Scarica - Campus Italiano per stranieri – Mondadori

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Comprensione e produzione scritta
Il giovane favoloso
1. Prima di leggere: conosci il poeta Giacomo Leopardi?
Abbina le immagini alle informazioni sulla sua biografia
e sulla sua poetica.
a. Recanati, la città natale
b. La biblioteca paterna, dove Leopardi studiò per molti anni
c. La Natura, una delle tematiche più care a Leopardi
d. L’Infinito, una delle poesie più celebri di Leopardi
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2. Leggi la recensione del film “Il giovane favoloso” e inserisci i seguenti paragrafi
al posto giusto.
a. Qui, dal 1833, accudito dalla sorella di Ranieri, Paolina (Federica De Cola), vivrà gli ultimi
anni della sua vita, i più liberi e «spensierati» nonostante l’aggravarsi della scoliosi:
b. la biblioteca paterna ricca di diecimila volumi, che a volte assomiglia a una prigione;
l’inizio delle malattie ossee che gli deformeranno l’aspetto; i primi riconoscimenti
letterari, come filologo e come poeta;
c. e che invece mostra sullo schermo una misura invidiabile, mai troppo enfatica nella
dizione né troppo marcata nell’incedere,
d. Diciamo subito che, con Il giovane favoloso, il regista Mario Martone ha saputo evitare
tutte queste trappole, per restituirci un Leopardi veritiero (i dialoghi citano spessissimo le
lettere scritte e ricevute) e insieme capace di andare al cuore della sua riflessione poetica
e filosofica,
Leopardi il ribelle
di Paolo Mereghetti
Fare un film su Giacomo Leopardi è come camminare su un crinale friabile e scivoloso. A ogni passo si
rischia di cadere nello schematismo, nell’enfasi gratuita o, peggio, in una logica voyeuristica da «buco della
serratura». Mentre sulla testa incombe la slavina del nozionismo scolastico, con i suoi luoghi comuni.
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mentre il film segue un suo percorso interiore di liberazione dalle «catene» della famiglia e dalle
convenzioni della società per riappropriarsi della propria vita e di un rigenerante legame con la natura.
La prima parte del film ricostruisce l’educazione familiare, sotto la guida severa del padre Monaldo
(Massimo Popolizio), a Recanati, dove Giacomo (Elio Germano) passò «sette anni di studio matto e
disperatissimo» insieme al fratello Carlo (Edoardo Natoli) e alla sorella Paolina (Isabella Ragonese):
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Comprensione e produzione scritta
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i vani tentativi di lasciare la casa paterna, nonostante l’intercessione dello zio Antici (Paolo Graziosi); le
prime, celeberrime poesie («La sera del dì di festa», «L’infinito»).
Dieci anni dopo, nel 1830, lo troviamo a Firenze, legato all’amico Antonio Ranieri (Michele Riondino),
apprezzato nei salotti mondani, ma guardato con sospetto da quell’intellighenzia che lo vorrebbe più
partigiano per le idee liberali e meno malinconico e pessimista. Vive l’ennesima delusione d’amore per la
nobildonna Fanny Targioni Tozzetti (Anna Mouglalis) e poi si trasferisce nella città natale di Ranieri, Napoli.
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a contatto con il popolo, rinfrancato dal sole mediterraneo, affascinato dalle antichità romane e dalla
forza della natura, capace di darci un ultimo capolavoro come «La ginestra».
Tutta questa materia è raccontata da Martone in sottotono, senza voler sottolineare nessun episodio o
significato in particolare, ma disegnando l’animo irrequieto di un giovane alle prese con le «gabbie » da
cui vuole fuggire.
Tra gli interpreti, spicca la prova di Elio Germano, alle prese con un personaggio le cui poesie e le cui
deformazioni rischiavano di innescare il pilota automatico delle reminiscenze scolastiche
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capace anche attraverso i toni della voce e le pose delle azioni di restituirci un po’ di verità.
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4.
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3. Indica con una X quale di queste informazioni è presente nel testo che hai letto.
Presente
a. Secondo Pietro Mereghetti fare un film su Giacomo
Leopardi è un’impresa difficile
b. Pietro Mereghetti pensa che le informazioni su Leopardi che
si studiano a scuola non siano veritiere
c. Secondo il critico, il film è stato in grado di rappresentare il
pensiero poetico e filosofico di Leopardi
d. Prima del 1830 Leopardi provò più volte a lasciare Recanati
e. Giacomo Leopardi soffrì di scoliosi
f. Quando Leopardi si trovava a Firenze, gli intellettuali
ritenevano che egli non sostenesse sufficientemente le idee
liberali
g. Negli ultimi anni di vita, Leopardi scrisse molti dei suoi
capolavori
h. Leopardi morì a Napoli
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Non
presente
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(Tratto e adattato da www.corriere.it)
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Presente
Non
presente
i. Una delle tematiche più care a Leopardi è la Natura
j. Secondo il critico, l’interpretazione dell’attore protagonista
è molto convincente
4. Leggi il testo e scegli l’opzione corretta.
Sulla lingua del film Il giovane favoloso
Redazione Consulenza Linguistica Accademia della Crusca
1. Oltre agli innumerevoli commenti, alle recensioni più o meno entusiaste, Il Giovane
favoloso di Mario Martone ha suscitato anche alcune riflessioni linguistiche che sono
arrivate alla nostra redazione. In particolare è stato notato che il regista ha deciso di
far parlare i protagonisti del film in un italiano di matrice letteraria sostanzialmente
10. In questo modo il film riesce a tenere saldati il piano dell’inevitabile finzione del
racconto nella sua rappresentazione in immagini e quello della produzione letteraria
di Leopardi, che appare come l’unico vero strumento per trasmettere l’essenza,
la verità del pensiero del poeta. L’effetto inevitabile di questa scelta è una lingua
orientata verso l’alto, che non permette di rispecchiare nei personaggi una semplice
15. colloquialità e l’uso reale di quel tempo e di quei luoghi. [...]
