formato a colori - R3Sport - Università degli Studi Roma Tre

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formato a colori - R3Sport - Università degli Studi Roma Tre
Dona il sangue...
IL LEVRIERO - Mensile di informazione sportiva dell’Università degli Studi Roma Tre
ANNO 7 - numero 62 di aprile 2015
...dona la vita
Ora sì che si entra nel vivo…
di Diego Mariottini
…altrimenti che senso ha lo sport.
Aprile è un mese particolare sempre, quest’anno non fa certo eccezione, anzi. In questo mese ha inizio,
tanto per dirne una, il campionato
di calcio a 5 interdipartimentale.
Come tutti sappiamo, è un momento importante e molto sentito
nell’ambito della vita sportiva d’Ateneo. Fra l’altro questa è un’edizione
particolare, la decima, e la doppia
cifra offre testimonianza di un lavoro che negli anni ha dato e continua a dare frutti. E poi c’è anche il
torneo femminile, motivo di orgoglio ancor più forte per chi organizza
la competizione. Basti pensare che
anni fa il numero delle giocatrici a
Roma Tre si contava sulle dita di una
mano. Ora si possono includere
quasi 100 partecipanti. Del resto,
sono le crescite lente ma costanti
quelle che rimangono. Non gli exploit improvvisi. Segnaliamo anche
un’iniziativa particolare e secondo
noi particolarmente degna di nota:
“Correre verso la speranza”. Il titolo
può forse apparire retorico, ma dentro c’è l’impegno attivo e sincero di
Roma Tre per fornire un contributo
al miglioramento delle condizioni di
uno dei Paesi più martoriati al
mondo da fame, guerra civile e pessime condizioni generali: la Somalia.
Non sarà soltanto una giornata di dibattito e riflessione, ma anche una
gara di corsa organizzata dall’Ufficio
Iniziative Sportive tesa a sensibilizzare partecipanti e pubblico. Perché
voltarsi dall’altra parte non è soltanto un atto egoista. È pericoloso.
Andata e ritorno da Bardonecchia per lo Snow Break 2015”
Roma Tre ai primi posti nelle gare di sci e snowboard
In facoltà per Sport:
A Roma Tre i grandi nomi
del basket in carrozzina
italiano
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Intervista a Bruno Conti
“Lo sport palestra di vita”
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Secondo appuntamento con
“In Facoltà, per Sport”
http://R3sport.uniroma3.it
Il Levriero
A Roma Tre i grandi nomi del basket in carrozzina italiano
Lo sport non è solo un evento, una partita o un record da battere. Spesso è qualcosa che va al di là anche della semplice competizione.
Può rappresentare addirittura una forma di riscatto personale quando si vive una condizione particolare. E’ il caso di tanti atleti disabili,
che nella pratica sportiva hanno trovato un modo per affrontare meglio la vita. Questo il tema di fondo dell’incontro “Ruote a canestro.
Oltre i limiti con il basket. La conferenza, organizzata da Roma Tre con il patrocinio della FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina) e con la collaborazione di US Acli Roma e Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti), ha visto la partecipazione dell’élite della pallacanestro in carrozzina italiana. In questa disciplina il nostro Paese può vantare una sorta di eccellenza. Oltre alla Nazionale (campione
d’Europa nel 2005 e nel 2007), c’è il S. Lucia Roma, società dilettantistica arrivata al vertice in Italia e in Europa. L’evento è stato aperto
da Maria Stella Maglio Calà, vedova di Antonio Maglio, pioniere dello sport paralimpico italiano e promotore delle prime Paralimpiadi di
Roma 1960. La signora Maglio ha ricordato le origini dello sport per disabili e l’approccio umanitario che spinse il marito a dedicare attenzione a queste tematiche. A illustrare regole e curiosità sulla pallacanestro in carrozzina ha pensato Fabio Castellucci, preparatore atletico della Nazionale e allenatore della SS Lazio. Successivamente, è intervenuto il presidente della FIPIC, Fernando Zappile, che ha
denunciato una difficoltà nel reperimento di nuovi giovani da avviare alla pratica sportiva: “La comunicazione è scarsa e le istituzioni non
