I FINANZIAMENTI PER GLI ASPIRANTI IMPRENDITORI (Donatella
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I FINANZIAMENTI PER GLI ASPIRANTI IMPRENDITORI (Donatella
I FINANZIAMENTI PER GLI ASPIRANTI IMPRENDITORI (Donatella Busso, Giorgio Diquattro) 10 gennaio 2006 Il quarto seminario del ciclo “Mettersi in proprio un’impresa possibile!”, svolto nell’ambito di Start Cup Torino Piemonte ed organizzato dalla Funzione “Dal Diritto allo studio al mondo del Lavoro (Dir.S.eL.)” dell’Università degli Studi di Torino in collaborazione con I3P ed il servizio MIP Mettersi in Proprio/Sportelli D3 della Provincia di Torino, si è tenuto il 10 gennaio 2006 alle ore 9, presso la sala “Principe d’Acaja”, Via Verdi, 8. Donatella Busso (Docente della Facoltà di Economia) ha presentato la parte teorica, che analizza le fonti e le modalità di finanziamento possibili. Il finanziamento è diverso a seconda della fase in cui si trova l’impresa: al momento della costituzione o quando lavora a regime. Prima di lavorare è infatti necessario predisporre la struttura produttiva, locali ed attrezzature per l’ufficio se si tratta di un impresa di servizi, se è un’attività di produzione serviranno anche i macchinari. Pianificare la struttura produttiva significa elencare ciò che serve ed i fondi necessari per ottenere il necessario, ricordando che le attrezzature ed i locali possono essere acquistati o affittati. Se ci sono degli investimenti pluriennali anche i ricavi generati da quel bene si prolungheranno nel tempo. Per iniziare l’attività serve anche un altro investimento, nel capitale definito circolante, che è quello che serve per far funzionare l’attività, come l’acquisto delle materie prime. Gli investimenti necessari per il circolante dipendono molto dal tipo di attività che si vuole svolgere. Quando l’impresa inizierà la sua attività ci si dovrà occupare della gestione operativa aziendale, come il pagamento degli stipendi, delle utenze e di tutte le attività continuative. Nell’ambito del ciclo operativo aziendale ci sono, naturalmente, anche dei flussi in entrata derivanti dalla vendita dei beni o servizi che si producono, ma si deve ricordare che le uscite sono sempre precedenti alle entrate. Questa problematica riguarda la parte finanziaria, che può riguardare anche le imprese già avviate che vendono molto. I finanziamenti, quando l’impresa è già avviata, possono essere necessari per la sostituzione di attrezzature, oppure quando si espande l’attività, ad esempio in nuovi business o in nuovi mercati. Per reperire fonti di finanziamento si può attingere al capitale proprio o al capitale di terzi. Il capitale proprio andrà a costituire il patrimonio netto dell’azienda, il capitale di terzi formerà i debiti dell’impresa. Il capitale proprio è conferito all’impresa con il vincolo del pieno rischio e nella stragrande maggioranza dei casi il conferimento è definitivo, la remunerazione è legata ai risultati dell’impresa. Il capitale di terzi ha invece una scadenze entro la quale dovrà essere rimborsaro, la remunerazione è costituita dagli interessi stabiliti. Gli interessi rappresentano un costo per l’azienda. La teoria afferma che il capitale proprio ed il capitale di terzi in un’azienda dovrebbero essere divisi al 50%. In pratica in Italia le imprese sono sottocapitalizzate, ci sono situazioni in cui il capitale è per il 20% proprio e per l’80% di terzi, ma in questi casi le banche, se concedono ancora finanziamenti chiedono garanzie ed applicano un tasso di interesse elevato. Generalmente, dallo start up dell’impresa passa del tempo prima che si ottengano dei risultati economici positivi, che sono determinati dal fatturato al netto di tutti i costi sostenuti, e finche non ci sono utili i soci non hanno remunerazione dai dividendi. Spesso però nelle piccole società i soci svolgono anche il ruolo di amministratori, per il quale ricevono un compenso, talvolta anche molto elevato se paragonato al lavoro di amministrazione svolto. Per gli start up i terzi che accettano di concedere dei finanziamenti lo fanno sulla base del business plan. Sotto il profilo della durata le fonti di finanziamento si differenziano in capitale permanente