Conferenza su: L`UOVO NELLA TRADIZIONE

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Conferenza su: L`UOVO NELLA TRADIZIONE
Conferenza su:
L’UOVO NELLA TRADIZIONE PASQUALE
SINBOLOGIA, ARTE E RELIGIONE
FRIDAY CLUB
30 aprile 2004- Circolo della Stampa, Milano.
Paolo Pignattelli
Presidente ZOOBIODI
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L’uovo e la Pasqua
La Pasqua è appena trascorsa ed è possibile, relativamente al tema di questa sera, fare un primo
bilancio. Gli italiani hanno acquistato nelle due settimane che hanno preceduto la Pasqua 365
milioni di uova di gallina (47,5 mio/€), 26 milioni al giorno, cioè 30 % in più rispetto alla media
giornaliera pari a 22 milioni di pezzi, tutti destinati al consumo diretto. Questo a conferma di quanto
l’uovo continui ancor oggi ad essere il protagonista nello scenario delle tradizioni, e non solo
gastronomiche, della Pasqua.
Una tradizione che per i cristiani e per il 75% degli italiani (secondo una recente stima) è legata alla
resurrezione di Cristo, ma come vedremo, ha origini molto più lontane.
L’usanza di scambiarsi uova benedette si diffuse ben presto tra i primi cristiani sulla scorta di molte
leggende che legano una figura di donna, Maria Maddalena o la Madonna stessa o altre donne ad un
personaggio maschile, vuoi Ponzio Pilato, Tiberio od altri, anche allo stesso Gesù Cristo. Leggende
in cui il denominatore comune sono sempre le uova che diventano rosso fuoco, come il sangue
versato dal Cristo nella passione. Le leggende legate al colore rosso delle uova sono in generale
ingenue e senza grande valore simbolico.
Fra queste merita di essere menzionata quella che racconta come le uova deposte da Maria
Maddalena ai piedi della croce siano state arrossate dal sangue del Cristo il giorno della sua
morte.
Leggende a parte, una delle tradizioni più vive nella Chiesa ortodossa è quella di offrire uova sode,
dipinte di rosso durante il pasto consumato a Pasqua. Ogni commensale tocca con la punta del
proprio uovo, che tiene in mano, l’uovo del vicino dicendo “Cristo è risuscitato” Il vicino risponde
“In verità, Egli è risuscitato”
L’uovo rotto è il sepolcro che si apre a concreta testimonianza del Cristo risuscitato. L’uovo è
quindi, al tempo stesso, sepolcro (il guscio) e germe di vita (il contenuto).
Il riferimento all’uovo primordiale, all’uovo cosmogonico è in questo contesto la naturale
conseguenza.
L’uovo primordiale
La nascita del mondo a partire da un uovo è un’idea comune ai Celti, ai Greci, agli Egiziani, ai
Fenici, ai Cananei, Tibetani, Indù, Vietnamiti, Cinesi, Giapponesi, come pure a molte popolazioni
africane e dell’America latina, praticamente a tutte le più importanti civiltà del passato.
Nelle antiche culture orientali i testi più rappresentativi dell’Uovo primordiale (quelli indiani, o
tibetani, per es.) descrivono il Caos come una forza vitale in cui l’Uovo era presente come
Embrione o Germe della vita.
Tuttavia la Vita è continua metamorfosi, così l’uovo, quantunque germe di vita, deve esso stesso
nascere alla vita. Ecco dunque che il caos originario (la Notte orfica, il Grande stagno paludoso) si
metamorfizza in Uccello che depone l’Uovo del mondo.