possono fornirci i nominativi di potenziali giocatori per motivi di privacy. Ci sarebbe bisogno di un grande passaparola per avvicinare i giovani alle attività. Per questo è importante ringraziare Roma Tre per averci dato un’opportunità di divulgare il nostro messaggio”. Su questo tema ha insistito anche Carlo Di Giusto, ex giocatore, allenatore del S. Lucia Roma e ct della Nazionale femminile, considerato la
leggenda italiana del basket in carrozzina: “In questo momento di difficoltà credo molto in quello che possono darci incontri di questo
tipo. Negli anni il nostro movimento è cresciuto grazie ai media, ma anche grazie a questi eventi”. Altro aspetto evidenziato dal coach è
stata la componente di condivisione dell’esperienza traumatica che l’attività sportiva può favorire: “Nel nostro sport è molto importante
il contributo che può dare un ragazzo che ha vissuto le nostre stesse esperienze. Per me, dopo 35 anni di basket, la vittoria più importante
è vedere un bambino di 8 anni che diventa protagonista allenandosi”. Era presente anche il capitano della Nazionale e del S. Lucia Roma,
Matteo Cavagnini. Dalle sue parole è risultato evidente quanto l’attività sportiva possa svolgere un ruolo fondamentale per convivere al
meglio con la disabilità: “Ho subito un incidente a 14 anni in cui ho perso un arto inferiore. Sognavo di fare il calciatore e il mio trauma più
grande era la consapevolezza di non poter più fare sport. Poi, per caso, ho incontrato a Brescia due ragazzi della squadra di basket in carrozzina della città che mi hanno coinvolto. Lì ho capito che questa poteva essere la mia vita”. Emblematiche anche le parole di Laura Morato, giocatrice della Nazionale femminile: “Giocare a basket mi ha aiutato tantissimo a superare il trauma della disabilità. Mi ha permesso
di ricostruirmi una vita. Sono una studentessa universitaria e spesso devo fare sacrifici per conciliare gli impegni, ma il basket è troppo importante per me.” Dunque, una mattinata passata
a Roma Tre con esempi di forza e di volontà. Lo sport visto dunque da una prospettiva diversa
dal solito. Come un aiuto per vivere una vita migliore. Un evento che è valso come una vera e
propria lezione, poco accademica, molto di vita. Senza buonismi, con autentica umanità.
Matteo Grassi
Il rapporto tra disabilità e sport Claudio Di Renzo (FIPIC): “Fondamentale il contributo di Roma Tre”
I limiti vanno superati e forse un passo avanti è stato fatto. “Ruote a canestro. Oltre i limiti con il basket” ha inteso approfondire il
rapporto fra sport e disabilità. I limiti del corpo non sempre corrispondono a quelli della volontà e lo dimostrano tutti quegli atleti
che, invece di lasciarsi abbattere dalla loro condizione, non abbandonano l’attività fisica, anzi si mettono in gioco in competizioni e
gare di ogni tipo. Il recente evento fa parte del ciclo di conferenze dal titolo “In Facoltà, per sport”, organizzato dall’Ufficio Iniziative
Sportive di Roma Tre. La parola a Claudio Di Renzo, responsabile della comunicazione FIPIC e moderatore del convegno.
Che cosa vi ha spinto a organizzare un evento su una tematica così delicata e a cui si dedica sempre poca attenzione?
L’incontro è nato dall’idea di inserire nel ciclo di incontri “In Facoltà, per sport” anche il mondo dello sport per disabili e in particolare
del basket in carrozzina. Era importante portare alla ribalta un segmento come quello che trattiamo. Tra l’altro, hanno partecipato
alcuni tra gli esponenti più rappresentativi di settore, il presidente federale Fernando Zappile, l’allenatore della nazionale femminile
e del Santa Lucia Roma Carlo Di Giusto, il preparatore atletico della nazionale maschile e allenatore della Lazio Fabio Castellucci e gli
atleti Matteo Cavagnini (capitano della Nazionale, ndr) e Laura Morato (giocatrice della Nazionale femminile, ndr). Ha parlato anche
la signora Maria Stella Maglio Calà, vedova di Antonio Maglio, creatore dei giochi paraolimpici nel 1960. Un parterre ampio per divulgare concetti fondamentali.
Quanto è importante il fatto che Roma Tre organizzi eventi di questo genere?
Il fatto che un’Università del livello di Roma Tre abbia deciso di dare spazio a uno sport paralimpico rappresenta un ulteriore passo
in avanti per elevare lo sport per disabili al livello che culturalmente e socialmente merita.
