I furbeffi delle false autopsie OD OD cinque medici legali indagati

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I furbeffi delle false autopsie OD OD cinque medici legali indagati
SANREMO, CONFERMAVANO I DECESSI SENZA NEANCHE VEDERE LE SALME
I furbeffi delleOD false autopsie
OD
cinque medici legali indagati
Sono accusati di falso ideologico e truffa ai danni dello Stato
PAOLO ISAIA
MAURIZIO VEZZARO
SANREMO . La morte, per cin-
que medici dell'istituto di Medicina legale dell'As11 Imperiese, era spesso una seccatura. Perché non si può correre
da una parte all'altra tutto il
giorno guardando cadaveri,
"solo" per attestare l'avvenuto decesso. E allora poteva capitare che, quel certificato,
venisse scritto "sulla fiducia".
Senza nemmeno dare un'occhiata alla salma.
Ora, quei cinque medici - tra
cui il loro capo - sono stati indagati dalla Procura di Imperia per falso ideologico. Ma
anche per truffa ai danni dello
Stato: facevano risultare di
essere in servizio mentre in
realtà erano altrove. Nel mirino dell'inchiesta che ieri ha
portato a una trentina di perquisizioni in tutta la provincia
di Imperia sono finiti la responsabile della squadra di
anatomo-patologi dell'azienda sanitaria, Simona Del Vecchio, e altri quattro medici
dell'istituto da lei guidato,
Alessandro Zacheo, Francesco
Traditi, Sandra Maria Gherardi Motroni e Giuseppe Garo.
Cinque su sette. Si sono "salvati" solo indue, Andrea Leoncmi e Claude Maglione Oren-
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Simona Del Vecchio, responsabile di Medicina Legale
GATTI
go, cui ora spetta il compito di
garantire la sopravvivenza
del servizio di Medicina legale
in attesa di una probabile riorganizzazione che i vertici dell'Asl 1 Imperiese starebbero
già ipotizzando, facendo intendere che all'orizzonte ci
sono provvedimenti per i dipendenti coinvolti nell'inchiesta. La sospensione, tanto
per iniziare, con lo spettro del
licenziamento e di una richiesta danni.
La sola Del Vecchio deve anche rispondere di peculato.
Avrebbe utilizzato l'auto di
servizio - con relativi ticket
carburante e Telepass aziendali - per uso privato. Fuori
dall'orario di lavoro.
Oltre ai cinque medici, sono
finiti nei guai anche due operatori della camera mortuaria
dell'ospedale di Sanremo, Leonardo Rosato e Francesco
Esposito, che avrebbero consentito ad altrettanti esterni,
pure loro indagati, di entrare
nella struttura e prendersi cura dei corpi. Due pensionati,
Agostino Baldi e Orlando
Mandica, a quanto pare "assunti" come aiutanti clandestini. Quasi certamente dietro
compenso.
L'inchiesta, avviata tre mesi
fa dopo un "pasticcio" legato
alla ritardata ispezione esterna di un cadavere trovato al
porto di Sanremo - subito era
stata ipotizzata la morte per
overdose, in seguito si è scoperto che l'uomo era stato
strangolato con una sciarpa coinvolge anche diciannove
imprese di onoranze funebri e
due agenzie di pratiche auto. I
titolari al momento non sono
indagati. Il sospetto è che le
prime avessero stretto un patto con i medici legali per "velocizzare" le pratiche sui decessi, coprendo la mancatavisione dei cadaveri; per le seconde, di essersi accordati con
i medici per far saltare ai loro
clienti le visite per il rinnovo
della patente. Altri certificati
rilasciati "sulla fiducia".