Dalla materializzazione
del Caos primordiale
nasce l’ovo fonte di
tutte le forme di vita, ma
la Vita è continua
metamorfosi,
così anche l’uovo,
quantunque germe di
vita,
deve nascere alla vita
F. Clerici, 1970
L’uovo,C. Amariu - Ed. Mediterranee, 1977
Alcuni esempi: Brahma nasce dall’uovo d’oro deposto dal cigno e con lui tutte le cose
dell’universo. Per gli egizi dall’oca (la grande schiamazzatrice). Nei miti dei greci primitivi
troviamo l’uovo del mondo (d’argento) è deposto da una dea metamorfizzata in colomba, anche i
sumeri ed i babilonesi come i cananei credevano alla colomba che sorvola o nasce dal caos (le
acque primordiali). Per i Druidi, infine, è la dea uccello che depone l’uovo rosso
Anche se il primo capitolo della Genesi è datato attorno al 500 a.C. il mito biblico della Creazione
secondo i profeti deriva dall’antica visione babilonese redatta attorno al 17° secolo a.C. La colomba
per gli antichi ebrei (monoteisti) è lo spirito di Dio, per i Cristiani lo Spirito Santo (una delle Forme
della Trinità di Dio).
Questo non vuol dire che è nata prima la gallina, cioè il grande uccello, cigno o colomba che sia,
l’uccello rappresenta sempre la materializzazione del caos primordiale dal quale nasce l’uovo fonte
di tutte le forme di vita. La dea o il dio che si trasformano in uccello non sono altro che la
spiegazione che solo grazie ad un intervento superiore (il grande Demiurgo) dal caos primordiale è
nato l’uovo, principio di vita e non necessariamente grazie all’uccello, l’uovo rimane il solo ed
unico principio di vita originaria.Se l’uovo rileva la vita come mistero è inevitabile che il suo
simbolismo sia anche quello della vita che risuscita dopo la morte. Da qui nasce il simbolismo
dell’uovo pasquale.
Uovo simbolo di rinascita
Il concetto di uovo pasquale come simbolo di resurrezione è antichissimo, lo si ritrova fin nelle
tombe del Neolitico, le uova d’argilla scoperte nelle sepolture della Russia e della Svezia sono state
interpretate come emblemi d’immortalità e simboli di resurrezione. Sempre a proposito di Neolitico
un ricercatore inglese ha scoperto che i megaliti di Roxburghshire sono disposti secondo l’orma di
un gigantesco uovo. A forma di uovo sono anche le cupole degli Stupa, i monumenti sepolcrali
buddisti.
Roxburghshire (Gran Bretagna)
L’uovo di C. Amariu - Ed. Mediterranee, 1977
Tuttavia l’Egitto rimane il luogo in cui questo simbolo appare con maggiore frequenza.
Gli egiziani che credevano nella rinascita, promessa da Osiride, fanno pronunciare al morto, al
momento del suo passaggio all’aldilà una formula con chiari riferimenti all’uovo primordiale, quale
Spirito di vita. Fra le varie formule riportate sui sarcofagi mi piace ricordare questa: “Io sono l’uovo
che era nel ventre della grande oca”. Chiaro riferimento alla trinità dell’Uovo di Osiride:-“uno” nel
suo insieme, nella sua Forma, ma anche “trino”: il guscio, il tuorlo e l’albume e come ebbe a dire lo
storiografo John Irimy: “Costatiamo l’importanza dell’uovo nella religione egiziana come simbolo
del ciclo; nascita, morte e resurrezione”
Quindi, Uovo-sepolcro e al tempo stesso culla per la rinascita. Alle stesse conclusioni porta la
recente scoperta in tombe etrusche del VII-VI° sec. a.C. di gusci intatti di uova portanti un piccolo
foro, cioè svuotati. Uova quindi che avevano non un significato di dono, quale alimento-votivo, ma
altamente simbolico, quale “scrigno” e quindi quale sepolcro.
Un richiamo analogico con la cultura egizia sull’immortalità dell’anima.
