Quanti figli di un dio minore

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Quanti figli di un dio minore
Il Giornale di Castelnuovo
Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della Garfagnana
Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca).
Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it
Anno II - Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
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Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma)
Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca
Tanti e troppi i segnali di arroganza del potere nei confronti dei cittadini
Quanti figli di un dio minore
Diciamo la verità: dopo
tangentopoli e gli squallidi
scandali degli ultimi anni
pensavamo che certe frasi e
certi gesti non li avremmo
più visti e sentiti. E comunque non nella “civile” Castelnuovo. Invece, dopo la
Giornata del Senso Civico,
la nostra redazione ha ricevuto alcune imbarazzanti note che riguardano
fatti e fatterelli cittadini,
accaduti nelle ultime settimane. Non voci – intendiamoci – ma fatti ben
documentati e suffragati
da diverse e dirette testimonianze. Ora la nostra intenzione era di lasciar
decantare queste voci, ma
il passo indietro è stato doveroso e repentino. Infatti
il nostro compito è anche e
soprattutto quello di sottolineare che in democrazia
non esistono “figli maggiori e figli minori”; e che
l’arroganza del potere appartiene a paesi dove sovente la forza è atto reso
legittimo dal potere di
Tutti bocciati!
Ricordate la lettera aperta che due turisti di passaggio
avevano inviato ad un giornale locale durante l'estate
passata, denunciando il degrado urbano che, a loro parere, affligge il nostro capoluogo? Nella lettera si parlava di scarsa attenzione alla pulizia delle strade,
macchine parcheggiate in seconda fila e mancanza di
cura delle aree verdi. Tutto questo, a loro dire, classificava Castelnuovo come inadeguata ad essere meta turistica. Ebbene il nostro Giornale ha lanciato un
sondaggio per chiedere ai lettori il loro parere su questa
denuncia. Dei 488 votanti che hanno risposto alla domanda: "Pensi che la nostra cittadina possa soddisfare le attese dei turisti che vi soggiornano?", ben 300 lettori hanno
escluso categoricamente questa possibilità. Altri 140 voti
hanno lasciato qualche chance a Castelnuovo di divenire, dopo opportuni miglioramenti, idonea al soggiorno turisitico, e solo 48 si sono espressi con parere
favorevole su questa possibilità. Come è ben facile calcolare oltre il 90% dei votanti si dichiarano insoddisfatti del livello di accoglienza ed ospitalità di
Castelnuovo. La percentuale è altissima, lascia poco
spazio a dubbi di sorta. Cosa manca dunque per poter
raggiungere livelli se non di eccellenza, almeno di sufficienza? Non è semplice interpretare il pensiero dei lettori dall'espressione di una preferenza nei confronti di
un sondaggio. Forse manca la pulizia, la sicurezza per le
strade, i marciapiedi, o parcheggi, o forse nuove opere
d'arte, maggiore pulizia o più cassonetti, rinnovare l'arredo urbano o dipingere le facciate?
Forse tutto questo insieme. Ebbene noi registriamo il
malessere e l’esito negativo del sondaggio e lo giriamo
a chi di dovere.
Rimane certo che 440 lettori hanno dato, nel bene e nel
male, un responso negativo su Castelnuovo e la sua vocazione turistica.
Gabriele Coli
fuoco. Dunque gridare ai
quattro venti “non sapete
chi sono io” oppure “mio
padre è”, e ancora parcheggiare l’auto sistematicamente nel posto destinato
ai portatori di handicap, o
avere biglietti gratuiti a
manifestazioni, non appartiene ad una società civile,
ma ad un sistema arrogante, ignorante e pericoloso. E il pericolo maggiore
si annida proprio nella
mente e nel braccio di quei
“figli di un dio minore” che
sollevano proteste che cadono nel limbo del silenzio. Che alzano la mano e
che costantemente ricevono bacchettate. Ma cosa
fare? Come si può difendere il cittadino di fronte
a questi atti violenti?
E’ necessario ricostruire i
ruoli e sorvegliare il sistema affinché simili fattacci non si ripetano. In
concreto è importante chiedere ai prossimi candidati
per le amministrative un
tavolo di confronto bime-
strale con i cittadini per
ascoltare tutte le voci.
Il palazzo non è aperto solo
a pochi intimi, ma appartiene a tutto il popolo. E comunque dal confronto
aperto e limpido alla fine
non si può che trarre giovamento.
E l’arroganza lasciamola a
chi è destinato a vivere
nelle miseria umana e culturale.
Adieu monsieur.
Andrea Giannasi
Una poesia di Brecht esposta in Piazza Umberto apre un caso
Basta odiare
Qualche giorno fa un negoziante di Piazza Umberto
ha esposto sulla vetrina un
manifesto con sopra una
poesia di Bertold Brecht. In
breve è nata una polemica
e il manifesto è stato staccato. Il fatto è grave se osservato
da
ogni
angolazione possibile e vi
spiego il perchè. Facciamo
un passo indietro. Il poeta
e drammaturgo tedesco
Bertold Brecht, quando ancora i cannoni tuonavano
su Berlino, scrisse questa
poesia nota in tutto il
mondo:
Prima di tutto vennero a
prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli
ebrei e stetti zitto, perché mi
stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli
omosessuali, e fui sollevato,
perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente,
perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere
me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.
In questi pochi versi i pro-
dromi della distruzione
delle democrazie. Della libertà e dell’espressione.
Tutti dunque dovremmo se ci consideriamo civili sostenere questa poesia e
condividerne i contenuti.
Ma qui al pettine giunge il
nodo e la genesi della polemica di Piazza Umberto. Si
deve, per correttezza storica e perchè siamo in Italia
dove il vento della guerra
civile soffia più forte che
mai, aggiungere forse due
strofe al lavoro di Brecht.
Poi vennero i fascisti a prendere gli antifascisti, e tacqui
per paura.
Poi vennero certi partigiani a
prendere i fascisti, e mi voltai
dall'altra parte perchè erano i
nemici.
Questo il punto. In Italia
viviamo ancora il dualismo prodotto dalla guerra
civile. Fascisti e comunisti
contrapposti in un duello
iniziato nel 1919 e non ancora chiuso. Su questo dovremmo lavorare come
società civile: sulla cancellazione dell'odio per una
parte. E costruire il dialogo
perchè questo e solo questo
è possibile.
Ma torniamo al messaggio
della lettera senza troppi
preamboli; quello che dobbiamo salvaguardare, da
ogni possibile attacco, è la
nostra dignità, la nostra libertà; la forza democratica
di una società civile difende i diversi (oggi non
solo zingari e omosessuali, ma anche i comunisti o i fascisti o chi la
pensa diversamente dal
volgo collettivo) perchè sa
che dalla diversità si cresce.
Dunque far tesoro del messaggio di Brecht (che in Italia dovrebbe avere queste
due strofe aggiunte) e costruire - invece di proseguire nella distruzione,
nella diffamazione, nel dileggio, nella dialettica violenta - una società che
dialoga e si confronta.
Ma saremo in grado di superare gli errori del passato
e di non ricadere vittime
dell’odio di parte? Vista da
Piazza Umberto la strada
sembra ancora lunga.
Il direttore
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Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
Il Giornale di Castelnuovo
Alcune considerazioni sulla giornata ariostesca e le sue statue
La nuova “dentiera” ed altre storie
Lasciamo perdere le polemiche e gli atti di discutibile profilo - comunque se
ne può sempre parlare
apertamente - che sono
emerse durante la preparazione delle giornate dell’Ariosto, con persone che
hanno affisso cartelli riportanti l’esplicita affermazione circa la necessità di
parcheggi e non di statue
ed altre (o le stesse ?) che
hanno pensato fosse utile
alla discussione proporre
Water closet come alternative alle opere scultoree.
L’amministrazione a tal riguardo ha risposto, ma la
piazza ribolliva.
Le argomentazioni in
ballo erano corrette, si è
peccato nella forma e
quando in un gioco una
delle parti in disputa
scende così in basso ogni
commento diventa inutile.
