La BI nelle imprese familiari italiane

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La BI nelle imprese familiari italiane
La BI nelle imprese familiari italiane: i risultati di un’indagine
quantitativa (a cura di Paolo Pasini e Angela Perego)
Il campione
La distribuzione delle aziende del campione rispecchia la composizione del tessuto
economico nazionale: più della metà (53%) delle aziende appartengono ai settori
dell’industria manifatturiera, in prevalenza discreta (47%), e dell’industria continua (6%).
Tra le aziende appartenenti al settore dell’industria manifatturiera sono parecchi i casi di
realtà che svolgono la propria attività all’interno di distretti industriali con mercati di
riferimento spesso internazionali. La restante parte del campione è costituita per il 32%
da aziende appartenenti al settore dei servizi, incluse le telecomunicazioni, mentre il
restante 15% è equamente suddiviso tra i settori dei servizi di Distribuzione (Commercio
all’ingrosso e al dettaglio), Servizi Finanziari (Banche/Assicurazioni/Finanza) e Servizi di
Pubblica Utilità (Pubblica Amministrazione, Utilities e Sanità).
Il campione può essere segmentato anche in funzione della dimensione aziendale:
•
•
Aziende Piccole: fino 50 milioni di Euro, 57,4%.
Aziende Medie: tra 50 e 250 milioni di Euro, 42,6%.
Un ulteriore rilevante elemento di analisi è rappresentato dalla figura organizzativa che
ha compilato la survey online.
Assumendo che l’adesione alla ricerca sia stata una dimostrazione di interesse alle
tematiche proposte, è possibile ipotizzare che le figure organizzative che hanno
compilato il questionario ricoprano ruoli di responsabilità o quantomeno di leadership
nella gestione dei processi di gestione delle informazioni nelle proprie aziende o nella
progettualità di introduzione e diffusione dei sistemi a supporto. Con questo
presupposto risulta significativo il dato secondo il quale la maggior parte dei questionari
sia stata compilata da figure appartenenti a funzioni di Business (57,6%) piuttosto che
appartenenti alla funzione Sistemi Informativi (42,4%).
Distribuzione
5,7%
Servizi
31,8%
Financial Services
6,8%
Industria Continua
5,7%
PA, Utilities e Sanità
3,4%
Industria Discreta
46,6%
Figura 1 – La composizione del campione per settore di appartenenza
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Amministrazione e
Finanza; 18,8%
Sistemi Informativi;
42,4%
Commerciale; 21,2%
Direzione Generale;
17,6%
Figura 2 – La composizione del campione per figura organizzativa che ha compilato il
questionario
Questo dato può testimoniare quanto la diffusione di sistemi di Business Intelligence sia
seguita non solo, o non più, in modo esclusivo dalla funzione Sistemi Informativi,
seguendo logiche di servizio nei confronti delle funzioni di Business. Si registra, invece,
una responsabilità diretta, nonché un presidio delle tecnologie stesse, da parte delle
funzioni di Business che ne fanno utilizzo. Tale sbilanciamento risulta più marcato
all’interno dell’industria manifatturiera, settore nel quale la propensione all’utilizzo di
soluzioni di Business Intelligence sembra maggiore.
La distribuzione delle figure organizzative che hanno compilato il questionario tra le
funzioni di business è simile tra Amministrazione e Finanza, Commerciale e Direzione
Generale. Andando a verificare il dato in dettaglio per dimensioni aziendali, è possibile
verificare, come prevedibile, che la compilazione da parte di figure appartenenti alla
Direzione Generale è presente quasi unicamente nel caso di aziende più piccole.
Allo stesso tempo è interessante sottolineare come il numero di compilatori del
questionario appartenenti alla funzione Amministrazione e Finanza, probabilmente
direttamente responsabile dei sistemi di Business nelle aziende medie, invece,
diminuisca fino ad azzerarsi al crescere delle dimensioni aziendali.
La lettura trasversale di questi dati conferma l’ipotesi che nelle aziende piccole e medie
le tecnologie di gestione delle informazioni siano spesso gestite direttamente dalle
funzioni di Business. In questi casi, dal punto di vista organizzativo, la funzione SI è
spesso molto piccola, se non inesistente, e le funzioni di Business si dotano
autonomamente di soluzioni e tecnologie atte a soddisfare le proprie necessità. Al
crescere delle dimensioni aziendali e conseguentemente della complessità organizzativa,
tecnica e architetturale di gestione dei flussi informativi, la funzione SI comunemente
torna a essere responsabile dell’introduzione e della diffusione dei sistemi di BI verso le
altre funzioni. A conferma di ciò, la compilazione del questionario da parte di figure
identificate con ruoli di responsabilità nell’ambito della Business Intelligence (“BI
manager”, “Application Manager”, etc.) è limitata alle sole aziende di dimensioni medie.
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L’organizzazione e la proprietà
Ulteriore elemento importante per l’analisi dei dati raccolti è la classificazione
dell’assetto proprietario e la definizione del modello di governance prevalente in
azienda.
