Roma Per Tutti
Transcript
Roma Per Tutti
www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela ROTTA ROMA PER DUE E ROMA PER TUTTI Riva di Traiano Roma Latina Un momento della partenza della Roma per Due A volte una serie di coincidenze, sbagli o semplice sfortuna, si concentrano in brevi periodi di tempo dando vita a giornate particolarmente scure, quella del 20 aprile 2004, è una di queste di Giuseppe Mancini strano, ma molti incidenti in mare avvengono di notte. Come questo, accaduto martedì 20 aprile nel corso della Roma per Tutti a bordo di “Kiss” - un Sun Kiss 47 costato la vita a Paolo Salvatori, 28 anni di Roma. E’ 12 Maggio 2004 La regata, che si disputa da più di dieci anni, è la versione in equipaggio della più famosa Roma per Due. Praticamente due competizioni uguali, sullo stesso percorso, a distanza di poche ore l’una dall’altra: unica differenza il numero dei componenti dell’equipaggio. Anche quest’anno, la Roma per Due e la Roma per Tutti hanno attirato molti partecipanti alla partenza di Ri- GLI INCIDENTI Alle 01:00 di notte, la prima barca a essere in difficoltà è “Pop Corn”, un Elan 40 della coppia - padre e figlia - Franco e Carolina Vojtisek, costretti ad abbandonare la barca, tratti in salvo dalla Capitaneria di Porto (vedi box). A seguire “Er Directorium”, di Alessandro Zamagna e Stefano Caruso, disalbera ma riesce con i propri mezzi a rientrare nel porto di Acciaroli. Più o meno nello stesso tempo “Exing 99”, con Michele Gnutti e Paolo De Cristofori a bordo, scuffia senza più raddrizzarsi: a quel punto i due abbandonano la barca, riparandosi sulla zatte- Pop Corn Ischia Napoli Salerno Capri Exing 99 Mar Tirreno Kiss Percorso previsto Percorso effettuato Lipari Palermo Messina Foto AP Una giornata nera va di Traiano, presso Civitavecchia, più o meno preparati, più o meno agguerriti. Domenica 18 aprile il primo colpo di cannone dedicato al via delle barche con due uomini a bordo; dopo due ore il via alle imbarcazioni con equipaggio completo. Davanti le 535 miglia del percorso da fare tutte d’un fiato, con il passaggio da Capri, poi giù fino a Lipari e infine la lunga risalita a Riva di Traiano. Solitamente in questo periodo primaverile le condizioni meteo marine sono abbastanza stabili e le previsioni regolari e affidabili. Quest’anno invece, già da qualche giorno, il tempo continuava a essere instabile, con un susseguirsi di fronti perturbati. Il giorno della partenza, i bollettini meteo hanno previsto, per le 24 ore, condizioni di vento da ovest in intensificazione fino a 30 nodi e mare molto mosso. Il bollettino del giorno dopo ha dato un quadro in ulteriore intensificazione, con vento da ovest tendente a sud ovest fino a 35 nodi, mar Tirreno meridionale settore est molto mosso tendente ad agitato. Con questo quadro meteo, la testa della flotta doppiava Capri. Le previsioni del tempo erano rispettate e i primi colpi di mare si facevano sentire. Nella notte tra lunedì 19 e martedì 20 il vento aumentava repentinamente, costringendo tutti a ridurre sempre di più la superficie velica, con qualche “normale” rottura, qualche vela strappata, niente di più. A destra, Michele Gnutti e Paolo De Cristoforo (Exing 99) dopo il loro recupero. In basso, un Sun Kiss 47 simile a quello su cui è avvenuto l’incidente di Paolo Salvatori Maggio 2004 13 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela L’ESPERIENZA DI MAURO PELASCHIER L’ESPERIENZA DI MARCO POMI ra autongonfiabile. Dati per dispersi, saranno ritrovati quasi sei Di Mauro Pelaschier, della sua storia di uomo di mare e del suo palmaore dopo da un elicottero dell’Aeronautica Militare e riportati a res, tutti sanno. Altrettanto noti sono il senso di equilibrio e il tono terra in buone condizioni a Gazzanise presso Napoli. ponderato che assume quando esprime dei pareri. Così è stato a riAlle 04:00, circa a sessanta miglia a sud di Capri, il Sun Kiss 47 guardo di questa Roma per Due a cui ha preso parte, in compagnia di “Kiss” naviga a lasco stretto. Il vento è già girato a maestrale, Mauro Piani, a bordo di “Nanni