Premessa
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Premessa
Premessa La comunicazione con il corpo è la forma di comunicazione più remota che ciascuno di noi ha vissuto e sperimentato da bambino porgendo al mondo circostante bisogni, silenziose domande e ricevendo sensazioni di appagamento o frustrazione, di gioia o di dolore....Da adulti questa competenza comunicativa non sempre ci appartiene consapevolmente. Tuttavia essa inconsapevolmente ci possiede, ci anima e ci struttura e fa sì che noi, ancora, ci porgiamo al mondo attraverso un preciso stile relazionale. Questo corpo capace di esprimere significati, di produrre e scambiare segni, questo corpo emozionale è dunque un corpo che dice. Sofferenza, gioia, dolore, piacere, paura, collera, abbandono, rifiuto, fiducia, distanza, vicinanza. Ma se c’è un corpo che dice occorre che ce ne sia un altro che ascolti, che sappia far posto dentro di sé ai segnali che provengono dall’altro, che sappia gettare ponti verso chi sembra difficilmente afferrabile, comprensibile. La relazione di chi si prende cura del malato è essenzialmente una relazione corpo a corpo e il lavoro di cura richiede una calda fisicità mediata dall’uso consapevole dei sensi, in particolare del con-tatto. Il con-tatto con il corpo malato, ferito, sofferente, può scatenare emozioni forti in chi assiste: darsi il permesso di contattare queste emozioni, accettarle in quanto parte di noi come persone prima ancora che professionisti, condividerle in un gruppo accogliente e non giudicante, consente di costruire percorsi di apprendimento relazionale che consolidano uno sguardo più attento ai bisogni complessivi delle persone ed alla qualità delle interazioni. In questo caso si parla di approccio sensitivo alla persona perché passa attraverso la mobilizzazione dei sensi, in particolare, ma non solo, del senso del tatto in un’attitudine di apertura all’altro ed a se stessi. Questo contatto sensitivo è guidato dall’istinto, dall’intuizione, ma poggia su una base razionale rappresentata dalla conoscenza dell’uomo nel suo aspetto anatomico e psicosociale. Il corpo “guaritore ferito” è il corpo dei curanti (e il “corpo curante”), segnato dal quotidiano rapporto con la sofferenza, da quell’esserci per l’altro che a volte pare soffocare “l’essere per se stessi”. Il corpo, protagonista della vita di relazione e dei processi comunicativi, vive di relazione e “si ammala” di relazione. Il linguaggio verbale trasmette i contenuti informativi della comunicazione, ma è attraverso il corpo che la relazione si modula e si produce. Il corpo animato dalla vita delle emozioni ne esprime dolorosamente i disagi, ma è dotato di un grande potenziale creativo di auto‐guarigione. Prendersi cura di sé, del proprio benessere emotivo, richiede lo sviluppo di un’attenzione cosciente e sensibile al corpo che noi siamo. Obiettivi • Avviare processi di auto-consapevolezza e auto-percezione corporea • Percepire il proprio corpo in rapporto con il corpo della persona malata • Recuperare la dimensione del sentire • Ridurre le resistenze di fronte a sensazioni forti come la repulsione e a sentimenti come la tenerezza • Confrontarsi con la paura dell’intimità con la fisicità del malato e con i messaggi che il corpo manda (provvisorietà, debolezza, speranza...) • Apprendere tecniche di tocco-massaggio • Apprendere tecniche di massaggio del piede della mano • Apprendere tecniche di rilassamento e visualizzazione Contenuti • Il curante e il proprio corpo • Il curante e il corpo del malato • I gesti della cura • I sensi nella cura • Il corpo come strumento di comunicazione • La corporeità e il toccare nel progetto di cura • I sentimenti e le emozioni nella cura • Il concetto di cure ristrutturanti dipendenza, impotenza, • Tecniche di massaggio del piede e della mano, di tocco-massaggio, di rilassamento Metodologia didattica Le giornate si caratterizzano come laboratorio esperienziale. La metodologia di lavoro si basa su un concetto di sapere legato all’assaporare: percepire con i sensi, ri-conoscere e poi trovare le parole per ri-nominare, per dire nel gruppo e col gruppo parole coerenti con il vissuto corporeo. Pertanto si consiglia un abbigliamento che permetta libertà di movimenti sia in piedi che a terra. Docente Marco Vacchero. Infermiere, fisioterapista, si occupa da diciannove anni di cure alla fine della vita, domiciliari ed in struttura hospice, collaborando con la Fondazione FARO di Torino. Ha acquisito strumenti di riabilitazione e prevenzione in ambito sanitario sul benessere corporeo; formazione specifica sul linfodrenaggio e bendaggio funzionale, esperto di riflessologia plantare e di terapia manuale in osteopatia, formatore Pallio e CESPI. Ha conseguito e curato la propria formazione con corsi e stage in Francia.. Note Per rendere più confortevole l’attività esperienziale è necessario: • Indossare abbigliamento comodo (tuta, scarpe da ginnastica, calzettoni di cotone pesante), • Portare un telo di spugna grande e uno piccolo; • Portare un piccolo cuscino; • Portare una coperta leggera; • Portare delle salviette detergenti e fazzoletti di carta; • Portare del detergente liquido per le mani; • Portare dell’olio da massaggio (olio alle mandorle dolci). Se pensi che questo corso possa aiutarti per la tua formazione professionale, “sfruttalo” completamente. Ti chiediamo di programmare i tuoi impegni in modo da garantire la presenza completa alle sei giornate. Per rispetto del gruppo, la mancata partecipazione alla prima giornata, ci costringerà ad escludere la partecipazione alle giornate successive. In ogni sessione di lavoro sarai libero di scegliere il tuo coinvolgimento. Siamo felici di poterTi incontrare e di poter condividere con Te questa esperienza.