltre un’efficiente circolazione naturale nelle pareti della miscela acqua/vapore durante tutte le condizioni di carico e di combustione. Nella tabella seguente si riportato i parametri principali del forno: Pagina 14 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Tabella 5-5: Parametri principali del forno Caldaia tipo Larghezza mm Valore al carico nominale AET M-1150 5040 Profondità Altezza Superfice sezione trasversale del forno Volume del forno Pareti membranate Pressione di esercizio mm mm m² m³ 3780 19000 19,1 370 bara 98 DATO TECNICO Massima pressione di esercizio Temperatura di esercizio Massima temperatura di esercizio Materiale Diametro tubi Spessore tubi Dimensioni alette Passo tubi Superfice riscaldata, da progetto Liberazione di calore del forno *) Flusso termico medio di parete *) Flusso di calore rilasciato dalla griglia *) Tempo di residenza nel forno *) Temperatura dei fumi in uscita dal forno *) Unità di misura bara 106 °C 310 °C 315 P235GH TC2 mm 57 mm 5 mm x 33 x 6 mm mm 90 m² kW/m³ kW/m² kW/m² s 344 142 171 2000 2,4 °C 897 *) A carico nominale. I dati d’esercizio variano con il carico della caldaia e la qualità della biomassa Il corpo cilindrico è posizionato nel punto più alto della caldaia. L’acqua di caldaia è condotta dal corpo cilindrico ai collettori inferiori (distributori) mediante i down-comers, grosse tubazioni esterne alla caldaia e non riscaldate. La sezione evaporante della caldaia è composta da tutte le pareti membranate. La miscela acqua/vapore dall’evaporatore attraverso una serie di risers giunge al corpo cilindrico. Nel corpo cilindrico mediante dei piatti e dei cicloni opportunamente disposti avviene la separazione tra acqua e vapore. L’acqua così ritorna al sistema di circolazione della miscela acqua/vapore mentre il vapore passa attraverso il demister posto nella parte superiore del corpo cilindrico. Da qui il vapore esce dal corpo cilindrico e mediante una tubazione di collegamento arriva al surriscaldatore. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano il corpo cilindrico: Pagina 15 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Parametri principali del corpo cilindrico Pressione di esercizio Massima pressione di esercizio bara bara Valore al carico nominale 98 106 Temperatura di esercizio Massima temperatura di esercizio Diametro fasciame corpo cilindrico Lunghezza fasciame corpo cilindrico Altezza fondi corpo cilindrico Lunghezza totale corpo cilindrico °C °C mm mm mm mm 310 315 1.732 8200 650 9.500 Spessore fasciame Volume interno Volume occupato dal vapore (approssimazione) Volume del vapore per unità di portata (appros.) mm m³ 56 17,6 m³ 11 m³/m³/h 140 Unità di misura DATO TECNICO Analogamente al forno, anche il secondo e il terzo giro della caldaia sono realizzati mediante pareti membranate da tubi di raffreddamento. I fumi di combustione escono dal forno e giungono alla cima del secondo giro. Fluiscono verso il basso lungo il secondo giro dov’è installato l’ultimo banco di tubi del surriscaldatore (SH4), girano di 180° e percorrono verso l’alto il terzo giro dove sono posti i banchi più freddi del surriscaldatore (SH3, SH2, SH1). Per controllare la temperatura in uscita del vapore surriscaldato si utilizza un attemperatore collocato prima dei banchi SH3 e SH4. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano il surriscaldatore: Parametri principali del surriscaldatore DATO TECNICO Pressione in uscita Massima pressione d’esercizio Diametro tubi Spessore tubi Passo tubi, trasversale Passo tubi, longitudinale Superficie riscaldata Velocità d’ingresso dei fumi *) Temperatura d’ingresso dei fumi *) Temperatura d’uscita dei fumi *) Temperatura d’ingresso del vapore *) Unità di misur a bara SH1 SH2 SH3 SH4 97,1 96,2 95,8 92,5 bara 106 106 106 106 mm 38,0 38,0 38,0 38,0 mm mm mm m² 4,5 90 90 1009 4,5 135 90 339 4,0 135 90 283 4,0 630 44 392 m/s 6,7 6,0 6,5 6,2 °C 466 533 603 858 °C 357 466 533 649 °C 309 346 383 411 Pagina 16 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. DATO TECNICO Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Unità di misur a SH1 SH2 SH3 SH4 °C 356 383 430 502 kg/s - 0,32 - 0,45 # 4th 3rd 2nd 1st Temperatura d’uscita del vapore *) Portata acqua d’attemperamento Posizione rispetto al flusso dei fumi controcorren controcorren controcorren Equicorren te te te te *) A carico nominale. I dati d’esercizio variano con il carico della caldaia e la qualità della biomassa Quando i fumi passano sul fondo del secondo giro, una gran quantità delle particelle Tipo di flusso - incombuste contenute nei fumi cade su una tramoggia che le raccoglie. Successivamente il sistema di re-iniezione le immette in camera di combustione sopra la griglia. L’economizzatore è suddiviso in due sezioni ed è racchiuso in un case. L’acqua di alimento fluisce all’interno della prima sezione dell’economizzatore dall’alto verso il basso in controcorrente rispetto al flusso dei fumi mentre nella seconda sezione, più calda, fluisce dal basso verso l’altro ma sempre in controcorrente rispetto ai fumi. In questo modo qualsiasi particella di vapore generata nell’economizzatore può facilmente arrivare al corpo cilindrico anche durante la fase di avviamento o nel caso di grandi variazioni di carico. Dai collettori in uscita dell’economizzatore l’acqua arriva al corpo cilindrico, nel quale è ripartita equamente lungo la sua lunghezza mediante un tubo interno distributore. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano l’economizzatore: Parametri principali dell’economizzatore DATO TECNICO Pressione in uscita Massima pressione d’esercizio Massima temperatura operativa Diametro tubi Spessore tubi Alette rettangolari – tubi doppi Passo tubi, trasversale Passo tubi, longitudinale Superfice riscaldata Larghezza Profondità Velocità fumi in ingresso *) Temperatura fumi in ingresso *) Temperatura fumi in uscita *) Temperatura in ingresso acqua *) Unità di misura bara bara °C mm mm ECO1 ECO2 100,7 106 315 38,0 4,0 100,2 106 315 38,0 4,0 mm mm m² mm mm m/s 90 90 4282 4850 2700 5,9 90 90 2855 4850 2700 7,6 °C °C °C 215 137 120 356 215 180 Pagina 17 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Unità di ECO1 ECO2 misura Temperatura in uscita acqua *) °C 177 241 Portata d’acqua nell’economizzatore *) kg/s 10,65 17,85 *) A carico nominale. I dati d’esercizio variano con il carico della caldaia e la qualità della biomassa DATO TECNICO Allo scopo di garantire un lungo periodo di servizio alla caldaia tra una pulizia manuale e un’altra, viene installato un sistema di soffiatori di fuliggine che permettono un ottimale pulizia delle superfici di scambio termico con un ridottissimo consumo di vapore. Il vapore richiesto per i soffiaggi deriva da uno spillamento di turbina. Per assicurare un’elevata