e capitale corrente. Il capitale permanente ha un lungo ciclo di estinzione e di utilizzo, ed anche il finanziamento deve essere di medio o lungo termine. I finanziamenti a breve termine sono quelli che si restituiscono entro un anno. Talvolta le banche offrono dei conti correnti, da utilizzare frequentemente, per i quali si è autorizzati ad andare in rosso fino ad un determinato importo. Il capitale apportato dai soci andrebbe utilizzato prevalentemente per finanziare il capitale permanente. Affinchè un’impresa sia equilibrata ci dev’essere coerenza tra tipologia di investimento e tipo di finanziamento. Annualmente le imprese redigono una sintesi in cui si fa l’inventario degli investimenti di medio e lungo termine, degli investimenti di breve termine, dell’attivo circolante, del capitale proprio, del passivo consolidato e dei finanziamenti a breve termine. Questo è lo stato patrimoniale di un’impresa. Le singole tipologie di fonti di finanziamento posssono anche essere correlate ad un momento della vita aziendale, come il capitale proprio conferito al momento della costituzione o di un aumento di capitale (o tra i soci fondatori o da parte di nuovi soci). Con il nuovo diritto societario i soci di una s.r.l., all’atto della costituzione possono conferire all’azienda o denaro o beni in natura o impegnarsi a prestare un’opera o un servizio, il cui valore viene quantificato e dev’essere garantito da una fidejussione. Nell’atto costitutivo i soci possono anche indicare la suddivisione degli utili, che puù non essere proporzionale al capitale versato , o dare più peso al diritto di voto di un determinato socio. Tutto ciò è stato fatto dal legislatore di rendere le s.r.l. una struttura societaria snella e flessibile. Si deve anche ricordare che i finanziamenti a medio o lungo termine non vengono concessi agevolmente a nuove imprese: solitamente le banche chiedono garanzie come ipoteche sugli immobili o fidejussioni. Anche le imprese già avviate posono avere difficoltà a reperire finanziamenti a lungo termine. Le piccole società in alternativa possono utilizzare il leasing, trovando una società che sia disposta ad acquistare un bene e ad affittarglielo. In questo caso il bene è proprietà della società di leasing, che stipula un contratto con dei canoni periodici che danno il diritto di utilizzare l’attrezzatura. In questo caso se l’attrezzatura non serve più può essere restituita, mentre se serve può essere riscattata al termine del contratto. I soci delle imprese, oltre ad effettuare un aumento di capitale possono anche prestare denaro all’azienda. Questo avviene generalmente quando le banche rifiutano un finanziamento. Prestando il proprio capitale il socio dimostra di credere nell’impresa. Spesso questi finanziamenti sono infruttiferi e spesso hanno delle clausole di postergazione rispetto alla restituzione dei debiti verso le banche. Il codice civile stabilisce anche che se un socio presta del denaro anziché fare un versamento in conto capitale, la restituzione di quel capitale è postergata alla soddisfazione di tutti gli altri debiti. Esistono anche dei finanziamenti agevolati, che hanno un tasso di interesse agevolato ma che vanno comunque restituiti. Un ulteriore forma di finanziamento, per le imprese già avviate, sono le ricevute bancarie e gli anticipi sulle fatture: una fattura con scadenza a novanta giorni può essere presentata alla banca per richiedere di anticipare il denaro. Questo tipo finanziamento, per le banche è meno rischioso di un prestito. Giorgio Diquattro (Funzionario della FinPiemonte) ha precisato di essere il responsabile della Finanza Agevolata alle Piccole Medie Imprese della FinPiemonte, che è l’istituto di credito della Regione Piemonte. La gestione dei finanziamenti e dei contributi agevolati per le imprese è molto importante, ed ha aiutato molte imprese a nascere e svilupparsi. Ci sono molte agevolazioni per gli aspiranti imprenditori. Prima di avviare un’impresa si deve però valutare la validità della propria idea. E’ un percorso difficile e selettivo, per cui ritiene doveroso non generare un meccanismo troppo ottimistico. Nella nostra Regione le sovvenzioni e le agevolazioni