Per quanto riguarda l’assetto proprietario, la maggior parte delle aziende (60%) si è
riconosciuta nella forma di proprietà detenuta ed esercitata da un unico soggetto
imprenditore o da un’unica famiglia. Nella restante parte del campione la maggior parte
delle aziende (17%) indica un assetto proprietario caratterizzato da una maggioranza
detenuta da un unico imprenditore e da pochi altri soggetti istituzionali o imprenditori
singoli.
In riferimento, invece, ai modelli di governance, si sono indagati il modello individuale
(l'imprenditore decide), il modello collegiale familiare (più esponenti della famiglia di
controllo sono coinvolti attivamente nelle decisioni strategiche) e il modello collegiale
manageriale (oltre alla famiglia o all'imprenditore partecipano attivamente alle decisioni
strategiche anche manager assunti dall'esterno in posizioni chiave dell'azienda).
Una considerevole parte delle aziende del campione (35%) ragiona su modelli di governo
familiari o addirittura individuali, fenomeno più accentuato nelle aziende più piccole
(48%). È importante evidenziare, parallelamente, quanto un numero significativo di
aziende, seppur classificatesi come aziende a proprietà ristretta, muovano invece
strategia e governance aziendali secondo modelli collegiali e manageriali, secondo i quali
anche il management esterno, posto in posizioni chiave, partecipa insieme alla famiglia
alle decisioni strategiche. Questo elemento è indice di un significativo grado di maturità
manageriale, anche nelle aziende minori e a proprietà individuale, che conduce spesso a
un atteggiamento aperto, o perlomeno esplorativo, verso l’innovazione. Non sembra
esserci alcuna correlazione significativa tra il modello di governo aziendale e la
diffusione interna delle competenze IT, anche in termini di presenza di una funzione SI.
Quale tra queste casistiche rappresenta più da vicino l'assetto
proprietario della sua azienda?
proprietario unico/imprenditore/famiglia
60,2%
proprietà molto frammentata
13,6%
imprenditore e pochi/grandi soggetti istituzionali o
imprenditori singoli
17,0%
imprenditore e molti proprietari istituzionali e molti piccoli
azionisti
9,1%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Figura 3 – La composizione del campione per assetto proprietario
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Qual è il modello di governo prevalente?
70%
64,8%
60%
50%
40%
30%
20,5%
20%
14,8%
10%
0%
modello collegiale familiare
modello collegiale manageriale
modello individuale
Figura 4 – La composizione del campione per modello di governance
Infatti, non sono rari i casi in cui, in corrispondenza di modelli di governance individuale,
si riscontra una maggior diffusione dell’Information Technology in azienda, dipendendo
essa da una forte convinzione e determinazione dell’imprenditore che decide di
investire ampiamente in IT. Tali situazioni inducono a pensare come la diffusione di
strumenti tecnologici, quali possono essere le soluzioni di Business Intelligence, possano
anche e soprattutto derivare direttamente dall’orientamento positivo all’innovazione
dei processi e dei modelli aziendali, e conseguentemente dal commitment in prima
persona dell’imprenditore o della proprietà. In termini generali il dato dimostra
comunque una significativa familiarità anche da parte delle aziende di minori dimensioni
con l’impiego e la diffusione interna di strumenti tecnologici per il governo dei flussi
informativi. Questo fenomeno può essere interpretato anche come reazione
organizzativa per sopperire alla mancanza, spesso in aziende più piccole, di una vera e
propria struttura IT di riferimento. Ad ogni modo sembra in parte attenuato il “mito”
della correlazione tra le competenze aziendali sulla BI e le dimensioni aziendali:
nonostante si confermi la maggior competenza tecnica presente in aziende che
dispongono di una funzione SI dedicata, bisogna altresì rilevare l’intraprendenza delle
aziende minori nell’introduzione e diffusione delle tecnologie di Business.
Come ulteriore elemento di profilazione del campione, si è osservato che il 77,5% delle
aziende dispone di un sistema gestionale di tipo ERP, implementato prevalentemente
(65% dei casi) utilizzando un pacchetto software di mercato e solo nel 23% dei casi
tramite uno sviluppo completamente custom. In particolare si nota come
l’implementazione di package di mercato si sia prevalentemente concentrata tra il 2000
e il 2003, con il 40% dei casi, dopo questo “boom” iniziale il processo di adozione è stato
più graduale, portando un altro 40% a implementare un package ERP dal 2004 ad oggi.
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I processi decisionali aziendali e le soluzioni a supporto
Per un migliore inquadramento degli scenari caratteristici all’interno dei quali si
sviluppano i processi decisionali aziendali, sono state rivolte alcune domande per
valutare qualità e quantità delle informazioni a supporto del controllo direzionale e per
identificare quali siano le principali difficoltà nell’impiego di tali informazioni.
Il supporto informativo ai processi decisionali interni è stato misurato in termini di:
•
•
•
usabilità, accessibilità, tempestività/aggiornamento delle informazioni;
significatività e affidabilità delle informazioni;
completezza delle informazioni prodotte.
Per quanto riguarda il primo di questi punti, la maggior parte delle aziende valuta il
grado di reperibilità (accessibilità delle informazioni), il grado di utilizzabilità e
trasferibilità (manipolazione e trasferimento delle informazioni) e il grado di
tempestività (disponibilità immediata delle informazioni) di livello alto, con un punteggio
pari a 4 o 5 (su una scala da 1 a 5).
