Protocollo di sicurezza per laboratori biologici - Cuprel

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Protocollo di sicurezza per laboratori biologici - Cuprel
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA
CUPreL
Centro Universitario per lo Studio e lo Sviluppo dei Sistemi di Prevenzione
e Protezione dei Lavoratori
Presidente: Prof. Giuseppe Battista
PROTOCOLLO DI SICUREZZA PER
LABORATORIO BIOLOGICO
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53100 Siena - Via dei Tufi, 1 - tel. 0577 586753 - fax 0577 586148 – e-mail: [email protected]
- INDICE -
- Premessa
..............................................................................................
pag.
1
norme generali di comportamento...........................................................
pag.
2
2. La protezione del corpo in laboratorio..................................................
pag.
4
3. Il corretto impiego delle attrezzature di laboratorio .............................
pag.
6
3.1 Pipette ............................................................................................
pag.
6
3.2 Cappe biologiche ...........................................................................
pag.
6
3.3 Centrifughe ....................................................................................
pag.
6
3.4 Frigoriferi.......................................................................................
pag.
7
pag.
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1. Regole per accedere al laboratorio e
4. Procedure da seguire in caso di emergenze o
incidenti in laboratorio..........................................................................
- Premessa
Nei laboratori il controllo del rischio biologico viene abitualmente affrontato attraverso
la definizione e l’adozione di misure di prevenzione; è comunque indispensabile mantenere
un adeguato livello di formazione/informazione del personale a scopo preventivo.
In un laboratorio dove si manipola materiale biologico la contaminazione può avvenire
tramite:
˘
aerosol (si possono generare attraverso la manipolazione di liquidi, la
frammentazione di tessuti, la preparazione di piastre batteriche, l’uso improprio di
attrezzature di laboratorio, etc.);
˘
ingestione (es. pipettando a bocca o mangiando o bevendo all’interno del
laboratorio);
˘
contatto diretto con parti del corpo esposte (faccia, occhi) attraverso schizzi
generati da agitazioni violente, dall’uso di siringhe o per versamento di liquidi;
˘
inoculazione delle mucose (in modo accidentale - per puntura o taglio della cute con
strumenti infetti od oggetti acuminati quali aghi, bisturi o vetreria rotta).
Le pagine seguenti riportano il protocollo di sicurezza a cui il personale deve attenersi.
È compito del Responsabile del Laboratorio sorvegliare se le procedure di laboratorio
vengano seguite correttamente.
Il protocollo è così suddiviso:
∗
regole per accedere al laboratorio e norme generali di comportamento;
∗
la protezione del corpo in laboratorio;
∗
il corretto impiego delle attrezzature di laboratorio;
∗
procedure da seguire in caso di emergenze o incidenti in laboratorio.
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1. Regole per accedere al laboratorio e norme generali di comportamento
-
L’accesso deve essere consentito solo al personale autorizzato; sulle porte dei
laboratori deve essere affisso il simbolo internazionale di rischio biologico;
BIOHAZARD
ACCESSO CONSENTITO SOLO AL PERSONALE AUTORIZZATO
Responsabile della ricerca:
In caso di emergenza contattare:
Tel. Ufficio: (int.)
Numeri Utili: soccorso sanitario 118 – vigili del fuoco 115
L’autorizzazione all’accesso va richiesta al
responsabile del laboratorio
-
nelle aree di lavoro del laboratorio non deve essere permesso mangiare, bere,
fumare, conservare cibo e applicarsi cosmetici; è sconsigliato l’uso di lenti a
contatto;
-
su ognuno dei contenitori utilizzati deve essere indicato, in modo indelebile, il
nome scientifico dei materiali contenuti, i nominativi dell’operatore che li ha
riposti e la data. I contenitori di materiali non identificabili devono essere
smaltiti secondo le procedure previste per la gestione dei rifiuti speciali;
-
nei contenitori non devono essere conservate sostanze diverse da quelle
indicate nell’etichetta;
-
le etichette non devono essere inumidite con la saliva;
2
-
il laboratorio va tenuto pulito, in ordine e sgombro da qualsiasi oggetto non
pertinente al lavoro;
-
le superfici di lavoro devono essere decontaminate con un germicida chimico
appropriato almeno una volta al giorno e, in ogni caso, dopo ogni spargimento
di materiale;
-
nelle aree di lavoro del laboratorio devono essere ammesse soltanto persone che
siano state formate e avvertite dei potenziali rischi; conservare tutta la
documentazione comprovante l’avvenuta formazione;
-
le porte del laboratorio vanno tenute chiuse durante il lavoro;
-
in tutti i casi di versamento di liquidi, di incidente e di esposizioni a materiale
biologico deve essere immediatamente avvisato il responsabile del laboratorio e
deve essere tenuta una comunicazione scritta di tali accadimenti;
-
devono essere sempre a disposizione i libretti di istruzione delle
apparecchiature/attrezzature utilizzate.
