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Effetti Intenzionali a breve termine della Terapia Craniosacrale Biodinamica sui Valori di VO2max e Frequenza Cardiaca di Recupero in Soggetti non in Beta Bloccanti: uno Studio Pilota Massimo Armeni¹²³4, Fabio Fabiani¹, Rosario D’Onofrio5 ¹International Sports Sciences Association of Italy, ²American College of Sports Medicine, ³Istituto per le Terapie Craniosacrali, 4Craniosacral Therapy Educational Trust, 5Università degli Studi di Roma Tor Vergata Armeni M., Fabiani F., D’Onofrio R. Effetti Intenzionali a breve termine della Terapia Craniosacrale Biodinamica sui valori di Massimo Consumo di Ossigeno (VO2max) e sulla Frequenza Cardiaca di Recupero (HRRec) in Soggetti non in Beta Bloccanti Obiettivo: esaminare gli effetti a breve termine di un ciclo di trattamenti craniosacrali biodinamici sulla emodinamica/ventilazione dell’esercizio durante l’esecuzione del Rockport Fitness Walking Test (RFWT) in soggetti rientranti nei criteri di inclusione. Metodi: questo studio consisteva in una analisi di soggetti inclusi (N = 9), 4 femmine e 5 maschi, trattati craniosacralmente in un ciclo composto da 3 trattamenti e successivamente sottoposti ad un RFWT per evidenziare eventuali cambiamenti post-trattamento. Il gruppo di controllo (N = 6) di cui 3 maschi e 3 femmine, trattati a placebo. Ai soggetti furono prese le misurazioni prima del trattamento a riposo e durante l’esecuzione del RFWT. Le analisi statistiche sono state effettuate con software Excel 2003 e software XLSTAT 2008. Si è scelto di fissare la significatività statistica a P ≤ 0.05 per i tests dopo trattamento e sotto sforzo. Per incrementare la potenza dell’analisi, la significatività statistica nulla è stata fissata a P ≥ 0.1. Risultati: è stato evidenziato un cambiamento statisticamente significativo nel parametro del VO2max (P = 0.04); il parametro di HRRec è risultato pressoché invariato. Conclusioni: il trattamento craniosacrale biodinamico sembra influenzare in maniera diretta esclusivamente il parametro della VO2max (P = 0.952). Per quanto riguarda altri indici, non è stata dimostrata nessuna variazione significativa (P ≥ 0.1). Altri studi si rendono necessari per evidenziare la relazione tra la Terapia Craniosacrale Biodinamica ed eventuali influenze che questa ha sul sistema cardiopolmonare durante un RFWT submassimale. Parole Chiave: EMODINAMICA, BIODINAMICA CRANIOSACRALE, ROCKPORT FITNESS WALKING TEST, BETA-BLOCCANTI, INTENZIONE Autore di riferimento: Massimo Armeni, M.F.S, A.C.S.M., NeP.A.T.® F.d.R. Program Director, StillPoint Studio Fondatore, NeuroPostural Adjustment Technique® Docente, I.S.S.A. Italia Docente, Still Osteopathic Institute Responsabile Settore Ricerca, Accademia Italiana Terapia Osteopatica Posturale Formatore Nazionale -Area Motoria e Riabilitativa- Progetto Italia, Ente di Ricerca Accreditato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) E-mail: [email protected] Sito: stillpointstudio.it 1 Premessa La terapia craniosacrale “classica” ha conquistato negli anni un ruolo, sebbene discordante1,2,3,5,10,11,13,14,34, nella gestione e nel trattamento di problematiche cliniche su cui le strategie terapeutiche tradizionali hanno avuto risultati altalenanti Alla stessa maniera la prospettiva Biodinamica della Terapia Craniosacrale, nella quale si enfatizza l’intrinseco potere di guarigione del Respiro della Vita36,37,38,39 Riguardo all’esercizio fisico, possiamo affermare con convinzione che non vi è nulla in natura che stimoli l’organismo in maniera completa come un training a diversificate intensità nel quale sono coinvolti il sistema endocrino, immunitario, artro-osteo-mio-fasciale, cardiopolmonare e metabolico 40,41,42,43 Ad oggi studi scientifici che indaghino gli effetti della terapia craniosacrale in relazione a determinati parametri riguardanti l’esercizio fisico sono pressoché nulli, benché la letteratura indicizzata