Ma ribadiamo, se ne può
parlare in maniera pacata
confrontandosi. Piuttosto,
nel presente articolo vogliamo riportare quelli che
sono stati i commenti di
tante persone che hanno
partecipato alla giornata
del Senso Civico ed hanno
voluto esprimere liberamente la loro posizione sull’argomento. Con questo
non si pretende di affrontare tal materia in maniera
statistica, ma solo fare da
cassa di risonanza, a memoria futura. Cominciamo
a caso scorrendo gli appunti della giornata e troviamo utile raccontarvi che
non poche persone plaudono all’iniziativa di portare sulle nostre strade
opere d’arte, ritenendo la
vista quotidiana di questi
monumenti una forma di
educazione collettiva al
bello. Avere un paese bello,
ordinato e pulito scoraggerebbe così coloro che hanno
insite maniere incivili a
sporcare o deturpare. Molti
di loro tuttavia non capi-
scono bene il nesso che ha
Castelnuovo con Don Chischotte ed affermano che
sarebbe già stato tanto lavorare bene sull’Ariosto. E
comunque Cervantes tanto per essere chiari - è
venuto oltre 100 anni dopo
l’Ariosto scrivendo un capolavoro sulla falsa riga
dell’Orlando furioso.
Ma andiamo oltre.
Ovviamente in campo
tante le critiche che hanno,
in parte ricalcato, quelle
già espresse nell’assioma
meno statue più parcheggi,
ed in altre nell’inutilità dell’iniziativa in considerazione di altre urgenze di
cui necessita Castelnuovo
(tipo la pulizia delle strade
e dell’alveo del fiume Serchio). Alcuni hanno riflettuto sul fatto che i soldi
spesi erano stati destinati
da sponsor e fondazioni
solo ed esclusivamente alla
realizzazione delle statue e
si chiedevano quando si
cominceranno a chiedere
soldi, alla stessa maniera,
per case popolari, posti di
lavoro e servizi pubblici.
E da li si è partiti con discussioni che hanno già il
sapore di bilancio per l’attuale amministrazione: ci
siamo annotati le posizioni
di esponenti di maggioranza e minoranza che si
riassumono in grandi cose
fatte tra pochi soldi e priorità inderogabili contrapposte ad opportunità
perse, ma questa è politica.
Per finire dai nostri appunti estrapoliamo anche
cose curiose come l’aver
battezzato la statua marmorea di piazzetta Duomo
col nome di “Dentiera” o
bizzarrie come il voler ve-
Successo mondiale per il sito online
www.ilgiornaledicastelnuovo.it
Una lente di ingrandimento sulla Garfagnana; questo è
stato l'intento per il quale è nato Il Giornale di Castelnuovo. Una finestra che da ogni angolo del pianeta potesse essere aperta sulla nostra cara amata Garfagnana.
Volevamo raggiungere i numerosi garfagnini che vivono e lavorano o studiano in molti paesi del mondo,
ed insieme a loro dare la possibilità di scoprire questa
terra anche a coloro che discendono da garfagnini oppure a tutti coloro che l'hanno visitata e ne sono rimasti innamorati e a quelli che invece vorrebbero farlo.
Puntare al superamento dei confini non è un vezzo, ma
un modo per promuovere la cultura autoctona in molti
paesi differenti. E i numeri ci danno ragione. Negli ultimi 100 giorni abbiamo avuto circa 8.300 visitatori per
un totale di 23.755 pagine visitate. Ma ciò che lascia
maggiormente stupefatti e la provenienza delle visite.
La maggior parte dei clic sono stati fatti da computer in
Italia, ma il resto proviene da ben 32 paesi diversi. In
testa alla graduatoria ci sono gli Stati Uniti con oltre
360 visitatori, seguiti dalla Francia, dalla Finlandia, dal
Regno Unito, Olanda e Germania. Londra, Parigi, Berlino tra le capitali dove si è navigato sul sito. Ci sono
stati accessi da paesi dell'America latina, Brasile e Argentina dove si presume che ci siano discendenti di
emigranti garfaganini. Tra i paesi dove si registrano visite ci sono pure l'Australia, il Canada, l'Uruguay, la
Turchia e persino Russia, Ucraina e India. La vocazione alla mondialità è un nostro pallino, perchè crediamo che gli strumenti moderni siano tali e tanti che
non si può non pensare di utilizzarli per promuovere il
turismo nella nostra Garfagnana.
Ci crediamo molto, per questo lavoreremo in questa direzione rinnovando le nostre idee e il nostro compito e
spirito propositivo.
Ed ora prossimi obbiettivi Cina e Africa!
dere lo spirito dell’Ariosto
furioso, dalle finestre della
Rocca, invocare la pioggia
battente sul corteo storico,
che giunto fradicio di
fronte al portone ha placato così la sua secolare ira.
I castelnuovesi non finiranno mai di stupirci così
toscani e così garfagnini, a
tal punto da renderli quasi
antipatici, ma in grado di
fare grandi cose.
m.g.
Il ringraziamento ai tanti cittadini che hanno visitato lo stand
Ed ora in campo l’educazione civica
Teniamo a ringraziare, dalle pagine di questo periodico, le molte persone che ci hanno sostenuto durante la Giornata del Senso Civico che il Giornale di Castelnuovo ha promosso lo scorso 4 ottobre. Siete stati in molti a farci sentire il vostro affetto ed il vostro sostegno durante le poche ore in cui abbiamo sostato nel centro di Castelnuovo con
il nostro stand, le copie del Giornale a vostra disposizione e le immagini della cittadina proiettate di continuo sullo
schermo. E' stato proprio questo breve filmato a suscitare in molti di voi l'interesse maggiore. Nel video venivano
mostrate alcune "bruttezze" che è stato facile scovare girando brevemente per le vie di Castelnuovo: spazzatura abbandonata, scritte sui muri, arredi urbani danneggiati, immondizia gettata nel letto del fiume. Sulla scia di questo
piccolo report, sono state molte le ulteriori segnalazioni che sono arrivate da chi si è fermato a parlare con noi, condividendo la nostra scelta di richiamare l'attenzione sul Senso civico che deve animare ciascuno di noi. Alcuni si sono
limitati ad indicarci luoghi in Castelnuovo dove è possibile vedere danni causati dalla scelleratezza di chi pensa che
le strade o i fiumi possano divenire una discarica a cielo aperto, che i muri o le facciate delle case possano essere imbrattate senza pensieri, che gli arredi delle aree verdi o pubbliche possano essere danneggiati perchè tanto ci sarà
chi li riparerà, per non parlare dei rifiuti, più o meno piccoli come i mozziconi di sigaretta, che immancabilmente
costellano le vie della città. Altri invece hanno cercato di articolare meglio la loro analisi individuando anche responsabilità e rimedi. La discussione è stata interessante e proficua e di questo, appunto, vi ringraziamo. L'intento,
che traspare sempre anche dalle pagine di questo giornale, è quello di far crescere l'amore per il luogo in cui viviamo, dando ciascuno il nostro contributo più o meno grande. Il decreto Gelmini, negli intenti, riporterà al centro
dell'attenzione della scuola primaria anche la materia dell'Educazione Civica. Al di là di quello che si può pensare
dell'intero decreto Gelmini, e del quale magari ci occuperemo prossimamente, riteniamo comunque che questa maggiore attenzione verso il Senso Civico sia estremamente positiva, a patto che si traduca in un'educazione reale e concreta ai valori del buon cittadino, della convivenza e del rispetto anche dei luoghi in cui noi, come altri, viviamo,
studiamo e lavoriamo ogni giorno. A presto! g.c.
Il Giornale di Castelnuovo
Redazione: via traversa
Vecchiacchi, 17
55032 Castelnuovo
di Garfagnana
Direttore Andrea Giannasi
Caporedattrice Barbara Coli
In redazione
Andrea Settefonti
Piergiorgio Leaci
Gabriele Coli
Fausto Tanzarella
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Castelnuovo di Garfagnana
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Il Giornale di Castelnuovo
Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
Bisogna pensare al futuro
E i comuni della Garfagnana più uniti
TRIBUNA
POLITICA
Proseguono le interviste
doppie realizzate a
politici e amministratori
locali.
