2013_Quelli_del_2011_n5_Settembre2013

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2013_Quelli_del_2011_n5_Settembre2013
20.11 Bambini e ragazzi comunicano alla città: consolidamento e espansione dell’Agenzia di Comunicazione dei Ragazzi, orientamento all’utilizzo consapevole dei media e delle tecnologie digitali” V Piano Infanzia e Adolescenza. Progetto finanziato con Fondi ex L. 285/97
Numero doppio
italiano-inglese
LA RIVISTA
INTERAMENTE
SCRITTA
DAI
RAGAZZI
A SCUOLA SENZA AMIANTO? • Intervista a
Francesco Cappelli assessore all’istruzione
REPORTAGE DAI CENTRI ESTIVI
MILANO: CHE COSA SUCCEDE • ARRIVA BRAIN, LA MOSTRA SUL CERVELLO.
13 OTTOBRE: MUSEI GRATIS • APRE AL PUBBLICO VILLA LONATI
(E CERCA VOLONTARI) • NELLE SCUOLE ELEZIONI PER I CONSIGLI DI ZONA
DEI RAGAZZI • XIV MARCIA PER I DIRITTI DEI BAMBINI
Politiche sociali e Cultura della Salute
Settore Servizi per i Minori
e per le famiglie
Ideato e promosso da
Con il patrocinio di
Sostenitori
1
C
iao ragazzi, mentre scrivo questo editoriale la scuola sta per
cominciare e voi vi state organizzando: zaino, diario, libri
ecc. Non tutti però. Un gruppo di bambini fortunati non lo fa.
Non è che siano ancora in vacanza, a scuola ci vanno anche
loro, ma senza la cartella.
Si tratta dei 75 scolari (due prime e una seconda) della scuola elementare
Thouar-Gonzaga di via Tabacchi.
Da quest’anno partecipano a un progetto sperimentale del Comune
che si chiama appunto A scuola senza zaino, perché i bambini
troveranno già nelle classi materiali per scrivere, libri, strumenti
didattici. Per saperne di più abbiamo intervistato l’assessore
all’istruzione Francesco Cappelli, al quale abbiamo chiesto anche di
spiegarci qual è la situazione della presenza di amianto nelle scuole (il
servizio è a pag 5).
Questo numero è però particolare, perché in gran parte realizzato
dai bambini che hanno partecipato alle esperienze dei centri estivi:
La bella estate (il campus della zona cinque, pag 6) e i Summer city
camp dell’associazione Alice in città (pagg 8-19).
Guardate le foto scattate dai bambini del Camp di via Rovani (durante
le prove per Il mago di Oz) sono talmente belle che le abbiamo utilizzate
per illustrare quasi tutto l’inserto.
Quelli del 20-11. Il giornale dell’Agenzia dei Ragazzi
Redazione centrale
Agenzia dei ragazzi,
Alzaia Naviglio Pavese 78/3,
20142 Milano
T 02 54178247, F 02 54178222,
[email protected] ,
www.agenziadeiragazzi.net
Editore
Arciragazzi Comitato Milanese
Via Adige 11
20135 Milano
Coordinamento editoriale
e progetto grafico di CreaX
Laura Fezzi
Camilla Masciadri
Impaginazione CreaX
Camilla Masciadri
Stampa Altavia Italia
Iniziativa realizzata da
Arciragazzi Comitato Milanese
Responsabile
e supervisore scientifico
Nicola Iannaccone
Hanno collaborato
Simona D’Angelo,
Daniela Folcio,
Alice Gabrielli,
Chiara Schimd
Giuseppe Palermo
Elisa Li Mandri
Campus Bacone
Coordinatrice
Elena Parretti
Bambini
Emily Sutton
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Campus Cinque Giornate
Coordinatrice
Alessia Baldini
Tutor
Zoe Greenslade
Eimer McEvoy
Bambini
Kimberly E.
Riccardo B.
Pietro
Campus Colletta
Coordinatore
Lorenzo Minetti
Bambini
Greta Bertocchi
Tea Greco
Miriam La Rosa
Campus Faipò Gessate
Coordinatrice
Valentina Fossati
Campus Guarneri
Coordinatrice
Valentine Turazzi
Campus Leonardo da Vinci
Coordinatrice
Monica Miazza
Bambini
Edoardo Chieselli
Sebastian Mola
Giulia Mafezzoli
Maurizio Cardosi
Giulia Sicignano
Campus Morosini
Coordinatore
Denis Silvello
Bambini
Marie Grace Ambrosino
Vittoria De Martino
Giulio Zhou
Campus Pisacane
Coordinatrice
Elena Castelluccia
Bambini
Sasha Basta
Emanuele Casella
Chiara Cassamagnaghi
Filippo Cataluccio
Emanuele Cisneros
Arianna Fogliazza
Caterina Frigo
Greta Genovina
Federico Meazza
Giacomo Rocchinotti
Beatrice Sessa
Cesare Zanardelli
Campus Rovani
Coordinatrice
Federica di Rosa
Laboratorio fotografico
Davide Stecconi
Bambini
Agnese
Anna
Arianna
Carola
Fabio
Federica e Federico
Gaia
Giulia B. e Giulia C.
Lorenzo
Luca
Marco
Matilde
Niccolò
Paolo
Valerio
Da oggi, però, tutti potete
contribuire direttamente
con il giornale e con il sito: se
avete testi, foto, disegni che
vi piacerebbe veder pubblicati
mandateceli, perché vorremmo
che le pagine online potessero
vivere davvero. Tra l’altro
scommetto che nessuno di voi
sa che l’Agenzia dei ragazzi ha
anche una pagina su facebook
(a proposito nella pagina a
fianco c’è un’intervista a Nicola
Iannaccone, il presidente
di Arciragazzi). Perché non
andate a cliccare “mi piace”?
Nel prossimo numero vi diremo quanti siamo diventati. Perché per ora
l’Agenzia dei Ragazzi su facebook ha solo 17 amici e 87 mi piace. Un po’
pochino, no? Quasi quasi aggiungo anche il mio…. un attimo… Click.
Fatto. Ecco, adesso sono 88.
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Editoriale
L’agenzia dei ragazzi funziona così
La Milano dei bambini
A scuola senza amianto e senza zaino
Una giornata in campagna
Speciale Summer city Camp
Centri estivi in inglese. Chi li organizza, come funzionano
“Quelli del 20.11” non è
soltanto la prima (e unica,
in Italia) rivista scritta interamente dai bambini.
È parte di un progetto più ampio, che vogliamo
farvi conoscere e al quale vi chiediamo
di partecipare. Anche con un semplice click.
“La nostra rivista nasce dall’Agenzia di comunicazione dei ragazzi,
promossa da Arciragazzi di Milano nel 2000 con l’obiettivo di aiutare i più giovani a comunicare tra
loro e con la città”, spiega Nicola
Iannaccone, psicologo e presidente
di Arciragazzi. “Oltre alle scuole,
ai ragazzi, agli insegnanti, partecipano al progetto il Comune di Milano e anche enti privati, come le
società milanesi Altavia e Milano
Ristorazione che hanno contribuito
The Wizard of Oz
Welcome to Musicland
Interview with Eimer and Zoe
The magic potion. Behind the scenes
A special speedy-date
Qui sopra Camilla Masciadri, architetto
nonché artdirector della nostra rivista.
Books reviews from the Colletta Camp
My kitchen
The Magic Circus
Interessanti appuntamenti
A destra Nicola Iannaccone. Dalla foto
non si direbbe ma è un serio psicologo,
ha fondato e dirige Arciragazzi di Milano.
Ha ideato e coordina il progetto “Stop al
bullismo” (www.stopalbullismo.it) e pubblicato diversi libri sull’argomento.
a finanziare la nostra iniziativa
nel corso degli anni. L’Agenzia dei
ragazzi è infatti online con il sito
www.agenziadeiragazzi.net, nel
quale trovate i filmati realizzati da
Valerio Finessi, ed è presente anche su Facebook (mi raccomando...
cliccate “mi piace”!)”.