Diesel”. rinforzando ulteriormente. La navigazione è difficile e dura, ma a Mauro, tu hai vissuto in diretta dalla tua radio di bordo, bordo non c’è agitazione. Fuori, in pozzetto sono in tre, gli altri quello che stava succedendo a bordo di “Kiss”? stanno riposandosi sotto coperta: l’armatore Henry Del Fabbro è al Si, infatti. Su “Nanni Diesel” abbiamo un timone e Paolo Salvatori alla scotta della J. R. Taylor/ Nanni Diesel apparato radio molto buono e io, in quel randa, il vento soffia a 40 nodi da NW, Paomomento, mi trovavo sotto coperta, al talo è puntato con i piedi a reggere la scotta volo da carteggio. di randa pronto a lascarla in caso di necesE’ stato un brutto momento. Le voci agitasità. Improvvisamente arriva un’onda più te, ma sempre lucide, dei ragazzi dell’equigrande delle altre e la barca straorza metpaggio di quella barca. I tentativi di saltendosi al vento, Paolo perde la presa e cavare la vita a un loro compagno, con i sugde sbattendo la testa contro il verricello del gerimenti di un medico. La consapevolezgenoa. Un incidente che probabilmente gli za che non c’era più niente da fare. E poi, è già occorso, ma questa volta non sarà coil silenzio. me le altre, un colpo secco alla parte parieE tu? tale sinistra gli sarà fatale. Tutto l’equipagHo provato un certo senso d’impotenza e gio di “Kiss” non ha risparmiato nessun di grande dispiacere, anche se non conotentativo, mettendosi subito in contatto rascevo personalmente Paolo Salvatori, che dio con un medico a terra, per tentare di mi accompagna pure oggi a più di 24 ore rianimare in ogni modo lo sfortunato amidall’accaduto. Sono molto addolorato per co. Ma, non c’era niente da fare. Paolo era quanto è successo. morto. Lì a bordo, la domanda che tutti si Le condizioni meteo marine erano sono fatti in quel momento, in silenzio, atcosì terribili, da causare un tal toniti, è stata: “...e adesso, che si fa?”. PaoNanni Diesel, la barca con cui Mauro numero di incidenti? lo Salvatori era lì, a bordo, e con i suoi Pelaschier e Mauro Piani hanno partecipato a questa Roma per Due Quando il vento ha rinforzato e le onde socompagni d’equipaggio è arrivato a Lipari, no diventate davvero ripide, noi stavamo ha finito la regata. J. R. Taylor/ Nanni Diesel per girare Lipari. Appena iniziata la risaliNessuno, nessuno al mondo avrebbe voluto ta verso Civitavecchia, i groppi da maeprendere il posto di uno degli uomini del strale ci hanno investito in piena bolina; “Kiss”, in quella situazione indescrivibile, per cui il resto della flotta, quella che più con un amico sottocoperta senza più vita. o meno all’una di notte aveva da poco laIn realtà, fino a Lipari, tutti su quella barsciato Capri, “scendeva” verso Lipari con ca erano morti. un vento abbastanza largo, anche se molE LA REGATA to forte. Il nostro anemometro non ha mai Intanto le prime barche, in testa alla regata, superato i 50 nodi. Le condizioni erano hanno già doppiato Lipari e sono sulla rotta difficili, ma non impossibili. Nessuno ci ha del ritorno, soffrendo in una bolina fisicaobbligati a prendere il mare e partire per mente estenuante, difficile, fredda, intermiquesta regata. Quando si mollano gli ornabile. Il vento ci mette la sua, girando anmeggi e si decide di andare, ognuno è recora di direzione, fino quasi a tramontana. sponsabile della propria imbarcazione e di Molti si sono già ritirati, alcuni stanno conquello che sta facendo. Chi va per mare sa tinuando, quando alle 08:00 di martedì 20 che l’incidente può sempre accadere, in aprile la regata viene fermata. Ai fini della condizioni difficili così come in bonaccia. classifica, valgono i passaggi a Lipari. Stop. Marco Pomi, regatante di grande esperienza e numerosi titoli in carniere, ha preso parte alla Roma per 2 a bordo di Greenpeace in compagnia di Fabrizio Tellarini. Lo abbiamo sentito il giorno successivo quel “martedì nero”. Ciao Marco, come stai? Adesso bene; ma ti assicuro, è stata dura, molto dura. Vuoi raccontarci la tua esperienza? Certo. Siamo partiti da Riva di Traiano, con previsioni meteo non