disponibilità, efficienza e protezione dalla corrosione viene monitorata la qualità dell’acqua e del vapore di ciclo. In punti selezionati si raccolgono campioni di prova e, dopo aver ridotto pressione e temperatura, si misurano i parametri d’interesse sia in continuo sia attraverso test manuali in laboratorio. In uno scaffale comune è montato l’equipaggiamento per il trattamento e la misura dei seguenti campioni: Campionamenti per il controllo dell’acqua di ciclo Numer o Campionamento 1 Acqua di alimento, dopo le pompe 2 Corpo cilindrico/down comers 3 Vapor saturo 4 Condensato, dopo le pompe Misurazione continua Conduttività (dopo filtro a cationi), Ossigeno Conduttività (prima e dopo filtro a cationi) Conduttività (dopo filtro a cationi) Conduttività (dopo filtro a cationi) Tutte le parti in pressione della caldaia possono essere ventilate e drenate. Il serbatoio di blow-down raccoglie l’acqua di blow-down, il vapore condensato e l’acqua dai drenaggi e dagli sfiati dei collettori e altri scarichi dell’acqua di ciclo che possono essere recuperati e reintegrati nel ciclo. La caldaia è dotata di valvole di sicurezza con un sistema a controllo pneumatico che assicura l’apertura e la chiusura all’interno di un piccolo intervallo di pressione. Le valvole sono del tipo “normalmente chiuse” ovvero quando il valore di set-point della pressione viene raggiunto rimangono completamente chiuse al fine di evitare trafilamenti indesiderati e conseguenti problemi di usura. Pagina 18 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici FASE 6 TURBOALTERNATORE La soluzione proposta per l’impianto in oggetto prevede l’installazione di un solo gruppo turboalternatore a vapore in condensazione, in grado di erogare una potenza di circa 16,7 MWe. Il vapore surriscaldato, alla temperatura di 502 °C e alla pressione di 92 bar assoluti, verrà alimentato alla turbina, ove si espanderà fino alla pressione finale di 0,075 bar a. Il flusso di vapore si espanderà mettendo in movimento il rotore del turbogeneratore; l’energia meccanica così generata verrà trasformata in energia elettrica in un alternatore sincrono trifase, a cui sarà collegato tramite un albero la turbina stessa. Gli spillamenti di vapore prima dello scarico al condensatore sono 4, effettuati a diversi livelli di pressione e temperatura: il primo è a 12,1 bar a e 256 °C e preriscalda l’acqua di alimento alla caldaia; il secondo è a 3,73 bar a e a 141 °C ed è inviato al degasatore; il terzo e il quarto rispettivamente a 1,35 e 0,42 bar a e a 108 e 77 °C sono inviati a due scambiatori di calore per riscaldare il condensato prima dell’ingresso nel degasatore. Infine il vapore esausto è scaricato al condensatore a 0,075 bar a e a 40,3 °C. Nella tabella seguente si riportano i principali parametri operativi della turbina: Pagina 19 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Parametri principali della turbina DATO TECNICO Taglia generatore Voltaggio Frequenza Cos φ Classe di protezione Classe di isolazione Unità di misura kVA kV Hz 0,8 Valore al carico nominale 20860 11 50 IP44 F/B Pressione vapore surriscaldato Temperatura vapore surriscaldato Massima temperature ammissibile vapore surriscaldato Potenza generatore Portata nominale di vapore (100%) Portata massima di vapore (105%) Dati operativi turbina Vapore surriscaldato Pressione bar a °C 90 502 °C 527 bar a 90 Temperatura Portata 1° Spillamento Pressione Temperatura Portata °C kg/s 500 17,5 bar a °C kg/s 12,1 256 1,5 bar a °C kg/s 3,73 144 1,0 bar a 1,36 2° Spillamento Pressione Temperatura Portata 3° Spillamento Pressione kW 16690 kg/s 17,5 kg/s 18,4 Carico nominale Temperatura Portata 4° Spillamento Pressione Temperatura Portata °C kg/s 108 1,0 bar a °C kg/s 0,42 77 0,8 Vapore esausto Pressione Temperatura Portata bar a °C kg/s 0,075 40,3 13,2 Pagina 20 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici La turbina a vapore sarà del tipo multistadio e sarà formata da 3 sezioni principali: Sezione di ammissione vapore; Sezione di espansione (a sua volta suddivisa in tre parti per l’alta, la media e la bassa pressione); Sezione di scarico vapore esausto. La turbina è stata progettata per garantire la massima affidabilità. Le sue caratteristiche principali sono: massima simmetria tra la parte superiore e la parte inferiore della cassa della turbina; distribuzione della temperatura simmetrica lungo la circonferenza di tutte le sezioni trasversali e per ogni condizione di carico; massima uniformità nella distribuzione dei materiali in ogni singola sezione trasversale con una graduale transizione allo spessore necessario alla flangia nel punto di collegamento della cassa; La cassa della turbina è dotata di: Flangia di attacco per l’alimentazione del vapore vivo; Cassa di alimento vapore, chiusa a tenuta di vapore e dotata di coperchio; Collegamenti per la tenuta alle perdite sulla linea vapore; Flangia di uscita con collegamento per lo scarico del vapore esausto; Isolamento termico per la protezione contro i contatti accidentali (ad eccezione della parte di scarico vapore esausto). La turbina è composta da tre rotori (alta, media e bassa pressione), calettati allo stesso albero montato su cuscinetti alle sue estremità anteriore e posteriore in grado di consentirne la rotazione. Il turboalternatore possiede una serie di valvole di regolazione ed elementi di controllo: la catena di regolazione sarà formata da trasmettitori dei valori di pressione, temperatura e portata del vapore surriscaldato ed esausto. Qualora si rendesse necessaria l’intercettazione del vapore in alimento per il verificarsi di condizioni di anomalia/emergenza (ad esempio, per sovravelocità del rotore), entrerà in funzione una valvola di blocco d’emergenza che innescherà il by-pass della turbina. La turbina e l’alternatore saranno montati su un basamento inerziale per evitare la propagazione delle vibrazioni indotte dalla macchina alle fondazioni e ai fabbricati: il basamento sarà fissato alle fondazioni civili tramite bulloni di fondazione. Per trasmettere la coppia motrice dalla turbina al generatore verrà usata una flangia rigida di accoppiamento. Nel corso del normale funzionamento il trasferimento di potenza avverrà tramite accoppiamento di attrito tra le facce delle flange. Pagina 21 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici FASE 7 CONDENSATORE E TORRI EVAPORATIVE L’impianto è dotato di un condensatore ad acqua dimensionato per condensare il vapore esausto scaricato dalla turbina o dal sistema di by-pass della turbina. Il condensatore è dotato di eiettori di vapore per la fuoriuscita e la rimozione dei gas non condensabili. L’acqua di raffreddamento del condensatore ricircola in continuo nel circuito aperto delle torri evaporative mediante le pompe di circolazione dell’acqua di torre. Le torri evaporative riceveranno un reintegro di acqua dalla fornitura di acqua industriale all’impianto, per compensare le perdite dell’acqua di raffreddamento dovuto all’evaporazione, al trascinamento e allo spurgo della stessa. Considerando un temperatura di bulbo umido pari a 24 °C il reintegro totale dell’acqua di torre può essere stimato pari a circa 70 m 3/h. Il condensatore è uno scambiatore di calore a fascio tubiero progettato con tubi dritti per ridurre lo sporcamento nel lato freddo. La parte inferiore del condensatore è costituita da un pozza caldo che raccoglie le condense che si formano. