ennesimo colpo alla dirigenza bancaria intermedia

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ennesimo colpo alla dirigenza bancaria intermedia
ENNESIMO COLPO ALLA DIRIGENZA BANCARIA INTERMEDIA
Maurizio Arena, segretario generale aggiunto First Cisl e responsabile del settore per le alte
professionalità e i dirigenti - DirFirst - commenta l'intesa sottoscritta in Unicredit il 5 febbraio
scorso.
Si è appena conclusa la lunga trattativa nel Gruppo Unicredit relativa al piano industriale
2015/2018 che prevede oltre 3.200 esuberi. Come può essere definito l'accordo raggiunto?
Sicuramente l'accordo sottoscritto può essere valutato positivamente. Si tratta di un'intesa
complessa che, tramite adesione volontaria e incentivata ha definito il piano di uscita per ben 2.700
risorse, oltre all'impegno di trovare soluzioni per ulteriori 540 colleghi. A tutti coloro che
aderiranno al Fondo verrà garantito il mantenimento delle condizioni agevolate per il personale,
l'iscrizione alla cassa di assistenza sanitaria, l'erogazione del contributo aziendale alla previdenza
complementare e il pagamento del premio relativo alla polizza in caso di premorienza. Da
sottolineare, inoltre, la stabilizzazione di 450 apprendisti e 700 nuove assunzioni.
Resta però aperta la partita relativa alla dirigenza...
Infatti, Unicredit ha dichiarato 470 esuberi di dipendenti del gruppo appartenenti alla dirigenza
intermedia. Un attacco vero e proprio a una categoria di lavoratori che, possiamo dire, sta
attraversando una crisi di identità.
In primis le banche che, dopo averne sfruttato le peculiarità professionali in questi anni di crisi – in
cui è stato estremamente necessario avere persone capaci, in grado di gestire complicate
dinamiche organizzative e di mercato – hanno ora l'obiettivo di "espellerli dal ciclo produttivo".
L'opinione pubblica poi che, strumentalmente mal informata, ritiene questi lavoratori, a torto, dei
privilegiati strapagati, senza "voler sapere" che le strategie - evidentemente disastrose - sono di
competenza dei manager. È il top management ,infatti, che percepisce stipendi milionari e bonus
stellari, a determinare i Piani Industriali e definire le strategie di distribuzione dei prodotti, non
certo i Dirigenti.
È giunto il momento di invertire la tendenza - in voga ormai da molti anni - che vede la categoria
vittima di un processo di appiattimento messo in atto dalle aziende, ricostruendo anche la dovuta
credibilità verso l'opinione pubblica.
Quindi, il sindacato come intende affrontare questa delicata trattativa?
Innanzitutto, è indispensabile rivisitare e rilanciare il ruolo dei Dirigenti, che devono essere
coinvolti nei processi decisionali e organizzativi in funzione della professionalità acquisita.
Rivalutare la posizione occupata negli organigrammi aziendali, valorizzandone l'esperienza e le
competenze maturate nel tempo.
Diventa essenziale, quindi, ripensare a una nuova figura di "dirigente", che guardi al futuro, con la
prospettiva di mettere al centro del progetto un mondo del lavoro equo e sostenibile. Una nuova
"dirigenza" che - con maggiore indipendenza rispetto al management - per capacità e
professionalità, sappia indirizzare il mercato, a sostegno delle aziende e a beneficio delle famiglie e
dei risparmiatori.
Solo ridando dignità al lavoro si può uscire "indenni" da questa difficile e devastante congiuntura.
Roma, 11 febbraio 2016
Redazione FIRST Cisl