Infine Raga Radio raccoglie tutti i
laboratori di informazione, i reportage, le interviste, le osservazioni,
i radioracconti e la musica realizzati nelle scuole. Ai ragazzi piace fare radio (raga)
“Attraverso il sito è possibile ascoltare le radio web
presenti in diverse scuole
di Milano”, ci spiega Matteo Villani che per Arciragazzi realizza laboratori di
conduzione radiofonica.
“Lavorando in radio i ragazzi diventano più sicuri, più sciolti ed efficaci
nell’esposizione. Imparano
a respirare a fondo prima
di incominciare, a non parlare troppo in fretta, a condurre le trasmissioni senza
recitare e senza pensare di
aver di fronte un pubblico,
ma come se si rivolgessero
semplicemente a un amico.
Come dei veri giornalisti,
capiscono che è fondamentale avere sempre in
mente a chi ci si rivolge:
se il pubblico è composto
da bambini e ragazzi,
come nel nostro caso, invece di cominciare la trasmissione con un buon
giorno o un buonasera
può essere meglio iniziare con un semplice ciao”.
Nelle prime fasi del laboratorio Matteo propone
sempre argomenti ai quali
i ragazzi sono già spontaneamente interessati: la
musica, lo sport, il cinema. Poi si affrontano anche temi meno immediati.
Lavorare in radio è anche
un modo per raccogliere e
ordinare le informazioni
e per allenarsi a scrivere
meglio.
“I ragazzi quando vanno in
onda di non improvvisano.
Hanno sempre preparato
prima un testo scritto, che
potranno leggere quando
vanno in trasmissione. Per
costruirlo hanno dovuto
compiere, spesso attraverso internet, il lavoro di ricerca e di elaborazione indispensabile per produrre
dei testi che funzionino”.
Matteo Villani educatore della cooperativa Il Torpedone gestisce il laboratorio delle radio web di Arciragazzi nelle
scuole medie. È responsabile di Cross
radio, la radio web del centro di aggregazione Italo di Cinisello Balsamo.
www.agenziadeiragazzi.net
“Sul sito trovate le novità, i reportage fotografici della varie iniziative sostenute nel tempo,
l’ultimo numero del nostro giornale, 20.11, e
Raga Radio, la sezione dedicata alle web radio gestite dai ragazzi”, dice Marco Gironi
webmaster.
“Potete contribuire anche voi ad arricchire il
sito mandando foto disegni, poesie, articoli
o semplici frasi. Basta cliccare sul riquadro
azzurro in alto a destra, con la scritta Contattaci”.
Marco Gironi lavora per una società che crea e sviluppa siti web.
È il responsabile del nostro sito e collabora con Arciragazzi su tutti
i progetti multimediali.
3
Le iniziative d’autunno
Filo diretto con l’assessore all’istruzione Francesco Cappelli
La Milano dei bambini e dei più grandi
A scuola senza amianto e senza zaino
Il nostro giornale da questo numero stringe un rapporto più stretto
con Francesco Cappelli, assessore alla scuola e all’educazione.
Oggi lo intervistiamo su un tema molto importante: la presenza
di amianto nelle scuole di Milano. E su un nuovo progetto pilota.
Elezioni nelle scuole: i ragazzi scelgono i loro rappresentanti nei nove Consigli di Zona
dei Ragazzi e delle Ragazze (CdZRR).
A ottobre in ogni scuola si
terrà l’elezione dei ragazzi che rappresenteranno il
loro istituto per tutto l’anno scolastico all’interno
del Consiglio di zona dei
Ragazzi e delle Ragazze
(CdzRR). I giovanissimi
eletti prenderanno in esame
le problematiche del loro
quartiere e faranno proposte per affrontarle, lavorando a stretto contatto con
le istituzioni e con i nove
Consigli di Zona della città.
Vuoi tenerti aggiornato
su come stanno
procedendo le elezioni?
Clicca sul sito:
www.ragazzinzonamilano.it
Quest’anno mille bambini che frequentavano le
elementari di via Strozzi, Puglie e Viscontini,
dai primi di settembre hanno cambiato scuola.
Nelle loro sedi scolastiche è stata infatti rilevata
la presenza di amianto, un minerale molto presente in natura, pericoloso per la salute.
L’amianto non è tossico e toccarlo non è rischioso, ma è un potente cancerogeno se viene
respirato. Quando si sfalda, infatti, le sue fibre,
1300 volte più sottili di un capello, possono essere inalate insieme all’aria e annidarsi negli alveoli polmonari, dove restano per sempre. Oggi
è vietato utilizzare l’amianto, ma un tempo
questo minerale veniva spesso impiegato nelle
costruzioni, anche negli edifici pubblici.
Eurochild alla Fabbrica del vapore.
Il 12 novembre a Milano,
presso la Fabbrica del Vapore (in via Giulio Cesare
Procaccini, 4) si terrà la
conferenza plenaria di Eurochild del titolo: Costrui-
re un’Europa inclusiva. Il
contributo della partecipazione dei bambini. Questa associazione, fondata
dalla Comunità europea,
è un network di organizza-
zioni e persone impegnate
in tutta Europa per migliorare la qualità di vita dei
bambini e dei giovanissimi. Gli obiettivi: influenzare le politiche nazionali
ed europee e rafforzare la
partecipazione dei ragazzi
alla vita sociale. Agenzia dei ragazzi seguirà e documenterà l’evento.
Un provvedimento d’urgenza
“Prima dell’estate avevamo commissionato a
una società specializzata una ricerca per verificare la presenza delle fibre di amianto in
350 scuole elementari e medie di proprietà del
Comune, nelle quali non era mai stato effettuato
alcun controllo”, ci spiega l’assessore all’istruzione Francesco Cappelli. “L’amianto è stato
trovato in ottanta edifici: in sedici scuole la
situazione destava maggior attenzione e in
quattro (Strozzi, Puglie e Viscontini e Brocchi)
andava affrontata subito, perché il rischio era di
livello uno, quello che richiede una immediata
risoluzione del problema”.
Musei gratis per il 13 ottobre. Giornata nazionale del camminare
Anche Milano ha scelto
di aderire il 13 ottobre
alla giornata nazionale del
camminare. Non vi sarà
chiusura al traffico, ma
isole pedonali in varie zone
accompagnate da diverse iniziative organizzate
dall’amministrazione comunale e dalle associazio-
ni e comitati di zona. Per
l’occasione i musei civici
saranno gratuiti, verranno
organizzati itinerari lungo
la Milano romana e molto
altro ancora. In corso Buenos Aires (chiuso al traffico) vi sarà un miglio di
sport con la possibilità di
provare tante discipline.
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venne approvata dall’assemblea generale ell’ONU
(Organizzazione delle Nazioni Unite) la convenzione
internazionale per i diritti
dei bambini, che stabilisce
gli obblighi degli stati e
della comunità internazionale nei confronyi dei più
giovani. Come ogni anno,
anche in questa giornata
a Milano, Arciragazzi e
Unicef organizzano insieme alle scuole la marcia
dei diritti dei bambini.
Vuoi sapere quali sono i
tuoi diritti? Digita su Google “la convenzione sui
diritti dell’infanzia spiegata ai bambini”.
Ci sono ancora rischi?