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano il condensatore ad acqua: Parametri principali del condensatore DATO TECNICO Quantità Agente refrigerante Massima pressione operativa lato vapore Massima pressione operativa lato acqua Massima temperatura operativa lato vapore Massima temperatura operativa lato acqua Potenza termica di raffreddamento Portata vapore esausto Entalpia Pressione di condensazione Portata acqua di torre Temperatura d’ingresso acqua di torre Temperatura di uscita acqua di torre Valore al carico nominale 1 acqua di torre barg 1 barg 4 Unità di misura °C 200 °C MW kg/s 70 28,35 13,2 kJ/kg bar a kg/s °C °C 2325 0,075 698,5 27,7 37,6 Il sistema di condensazione è completato dai seguenti componenti: tubazione del condensato; serbatoio del condensato; pompe principali di estrazione del condensato; tubazione di collegamento al preriscaldatore ad aria; preriscaldatore del condensato; Pagina 22 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici tubazione di collegamento al degasatore; drenaggi dalla turbina. Le torri evaporative sono progettate come un sistema evaporante aperto che opera con il condensatore. Al fine di limitare la crescita di alghe e batteri nel circuito dell’acqua, è previsto un sistema di trattamento con agenti chimici dell’acqua di torre. L’acqua circola grazie alle pompe di circolazione dell’acqua di torre. Parte dell’acqua è utilizzata per raffreddare l’acqua del circuito ausiliario di raffreddamento. I parametri principali del circuito dell’acqua di torre sono riportati nella tabella seguente: Parametri principali del circuito acqua di torre DATO TECNICO Unità di misura Valore al carico nominale Torri evaporative Quantità Potenza termica di raffreddamento Altezza torri di raffreddamento MW m 1 29,6 8,5 Larghezza torri di raffreddamento Lunghezza torri di raffreddamento Portata acqua di torre Spurgo acqua di torre Temperatura acqua in ingresso Temperatura acqua in uscita m m kg/s kg/s °C °C 7 28 698 4,6 37,7 28 °C °C Pa kW kW 6 30 32,7 280 45 40 dB(A) 90 kW kg/s °C 2 250 703 27,6 bar kW 2 200 Numero ventilatori Temperatura di ingresso aria Temperatura di uscita aria Salto di pressione, lato aria Potenza unitaria motore ventilatore Potenza utilizzata per motore ventilatore Livello di potenza sonora Pompe acqua di torre Quantità Potenza elettrica motori Portata acqua di torre Temperatura in ingresso acqua Incremento di pressione Potenza utilizzata per motore pompa FASE 8 CICLO TERMICO Il ciclo termico comprende: pompe di estrazione condensato, degasatore, pompe di alimento caldaia e sistema di spillamenti dalla turbina. Il ciclo termico sarà strutturato come nel seguito brevemente descritto. Lo scarico della turbina è costituito da una miscela di acqua-vapore alla pressione di 0,075 bar a e alla temperatura di saturazione (circa 40 °C). Tale miscela è raffreddata e portata Pagina 23 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici allo stato fisico di liquido dal condensatore. Le condense si accumulano nel pozzo caldo del condensatore da cui sono estratte dalle pompe di estrazione del condensato per essere rilanciate verso i due scambiatori di calore in serie che, utilizzando i due spillamenti a bassa pressione della turbina (1,35 e 0,42 bar a), le preriscaldano prima di entrare nel degasatore dove sono immesse alla sommità della torre del degasatore stesso. Il degasaggio, ovvero la rimozione dei gas incondensabili, avverrà mediante l’insufflazione di vapore (spillamento a 3,73 bar a) che innalza la temperatura dell’acqua di alimento caldaia fino a circa 137 °C. L’acqua degasata è successivamente prelevata, pressurizzata dalle pompe di alimento caldaia alla pressione massima di ciclo pari 103 bar a, riscaldata attraverso una batteria di preriscaldo che utilizza lo spillamento a 12,1 bar a ed infine immessa nel generatore di vapore alla temperatura di 184 °C. L’acqua attraversa così le varie sezioni della caldaia ovvero economizzatore, evaporatore e surriscaldatore prima di uscire come vapore surriscaldato. Il vapore verrà ammesso in turbina, ove si espanderà generando energia elettrica. A questo punto potrà iniziare di nuovo il ciclo. Nel dettaglio, le sezioni costituenti il ciclo termico sono descritte di seguito. Pompe di estrazione condensato. Sono previste 2 pompe (1 pompa in esercizio e 1 pompa di riserva) di estrazione delle condense dal pozzo caldo che porteranno le condense alla pressione di esercizio del degasatore. Scambiatori di calore condense. Sono due scambiatori di calore in serie che riscaldano le condense in due step da 43 a 71 °C e da 71 a 104 °C, temperatura d’ingresso nel degasatore, mediante i due spillamenti a bassa pressione della turbina (1,35 e 0,42 bar a). Degasatore. Il degasaggio dell’acqua di alimento avviene in un degasatore termofisico a torre mediante lo spillamento di vapore dalla turbina. Il vapore è spillato alla pressione di esercizio del degasatore (2,7 bar a più le perdite di carico). La torre del degasatore è alloggiata su un recipiente cilindrico orizzontale di accumulo delle condense calde degasate. Lo sfioro in atmosfera degli incondensabili avverrà a portata costante attraverso una linea uscente dalla testa della torre del degasatore, munita di orifizio calibrato. Pompe di alimento caldaia. Sono previste 2 pompe di alimento caldaia (2 elettropompe dotate di inverter) per portare l’acqua alla pressione di esercizio del generatore di vapore pari a 103 bar a. Scambiatore di calore acqua di alimento. Per aumentare il rendimento totale del ciclo si effettua un preriscaldamento dell’acqua di alimento prima del suo ingresso in caldaia attraverso uno scambiatore di calore che utilizza lo spillamento a 12,1 bar a dalla turbina. In questo modo la temperatura dell’acqua di alimento passa da 139 a 184 °C. Pagina 24 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici SISTEMA DI MISURE, CONTROLLO E SUPERVISIONE L’impianto sarà dotato di un sistema di misure, comando, controllo e supervisione automatico, in grado di garantire continuità ed efficienza di esercizio e di ottimizzare le prestazioni riguardo le condizioni di combustione, recupero