proibitive. Gli ultimi bollettini consegnati dall’organizzazione della regata, prevedevano per lunedì 19 aprile un rinforzo fino a forza 4/forza 5 con venti tra i 25 e i 30 nodi. In effetti così è stato, tant’è che fino a al passaggio di Capri - dove eravamo in testa su “Nanni Diesel”, nostra diretta avversaria, timonata da Mauro Pelaschier - tutto è filato liscio: il vento sostenuto ci ha fatto tenere fin lì medie di tutto rispetto, da darci la possibilità di prendere un notevole vantaggio rispetto al grosso della flotta della Roma per Tutti. Poi, cos’è successo? Dopo Capri il vento ha leggermente rinforzato, girando da ponente a libeccio che, fino a poche miglia da Lipari, ci ha costretti a una bolina difficile ma non impossibile. Poi, è come se si fosse spalancata una porta da maestrale. A Lipari è stato registrato il passaggio della vostra barca, poi valido agli effetti della classifica finale. Si, ma non ne sapevamo niente; infatti dopo il passaggio a Lipari avvenuto alle 2:47 del mattino di martedì 20 aprile, abbiamo continuato la regata, risalendo di bolina verso Civitavecchia. E’ successo che per risparmiare energia, tenevamo tutto spento, compreso il VHF. Da Lipari è iniziata per noi una bolina durissima. Sempre sotto la pioggia, fitta e fredda, molto fredda, da avere sollievo dalle onde che ci bagnavano, perché l’acqua del mare era più calda. E il vento rinforzava - qualche groppo davvero forte a superato i 50 nodi - e girava di direzione: ricordo bene che inizialmente 14 Maggio 2004 riuscivamo a tenere in bussola 330°, di bolina stretta mure a sinistra; poi progressivamente si è spostato a destra. fino a portare la nostra prua a 060°, praticamente in direzione del Golfo di Salerno. Risalendo, mi è capitato di vedere alcune barche che ancora scendevano verso Lipari, ma mai più avrei immaginato quel che è successo. Quando hai saputo che la regata era stata fermata a Lipari? Quando ci siamo avvicinati alla costa del Salento, nel tardo pomeriggio di martedì, Fabrizio ha accesso il cellulare e ha trovato un SMS che ci informava. A quel punto abbiamo individuato Agropoli come porto più vicino e abbiamo deciso di riparare lì. La lapidazione Ogni volta che in mare accade qualcosa di tragico, si scatena la caccia al colpevole e i più “esperti” si affannano a sponsorizzare un loro candidato alla lapidazione uando accadono episodi come quelli registrati alla Roma per due di quest’anno, è inevitabile che le polemiche montino e che qualcuno voglia trovare a tutti i costi il capro espiatorio. Le parole trascinano altre parole, i particolari, in altre situazioni insignificanti, ora vengono visti sotto un’altra luce. Il bisogno di dare un senso a quanto accaduto è fortissimo e l’unico modo per inquadrare la tragedia, per riuscire ad esorcizzarla e darle un Q Maggio 2004 15 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Lunedì 19 Aprile Lunedì 19 Aprile Lunedì 19 Aprile Martedì 20 Aprile Martedì 20 Aprile Martedì 20 Aprile Martedì 20 Aprile Martedì 20 Aprile Martedì 20 Aprile Martedì 20 Aprile Ore 20 Ore 22 Ore 24 Ore 02 Ore 04 Ore 06 Ore 08 Ore 10 Ore 12 Ore 14 CRONACA DELLA PERTURBAZIONE In questa serie di fotografie prese dal satellite tra lunedì 19 e martedì 20, si nota come la burrasca sia cresciuta d’intensità raggiungendo il suo picco nelle ore pomeridiane di martedì 20. Il cerchio rosso evidenzia la situazione meteo nelle ore in cui è avvenuto l’incidente mortale a bordo dell’imbarcazione “Kiss” senso, è quello di trovare un colpevole. Purtroppo però, a volte, i colpevoli non sono facili da identificare. Già nelle ore appena successive ai fatti, quando ancora nessuno aveva informazioni certe, cento voci si alzavano a designare un colpevole. Come in un tiro a segno, in molti cercavano di scagliare dardi sempre più avvelenati L’ESPERIENZA DI CAROLINA E FRANCO VOJTISEK “Ma io non sono un maschio e non dovrei essere qui”, grida Carolina, studentessa romana ventunenne dal piglio deciso e il visetto furbo, al papà Franco, mentre gli dà una mano a cercare di tirar dentro il fiocco del loro