“Tutti i controlli, in tutte le scuole, persino nelle tre
che abbiamo chiuso, hanno escluso la presenza
di amianto nell’aria. Siamo quindi sicuri che i
bambini non possono aver respirato le fibre pericolose”, ci risponde Cappelli. Anche Davide
Terradura, della società Veram, Responsabile del
Rischio amianto del Comune di Milano, spiega
che l’intervento ha un carattere soprattutto preventivo. “Nelle scuole più a rischio l’amianto è mescolato al cemento, dunque racchiuso all’interno di
materiale compatto, il pericolo del rilascio può essere ragionevolmente escluso. Potrebbe verificarsi,
Per info:
www. comune.milano.it
Apparirà un sito dell’Unicef con una descrizione
molto semplice e chiara
dei 54 articoli che la compongono.
però, quando le pareti che contengono l’amianto
dovessero deteriorarsi, oppure a causa di una manutenzione poco attenta.
Per esempio, se i pannelli che rivestono la struttura dell’edificio venissero bucati con il trapano. Si
tratta dunque di interventi importanti e necessari,
anche perché quelle scuole, prefabbricati costruiti
negli anni sessanta-settanta, sono strutture vecchie,
giunte al termine”.
Controlli periodici, almeno una volta all’anno
Per la quarta scuola, la Brocchi la situazione era
più controllabile, perché all’interno dei pannelli il
materiale più compatto garantiva una tenuta maggiore. “Abbiamo provveduto a mettere la scuola
in sicurezza. Con i medici della Asl di riferimento abbiamo scelto di evitare qualsiasi possibilità di contatto diretto fra i bambini e il cemento-amianto rivestendo le pareti con pannelli di plastica”.
In tutte le ottanta scuole nelle quali è stato trovato amianto sono inoltre previsti controlli periodici almeno una volta all’anno.
Terradura ha l’incarico di valutare la presenza
dell’amianto oltre che nelle scuole anche in tutti
gli altri edifici della città che appartengono al
comune: in tutto sono mille. Milano è la prima
metropoli che nel nostro paese ha fatto partire in modo così approfondito ed esteso
questo tipo di censimento.
Classe senza zaino
In classe come in un ufficio open space.
20 novembre: XIV marcia per i diritti dei bambini. Per tutte le info: www.agenziadeiragazzi.net
Il 20 novembre è la giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Si celebra infatti
la data (20.11.1989) in cui
L’amianto infatti era presente nei muri, sia all’interno sia all’esterno, mescolato al cemento. A
giugno il comune ha chiuso le prime tre scuole.
Poi, con un provvedimento d’urgenza, durante il
mese di agosto ha realizzato in tempo record tutti i
lavori di ristrutturazione necessari per permettere
a settembre ad altri istituti di ospitare i bambini.
Ognuno di quei mille bambini oggi ha una classe
e un banco, ma resta il timore che negli anni precedenti gli scolari in questi tre plessi abbiamo
corso dei rischi. E siamo certi che oggi siano al
sicuro anche tutti gli altri studenti, quelli che
ancora frequentano le scuole nelle quali la presenza dell’amianto è stata rilevata? E che cosa è
stato fatto, invece, nella quarta scuola a rischio,
quella di via Brocchi?
Da settembre 75 bambini milanesi vanno a scuola “senza zaino”,
nista. In questo l’architettura dell’aula ha una grande importanza.
perché libri, quaderni e materiali in genere verranno custoditi
I banchi non sono disposti in file di fronte alla cattedra, ma divisi
in classe, in appositi scaffali. Si tratta di un progetto sperimen-
in aree tematiche di interesse per il bambino”. Una classe senza
tale del Comune che coinvolge tre classi, due prime e una se-
zaino assomiglia un po’ a un efficiente ufficio open space dove
conda, della primaria Thouar-Gonzaga di Milano. “Senza zaino
ognuno sa ciò che deve fare, perché l’ha concordato con l’in-
Aula tradizionale A scuola senza zaino
non è una metafora: i bambini porteranno avanti e indietro tra
segnante/capoufficio nell’incontro di inizio mattina, e lavora in
casa e scuola soltanto una cartellina leggera. Perché troveranno
modo autonomo anche se la maestra non sta controllando di-
tutti i materiali, libri, colori, schedari, computer, nella loro aula
rettamente. Si scelgono le attività, si lavora a voce bassa e cia-
collocati in appositi scaffali”, spiega Francesco Cappelli. “I pro-
scuno è consapevole degli obiettivi da raggiungere. Anche il
grammi saranno quelli ministeriali, ma il metodo di studio, che
senso di responsabilità è stimolato perché ogni bambino colla-
si riallaccia al pensiero di Maria Montessori, pone al centro l’au-
bora tenendo in ordine scaffali e strumenti didattici.
tonomia e l’iniziativa del bambino che diventa davvero protago-
5
Classe tradizionale
Il Campus La bella estate alla Cascina Gaggioli
Una giornata in campagna
Hanno visto i cavalli, dato da mangiare alle mucche, giocato nel verde. E
I bambini del campus La bella estate hanno vissuto un’esperienza
davvero speciale. Una giornata alla cascina Gaggioli, alle porte di Milano. soprattutto trascorso un’avventurosa notte in tenda.
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nizia qui il numero speciale dedicato ai Summer city
camp, i centri estivi in lingua inglese.
Questi centri sono organizzati e gestiti all’interno
di alcune scuole di Milano e provincia dall’associazione
culturale Arciragazzi “Alice in città”.
All’interno del numero trovate anche un’intervista
ad Alice Gabrielli, vice presidente di Alice in città,
fatta dai bambini del campus Morosini.
“Mi è piaciuto un pochino e la mia gita
preferita è stata la cascina.”
Andrea, 8
anni
Imparare l’inglese
senza accorgersene
“Il campus è stato bello mi è
piaciuta la piscina e la gita in
cascina.” Helena, 8 anni
“…che è stata molto bella
e divertente e la gita più
bella che abbiamo fatto
con il campus è stata la piscina e i colori, il laboratorio di writing con Ivan.” Marco, 8 anni
“Bello perché mi è
piaciuto visitare tanti
posti.” Elizabeth, 7 anni
“Il campus è stato molto divertente, abbiamo fatto
tante gite,per esempio siamo andati in piscina, al
museo, abbiamo fatto spry art ma la gita più bella
è stata la notte in cascina e ci siamo divertiti un
sacco!!! Consiglio a tutti questo campus.”
Ylenia, 13 anni
6
“Siamo andati in Cascina e abbiamo trovato
dei gattini e abbiamo loro dato da mangiare,
poi anche alle mucche, abbiamo visto
anche le api nelle case e le piante nel fiume!
Abbiamo mangiato la pizza (io Margherita)
poi siamo andati in tenda dove l’educatrice
ci ha raccontato la storia di un ragazzo con
una penna che fai clic e diventa una spada.
Di mattina presto siamo stati svegliati dal
canto del gallo. È stato bellissimo e mi sono “Il campus è stato molto bello perché mi è piaciuto
divertita tanto con gli animali!”
andare in cascina mangiare lì la pizza e poi dormire
Helena, 8 anni
insieme in tenda!” Filippo, 9 anni
Per le iscrizioni e per tutte le altre informazioni
Potete consultare il sito www.aliceincitta.org.
Oppure rivolgervi alla vostra scuola o alla segreteria di Alice in
città (02/541782407/ 327-1649528) intorno al mese di marzo.
È importante segnalare che Alice in città accoglie con gioia,
cura, attenzione e professionalità l’iscrizione dei bambini con
problemi particolari, malattie, disabilità.
Per le famiglie in difficoltà
Alice in città mette a disposizione di ogni scuola partecipante al
progetto Summer city camp un certo numero di quote gratuite (in
genere da una a tre) per consentire anche ai bambini con minori
possibilità di poter frequentare il campo. È la scuola a segnalare le
famiglie che possono beneficiarie della borsa di studio.
Anche i più piccoli, che ancora non parlano
una parola di inglese, possono approfittare
dell’esperienza, perché in questi camp si
impara per immersione: i bambini, cioè,
non fanno lezione di inglese (d’estate?