Tra i diversi fattori misurati, la mancanza di tempestività nella disponibilità di
informazioni è quello percepito in modo più negativo, un giudizio leggermente migliore
è dato alle problematiche di trasferibilità. A conferma di ciò si nota che il 28% delle
aziende giudica insoddisfacente (attribuendo un punteggio pari a 1 e 2 su una scala da 1
a 5) il grado attuale di tempestività dei dati, mentre tale giudizio negativo è attributo
all’accessibilità ai dati solo dal 15% delle imprese appartenenti al campione. Questa
tendenza, in termini di settore, sembra essere ancora più accentuata nella Distribuzione
che presenta un giudizio sensibilmente più positivo su questi parametri di qualità e
quantità delle informazioni disponibili.
Anche la misurazione di quanto il supporto informativo a disposizione sia in grado di
coprire le esigenze in termini di significatività e affidabilità porta a risultati decisamente
positivi, con una porzione di aziende pari circa alla metà del campione che definisce la
propria realtà organizzativa con un grado di giudizio alto (pari ad un punteggio compreso
tra 4 e 5 su una scala da 1 a 5). Il 53% delle aziende giudica in questo modo la capacità di
usufruire di informazioni rilevanti rispetto ai fenomeni da controllare e le prestazioni da
analizzare e il 64% assegna il medesimo punteggio alto al grado di disponibilità,
affidabilità e correttezza delle informazioni.
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Qual è il grado di accessibilità, trasferibilità e tempestività delle
informazioni nella sua azienda?
70%
60%
50,6%
49,4%
46,1%
50%
34,8%
40%
A - Basso
31,5%
28,1% 25,8%
30%
20%
19,1%
14,6%
B - Medio
C - Alto
10%
0%
Accessibilità
Trasferibilità
Tempestività
Figura 5 – Il grado di accessibilità, trasferibilità e tempestività delle informazioni
Qual è il grado di significatività e affidabilità delle informazioni
nella sua azienda?
70%
64,0%
60%
52,8%
50%
36,0%
40%
A - Basso
24,7%
30%
20%
B - Medio
C - Alto
11,2%
11,2%
10%
0%
Significatività
Affidabilità
Figura 6 – Il grado di significatività e affidabilità delle informazioni
I risultati dell’analisi lasciano in ogni modo trasparire la presenza di margini di
miglioramento nelle prassi e nelle soluzioni adottate dalle aziende nella gestione delle
informazioni, sia dal punto di vista più strettamente tecnologico, sia dal punto di vista
del processo organizzativo.
Decisamente inferiori alle valutazioni precedenti, invece, sono i risultati della
misurazione in termini di completezza delle informazioni, verificato indagando quanto il
Sistema Informativo è in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per il controllo
e l'analisi delle prestazioni aziendali e quanto può fornire tutte le informazioni
necessarie alla direzione per prendere le decisioni tattiche e strategiche. In questo caso
si rileva un’incidenza maggiore di risposte che si collocano nel range di giudizio basso.
Nella valutazione della copertura delle informazioni a fini strategici, si nota, addirittura,
come la maggioranza delle imprese (38%) giudichi basso il livello raggiunto.
Un approfondimento di analisi in funzione del modello di governo evidenzia però due
realtà in contrapposizione: le aziende con un modello di governo collegiale manageriale
dichiarano un livello alto di completezza delle informazioni per attività di controllo nel
47% dei casi e di copertura delle informazioni a supporto della strategia nel 32% dei casi,
mentre le aziende con un modello di governo collegiale familiare o individuale hanno un
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alto grado di completezza per il controllo nel 19% dei casi e di copertura per la strategia
solo nel 16% di imprese.
Qual è il grado di completezza e e di copertura delle informazioni a
supporto del controllo e della strategia nella sua azienda?
70%
60%
50%
40%
38,2%
37,1%
31,5%
31,5%
36,0%
A - Basso
25,8%
30%
B - Medio
C - Alto
20%
10%
0%
Completezza per il controllo
Copertura per la strategia
Figura 7 – Il grado di completezza e di copertura delle informazioni
Le informazioni di cui oggi la sua azienda dispone per controllare le
prestazioni e decidere nel breve-medio termine sono prevalentemente
prodotte da:
50%
41,6%
40%
32,6%
30%
25,8%
20%
10%
0%
sistemi di Office
sistemi gestionali
sistemi di Business Intelligence
Figura 8 – La fonte delle informazioni aziendali
Dettagliando quali siano le soluzioni tecnologiche a supporto dei processi decisionali
aziendali, le aziende hanno risposto che nel 33% dei casi i fabbisogni informativi sono
coperti direttamente da funzionalità di reportistica disponibili all’interno del sistema
gestionale. Una porzione di aziende pari al 42% sostiene, invece, di disporre di sistemi
specializzati nella raccolta e integrazione, nell'analisi e nella presentazione efficace dei
dati per il controllo aziendale e per il supporto alle decisioni manageriali, riconducibili
ai sistemi di Business Intelligence. La restante parte, pari al 26%, gestisce, infine,
l’analisi delle informazioni in modo autonomo attraverso sistemi di produttività
individuale, quali il foglio elettronico. Questi risultati in parte sorprendono rispetto ai
giudizi mediamente bassi dati precedentemente alla qualità e alla completezza delle
informazioni per il controllo e le decisioni aziendali (figure 6, 7 e 8): il 42% di chi sostiene
di aver realizzato sistemi di BI evidentemente manifesta carenze in questi sistemi
derivanti da implementazioni non sempre di successo o da scoperture informative
conseguenti a loro volta da cattive analisi dei requisiti informativi. La tendenza attuale
alla progettazione dei sistemi di BI con tecniche “user-centriche”, prototipali, iterative e
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continue, è la risposta alle difficoltà che oggettivamente spesso si incontrano nella fase
di formalizzazione dei Business Requirement.