L’unica realtà che si voleva rappresentare era quella del pensiero e delle parole del
poeta. Se, sotto il profilo linguistico, si fosse rincorsa a tutti i costi l’aderenza alla
realtà storica, si sarebbe dovuti ricorrere al dialetto (ai tempi di Leopardi anche le
persone colte parlavano in dialetto), ma così, oltre a realizzare un parlato ai più
20. difficilmente comprensibile, sarebbe venuta meno la fedeltà alla varietà linguistica
e alla peculiarità della lingua poetica leopardiana, unica realtà a cui il film mirava.
Attraverso la finzione filmica è possibile comunque superare questo tributo al
realismo e sfruttare anche la minima alternanza di codici per rappresentare lo scarto
culturale, sociale che intercorre tra i componenti della famiglia Leopardi e degli
25. intellettuali che le ruotano intorno e i personaggi, ma ancor più i contesti, popolari e
segnati da tratti di marginalità. Uscendo poi dalla cerchia della famiglia e degli amici,
c’è Recanati con i suoi abitanti, a quel tempo senza dubbio tutti dialettofoni: sulla
base dell’ormai assodata convenzione filmica, sono sufficienti pochi indizi di
inflessione marchigiana su una base di lingua essenziale e priva della ricercatezza
30. formale dei componenti della famiglia Leopardi, per tracciare la linea linguistica
e culturale che separa questi due mondi. Negli inserti narrativi dedicati ai viaggi
del poeta a Firenze e a Napoli si è calcato con un po’ più di insistenza sui tratti del
fiorentino e del napoletano, ma con finalità ed effetti molto diversi tra loro: a Firenze
Leopardi è seguito nei suoi incontri con i letterati del Gabinetto Vieusseux e
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5. privo di connotazioni locali, lasciando occasionalmente qualche spazio marginale,
pur se ben riconoscibile, alle varietà regionali e dialettali, sempre con marcature
molto leggere. La lingua che attraversa tutta la sceneggiatura è quella della prosa
leopardiana (Zibaldone, Lettere e Operette morali), con alcuni momenti e spazi ben
circoscritti di lingua poetica, assegnati alla magistrale recitazione di Elio Germano.
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35. con gli accademici della Crusca, impegnato in conversazioni segnate spesso da
divergenze politico-filosofiche, in cui le battute dei “fiorentini” sono segnate da
evidenti e forse fin troppo insistiti tratti del fiorentino colto; a Napoli, città che
diventa simbolo dello scatenarsi della natura nella sua indomabile energia, cade il
filtro della lingua letteraria e il dialetto esplode sulla bocca di personaggi che
40. sembrano sorgere direttamente dalla terra. La comparsa del dialetto non è neanche
in questo caso un omaggio al realismo, ma un modo per sottolineare il ruolo della
Natura nella vita dell’uomo, tema-cardine della poetica leopardiana.
(Tratto e adattato da www.accademiadellacrusca.it)
1. La lingua usata prevalentemente nel film è:
A
La lingua parlata ai tempi di Leopardi nei luoghi in cui visse
B
La lingua delle opere leopardiane
C
Una lingua dialettale e regionale
D
La lingua della poesia leopardiana
A
Perché sarebbe stato incomprensibile per tutti gli spettatori
B
Per aderire alla realtà storica
C
Per rappresentare fedelmente la lingua poetica di Leopardi
D
Per non sottolineare le differenze socio-culturali dell’epoca
3. Nel film gli abitanti di Recanati parlano:
A
In una lingua ricercata
B
In dialetto marchigiano
C
Come i membri della famiglia di Leopardi
D
Con una leggera inflessione regionale
4. Nel film a Napoli il dialetto è usato per:
A
Rappresentare il parlato dell’epoca
B
Imitare il parlato dei contadini
C
Introdurre il tema della Natura
D
Esaltare il realismo
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2. Il regista ha deciso di non far prevalere il dialetto nel film:
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5. Trova nel testo dell’attività precedente i sinonimi che corrispondono alle
seguenti parole.
(righe 1-5)
di origine
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2.
(righe 5-10)
eccellente
...........................................
3.
(righe 10-15)
uniti, congiunti
...........................................
4.
(righe 15-20)
corrispondenza, fedeltà
...........................................
5.
(righe 20-25)
omaggio
...........................................
6.
(righe 20-25)
differenza
...........................................
7.
(righe 25-30)
isolamento, emarginazione
...........................................
8.
(righe 25-30)
consolidata
...........................................
9.
(righe 30-35)
spezzoni, parti
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10.
(righe 35-40)
contrasti, disaccordi
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