Ci mancherebbe altro…) ma imparano
divertendosi e in un certo senso senza nemmeno accorgersene.
Tutte le attività, dagli sport, ai giochi, ai laboratori creativi, sono
svolte infatti in lingua inglese. A tenerle sono i tutor, cioé giovani
insegnanti madrelingua, fra i 20 e i 30 anni, o ragazzi che studiano
per diventarlo.
Durante l’esperienza le famiglie possono offrirsi di ospitare un tutor:
così anche mamma e papà e gli altri fratelli hanno l’occasione per
esercitarsi nell’apprendimento dell’inglese.
I campus si svolgono nel mese di giugno e nelle prime due settimane
di settembre per le scuole elementari e in luglio per le scuole medie.
I posti sono limitati, bisogna muoversi per tempo.
Alice
7
Alice Gabrielli al Campus Morosini
Alice Gabrielli al Campus Morosini
come mai abbia deciso di creare un’associazione
che organizza campi estivi in inglese.
Mi piaceva l’idea di dare vita a una scuola dove si potesse
insegnare la lingua inglese nel modo in cui avrei voluto
impararla io; quindi in modo libero e divertente sia per i
ragazzi, sia per i tutor e per gli assistenti.
Centri estivi in inglese. Chi li organizza, come funzionano
English summer camps. Who organizes them, how they work
L
unedì 24 giugno è venuta a farci visita presso il campo estivo della
scuola Morosini Alice Gabrielli. È la presidente di Alice in città,
l’associazione che si occupa dell’organizzazione dei Summer city
camp. Per farvi sconoscere meglio le attività dei Summer camp abbiamo
posto alla nostra ospite alcune domande sulla loro organizzazione.
L’intervista è stata condotta da tre bambini Giulio Zhou, Vittoria De
Martino e Marie Grace Ambrosino.
Ciao Alice, benvenuta!
Grazie!!!
Prima di tutto vogliamo chiederti: in quante scuole
vengono organizzati i campi?
In sei scuole a Milano, in due Sesto San Giovanni e in
una a Gessate.
Quanti sono in tutto i bambini che vi partecipano?
Sommando i ragazzi di tutte le scuole sono circa 400.
Quanti sono in ogni Summer camp gli educatori di
di madrelingua inglese?
In ogni scuola c’è un tutor inglese ogni 10 bambini.
Chi sono gli altri adulti che si occupano
dei bambini?
In ogni campo è presente oltre ai tutor, un coordinatore e
spesso anche un assistente.
Ora la palla passa a Vittoria, che nonostante la
timidezza iniziale si rivela poi entusiasta e curiosa.
O
n Monday June 24th, Alice Gabrielli, president of Alice in città,
an association that organizes summer campus in English came to
visit us at the Morosini School.
After a presentation by Giulio Zhou explaining what Alice does, we
asked her some questions.
Giulio Zhou, Vittoria De Martino and Marie Grace Ambrosino were
the interviewers.
Quanto tempo viene dedicato all’insegnamento
dell’inglese?
Moltissimo perché tutte le attività del Summer city camp
sono svolte in inglese e nessuna è più importante di un’ altra.
La loro unione è un ottimo sistema per insegnare l’inglese
attraverso il divertimento.
Quali sono le attività più coinvolgenti?
Tutte sono pensate per divertire, c’è chi preferisce attività artistiche, chi invece il laboratorio teatrale, dipende dai gusti di ogni singolo ragazzo
Quanto dura ogni turno?
Ogni turno dura due o tre settimane. Per ottenere risultati però è preferibile seguire il campo per tre settimane.
Si impara davvero l’inglese?
Sì, i ragazzi imparano davvero l’inglese, sopratutto
come già detto, se partecipano ai campi per un tempo
più lungo.
Marie Grace Ambrosino
Now it’s Vittoria’s turn to ask Alice some questions.
Dopo le domande sulle attività del Summer city camp,
Marie Grace chiede ad Alice qualche informazione
sulla parte organizzativa.
Chi si occupa della relizzazione dei campi?
Fabrizio, Silvia e io organizziamo i campi, ci occupiamo
inoltre di cercare le scuole che possono essere interessate e, dal momento in cui il progetto viene approvato, il
Summer city camp può partire all’interno della scuola.
Quanto costa partecipare? E quanto tempo prima
conviene iscriversi?
L’iscrizione al campo per un periodo di tre settimane
costa circa 450 €. È importante iscriversi il prima possibile per non rischiare di non trovare posto. Le iscrizioni
partono a marzo e si concludono verso la fine di maggio.
Prima di salutare Alice Gabrielli, Giulio Zhou che è
molto incuriosito da Alice in città, chiede ad Alice
Hello Alice, how are you?
Fine thanks.
We have some questions for you
Ok let’s go.
How many schools are involved in the Summer
city camps?
The camps are organized in six schools in Milano, two
in Sesto San Giovanni and one in Gessate.
How many children take part in the Summer city
camps?
More or less 400 children.
How many tutors are there for each school?
Each school has one tutor for every ten children.
Who else works at the camps?
Each camp has one coordinator and sometimes there is
also an assistant.
Giulio Zhou
How much time is dedicated to English?
A lot, because everything at the Summer city camps
is in English. No activities are more important than
others, but they are all connected to help the children learn while having fun.
Which activites do the children enjoy most?
All activities are geared to having fun. Some children
prefer art, others prefer drama workshops, it depends on personal preference.
How long do the Summer city camps last?
Two or three weeks - in three weeks the children
learn more.
Do the children really learn English?
Yes they do, especially if they stay at the camp for
three weeks.
After the questions about the Summer city camps,
Marie Grace asks some questions about organization.
Who is responible for organization?
Fabrizio, Silvia and I take care of organization. We
select schools that could be interested in taking
part, and if they accept, a Summer city camp can be
organized at the school.
How much does it cost to take part in a Summer
city camp? And when do you have to enrol?
The Camp costs 450 €s for three weeks, but the
price may change from year to year. We start enrolling in March until the end of May: the sooner you
enrol the better.
After receiving the information we wanted,
and before saying goodbye, Giulio Zhou asks Alice
why she created Alice in città and the Summer city
camps.
Because I liked the idea of a place to learn English
how I would have have liked to learn it when I was
young, making it fun for the children, the tutors and
the assistants.
Alice Gabrielli
Al campus Rovani si fa teatro (e meravigliose fotografie)
C’è il mago (di Oz) nel camp
Il Campus Rovani quest’estate ha messo in
scena uno spettacolo tratto da Il meraviglioso
mago di Oz, (The Wonderful Wizard of Oz).
Il celebre romanzo per ragazzi di L. Frank
Baum fu pubblicato per la prima volta negli
Stati Uniti nel 1900.
This summer at the Rovani camp the children
put on a show The Wonderful Wizard of Oz.
The famous children’s story written by
L. Frank Baum was published for the first time
in the United States in 1900.
Mini interviste agli attori
Dorothy with the Scarecrow and the Tin Man / Dorothy tra l’Omino di Latta e lo Spaventapasseri
Durante il centro estivo per esercitarsi nell’apprendimento dell’inglese i banbini hanno rivolto alcune domande
in ligua agli attori dello spettacolo. Qui Carola (10 anni)
intervista Agnese che interpreta il ruolo di Dorothy (10
anni):
Come ti chiami?
Mi chiamo Dorothy.
Com’è Emerald City?
Verde!
E qual è invece il tuo colore preferito, Agnese?
Il viola.
Qual è l’animale preferito di Dorothy?
Il cane. Dorothy ha un cane di nome Toto.
E qual è il tuo animale preferito, invece?
Il gatto!
Mini inteviews with the actors
As an exercise during the summer camp some
children interviewed the actors with questions in
English. Here Carola (10 ) interviews Agnese who
plays Dorothy (10) in the show.
What’s your name?