Anche se gli Orfici vietavano la presenza dell’uovo nella tomba, questo lo si ritrova nelle tombe
greche come in qualsiasi altro posto, quale garanzia di immortalità. Ma i motivi che proibiscono ai
seguaci del culto di Orfeo come pure ai buddisti la presenza dell’uovo nella tomba sono da ricondursi al
fatto che i primi respingono la metempsicosi ed i secondi la reincarnazione. L’uovo quale sepolcro
dell’anima, quale remota possibilità di veicolo per il ritorno alla vita terrena deve quindi essere escluso dal
corredo tombale, ma proprio questa proibizione finisce per rafforzare il concetto dell’uovo quale garanzia
d’immortalità.
L’uovo, quale simbolo del rinnovamento periodico della natura, ha da sempre illustrato il mito della
creazione periodica ed il mito continua ancor oggi.
Secondo lo storico delle religioni Eliade Mircea, scomparso nel 1986, il simbolo che l’uovo incarna
non si ricollega tanto alla nascita quanto alla rinascita, ripetuta secondo il modello cosmico. L’uovo
quindi conferma e promuove la resurrezione. Quella che potrebbe sembrare una contraddizione con il
pensiero antico è solo apparente in quanto gli antichi sostenevano che l’uovo è alle origini un germe di vita
o comunque una realtà primordiale. La sua funzione ciclica non è quindi altro che la conseguenza del suo
ruolo iniziale.
La Pasqua cade in primavera, nel momento in cui la natura esce dal suo sepolcro invernale e proprio
quando nell’antichità si celebrava l’arrivo del Nuovo Anno e si celebrava mangiando uova.
I babilonesi avevano l’obbligo di ricordare l’arrivo del nuovo anno offrendosi reciprocamente delle
uova. In Persia le uova colorate erano lo specifico regalo dell’anno nuovo ed era chiamata la festa
delle uova rosse, in Cina questa usanza sembra che sia sempre esistita.
In Occidente l’usanza di scambiarsi uova colorate risale al 1176, quando re Luigi VII rientrò a
Parigi alla fine della 2° Crociata. Per festeggiarlo, il priore dell’Abbazia di Saint German des-Pres
gli donò la metà dei prodotti delle sue terre, incluse uova in grande quantità. Le uova vennero
dipinte e distribuite a piene mani al popolo e ne nacque una tradizione immortale.
I colori che prevalgono nei diversi paesi sono il rosso in Grecia ed in tutta l’area a forte presenza di
cristiani ortodossi, il verde in Germania ed Austria, motivi geometrici di vario colore nei paesi
dell’Europa orientale, in Armenia prevale l’abitudine di dipingere sulle uova immagini del volto del
Cristo, della Madonna o scene della Passione.
Romania
Uova pasquali
colorate
L’uovo nell’arte
Dalle tombe del Neolitico agli Stupa buddisti, dall’uovo di Leda alla placca ovale del grande tempio
incas di Coricancha, dalle uova di struzzo o di porcellana appese nei templi, nelle chiese copte e
nelle moschee, dai dipinti della piramide di Osiride, dove l’uovo richiama la morte, cioè il sepolcro,
quale elemento della stessa Trinità di Osiride: nascita – morte – sopravvivenza, alle ceramiche
policrome di Lipari, una costante temporale a conferma di quanta importanza abbia rappresentato
l’uovo nelle diverse civiltà, dando anche luogo ad interessanti rappresentazioni artistiche.
MUSEO di
LIPARI
Una Menade offre
un uovo a Dionisio
che ha già ricevuto
una torta guarnita
da uova colorate
Tomba n.
2184
350-330 aC.
Fra queste, un meraviglioso esempio è racchiuso nel museo di Lipari dove è possibile ammirare una
splendida raccolta di ceramiche policrome prodotte dal 350 al 252 a.C. (anno della distruzione della
città). Provengono dalle oltre 2000 tombe scoperte intatte qualche anno fa ed il materiale rinvenuto
trovasi, oltre che nel citato museo, anche in altri come quelli di Glasgow, Oxford e Cefalù.