Interessanti elementi emergono dall’analisi delle fonti delle informazioni per
supportare i processi di controllo e presa di decisione correlata alla forma di governo
in uso nelle aziende. In particolare emerge come nelle aziende con un modello di
governo di tipo collegiale manageriale (caratterizzato dalla presenza di top manager
esterni alla famiglia in posizioni chiave), ci sia una maggiore presenza di sistemi di
Business Intelligence (54% dei casi), invece in aziende con modelli di governo
maggiormente incentrati sulla figura dell’imprenditore o della famiglia (modello
individuale e modello collegiale familiare) questa percentuale si riduce al 19%. In
secondo luogo, si evidenzia come le aziende con un modello individuale o collegiale
familiare utilizzino ancora in modo significativo gli strumenti di Office per scopi
direzionali (37,5%), mentre nelle aziende a governo collegiale manageriale la loro
rilevanza sia decisamente inferiore, solo il 19%. Infine, si evidenzia come le aziende con
un modello individuale o collegiale familiare utilizzino i sistemi gestionali per produrre
informazioni direzionali (44%), mentre nelle aziende a governo collegiale manageriale la
loro rilevanza sia decisamente inferiore, si assesta al 26%.
Ulteriori spunti di analisi emergono dall’incrocio di queste risposte con l’appartenenza
delle aziende ai diversi settori. I sistemi di Business Intelligence risultano infatti più
diffusi nei settori della Distribuzione (80%) e dei Servizi Finanziari (67%), mentre il
soddisfacimento dei fabbisogni di analisi e reportistica attraverso funzionalità del
sistema gestionale è più diffuso nei settori dell’industria discreta e continua.
Una diffusione sensibilmente maggiore dei sistemi di BI si rileva nelle imprese medie
rispetto a quelle piccole, ed è interessante notare come al diminuire delle dimensioni
aziendali, aumenti la percentuale di impiego di funzionalità di analisi e reportistica
proprie del sistema gestionale, mentre rimanga sostanzialmente invariato il peso
dell’impiego di strumenti di produttività individuale.
Le informazioni di cui oggi la sua azienda dispone per controllare le
prestazioni e decidere nel breve-medio termine sono prevalentemente
prodotte da:
60%
54,4%
50%
40%
43,8%
37,5%
26,3%
30%
20%
19,3%
18,8%
10%
0%
sistemi di Office
sistemi gestionali
Modello collegiale familiare e Modello Individuale
sistemi di Business Intelligence
Modello Collegiale manageriale
Figura 9 – La fonte delle informazioni aziendali per modello di governo
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Le informazioni di cui oggi la sua azienda dispone per controllare le
prestazioni e decidere nel breve-medio termine sono prevalentemente
prodotte da:
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Distribuzione
Financial Services
sistemi di Office
Industria Continua
sistemi gestionali
Industria Discreta PA, Utilities e Sanità
Servizi
sistemi di Business Intelligence
Figura 10 – La fonte delle informazioni aziendali per settore
L’orizzonte temporale coperto dai sistemi di BI è un altro aspetto interessante per
capire quale sia il reale fabbisogno. A conferma di un orientamento già noto a
ricercare soluzioni predittive e di supporto ai processi previsionali, quasi la metà delle
aziende (43%) considera che sia di massima rilevanza disporre di sistemi in grado di
formulare ipotesi sul futuro. Il dato è confermato dal fatto che, a fronte della stessa
domanda, solo il 20% delle aziende considera oggi rilevante avere a disposizione
sistemi che analizzano il passato e spiegano cosa è successo, ed ancor meno, 17%,
sistemi che analizzano il presente e spiegano cosa sta succedendo.