My name is Dorothy.
What is the Emerald City like?
Green!
And what is your favourite colour, Agnese?
Purple
What’s Dorothy’s favourite animal?
A dog. She has a dog called Toto.
And what is your favourite animal?
A cat!
The Lion asks Carola for courage / Il Leone chiede
il coraggio a Carola
8
9
Il Campus Bacone e il didgeridoo
Welcome to Musicland!
I bambini del campus Bacone quest’estate
hanno visitato il Museo degli Strumenti
Musicali di Milano.
A raccontarci l’esperienza è Emily Sutton,
7 anni. Ecco qui il suo reportage.
Il 26 giugno siamo andati al Museo degli Strumenti Musicali, dentro il Castello Sforzesco.
Abbiamo preso la metropolitana, siamo entrati nel parco
a fare merenda e poi siamo andati al museo.
La nostra guida si chiamava Matteo e ci ha fatto vedere
un sacco di strumenti.
C’erano strumenti africani in pelle di coccodrillo e c’era
il didgeridoo*, e anche strumenti americani primitivi.
Poi ho visto delle arpe e un pianoforte dalla forma esagonale. C’erano anche degli archetti, alcuni erano piegati.
Abbiamo visto il violino normale, il violoncello e la viola.
C’era una strana custodia per violino fatta in Italia durante la metà del XVIII secolo, un ottavino e un contrabbasso a cinque corde.
Abbiamo suonato il catinofono, uno strumento fatto con
un catino, un bastone e una corda tesa: pizzicandola, la
corda emetteva un suono.
Poi abbiamo provato il violino e abbiamo ascoltato il
suono del sassofono, prima acutissimo, poi più basso, e
il suono del clavicembalo. Abbiamo anche giocato con
un organo a canne: per farlo suonare, a turno dovevamo
azionare due leve poste di lato.
È stata una bella giornata, interessante e ricca di musica!
nd!
Welco m e to M us icla
nt to
of th e Ca m p, we we
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Su
ily
Em
d
ol
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.
ta lk s ab ou t ou r tr ip
On June 26th we went to the Museum of Musical
Instruments in the Castello Sforzesco.
We took the underground, entered the park, had our
break eating a snack and then we started our trip into the
Museum.
Matteo was our guide and he showed us a lot of different
instruments. There were African instruments, made of
crocodile skin, a didgeridoo and we also saw ancient
American instruments.
Then I saw some harps and a piano which had a
hexagonal shape. There were also some bows, and
some of them were curved. We saw the violin, the cello
and a viola. There was a strange violin case, made
in Italy during the mid 18th, a piccolo and a double
bass with five strings. We played an instrument called
“Catinofono”, made up of a bucket, a long stick and a
string: plucking the string, it produced a sound.
Then we tried the violin and we listened to the sound of
two instruments: the saxophone, at first very high and
then deeper, and then the harpsichord. We also played
with a pipe organ: to make it play, we had to move two
levers that were on one side of the instrument.
It was a beautiful day, interesting and full of music!
*un antico strumento a fiato degli aborigeni australiani
Per informazioni sulle visite al Museo degli Strumenti Musicali potete andare sul sito del Comune di Milano www.comune.
milano.it e scrivere nella finestrella “cerca” Museo degli strumenti musicali. Oppure digitare www.levocidellacitta.it
For further information about the Museo degli Strumenti Musicali potete andare sul sito del Comune di Milano www.comune.milano.it e scrivere nella finestrella “cerca” Museo degli strumenti musicali. Oppure digitare www.levocidellacitta.it
I tutor madrelingua del campo Cinque Giornate: da Washington all’Irlanda
Interview with Eimer...
Il campus Cinque
Giornate intervista
i suoi educatori
madrelingua inglese:
Eimer McEvory
e Zoe Greenslade.
Eimer McEvoy with
her “journalist” Kimberly
ame
n
r
u
o
y
s
’
t
Wha
Come ti chiami?
Eimer McEvoy.
Da dove vieni?
Sono di una piccola città
a ovest dell’Irlanda,
di nome Castelbar.
Cosa preferisci di Milano?
Adoro il clima soleggiato
e lo shopping.
Ti piace il cibo qui?
Sì, lo adoro! Le lasagne
sono il mio piatto preferito, la mia famiglia ospitante me le ha preparate.
In cosa l’Irlanda è
diversa da Milano?
La cultura è diversa. Mangiamo cibi diversi.
In Irlanda pratichiamo
sport diversi, come il calcio gaelico e l’hurling.
Com’è il clima in Irlanda?
È molto più freddo che a
Milano. Noi abbiamo un
sacco di vento e di pioggia.
Ti è piaciuto lavorare per
tre settimane a Milano?
Sì, il campo mi è piaciuto:
una grande esperienza.
Grazie, Eimer!
Where are you from?
‘m from a small town
in the West of Ireland,
called “Castlebar”.
What is your favourite
thing about Milan?
I love the sunny weather
and the shopping.
Do you like the food here?
Yes, I love the food!!! My
favourite is the Lasagna
which my host family
made for me.
How is Ireland different
to Milan?
The culture is different.
We eat different food and
we play different sports,
such as Gaelic Football
and Hurling.
What is the weather like
in Ireland?
It’s a lot colder than
Milan. We have a lot of
wind and rain.
Did you enjoy your three
weeks working in Milan?
Yes! I loved the camp, it
was a great experience.
Thank you, Eimer!
?
Riccardo B.(left) and Pietro (right) at the end of ZoÈs interview.
... and Zoe
Come ti chiami?
Zoe Greenslade.
Da dove vieni?
Sono di Washington D.C.,
USA.
Cosa preferisci di
Milano?
Il caffè (ride) e i Navigli.
Ti piace il cibo qui?
Sì, il cibo qui è fantastico, molto meglio che in
America!
In cosa gli Stati Uniti
sono diversi da Milano?
Le persone sono diverse,
gli USA sono nuovi, non ci
sono vecchie costruzioni,
tutti sono patriottici. I caffè sono molto più grandi!
Com’è il clima
in America?
La città da dove provengo
è anche più calda di Milano. Washington è molto
umida e non c’è vento.
Ti è piaciuto lavorare per
tre settimane a Milano?
Sì, è fantastico! I bambini
italiani sono stupendi, mi
è piaciuto molto!
Grazie, Zoe!
Where are you from?
I am from Washington D.C.,
U.S.A.
What is your favourite
thing about Milan?
The coffee (she laughs)
and Navigli.
Do you like the food here?
Yes, food here is great, much
better than in the U.S.A.!
How is the U.S.A. different to Milan?
The people are different,
the U.S.A. is new, there
is no old buildings, and
everybody is very patriotic. The coffees are
much bigger!!!
What is the weather like
in the U.S.A.?
Where I come from it is
even hotter than here,
Washington is very humid
and does not have wind.
Did you enjoy your three
weeks working in Milan?
Yes, this is great! Italian
kids are awesome. I liked
it very much!!!
Thank you, Zoe!
Al campus Rovani si fa teatro (e meravigliose fotografie)
Intervista all’Omino di Latta
Agnese intervista Carola (L’Omino di Latta)
Come ti chiami?
Omino di Latta.
Come sei arrivato nella terra di Oz?
Seguendo la strada di mattoni gialli.
E chi hai visto nella terra di Oz?
Il Mago.
Che canzone hai cantato durante il viaggio?
Somewhere over the rainbow.
Somewhere over the rainbow
Da qualche parte sopra l’arcobaleno
proprio lassù, c’è una terra che ho sentito
una volta durante la ninna nanna
da qualche parte sopra l’arcobaleno
volano uccelli blu e i sogni che hai fatto,
i sogni diventano davvero realtà.
10
Dorothy and the lion/ Dorothy e il leone (by Giulia B.)
Interview to the Tin Woodman
The Frogs Tower /La torre delle rane (by Giulia C.)
