Italia - The European House

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Italia - The European House
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THE EUROPEAN HOUSE
AMBROSETTI
Summit Sudafrica – Italia 2015
Seconda edizione
Creare una comunità di leader per l’espansione della loro attività in entrambi i
paesi e rispettivi continenti.
1 e 2 ottobre 2015
Città del Capo, Sudafrica
Belmond Mount Nelson Hotel
Cena di gala:Le potenzialità e l’importanza strategica delle relazioni economiche, sociali e
culturali tra Sudafrica e Italia: il punto di vista di un entusiasta ‘cittadino’ italosudafricano.
INTERVENTO DI:
Maurizio Mariano – Avvocato, Co-fondatore e Direttore dello Studio BBM Law
Oggi abbiamo ascoltato le parole di esperti relatori circa l’enorme potenziale per
rafforzare ulteriormente le attuali relazioni tra Sudafrica e Italia. Ci hanno illustrato
quali sono le possibilità per sbloccare molte nuove opportunità di miglioramento dei
rapporti tra i due paesi a livello strategico, socio-economico e politico.
Ma lascerò che a spiegare e affrontare in maniera esaustiva questi aspetti tecnici
siano i nostri esperti relatori. Da parte mia, permettetemi di passare a un livello più
personale.
In questo preciso momento si sta aprendo la strada che conduce al riconoscimento
del potenziale per poter favorire lo sviluppo di importanti iniziative bilaterali.
Tuttavia, la domanda da porsi è: cosa rende un’iniziativa importante ed efficace?
Il vantaggio economico che ne può conseguire? O forse si misura in base alle
capacità e conoscenze che possono essere condivise? Oppure il successo di
un’iniziativa dipende da quanto questa permette a un determinato settore di
crescere e innovarsi? O forse dai crescenti volumi e livelli degli scambi commerciali?
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Sono molti i modi per misurare il successo quando l’obiettivo è colmare il divario tra
due paesi. Ma il più importante di tutti è il segno che viene lasciato su ogni cittadino
di entrambe le nazioni e l’impatto che il cambiamento avrà su quello che ogni
cittadino lascerà in consegna agli altri:
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Nel 2013, la leggendaria Nazionale italiana di calcio, vincitrice del campionato
del mondo nel 1982, è volata in Sudafrica per allenare più di 1000 bambini di
diverse township. I bambini meno fortunati del Sudafrica hanno così potuto
acquisire certe abilità calcistiche dai campioni del mondo; tuttavia, non è
stato questo a decretare il successo dell'iniziativa: è stata un successo perché
nel cuore di quei bambini è nato ed è stato alimentato un sogno.
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La visita di Umbria Jazz per organizzare seminari sul jazz nelle township di
Johannesburg nel 2014 non è stata solo incentrata sul jazz suonato durante
quei corsi ma su quello che sarà suonato altrove nel futuro da coloro che
hanno ascoltato, visto e sognato quelle melodie. Il Gauteng ha appena siglato
un accordo di cooperazione con la regione Umbria e ne stipulerà presto un
altro con l’Emilia Romagna per permettere a un numero maggiore di persone
di vedere, sentire, condividere e sognare ciò che ancora non esiste nei loro
cuori…
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Ogni anno, Vincenzo Schioppa Narrante, l’ambasciatore italiano a Pretoria,
che ha veramente a cuore i bambini indigenti, organizza l’Italian
Ambassador’s Perennial Trophy, una regata di beneficienza. Si tratta di
un’occasione di condivisione dei valori dell’arte della navigazione con decine
di giovani provenienti dalle zone più povere di Città del Capo.
Durante la regata dell’anno scorso, i giovani marinai sono potuti salire a
bordo delle grandi imbarcazioni in gara e hanno avuto la possibilità di
condividere la loro passione e le loro capacità con skipper esperti; ciò ha
anche permesso loro di esplorare orizzonti che prima ritenevano
irraggiungibili.
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A maggio 2015, l’Ambasciata italiana, il Dipartimento di scienze e tecnologie
del Sudafrica e l’Agenzia Spaziale Italiana hanno organizzato un collegamento
via radio in diretta tra l’astronauta Samantha Cristoforetti e gli studenti della
Sol Plaatje High School di Mafikeng. Mentre parlavano con Astro Samantha,
ai ragazzi i limiti del cielo non sembravano più così lontani.