energetico e difesa ambientale. Il sistema sarà basato su tre livelli: il complesso di strumenti di misura, mediante il quale saranno rilevati lo stato di funzionamento di ciascun macchinario ed i valori di tutte le grandezze di interesse (temperature, pressioni, portate dei fluidi, livelli nelle apparecchiature, misure di concentrazione); il sottosistema di controllo, costituito da una rete di unità a logica programmabile (PLC) di acquisizione, controllo e regolazione, interfacciata al sottosistema di cui sopra ed al sottosistema di supervisione; il sottosistema di supervisione, costituito da stazioni di interfaccia con gli operatori. Il sistema sarà fornito già configurato per l’impianto, completo di software di base di ultima generazione e di quello applicativo, appositamente sviluppato. Tutti i quadri a servizio degli impianti tecnologici saranno sviluppati da parte delle società che forniranno gli impianti stessi. Tali quadri saranno completi anche di tutta la componentistica (PLC, strumenti di misura per il monitoraggio dello stato di funzionamento del macchinario e dei valori di tutte le grandezze di interesse, interfacce di comunicazione, ecc.) necessaria per l’implementazione del sistema di misure, controllo e supervisione. Sottosistema di misura L’impianto sarà dotato di tutti gli strumenti di misura necessari per la rilevazione di portate, temperature, pressioni, livelli, concentrazioni, potenze e di tutti i parametri da sottoporre a controllo e regolazione per conseguire una gestione ottimizzata dei processi. Tutte le grandezze saranno memorizzate nel sistema di acquisizione. Sottosistema di comando Dall’esperienza di AET nella progettazione, costruzione e realizzazione di complessi impianti a combustione di biomassa di alta qualità, si è evitato di ricorrere, ove possibile, ad un sistema di controllo decentralizzato. Invece si è optato di adottare un sistema di controllo comune per l’impianto con un’unica interfaccia utente, denominato SCADA. Le aree di controllo e supervisione includono: sistema di movimentazione combustibile; sistema di combustione; dosaggio combustibile; acqua di alimento; surriscaldatore; ciclo acqua/vapore; sezione di pulizia dei fumi; soffiaggi di vapore; movimentazione ceneri umide e ceneri leggere; sistema SNCR; vari sistemi ausiliari. Pagina 25 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Le parti dell’impianto che non sono gestite dal sistema SCADA, ma che comunque possono essere monitorati e controllate da remoto, sono le seguenti: turbina a vapore e generatore; bruciatore ausiliario; impianto di trattamento acqua; circuito ad aria compressa. Il principali vantaggi di questo sistema di controllo sono i seguenti: - si ottimizza l’operatività dell’intero impianto, dal momento che le diverse parti del sistema agiscono insieme come un tutto e non come una serie si sottosistemi autonomi; - una comune interfaccia operative per tutte le parti dell’impianto; la maggior parte delle operazioni dell’impianto possono essere gestite dalla sala controllo; - minimizzazione del numero di interfacce e programmazione standard in comune; maggiore facilità operativa e manutentiva. Il sistema di controllo SCADA dovrà svolgere le seguenti funzioni principali: - trasmissione al sistema di comando del valore dei parametri di processo necessari all’impostazione delle condizioni di marcia dell’impianto; - visualizzazione dello stato funzionale dell’impianto; - memorizzazione, stampa periodica e su richiesta dei dati storici elaborati ed aggregati in diversa forma (tabelle, grafici); - gestione del sistema di allarmi e presentazione degli stessi in forma luminosa e sonora; - invio, quando necessario, della sequenza di ordini per il blocco totale o parziale dell’impianto; - messa in marcia e fermata programmata dell’impianto; Il sistema SCADA sarà interconnesso con le unità a logica programmabile mediante rete Ethernet ad alta velocità, costruita in configurazione ridondante. Il sistema sarà poi costituito dai terminali di interfaccia con gli operatori, posizionati in Sala Controllo: su schermi video sarà rappresentato mediante pagine grafiche tutto l’impianto, con tutte le misure e gli stati associati. Verranno previste pagine dedicate ad allarmi ed eventi; per ciascuno di essi verrà registrato il momento d’accadimento con la precisione del millisecondo, in modo da poter risalire alla sequenza cronologica degli eventi accaduti. Saranno previste pagine dedicate alla rappresentazione di tutte le grandezze misurate; i trends dei parametri di processo (temperature, pressioni, portate, consumi, produzioni, emissioni, ecc.) potranno essere visualizzati su assi cartesiani dove in ascissa sarà indicato il tempo ed in ordinata la misura, in modo da avere un’immediata percezione dell’andamento della grandezza controllata in ogni istante della giornata e a ritroso nel tempo (il sistema permetterà di memorizzare i dati di funzionamento relativi ad alcuni anni). Per ogni motore ed utenza verrà indicato sulla rappresentazione grafica dell’impianto lo stato di funzionamento e la sua eventuale indisponibilità e, dove necessario, il motore di rincalzo che è stato messo in moto in sua alternativa. Pagina 26 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Esistono più pagine video raffiguranti le varie parti di impianto con indicati i motori in funzione, le varie grandezze di processo misurate e controllate, lo stato di pressostati, livellostati, ecc. Il sottosistema di controllo dell’impianto e le relative stazioni di interfaccia con gli operatori consentiranno l’esercizio dell’impianto direttamente dalla Sala Controllo, senza necessità di interventi ad essa esterni, ad eccezione di operazioni particolari. Anche eventuali manovre di emergenza (fermata dell’impianto, blocco o ripristino di una sezione) potranno essere condotte direttamente dalla Sala Controllo, avviando le apposite procedure. Ogni operazione manuale richiesta dall’operatore verrà vagliata e, se realizzabile nei modi e nei tempi richiesti, verrà attuata; diversamente verrà segnalato un codice di errore associato alle cause del non luogo a procedere. Tutto questo per garantire la minima possibilità di errore da parte degli operatori. Sottosistema di comunicazione Il sottosistema di comunicazione fra il sottosistema di controllo e il sottosistema di supervisione è stato previsto doppio in tutte le sue componenti, essendo in grado ciascuna unità di assolvere compiutamente le funzioni previste. La rete locale di comunicazione avrà le seguenti caratteristiche: - riconfigurazione automatica (trasparente all’operatore al variare del numero di nodi collegati); - segnalazione alle stazioni operatore del trasferimento automatico della comunicazione dal bus in avaria a quello