Interessante è l’incrocio di quest’ultima domanda, relativa all’orizzonte temporale di
maggior interesse delle analisi condotte sui flussi informativi aziendali a disposizione, e
la domanda precedente, sulla tipologia di sistemi oggi presenti in azienda a supporto di
tali attività. Da una parte è possibile verificare come l’incidenza delle aziende in cui la
principale fonte di informazioni è costituita dal sistema gestionale, cresce al crescere
della rilevanza attribuita a sistemi in grado di analizzare il passato e spiegare cosa è
successo. Non è, invece, possibile sostenere pienamente che le aziende che auspicano
sistemi rivolti al futuro e al “cosa succederà”, allo stesso tempo gestiscano le proprie
informazioni prevalentemente attraverso strumenti di Business Intelligence: da una
parte la percentuale delle aziende che dispongono di soluzioni di Business Intelligence
cresce al crescere della rilevanza attribuita alle soluzioni simulative e predittive;
dall’altra, però, nelle stesse aziende si registra un sostanziale equilibrio nell’utilizzo di
sistemi gestionali, di Business Intelligence e di produttività individuale. Quest’ultima
osservazione, e in particolare l’alta percentuale relativa di impiego di strumenti di Office,
si spiega con il fatto che le analisi e le previsioni sul futuro comportano la necessità di
disporre di una forte integrazione tra componenti tecnologiche e competenze di
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dominio (marketing, business development, etc.), spesso “fuse” insieme all’interno di
questi ambienti software di lavoro già ben conosciuti e percepiti come molto “usabili”.
Qual è il grado di rilevanza dei sistemi che spiegano il passato, di quelli
che spiegano il presente e di quelli che spiegano il futuro?
60%
47,7%
50%
43,2%
40%
43,2%
36,4%
35,2%
35,2%
A - Basso
30%
B - Medio
21,6%
20,5%
C - Alto
17,0%
20%
10%
0%
Passato
Presente
Futuro
Figura 11 – La rilevanza delle informazioni aziendali per analizzare il passato, il presente e il
futuro
Inoltre, se si correlano i sistemi di BI con diversi orizzonti temporali al modello di
governo, si può osservare che i due modelli considerati nell’indagine, differiscono in
modo significativo per l’importanza assegnata ai sistemi di BI orientati al futuro
(simulazioni, scenari, previsioni, predizioni, etc.). Infatti nel modello
individuale/familiare il 59% delle aziende attribuisce loro una rilevanza alta, mentre
nel modello collegiale manageriale tale percentuale scende al 33%.
Infine, è rilevante evidenziare i risultati derivanti dall’incrocio della domanda sulla
rilevanza attribuita dalle aziende a sistemi con capacità previsione e simulazione e il
settore di appartenenza delle aziende stesse.
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Qual è il grado di rilevanza dei sistemi che spiegano il passato, di quelli
che spiegano il presente e di quelli che spiegano il futuro?
59,4%
60%
53,1%
50%
43,8%
40%
31,3%
30%
25,0%
28,1%
A - Basso
25,0%
18,8%
20%
B - Medio
15,6%
C - Alto
10%
0%
Passato
Presente
Futuro
-10%
Aziende che hanno adottato un modello di governo collegiale familiare o individuale
Figura 12 – La rilevanza delle informazioni aziendali per analizzare il passato, il presente e il
futuro nelle aziende con un modello di governo collegiale familiare o individuale
Qual è il grado di rilevanza dei sistemi che spiegano il passato, di quelli
che spiegano il presente e di quelli che spiegano il futuro?
60%
50%
45,6%
42,1%
40%
38,6%
40,4%
38,6%
33,3%
30%
A - Basso
26,3%
B - Medio
19,3%
20%
15,8%
C - Alto
10%
0%
Passato
Presente
Futuro
Aziende che hanno adottato un modello di governo collegiale managerale
Figura 13 – La rilevanza delle informazioni aziendali per analizzare il passato, il presente e il
futuro nelle aziende con un modello di governo collegiale manageriale
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C - Alto
Distribuzione
Financial Services
Industria Continua
B - Medio
Industria Discreta
PA, Utilities e Sanità
Servizi
A - Basso
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Figura 14 – La rilevanza delle informazioni aziendali per analizzare il futuro, per settore
L’interesse per sistemi predittivi e di supporto a processi previsionali è maggiore nelle
aziende appartenenti al settore industriale, probabilmente per le esigenze sempre più
stringenti di pianificazione della capacità produttiva e programmazione di costi e
investimenti. Allo stesso modo tale interesse è progressivamente superiore al crescere
della dimensione aziendale: questo fenomeno è probabilmente da intendersi come
raggiungimento, da parte di queste aziende, della soglia di fatturato e dimensioni
critiche per intraprendere un cammino di espansione verso nuovi canali, nuovi mercati
e nuovi prodotti, indispensabile oggi per la sopravvivenza stessa dell’azienda,
soprattutto di piccole e medie dimensioni. In questo scenario l’interesse per strumenti
predittivi che permettano di sostenere e indirizzare scelte strategiche e politiche
commerciali è maggiormente sentito dalle aziende che hanno raggiunto dimensioni
medie.
Le prospettive della BI nelle imprese che non l’hanno ancora adottata
Come visto nel paragrafo precedente, il 58% delle imprese del campione dell’indagine
ha dichiarato di utilizzare sistemi di informatica individuale o report prodotti dai sistemi
gestionali per supportare le attività di controllo e il processo decisionale aziendale.