In questa pagina
l’intervista a
Italo Bertoncini
Cominciamo con una
breve presentazione del
suo ruolo e impegno nel
consiglio comunale con
un bilancio personale.
Ho fatto parte del gruppo
di minoranza e ritengo la
mia esperienza molto positiva tanto che la consiglio
vivamente soprattutto ai
più giovani. In questi anni
sono venuto a conoscere
meglio le variegate realtà
del nostro territorio, e soprattutto ho avuto modo di
incontrare e conoscere
moltissime persone
Possiamo storicamente definire Castelnuovo come
una cittadina non semplice per chi deve amministrare; molte polemiche
e pochi ad essere soddisfatti. Lei che cosa si sente
di affermare in merito ?
Le polemiche paesane si
accrescono e si acuiscono
per la mancata risoluzione
dei problemi di interesse
collettivo. La gente si
stanca e diventa critica al
perdurare di situazioni
non gestite correttamente
che impattano sul proprio
vivere quotidiano: ad
esempio vedi il malfunzio-
namento del sistema fognario o il traffico veicolare
che investe sempre di più il
rione della Madonna. A tal
proposito credo che sia urgente studiare azioni risolutive in considerazione
della realizzazione del polo
strutturale della ex Valserchio che con le sue previste
attività alimenterà il traffico proprio in quella zona
e credo che un semaforo
non sarà più la soluzione
adeguata.
Quale il progetto realizzato che merita l’applauso
per questa amministrazione e quale l’eventuale
urgenza non soddisfatta ?
Merita un plauso la realizzazione del centro per giovani “Danilo Boschi”
perché ben fatto e soprattutto necessario. Al contrario ritengo che l’attuale
amministrazione
abbia
avuto poca considerazione
per le frazioni, con le loro
problematiche e soprattutto non sia riuscita e rendere
più
pulito
e
presentabile il centro cittadino. Inoltre è mancata la
capacità di saper coinvolgere la popolazione nella
gestione di problematiche
di impatto collettivo: quali
l’accoglienza delle famiglie
Rom sfrattate da Viareggio
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La rubrica di intervento civico
Il dito nell’occhio
o la misteriosa chiusura
dell’inceneritore.
Quali scelte si devono necessariamente fare oggi
per avere una Castelnuovo
di domani con un florido
sviluppo e un solido quadro occupazionale?
Oggi dobbiamo pensare al
futuro
migliorando
l’aspetto estetico del paese,
curando nei minimi particolari la pulizia e l’ordine,
valorizzando quelli che
sono i nostri piccoli grandi
tesori territoriali: mi viene
in mente, ad esempio, il restauro e l’apertura al pubblico delle antiche celle
nelle cantine della Rocca
con i loro preziosi graffiti.
Inoltre si devono intraprendere tutte le azioni politiche possibili per attirare
capitali e sostenere imprenditori delle piccole e
medie imprese
Ad oggi pensa che il suo
impegno politico personale avrà un seguito in futuro?
Come già detto sono entusiasta della mia esperienza
e quindi mantengo la mia
disponibilità
rimettendomi al consenso ed al
mandato popolare. Nei
miei sogni “politici” avrei
il desiderio di poter contribuire alla realizzazione di
un progetto condiviso con
tutti i comuni della Garfagnana per la gestione univoca
di
problemi
fondamentali per il nostro
futuro quali ad esempio la
sanità pubblica.
Intervista
di Barbara Coli
Sotto gli occhi di tutti i lavori in Piazza delle Erbe al vecchio stabile della Biblioteca Comunale. Si sta costruendo un ascensore esterno. Molti ci segnalano che
tutto il ferro utilizzato per armare la struttura è arrugginito e che dunque non potrebbe e dovrebbe essere
utilizzato. Certo che, secondo alcuni esperti che abbiamo consultato, non è difficile prevedere tra qualche
anno un cedimento proprio della struttura interna con
gravi conseguenze. Noi non siamo costruttori ma qualcuno è bene che studi la situazione. Poi una nota (ma su
questa poi vi rimandiamo ai filmati che pubblicheremo sul
sito www.ilgiornaledicastelnuovo.it). Dietro al nuovo
campo di calcio tutti possono ben vedere il muro che
delimita l’alveo del fiume con la strada interna. Andate
ad osservare cosa abbiamo trovato. Più che un dito nell’occhio questo appare proprio un cazzotto.
Festival del libro di Civitavecchia
Successo per il nostro Giornale
Più di 4000 visitatori; 500 studenti dei licei cittadini
coinvolti; oltre 400 libri venduti nella bibliolibreria e
tanti incontri con Michele Cucuzza, Arnaldo Colasanti, Paolo Nori, Giampaolo Simi, Cosimo Cinieri,
Renato De Carmine e collegamenti con Radio 3 Rai;
tutto questo è stato il Festival del libro di Civitavecchia
organizzato da Andrea Giannasi e seguito dall’ufficio
stampa diretto da Barbara Coli e dal Giornale di Castelnuovo.
* Prezzo scontato chiavi in mano, IVA inclusa, IPT esclusa e comprensivo del contributo statale di € 700 in caso di rottamazione di un veicolo Euro 0,
Euro 1 o Euro 2. D.L n. 248 del 31/12/2007 convertito in Legge n. 31 del 28/02/2008. È una nostra offerta valida fino al 31/10/2008 e solo per le vetture presenti
in stock. Foto non rappresentative dei prodotti. New Twingo: emissioni CO2: 132 gr/km; consumi ( c i cl o m i s t o ) : 5 , 6 l / 1 0 0 k m . N e w C l i o : e m i s s i o n i
CO2: 139 gr/km; consumi (ciclo misto): 5,9 l/100 km. New Modus Grazia: emissioni CO2: da 119 a 140 gr/km; consumo (ciclo misto): da 4,6 a 5,9 l/100 km.
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Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
TRIBUNA
POLITICA
Il Giornale di Castelnuovo
La strada di Monticello
Proseguono le interviste doppie realizzate a
politici e amministratori locali. Voci, dichiarazioni, testimonianze
per mettere al centro
del dibattito politico la
logica del dialogo e del
confronto.
In questa pagina
l’intervista al Prof.
Pierotti Assessore
alla Scuola e al Sociale
Lunga 500 metri. Larga
2,15 metri. E’ la strada comunale che da Cerretoli
conduce alla Località Monticello dove vivono 5 famiglie (una sola durante il
periodo estivo). Al termine
non esiste alcun parcheggio e la strada non è asfaltata.
Quindi
durante
l’inverno e quando piove
tutto diventa più difficile
(con la neve “impossibile”). La cosa più grave è
che è impossibile fare manovre lungo il percorso e
nel caso di intervento di
una ambulanza o di qualsiasi altro mezzo di soccorso
il
tutto
si
complicherebbe con esiti
scongiurabili.
A quando un intervento risolutivo, si chiedono i residenti del Comune di
Castelnuovo?
In primo piano il progetto di scambio culturale con Bruxelles e l’arrivo a Castelnuovo di studenti belgi
Scuola e sociale: molto si è fatto
Cominciamo con una
breve presentazione del
suo ruolo/impegno nel
presente consiglio comunale e con un bilancio personale fatto adesso che è
quasi giunto alla sua conclusione.
Sono diventato assessore
all’istruzione ed in un secondo tempo al sociale su
designazione del sindaco e
quindi, come assessore
esterno non faccio parte
del Consiglio Comunale.