Alessandra Ricci
Il Levriero
Calcio a 5 in Ateneo
[email protected]
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Il “futsal” a Roma Tre, passione decennale
Roma Tre e il calcio a 5. Forse il giusto compromesso tra studio e pratica sportiva. Il futsal (come lo chiamano
i tecnici del settore) è la disciplina che da sempre è riuscita a catturare meglio l’interesse dell’Ateneo. Fin
dall’anno accademico 2004/2005 l’Ufficio Iniziative Sportive ha scelto il calcio a 5 come principale strumento
di propaganda sportiva all’interno dell’Università. Il primo evento per l’appunto fu dedicato esclusivamente
al personale dipendente e visto il successo e le numerose richieste pervenute, R3Sport ha poi dato vita
anche all’era dei tornei studenteschi. Ma perché così tanta partecipazione intorno a questa disciplina? Il calcio a 5 si distingue per dimensioni e tempistiche di gioco ridotte, velocità di pensiero e qualità tecnica (quando
c’è). È uno sport che appassiona chi lo pratica e chi lo osserva per i suoi repentini ribaltamenti, i contropiedi micidiali e la spettacolarità delle azioni. Non
si tratta soltanto di attività sportiva, bensì di estrema applicazione alle regole, ai dettati del mister e alla collaborazione di squadra. Se si aggiunge poi
un pizzico di follia, utile nel dribbling tanto quanto in passaggi visionari e in tiri fatali per il portiere, si ottiene la ricetta ideale per costruire il più classico dei giocatori di futsal. Roma Tre considera il calcio a 5 l’anello di congiunzione tra realtà accademica e mondo sportivo e grazie al suo impianto sportivo ‘le Torri’(specifico ed esclusivo per questa disciplina) riesce ogni anno a organizzare eventi rivolti a tutti gli appassionati. Le manifestazioni riservate
al futsal di Roma Tre, che tra tutte si distinguono per partecipazione e interesse, sono i campionati interdipartimentali, maschile e femminile. Sin dalla
loro istituzione i tornei hanno raccolto un numero sempre crescente di iscritti. Ogni anno i competitori si ritrovano sui campi da gioco per consolidare
il primato o per provare a superare i favoriti sul podio finale. Questi campionati danno la possibilità agli studenti di Roma Tre di sfidarsi sul manto verde
(quello sintetico) e di difendere i vessilli del proprio dipartimento. Il calcio a 5 d’Ateneo è comunque aperto anche ad altri tipi di eventi. Infatti nell’offerta di R3Sport sono presenti alcune attività che durante tutto l’anno accademico caratterizzano la pratica del futsal. Tra i più importanti ci sono i tornei maschile e femminile a iscrizione libera (senza vincolo di appartenenza dipartimentale), il memorial ‘Alessandro Frisoni’ (che coinvolge anche altre
università romane), il torneo delle matricole e quello per le scuole superiori. L’obiettivo comune è quello di consolidare il calcio a 5 come un’attività importante per gli studenti, appassionati o semplici curiosi che siano.
Campionato d’Ateneo
di calcio a 5
Al via la decima edizione
Il campionato interdipartimentale maschile di calcio a 5 raggiunge la
doppia cifra. È iniziata la X edizione di quello che è ormai un immancabile appuntamento nel calendario sportivo del nostro Ateneo. Molte le
nuove squadre iscritte alla competizione che, assieme ai veterani del
torneo, cercheranno di spodestare i campioni uscenti di Stracchino
Nonno Nanni. C'è stato modo di avere una piccola anteprima di quello
che potrebbe riservarci questo campionato. Quest'anno è stato il primo
a ospitare il torneo libero di calcio a 5 in cui, diversamente dal campionato che sta per partire, le squadre non hanno avuto vincoli dipartimentali per creare le rose dei partecipanti. È stato proprio questo
torneo, giunto al termine il 29 Gennaio scorso, a rivelarsi propedeutico
per la sfida nel campionato interdipartimentale. Una sorta di rodaggio
per squadre vecchie e nuove realtà. Anche il torneo libero ha visto Stracchino Nonno Nanni sul gradino più alto del podio, motivo in più per cominciare quest'altra tornata di calcio a 5 con il massimo dell‘agonismo
per tentare di rubare il titolo ai detentori. L'organizzazione è stata misteriosa sulla struttura che il torneo andrà ad assumere in questa edizione. Sembra che saranno mantenute le tre fasi classiche che hanno
caratterizzato le kermesse precedenti, con qualche dubbio sul destino
delle squadre alla fine della prima fase a gironi. In passato il torneo interdipartimentale ha raffinato una struttura che ha visto, subito dopo la
prima fase, una tornata successiva di play off e play out in base al piazzamento in classifica e, in ultimo, una ad eliminazione diretta che, dagli
ottavi di finale, procedeva spedita verso l'incoronazione del campione di
Ateneo. C'è da dire che anche quest'anno lo sforzo dell'organizzazione
per aumentare il numero dei partecipanti all'iniziativa è stato intenso. Il
mistero lasciato sulle fasi successive della competizione, e che verrà sicuramente svelato a giorni, può derivare dalla caccia fino all'ultimo secondo delle compagini ancora incerte. Con un numero di squadre più
ampio non è detto che l'architettura del campionato interdipartimentale
resti la stessa. Se anche dovesse cambiare qualche dettaglio strutturale,
non cambierà di certo lo spirito con il quale questa iniziativa è giunta
alla sua decima candelina. Restano in gioco l'aggregazione e il senso di
condivisione che un'occasione come questa ha sempre creato. Centinaia di studenti si dedicano con passione e spirito agonistico a questa decima edizione. Un anniversario che si festeggerà appieno a maggio, con
l'elezione del nuovo campione di Ateneo.