di ridondanza; - possibilità per ogni unità di essere collegata o scollegata senza interferire sulle altre unità inserite sui bus; - distanza ammissibile tra due diversi apparati collegati in rete >3 km. Tutte le apparecchiature, in modo particolare i sistemi di controllo e le stazioni di supervisione, saranno collegate direttamente alla rete di comunicazione (LAN) ridondante e potranno scambiarsi i dati. Sottosistema di controllo della rete elettrica Il sistema di controllo della rete elettrica sarà integrato al sistema SCADA; ad esso perverranno i segnali necessari per la corretta gestione della rete elettrica e per l’analisi dopo un guasto: - scatto delle protezioni elettriche che abbiano attinenza con l’operatività della rete; - memorizzazione nel registro cronologico degli aventi dei comandi di apertura e chiusura degli interruttori significativi per il funzionamento della rete elettrica. Pagina 27 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Non è previsto che tramite il sistema SCADA si possa direttamente intervenire per comandare aperture e chiusure degli interruttori, in particolar modo per quel che riguarda le apparecchiature di alta tensione. REGOLAZIONE DELLA COMBUSTIONE Per mantenere all’interno di intervalli prefissati le condizioni del vapore in uscita dal generatore si effettuerà la regolazione della portata di combustibile, della velocità della griglia, della portata di aria di combustione e di ripartizione tra aria primaria e secondaria, e di altri parametri di processo. La portata di combustibile verrà regolata attraverso la regolazione della frequenza con cui opera il sistema pneumatico di alimentazione La velocità della griglia, e dunque, la velocità di avanzamento della biomassa lungo la stessa, verrà comandata da un circuito oleodinamico. L’aria comburente da alimentare verrà determinata sulla base di un bilancio termico del sistema calcolato in tempo reale e verrà proporzionata mediante la variazione di velocità dei motori ventilatori attraverso inverter e manovre sulle serrande parzializzatrici. Scopo principale di tale controllo, demandato al sistema SCADA, è di massimizzare il recupero termico e la stabilità del sistema, ottimizzare la combustione e minimizzare la formazione di inquinanti dovuta ad una cattiva combustione (principalmente CO e NOX). CONTROLLO DELLE EMISSIONI Per la gestione delle concentrazioni degli inquinanti principali relative ai fumi emessi dall’impianto è stata prevista la fornitura di un sistema computerizzato autonomo costituito da: - misuratore di portata dei fumi; - misuratore di temperatura dei fumi; - sistema di analisi per la misura del tenore nei fumi di ossigeno, vapor acqueo e anidride carbonica; - sistema di analisi per la misura di monossido di carbonio, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, polveri totali e tutti gli inquinanti soggetti a restrizioni normative di emissione; - sistema di acquisizione, elaborazione ed archiviazione dei dati e relativi collegamenti agli analizzatori ed al sistema di misure, comando e controllo; - linee di trasporto dei fumi da analizzare alle sonde di prelievo; - cabina destinata a contenere le apparecchiature di analisi ed elaborazione dati, dotata di proprio sistema di condizionamento. I dati misurati saranno disponibili, mediante collegamento sulla rete LAN, anche al sottosistema di controllo e supervisione generale dell’impianto (SCADA). Pagina 28 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici La quantità di reagenti da dosare nella linea di depurazione degli effluenti gassosi sarà stabilita istante per istante dal sistema di controllo generale al fine di mantenere le concentrazioni dei singoli inquinanti nell’intorno di un valore di set-point preimpostato. Pagina 29 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. 3 Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Elenco qualitativo e quantitativo delle materie prime utilizzate nelle fasi del ciclo produttivo che originano lo scarico Si riporta di seguito la tabella riassuntiva delle materie prime che saranno utilizzate nell’impianto: Unità di misura DATO TECNICO AGENTI CHIMICI Urea (NH2)2CO Calce Ca(OH)2 NaOH NH3 NaCl COMBUSTIBILI Biomassa (fuel mix) Gasolio (consumo medio bruciatore in funzione) Gasolio (valore annuo per circa 30 h di funzionamento) Valore al carico nominale kg/h kg/h kg/sett. kg/sett. kg/sett. 89,3 24 2,2 0,9 204 t/h t/h litri 17,3 1,23 44.000 Di seguito si specificano per ciascuna materia prima gli utilizzi e le modalità di stoccaggio. NOME PRODOTTO FORMA FISICA UTILIZZO MODALITA' DI STOCCAGGIO QUANTITA' STOCCATA Biomassa legnosa cippata Materiale solido Combustione per produzione energia Capannone 1500 mc Biomassa agroindustriale: biomassa fibrosa Materiale solido Combustione per produzione energia Capannone 4000 mc Urea (NH2)2CO Soluzione Trattamento fumi Serbatoio 30 mc Calce Ca(OH)2 Materiale polverulento Trattamento fumi Silo 80 mc NaOH Soluzione Demineralizzatore acqua Fusti - NH3 Soluzione Demineralizzatore acqua Fusti - NaCl Soluzione Demineralizzatore acqua Fusti - Pagina 30 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. 4 Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Stima delle caratteristiche qualitative e quantitative dello scarico prima e dopo la depurazione Gli effluenti liquidi generati dall’impianto saranno i seguenti: Acque reflue industriali, generate dalle varie sezioni di impianto durante il normale esercizio; Acque meteoriche: - dilavanti contaminate (AMC) ai sensi della L.R. n. 20 del 31/05/2006, derivanti dalle superfici che comportano il rischio di trascinamento, nelle acque meteoriche, di sostanze potenzialmente inquinanti. A questa categoria di acque vengono assimilate anche le acque meteoriche raccolte all’interno della vasca di contenimento del serbatoio dell’urea ed in corrispondenza della pesa. Tali superfici saranno dotate di caditoia e rete di drenaggio dedicata per la raccolta separata delle acque di dilavamento; - dilavanti non contaminate (AMDNC) ai sensi della L.R. n. 20 del 31/05/2006, raccolte dalle superfici dove non vengono svolte attività che possono comportare il rischio di trascinamento di sostanze potenzialmente inquinanti; in tale categoria di acque ricadono le acque meteoriche raccolte dalle coperture dei vari fabbricati a servizio dell’impianto e dai piazzali non soggetti al rischio di dilavamento di sostanze inquinanti. Acque reflue domestiche derivanti dai servizi igienici installati all’interno dei fabbricati e nella palazzina uffici. Come anticipato, l’impianto di trattamento fumi previsto sarà del tipo totalmente a secco, dunque non prevede scarichi liquidi. 