comprenda pubblicazioni relative agli effetti, a volte discordanti, del craniosacrale classico su svariate problematiche cliniche4,6,7,8,912,15,16 Tuttavia il sistema craniosacrale è il più intimo del corpo umano, ed è lì che possiamo trovare le risorse di accesso alla “salute dell’organismo” 36,37,38,39 . COMPOSIZIONE DEL SISTEMA RESPIRATORIO PRIMARIO, SRP Perché Sistema Respiratorio Primario: il termine sistema implica un insieme costituito da più parti che lavorano in sinergia le una con le altre, che è alla base del funzionamento umano il termine respiratorio indica la funzione degli esseri viventi come scambio metabolico all'origine della vita il termine primario perché precede la funzione respiratoria aerea autonoma, iniziando nel mondo dei fluidi corporei dal concepimento. Il Sistema CranioSacrale include le seguenti strutture e movimenti: 1) 2) 3) 4) 5) La motilità intrinseca del cervello e del midollo spinale La fluttuazione del liquido cefalorachidiano La motilità delle membrane intracraniche e intraspinali(membrane a tensione reciproca) La mobilità articolare delle ossa craniche La motilità involontaria del sacro tra le ossa iliache Compito del Terapeuta è di identificare, tramite la sua abilità palpatoria, qual è il meccanismo da trattare: fluidi, fasce, membrane, suture o ossa. Questi i cinque elementi primari costitutivi del S.R.P. I risultati di questo studio si appoggiano sull’ipotesi degli Autori che collegamenti neuroanatomici possano modificare alcuni parametri emo-ventilatori, ecco il perché della seguente dissertazione anatomica; sappiamo che il Sistema Nervoso Parasimpatico (SNPS) si divide in due sezioni: la componente craniale e la componente sacrale. 2 La componente craniale comprende: i nuclei vegetativi del tronco cerebrale le fibre neurovegetative di relazione tra questi nuclei ed i nervi cranici il nucleo pupillare del III nervo cranico il nucleo lacrimo muco-nasale più il VII nervo cranico il nucleo salivatorio superiore più il VII nervo cranico il nucleo salivatorio inferiore più il IX nervo cranico il nucleo masticatorio del V nervo cranico e le fibre che l’uniscono alle mucose della faccia, della congiuntiva e della mucosa buccale il nucleo cardio-pneumo-digestivo del X Il parasimpatico sacrale è un centro vegetativo sensitivo e motorio che origina dai segmenti S2-S4 e tramite i nervi pelvici innerva il sigma, il retto, le vie urogenitali, la vescica, i reni, gli organi sessuali e i genitali esterni.44 A differenza del Sistema Nervoso Simpatico (SNS), il SNPS non ha un collegamento monosinaptico alla midollare del surrene, particolare di rilevante importanza fisiologica. Dunque, fatto questo necessario escursus anatomico, a tal uopo questo studio vuole indagare gli effetti del trattamento craniosacrale biodinamico su parametri emodinamici e cardiopolmonari relazionati ad un test aerobico da campo validato dalla letteratura scientifica internazionale17,18,19, 20,21,22,23 3 Trattamento craniosacrale ed esercizio fisico Risulta possibile che un ciclo di trattamenti di biodinamica craniosacrale effettuato da un terapista craniosacrale qualificato possa, attraverso diverse vie anatomiche e neurofisiologiche, modificare in maniera significativa alcuni dei più importanti parametri emodinamici in un test da campo? Lo supponiamo. Sappiamo che la terapia craniosacrale ha effetti potentissimi su molteplici patologie trovando campi applicativi diretti nella medicina ufficiale e non. Purtroppo, ciò che ad oggi non conosciamo è la validità dell’indirizzo prescrittivo riguardo ad una sua possibile incidenza sull’esercizio fisico nei processi riabilitativi/preventivi o nella performance atletica. Un dato di fatto altamente fuorviante nello studiare scientificamente tale tematica è sicuramente la soggettività del singolo trattamento manuale, o meglio ancora la possibile prevalenza psicologica che il trattamento suscita nel paziente. Ciò può inficiare la