Jessica Appolloni
Calcio a 5 femminile
Daniele Fratini
Parte il campionato interdipartimentale
La primavera riapre le porte al calcio a 5 femminile. All’Università
Roma Tre, come da tradizione si terrà il campionato di Ateneo
presso il centro sportivo “Le Torri”. Come ogni anno le squadre,
divise per dipartimento, si affronteranno in un unico girone. Salvo
imprevisti, la competizione dovrebbe terminare con le finali del 21
Maggio. Ogni squadra è composta da un massimo di 15 elementi
che possono appartenere allo stesso dipartimento, includere 2 elementi “esterni” (di diverso dipartimento) o appartenenti alla stessa
area di riferimento oppure includere docenti e personale TAB del
proprio dipartimento. Nell’edizione passata, vincitrice indiscussa
è stata la squadra BILINGUE formata interamente da ragazze del
Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture straniere, che hanno
dimostrato sia la loro forza a livello tecnico che a livello di gruppo.
Spostando per un attimo lo sguardo al recente passato emerge
una nota curiosa: negli ultimi tre anni, nei quali si è svolto il torneo,
le squadre vincitrici erano appartenenti o al dipartimento di Lingue
o di Lettere. È comune pensare che le ragazze dedite agli studi letterari siano lontane dallo sport in generale, soprattutto da una disciplina tendenzialmente maschile come il calcio a 5, ma la realtà
smentisce questo stereotipo, almeno a Roma Tre. Per quanto riguarda le altre squadre, appare ancora sottodimensionata la presenza dei dipartimenti scientifico-matematico in particolar modo
di Architettura e Matematica. Gli organizzatori si augurano che i
campi delle “Torri” possano arrivare a coinvolgere più dipartimenti
possibili, di ambiti completamente diversi, creando più squadre, con la
possibilità di rendere il
campionato, se non migliore dal punto di vista
qualitativo, almeno più
ampio su quello della
partecipazione generale.
Rosarita Calabrese
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Il Levriero
Il Levriero
Snow Break 2015
Bardonecchia
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Andata e ritorno da Bardonecchia per lo Snow Break 2015
Come ogni anno lo University Snow Break giunge al termine e accompagna a casa i ragazzi di Roma Tre dopo un‘esperienza di sci e intrattenimento. Abbiamo pensato che nessuno come chi ha toccato con mano lo Snow Break possa raccontare meglio quello che è stato. È con
questo spirito che abbiamo chiesto a Federico Troncarelli, studente del DAMS alla sua prima partecipazione all’iniziativa sulla neve, di prestarci i suoi occhi per descrivere Bardonecchia 2015: “E’ stata una bella opportunità per svagarsi, avere un po’ di relax e godersela in compagnia. Poi, è logico, la quiete della montagna in confronto al caos romano regala un momento di respiro. L’unico contro è che è finita. È difficile
riaffacciarsi alla solita monotonia del quotidiano, con il traffico le lezioni e tutto, subito dopo una pausa così piacevole. Il top è stato in assoluto lo svago, sul modello dello spring break americano ma riportato sulle Alpi. Appena tornato da Bardonecchia avevo una lezione all’Università e i miei colleghi mi hanno ritrovato abbronzato e con il braccialetto (del villaggio, ndr) al polso. Quando mi hanno chiesto che cosa
avessi fatto gli ho detto: venite anche voi l’anno prossimo, vi obbligo a venire con me. E così ho detto a tutti i miei amici”. Sì, perché lo Snow
Break era aperto a tutti, anche agli esterni. In molti hanno approfittato di questa possibilità per portare con sé parenti e amici per fare
gruppo. Le attività promesse dall’organizzazione alla partenza hanno accontentato tutti: “L’Apres Sky e le serate sono state ottime, dice Federico, soprattutto per chi come me non se la sentiva di partecipare alle attività sulla pista, agonistiche e non. Ho provato a partecipare alla
gara ma ci ho ripensato dopo qualche caduta. Roma Tre nella classifica finale dello Snow Break 2015 si è piazzata seconda (2° e 3° posto nello
sci femminile, 2° posto nello sci maschile e 3° posto nello snowboard maschile, ndr). C’erano anche gruppi di altra nazionalità, ad esempio
un’Università russa e altre dai paesi dell’Est, che sono stati coinvolti nelle attività e nelle serate. L’ultima sera c’è stata una lotteria in cui io
purtroppo non ho vinto niente ma qualcuno si è portato a casa addirittura una Tv”. Il valore di questa iniziativa, che l’Ateneo proporrà anche
il prossimo anno, è la fusione dell’agonismo degli sport invernali con lo svago e il divertimento.