In questi quattro anni ho
dedicato buona parte del
mio tempo e del mio impegno personale (visto che
sono pensionato) ai problemi dell’Amministrazione, in particolare nei
settori specifici del mio incarico, mi sono dedicato fin
dall’inizio ai temi dell’istruzione, anche in considerazione
delle
mie
precedenti
esperienze
come uomo di scuola, solo
in un secondo tempo ho assunto l’incarico di assessore al sociale ed ho potuto
così toccare con mano le
numerose difficoltà quotidiane in cui si trova una
parte non trascurabile della
popolazione del nostro comune. Sono riuscito a risolvere alcuni casi, mentre
purtroppo, in altre situazioni, il mio intervento non
ha conseguito i risultati
sperati.
Possiamo
definire
storicamente
Castelnuovo
come una cittadina non
semplice per chi deve amministrare, molte polemiche e pochi ad essere
soddisfatti. Lei cosa si
sente di affermare in merito?
Castelnuovo, pur essendo
un comune con circa 6000
residenti, deve spesso affrontare, per il suo ruolo
centrale nella Garfagnana i
problemi caratteristici di
centri molto più popolosi;
sulla nostra cittadina gravitano infatti molte persone,
provenienti praticamente
da tutta la valle per i più
vari motivi (scolastici, sanitari, commerciali, ecc.), ciò
che accresce a dismisura
disagi quali per esempio la
viabilità interna, lo smaltimento dei rifiuti, l’uso
delle strutture pubbliche;
questo stato di cose crea
spesso del malcontento tra
i nostri cittadini che sono
portati a riversare sull’amministrazione comunale
colpe che non sempre trovano una logica giustificazione. A chi amministra
giungono poi sempre reclami e contestazioni, in genere chi è soddisfatto ci
manifesta raramente la sua
soddisfazione.
Quale progetto realizzato
che merita l’applauso per
questa amministrazione e
quale l’eventuale urgenza
non soddisfatta?
Molti progetti sono stati
portati a compimento da
ABBIGLIAMENTO UOMO DONNA BAMBINO
questa Amministrazione e
molti altri sono in via di
completamento o in fase di
avanzata progettazione, alcuni di questi sono sotto gli
occhi di tutti e forse non
varrebbe nemmeno la pena
di ricordarli (teatro Alfieri,
ex Plinc, nuova scuola materna in piano Pieve, ristrutturazione completa
dell’asilo nido, realizzazione del nuovo parco giochi) solo per citarne alcuni.
A me comunque, in qualità
di assessore all’istruzione
piace ricordarne uno in
particolare, quello di aver
fatto uno scambio culturale
tra la nostra scuola media
ed una scuola di Bruxelles,
siamo riusciti in questo
modo a mandare in Belgio
una nostra classe ed a ricevere, nella nostra città dei
bambini belgi.
Purtroppo, mentre per
certe iniziative importanti
è possibile intercettare
fondi da enti, istituzioni e
fondazioni private, il nostro comune si trova
spesso in difficoltà, vista la
scarsità delle entrate finanziarie e delle risorse
umane, nell’affrontare la
quotidianità per cui restano indietro tanti interventi, magari anche di
lieve entità e ciò provoca
con una certa frequenza e
forse anche giustamente, il
malumore dei cittadini residenti.
Quali scelte si devono necessariamente fare oggi
per avere una Castelnuovo di domani con un
florido sviluppo ed un solido quadro occupazionale?
A questa domanda trovo
veramente difficile rispondere e credo che nessuno
abbia pronte ricette atte a
ABBIGLIAMENTO UOMO
risolvere i problemi indicati. Castelnuovo occupa
una posizione marginale
nella provincia, la viabilità
verso Lucca, nonostante i
numerosi interventi risulta
ancora problematica, molte
delle industrie presenti sul
territorio hanno ormai da
molti anni chiuso i battenti;
in questi ultimi tempi si è
cercato, ed in parte siamo
anche riusciti a dare al nostro territorio una vocazione turistico-ambientale,
bisogna, secondo me, insistere, in questo sforzo, migliorando e potenziando le
strutture ricettive e cercando di aumentare le possibilità di collegamento con
le zone limitrofe. Per
quanto riguarda l’occupazione, in particolare quella
femminile, vedo ancora
tante difficoltà, non ultima
quella grave del pendolarismo.
Ad oggi pensa che il suo
impegno politico personale avrà un seguito in futuro?
Considerando la mia non
più verde età vorrei lasciare il posto a qualche
giovane certamente più dinamico ed entusiasta di
me, comunque, se necessario, mi metterò a disposizione della collettività
qualora ci fosse ancora bisogno del mio impegno.
Intervista di
Barbara Coli
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
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Potrebbero essere cinque le liste alle prossime amministrative, ma si tratta solo di larghe manovre politiche
Tutti alla caccia del sindaco “buono”
Sarà un lungo inverno politico fatto di cene e incontri
formali e informali che ci
porteranno alla primavera
elettorale. Ma non sarà facile costruire e presentare
alle urne – per tutti gli
schieramenti politici – candidati e liste e, come consuetudine castelnuovese, ci
troveremo solo alle ultime
settimane con un quadro
certo della situazione.
Da alcuni giorni però molti
si stanno muovendo e tanti
nomi cadono sul tavolo del
dibattito. Generalmente le
prime candidature sono
gettate per “saggiare” gli
umori. Nomi bruciati al
sacro fuoco della politica
che strategicamente sono
utili a far uscire allo scoperto gli avversari.
Quindi fino ad ora sono caduti molti nomi, alcuni più
o meno probabili, altri decisamente improbabili. Ma
oramai il tempo stringe e
da dicembre si deve iniziare la campagna elettorale.
Nel
Partito
Democratico sembra decollare la candidatura di Andrea Tagliasacchi, dopo
l’esperienza di Lucca è
forse pronto a “giocarsi”
Castelnuovo.
Nella Casa delle Libertà
girano ancora i nomi di
Angiolo Masotti e Gaddo
Gaddi, ma in queste settimana si dovrebbe conoscere il nome definitivo.
Nel frattempo Castelnuovo attende di conoscere i nomi ma chiede
anche e soprattutto un rinnovamento nei volti e
nelle scelte e vuole vedere
i candidati nelle liste.
L’area di centrodestra ha al
suo interno nomi nuovi
(che già siedono in consiglio comunale), sicure
esperienze e validi outsider
(Giannini?) intorno ai quali
è possibile architettare
un’abile squadra di governo, ma rimane vivo il
problema della “vittoria sicura” sull’onda del consenso nazionale. Errore di
gola che potrebbe far perdere di vista l’obiettivo finale e la stabilità e unione
della lista. Certo è che
l’onda lunga si misurerà
dopo una stagione autunnale di scioperi e di affievolimento del consenso,
come naturale scorrere dell’iter governativo e dunque
nel centrodestra devono
scandagliare ogni possibile
variante.
Nel Partito Democratico
invece è chiaro che si dovrebbe evitare il ricorso
(seppur da Firenze giungano indicazioni differenti) alle primarie. La
Margherita potrebbe candidare il sindaco uscente
Sauro Bonaldi e l’assessore
Lelio Lupetti (e Francesco
Bertoncini?), mentre dall’area Ds potrebbe uscire,
oltre a quello di Andrea
Tagliasacchi anche il nome
di Luigi Favari (e gabriella
Posata la prima pietra della struttura che ospiterà 200 auto
Il parcheggio di S.Lucia
E’ stata celebrata con una
cerimonia ufficiale la posa
della prima pietra del parcheggio adiacente il Teatro
Alfieri. Alla presenza del
Senatore Marcucci, del Presidente della Provincia
Baccelli, ed altre personalità del mondo civile e militare, il primo cittadino di
Castelnuovo Bonaldi ha
fatto gli onori di casa ed ha
posto la prima simbolica
palettata di cemento a suggellare l’inizio dell’importante infrastruttura. Dopo
la benedizione da parte di
Monsignor Lazzareschi e le
parole di saluto e ringraziamento delle autorità
presenti, l’architetto Nannetti, progettista dell’opera, ne ha spiegato la
struttura, la scelta dei materiali, le modalità del lavoro, le tempistiche. Il
parcheggio sarà così realizzato in circa 18 mesi, sarà
su due piani, in struttura di
acciaio e potrà contenere
fino a 200 auto. Un ascensore collegherà gli utenti a
piano ingresso teatro e sarà
realizzato un asse viario di
collegamento stradale con
la zona industriale. La
struttura permetterà, cosa
adesso impossibile, anche
l’accesso di grandi scenografie direttamente dietro
al palco. Oltre al supporto
alle attività culturali del
teatro, resta valida la
grande utilità per tutta la
zona del rione Santa Lucia,
infatti questi posti auto saranno lasciati liberi e potranno decongestionare gli
spazi stradali dalle auto in
sosta. Via XX Settembre,
che adesso è ridotta ad un
ammasso incomposto di
auto parcheggiate su ambo
i lati, potrà ritornare ad essere percorribile a piedi
senza rischi di investimento per i pedoni. Il parcheggio sarà anche la
grande opportunità per liberare dalle auto via Marconi e realizzare un sicuro
marciapiede pedonale di
collegamento con la stazione ferroviaria.