validità del lavoro e soprattutto la bontà dei valori estrapolati durante lo studio. Questo Nostro lavoro vuole identificare e tracciare un percorso scientifico di indagine non ancora preso in considerazione, dunque il “core” sperimentale che lo caratterizza lo rende altamente soggetto a limiti di significatività statistica. La difficoltà di protocollare trattamenti craniosacrali in relazione ad un test di esercizio fisico ha caratterizzato in maniera preponderante il presente studio, come anche il fatto di aver condotto lo studio in un setting non clinico. Ci chiediamo attraverso riflessioni maturate prima di impostare la ricerca ad esempio quanti trattamenti potrebbero essere sufficienti per stimolare una variazione significativa del MVO2 senza alterare negativamente l’omeostasi del paziente, sempre a patto che tale variazione abbia luogo. E ancora, il fitness testing da Noi scelto risulta essere il “gold standard” per l’accuratezza dei trattamenti in questione o forse avremmo dovuto sceglierne un altro? Oppure, un ciclo composto da 3 trattamenti è stato sufficiente o avremmo dovuto implementare le sedute? Queste Nostre riflessioni, senz’altro critiche, si rendono assolutamente necessarie in un contesto scientifico in cui nulla può essere lasciato al caso. Ci auguriamo che tali domande trovino risposte in un immediato futuro, e che molti dopo di noi indaghino in maniera più approfondita le applicazioni che la terapia craniosacrale può rivestire all’interno di strategie sia preventive/riabilitative che atletiche/performanti. 4 Metodo e Materiali Sono stati esaminati 15 soggetti di cui 9 facenti parte del gruppo di studio e 6 facenti parte del gruppo di controllo trattati a placebo, aventi le seguenti caratteristiche antropologiche: GROUPS FOR SELECTED ANTHROPOMETRIC MEASUREMENTS Demog. Uomini (N = 8) M±{ SD{ Età (anni) 35±6 Peso (kg) Altezza (cm) BMI 82.3±20.7 183.6±8.4 24.3±3.4 Donne (N = 7) Globale(N = 15) 36.4±14.6 35.6±15.4 62.4±4.6 77.5± 25.5 167.2±8.8 176±16 22.4±1.9 23.4±4.3 Uomini (N = 8) 2.56 9.69 5.65 1.89 Donne (N = 7) Globale(N = 15) 8.38 5.82 3.90 12.63 5.76 10.07 1.63 1.98 Seguono i criteri di inclusione ed esclusione: Criteri di inclusione: > 21 anni Razza bianca 0 o 1 fattore di rischio cardiovascolare B.M.I. ≤ 29.9 Criteri di esclusione: B-Bloccanti Frattura dentellata dell’asse Fratture recenti Tumori Scompensi del ventricolo sinistro Trombosi Ictus Gravidanza Colesterolo Totale > 5 mM/Ol Glicemia < 60 o > 250 mg/Dl Sindromi neurologiche Malattie immunitarie COPD-CRPD Sindrome di WPW Miocardite Pericardite Infarto miocardio acuto Psicosi Marcate deviazioni dell’asse cardiaco I soggetti del gruppo di studio hanno ricevuto tre trattamenti craniosacrali biodinamici cadenzati ogni 15 giorni, e della durata di 48±5 minuti ognuno. Tutti i soggetti del gruppo di studio hanno mantenuto la medesima intensità di esercizio quantificata in 7 METs precedente allo studio, la stessa durata della sessione allenante (45’), i medesimi esercizi di resistenza e allungamento (pluriarticolari e stretching globale), il tutto per un arco di tempo di mesi 3. 5 Tutti i soggetti inclusi non facevano uso di farmaci Beta-Bloccanti data l’alto effetto riduttivo che tali farmaci esplicano in esercizio sui valori di BP, HR, ECG e VO2max 40 . Il tempo di assestamento pre-test e pre-trattamento riguardante i soggetti inclusi è stato impostato su un tempo di 20gg, durante il quale ai soggetti sono stati monitorati i principali parametri emodinamici relativi al presente lavoro. Il RFWT è stato effettuato sempre alla medesima ora, ed il soggetto è stato invitato ad osservare le seguenti regole prima di effettuare il test: dormire almeno 8 ore la notte precedente il test bere molta acqua il giorno del test evitare il test in stato febbrile non assumere medicinali nei 2-3 giorni precedenti il test mantenere una alimentazione leggera il giorno del test non assumere caffeina il giorno del