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Molti anni fa, nel 1970, l'italiano Giuseppe Soncini di Reggio Emilia ha
instaurato uno stretto rapporto di collaborazione con Anthony Mongalo, un
rappresentate dell’ANC (il Congresso Nazionale Africano), scappato dal
Sudafrica, prendendolo sotto la sua ala. Un unico, piccolo gesto in un
momento in cui un'azione del genere non si era mai vista e non solo poteva
essere scomoda, ma addirittura risultare impopolare in gran parte d’Italia. Di
conseguenza, il 26 giugno 1977 la città di Reggio Emilia, nella persona del
sindaco Ugo Benassi, e l’ANC, nella persona del Presidente Oliver Tambo,
hanno siglato un patto di gemellaggio.
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Un’intera generazione dopo, in ottobre 2013, l’ambasciatrice sudafricana in
Italia, Nomatemba Tambo – la figlia di Oliver Tambo – ha organizzato il
viaggio di alcuni ragazzi da Gugulethu, una township di Città del Capo, a
Reggio Emilia, dove sono stati ospiti di alcune famiglie e hanno avuto la
possibilità di imparare la cultura italiana, la storia della città e alcune nozioni
di calcio.
Mentre visitavano il parco della pace dedicato a Oliver Tambo, quello
intitolato a Nelson Mandela e mentre percorrevano via Albert Lutuli, il capo
del movimento nazionalista sudafricano, i ragazzi hanno visto e sono forse
riusciti a sentirsi parte di un mondo più ampio e connesso .
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Un uomo, un piccolo gesto. Un impatto che coinvolge migliaia di persone di
generazioni diverse.
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Non dovremmo mai sottovalutare l’impatto dei sogni e dei valori delle
persone e quello delle singole azioni per realizzarli; potremmo non vederne
subito l’effetto, ma la loro risonanza potrebbe essere percepita in posti o
momenti diversi, quando ormai del singolo gesto non si ricorda più nessuno.
Un gesto compiuto oggi apparentemente di scarsa importanza potrebbe
tradursi nel breve termine in un ritorno economico o sociale immediato, ma
potrebbe anche cambiare la visione, i sogni e il cammino delle generazioni
future.
In questa sede parleremo di prendere decisioni e compiere cambiamenti politici e
dare il via a iniziative commerciali. Tuttavia, in ultima analisi, questi cambiamenti
non sono decisi dalle organizzazioni o dalle nazioni; è il lavoro di squadra di tanti
singoli cittadini che si sono impegnati a fare qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo.
Ma cosa ci spinge a lasciare la strada conosciuta e forse più comoda per decidere di
intraprendere qualcosa di rischioso?
Il fatto che la gente deve sapere che c’è la possibilità di realizzare i propri sogni. Le
nazioni, le organizzazioni e le istituzioni non sognano, ma le persone che ne fanno
parte sì. Tutti noi abbiamo sogni. Ognuno di noi desidera la prosperità che può
assumere forme diverse a seconda delle persone: è l’eterna ricerca di un futuro
migliore.
La call to action che lanciamo a questo Summit è, fondamentalmente, di tipo
individuale.
Quindi perché un cittadino italiano o uno sudafricano dovrebbero decidere di
lasciare il proprio paese d’origine e credere di poter crescere e prosperare nella
nazione dell’altro o portarvi la propria attività?
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Come ben sapete, la nostra indole è quella di gravitare intorno al concetto di
‘identità’, per la nostra personale sopravvivenza e sicurezza, giusto o sbagliato che
sia. Per esempio, il cucciolo di zebra che si perde e si ritrova da solo sa per istinto che
non deve unirsi al gruppo di iene, ma deve spostarsi verso un altro branco di zebre.
Nonostante gli 8.000 kilometri che separano Sudafrica e Italia, le due nazioni non
sono poi così lontane:
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Tutte e due hanno sofferto forti squilibri a livello culturale e governativo ed
entrambi i popoli sono stati vittime di un sistema ingiusto che ha attaccato la
trama dei loro valori. In risposta a questa situazione, entrambe le nazioni
sono fortemente impegnate nella promozione di pari opportunità e
trattamenti equi, e nell’avvio di uno spirito di sviluppo d’impresa.