Un’occasione per tutti i ragazzi dell’Ateneo, ed eventualmente dei loro amici, per staccare la
spina dopo la sessione d’esami. Un valore aggiunto, e lo conferma Federico, è la meta. Un’esperienza di questo genere, che coniuga sport e divertimento, realizzata in una cornice come
quella di Bardonecchia, guadagna anche dal punto di vista turistico. E che si sia approfittato a
360° delle piste o ci si sia messi alla prova solo con quelle più adatte a principianti ed intermedi
il risultato non cambia. Un paesaggio che non capita a tutti di vedere, sia dal punto di vista naturale che da quello delle attrezzature sportive a disposizione.
Jessica Appolloni
Un campione Mundial
“Lo sport è palestra di vita”. Parola di
Bruno Conti
Una grande carriera da calciatore alle spalle, un percorso da allenatore,
un presente alla dirigenza sportiva. Bruno Conti, 60 anni appena compiuti, ha legato nome e cuore alla Roma, con la quale ha vinto lo scudetto nella stagione 1982-1983 insieme a Falcao, Di Bartolomei, Pruzzo
e gli altri. Ritiratosi nel 1991, decide di dedicarsi al settore giovanile
della Roma.
Bruno, dal punto di vista della formazione della persona, che cosa è
per lei lo sport?
Lo sport è una palestra di vita. Deve essere un contesto utile per l’insegnamento, per imparare educazione e rispetto delle regole, ma anche
per il divertimento. Questo discorso vale ovviamente per qualsiasi disciplina. Oggi c’è molta esasperazione fra i giovani. Essendo continuamente a contatto con loro noto che, non appena iniziano a conoscere
questo mondo, guardano rapidamente oltre, alla fama, ai soldi e a tutto
il resto, perdendo di vista valori importanti. Secondo me dobbiamo essere anche e soprattutto noi genitori e società sportive a far capire il sacrificio che ci vuole per ottenere qualcosa nella vita. Ecco, questo è il
mio impegno in qualità di responsabile del settore giovanile. Me ne occupo dal 1994 e sono, quindi, venti anni che porto avanti questo discorso.
All’estero, pensiamo soprattutto agli Stati Uniti, la porta d’accesso al
mondo sportivo è rappresentata dai college: quanto è importante
a suo avviso lo sport all’interno delle università?
Per me è molto importante, anche se a
volte la vita sembra insegnare che non
è detto che occorra andare all’università per diventare quello che si vuole
diventare. Nel mio caso, quando i ragazzi sono con noi all’interno del centro sportivo di Trigoria, cerchiamo di
educarli e di far capire loro cosa è il rispetto e quale è il comportamento per
riuscire nello sport. Trasmettiamo principi chiave alla base della nostra società, fra questi l’importanza dello
studio abbinato all’attività motoria.
Chiaramente deve poi esserci una continuità da parte della famiglia,
per far sì che questi insegnamenti non rimangano solo parole.
Se potesse trovare aiuto un domani nella formazione sportiva di suo
nipote, nel caso in cui il piccolo Bruno volesse frequentare l’università e l’università potesse offrirgli servizi adeguati, si riterrebbe soddisfatto?
Certamente si. La scuola è la priorità assoluta nella vita di ogni ragazzo
e non di meno l’università. È chiaro che, oltre ai servizi, devono esserci
persone competenti ed esempi validi, per far sì che i giovani possano
avere una crescita morale, culturale e anche sportiva. Ritengo che anche
in questo caso sia comunque importante il ruolo della famiglia. Se non
ci credono le famiglie, è difficile che possano farlo i ragazzi. E se i ragazzi non ci credono, non c’è struttura che tenga.