Le uova sono largamente rappresentate in numerose scene dipinte su vasi funerari e non,
generalmente trattasi di feste nuziali o sacrificali, comunque sacre, dove una o più persone offrono
dolci alla sposa o alla divinità. I dolci sono sempre guarniti con uova, più raramente si osservano
persone che offrono un singolo uovo. Occorre ricordare che nella cultura ellenistica dell’epoca la
morte corrisponde alle nozze dell’anima con la divinità e che nella rappresentazione funeraria la
sposa impersonifica l’anima ed il dono del dolce simboleggia una forma di lasciapassare dell’anima
per l’aldilà.
Il fatto poi che i dolci siano guarniti da uova, bianche o colorate, intere o tagliate a spicchi,
sottolinea l'importanza delle stesse quale simbolo della vita che continua e quindi della rinascita,
sottolineato anche dal fatto che la figura maschile, che tiene in mano un uovo, rappresenta spesso
Dionisio, il dio della continuità fra la vita e la morte.
Ed a proposito di arte, è noto che l’uovo abbia da sempre ispirato la fantasia degli artisti; lo
ritroviamo fra i doni dei pastori in alcune “natività” ed “adorazioni dei pastori”, in percentuale
lievemente superiore quale offerta a San Anna nei quadri che rappresentano la nascita di Maria, un
po’ meno frequentemente in scene campestri o conviviali, soprattutto di autori fiamminghi ed ancor
meno, ansi rarissimamente (meno dell’uno per mille) nelle nature morte. Non mi risulta che le uova
siano mai state rappresentate nell’Ultima Cena o nei tavoli delle Nozze di Cana o della Cena di
Emmaus.
L’uovo quale simbolo di resurrezione è quindi pochissimo rappresentato nell’iconografia sacra.
Fortunatamente ci sono varie eccezioni ed una delle più importanti è rappresentata dalla Madonna
con Bambino Angeli e Santi, o Sacra Conversazione, la grande tempera su tavola dipinta da Piero
della Francesca nel 1472 e che tutti possono ammirare alla Pinacoteca di Brera.
Madonna col Bambino e
Santi
Piero della Francesca
(1472)
Pinacoteca di Brera, Milano
Sull’uovo sospeso, al centro della conchiglia sono stati scritti numerosi libri, saggi, articoli, ecc. con
varie chiavi di lettura: simbolico-religiosa, simbolico-spirituale, filosofica, architettonica,
metafisica, ecc. A me piace la chiave di lettura simbolico-religiosa. L’uovo rappresenta lo Spirito
Santo, seconda figura della Trinità, lo spirito che da la vita come l’uovo da cui nascerà il pulcino.
L’uovo è sospeso al centro della conchiglia-madre-universo e collegato in alto con l’Altissimo da
cui discende, non in forma di Colomba, come siamo abituati a vedere, ma di uovo, simbolo di vita e
che prefigura la Resurrezione. Anche il Bambino non poggia sulle ginocchia materne, ma vi è come
sospeso a sottolineare la sua duplice natura, umana e divina. Il sonno ne prefigura la morte. Senza la
vita non vi può essere morte e senza la morte non vi può essere Resurrezione, a cui l’uovo è
collegato secondo la tradizione giunta fino a noi.
Salvatore Dalì, 500 anni dopo, riprende il tema dell’uovo sospeso sopra la testa della Madonna
sviluppandolo in senso surrealista nel quadro denominato Madonna di Lligat conservato presso
l’University Art Collection del Milwaukee (USA). In questo caso il Bambino è addirittura sospeso
nel ventre della madre come l’uovo in quello della conchiglia di madre-perla, appunto.