Flying Frogs /Rane Volanti (by Fabio)
Frogs all together/ Rane tutte insieme (by Alicia)
Agnese interviews Carola (Tin Woodman)
What’s your name?
Tin woodman.
How did you go to the Land of Oz?
I followed the yellow brick road.
Who did you see in the Land of Oz?
The wizard.
What song did you sing on your trip?
Somewhere over the rainbow.
Somewhere Over The Rainbow Lyrics
Somewhere over the rainbow
Way up high,
There’s a land that I heard of
Once in a lullaby.
Somewhere over the rainbow
Skies are blue,
And the dreams that you dare to dream
Really do come true.
11
Campus Gessate: uno spettacolo
La pozione magica. Dietro le quinte
The magic potion. Behind the scenes
I
ragazzi del Summer city camp 2013 di
Gessate hanno organizzato uno spettacolo
per genitori e familiari dal titolo “The magic
Potion” che significa “La pozione magica”. Lo
spettacolo è stato organizzato da noi bambini
insieme ai nostri tutors, Tom e Adrian, e alla
coordinatrice Valeria. Era breve ma divertente
e interamente in inglese. Lo abbiamo realizzato
per l’ultimo giorno del Camp: abbiamo scritto
il copione, fatto le prove e preparato i costumi.
Ognuno di noi aveva un cappello da mago e una
bacchetta magica, inoltre abbiamo dipinto un
grande calderone fumante da attaccare davanti
al sipario.
“The magic Potion” racconta di alcuni giovani
maghi che, per crescere in fretta, preparano una
pozione magica e si trasformano in loro stessi
da grandi. Una volta trasformati sono più forti,
più alti e più furbi, ma non più felici; decidono
allora di tornare indietro, ma la seconda pozione ha degli effetti imprevisti, e i maghi, sia
giovani sia grandi, si trovano assieme, con loro
grande sorpresa.
Dopo aver controllato di essere tutti interi i
maghi scoprono di essere felici, e concludono
cantando “If you’re happy and you know it”.
Ci siamo molto divertiti nella preparazione di
questo spettacolo e speriamo sia piaciuto al
pubblico.
Gruppo dei Dragon
Al campus Rovani si fa teatro (e meravigliose fotografie)
T
Preparazione costumi
Making the costumes
Gli autori The authors
he 2013 Summer city camp children
have organized a play for parents and
relatives. The play was called “The
magic Potion”, and was all in English.
It was organized with our tutors, Tom and
Adrian, and with our coordinator Valeria.
It is a short but funny show. We prepared
this play for the last day of the camp: we
wrote the script, did rehearsals and prepared
the costumes.
Each one of us had a magic hat and a magic
wand. Moreover, we painted a huge cauldron
to stick in front of the curtains.
This play tells the story of some young
wizards that, in order to grow up, prepare a
magic potion and turn into an older version
of themselves. Once changed they are
stronger, taller and smarter, but not happier;
so they decide to go back.
The second potion has some unexpected
effects as both wizards, young and old, find
themselves together on the scene, to their
great surprise.
After having checked they are all there, they
are happy and end the show singing “If
you’re happy and you know it”. We enjoyed
preparing the play and we hope the audience
liked it.
The Dragons
Al campus Rovani si fa teatro (e meravigliose fotografie)
Portrait of a flying monkey / Ritratto di una scimmia volante
Green with envy / Verde d’invidia
(both by photographer)
The magic shoes / Le scarpe magiche (by photographer)
Red Shoes / Scarpette rosse (by Anna )
12
13
Let’s talk al Campus Leonardo da Vinci
Let’s talk at the Leonardo da Vinci’s Campus.
Uno speciale Speedy date
A special Speedy date
Nel corso della terza settimana del Summer city camp, durante l’attività
del Let’s talk, i bambini hanno risposto a una serie di domande relative
alla loro esperienza al campus, sulla falsa riga degli speedy date.
Edoardo Chieselli
Sebastian Mola
Il gruppo degli intervistatori ha cioè mantenuto sempre la propria
posizione e proposto la medesima domanda ad ogni intervistato
che, al contrario, esaurita la propria risposta cambiava di posto.
Giulia Maffezzoli
Maurizio Cardosi
In the third week of the Summer city camp, during the activity called
Let’s Talk, the children answered some questions about their experience at the Camp, like in a speed date.
Giulia Sicignano
Edoardo Chieselli
The group of interviewers stayed in the same place and asked the
​​
same question to each child, and the children then changed places
after replying.
Sebastian Mola
Giulia Maffezzoli
Maurizio Cardosi
Giulia Sicignano
Qual è la cosa che ti
è piaciuta di più del
campo? Lucidalba Zito
Le attività svolte nella
palestra e nel cortile
Giocare
Le attività svolte in cortile
Giocare a far canestro
ripetendo alcune parole
imparate nella giornata
Questa attività in cui
stiamo rispondendo
alle domande
What do you like best about this
camp? Lucidalba Zito
Playing in the gym and
in the yard
Playing
The activities in the
yard
Trying to play basket
and remember the words
learned during the day
This interview activity,
that we are doing now
E la cosa che meno ti è
piaciuta? Sibilla Candeo
Niente
Niente, mi è piaciuto tutto
Niente
Fare la bandiera
degli indiani
Niente
What do you like least about this
camp? Sibilla Candeo
Nothing
Nothing
Nothing
Making the Indian flag
Nothing
Hai fatto nuove
amicizie?
Alessandro Ceretti
Sì: Alessandro Rosito e Mi
Sì, Maia, Vittoria,
Valentina e Sibilla.
Sì: Maia
Sì: Alessandro Rosito,
Maia e Giulia Maffezzoli
Sì: Alessandro Ceretti,
Jess, Maurizio, Maia,
Sibilla, Sebastian,
Alessandro Rosito
Did you make new friends?
Alessandro Ceretti
Yes: Alessandro Rosito
e Mi
Yes: Vittoria, Maia and
Sibilla
Yes: Maia
Yes: Maia, Alessandro
Rosito, Giulia Maffezzoli
Yes: Alessandro Ceretti,
Jess, Maurizio, Maia,
Sibilla, Sebastian,
Alessandro Rosito
Qual è stata l’attività
più divertente?
Sofia Bottini
La caccia al tesoro
Colorare i miei disegni
L’intervallo
Espressione corporea
Tutto
What did you enjoy most at the
camp? Sofia Bottini
The treasure hunt
Colouring my drawing
The break
Sport
Everything
Hai imparato nuove
parole? Alessandro Rosito
Si: principessa, buono,
cattivo, pelare, corto, alto
Sì: acqua, porta, pelare
Sì: scatola, macchina,
divertente
Sì: gatto, cane
Sì: lupo, scatola cane
Have you learned any new
words? Alessandro Rosito
Yes: princess, good,
Yes: water, door, peel
bad, peel, short and tall
Yes: box, funny,
machine
Yes: dog, cat
Yes: wolf, box, dog
Al campus Rovani si fa teatro (e meravigliose fotografie)
Oz in due parole (e un pizzico di pesia)
Ci fu un grande ciclone
Dorothy andò nella terra di Oz
Il Leone non aveva coraggio
L’Omino di Latta non aveva un cuore
Lo Spaventapassaeri non aveva cervello
Il Mago diede loro il coraggio, un cervello e un cuore.
(Alicia, 6 anni)
Così furono di nuovo felici.
The Wizard of Oz
Dorothy and the Tin Man / Dorothy e l’omino di latta (by Luca)
14
There was a big cyclone
Dorothy went to Oz
The Lion had no courage
The Tin Man had no heart
The Scarecrow had no brain
The Wizard gave them courage, a brain and a heart.