quaranta piedi. Il mare è grosso, molto grosso e Franco Vojtisek, chiurugo da sempre appassionato velista, decide di non rischiare oltre, un paio di colpi di coltello ben assestati e il fiocco si perde in mare. Sono impegnati nella “Roma per Tutti”, regata che è partita da Riva di Traiano domenica 18 Aprile. Hanno già girato Capri e stanno tornando verso Civitavecchia. All’orizzonte c’è Ventotene. Sono le 20,30 di lunedì sera, la burrasca inattesa che ha colpito la flotta di novantaquattro barche che aveva preso il mare il giorno prima, non è ancora al suo apice, ma il vento supera ab16 Maggio 2004 bondantemente i venticinque nodi previsti da tutti i bollettini. A secco di vela il papà di Carolina decide di accendere il motore e riparare a Gaeta: la regata è finita lì per loro , non hanno intenzione di rischiare oltre, ma il motore fa pochi giri e poi si spegne. La barca rolla moltissimo e tenersi in piedi è sempre più difficile. I due decidono di chiamare i soccorsi. Gaeta è già in preallarme e la motovedetta prende il mare nel giro di pochi minuti. Tempo due ore, un pilota che sa il fatto suo, ha accostato il “Pop Corn”, questo il nome della barca, e si tiene ad un passo da questa. Papà e figlia non ne vogliono sapere di abbandonare la barca, e i militari non hanno scelta, gli passano un cavo di traino. Nessuno sa che la barca è già piena d’acqua e che ormai è troppo pesante per essere trainata. Non passano dieci minuti che il cavo si rompe. Carolina scende sotto coperta per chiamare la motovedetta e scopre una barca piena d’acqua con i paglioli che galleggiano. Non ci vuole molto a rendersi conto che c’è poco da fare. Il papà ci dichiarerà il giorno dopo, “Se qualcuno fosse venuto a bordo a darmi una mano avrei potuto chiudere la falla e salvare la barca”, la falla è costituita dalla losca dell’asse del motore che si è staccato dall’invertitore a causa, probabilmente, di una scotta che si è avvitata intorno all’elica. Trasbordare sulla motovedetta non è semplice. Mentre il grosso motoscafo della guardia costiera si allontana tra enormi spruzzi, Carolina guarda il “Pop Corn” andare alla deriva: è convinta che la barca si salverà. Ma purtroppo, non è così e dopo poche ore l’acqua raggiunge il punto critico e la barca si inabissa per sempre. Papà e figlia, nonostante la brutta avventura torneranno a navigare, ma non a regatare dichiara Franco Vojtisek. nel tentativo di aggiudicare al loro candidato la palma del più cattivo, il più colpevole. Come ha detto Mauro Pelaschier, “l’unico responsabile di una barca è il suo comandante”, quindi è inutile cercare di attribuire la colpa a chi ha organizzato la regata, o ai centri di assistenza. Inutile continuare a dire, “c’era chi non voleva partire “. La domanda verrebbe naturale: “perché, chi non voleva partire, poi, è partito?”. E’ vero il mare è stato duro, il vento forte, ma siamo certi che sia stato più duro di quanto i bollettini promettevano e se lo è stato, qualcuno può asserire che chi ha organizzato la regata aveva la possibilità di prevedere l’evolversi della situazione? Chiunque, con un minimo di curiosità andrà a controllare i bollettini di quei giorni, anche solo quelli pubblicati sui giornali, vedrà che la previsione era di mare mosso per lunedì 19 e agitato per martedì 20. Nella scala Douglas dello stato del mare, alla voce agitato La cartina a fianco è parte della previsione meteorologica pubblicata nel quotidiano Il Giornale, lunedì 19 aprile, che annunciava, per il giorno successivo, mare agitato e vento molto forte nel Tirreno meridionale leggiamo onde di altezza dai 2,5 ai 4 metri, onde che corrispondono alla descrizione dei partecipanti alla regata. Quindi prima di cominciare un inutile gioco al massacro, dove l’unico obbiettivo è quello di mettere qualcuno sulla croce riflettiamo sul fatto che fatti anche gravi, come quelli di cui abbiamo raccontato su queste pagine, accadono per una concomitanza di fattori contingenti che sommandosi tra loro danno vita ad eventi eccezionali che sfociano in incidenti anche gravi. Maggio 2004 17