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Entrambi i popoli hanno dovuto essere molto indulgenti.
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Il rispetto per i nostri anziani, i nostri antenati e le nostre famiglie, il rispetto
per la figura della madre e per tutta la comunità sono valori molto saldi sia
nel popolo sudafricano sia in quello italiano.
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Sin dal loro arrivo in Sudafrica nel 1688 esistono testimonianze del
coinvolgimento e contributo degli italiani sia a livello economico che sociale.
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Entrambi i popoli ritengono che lavorare solo per un tornaconto o successo
personale sia qualcosa di disonorevole. Il lavoro nobilita: Il lavoro è vita e la
vita è ciò che si condivide con gli altri e ciò che si lascia alle generazioni future.
La vera ricompensa sta nei cuori di chi è in grado di comprendere e
condividere gli sforzi compiuti. Potremmo non capirne il pieno valore adesso,
ma lo comprenderemo nel tempo.
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Gli italo-sudafricani oggi sono dottori, avvocati, ingegneri e sognatori E siamo
tutti parte di una comunità.
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Le persone arrivate nel 1688 l’hanno fatto in un momento molto diverso.
Stavano cercando una nuova casa, volevano creare una nuova vita e un
futuro per le loro famiglie e le generazioni a venire. Ci hanno spianato la
strada, aiutandoci a consolidare la posizione dell’Italia in Sudafrica.
Oggi la comunità italiana in Sudafrica non solo è riconosciuta, ma è anche
accolta e rispettata.
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Gli italiani sono una presenza costante nell’ambito della storia del Sudafrica.
Eravamo qui tanto tempo fa e ci siamo ora, siamo in 35.000, un numero
importante e in crescita, e ci saremo anche tra cent’anni. Non viviamo e
lavoriamo con i Sudafricani. Viviamo e lavoriamo come italo-sudafricani.
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Nel campo di Zonderwater, nella città di Cullinan, si trova un cimitero in cui
sono sepolti i soldati italiani morti durante la seconda guerra mondiale. Ogni
anno, la prima domenica di novembre, la comunità italiana si ritrova a
Cullinan per celebrare e rendere omaggio ai nostri antenati che sono morti
qui.
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Gli italiani che vivono in Sudafrica non hanno dovuto rinunciare alla loro
cultura. Anzi: la cultura italiana viene celebrata; i Sudafricani amano le
automobili italiane, così come la moda, lo sport e il cibo del Bel Paese; non da
ultimo condividiamo la passione per il jazz. Il gruppo Ferrero sta piantando
noccioli in Sudafrica per iniziare a produrre qui il cioccolato.
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Tre settimane fa, durante una visita in Italia della delegazione del governo
provinciale del Gauteng, una delle delegate si è commossa assaggiando gli
spinaci in un tipico paese italiano. Ha detto che avevano lo stesso sapore
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degli spinaci che aveva mangiato nella Repubblica del Venda da bambina e
che non era mai riuscita a gustare lo stesso sapore da nessun’altra parte.
I grandi cambiamenti sono fatti da piccoli gesti individuali che per qualcuno hanno
un grande significato e che aiutano a compiere un passo verso la realizzazione dei
propri sogni di prosperità.
Alcune conversazioni possono tenersi nell’ambito di un Summit e riguardano le
nazioni, altre coinvolgono due persone o piccoli gruppi di gente. Eppure il dialogo più
importante è quello che fate con voi stessi: è questo il vero game changer, quello
che alla fine lascerà il segno sulle generazioni future.
Sono qui stasera come entusiasta cittadino di entrambe le nazioni. Sono nato in
Sudafrica, dove i miei genitori sono emigrati negli anni '50. La mia carne è italiana e
nel mio corpo scorre sangue italiano, ma il mio primo respiro è stato in Sudafrica.
Sono qui di fronte a voi come orgoglioso italo-sudafricano, sono fortemente
impegnato in entrambe le nazioni ed è forte il riscontro che proviene dai rapporti
instaurati e che continueranno a rafforzarsi.
Sono anche la testimonianza che non è necessario far smettere di battere il proprio
cuore in una nazione per farlo battere in un’altra, con uguale passione, orgoglio e
sogno di prosperità.
Saluto e ringrazio ognuno di voi!