per le nuove imprese sono, comunque, molto considerevoli. Lo sportello MIP, Mettersi in Proprio, della Provincia di Torino è stato un’iniziativa innovativa: un servizio consulenziale a disposizione di chi intende attivare un’impresa, che accompagna gli aspiranti imprenditori e li aiuta a redigere il Business Plan. Anche gli incubatori dell’Università e del Politecnico danno un importante supporto allo sviluppo imprenditoriale del nostro territorio, supportando la creazione di imprese tecnologiche e innovative. La Regione, in particolare l’Assessorato al Lavoro, gestisce dei Fondi Europei, finalizzati alla creazione di posti di lavoro. Allo stato attuale i soggetti titolati ad ottenere gli aiuti devono avere una forma giuridica imprenditoriale. Le agevolazioni sono sempre più governate dall’Unione Europea, che controlla che la competitività non venga falsata da aiuti pubblici, e fissa quindi dei limiti ai contibuti che si possono erogare, anche se di fatto, con l’allargamento, nei nuovi Paesi membri, grazie al minor costo del lavoro, si producono già beni e servizi a costi inferiori. L’Unione Europea definisce i settori di attività verso i quali è possibile erogare aiuti, dai quali sono esclusi i settori sensibili, come l’agricoltura, la metallurgia e la siderurgia. Negli altri settori è possibile ottenere degli aiuti. Gli Enti Pubblici finanziano molto gli start up, ma i costi di gestione sono invece esclusi sia dai finanziamenti sia dai contributi. I finanziamenti sono presititi agevolati, i contributi sono invece erogati a fondo perduto. Lo stato attuale prevede due filoni di aiuti, uno sovvenziona le attività consulenziali ai neo imprenditori ed alle start up con finanziamenti del Fondo Sociale Europeo attraverso gli sportelli provinciali, che svolgono uno studio di fattibilità dell’idea imprenditoriale. E’ un’attività innovativa perché prevede il contatto diretto tra gli aspiranti imprenditori e degli esperti, che li mettono in condizione di valutare la propria idea. Se l’idea non è valida è meglio essere avvisati prima di cominciare, piuttosto che accorgersene in caso di fallimento. Anche la sostenibilità finanziaria del business deve essere valutata a priori. La conclusione del processo costitutivo dell’impresa è la validazione del Business Plan, che dà la possibilità di ottenere due piccoli contributi, uno per le spese iniziali, come il notaio, la Camera di Commercio, ed i registri contabili, fino ad un massimo di 5.164 euro, l’altro contributo consiste in un sostegno del reddito del neo imprenditore du curca 500 euro al mese per ogni socio lavoratore, per un periodo massimo di sei mesi dalla dati di costituzione della società. Tali cifre sono espresse al lordo delle tasse. Collegato a questo percorso cìè un ramo finanziario per investimenti importanti, destinati alle imprese che vanno ad insediarsi nelle zone obiettivo 2. A Torino ci sono alcuni quartieri ammissibili per questi finanziamenti. Grazie al Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, si può avere un contributo fino a 50.000 euro ed un finanziamento a tasso zero di 300.000 euro, legato ad un finanziamento bancario a tasso agevolato che deve coprire almeno il 15% dell’investimento. Una delle ragioni per cui è richiesto il prestito bancario è che importante una compartecipazione di denaro privato: la banca ragiona in termini di investitore privato, che sottopone l’azienda ad una valutazione del rischio. Su un investimento di 100 l’85% viene da un Ente Pubblico, ma il restante 15% è indispensabile. L’imprenditore apprende anche a chiedere dei finanziamenti supportati da dati. Gli imprenditori devono anche scegliere il proprio partner finanziario, mettendo le varie banche in concorrenza tra loro. Il finanziamento a tasso zero dev’essere restituito in cinque anni, con rate trimestrali ed il primo anno di preammortamento, che è importante perché si può iniziare il business e cominciare a pagare quando si hanno dei flussi di capitale. Le risorse a disposizione di questi interenti sono in via di esaurimento, ma si possono ancora ottenere dei fondi, le domande che arrivano alla FinPiemonte oltre il limite vengono finanziate dai