Barbara Coli
Pedreschi?). E non si escludono altre candidature.
Certo è che il centrosinistra
parte da una perdita di
consensi a livello nazionale, ma da un chiaro vantaggio a Castelnuovo.
Vantaggio che però si giocherà tutto sul nome del
possibile sindaco.
Il centrosinistra deve fare
i conti anche con la probabile lista della sinistra
(area Rifondazione) che si
sta riorganizzando dopo
la debacle primaverile. Gli
esponenti sono esperti e sicuramente rappresenteranno una novità nel
ricominciare a fare opposizione. E se riusciranno a
comunicare il programma
che intendono presentare
all’elettorato in maniera efficace, toglieranno voti solo
al Pd.
Si muovono poi almeno
altre due liste civiche. Entrambe di ex democristiani
che, oltre a giungere ad
una candidatura propria, si
muovono sulla scelta di
cercare una poltrona sicura
in uno dei due grandi
schieramenti. Azioni di disturbo, dunque, che però
potrebbero portare anche
ad una sorpresa se è vero
che un ex sindaco sarebbe
il capolista di uno dei due
schieramenti politici. Di
certo è che almeno una
delle due liste ha già avuto
seri contatti e diversi nomi
di esperienza sono in lizza.
Troppo presto però per
dire se veramente si tratta
di operazione di “marketing politico” o di seria
scelta per raggiungere la
poltrona di sindaco.
Ma al di là dei candidati
scendiamo nel dettaglio
dell’analisi del voto utilizzando gli ultimi dati nazionali di pochi mesi fa.
Ovviamente si tratta di una
analisi parziale e sommaria
considerato che si riferiscono alle elezioni nazionali. Ebbene a Castelnuovo
il Pd ha avuto il 46% dei
consensi; la Casa delle Libertà il 42%; l’UDC quasi
l’8% dei voti; la Sinistra il
4%. Il totale si riferisce a
3968 voti. Si evince quindi
un sostanziale pareggio e
una rinnovata tornata elettorale giocata sul filo di
pochi voti.
Sicuro è che i nomi dei
candidati a sindaco mai
come ad aprile 2009 giocheranno un ruolo fondamentale.
l.r.
L’Associazione Tumori Toscana ringrazia il
Comune di Castelnuovo e il CEFA Basket
L’Associazione Tumori Toscana A.T.T. ringrazia il Comune di Castelnuovo e il CEFA Basket i quali si sono
fatti organizzatori della manifestazione del prossimo 26
settembre. Già nel corso dello scorso 2004 il Comune di
Lucca aveva organizzato, sempre a favore dell’A.T.T.,
la manifestazione “un canestro per sopravvivere”, in
occasione della quale furono raccolti, e devoluti all’Associazione, circa tremila Euro. Così come nel 2004,
anche quest’anno i fondi raccolti verranno utilizzati
dall’ A.T.T. per migliorare ed ampliare il servizio di
Cure Domiciliari Oncologiche ai malati della Toscana.
L’Associazione Tumori Toscana (A.T.T.), è una
O.N.L.U.S. iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana che cura gratuitamente, presso il
loro domicilio, i malati oncologici, con un’equipe di
medici, psicologi, infermieri professionali ed operatori
socio-sanitari, reperibili 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Si effettuano inoltre i servizi di fornitura di presidi sanitari e di consulenza psicologica e medica
specialistica gratuita in tutta la regione Toscana.
Nel 2007 le nuove richieste d’assistenza sono state 721
e attualmente, operiamo a Firenze, Prato, Siena e rispettive province assistendo quotidianamente circa 300
pazienti. L’A.T.T. è completamente auto-finanziata ed i
costi, molto onerosi, sono coperti attraverso le attività
organizzate con la fondamentale collaborazione dei volontari. Per aiutare l’A.T.T. è possibile effettuare un versamento sul c/c bancario n° 1700/00 - Cassa di
Risparmio di Firenze - Filiale 34 – IBAN
IT96M0616002835000001700C00 oppure sul c/c postale
n° 12001574. Per info: Lara Massini
A.T.T. - Associazione Tumori Toscana O.N.L.U.S.
Tel. 055 24 66 666 www.associazionetumoritoscana.it
Pagina 6
Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
La ricostruzione dei fatti dopo le polemiche sul film di Spike Lee
La storia di Sant’Anna
Gli eventi che appartengono alla recente storia
italiana sono spesso negli
ultimi anni al centro di deformanti
ricostruzioni.
L’ultima caso – triste perché studiato solo per far
cassa ai botteghini dei
cinema – è legato al film
del regista americano
Spike Lee dal titolo “Miracolo a Sant’Anna”. Nel
tentativo di dare credito
alla partecipazione dei
militari di colore alla
seconda guerra mondiale,
il registra ha distrattamente e pericolosamente
“giocato” con la storia
macchiando il film di errori
tanto gravi da apparire
disarmanti.
Ma ricostruiamo la vicenda
nella sua interezza.
Per meglio far entrare il lettore all’interno della vicenda madre del film –
ovvero l’uccisione il 12
agosto del 1944 da parte
dei tedeschi di 560 tra
donne, bambini e anziani –
è bene fare un piccolo
passo indietro. Studiare
dunque i tratti storici e le
dinamiche che portarono
sul campo di battaglia
tedeschi, partigiani e alleati.
Nella primavera del 1944 le
armate alleate iniziarono
una lenta ma vigorosa e
costante avanzata verso il
nord Italia. Una dopo l’altra caddero importanti
città. Per meglio utilizzare
le formazioni partigiane,
nella notte tra l’8 e il 9
giugno, il Maresciallo
Alexander del comando
alleato inviò a tutti i patrioti un ordine nel quale
doveva essere primario e
perentorio l’obiettivo di
uccidere i tedeschi e di
distruggere i trasporti. Il
comando era puramente
militare non considerando
dunque le conseguenze di
tale ordine sulle popolazioni civili. Il problema
della presenza delle numerose bande partigiane a
questo punto diventò primario per il comando
tedesco che rispose il 17
giugno 1944.
Il comandante del Gruppo
armate C in Italia, feldmaresciallo Albert Kesselring, emanò un ordine per
la lotta alle bande con il
quale in pratica assolveva
da ogni responsabilità
ogni ufficiale tedesco che,
nella lotta contro i partigiani, avesse assunto
metodi anche non conformi all’onore militare.
Dopo questo documento,
che venne ulteriormente
ampliato e confermato dai
comandanti della 14a armata Lemelsen e del I
Corpo
Fallschirmjäger
Schlemm, ogni remora che
ancora poteva sussistere in
alcuni soldati ed ufficiali
germanici contro i civili,
cadde Per questo fin dal
giugno in tutta la Toscana,
dall’aretino fino al massese, si consumarono decine
di stragi che portarono al
conteggio sommario e lacunoso alla fine del conflitto di quasi 4000
assassinati. Stragi che non
ebbero sempre come motivo scatenante un’azione
partigiana. Stragi che non
furono sempre compiute
da corpi speciali - come le
SS fortemente indottrinate
– ma da tutti gli ordini e
gradi
delle
armate
tedesche. E le uccisioni non
ebbero solo un carattere
“politico”.