L’uovo, nella pittura profana è spesso dipinto con vari significati simbolici, come le tre uova del
“Giardino delle delizie” di Hieronimus Bosch, conservato al Museo del Prado di Madrid che
rappresentano i tre momenti della Creazione o come l’uovo dipinto dallo stesso artista, sia nel
trittico “Il Giudizio di Vienna” (1482) sia nel trittico “Le tentazioni di S. Antonio” (1501) Come
pure l’uovo che fugge con le sue gambette fra i piedi di tre ubriaconi addormentati a significare la
perdita della sobrietà dell’uomo. Quest’ultimo appartiene all’olio su tela intitolato “Il paese della
cuccagna” di Pieter Breugel del 1567 (Alte Pinakotech di Monaco) oppure come nell’olio su tela
chiamato “la fertilità dell’uovo” del misterioso Maestro della Fertilità dell’Uovo, attivo nel nord
Italia, nella seconda metà del 1600. Dove tra il grottesco e l’assurdo possiamo scoprire numerose
ambiguità negli strani esseri che nascono dalle uova già dischiuse. Un’altra analoga opera dello
stesso pittore trovasi nel citato Museo di Milwaukee.
Fra i contemporanei che hanno immortalato l’uovo, da Fontana a Dalì, da Pommodoro a Clotin
Hoton, l’artista che dal 1969 ha fatto maggiormente uso dell’uovo nelle sue opere è Vettor Pisani,
sia in senso esoterico che alchemico. La sua opera più nota e senza dubbio “la gallina dalle uova
d’oro” Biennale di Venezia, 1976, e non possiamo dimenticare lo scultore milanese Pino Pedano,
con le sue magiche uova di legno ed infine le uova in vetro soffiato di Archimede Seguso, l’insigne
vetraio di Murano, vere opere d’arte contese da Musei di tutto il mondo.
L’uovo gioiello
Anche l’uovo gioiello ha tradizioni antichissime, basti pensare che Edoardo I, salito al trono
d’Inghilterra nel 1272, era solito regalare in occasione della Pasqua uova rivestite da una sottile
lamina d’oro e finemente decorate, ma in tempi più recenti le opere della famiglia Fabergè sono
quelle che hanno raggiunto il vertice della fama, diventando le più famose e preziose in assoluto.
Fu lo zar Alessandro III ad ordinare a Carl Fabergè il primo uovo gioiello della serie quale dono di
Pasqua alla propria consorte. Era l’anno 1883. Un vero capolavoro, smalto bianco fuori, oro dentro,
all’interno una gallinella sempre d’oro ed al cui interno la corona imperiale in miniatura. Da allora
solo la rivoluzione d’ottobre interruppe questa usanza imperiale.
Fra tutte le produzioni Fabergè la più famosa in assoluto è però il “Renaissance Egg”, uovo di
Pasqua in cristallo in cui sono incastonati ben 3.000 diamanti, per il momento non in vendita,
mentre si conosce il prezzo, forse il più alto pagato per un uovo–gioiello, sempre della collezioneproduzione Fabergè, del famoso “Uovo d’inverno” venduto il 19 aprile del 2002 dalla casa d’asta
Cristie’s di New York ad un misterioso cliente per 9,6 milioni di dollari.
1883
UOVA GIOIELLO di FABERGE’
Conclusioni
Dall’uovo cosmogonico a quello metafisico, dall’uovo alchemico a quello pasquale, quale
concentrato di profondi significati spirituali e religiosi, dall’uovo fonte di vita e di resurrezione
all’uovo gioiello, dall’uovo preso a modello per alcuni tipi di auto o per la posizione “ad uovo”
dello sciatore nella “libera”, ai poteri terapeutici ed addirittura magici che ancor oggi in molti Paesi,
e non tanto primitivi, gli vengono attribuiti, dall’uovo come alimento biologico all’uovo arricchito
con omega 3, vitamine, selenio, ecc.,eccetera … eccetera……. eccetera e potremmo continuare
quasi all’infinito considerati tutti gli aspetti ed il simbolismo che da sempre l’uovo ha rappresentato
e suscitato nell’uomo.
Insomma l’uovo è ancor oggi un mistero, forse, il mistero più affascinante, della Natura.
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