rimborsi delle aziende che hanno ottenuto i finanziamenti in precedenza. Anche se non ci fossero più fondi per il contributo a fondo perduto si potrebbe comunque ottenere il finanziamento a tasso zero sull’85% dell’investimento. I contributi a fondo perduto vengono erogati dopo la presentazione di fatture quitanzate, mentre i finanziamenti vengono concessi in anticipo, e per una corretta gestione finanziaria le tempistiche sono fondamentali. La FinPiemonte, in linea di massima, non è favorevole ai contributi a fondo perduto, perché erogano i fondi a posteriori, mentre può essere preferibile erogare un finanziamento immediato: l’agevolazione deve mettere nelle stesse condizioni il potenziale imprenditore che ha denaro a disposizione e quello che non ne ha, poiché anche chi non ha capitale può avere delle buone idee. Il Pubblico deve intervenire nello start up, ma è necessaria una compartecipazione al rischio con l’imprenditore. Se ci fossero delle difficoltà nel pagamento delle rate c’è la possibilità di rinegoziare le condizioni di rientro. I consorzi di garanzia fidi offrono delle garanzie collettive, per ottenere questo l’imprenditore deve associarsi e pagare una quota annuale; l’utilizzo di un consorzio fidi ha quindi un costo. Vi sono altre iniziative per agevolare le imprese: la Legge Regionale 28 del 1993 è riservata alle imprese formate in prevalenza da giovani al di sotto dei trentacinque anni o da donne. Gran parte delle iniziative imprenditoriali che nascono dai giovani sono iniziative di autoimpiego. Questa legge offre un contributo a fondo perduto, e per ottenerlo occorre presentare una domanda alla Regione Piemonte. Si può presentare la domanda in tutto l’anno, ma la Regione farà un’istruttoria di legittimità ed un’istruttoria di merito sul progetto, affidata ad un comitato di esperti, che emette un giudizio ex post. Se la domanda viene accettata è inviata alla banca che deve cofinanziare il 50% dell’importo. I contributi a fondo perduto sono sempre erogati a posteriori e sono fino ad un massimo di 13.000 euro per la costituzione dell’impresa e 5.000 euro per i servizi di assistenza tecnica e professionale. Il finanziamento agevolato ha un tetto massimo di 103.000 euro, va rimborsato in cinque anni e l’erogazione del prestito è effettuata a fine istruttoria. La legge 215 è nazionale, il bando è appena uscito ed è riservato all’imprenditoria femminile. La Legge Finanziaria di due anni fa ha fissato il tetto massimo del 50% del contributo a fondo perduto. Questa legge è stata redatta sulla base della legge 488 per le grandi industrie, ed è di conseguenza di difficile gestione per una piccola nuova impresa. Per le imprese femminili c’è anche la Legge Regionale 12 del 2004, che in futuro dovrebbe essere estesa a tutti gli aspiranti imprenditori. Non eroga finanziamenti ma offre garanzie che consentono un’apertura di credito immediata presso gli Istituti Bancari convenzionati e consente di ottenere dei crediti fino a 20.000 euro attraverso il rapporto con la propria banca. Prendendo spunto da questa legge è partita un’iniziativa di microcredito dal Comune di Torino. E’ statisticamente provato che le forme di credito modeste sono quelle più rispettate dal debitore. Le imprese nascenti sono quelle più interessate a queste forme di credito. Un partecipante ha chiesto quali sono le tempistiche di erogazione del credito, e Giorgio Diquattro ha risposto che sono legate a quelle della rendicontazione. Per la Legge 28 invece i tempi possono variare a seconda dei tempi necessari per l’istruttoria e le spese bancarie. Un giovane laureato ha domandato quante imprese sono nate negli ultimi due anni grazie a questi finanziamenti, Giorgio Diquattro ha dichiarato che sono alcune centinaia, ma probabilmente una parte di queste sarebbe stata fondata comunque. Le percentuali di successo delle aziende nate dal percorso MIP è più alta di quelle nate grazie alla Legge 28. Al termine della conferenza Giorgio Diquattro ha presentato il sito della FinPiemonte, sul quale si può verificare lo stato delle propria domanda o iscriversi ad una newsletter che informa sui nuovi finanziamenti gestiti dalla FinPiemonte. Rita Sorisio