Va ricordato infatti che i
tedeschi
stavano
approntando
proprio
a
cavallo delle Alpi Apuane
la Linea Verde 1 (che divenne poi sul tracciato
della Verde 2, la Linea
Gotica) e che nell’allestimento a cura della Todt si
era ordinato a tutte le
popolazioni di lasciare la
zona. Inoltre c’era il problema della presenza dei
partigiani che andavano
annientati.
Il proclama di Alexander, i
continui aviolanci di armi
da parte degli alleati e l’avanzata verso nord, avevano però stimolato e
invigorito le azioni dei partigiani ben presenti con numerose formazioni sulle
Alpi Apuane.
Così il 29 luglio del 1944
fu affisso a Sant’Anna un
proclama partigiano diretto alla popolazione. In
questi si leggeva: “Alla
Il Giornale di Castelnuovo
popolazione versiliese! Dopo
aver fatto dell’Italia un orrendo campo di battaglia con
tutti i suoi lutti e le sue miserie, i nazisti vogliono ora
completare la loro nefanda
opera di distruzione con l’esodo in massa di tutta la
popolazione. Fino ad ora i
tedeschi avevano attuata la
deportazione per il lavoro
forzato per i soli uomini. Ma
la belva nazista non è mai
sazia. Ora vogliono perseguitare anche le donne, i vecchi
ed i bambini imponendo loro
con bando criminale di allontanarsi dalle proprie case,
dalla propria terra per seguire
fra sevizie e miserie le disfatte
divisioni di Hitler verso il
Brennero. Popolo della Versilia! Non obbedite agli ordini
dei barbari tedeschi: le donne,
i vecchi, i bambini non abbandonino le loro case e facciano resistenza passiva.
Tutti gli uomini si armino
con ogni mezzo dal fucile da
caccia al forcone: gli eserciti
della
liberazione sono
ormai a pochi chilometri, le
formazioni partigiane sono
pronte all’azione e risponderanno alle rappresaglie con le
rappresaglie. Alle armi popolo
versiliese. La tua libertà e la
tua salvezza sono nelle tue
mani. Morte al tedesco oppressore! Dal comando delle
Brigate d’assalto Garibaldi.
29
luglio
1944.”
La risposta non tardò.
Pochi giorno dopo il 12
agosto 1944 unità della 16°
divisione granatieri corazzati della Waffen SS comandata da Max Simon
avvolsero la zona di
Sant’Anna di Stazzema
radunando e poi massacrando 560 tra uomini,
donne, bambini, anziani.
Fu massacro premeditato
e indiscriminato al quale i
partigiani poco o nulla
poterono. E fu la reazione
alla scelta da parte dei patrioti e della popolazione
civile di resistere ai
nazisti.
Va ricordato, ad onore di
cronaca e per meglio tracciare il profilo della Resistenza, che pochi giorni
dopo sul versante della
Garfagnana delle Alpi
Apuane si consumò una
battaglia nella quale fu
distrutta la banda partigiana “Gruppo Valanga”. I
partigiani il 29 agosto sul
Monte Rovaio non si sottrassero al combattimento
proprio per non far ricadere sulla popolazione la
vendetta nazista per l’uccisione da parte dei patrioti
il giorno prima, di un
maresciallo degli alpini
germanici. Alla fine furono
19 i caduti e tra questi il comandante Leandro Puccetti, studente di medicina
all’Università di Pisa.
Ma in tutto questo i militari di colore cosa c’en-
trano? Poco o nulla. I soldati della 92° Divisione
“Buffalo” arrivarono in
Versilia il 17 agosto – e solo
con il 370° reggimento -,
ovvero cinque giorno dopo
i fatti di Sant’Anna. Rimasero in linea fino all’aprile
del
1945
diventando una delle
unità peggiori della storia
dell’esercito americano.
Salvo qualche caso isolato
la 92° divenne famosa per
le continue diserzioni,
fughe di fronte al nemico e
nel tratto di fronte della
Garfagnana,
che
difendeva, si consumò l’unica avanzata nazifascista
del conflitto. Nella notte di
Natale del 1944 su Barga fu
sferrato un attacco da parte
di unità tedesche che portarono alla fuga e alla
dispersione delle unità
della “Buffalo”. Soltanto
con l’arrivo della 6° divisione Indiana si poté ristabilire una linea del fronte.
Tristemente noti anche i
neri disertori che per mesi
si nascosero nella tenuta
di San Rossore.
Il comandante dell’unità
Almond fu costretto a riorganizzare la 92° divisione
numerose volte riarmando
le unità (durante le azioni
gli uomini in fuga perdevano tutto il materiale in
dotazione) e rafforzando le
compagnie della Polizia
Militare. Su tutti i casi di
diserzioni risalta l’azione
del III battaglione del 366°
reggimento che nella sola
giornata del 10 febbraio
del 1944 su 862 effettivi
sul campo ebbe 507 sbandati. Del resto poco si
poteva pretendere in fatto
d’armi da uomini di colore
comandati da ufficiali
bianchi che non trattenevano segni di vivo
razzismo. Insomma una
unità che aveva poco
credito, scarse capacità belliche e che non poteva essere
utilizzata
in
operazioni militari di largo
respiro
In conclusione, come si è
osservato, nell’agosto del
1944 a Sant’Anna si consumò una strage figlia del
desiderio di “pulizia”
nazista, che ebbe una molla
scatenante in un bando
partigiano e nell’ordine del
Maresciallo Alexander di
rilanciare l’azione dei patrioti. Un insieme di fattori
che non possono essere
dunque ricondotti ad un
tema da trattazione romanzesca. Il film appare
quindi un insieme imbarazzante di errori, falsità,
dalla grave conseguenza di
stimolare un dibattito
politico ignorante e privo
di preparazione storica.
Dunque da evitare.
Andrea Giannasi
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
Pagina 7
Cresciuto nel Cefa Basket il giovane castelnuovese, oggi allena la pallacanestro Lucca
Maurizio Romani alla prova di Lucca
Abbiamo incontrato Maurizio
Romani, nato nel 1977, castelnovese, di professione capo
allenatore della Pallacanestro
Lucca, squadra che milita nel
campionato nazionale serie B
dilettanti. Fatto inusuale per
chi ha vissuto e continua a vivere nella nostra cittadina, essere salito ad un buon livello
agonistico nel basket, sport
non certo fra quelli che vantano una forte tradizione a
Castelnuovo. Maurizio però
crede fermamente in quello
che rappresenta per lui non
solo una passione immensa,
ma anche una concreta opportunità professionale. Cerchiamo quindi di conoscerlo
meglio partendo dalle sue origini cestistiche.
Dove e quando nasce la
passione di Maurizio Romani per il basket?
Quali sono stati i passi
della sua vita sportiva,
prima da giocatore e poi
da allenatore, che le
hanno permesso di sedere
oggi sulla panchina della
Pallacanestro Lucca, una
piazza con grandi tradizioni ed una squadra di rilievo nazionale?
Il mio avvicinamento alla
pallacanestro coincide in
pratica con la nascita del
CEFA Basket a Castelnuovo, ho cominciato lì ad
allenarmi e a giocare, in
tempi che definire pionieristici è forse poco. Il mio
interesse verso la pallacanestro è cresciuto a tal
punto che dopo qualche
anno, ancora giovanissimo,
ho intrapreso anche l’attività di allenatore delle
squadre giovanili, dapprima a Castelnuovo proprio con il CEFA, con il
quale ho raggiunto anche i
playoff con la squadra Cadetti. Ho capito ben presto
che allenare poteva essere
per me ben più di un semplice passatempo. Infatti
nel 2001, poiché Castelnuovo non poteva darmi la
possibilità di un’espe-
rienza più probante, sono
approdato alla Libertas
Lucca, conquistando di stagione in stagione incarichi
sempre più di rilievo in
ambito giovanile. Contemporaneamente studiavo all’università, facoltà di
giurisprudenza, anche con
buoni risultati. Ma è il 2005
l’anno della svolta. Mi sono
detto che valeva la pena
tentare di pensare al basket
come una professione vera
e propria, e mi sono trasferito a Siena, una piazza importante, assumendo la
guida delle formazioni giovanili della Virtus. Sono
stati anni importanti, con
traguardi raggiunti e molte
soddisfazioni anche a titolo
personale, tra cui anche un
premio come miglior allenatore nel prestigioso torneo Malaguti di Bologna,
nel gennaio 2008. Da luglio
poi il ritorno a Lucca, questa volta non più come allenatore delle giovanili ma
come head coach della
prima squadra.
