Ibrahim Faltas, Una presenza di secoli per il dialogo

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Ibrahim Faltas, Una presenza di secoli per il dialogo
Una presenza di secoli per il dialogo:
i francescani in
Medio Oriente1
Ibrahim Faltas ofm
Economo della Custodia francescana di Terra Santa
Buongiorno a tutti voi: pace e bene. Parlerò della presenza dei francescani nel Medioriente: la nostra è una lunga storia. I francescani sono presenti in Terra Santa dal 1219, dal viaggio di San Francesco, che si è recato
in Egitto per incontrarsi con Malek Al Kamel, il Sultano díEgitto: è stato
il primo incontro di dialogo tra cristiani e musulmani. San Francesco, il
poverello di Assisi, è andato dal nemico a chiedere la pace, a chiedere il
dialogo e il Sultano ha permesso a San Francesco di andare in Terra Santa
anche con i suoi frati. Da quel momento noi francescani siamo presenti in
questa terra: non solo in Terra Santa, in Israele e Palestina, ma in Egitto,
in Siria, in Libano, in Giordania, a Cipro e a Rodi. Attualmente siamo trecento frati francescani da tutto il mondo: per questo siamo una comunità
internazionale, una provincia internazionale. Quando nel 1219 i francescani sono andati in Terra Santa i luoghi santi erano abbandonati, cíera la
guerra, cíerano i crociati, poi, pian piano i frati hanno cominciato a riparare
i luoghi santi. Ufficialmente per incarico di papa Clemente VI, nel 1342
siamo diventati i custodi dei luoghi santi, i custodi di tutta la Terra Santa;
la maggior parte dei luoghi santi è affidata a noi, a noi francescani. Alla
Natività e al Santo Sepolcro siamo con altri cristiani, ma gli altri luoghi
santi sono tenuti da noi francescani. Abbiamo cominciato lì, nel monastero
del Cenacolo, dove purtroppo non abitiamo più dal 1523, quando i turchi
hanno preso la decisone di trasformare questo santuario, questo convento
in una moschea. Da questo convento avevamo iniziato la nostra missione in
Terra Santa mentre ora la Casa Madre a Gerusalemme è San Salvatore, alla
Porta Nuova. Da questo convento viene diretta tutta la Custodia di Terra
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Testo trascritto dall’originale, non rivisto dall’autore.
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Santa. Noi francescani siamo andati in Terra Santa per custodire i luoghi
santi, ma poi, piano piano, abbiamo visto che la «pietra viva», la gente, aveva e ha bisogno di aiuto, ha bisogno di cure. Per questo accanto al santuario è nata la tradizione di avere anche una parrocchia; le nostre parrocchie
sono così le parrocchie più antiche in tutto il Medioriente: la parrocchia
a Gerusalemme, la parrocchia a Betlemme, la parrocchia a Nazareth. Dai
documenti si può dire che le nostre parrocchie siano state create nel XVII.
Accanto alla parrocchia poi abbiamo costruito le scuole e così ora accanto
alle nostre parrocchie cíè sempre una scuola: noi francescani siamo stati i
primi in tutto il Medioriente ad aprire delle scuole.
La scuola di Betlemme, maschile, risale al 1598; in questa scuola dove
sono stato direttore per 12 anni, grazie allíaiuto dei toscani, grazie a mons.
Luciano Giovannetti, siamo riusciti ad aprire anche una scuola materna e la
più grande sala di tutta la Palestina. In questa scuola hanno studiato e studiano in tanti: tra questi George e Issa, che partecipano a questo convegno.
Poi abbiamo aperto una scuola femminile, nel 1848; la scuola femminile
a Betlemme è stata anche la prima scuola femminile nel Medioriente. In
questo modo abbiamo cominciato ad aprire delle scuole, non solo in Israele
e in Palestina, ma anche in Siria, in Libano, a Cipro e in Giordania. Le
nostre scuole non sono riservate solo ai per cristiani, anche se sono iniziate
come scuole puramente parrocchiali; ora sono scuole aperte a tutti, tanto
che abbiamo studenti musulmani e cristiani. In tante zone, la maggioranza
degli studenti è formata da musulmani; per esempio nella scuola di Gerico
il 95% degli studenti è musulmana. Tanti chiedevano di poter venire nella
nostra scuola e, anche per questo, di recente abbiamo iniziato la costruzione di una nuova scuola, molto grande, che sarà inaugurata il prossimo
anno. Sarà la scuola più grande di tutta Gerico e sarà in grado di accogliere
tutti gli studenti che vogliono studiare da noi. Líimpegno nella costruzione
e nellíapertura di scuole è una forma di dialogo, un modo di dialogare, perché, come ho detto nelle nostre scuole, sono presenti musulmani e cristiani:
quando gli studenti crescono insieme, imparano a conoscersi e in futuro
avranno il ricordo di uníesperienza in comune e potranno dire: «Abbiamo
studiato nella scuola di Terra Sancta».
