I sensibili - Anno internazionale dei suoli

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I sensibili - Anno internazionale dei suoli
I sensibili
I collemboli reagiscono in modo molto sensibile alle variazioni ambientali, una caratteristica, questa, che li rende adatti a essere impiegati come indicatori della qualità dei suoli.
Quando sono assenti, la fertilità del suolo è quasi sempre compromessa: questi animaletti
sono infatti tra i principali produttori di humus e contribuiscono all’equilibrio della fauna
del suolo.
Difficilmente riconoscibili a occhio nudo, i collemboli possono essere comunque individuati
per le tracce che lasciano al loro passaggio, come piccoli buchi su una foglia caduta oppure
cerchi sulla superficie dell’acqua di uno stagno. Questi insetti senza ali, lunghi pochi millimetri, utilizzano infatti la loro appendice bifida, la furca, come un trampolino per saltare sull’acqua. Di questa appendice si servono anche sulla terraferma: quando i nemici si avvicinano,
con un salto improvviso si allontanano dalla zona di pericolo. In alcune specie di collemboli
del sottosuolo la furca e gli occhi sono poco sviluppati, essendo organi poco utili per gli organismi che vivono negli strati più profondi del suolo.
Importanti produttori di humus e mangiatori di funghi
Su un metro quadrato di prato fino a una profondità di 30 centimetri vivono circa 40 000 collemboli. Il numero è ancora più elevato se la zona è umida. Nutrendosi di foglie e di altri materiali vegetali e animali, questi piccoli organismi del suolo sono coinvolti in misura elevata
nella formazione dell’humus. Inoltre, alcune specie che prediligono alimentarsi di funghi, alghe e batteri contribuiscono all’equilibrio tra gli organismi del suolo, il quale a sua volta favorisce la conservazione della fertilità del suolo. Un semplice esperimento lo dimostra chiaramente: un compost di foglie senza collemboli, acari e organismi affini viene immediatamente
monopolizzato da funghi e batteri, con conseguente perdita del suo valore come concime a
causa del fatto che i funghi interrompono il processo di formazione dell’humus. Gli amanti
del giardinaggio possono quindi considerarsi fortunati se nel loro compost scoprono dei
«puntini» saltellanti.
Cercasi codici a barre del DNA
Sulla varietà, sulla sistematica e sulla diffusione dei collemboli in Svizzera si sa ben poco. Il
progetto «Swiss Barcode of Life» (SwissBOL), cofinanziato dall’Ufficio federale dell’ambiente
(UFAM), si prefigge di colmare questa lacuna. Il DNA barcoding è un metodo che consente di
identificare un organismo sulla base di brevi sequenze di DNA (codici a barre). Per applicarlo
si deve prima disporre di una banca dati contenente le sequenze geniche di specie già conosciute. Un segmento di DNA sconosciuto può così essere confrontato con quelli della banca
dati di riferimento ed essere attribuito a una specie. Attualmente i ricercatori sono impegnati nella costituzione della banca dati di riferimento per tutti gli organismi viventi presenti
in Svizzera, a seconda delle stime tra le 45 000 e le 60 000 specie. Si dispone già delle sequenze geniche di riferimento di circa 1500 specie ed entro fine 2015 si dovrebbero avere
anche i primi codici a barre del DNA dei collemboli.
Misuratori del grado di inquinamento dei suoli
I ricercatori sono particolarmente interessati ai collemboli, perché sono organismi ideali da
impiegare come indicatori della qualità dei suoli. Poiché ogni specie colonizza un ambiente
specifico, la presenza di sue popolazioni e il relativo numero di individui sono rivelatori del
grado di eutrofizzazione e di acidificazione di un suolo. Grazie ai chemiorecettori delle loro
antenne, i collemboli reagiscono in modo sensibile agli stimoli chimici e quando le condizioni
sono sfavorevoli cercano di colonizzare altri luoghi più adatti alla loro sopravvivenza e riproduzione. Questo loro comportamento ci fornisce importanti indicazioni sul grado di inquinamento di un suolo. La specie Folsomia candida, per esempio, è riportata in due norme ISO
per la valutazione della qualità dei suoli (ISO 17512 e ISO 11267). Uno studio pubblicato
dall’Università Goethe di Francoforte sul Meno mostra che la sopravvivenza dei collemboli è
minacciata anche dai fitosanitari, sostanze chimiche alle quali questi organismi reagiscono in
modo particolarmente sensibile in caso di siccità e temperature elevate persistenti. Un altro
fenomeno contro cui devono combattere i collemboli è la crescente compattazione dei terreni agricoli, uno stress ambientale che non compromette soltanto il benessere degli organismi del suolo ma anche la stessa fertilità dei nostri suoli.
Contatto
Jean-François Ponge
Muséum National d'Histoire Naturelle
Brunoy (France)
Tel.: 033 6 78930133
[email protected]
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 «Anno internazionale dei suoli». Per evidenziare l’importanza rivestita dagli organismi del suolo per la vita dell’uomo, l’Ufficio federale dell’ambiente
(UFAM) e il Programma nazionale di ricerca «Risorsa suolo» (PNR 68) presentano ogni mese un organismo vivente. Tutte le schede finora pubblicate possono essere scaricate al seguente indirizzo: www.suoli2015.ch.
Didascalia: Il Tomocerus minor è una specie di collembolo diffusa a livello mondiale. In alcuni individui la
lunghezza del corpo raggiunge fino ai 4,5 millimetri. Predilige gli strati di lettiera umida dei luoghi ombreggiati, dove si nutre di fogliame caduto e altri residui vegetali.
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