test non fumare sigarette il giorno del test non affaticarsi eccessivamente il giorno del test Seguono i dati estrapolati durante l’esecuzione del RFWT da entrambi i gruppi di soggetti. STUDY GROUP (M±) PRE (N = 9) Variabili SBP = DBP = HR = VO2max = MVO2 = MAP = Rest 115±6 83±6 72±4 5.29 93.6 1km POST (N = 9) Stop Test 135.7±4.3 80±5 104.3±3 115±7 42.9 15.54 98.3 Rec 1’ 98±2 Variabili Rest SBP = DBP = HR = VO2max = MVO2 = MAP = 113±5 82±6 73±5 1km 100±2 5.24 92.3 Stop Test 130±1 79±2 111±3 44.6 13.9 96 Rec 1’ 95±2 CONTROL GROUP (M±) PRE (N = 6) Variabili Rest SBP = 120.5±16 DBP 84.5±5.5 HR = 74±4 VO2max = MVO2 = 6.13 MAP = 96.5 1km 107.6±9 POST (N = 6) Stop Test 140.5±9.5 86.6±11 115±10 41.1 16.32 104.6 Rec 1’ 102.8±8.2 Variabili Rest SBP = 120±15 DBP = 84±6 HR = 74±6 VO2max = MVO2 = 6.13 MAP = 96 1km 106±7 Stop Test 140±8.5 86±10 111±11 41 15.45 104 Rec 1’ 105±9 Un dato aggiuntivo non facente parte del protocollo scientifico del test17,18,19, 20,21,22,23 ma da Noi calcolato al fine di avere più dati emodinamici possibili riguardanti l’esecuzione del RFWT è stata l’HR estrapolata al 1° km percorso. 6 La velocità di walking è stata impostata a 6.0 km/h e la pendenza impostata a 0° per tutti i soggetti. Sebbene per questo test da campo sia essenziale il parametro di HR, Noi abbiamo applicato altre misurazioni quali la SBP e la DBP ed estrapolato con opportuni algoritmi il MVO2 e la MAP, non rientranti nelle analisi statistiche. Differentemente per l’importante indice predittivo di HRRec24,25,26,27,28,29,30,31,32 , incluso nelle analisi statistiche. Riguardo alle attrezzature utilizzate per lo studio, i parametri pressori sono stati valutati con l’ausilio di stetoscopio e sfingomanometro HANES. Il RFWT è stato condotto su ergometro trasportatore B-CUBE. 7 Risultati XLSTAT2008 ha rilevato le seguenti variazioni statistiche come rappresentato dai seguenti grafici. Variazione della VO2max pre-post trattamento craniosacrale, fine test. P = 0.952 → 0.04; 0.05≤ P <0.1 = Evidenza debole 60.000 50.000 40.000 Serie1 30.000 Serie2 20.000 10.000 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Variazione della HRRec pre-post trattamento craniosacrale, fine test. P = 0.793 → 0.2; P ≥ 0.1 = Evidenza nulla 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1 2 3 4 5 Serie1 6 7 8 9 Serie2 8 Discussione Il presente studio ha investigato parametri clinici in relazione ad un ciclo di trattamenti craniosacrali biodinamici intenzionali. I parametri emodinamici e ventilatori sono influenzati, oltre che dalle resistenze periferiche, soprattutto dai centri cardiaci e cerebrali. Vista la scarsa quantità di studi scientifici in merito reperita, la presente discussione verte sullo studio anatomico e sui collegamenti neurofisiologici/vascolari influenzabili dal trattamento craniosacrale, collegamenti che per ipotesi degli autori possono giocare un ruolo fondamentale nei risultati ottenuti nell’esecuzione di un RFWT. Anatomia. Relativamente ai centri cardiaci ricordiamo: Il nodo SA, situato all’apice dell’atrio Dx, è irrorato dall’arteria del nodo del seno. L’80% del sangue proviene dalla Arteria Coronaria Dx, il 20% dall’Arteria Circonflessa, ed è irrorato prevalentemente dal Nervo Vago Dx e dal Sistema Simpatico. Il nodo AV è situato presso lo sbocco del Seno Coronario tra l’anulus mitralico e il margine mediale della valvola Tricuspide; è irrorato dal ramo del setto fibroso proveniente dalla Arteria Coronaria Dx. Il Fascio di His è in continuazione diretta con il nodo AV e decorre lungo il lato sinistro del margine superiore del SIV muscolare; il fascio possiede una duplice irrorazione proveniente in parte dall’Arteria del NAV e in parte dalla DA (I° ramo perforante settale). Dal Fascio di His prendono origine sia la branca Dx che procede lungo la parte destra del SIV sotto l’endocardio-irrorata sia dalla Coronaria Dx che dalla Coronaria DA-, che la branca Sx che si porta sul versante sinistro del SIV in regione sottoendocardica e dalla quale partono un fascicolo antero-superiore ed un fascicolo postero-inferiore. 