Abbiamo fatto, dove siamo presenti, un centro sportivo, sociale, spirituale; in tutte le nostre opere ci sono degli spazi dove cristiani e musulmani
si incontrano; le nostre case sono aperte a tutti. A Gerusalemme abbiamo
un centro molto speciale, che è stato realizzato grazie al prezioso contributo
il mediterraneo e le città
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della Fondazione Giovanni Paolo II, tanto che líabbiamo chiamato Centro
Giovanni Paolo II. In questo centro vengono musulmani, cristiani, ebrei:
questo è il tipo di dialogo che stiamo portando avanti. Dappertutto, dove
ci sono le nostre opere, cíè questo dialogo. Lo stare insieme è fondamentale per aiutarci a conoscere líaltro, a conoscersi. È veramente molto bello
incontrare e conoscere líaltro.
Oltre questo tipo di dialogo la Custodia di Terra Santa portava avanti
molti altri progetti; i francescani aiutano i giovani con delle borse di studio.
Mettono a disposizione 400 borse di studio per i giovani che così possono
studiare allíUniversità di Betlemme, allíUniversità di Birzeit, allíUniversità
Ebraica e in Giordania. Queste 400 borse di studio consentono a cristiani
e musulmani di studiare.
Come francescani aiutiamo anche le persone, le famiglie a rimanere in
Terra Santa, aiutandoli per quanto riguarda líalloggio. Sappiamo che è molto difficile trovare una casa, soprattutto a Gerusalemme, perché il prezzo
dellíaffitto è altissimo. Per cercare di risolvere questo problema abbiamo
cominciato a costruire delle case. Quando è venuto il Saladino ha cacciato
via tutti i Cristiani da Gerusalemme, ha chiuso la porta del Santo Sepolcro.
Ha detto: «Una porta è più che sufficiente per i cristiani che rimarranno a
Gerusalemme» e alla fine non cíera più nessun cristiano a Gerusalemme.
Piano piano i frati hanno cominciato a comprare le case, a chiamare i cristiani per farli abitare a Gerusalemme; nella Città Vecchia abbiamo soltanto
500 case. Fuori dalla Città Vecchia abbiamo altre 200 case che sono state
date alle persone, gratuitamente. Líaffitto in quella zona della città può
andare dai 1000 ai 4-5.000 $ al mese, ma, proprio per questi prezzi proibitivi per tanti, noi diamo questi appartamenti gratis. Nella Città Vecchia
ci impegniamo anche nel restauro delle case che spesso sono vecchie. Da
due anni ci siamo impegnati a restaurare queste case vecchie e questo lavoro costa moltissimo alla Custodia di Terra Santa. Come economo, vi posso
dire che líhanno scorso, nel 2010, abbiamo pagato 2 milioni di dollari per
il restauro delle case della Città Vecchia. In questíopera di restauro siamo
stati aiutati da molti benefattori. La nostra missione è di aiutare questa
gente a vivere in un modo che sia decoroso e bello. Stiamo costruendo
anche altre case e stiamo facendo di tutto per comprarne altre così da favorire la permanenza dei cristiani. Se noi vogliamo far rimanere i cristiani
in Terra Santa, bisogna avere, bisogna costruire per loro le case, soprattutto nella città di Gerusalemme. Sappiamo che la città di Gerusalemme ha
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adesso quasi un milione di abitanti, di questi 800.000 sono ebrei, 200.000
musulmani, e i cristiani tutti insieme non arrivano a 10.000. Noi come
francescani, come parrocchia, prima della Guerra del ë67 eravamo circa
14.000 famiglie, adesso siamo 10.000 persone soltanto. Allora vedete che,
se continuiamo così, avremo i luoghi santi senza cristiani locali e penso che
non avrebbero il significato odierno senza il contributo dei cristiani locali.
A Betlemme ci stiamo muovendo nella stessa direzione per quanto riguarda le case da restaurare per i cristiani. La stessa cosa avviene a Nazareth,
dove le persone vivono in condizioni migliori rispetto a Gerusalemme e a
Betlemme. Abbiamo cominciato anche un altro progetto: costruire 70 appartamenti nella città di Nazareth, dove ancora è presente una consistente
comunità cristiani. Il nostro obiettivo per far restare i Cristiani è quello di
aiutarli nella ricerca della casa.
Oltre a questo siamo responsabili per tutti i luoghi sacri: la custodia e i
restauri sono molto cari. Dal 1219 i francescani sono sempre stati presenti e
non hanno mai lasciato la Terra Santa. Per custodire questi luoghi santi abbiamo perso duemila frati, che sono stati uccisi per custodire i luoghi santi.
Non è stato facile. Otto secoli non sono passati facilmente per i francescani
dei luoghi santi, ma anche nei momenti più difficili siamo stati presenti,
siamo con la gente, siamo mediatori di pace tra le due parti. Abbiamo fatto tanto, sempre in questa terra, dove cíè sempre una situazione di pericolo, di latente tensione: quando la situazione si surriscalda, in tanti lasciano
i luoghi santi scappando lontano, ma i francescani sono sempre rimasti.