Le motivazione di questa non adozione dei sistemi di Business intelligence è in prima
istanza imputata alla mancanza di uno sponsor direzionale forte. Questa, insieme alla
mancanza di risorse IT interne o esterne, è sicuramente un indicatore della ridotta
disponibilità di competenze, sia dal lato del business, sia dal lato dei sistemi informativi,
per introdurre e gestire in azienda una tale tipologia di sistemi.
Anche l’aspetto economico emerge un ostacolo, da sempre discusso: la difficoltà, reale o
percepita, di quantificare l’impegno necessario nella progettazione dei sistemi di
Business Intelligence ancora oggi è un forte deterrente, soprattutto se a questa si
aggiunge la difficoltà di calcolare il ritorno dell’investimento.
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Sembra, invece, destare poca preoccupazione la qualità dei dati provenienti dai sistemi
gestionali, forse perché tema ormai molto bene presidiato, e la mancanza di best
practice nei settori di riferimento.
A suo avviso perché non sono ancora stati introdotti nella sua azienda
sistemi specifici per l'analisi e la visualizzazione dei dati (sistemi di
Business Intelligence)?
mancanza di un reale sponsor direzionale interno
39,1%
investimenti e costi crescenti e di difficile previsione
37,0%
scarsità di risorse competenti IT interne o esterne
30,4%
fisiologica mancanza di tempo da parte dei manager per
l'intelligence e l'analisi dei dati
26,1%
incapacità di gestire il processo di "change management"
sottostante
21,7%
tecnologie poco usabili dagli utenti
17,4%
difficile coinvolgimento della funzione
amministrativa/controller
13,0%
dati provenienti dal sistema amministrativo-gestionale
poco aggiornati o affidabili
10,9%
aspettative disattese ed insuccessi riportati da precedenti
esperienze
10,9%
mancanza di best practice e di benchmarking nel nostro
settore
8,7%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Figura 15 – Le motivazioni della non adozione dei sistemi di Business Intelligence
Persistono, inoltre, alcune preoccupazioni sulla capacità di gestire il necessario cambio
culturale e quindi il c.d. Change Management che questi sistemi richiedono.
Allo stesso modo alcuni considerano ancora queste tecnologie poco user-friendly,
questa osservazione può avere fondamento se rapportata a una possibile popolazione
utente non particolarmente abituata all’uso delle tecnologie in generale. Stesso discorso
può essere fatto in riferimento al fatto che più del 26% delle aziende del campione
indica, come ostacolo all’introduzione dei sistemi di Business Intelligence, la mancanza
di tempo da parte dei manager da dedicare proprio all’analisi dei dati. Questo dato può
essere letto utilizzando due chiavi di lettura: da un lato in questa tipologia di aziende
tutte le figure aziendali, anche quelle di più alto livello, sono assorbite molto
dall’operatività e, a meno di particolari problematiche o cambiamenti aziendali o di
mercato, si affidano alla loro profonda conoscenza dell’azienda e delle dinamiche di
mercato per prendere decisioni e definire le linee di azione aziendali; dall’altro lato la
poca conoscenza degli strumenti di Business Intelligence, li fa percepire come strumenti
molto complessi e laboriosi che richiedono l’investimento di numerose risorse di tempo
per poter ottenere dei risultati efficaci.
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Questi ostacoli però sono considerati superabili da circa il 70% delle aziende che ha,
infatti, comunque pianificato l’introduzione dei sistemi di Business Intelligence nel
breve e medio periodo. Di contro il 33% delle aziende non prevedono di investire in
questi sistemi.
Dall’analisi dei dati raccolti emerge come le aziende che intendono introdurre sistemi
di Business Intelligence in azienda sono decisamente orientate verso soluzioni
specifiche e generalmente non offerte dai loro attuali fornitori dei sistemi gestionali.
Questo è un forte segnale della consapevolezza che avere una buona expertise nel
mondo dei sistemi gestionali non è garanzia di altrettante riconosciute competenze
nel campo dei sistemi di BI. In aggiunta, probabilmente per diversificare il rischio, non
si vuole essere completamente dipendenti da un unico fornitore software.
Una parte delle aziende del campione, il 20,4 %, ritiene, invece, più opportuno
procedere alla realizzazione in casa di una soluzione perfettamente aderente alle
proprie esigenze. Infine molto ridotta è la percentuale di aziende che intende risolvere
i problemi di controllo e supporto decisionale con soluzioni di informatica individuale,
in particolare strumenti di Office.
Questo sottolinea ulteriormente la consapevolezza esistente sulla natura particolare e
specifica degli strumenti di Business Intelligence, che non possono e non devono essere
confusi con strumenti c.d. general purpose di informatica individuale.