Alessandra Ricci
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Di corsa verso il futuro
Il Levriero
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Gare d’atletica e una conferenza per sensibilizzare sulle condizioni della Somalia
Il Corno d’Africa è in condizioni disperate e qualcosa bisogna fare. Guerra civile, fame, instabilità politica sono solo alcuni dei mali che lo affliggono. Roma Tre, con la forza della
parola e del gesto sportivo, cerca di mandare un messaggio. La gara podistica “Correre
verso la Speranza” si svolgerà il 29 Aprile presso lo stadio Alfredo Berra in via G. Verratti
snc. La manifestazione gode del patrocinio di Roma Capitale e si svolge sotto l’egida della
Federazione Italiana Di Atletica Leggera (Fidal). La giornata è stata suddivisa in due parti:
durante la mattinata si svolgeranno diverse gare. Tramite lo sport, che è dinamismo per
eccellenza, si vuole far vedere che qualcosa pian piano si muove. Gli atleti si sfideranno
in gare promozionali sui 1000 mt, sul miglio (1609 mt) e su 300 mt. Seguirà la parte più strettamente culturale, quella del pomeriggio, con la conferenza sul tema dell’immigrazione, portando come esempio la vicenda della giovane atleta olimpica somala Samia
Yusuf Omar morta nel 2012 in seguito a un incidente, nel barcone sul quale stava viaggiando dalla Libia verso le coste italiane. Lo
Start delle corse podistiche avverrà a mezzogiorno in punto con la gara dei 1000 mt., riservata ad alunni e alunne delle scuole secondarie di II grado di Roma e Provincia. A seguire, alle ore 13 avrà luogo la gara sulla distanza del miglio riservata a studenti universitari, docenti e personale dei vari Atenei Romani. Si continuerà con le gare sulla distanza del miglio, aperte a tutto il territorio.
Poi, per concludere, ci sarà una “camminata non competitiva” aperta a tutti e le gare sulla distanza dei 300 mt., aperte ai ragazzi nati
fra il 2001 e il 2003. Seguiranno le premiazioni. Con la consegna delle medaglie si concluderà la prima parte dell’evento. Avverrà poi
il passaggio dalla pista d’atletica all’Aula Magna di via Ostiense 234. Alle ore 15,30, puntualità organizzativa permettendo, si entrerà
nel vivo della discussione. “Correre verso la speranza” è intitolato alla memoria di Samia. Nata nel 1991, figlia di una venditrice di
frutta e di un uomo poi brutalmente ucciso, Samia era riuscita con molti sacrifici a partecipare alla gara dei 200 metri femminili alle
Olimpiadi di Pechino 2008. Era arrivata ultima, 32 secondi di fatica cui pochi fecero caso,
ma che la riempirono di gioia e soddisfazione. Tornò a Mogadiscio felice, era quasi un
simbolo della possibile rinascita del suo Paese: «È stata un’esperienza bellissima, ho portato la bandiera somala, ho sfilato con i migliori atleti del mondo». Quattro anni dopo, il
destino le riserva una storia completamente diversa. La vicenda di Samia è il giusto tramite per parlare di condizioni dei profughi e dei rifugiati, di rotte migratorie, di presupposti
per il ritorno in patria per milioni di persone e di condizioni generali del Terzo Mondo.
Non soltanto della Somalia.
Antonio Dell’Aquila e Daniele Fratini
A Roma Tre lo sport in marcia
per la rinascita della Somalia
Annarita Puglielli: “Lo sport è fondamentale per veicolare un messaggio di pace e di speranza.”
Roma Tre corre, o almeno ci prova. “Correre verso la speranza” si snoda fra lo Stadio Berra e l’Aula Magna di Lettere, per
sensibilizzare su tematiche quali l’immigrazione e le condizioni di vita in Somalia. Ne
parla la prof.ssa Annarita Puglielli, presidente del Centro di ricerca interdipartimentale di studi somali a Roma Tre e
promotrice dell’evento.
Quale è stata la scintilla che ha dato vita a
“Correre verso la speranza”?L’idea di fare
questo evento è nata dalla testimonianza
di uno studente di Roma Tre somalo. Zakaria Mohamed Ali è arrivato in Italia nel
2008 a Lampedusa. È venuto a Roma, ha
imparato a fare il regista, sta studiando
presso il nostro Ateneo per laurearsi in
scienze politiche e fa il mediatore culturale.
L’UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees), tramite la rappresen-
tante in Somalia Alessandra Morelli, ci ha
suggerito di organizzare un evento sulle tematiche dei rifugiati somali e noi ne abbiamo subito approfittato. Durante questo
evento sarà ricordata anche Samia Yusuf
Omar, una giovane atleta somala che ha
partecipato alle olimpiadi di Pechino nel
2008 e che è morta nel Mediterraneo a
largo di Malta nel 2012.