Ricordiamo che durante líassedio del 2002 eravamo presenti; io ero presente mentre in tanti erano scappati. Siamo rimasti in 30 frati di 17 nazionalità, che abbiamo rischiato la vita per custodire la Grotta, per custodire
la Natività, per custodire i luoghi santi del Signore di Betlemme.
La Custodia promuove anche altri progetti; da poco tempo abbiamo
cominciato la scuola del Magnificat, che è anche una scuola di musica alla
quale prendono parte insegnanti e studenti ebrei, cristiani e musulmani.
Questa scuola è un onore per la Custodia, dal momento che è diventata
famosa in tutto il mondo. Il direttore di questa scuola è un frate, Padre
Armando.
Di recente abbiamo creato anche il Media Center da dove trasmettiamo
notizie della Terra Santa per musulmani, ebrei e cristiani. Media Center,
che ha dei costi altissimi, è un mezzo per il dialogo: noi, con Media Center,
vogliamo informare tutti, proprio tutti, di quello che accade in Terra Santa
il mediterraneo e le città
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e non solamente delle iniziative della Custodia.
Come dicevamo primo la nostra presenza non si limita alla Terra Santa.
Ma operiamo anche in Giordania: la settimana scorsa abbiamo aperto una
palestra per la pallacanestro che contiene oltre duemila persone. Sempre
in Giordania stiamo lavorando al Monte Nebo, dove cíè il memoriale di
Mosè: la Custodia sta procedendo al restauro dei mosaici, scoperti proprio
da padre Piccirillo.
Dalla Siria riceviamo notizie non incoraggianti dai nostri frati, che si
spendono per aiutare i cristiani di quel paese; i francescani sono particolarmente attivi a Aleppo e poi anche in altri paesi, in Libano, a Cipro, in
Grecia, a Rodi.
In tanti ci chiedono: come è la situazione adesso in Terra Santa? Penso
che la Terra Santa sia la realtà più calma in tutto il Medioriente. Cíè un terremoto in tutto il Medioriente, un terremoto che è cominciato in Tunisia,
poi si è diffuso in Egitto, adesso coinvolge Siria, Libia, Yemen. Questa
nuova situazione di conflittualità ha danneggiato molto i cristiani in questi
luoghi. Parlo anche da egiziano: ultimamente avete sentito che sono state
uccise 15 persone al Cairo. È vero che è nata questa intifada, questa rivoluzione, che ha provocato la caduta del Rais e poi la nascita di un nuovo
governo, con tanti cambiamenti che hanno precipitato il paese nel caos.
Questa nuova situazione ha provocato uno stato di pericolo per tutti i cristiani, non solo per quelli che vivono in Egitto, ma anche per quelli che si
trovano in altri paesi, come la Siria. Proprio per queste nuove condizioni
di vita i cristiani del Medioriente hanno bisogno della preghiera: sono una
minoranza che ha bisogno delle nostre preghiere, del nostro appoggio.
Le ultime notizie dalla Terra Santa ci dicono che tanti pellegrini hanno
cancellato le loro prenotazioni, che non verranno più. Questa è una perdita grave per i cristiani che vivono, soprattutto in Terra Santa. A Betlemme,
il 95% delle persone lavora nel settore del turismo. Se non cíè il turismo
la gente non ha lavoro e così scappa, si va via, come è già successo per la
seconda intifada: tremila persone sono andate via da Betlemme, tremila
cristiani latini che non sono più tornati. A Gerusalemme succede lo stesso.
Questa è la nostra paura, che se non vengono i pellegrini le persone non
hanno più lavoro e allora i cristiani saranno costretti a partire, di sicuro da
Betlemme, da Gerusalemme da Nazareth, dove cíè una forte presenza di
cristiani.
Diciamo ora una parola sulla situazione politica. Tutti aspettiamo la
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nascita dello Stato Palestinese, come ha dichiarato il presidente Abu Mazen
a settembre. Speriamo che la nascita dello Stato Palestinese possa veramente
avvenire a settembre; la nascita dello Stato contribuirà alla pace in questa
Terra tra Palestinesi e Israeliani. Il problema più complicato tra Palestinesi e
Israeliani è sempre Gerusalemme. Preghiamo allora per Gerusalemme come
dice il salmista «Pregate per Gerusalemme». Come ripete spesso monsignor
Luciano Giovannetti «tutti siamo nati lì» e lo stesso beato Giovanni Paolo
II: «Se non ci sarà pace a Gerusalemme non ci sarà mai pace in tutto il
mondo». Chiedo a voi una preghiera per la pace in Medioriente, ma soprattutto per la pace a Gerusalemme, perché quando sarà pace a Gerusalemme
ci sarà la pace in tutto il mondo.