Nella sua azienda l'introduzione di sistemi di Business Intelligence è:
40%
33,3%
33,3%
30%
18,8%
20%
14,6%
10%
0%
in corso di valutazione
prevista entro i prossimi
12 mesi
pianificata oltre l'anno
non prevista
Figura 16 - La pianificazione degli investimenti in sistemi di Business Intelligence
L'orientamento nella scelta dei sistemi di Business Intelligence sarà più
probabilmente verso l'adozione di:
strumenti di Office
10,2%
sistemi di BI realizzati in casa con sviluppo
prevalentemente custom
soluzioni specializzate di fornitori diversi dall'attuale
fornitore del sistema ERP
20,4%
51,0%
soluzioni del fornitore del sistema ERP
18,4%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Figura 17 – Le tipologie di sistemi di Business Intelligence
© 2011 Osservatorio BI – SDA Bocconi, School of Management; email: [email protected]
60%
15
Nella sua azienda, l'adozione di un sistema di Business Intelligence sarà:
la risposta ad un contesto competitivo sempre più
aggressivo
19,1%
la risposta all'evoluzione del business e
dell'organizzazione aziendale
66,0%
la naturale evoluzione del sistema ERP
14,9%
0%
20%
40%
60%
80%
Figura 18 – Le motivazioni che spingono all’adozione di sistemi di Business Intelligence
L’indagine evidenza, poi, come la scelta di introdurre i sistemi di Business Intelligence in
azienda sia soprattutto dettata da un’evoluzione dell’azienda stessa sia in termini di
aumento di complessità del business (dimensioni, internazionalizzazione,
diversificazione di prodotto e/o mercato, etc.) sia di cambiamento dell’organizzazione
aziendale (nuove strutture di vendita, creazione di funzioni centrali come sharedservices, nuove strutture di responsabilizzazione economica, etc.). Solo il 14,9% delle
aziende del campione, percepisce i sistemi di Business Intelligence come la naturale
evoluzione dei sistemi gestionali, percezione, invece, molto diffusa negli anni passati.
Lo sviluppo della BI nelle imprese che l’hanno già adottata
Il 41,6% delle aziende del campione hanno dichiarato di aver già adottato strumenti di
Business Intelligence nelle proprie aziende. In particolare dai dati raccolti emerge
come l’esperienza di più di un terzo delle aziende risalga a prima del 2004, il 33,3%
delle aziende hanno avviato l’introduzione di questi sistemi tra il 2004 e il 2006 e il
restante 30,6% ha iniziato questo percorso negli ultimi anni.
Per quanto riguarda le scelte fatte dalle aziende in termini di soluzioni, i risultati
confermano sostanzialmente quanto espresso dalle aziende che intendono adottare a
breve strumenti di Business Intelligence.
© 2011 Osservatorio Business Intelligence – SDA Bocconi, School of Management; www.sdabocconi.it/obi
16
In quale anno è stata introdotta la Business Intelligence nella sua
azienda?
40%
33,3%
30%
25,0%
20%
16,7%
13,9%
11,1%
10%
0%
prima del 2000
tra il 2000 e il 2003
tra il 2004 e il 2006
tra il 2007 e il 2009
dopo il 2009
Figura 19 – L’anzianità dei sistemi di Business Intelligence
L'orientamento nella scelta dei sistemi di Business Intelligence è stato
verso l'adozione di:
strumenti di Office
0,0%
sistemi di BI realizzati in casa con sviluppo
prevalentemente custom
31,0%
soluzioni specializzate di fornitori diversi dall'attuale
fornitore del sistema ERP
50,0%
soluzioni del fornitore del sistema ERP
19,0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Figura 20 - Le tipologie di sistemi di Business Intelligence
La metà delle aziende del campione ha, infatti, adottato soluzioni specializzate offerte
da fornitori diversi dai fornitori di sistemi gestionali, poco più di un terzo delle aziende
ha realizzato in casa il proprio sistema, il 19% invece si è appoggiato sulle soluzioni del
fornitore attuale dei sistemi gestionali e nessuno ha utilizzato strumenti di office. Allo
stesso modo la decisione di adottare soluzioni di Business Intelligence è stata, per la
maggioranza delle imprese del campione, dettata dall’evoluzione del business e
dell’organizzazione aziendale. Per il 21,6% delle aziende, invece, è la risposta
all’aumento di competitività del contesto in cui la proprio azienda opera. Infine il 13,5%
del campione la considera la naturale evoluzione dei sistemi gestionali. Anche in questo
caso si nota come ciò che è stato fatto e vissuto dalle aziende che hanno già esperienza
nei sistemi di Business Intelligence trova riscontro nelle intenzioni e nelle percezioni
delle aziende che devono ancora intraprendere questo percorso. Questo suggerisce un
processo di condivisione delle esperienze fatte e di conseguenza una trasmissione degli
elementi culturali di base più significativi che portano le aziende a “far tesoro” delle
esperienze delle altre aziende e ad affrontare il processo di adozione dei sistemi di
Business Intelligence, consci delle problematiche più comuni e delle modalità da
adottare per risolverle.
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17
L’analisi dei dati raccolti evidenza come l’IT manager abbia un ruolo centrale e proattivo
nella fase decisionale. Infatti, in quasi la metà delle aziende, questa figura è colui che ha
deciso l’introduzione dell’attuale sistema di Business Intelligence.