4.1 Sistema di raccolta e smaltimento delle acque reflue industriali Gli scarichi industriali raccolgono l’acqua proveniente dai vari spurghi e drenaggi delle apparecchiature dell’impianto ed in particolare: spurghi della caldaia; drenaggi del ciclo termico; eluati provenienti dal processo di demineralizzazione ad osmosi inversa; acque dai lavaggi dei pavimenti; eventuali sversamenti dai serbatoi degli additivi; spurghi dalle linee di processo; spurghi dalle torri evaporative. Pagina 31 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Gli scarichi sopra elencati produrranno circa 3.360 m3 ogni settimana di reflui industriali, che corrispondono ad una portata media di circa 20 m3/h. Tale portata sarà addotta ad un’unica vasca della capacità di 50 m3, dove confluiscono anche le acque oleose prodotte dalle varie apparecchiature installate in impianto (turbina, diesel di emergenza, pompe, ecc.). Tali acque, prima di essere immesse nella vasca di accumulo delle acque industriali, subiranno un idoneo trattamento di disoleazione. La vasca avrà le dimensioni in pianta di 9 m x 3 m ed avrà una profondità utile di 2 m. Le acque reflue industriali raccolte nella vasca di accumulo saranno inviate alla rete fognaria esistente. Il comparto industriale risulta dotato di due reti distinte, posizionate lungo la strada di accesso all’impianto: la prima viene utilizzata per la raccolta dei soli reflui civili, mentre nella seconda vengono addotte le acque meteoriche e i reflui industriali. Gli scarichi industriali saranno pertanto inviati nella seconda rete, previo trattamento di neutralizzazione per il controllo del parametro pH. A valle della vasca di neutralizzazione sarà posizionato un pozzetto per consentire il prelievo di campioni di acqua da avviare ad analisi. 4.2 Sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche Le acque meteoriche saranno addotte alla rete per gli scarichi industriali di cui al paragrafo precedente. La raccolta delle acque meteoriche del nuovo impianto sarà strutturata su tre reti: la rete delle acque meteoriche che insistono sui piazzali potenzialmente contaminati; la rete delle acque meteoriche che insistono sui piazzali non contaminati; la rete delle acque meteoriche raccolte dalle coperture dei fabbricati. Per il calcolo dei flussi idrici risultanti, si considerano i seguenti coefficienti di afflusso in rete: coperture dei fabbricati: coefficiente di afflusso in rete pari a 1 (totalmente impermeabili); pesa, bacino di contenimento del serbatoio dell’urea: coefficiente di afflusso in rete pari a 1 (totalmente impermeabili); piazzali potenzialmente contaminati: coefficiente di afflusso in rete pari a 1 (totalmente impermeabili), tali piazzali saranno realizzati in platea di cemento o conglomerato bituminoso; piazzali non contaminati: coefficiente di afflusso in rete 0,3; tali piazzali saranno realizzati con misto di cava compattato. Pagina 32 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici L’area totale dell’impianto è pari a circa 15.300 m2. Tuttavia ai fini della stima delle portate di acque meteoriche drenate dalle reti di raccolta dell’impianto, si conteggiano solo le sue aree impermeabili (quali le coperture degli edifici ed i piazzali impermeabilizzati) o semipermeabili (quali i piazzali ricoperti con massetti autobloccanti), mentre si escludono le aree verdi ed alberate (circa 2.100 m2) che, non essendo pavimentate, sono considerate drenanti al 100%. La superficie totale di raccolta delle acque meteoriche, detratte le aree verdi, risulta pari a circa 13.200 m2 ed è così suddivisa: superficie coperture edifici, di cui: o o o o o superficie pavimentata piazzali potenzialmente contaminati, di cui: 849 m2; 2.328 m2; 112 m2; 1.255 m2; 50 m2; 941 m2; o in corrispondenza del filtro di aspirazione del materiale polveroso dell’edificio stoccaggio cippato 124 m2; o in corrispondenza della zona di scarico del cippato 285 m2; o in corrispondenza della zona di evacuazione dei materiali ferrosi 41 m2; o in corrispondenza della zona di evacuazione delle ceneri pesanti 80 m2; o in corrispondenza della zona di evacuazione delle ceneri leggere 333 m2; o in corrispondenza della pesa 59 m2; o bacino di contenimento del serbatoio dell’urea 19 m2; superficie pavimentata piazzali non contaminati di cui: o edificio stoccaggio fibrosi fabbricato stoccaggio cippato fabbricato servizi personale impianto edificio caldaia locale pesa 4.594 m2; piazzali ricoperti con misto di cava stabilizzato superficie complessiva di raccolta (coperture + piazzali): 7.701 m2; 7.701 m2; 13.236m2. Ai fini del dimensionamento delle reti di raccolta delle acque meteoriche, tra le superfici dei piazzali sono stati conteggiati anche la pesa ed il bacino di contenimento del serbatoio dell’urea, poiché le acque meteoriche raccolte in tali bacini convoglieranno nella rete di raccolta delle acque meteoriche provenienti dai piazzali potenzialmente contaminati. Ai sensi della L.R. n. 20 del 31/05/2006, mentre le acque meteoriche raccolte dai piazzali potenzialmente contaminati sono classificate come acque meteoriche dilavanti contaminate (AMC) e deve pertanto essere previsto un trattamento delle acque meteoriche drenate, le acque che insistono sulle coperture e sui piazzali non contaminati sono classificate come Pagina 33 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici acque meteoriche dilavanti non contaminate (AMDNC) e potranno quindi essere smaltite senza alcun trattamento direttamente nella rete di raccolta esistente. La rete di drenaggio delle acque meteoriche dilavanti contaminate sarà costituita da pozzetti posizionati sui piazzali potenzialmente contaminati. La rete di drenaggio delle acque meteoriche dilavanti non contaminate sarà costituita da una rete di gronde e di pluviali di raccolta, situati lungo il perimetro di copertura degli edifici a servizio dell’impianto, e da caditoie a griglia e pozzetti, posizionati su tutta l’area pavimentata dell’impianto, per la captazione delle acque dei piazzali non contaminati. Tale rete di raccolta, come anticipato, è separata da quella di raccolta delle acque drenate dai piazzali contaminati. Le tubazioni, realizzate in materiale plastico, saranno dimensionate per un riempimento di progetto medio delle sezioni di deflusso dell’80%. Le acque meteoriche insistenti sui piazzali potenzialmente contaminati saranno inviate ad un sistema di dissabbiatura e disoleatura. Il sistema di trattamento, ubicato sul lato est dell’impianto, a ridosso del fabbricato (già esistente) di stoccaggio del cippato, sarà dimensionato per trattare in continuo una portata corrispondente ad un’altezza di precipitazione per un evento meteorico della durata di un’ora e con un tempo di ritorno di 20 anni, ossia 42,8 mm/h. Dopo il trattamento, le acque saranno inviate mediante elettropompa sommersa alla rete fognaria degli scarichi industriali. Le acque piovane raccolte nella vasca di contenimento del serbatoio di stoccaggio dell’urea verranno addotte mediante pavimentazione in pendenza ad un pozzetto di drenaggio valvolato. Al termine degli eventi meteorici, previa verifica di assenza di perdite di urea dal serbatoio, il pozzetto sarà aperto per consentire il deflusso delle acque nella rete di raccolta delle acque meteoriche derivanti dai piazzali contaminati (si prevedono tubazioni interrate in materiale plastico collegate all’apposito pozzetto valvolato). Dopo l’avvenuto svuotamento della vasca, il pozzetto sarà nuovamente richiuso per impedire che accidentali sversamenti siano convogliati alla rete di raccolta delle acque meteoriche. Nel caso si riscontrassero eventuali perdite di urea dal serbatoio, le acque derivanti non verranno addotte alla rete di raccolta delle acque meteoriche, ma aspirate dal pozzetto mediante autospurgo ed avviate a smaltimento a norma di legge. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche del nuovo impianto sarà strutturato secondo il seguente schema di flusso. Pagina 34 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici EDIFICI ACQUE METEORICHE DILAVANTI NON CONTAMINATE DA PIAZZALI SEMI-PERMEABILI SERVIZI IGIENICI ACQUA POTABILE DA ACQUEDOTTO TRATTAMENTO ACQUE DI PRIMA PIOGGIA DISSABBIATURA DISOLEATURA ACQUE METEORICHE DILAVANTI POTENZIALMENTE CONTAMINATE DA PIAZZALI IMPERMEABILI RAFFREDDAMENTO ACQUE DI PROCESSO ACQUA SERVIZI IMPIANTO PRODUZIONE ACQUA DEMINERALIZZATA REINTEGRI CICLO TERMICO STAZIONE DI POMPAGGIO ACQUA ANTINCENDIO A RETE ANTINCENDIO VASCA ACQUA TORRI EVAP. ACQUE DA TETTI VASCA ACQUA ANTINCENDIO SERVIZI IGIENICI A RETE FOGNARIA ACQUE NERE CIVILI SPURGHI TORRE EVAPORATIVA A RETE REFLUI INDUSTRIALI SCARICHI DI PROCESSO DI CALDAIA DA CORPO CILINDRICO VASCA DI NEUTRALIZZAZIONE SERBATOIO BLOW DOWN Schema di flusso sistema raccolta acque meteoriche 4.2.1 Trattamento acque meteoriche dilavanti contaminate Il sistema di trattamento delle acque meteoriche dilavanti contaminate (AMC) sarà dimensionato per trattare tutte le acque meteoriche che insisteranno sui piazzali realizzati in conglomerato bituminoso, nella vasca di contenimento dell’urea, e quelle raccolte in corrispondenza della pesa. L’impianto di trattamento delle AMC, alimentato in continuo durante l’evento meteorico, opererà prima la separazione dei solidi sedimentabili (dissabbiatura e prefiltrazione su pacchi lamellari). Le acque contaminate, una volta dissabbiate, verranno addotte alla successiva sezione di disoleatura e da qui scaricate nella rete fognaria per i reflui industriali. La disoleatura avverrà per mezzo di un filtro a coalescenza allo scopo di aumentare l’efficacia ed il rendimento di separazione degli oli secondo i fenomeni fisici della coalescenza: le microparticelle di oli vengono fatte transitare attraverso un particolare materiale coalescente e quindi, aggregandosi tra loro, formano particelle di dimensioni maggiori tali da flottare più facilmente. Le sabbie e gli oli accumulati verranno periodicamente estratti ed inviati a smaltimento. Come precedentemente indicato, la superficie totale d’influenza dei piazzali totalmente impermeabilizzati è pari a circa 941 m2 e dunque, considerando un coefficiente di deflusso pari al 100%, la portata massima oraria delle acque meteoriche inviate a dissabbiatura / sedimentazione e disoleatura sarà pari a: 941m2 x 42,8 mm/h x 10-3 m/mm x 1 = 40,3 m3/h, che corrispondono a circa 11,2 l/s. Pagina 35 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Per trattare tale portata, si è optato per un sistema realizzato con manufatti circolari in HDPE, di diametro interno 1.800 mm e lunghezza 12 m, in grado di trattare fino a 50 l/s. Il sistema sarà dotato di chiusini d’ispezione e manutenzione a passo d’uomo completi di guarnizione elastomerica. Sezione e pianta impianto di trattamento acque meteoriche dilavanti contaminate (AMDC) 4.2.2 Criteri di dimensionamento Il dimensionamento è stato condotto assumendo una lunghezza della zona di calma pari a 10 m. La velocità di sedimentazione della particella è stata calcolata imponendo l’equilibrio di forze tra la forza peso, agente verso il basso, e la forza di resistenza dinamica che si oppone al moto. vi 4( s w )d i 3 w C D dove s = 26 kN/m3 (peso specifico sabbia quarzosa); w = 9,81 kN/m3 (peso specifico acqua); = 1 kNs/m2 (viscosità dinamica a 20 °C); w = 1.000 kg/m3 (massa volumica acqua); di = diametro minimo della particella imposto a 60 micron; vi = velocità di caduta di particelle sferiche con diametro di. Pagina 36 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Il coefficiente di resistenza dinamica CD è funzione del numero di Reynolds ( Re = w w d/). Per valori del numero di Reynolds inferiori a 2, come nel caso in esame, il moto è da considerarsi laminare ed il coefficiente CD è dato dalla seguente formula: CD 24 Re Sostituendo tale valore nella precedente equazione, si ottiene la formula di C.G. Stokes valida nell’ipotesi di moto laminare: vi ( s w )d i 18 2 Sostituendo i termini nella relazione di Stokes, si ottiene una velocità di caduta della particella pari a 0,0008 m/s. Con riferimento al seguente schema, le particelle di dimensioni d>di, e quindi con velocità di caduta v>vi, raggiungono il fondo prima del punto F, partendo dalle sezione AC di imbocco. Solo una parte di quelle aventi d<di e quindi v<vi, raggiungono il fondo. Per esempio quelle poste nel campo BC della sezione di imbocco (nel punto B di ingresso al sistema è presente un deflettore che riduce la turbolenza nella successiva zona di calma), caratterizzate da velocità di caduta v<vi con traiettoria BF, sedimenteranno nel sedimentatore, mentre quelle dello stesso diametro ma poste nel campo AB non raggiungeranno il fondo. Il tempo T di detenzione delle particelle di dimensione di è dato dalla relazione: T L H u vi dalla quale si deduce la lunghezza L: Pagina 37 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. L Richiesta di autorizzazione scarichi idrici H u vi Le grandezze L ed H rappresentano rispettivamente la lunghezza del comparto di calma posto a valle del deflettore di ingresso, dove avviene la sedimentazione delle particelle, e l’altezza utile del sistema di sedimentazione. Il parametro u indica la velocità di passaggio dell’acqua all’interno del sistema. Nel caso in oggetto, H rappresenta il battente di acqua che si ha effettivamente all’interno del dissabbiatore / sedimentatore quando il fango accumulato nella sezione di calma raggiunge il massimo spessore ammissibile di 1 m, ed è pari a 0,75 m. La velocità u di passaggio è invece data dal rapporto tra la portata in ingresso, pari a circa 11,2 l/s, e la superficie di passaggio dell’acqua nel sistema, corrispondente a circa 1,35 m2. In questo