Lucca città ha vissuto
sportivamente un'estate
molto triste, non parliamo
poi di quella nera della
Federazione Italiana Pallacanestro, attualmente
commissariata. Come ha
trovato l'ambiente della
Pallacanestro Lucca, e con
che ambizioni affrontate
la stagione?
La Pallacanestro Lucca ha
vissuto un’estate sulla falsariga delle squadre di calcio della Lucchese e del
Castelnuovo. Solo un intervento della proprietà ha
permesso in extremis di ripianare il bilancio e di iscrivere
la
squadra
al
campionato. In quel momento mi è giunta la proposta di prendere in mano
la squadra come capo allenatore, e sono stato ben felice di accettare, ben
sapendo che la squadra
avrà un solo obbiettivo:
quello di salvarsi. Ho
scommesso su me stesso. Il
budget è estremamente limitato se comparato alle
squadre migliori della categoria, molti giocatori sono
giovani ma l’entusiasmo è
molto, anche al palazzetto.
Il mio lavoro è volto a dare
un’identità alla squadra, a
fornirle i mezzi necessari
per poter gareggiare alla
pari con le avversarie. Ci
siamo ben riusciti nella
prima giornata, sconfiggendo il Montevarchi, nostro diretto antagonista. E
pazienza se nella seconda
giornata è arrivata la sconfitta a Roma, non sono queste le avversarie su cui fare
la corsa. Purtroppo in questo momento sono i tanti
infortuni che condizionano
le nostre prestazioni, alcuni
giocatori sono costretti a
mettersi la canottiera anche
se avrebbero bisogno più
che altro di terapie e riposo. Ma la fiducia non
manca.
Quale è il suo pensiero riguardo alla pratica del basket
in
Garfagnana?
Potremo mai sperare di
vedere un nostro atleta
giocare ai massimi livelli
nazionali ed internazionali?
La mia risposta alla seconda domanda è secca ed
immediata. No, per il momento, forse tra dieci o
quindici anni questo sarà
possibile. La ragione è semplice, campioni è vero si
nasce, ma c’è bisogno comunque di un ambiente
che ti dia la possibilità di
crescere con gradualità imparando pian piano prima
a divertirsi con il basket e
poi a giocare sempre meglio. E per fare questo c’è
bisogno di una struttura di
settore giovanile che Castelnuovo oggi non ha e
non può permettersi.
Quello che ho fatto per
anni a Siena, non è replicabile stante le condizioni attuali a Castelnuovo per il
momento. E’ vero, alcuni
dei ragazzi che ho allenato,
oggi riescono a giocare in
categorie superiori con
buoni risultati, ma ancora
non c’è un giocatore ai
massimi livelli nazionali
che provenga dal CEFA
Basket. E’ necessario, a mio
parere, partire dalla propaganda nelle scuole per avvicinare i ragazzini al
basket. E’ un’esperienza
che ho fatto in passato, affiancando i maestri nella
scuola primaria e facendo
giocare i bambini a basket,
e credo che sia il veicolo
migliore che si possa utilizzare.
Si comincia già a respirare
aria di campagna elettorale a Castelnuovo. Che
cosa chiederebbe ai futuri
candidati rispetto alla valorizzazione della pratica
sportiva a Castelnuovo?
Strutture, strutture, strutture. Questa è la parola
chiave, gli impianti per
giocare a basket sono pochi
e non certo di qualità eccelsa a Castelnuovo. Mancano gli spazi fisici, e di
conseguenza le palestre
sono superaffollate non
solo da chi gioca a basket
ma anche dai praticanti
degli altri sport. Non è giusto che si debba a volte entrare in rotta di collisione
con altre realtà sportive
giovanili e amatoriali per
l’utilizzo delle palestre.
Nel recente passato le palestre sono state chiuse, giustamente perché vecchie e
non più a norma, ma non
ne sono state costruite di
nuove. Così si scoraggia
chi vuole dedicarsi allo
sport, non certo lo si incentiva. Solo nell’ultimo anno
si è costruito un bell’impianto nel complesso scolastico delle superiori.
Speriamo che venga sfruttato e mantenuto al meglio.
Per finire un auspicio di
Maurizio Romani rispetto
a se stesso ed alla propria
carriera.
Per quanto riguarda la Pallacanestro Lucca l’augurio
è di veder crescere i ragazzi
con la mentalità giusta, lottando partita per partita
con il massimo impegno
senza scoraggiarsi di fronte
alle inevitabili cadute. Per
quanto mi riguarda la mia
filosofia è vivere giorno per
giorno, non può essere altrimenti per la professione
di allenatore. Non nascondo che il mio mestiere
comporta delle difficoltà,
ad esempio ricevo lo stipendio per 10 mesi e non
per tutto l’anno come un
normale dipendente. Oggi
sai che sei sul campo, ma
domani non ne hai la certezza, questo vale per tutti i
miei colleghi. Ho fiducia
tuttavia in quello che faccio
e credo di poter crescere
con il tempo.
E noi siamo sicuri che la sua
determinazione permetterà a
Maurizio Romani di poter
raggiungere obbiettivi importanti nella sua carriera.
Intervista di
Gabriele Coli
SPAZIO PROMOZIONALE
I servizi della Misericordia
Ecco i servizi svolti dalla Misericordia di Castelnuovo.
Servizio di trasporto di emergenza/urgenza e trasporto
ordinario; servizio prelievi ematici a domicilio nel territorio della Garfagnana e della Media Valle del Serchio;
servizio prelievi ematici ambulatoriali nei Comuni di Fosciandora, Vagli Sotto, Careggine, Coreglia Antelminelli,
Minucciano, Castiglione di Garfagnana e Villa Collemandina; servizio di consegna farmaci al domicilio; servizio di telesoccorso (attualmente sono stati installati
oltre 60 apparecchiature di telesoccorso al domicilio di
anziani residenti nei Comuni della Garfagnana); servizio di Sorveglianza attiva alla persona anziana nel periodo invernale e, a partire dal 2008, nel periodo estivo.
Si tratta di un servizio che garantisce, soprattutto nei
momenti in cui le condizioni metereologiche sono particolarmente difficili, l'assistenza agli anziani attraverso
interventi quali: consegna della spesa al domicilio, di farmaci, accompagnamento dell'anziano dal medico di medicina generale o dallo specialista, aiuto in attività
domestiche come la rimessa di legna.
Centro Diurno per soggetti affetti da demenza senile ed
alzheimer (la struttura è denominata"Domus Aurea").
L'attività al Centro ha avuto inizio il 16 giugno 2008. Servizio di trasporto disabili. Realizzazione Orto Sociale
"Fragole, pomodori & company - Saperi diversi e antichi sapori" diretto alla produzione di prodotti biologici
tipici della nostra Valle. L'obiettivo del progetto è quello
di offrire ai ragazzi diversamente abili un'attività occupazionale oltre che un supporto concreto alle famiglie.
BAZAR di Tiziano Innocenti
via della Stazione - Castelnuovo di Garfagnana
Tel. 338/2985326
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Numero 11 - Ottobre/Novembre 2008
Il Giornale di Castelnuovo
CULTURA DELLA GARFAGNANA - Ricordiamo la scomparsa di un gentleman di vecchio stampo
Odino Facchini l’autista del Re
Il 30 settembre, all’età di 88
anni, si è spento serenamente Odino Facchini. Se
ne andato così, circondato
dalle cure e dall’affetto dei
suoi cari; senza alcun clamore, con quella dignità
che ha contraddistinto tutta
la sua vita. Odino era
molto noto in tutta la Garfagnana, non solo per aver
fondato la ditta di famiglia
ma anche e soprattutto per
essere stato l’autista di re
Vittorio Emanuele III.