I laboratori possono essere oggetto di attenzione da parte di malintenzionati,
pertanto, è opportuno che vengano adottate procedure che consentano di evitare eccessive
duplicazioni delle chiavi realizzando sistemi di accesso controllato alle aree dove sono
utilizzati e conservati agenti biologici.
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2. La protezione del corpo in laboratorio
-
Durante il lavoro in laboratorio devono essere indossati camici appositi con
maniche lunghe, pantaloni e scarpe chiuse; gli indumenti di lavoro non devono
essere indossati in aree diverse da quella dei laboratori, quali uffici, studi, sale
di letture, bar, etc.;
-
gli indumenti protettivi di laboratorio non vanno tenuti negli stessi armadi degli
abiti normali;
-
quando necessario, per proteggere gli occhi e la faccia da spruzzi o oggetti
contundenti, devono essere indossati occhiali di sicurezza e/o schermi
paraschizzi;
-
in tutte quelle procedure che comportino il rischio di contatto diretto
accidentale con sangue o altri materiali biologici devono essere indossati guanti
adeguati al lavoro che si svolge. Dopo l’uso i guanti devono essere tolti in
modo da non contaminare la cute e smaltiti con gli altri rifiuti;
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-
in caso di visibile contaminazione, i dispositivi devono essere sostituiti e
rimossi con analoghe procedure;
-
lavarsi sempre le mani al termine delle operazioni;
-
gli operatori che presentano dermatiti o altre lesioni sulle mani e che potrebbero
avere un contatto con materiali potenzialmente infetti devono indossare guanti
protettivi in tutte le fasi di lavoro.
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3. Il corretto impiego delle attrezzature di laboratorio
3.1. PIPETTE
Devono essere utilizzate propipette per evitare la pipettazione a bocca:
-
tutte le propipette devono essere dotate di eiettore del puntale; quest’ultimo
deve essere eliminato insieme agli altri rifiuti speciali;
-
le micropipette devono essere sempre mantenute in posizione verticale e mai
adagiate sul banco di lavoro;
-
la movimentazione dei campioni all’interno del laboratorio, per sottoporli alle
varie fasi della lavorazione, deve avvenire in contenitori di materiale
infrangibile, con tappo a tenuta, correttamente etichettato per facilitarne
l’identificazione. Per evitare perdite e sversamenti accidentali, detti contenitori
devono essere trasportati in speciali contenitori secondari che assicurino la
posizione verticale del campione.
3.2 CAPPE BIOLOGICHE
Per un corretto utilizzo delle cappe biologiche occorre
attenersi alle seguenti
indicazioni.
-
cappe di sicurezza biologica di classe 2 da utilizzarsi anche ogni qual volta
vengono
eseguite operazioni in cui può liberarsi aerosol (centrifugazione,
agitazione meccanica, etc.); per un buon uso della cappa biologica si
raccomanda la seguente procedura;
∗ accendere la cappa 15 minuti prima dell’inizio delle operazioni;
∗ accertarsi che il saliscendi, se presente, non permetta un’apertura superiore
ai 20 cm, salvo diversa disposizione della casa produttrice;
∗ disinfettare la superficie interna e posizionare un contenitore per rifiuti in
modo che non ostacoli il flusso dell’aria;
∗ ridurre al minimo gli strumenti e i reagenti sotto cappa e trasferirli
ermeticamente chiusi in contenitori di maggiori dimensioni;
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∗ non usare bunsen o altri tipi di bruciatori sotto le cappe di tipo II e III (l’aria
calda
indotta
può
deviare
il
regolare
flusso
interno,
causando
contaminazione sia nell’area di lavoro che nell’ambiente esterno, nonché
danni ai filtri HEPA);
∗ pulire sempre con cura alla fine di ogni operazione il ripiano della cappa con
disinfettante.