(Alicia, 6 years old)
They were happy again. Melting away / Sciogliendo (by Valerio)
Let’s go to the Emerald City
Andiamo alla Città di Smeraldo (by Matilde)
The Emerald City /La Città di Smeraldo (by Luca)
15
Cappuccetto, Frankestein e l’elefante
Cappuccetto, Frankestein e l’elefante
Book reviews from the Colletta Camp/ Recensioni dal Campus Colletta
Cappuccetto Rosso
Frankestein a scuola
Cappuccetto rosso vive con sua mamma in una
piccola casa vicino al bosco. Un giorno Cappuccetto
Rosso deve andare a trovare la nonna che è malata;
sulla strada incontra il lupo che distrae la bambina
dicendole di raccogliere dei fiori, mentre lui va a
mangiare la nonna. Quando la bambina arriva a casa
della nonna, trova il lupo al suo posto e se la mangia
in un sol boccone. Per fortuna arriva un cacciatore
che uccide il lupo tagliandogli la pancia, salvando
cosi la nonna e Cappuccetto Rosso.
Mi è piaciuto molto la parte finale, dove il cacciatore
uccide il lupo e libera Cappuccetto Rosso e la nonna.
Tom, Susan e Al sono curiosi di sapere cosa sta facendo
il Dottor Frankestein nel suo laboratorio e cercano di
scoprirlo guardando dal buco della serratura. Il dottore
sta costruendo una specie di “mostro” chiamato Frankie
e deve scegliere che tipo di cuore dargli. Alla fine delle
lezioni i bambini vanno a vedere Frankie nel laboratorio
e fanno presto amicizia; un giorno però Frankie sparisce
e i dottori cominciano a cercarlo per la città, trovandolo
alla fine al Parco insieme a una bambina di nome
Harriet. Il dottor Frankestein si avvicina a lui felice di
aver ritrovato suo figlio e gli dice che è ora di tornare a
casa; ma Frankie non vuole; perché ama il parco, pieno
di fiori e di bambini che giocano felici. Anche il dottore
alla fine è d’accordo con lui. Mi è piaciuta molto la parte
in cui il dottor Frankestein deve decidere che cuore dare
a Frankie, perché sceglie il cuore più dolce e spensierato
di tutti, il cuore che ama i fiori, gli animali e i colori.
Little Red Riding Hood
Little Red Riding Hood lives with her mother in a
small house near the woods. One day she goes to visit
her grandmother who is ill; on the road she meets
a wolf who distracts the little girl telling her to pick
some flowers, while he goes to eat the grandmother.
When the child arrives at her grandmother’s house,
she finds the wolf in bed dressed as her grandmother
and the wolf eats Little Red Riding Hood in one single
bite. Luckily, a hunter passes by and kills the wolf by
cutting his belly, freeing the grandmother and Little
Red Riding Hood.
I really liked the final part, where the hunter kills the
wolf and frees them both.
Miriam La Rosa
L’elefante ed il bambino cattivo
called Harriet. Dr. Frankenstein is very happy to have
found his son, and tells him it’s time to go home, but
Frankie doesn’t want to go because he loves the park,
which is full of flowers and children playing happily.
In the end, even the doctor agrees with him. I really
liked the part where Dr. Frankenstein has to decide
what kind of heart to give to Frankie, because they
choose the sweetest, most carefree heart, the heart
that loves flowers, animals and colors.
Greta Bertocchi
Questo libro racconta la storia di un elefante che
incontra un bambino cattivo: l’elefante chiede al
bambino se vuole andare a fare una passeggiata e il
bambino, felice, dice di sì. Insieme vanno in molti
posti: dal gelataio, dal salumiere, dal pizzaiolo... e in
ogni posto l’elefante ruba qualcosa con la sua lunga
proboscide. Alla fine i proprietari di questi negozi,
molto arrabbiati, rincorrono l’elefante per tutti i furti;
l’elefante corre fino alla casa del bambino e, quando
tutti vi arrivano, la mamma chiede se vogliono una
tazza di tè. Tutti i proprietari accettano e si siedono
felici a prendere il tè, dimenticandosi dei furti.
Mi è piaciuta molto la parte finale nella quale
i proprietari e l’elefante fanno pace a casa del
bambino; mentre non mi è piaciuto il fatto che ogni
volta ripetono la scena dell’elefante che ruba e dei
proprietari che lo rincorrono.
The elephant runs to the baby’s home, and when
everybody gets there,the baby’s mother asks them if
they want a cup of tea. All the owners agree and happily
sit down for tea, completely forgetting the theft.
I loved the last part, where the owners and the elephant
make peace in the baby’s home, but I didn’t like the
fact that every time they repeat the scene where the
elephant steals things and the owners chase him.
Tea Greco
Little Red Riding Hood
Frankenstein at school
The Elephant and the Bad Baby
Tom, Susan and Al are curious to know what Dr.
Frankenstein is doing in his laboratory, and try to
find out by looking through the keyhole. The doctor
is building a kind of “monster” called Frankie and he
must choose what kind of heart to give him. At the
end of school the children go to see Frankie in the
laboratory and they soon become friends. But one
day Frankie disappears and the doctors begin to look
for him in the city; finally they find him in a park with
a little girl
This book tells the story of an elephant who meets a
bad baby. The elephant asks the baby if he wants to
go for a walk and the baby happily says yes. Together
they go to lots of places: an ice cream parlor, a
grocery store, a restaurant... and in every place the
elephant steals something with its long trunk. In the
end the angry owners chase the elephant for all the
thefts.
a cura di Gabriella Ballarin
Giunti Junior, € 9,90
Frankenstein at school
Gaia Ierace,
Cideb Black Cat Publishing, $ 6,40
The Elephant and the Bad Baby
Elfrida Vilpont, Raymond Briggs
Puffin Picture Books, $ 15.50
Al campus Rovani si fa teatro (e meravigliose fotografie)
The photography workshop
Il laboratorio di fotografia
held y Davide Stecconi
condotto da Davide Stecconi
“Le foto che vedete in questo servizio sono il risultato di un lavoro realizzato
dai bambini, non da me”,
racconta Davide Stecconi,
filmaker che quest’estate
ha tenuto il laboratorio
di fotografia del campus
Rovani. “Io ho fatto loro
una breve lezione sulla
fotografia ma poi sono
stati i bambini a scegliere
le situazioni da riprendere
e a scattare. Anche nello
sviluppo ho adottato solo
qualche leggero ritocco,
perché volevo che le immagini fossero il risultato
autentico delle idee dei
bambini.”
“The photos in this article
have been taken by the
children, not by me”, says
Davide Stecconi, a filmaker
who this year held a
photography workshop at
the Rovani Camp.
I gave them a short lesson
on photography but
the children chose the
situations they wanted to
photograph.
As I wanted the result
to reflect the children’s
ideas, I only retouched the
photos very slightly when I
developed them.
The Tin Woodman wants a heart / L’omino di latta vuole un cuore (by Agnese)
The Scarecrow gets a brain / Lo spaventapasseri ottiene un cervello (by Marco)
The smiling wizards/I maghi sorridenti (by Vittoria)
16
The Wicked Witch wants the Magic Shoes / La strega cattiva vuole
e scarpe magiche (by Federica)
17
Una scatola magica al Campus Pisacane
Una scatola magica al Campus Pisacane
My Kitchen
The Magic Circus
Il primo giorno di campo, dopo aver cantato e ballato le nostre canzoni
di campo, abbiamo conosciuto i bambini del nostro gruppo: noi eravamo
“The Dancing Lions”. Tutti insieme abbiamo iniziato le attività,
eravamo così curiosi!
The first day of camp after singing and dancing the camp
songs, we were assigned to our group, “The Dancing Lions”.
All together we started the activities, and we were so curious
about everything!
La prima ora di arte l’abbiamo dedicata
a costruire una scatola chiamata “My
Kitchen”, l’ho colorata di tutti i colori
dell’arcobaleno e ho scritto il mio nome
decorandolo con la colla glitter.