Il ruolo di Roma Tre…
All’Ateneo dobbiamo l’idea di costruire questo evento con una natura anche sportiva,
visto che è dedicata allo sport particolare
attenzione. Roma Tre si è prodigata nel
coinvolgere scuole e associazioni sportive,
lasciando spazio anche a gare di bambini
provenienti dalla Fidal.
Il significato del titolo scelto per l’evento…
Correre verso la speranza significa correre
via dalla Somalia per avere una chance di
vita migliore. Ma con la fuga non sempre si
risolvono i problemi e la voglia di rinascita,
indica anche il desiderio e il bisogno di ritornare in Somalia per ricostruirla.
In cosa consisterà l’evento e come sarà
suddiviso?
L’evento sarà articolato in due parti. La
mattina ci sarà la parte sportiva e le competizioni si svolgeranno presso lo Stadio Alfredo Berra fino alle ore 14; il pomeriggio
l’evento proseguirà nell’Aula Magna dalle
ore 15:30 alle ore 18:30. Il tutto sarà accompagnato dalla proiezione di materiali
informativi sulla Somalia e concluso da un
concerto di musica locale.
Quali saranno le testimonianze con cui
studenti di Roma Tre e non verranno a
contatto?
La conferenza pomeridiana prevede alcuni
interventi. Ad aprire il discorso sarà Monia
Czech, una studentessa di Roma Tre, che
condividerà i temi della propria tesi di laurea sul fenomeno dell’esodo dalla Somalia.
Prenderà poi la parola Zakaria, che mostrerà un corto da lui realizzato sulla storia
di un calciatore somalo giunto in Italia
come lui dal Mediterraneo, che cerca di inserirsi a Milano. Ci sarà poi l’intervento di
Alessandra Morelli, che parlerà del fenomeno contrario, ovvero dell’esperienza del
rientro dei rifugiati nella terra natia. Il concerto di Monica Cerri chiuderà l’evento.
Alessandra Ricci
[email protected]
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Tornei giornalieri gratuiti: Ranking Calcio
Calcio Balilla - dal lunedì al venerdì ore 12,00-19,00
Tornei giornalieri gratuiti: Ranking Tennis
Tennis TTav
avolo m/f - ogni venerdì ore 16,00-18,00
inizio To
orneo Tennis Singolo maschile
m
e femminile
femminile
presentazione del X Campionato di Ateneo di Calcio a 5 maschile
All in one day - 4° Torneo di Basket 3vs3 -Palestra Scuola Platone dalle ore 16,00
acoltà per Sport
3° incontro del ciclo In FFac
presentazione del libro di Donatello Santarone Trepido seguo il vostro gioco
Piazza della Repubblica 10 - Aula 39 - ore 10,00
All in one day - 2° Torneo di Tressette a coppie - Bar Dipartimento Giurisprudenza dalle
ore 16,00
2° Torneo Tennis Tavolo Maschile/Femminile - Palestra Scuola Platone dalle ore 16,00
Co
orrere per la speranza - in ricordo di Samia Yusuf Omar
ore 12,00 inizio delle gare - Stadio Alfredo Berra via Veratti snc
ore 16,00 Confferenza sul tema dell’immigrazione - Aula Magna via Ostiense 234
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E’ nata l’emittente ufficiale
dell’Ateneo
http://R3sport.uniroma3.it
Il Levriero
R3 Sport e Roma Tre Radio, occasione da sfruttare
Roma Tre continua a crescere. Anche l’Ateneo di via Ostiense, come già altri nella Capitale, si è dotato di una sua emittente radiofonica.
Roma Tre Radio è un progetto fortemente voluto dall’Università. Il principale artefice dell’iniziativa è il prof. Enrico Menduni, docente
del DAMS, che ricopre il ruolo di Direttore Responsabile. Ad affiancarlo in quest’avventura, altre figure dell’universo accademico di via
Ostiense. Il prof. Alessandro Neri, docente del Corso di Laurea di Ingegneria Informatica, è il Direttore Tecnico. Marta Perrotta, anche
lei docente del Dams, è invece la caporedattrice. La creazione di una radio d’Ateneo era nei progetti da diverso tempo. Adesso dalle parole si è passati ai fatti. Roma Tre Radio ha fatto il suo esordio “on air” lo scorso 11 dicembre, quando è stata trasmessa in diretta la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico. La radio, ascoltabile sul web al link radio.uniroma3.it, ha iniziato a trasmettere
regolarmente dal mese di marzo. Piuttosto ricco il palinsesto che, oltre a un programma mattutino generalista, propone trasmissioni tematiche su molti argomenti (cinema, musica, teatro). Ma quello che interessa maggiormente dal punto di vista delle iniziative sportive
d’Ateneo, è sicuramente la presenza di un programma riguardante le attività agonistiche. “Triplice Fischio”, questo il titolo, va in onda
il lunedì e il venerdì in orario 14-15. Oltre a notizie e approfondimenti su calcio e altro, c’è anche uno spazio appositamente dedicato
agli eventi organizzati da R3 Sport. Dunque, un’importante cassa di risonanza per le attività sportive che si tengono nella nostra Università.