9 Le Branche terminano nelle sottilissime fibre del Purkinje.45 Inoltre, relativamente al complesso neurofisiologico spinale, sappiamo che i neuroni pregangliari del Sistema Nervoso sono disposti in una colonna cellulare nell’area intermedia del corno laterale del midollo spinale; quest’area è denominata Colonna Cellulare Intermediolaterale (IML). La colonna si estende senza soluzione di continuità dal mesencefalo al midollo sacrale, anche se le innervazioni del sistema nervoso autonomo escono dal midollo spinale solo in corrispondenza dei segmenti T1-L2. La IML invia impulsi solo ipsilateralmente ed è inibita da strutture del tronco cerebrale che sono eccitate da una corteccia ipsilaterale e dal cervelletto; il cervello può essere stimolato in modo da accrescere l’inibizione dell’IML, in generale aumentando il bombardamento afferente dal lato controlaterale. Vasocostrizione arteriolare, dilatazione dei capillari, piloerezione e sudorazione a livello segmentale sono i principali effetti che le IML esplicano a livello sistemico. Gli importanti effetti vascolari mediati dai neuroni della catena simpatica sono solo ipsilaterali. Le colonne di destra e di sinistra hanno effetti diversi sul cuore: l’IML dx innerva primariamente il nodo SA, quella di sinistra il nodo AV. Quest’ultima precisazione anatomica è di rilevante importanza ai fini di un eventuale collegamento diretto tra il sistema craniosacrale e la genesi dell’impulso cardiaco, infatti gli autori ipotizzano che un aumento della parasimpaticotomia e dell’ipertonia vagale indotte dal trattamento craniosacrale biodinamico impostato a livello dei centri superiori e dei nuclei sovrasegmentali possano favorire per via diretta (IMLdx-IMLsx) una riduzione della Frequency of Firing (F.O.F.) nel nodo SA e nel nodo AV, modificando la risposta al RFWT allo stesso carico di lavoro. Relativamente ai centri cerebrali ed al Sistema Autonomo ricordiamo: In riferimento al presente studio, le lesioni fisiologiche che hanno una valenza perturbatoria diretta sul Sistema Nervoso Autonomo (parasimpaticotomia o ortosimpaticotomia) e sul Sistema Vascolare sono quelle cranio-sacrali e quelle sull’asse vertebrale con interferenza sulla catena ganglionare-paravertebrale, originante a livello dorso-costale superiore. Approccio craniosacrale biodinamico. Indirizzando l’attenzione al trattamento, è stato invitato un profondo stato di quiete e di rilassamento in tutti i soggetti; in terapia Craniosacrale Biodinamica l’operatore ha a disposizione un ampio bagaglio di conoscenze tattili per normalizzare la lesione36,37,38,39. Analizzando la letteratura scientifica riguardante l’influenza del trattamento craniosacrale classico in diverse patologie cardiopolmonari e centrali1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11, 12,13,14,15,16 e basandoci sulla Evidence Based Medicine (EBM) di tali ricerche, nonché sui collegamenti anatomici e neurofisiologici sopra esposti, per il presente studio condotto in prospettiva biodinamica è stato scelto di rivolgere l’attenzione particolarmente ai seguenti “key-points”, esaminati ed intenzionalmente47 trattati globalmente nel ciclo completo di sedute: 10 Sacro Stretto toracico superiore K1 Segmento C0-C1 Seni venosi laterali Torculare di Eurofilo Seni cavernosi Seno sagittale Bracci orizzontali e verticali di O/M Nuclei sovrasegmentali Amigdale 3° ventricolo 4° ventricolo Ventricoli laterali Lamina terminale Marea media e lunga Notocorda e di normalizzarli seguendo i principi del trattamento intrinseco biodinamico (cambiamento olistico in primis) e le 3 fasi di guarigione del dr.Becker36,37,38,39 In particolare sul IV° Ventricolo riposano i nuclei dei nervi cranici III°, IV°, V°, VI°, VII°, IX°, X°, XI°, XII°; il nodo SA è innervato sostanzialmente dal X° nervo cranico, ed