3.3 CENTRIFUGHE
Per un buon uso delle centrifughe occorre tener presente le seguenti considerazioni:
∗ posizionare le centrifughe in modo che siano accessibili a tutto il personale;
∗ seguire le indicazioni riportate sul manuale
di istruzioni ed effettuare
periodica manutenzione;
∗ bilanciare i contenitori e gli accessori da centrifuga con liquidi non
corrosivi;
∗ utilizzare provette da centrifuga di vetro a pareti spesse o di plastica con
tappi a vite contrassegnate secondo un codice stabilito;
∗ sigillare debitamente le provette per evitare la diffusione di eventuali
aerosol;
∗ espellere il liquido in eccesso e le bolle d’aria dentro a un batuffolo di
cotone inumidito con un disinfettante adatto o in una boccetta contenente
cotone sterile tenendo la siringa in posizione verticale;
∗ decontaminare regolarmente l’interno delle centrifughe, i contenitori e gli
accessori.
3.4 FRIGORIFERI
Nell’utilizzo di frigoriferi, congelatori e contenitori di azoto liquido occorre tenere
presente le seguenti indicazioni:
∗ non aprirli frequentemente ed inutilmente;
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∗ installare i frigoriferi e i congelatori lontano da fonti di calore e staccati
dalla parete;
∗ utilizzare contenitori adatti a sopportare le basse temperature richieste per la
conservazione del materiale;
∗ etichettare chiaramente tutti i contenitori con informazioni su contenuto,
operatore e data;
∗ in aggiunta ai guanti per la protezione biologica indossare guanti di
protezione per basse temperature per estrarre i campioni conservati a –80° C
e in azoto liquido, visiera facciale e grembiule per evitare le ustioni da
freddo. Inoltre i contenitori con azoto liquido devono essere tenuti in
ambienti abbondantemente ventilato
in modo da prevenire possibili
incidenti determinati da asfissia per spostamento dell’ossigeno da parte
dell’azoto;
∗ apporre all’esterno del frigorifero il nome della persona da contattare in caso
di guasto,
∗ pulire e disinfettare periodicamente i frigoriferi; durante questa operazione
accertarsi che sia staccata la spina e indossare una protezione per il viso e i
guanti in gomma;
∗ utilizzare pinze per asportare contenitori rotti o frammenti di vetro e
plastica.
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4. Procedure da seguire in caso di emergenze o incidenti in laboratorio.
•
spargimento di materiale infetto;
indossare due paia di guanti
coprire con un pezzo di stoffa o carta assorbente imbevuto di disinfettante
lasciare agire per ameno 30 minuti
prelevare la stoffa o la carta e il materiale danneggiato con una paletta ed
eliminare in appositi contenitori per rifiuti biologici
maneggiare i frammenti di vetro con le pinze
pulire e disinfettare la superficie contaminata
autoclavare o immergere per 24 ore nel disinfettante tutto il materiale
utilizzato
in caso di contaminazione di documenti, copiare le informazioni su un altro
foglio e gettare l’originale nel contenitore per rifiuti biologici
•
esposizione a materiale biologico
˘ in caso di puntura o taglio:
aumentare il sanguinamento
detergere con acqua e sapone
disinfettare la ferita con prodotto a base di cloro o di iodio
˘ in caso di contatto con mucosa orale:
lavare il viso con acqua
risciacquare la bocca con acqua e prodotto a base di cloro
˘ in caso di contatto cutaneo
lavare la zona con acqua e sapone
˘ in caso di schizzo negli occhi
sciacquare gli occhi con acqua 8tramite doccia lavaocchi)
Informare il responsabile del laboratorio dell’accaduto e recarsi al pronto soccorso
per l’esecuzione degli interventi di prevenzione immediati.