Inoltre, non è raro che ci siano interventi in diretta di alcuni protagonisti delle competizioni
universitarie. È quanto accaduto, per esempio, con l’allenatore della rappresentativa maschile di calcio a 11 Daniele Cataloni. La trasmissione è gestita da una redazione giovane,
composta da studenti, laureandi e laureati di Roma Tre. Una vetrina che va sfruttata appieno, perché un pubblico sempre più vasto sia raggiunto dalle iniziative sportive d’Ateneo.
Un’interazione, quella tra R3 Sport e Roma Tre Radio, che potrà portare importanti benefici
se capitalizzata al meglio. Magari anche con la possibilità, in futuro, di una copertura in diretta delle principali competizioni organizzate all’interno dell’Università. Di sicuro, lo sport
a Roma Tre ha un alleato in più per diffondere la sua voce sul territorio.
Matteo Grassi
Sport e Alimentazione
Carboidrati “Sportivi”
È indubbio che un’alimentazione sana ed adeguata contribuisca al raggiungimento di una forma fisica ottimale, fondamentale nel rendimento atletico dei soggetti sportivi. Solo chi pratica attività sportiva a livello
agonistico “merita” tuttavia un regime dietetico particolare che dovrà tener conto dei dispendi energetici,
a volte anche molto elevati, legati al tipo di attività sportiva, e delle diverse esigenze nutrizionali dell’atleta.
Il fine è quello di promuovere il benessere psicofisico necessario per affrontare qualsiasi competizione. Non
a caso il medico sportivo nutrizionista ha assunto negli anni il ruolo del “preparatore atletico nutrizionale”. Infatti, mentre in passato si
tendeva a prescrivere regimi alimentari (a volte molto “originali” e “punitivi”) in vista della gara, oggi si pensa in modo più coscienzioso,
ad una vera preparazione nutrizionale dell’atleta da realizzare nell’arco dell’intera stagione sportiva. In linea di massima sono due le situazioni principali che il nutrizionista deve affrontare: la dieta per il periodo dell’allenamento, e quindi le abitudini da adottare quotidianamente, e la dieta per la gara, cioè adattamenti della razione alimentare da adottare in occasione di particolari eventi come i giorni
precedenti, durante e dopo la gara. In entrambi i casi la parola d’ordine è: prudenza!... la cosiddetta “dieta prudente” rappresenta una
vera e propria prevenzione per le malattie dismetaboliche e/o degenerative anche negli anni che seguono l’interruzione dell’attività
agonistica. Anche per lo sportivo - al pari della popolazione in generale- la quota maggiore della razione alimentare deve essere rappresentata dai carboidrati. I carboidrati infatti rappresentano il principale substrato energr. di
ore semanali di avità fisica
getico
per i muscoli in attività e forniscono una buona quantità di energia di pronta
carboidra/kg/die
utilizzazione. Sono quindi indicati tanto nei gesti sportivi rapidi ed intensi quanto nelle at3­5 h
4­5 gr/kr/die
tività protratte nel tempo. Nella tab. che segue le indicazioni dei medici sportivi riguardo
il fabbisogno giornaliero di carboidrati in gr per kg di peso corporeo in base alle ore di atti5­7 h
5­6 gr
vità fisica settimanali. Da considerare che la quantità di 2-3gr C/Kg peso corporeo/al
10 h (media 1­2 h al giorno)
6­7 gr
giorno è considerata la quantità minima per evitare lo stato di chetosi.Nelle fasi di preparazione alla maratona la quota può prevedere i 7-12 gr/kg/die. I carboidrati sono in20 h (media 2­3 h al giorno)
oltre 7 gr
fatti fondamentali per le riserve di glicogeno di cui parleremo a breve.
Daniela Basti
IL LEVRIERO
Testata registrata presso il Tribunale di Roma n.285 del
30 luglio 2009 (cartacea) e n.286 del 30 luglio 2009 (digitale)
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Hanno collaborato in questo numero
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