caso, la velocità di trascinamento è dunque pari a 0,008 m/s. Sostituendo H, u e vi nella precedente formula, e considerando una lunghezza della zona di calma pari a 10 m, si ottiene la sedimentazione delle particelle aventi dimensione fino a 30 micron. Ciò significa che il sistema è in grado di rimuovere non solo le sabbie molto fini (tra 125 e 65 micron) ma anche sedimenti con granulometria inferiore come il limo grosso. Considerando ulteriori 2 m per tenere conto delle zone di imbocco e di sbocco, si ottiene una lunghezza complessiva del sistema pari a 12 m. Per aumentare ulteriormente la resa della sedimentazione a valle della sezione di dissabbiatura è prevista l’installazione di una struttura a nido d’ape preformata di tipo lamellare. La struttura, inclinata sull’orizzontale con un angolo di 60°, è costituita da microcamere di sedimentazione sovrapposte, che consentono di moltiplicare la superficie di sedimentazione e diminuire così il percorso che i solidi devono compiere per sedimentare. Pagina 38 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. 4.3 Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Sistema di raccolta e smaltimento delle acque reflue domestiche Le acque ad uso civile sono prelevate dall’acquedotto pubblico e distribuite all’interno dell’impianto da apposita rete. I reflui civili derivanti dai servizi igienici ubicati in impianto (uffici e spogliatoi) saranno addotti alla rete acque nere dell’impianto per confluire successivamente nella rete fognaria delle acque nere. In via preliminare, è stato stimato un fabbisogno giornaliero di acqua potabile per usi civili (servizi igienici, spogliatoi, ecc.) di circa 5 m3 che, considerando un coefficiente di afflusso in fogna di 0,9, corrispondono ad una portata giornaliera di 4,5 m3. E’ previsto un sistema di raccolta a gravità, avente lo scopo di convogliare al collettore fognario comunale delle acque nere tutte le acque di scarico civili legate all’uso di servizi igienici, spogliatoi, ecc. 4.4 Riepilogo scarichi da impianto In tabellaErrore. L'origine riferimento non è stata trovata. vengono riassunti gli scarichi idrici prodotti dall’esercizio dell’impianto, individuandone i punti di recapito e le modalità di trattamento, ove previste. Riepilogo degli scarichi idrici prodotti dall’esercizio dell’impianto Trattamento Recettore Fogna nera per scarichi civili Fogna per scarichi industriali Reflui domestici - Reflui industriali Neutralizzazione Acque meteoriche dilavanti contaminate Dissabbiatura e disoleatura Fogna per scarichi industriali - Fogna per scarichi industriali Acque meteoriche dilavanti non contaminate 4.5 Portata media (m3/h) 0,19 20 Variabile a seconda dell’intensità dell’evento meteorico Variabile a seconda dell’intensità dell’evento meteorico Stima della portata annua delle acque meteoriche Per la stima della portata annua meteorica per l’area d’impianto si è fatto riferimento al sito internet dell’Autorità di Bacino del fiume Arno (http://www.adbarno.it/datiidro). Tale sito fornisce, per tutte le stazioni comprese nell’Autorità di Bacino, la parametrizzazione della Linea Segnalatrice di Probabilità Pluviometrica, ed i corrispondenti valori di altezze di pioggia calcolati per diverse durate e per diversi tempi di ritorno, elaborati col modello AlTo della Regione Toscana. Pagina 39 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. Richiesta di autorizzazione scarichi idrici La stazione meteorologica più vicina all’area d’impianto è quella di “Populonia” (codice SIMI 2300). Per tale stazione meteorologica, l’Autorità di Bacino fornisce le seguenti LSPP per eventi di precipitazione di durata maggiore o uguale ad un’ora: LSPP stazione di Populonia (fonte: http://www.adbarno.it/datiidro) Per il dimensionamento della rete di raccolta delle acque meteoriche e del sistema di trattamento delle acque contaminate influenti sui piazzali si è adottata un’altezza di precipitazione per la durata di un’ora e con un tempo di ritorno di 20 anni, ossia 42,8 mm/h. 5 Programma di manutenzione e gestione dell’impianto di depurazione La manutenzione degli impianti di depurazione che saranno installati al servizio degli scarichi idrici di stabilimento sarà effettuata secondo quanto previsto dal libretto di uso e manutenzione degli stessi. 6 Descrizione, ove esistono, degli impianti di ricircolo delle acque con l’indicazione del tipo di acqua riciclata (processo, raffreddamento), percentuale di acqua riciclata Per l’antincendio si prevede uno stoccaggio di acqua pari a 450 m 3. Tale volume d’acqua non sarà accumulato in un’apposita vasca ma sarà stoccato all’interno della vasca delle torri evaporative, che avrà una capacità totale di 1.050 m3. La vasca acqua torri sarà dotata di un sistema automatico che rileverà il livello dell’acqua accumulata e che garantirà sempre un accumulo minimo di 450 m3 per il sistema antincendio. Pagina 40 FUTURIS ETRUSCA S.r.l. 7 Richiesta di autorizzazione scarichi idrici Qualità e tipologia di eventuali reflui liquidi non trattabili nell’impianto, destinazione di tali residui e modalità di stoccaggio Qualora la qualità del refluo industriale dovesse risultare, in particolari condizioni di esercizio, non compatibile con lo scarico in fogna, la portata verrà prelevata mediante autobotti per il conferimento ad idoneo impianto di smaltimento. Inoltre: Le acque di rigenerazione del filtro al servizio dell’impianto di depurazione delle acque di prima pioggia conterranno solidi sospesi e non potranno essere ricircolate nel circuito delle torri evaporative; tale flusso sarà quindi stoccato in apposito serbatoio (capacità utile di 15 mc) ed inviato periodicamente a smaltimento tramite autobotti; Nel caso si riscontrassero eventuali perdite di urea dal serbatoio, le acque piovane non contaminate raccolte nella vasca di contenimento non verranno addotte alla rete di raccolta delle acque meteoriche, ma aspirate dal pozzetto mediante autospurgo ed avviate a smaltimento a norma di legge Le acque provenienti dalle coperture dei fabbricati e quelle di seconda pioggia provenienti dalle superfici esterne pavimentate sono classificate, sempre ai sensi della L.R. n. 20 del 31/05/2006, come “acque meteoriche dilavanti non contaminate” e, di conseguenza, potendo essere smaltite senza alcun trattamento, saranno accumulate per poter essere riutilizzate come riserva per il sistema antincendio, previo trattamento di filtrazione in grado di trattenere le impurità e le polveri che potrebbero danneggiare le pompe di pressurizzazione antincendio. 8 Consumi annui di acqua, suddivisi per le varie fonti di approvvigionamento Le acque ad uso civile sono prelevate dall’acquedotto pubblico e distribuite all’interno dell’impianto da apposita rete. Pagina 41 ALLEGATO 1 ALLEGATO 2 ALLEGATO 3