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•
fuoriuscita accidentale, all'esterno della cappa di sicurezza biologica, di aerosol
potenzialmente infetti;
tutte le persone devono immediatamente evacuare l’area contaminata
il responsabile del laboratorio deve essere immediatamente informato
chiudere la stanza ed applicare sulla porta avvisi di zona contaminata e di
divieto di ingresso
non entrare nel laboratorio per almeno un’ora per permettere all’aereosol di
depositarsi
indossare indumenti protettivi e protezioni delle vie respiratorie adeguate e
procedere alla decontaminazione, sotto la supervisione del responsabile del
laboratorio
consultare un medico se necessario
•
rottura di provette o di altri contenitori all’interno di centrifughe
fermare il motore e lasciare la centrifuga chiusa per almeno 30 minuti
indossare guanti possibilmente di gomma spessa
aprire sotto cappa di sicurezza biologica i rotori o i contenitori a tenuta
recuperare i frammenti di vetro o plastica utilizzando le pinze
autoclavare o immergere in un disinfettante per 24 ore tutte le provette
rotte, i frammenti di vetro, i contenitori, gli accessori e il rotore; non usare
ipoclorito per disinfettare
i metalli perché corrosivo, ma utilizzare per
esempio, varechina diluita1:5 o alcool almeno 70%.
pulire l’interno della centrifuga e lasciare agire un disinfettante per tutta la
notte, quindi lavare con acqua e asciugare
trattare come rifiuti biologici tutti i materiali contaminati
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•
incendio
allertare immediatamente gli addetti antincendio
in caso di principio di incendio, in attesa dell’arrivo degli addetti
antincendio, allontanare se possibile i materiali infiammabili al fine di
ridurre al massimo il rischio di propagazione dell’incendio
tranquillizzare i presenti allontanandoli dal pericolo
seguire le istruzioni degli addetti antincendio
!
attenzione!: il focolaio appena estinto non va mai abbandonato se non dopo
un periodo di tempo tale che il suo riaccendersi sia impossibile.
•
Incidente che ha comportato contaminazione aerea di agenti biologici
In caso di incidente con agenti biologici pericolosi che si trasmettono via aerea, oltre
ai normali dispositivi di protezione individuale (camici con maniche lunghe, pantaloni,
guanti, visiere e scarpe chiuse) si devono proteggere
le vie respiratorie indossando
facciali filtranti del tipo FFP3 che forniscono protezione contro gli aerosol solidi e liquidi.
Quando si indossa la maschera facciale FFP3 si devono seguire le procedure riportate
nella pagina successiva.
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Procedure per l’indossamento della mascherina facciale
tenere il facciale nel cavo della mano, lasciando liberamente la bardatura
porre il facciale sotto il mento con il sistema stringinaso rivolto verso
l’esterno
portare l’elastico inferiore dietro la nuca sistemandolo al di sotto delle
orecchie
premere il facciale contro il viso con una mani, portare l’elastico superiore
dietro la testa sistemandolo al di sopra delle orecchie
regolare la tensione tirando i lembi di ciascun elastico mentre si tiene in
posizione facciale
modellare la zona del naso sulla forma del viso, facendo scorrere le dita
dalla cima
del sistema stringinaso lungo i due lati e premendo
contemporaneamente verso l’interno
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Occorre inoltre seguire le seguenti avvertenze:
indossare il facciale per tutta la durata dell’esposizione ai contaminanti
utilizzare il facciale solamente per l’uso per il quale è stato fornito
i requisiti relativi alla tenuta non sono soddisfatti se capelli o peli di barba
passano sotto il bordo di tenuta del facciale
il facciale può essere utilizzato per un numero di ore corrispondente a un turno
di lavoro, avendo cura di riporlo in un contenitore sigillato lontano da zone
contaminate
identificare il facciale scrivendo il proprio nome sul coperchietto di plastica
posto sopra la valvola di espirazione
fare sullo stesso, un segno ogni 30 minuti di utilizzo (dopo 15 segni, eliminarlo)
sostituire il facciale quando è presente
un eventuale intasamento che può
causare difficoltà respiratorie o quando è stato danneggiato od è visibilmente
sporco.
In caso di emergenza (sviluppo di incendio, allagamento, ecc.) con ricorso a
soccorsi esterni (VV.FF., Pronto Soccorso, Protezione Civile, ecc.), il responsabile del
laboratorio coinvolto dall'evento o, qualora sia interessata tutta la struttura, il direttore o
persona da lui delegata, deve, se possibile, accompagnare il personale degli enti esterni di
soccorso e fornire adeguate informazioni sui potenziali rischi presenti.
Siena, maggio 2003
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