Odino non amava raccontare la sua storia personale,
era sempre piuttosto riservato e schivo, nonostante
che di storia ne avesse
avuta da raccontare molta.
Odino nacque a Castelnuovo di Garfagnana il 20
maggio 1920 e fin da giovane iniziò a lavorare come
meccanico nell’officina di
famiglia. Presto arrivò
anche per lui la chiamata
alla leva militare e da lì,
quasi per caso, iniziò
un’avventura un po’ diversa dagli altri
Nel novembre 1943, Odino
si trovava a Brindisi per
svolgere il servizio militare
nel 82° Reggimento Autieri, iniziato nel settembre
del 1941; quando, una mattina, grazie alla sua esperienza professionale presso
l’officina di famiglia, si
trovò a soccorrere l’auto
del Re che era rimasta in
panne. Vittorio Emanuele
III fu favorevolmente impressionato della preparazione e della capacità del
giovane
Castelnuovese
tanto che gli chiese di diventare il suo fedele autista. Da allora l’autiere
Odino, seguì il sovrano in
tutti i suoi spostamenti sul
territorio italiano. Da Brindisi, dove il re vi trascorse
cinque mesi e mezzo, nell’aprile del 1944 si trasferì a
Napoli, poi a Raito presso
Vietri, dove il sovrano soggiornò nella villa di un nobile locale per motivi di
sicurezza. Odino nel frattempo ebbe modo di diventare l’uomo di fiducia della
famiglia reale grazie non
solo alle sue capacità ma
anche alla sua onestà e discrezione. Li seguiva in
ogni loro spostamento sia
per le occasioni private che
in quelle mondane. Ebbe
modo di veder salire sull’auto ufficiale da lui condotta, una Fiat 2008
Torpedo nero, numerose
personalità.
Nel maggio del 1946
quando il re dovette lasciare l’Italia alla volta di
Alessandria di Egitto in esilio, egli insistette affinché
Odino andasse con loro.
Odino preferì tornare dalla
sua famiglia a Castelnuovo
per riprendere il lavoro di
meccanico all’interno della
loro officina. In realtà ciò
che trovò fu una vera desolazione, la guerra aveva distrutto anche lo stabile nel
quale vi erano tutti gli attrezzi di lavoro. Odino non
si arrese e con impegno riuscì a risollevare e a potenziare la sua attività che
ancora oggi è il futuro dei
suoi figli e dei suoi nipoti.
Per l’onorevole servizio
che lui svolse, come autista, del re Vittorio Emanuele III, appena due anni
fa, in occasione del 60° an-
niversario della Repubblica italiana, Odino fu insignito dell’onorificenza
di Cavaliere al merito
della Repubblica. Il riconoscimento, che fu sostenuto
e
promosso
dall’Associazione Autieri
d’Italia sez. Castelnuovo di
Garfagnana, gli fu consegnato dal Prefetto di Lucca
Carmelo Aronica alla presenza delle massime autorità civili e militari di tutta
la Provincia. E proprio i
suoi colleghi Autieri lo
hanno voluto scortare nel
suo ultimo viaggio accompagnandolo in corteo fino
al Duomo, nel quale si
sono tenute le esequie e poi
trasportandolo in spalla in
segno di fraterna amicizia.
Odino era fiero di mostrare
ad amici e conoscenti le
foto di quel 2 giugno 2006
e la piccola spilla, donatagli in quell’occasione, che
portava sempre appesa alla
sua giacca, la quale, assieme all’inseparabile cappello, gli donavano quello
stile da gentlemen inglese.
Odino era davvero un gentlemen, una persona di
vecchio stampo, di quelle
alle quali una stretta di
mano e una parola data bastavano per contrarre una
promessa indelebile. I suoi
cari e tutti coloro che
hanno avuto modo di conoscerlo non dimenticheranno il suo esempio di
onestà e rettitudine ma soprattutto il sorriso di un
uomo che ha saputo apprezzare il sapore della
vita.
Silvia Cavani
Da S. Michele “selve bandite”
La vecchie comunità tenevano alla tutela del
patrimonio agricolo forestale
Negli antichi anni la popolazione di Castelnuovo ed in
generale di tutta la Garfagnana viveva prevalentemente
dei prodotti della terra, di conseguenza l’uso di essa era
regolato dallo Statuto delle varie Comunità. Usando
prevalentemente la forma dei divieti ogni famiglia conosceva le modalità di godimento dei beni agricolo forestali: ad esempio l'uso del pascolo e del legnatico. In
queste antiche regole non erano tanto specificate le modalità di utilizzo dei boschi, all'apparenza usuali e scontate, ma si tendeva a sottolineare la conservazione del
bene bosco come risorsa presente e futura di tutta la comunità. Allora si proibiva alle persone di tagliare legna
senza autorizzazione e si “bandivano” tutte le selve protette affinché, dopo il taglio recente, potessero arrivare a
maturazione senza essere danneggiate. Le norme riguardavano anche il divieto di pascolo di pecore o bestie
grosse in campi coltivati e seminativi, in selve "guardate", in prati falciabili, in arboreti e vigneti. Non si poteva dare inizio allo sfalcio dei prati prima del giorno di
San Giovanni e dal giorno di San Michele Arcangelo le
selve erano bandite e nessuna bestia dovesse esservi lasciata, per tutelare e permettere a chi di diritto la raccolta delle castagne. Dallo statuto storico della comunità
di Gorfigliano si stabiliva, ad esempio, che chi avesse
violato tali norme dovesse avere pena di bolognini sei
(qualcosa come la retribuzione di un contadino per 5 o
6 giorni di lavoro). Alcune di queste norme di utilizzo a
cui abbiamo brevemente accennato si sono tramandate
nel tempo come usanza ben consolidata, ma negli ultimi
anni qualcosa è drasticamente cambiato. I campi e le
selve abbandonate, rovi e macchie di acacie che prendono il sopravvento su quella parte di territorio che una
volta sosteneva a stento il bisogno alimentare di tutta la
comunità valligiana. I pochi agricoltori rimasti lanciano
bollettini di guerra tra norme, vincoli e raccolti distrutti,
in passaggi notturni, da parte di caprioli, daini, cinghiali
ed istrici. I produttori di miele registrano la morte di migliaia di api per cause ancora tutte da chiarire, molte
delle vecchie mulattiere sono oramai impercorribili e le
castagne cadono a terra nel crescente disinteresse generale. Così la natura sembra ribellarsi e riprendersi ciò che
aveva concesso all’uomo per secoli. Di questi tempi
pochi si fermano a guardare un castagno a vedere i suoi
frutti come manna dal cielo in tempo di guerra.
Per questo Il Giornale di Castelnuovo ricorda a tutti
che la cultura alimentare si fa soprattutto nei campi.
PONTI NEL TEMPO
ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO
NOVEMBRE
Domenica 23 a Villa Basilica (Lucca)
La via della carta: la tradizione della lavorazione a mano della carta.
Sabato 29 e domenica 30 a Bagni di Lucca (Lucca)
La tradizione del presepio e delle figurine di gesso nel centro commerciale naturale di Bagni di Lucca.
DICEMBRE
PONTI NEL TEMPO
Per informazioni
Sabato 6, domenica 7 e lunedì 8 dicembre a Castelnuovo
Numero Verde: 800-533999
di Garfagnana (Lucca)
La Città della Castagna. III Concorso Gastronomico Nazionale: "Marroni, castagne,
Email: [email protected]
e farina di castagne in cuicna: I Dolci"
Sito web:
www.pontineltempo.it
E luned’ 8 dicembre torna il TRENO DEI SAPORI in occasione dell'evento
"Castelnuovo Città della Castagna"
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