essendo che la circolazione intercraniale affluisce e fuoriesce attraverso il forame giugulare, si presume che un lavoro incentrato sulla liberazione della sutura occipitomastoidea e dell’articolazione petrobasilare possa liberare il nervo ed i grossi vasi e ripristinare una corretta neurofisiologia. Alla stessa maniera le tecniche di riempimento (EV4) e svuotamento del IV° Ventricolo (CV4) incidono in maniera diretta sull’omeostasi del Liquor e sul nutrimento ai nuclei dei suddetti nervi 46, ipotizzando un miglioramento dell’impulso neurologico e di conseguenza dei parametri emo-ventilatori. Conclusioni Il presente studio dimostra come il valore di VO2max monitorato da un Tecnico esperto45 durante un FWRT aumenti in maniera lievissima ma statisticamente significativa in risposta ad un ciclo di trattamenti di biodinamica craniosacrale. Data la natura sperimentale ed il setting non clinico di questo studio gli autori ipotizzano che il trattamento biodinamico abbia probabilmente indotto una parasimpaticotomia e ridotto una ortosimpaticotomia con effetti diretti sulle IML in aggiunta ad una possibile ipertonia vagale; ciò potrebbe aver favorito una risposta che a sua volta ha rallentato per via diretta la “Frequency of Firing” (FOF) del Nodo SA e del Nodo AV, le resistenze vascolari periferiche ed i parametri ventilatori consentendo allo stesso carico di lavoro un relativo aumento di VO2max. 11 A conferma di tale ipotesi e dei dati qui raccolti, per il futuro si rendono necessari studi aggiuntivi e più approfonditi. Bibliografia indicizzata: 1. Gerdner LA, Hart LK, Zimmerman MB (2008) Craniosacral still point technique: exploring its effects in individuals with dementia. Journal of Gerontological Nursing 03;34(3):36-45 2. 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Institute of Noetic Sciences: “Various issue” Noetic Sciences Review-Shift 15 Come pubblicare su Neuroscienze.net Neuroscienze è una rivista on-line di informazione scientifica che tratta tematiche di Neuroscienze, Psicologia e Scienze Cognitive. Chi può collaborare? Se sei un medico, un neurologo, uno psichiatra, uno psicologo, o se hai conoscenze specifiche di neuroscienze, psicologia o scienze cognitive in genere, Neuroscienze ti offre la possibilità di collaborare inviando i tuoi lavori. Che percorso farà il tuo articolo? Gli articoli ricevuti verranno considerati per la pubblicazione dall’Editorial Board e successivamente inviati ai referee per la valutazione. Come devono essere gli articoli? Per poter essere pubblicato su Neuroscienze, il tuo lavoro deve rispettare le prescrizioni contenute nella pagina “LINEE GUIDA PER GLI AUTORI“. Come inviare il tuo articolo? 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Note: Evitare le note a piè di pagina. Quando necessario, numerarle consecutivamente e riportare le diciture appropriate a piè di pagina. Bibliografia: nel testo segnalare i riferimenti degli autori (cognomi ed anno di pubblicazione) tra parentesi. L’elenco dei riferimenti deve essere in ordine alfabetico secondo il cognome del primo autore di ogni riferimento. Il cognome di ogni autore è seguito dalle iniziali del nome. Si prega di citare tutti gli autori: ‘et al.’ non è sufficiente. A questi devono seguire: l’anno tra parentesi, titolo, rivista, volume e numero delle pagine. Esempi: Articoli pubblicati su Giornale: Gillberg, C. (1990). Autism and pervasive developmental disorders. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 31, 99–119. Libri: Atkinson, J. (2000). The developing visual brain. Oxford: Oxford University Press Oxford Psychology Series. Contributi a Libri: Rojahn, J, e Sisson, L. A. (1990). Stereotyped behavior. In J. L. Matson (Ed.), Handbook of behavior modification with the mentally retarded (2nd ed.). New York: PlenumPress. Pubblica un Articolo Dopo esserti registrato al portale, invia il tuo articolo dalla pagina: http://www.neuroscienze.net/?page_id=1054