Nella sua azienda, l'adozione di un sistema di Business Intelligence è
stata:
la risposta ad un contesto competitivo sempre più
aggressivo
21,6%
la risposta all'evoluzione del business e dell'organizzazione
aziendale
64,9%
la naturale evoluzione del sistema ERP
13,5%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Figura 21 - Le motivazioni della necessità di disporre di sistemi di Business Intelligence
Chi ha deciso l'introduzione degli attuali sistemi di Business Intelligence?
un consulente IT esterno
2,4%
un consulente direzionale esterno
2,4%
l'IT manager
47,6%
il direttore amministrativo
11,9%
l'AD o il DG (non appartenente alla famiglia
imprenditoriale)
21,4%
l'imprenditore
14,3%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Figura 22 – La figura del decisore
Con una incidenza decisamente inferiore, il ruolo del decisore è ricoperto anche
dall’amministratore delegato (21,4%), dall’imprenditore (14,3%) o dal direttore
amministrativo (11,9%). Questi dati sottolineano come una tale decisione è presa
internamente all’azienda, ed eventuali consulenti esterni hanno un ruolo assolutamente
marginale o di supporto.
Non marginale però è il ruolo del partner IT nella fase di implementazione. In
particolare il suo contributo risiede principalmente nelle elevate competenze tecniche
e di prodotto e in una expertise sicuramente più ampia sulle modalità di
progettazione, realizzazione, avviamento e utilizzo dei sistemi di Business Intelligence.
Colpisce nuovamente la scarsa rilevanza assegnata ai metodi di progettazione agili, usercentrici, iterativi (11%), metodi oggi in forte diffusione soprattutto per la componente
dei sistemi di BI più decisionali (simulativi, scenari, modelli decisionali e predittivi, etc.),
forse ancora poco diffusi in questo segmento di aziende che rivolge la sua attenzione più
ai sistemi di reporting, analisi e KPI.
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18
Qual è stato il contributo del partner IT che ha implementato i sistemi di
Business Intelligence nella sua azienda?
competenze tecniche o di prodotto sw
50,0%
competenze più ampie di Business Intelligence
44,4%
project management
25,0%
advisor/consulente di business
22,2%
introduzione metodi di progetto snelli, veloci, iterativi,
prototipali
11,1%
altro
2,8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Figura 23 – Il contributo del partner IT
Minori sono, invece, i contributi di competenze di project management o di business
consulting: solo il 25% delle aziende ha intravvisto nel project management il valore
offerto dal partner IT, mentre il 22,2% gli riconosce un ruolo di consulente di business.
I benefici apportati dai sistemi di Business Intelligence dichiarati dalle aziende del
campione riguardano principalmente la qualità delle informazioni e la capacità di
interpretazione del business.
Più dell’80% delle aziende, infatti, indica un miglioramento della qualità delle
informazioni disponibili e quasi il 64% la possibilità di disporre di maggiori informazioni
in tempi minori con un aumento della capacità di rispondere a eventi imprevisti.
Il 72,2% delle aziende, invece, associa l’introduzione dei sistemi di Business Intelligence
a benefici in termini di aumento della capacità di controllo aziendale e alla possibilità di
applicare nuovi modelli interpretativi del business (nuove segmentazioni della clientela
target, nuove azioni commerciali collegate a nuovi mix di prodotti/canali a marginalità
superiore, varie forme di discriminazioni di prezzo, etc.).
L’analisi del grado di diffusione della Business Intelligence evidenzia come le aree
maggiormente coperte siano quelle del marketing, delle vendite, dell’amministrazione,
finanza e controllo e della direzione generale. Le aree con i gradi di diffusione minore
sono, invece, la produzione e la supply chain. Ciò nonostante, il grado di copertura non è
ancora ritenuto sufficiente e quindi le aziende del campione ritengono di dover
continuare a investire in queste aree.
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Nella sua azienda, quali benefici ha portato l'introduzione dei sistemi di
Business Intelligence?
miglioramento della qualità delle informazioni disponibili
80,6%
aumento della capacità di controllo e nuovi modelli di
interpretazione del business
72,2%
maggiore disponibilità di informazioni e in tempi minori e
maggiore reazione ad eventi imprevisti
63,9%
miglioramento della qualità dei dati nei sistemi gestionali
27,8%
aumento della capacità previsionale
19,4%
ideazione e lancio di nuovi business (nuovi
prodotti/servizi o nuovi mercati)
13,9%
miglioramento dei processi amministrativi (ad esempio
chiusure mensili)
11,1%
miglioramento della situazione finanziaria aziendale
5,6%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Figura 24 – I benefici portati dai sistemi di Business Intelligence
Si nota, infine, come si inizi a percepire l’esigenza di investire anche nell’area della
supply chain che, fino ad oggi, è stata sensibilmente più trascurata insieme alla
produzione in questo segmento di aziende.
Nella sua azienda qual è oggi il grado di
diffusione dei sistemi di Business Intelligence
nelle aree aziendali?
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Marketing e vendite
Amministrazione, Finanza e Controllo
Direzione Generale
Customer Service
Produzione e Operations
Supply Chain
Altro
Quali sono le aree in cui la sua azienda
dovrebbe investire di più in sistemi di
Business Intelligence?
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Marketing e vendite
Direzione Generale
Amministrazione, Finanza e Controllo
Supply Chain
Produzione e Operations
Customer Service
Altro
Figura 25 – Le linee di sviluppo della Business Intelligence in azienda
Partner della ricerca: Dialog Sistemi e Sinfo-One.
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