Profezia perduta sul Papa nero - 2012

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Profezia perduta sul Papa nero - 2012
2012
Profezia perduta sul Papa nero
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Profezia perduta sul Papa nero
La profezia perduta sul Papa nero è nella tradizione popolare romana la profezia sull'elezione di un papa nero e trae
origine dal motto perduto "Caput nigrum" della profezia di Malachia. Questo motto, andato perduto durante la trascrizione
delle profezie, veniva prima o dopo quello del "De gloria olivae".
La "profezia perduta" è stata tramandata oralmente per secoli ed è talmente radicata nelle coscienze dei romani che
all'elezione di Giovanni Paolo II, nell'udire il nome del cardinal Wojtyla la folla esclamò "il papa nero!".
Lo stemma di Benedetto XVI
Il motto "Caput nigrum" potrebbe collocarsi prima del De gloria olivae, ed in tal caso si attribuirebbe bene a Benedetto
XVI, poiché nello stemma del pontefice è presente una testa di moro che nella tradizione bavarese è denominata "moro
di Frisinga" o "caput ethiopicum". In tal caso, il De gloria olivae sarebbe il successore di Benedetto XVI, ed avremmo uno
e non due papi prima della fine dei tempi.
Le uniche testimonianze più "attendibili" riguardanti questa profezia sono riscontrabili nel libro "La profezia dell'ultimo
papa" di Schmeig Maria Olaf, edizioni Fazi 2001.
Per arrivare all'esistenza di questo motto perduto lo scrittore parte dalla considerazione che nella basilica di San Paolo
fuori le mura, che sicuramente San Malachia visitò quand'era a Roma, dove sono presenti i medaglioni di tutti i papi a
partire da San Pietro, gli spazi vuoti per i ritratti dei futuri pontefici dopo Innocenzo II (il papa vivo al tempo di Malachia e
che, ovviamente, essendo destinatario della sua profezia, non è presente nella sua visione) erano 113 [7], guarda caso
uno in più dei 112 motti oggi conosciuti. Ciò significa che oggi, dopo il ritratto di Benedetto XVI, a San Paolo vi sarebbe
spazio per soli altri due medaglioni. Lo scrittore, poi, collega quest'osservazione con la leggenda viva a Roma da molti
secoli fino ad oggi d'un papa nero, che non nasce, come si potrebbe pensare, dalle profezie di Nostradamus (che pure vi
accenna), ma da una profezia sugli ultimi papi incisa in una chiesa di Viterbo. Il protagonista del romanzo (il futuro papa
Petrus Romanus) trova le ultime tracce di quest'antico elenco (direttamente derivato dalla profezia di Malachia) tra i resti
di Santa Maria in Gradi, in un frammento di peperino, dov'è trascritto, in un antico codice segreto, il motto "Caput
Nigrum".
Lo scrittore è stato a Roma dal 1992 fino alla pubblicazione del romanzo, ed ha condotto lunghe ricerche sulle profezie di
Malachia, ma nel romanzo non si preoccupa di far capire quali elementi della sua ricerca sono stati realmente da lui
trovati e quali invece da lui inventati per corroborare la trama.
Se la profezia di Malachia fosse vera, e se davvero ci fosse un Caput Nigrum prima di Petrus Romanus, essa si
accorderebbe con una presunta profezia di Santa Ildegarda, che dice che negli ultimi tempi vi saranno due papi, il primo
pochi giorni dopo l'elezione sarà ucciso (per gelosia da un cardinale che diverrà antipapa) e sarà succeduto dal secondo che
è l'ultimo papa della storia, il più santo di tutti.
Nella settima immagine (Vaticinium VII) della versione di Vaticinia de Summis Pontificibus presente nella biblioteca del
Warburg Institute della London University, si legge del "Papa uccello nerissimo che dissipera' le opere di Nerone". [8]
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