Mi piaceva tanto la mia scatola!
Mi chiedevo però a che cosa sarebbe servita. La nostra tutor ci ha spiegato poi che
l’avremmo utilizzata come un gioco.
E così è stato…
Ogni giorno, attraverso i giochi e tutte le
attività, imparavamo delle nuove parole
in inglese e le scrivevamo sul dei cartoncini; mi divertivo a disegnare e decorare
la nuova parola.
Dentro la scatola “My kitchen” c’erano
During the first hour of our art workshop
we built a box called “My Kitchen.” I colored
my box with all the colors of the rainbow,
and I wrote my name and decorated it with
glitter glue. I loved my box!
But after I finished I asked myself, “What
am I going to do with this?” Our tutor
explained to us that we were going to
use it for a game. And that’s what we did!
Everyday through games and activities
we learned new words in English and we
wrote them on cards. I enjoyed decorating
and designing the new words.
In “My Kitchen” box there were “lions,” “tigers,” “clowns,” “colors,” and “seasons.”
It was full of surprises!
leoni, tigri, clowns, colori, stagioni, era
una scatola piena di sorprese.
Il venerdì di ogni settimana giocavamo
a fare i cuochi, cucinavamo le parole formando delle nuove frasi un po’ buffe e
divertenti. Abbiamo tenuto la scatola in
classe per tutto il camp e l’ultima settimana abbiamo unito le parole della nostra
“My Kitchen” “cucinando” finalmente la
nostra storia.
Mi sono divertito tanto, e anche a casa
continuerò a usare la scatola, perché è un
modo diverso e divertente di imparare
nuove parole.
Ma adesso leggete la nostra storia intitolata “The Magic Circus”.
Each week on Friday we “cooked” the
words making new funny and wacky
sentences.
We kept the box for all of the camp and the
last week we put together the words we
learned and we “cooked” our history.
I enjoyed this so much and I will continue
to use the box because it is a different and
funny way of learning new English words.
And now you can read our story called
“The Magic Circus”.
I danced with the lion
Ho ballato con i leoni
I swam with the penguins
Ho nuotato con i pinguini
The tigers were cool
Le tigri erano belle
The monkeys laughed
Le scimmie ridevano
The lions and the tigers
were on top of the elephant
I leoni e le tigri erano
sopra all’elefante
Le tigri saltavano dal
trampolino sull’elefante
The tigers jumped from
the trampoline onto the
elephant
Le foche suonavano la
chitarra
The seals played the guitar
Ho visto un pinguino blu
e arancio
A destra, altre attività del Campus
Pisacane: da sinistra: improvvisazione teatrale, laboratorio di pittura, giocoleria.
I saw an orange and blue
penguin
Il leone e la scimmia
sono sulla proboscide
dell’elefante verde
Al campus Rovani si fa teatro (e meravigliose fotografie)
The lion and the monkey
are on the trunk of the
green elephant
Theatre and wonderful pictures at the Rovani’s camp
The wicked witch and the flying monkeys /
La strega cattiva e le scimmie volanti (by Paolo)
The Wizard gives courage to the lion / Il mago dà il coraggio al leone (by Arianna)
The Tin Woodman receives a heart /
L’omino di latta riceve un cuore
(by Agnese)
18
One day I was at the circus and the clowns could
not juggle
Un giorno ero al circo
e i clown non sapevano
giocolare
The Wizard bows / Il mago fa un inchino (by Davide)
The Frogs’ banner/
Il banner delle rane
(by Federico)
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Interessanti appuntamenti
Quante volte ci siamo sentiti dire frasi del tipo “che
ti passa per la testa?” oppure ci siamo chiesti come
‘funzionano le emozioni o
perché ci sembra di non
avere abbastanza memoria. Ebbene, grazie alla
mostra interattiva e sensoriale “Brain. Il cervello
istruzioni per l’uso”, che
apre a al Museo di Storia
Naturale di Milano il 18
ottobre, alcune di queste
domande potranno trovare una spiegazione. Di-
rettamente dall’American
Musem of Natural History
di New York, Brain è una
grande mostra che grazie
al supporto delle neuroscienze aiuta a rivelare anche a un pubblico non specialistico i meccanismi che
regolano le nostre percezioni, emozioni, opinioni e
sentimenti. Si tratta una
straordinaria esposizione
multimediale, che offre ai
visitatori un viaggio all’interno del cervello passando dai neuroni ai cinque
Elisa Li Mandri III A - IC Candia, Milano
sensi, dalla struttura biologica alle malattie cerebrali, dalle funzioni chimiche del cervello alle ultime
scoperte nel campo della neuroscienza. Sorprende l’abilità dei curatori nel
prendere un argomento
così complesso e renderlo
un piacevole viaggio sensoriale all’insegna della
divulgazione. La mostra
Brain ci conduce alla scoperta di noi stessi, affascinandoci e stupendoci sezione dopo sezione.
Ottobre al Museo Archeologico
Visite guidate, laboratori e giochi
Il Museo Archeologico,
in Corso Magenta 15, nel
mese di ottobre dedica
molte giornate ai bambini,
con visite guidate anche
nella vicina chiesa di San
Maurizio.
Il 13, alle ore 15, Un giorno da piccolo romano.
Visita e laboratorio (gratuita, ingresso al museo a
2 € per l’adulto). Il 19, ore
14.30, Indovina chi? Santi
e Storie nella chiesa di san
Maurizio (7 € un bambino
più un genitore). Sabato 26,
ore 14,30 Speciale 313 d.C.
Facciamo luce da Gerusalemme a Milano (8 € un
bambino più un genitore).
Non dimenticate Giovedì
31 ottobre Hallloween al
Museo-clamoroso furto al
Museo Egizio.
Info e prenotazioni: 02 54 11
Museo di Storia Naturale,
Corso Venezia 55
18 Ottobre - 13 Aprile
Playmore: calcio, basket, pallavolo
Una visita gioco con performance teatrale per
bambini e famiglie al
Castello sforzesco alle
ore 19.30 (ingresso del
Castello, Torre del Filarete, dove c’è la fontana).
(12 € cad).
Per info:
www.comune.milano.it/
museoarcheologico
Tanto sport in via Moscova
Una buona notizia per chi
ha voglia di muoversi:
L’11 settembre ha aperto
a Milano, in via Moscova,
una nuova area sportiva.
L’impianto, affidato dal
comune alla società no
profit Playmore, comprende: un campo di calcio a
cinque in erba sintetica, un
campo di basket e uno di
pallavolo, un rettilineo a
quattro corsie per la corsa,
una pedana per il salto in
lungo e un’area giochi per
i bambini.
D’accordo con il comune di Milano, Playmore
aprirà gratuitamente il
centro per l’attività delle
scuole al mattino.
Al pomeriggio i campi saranno disponibili su prenotazione a tariffe comunali.
L’area sarà aperta tutti i
giorni, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 21.
La community GoKick.org
offre invece la possibilità
di prendere contatto con altri sportivi per unirsi come
giocatori alle tante partite
organizzate.
Per info:
www.playmore.it.
In Villa Lonati, alla scoperta del peperoncino
A Milano, in zona Niguarda, c’è un tesoro nascosto.
Si tratta di Villa Lonati, un
bellissimo edificio settecentesco circondato da un
grande parco ricco di fiori
e piante che grazie al progetto Comunemente verde
oggi è possibile visitare.
Sabato 12 e domenica 13
ottobre, dalle 10 alle 17,
la villa sarà aperta al pubblico per una giornata dedicata ai peperoncini di
tutto il mondo. Si potranno
20
portare e scambiare semi e Le scuole possono richiepiantine e partecipare a un dere per visite guidate gralaboratorio di fotografia tuite su appuntamento.
(portate la macchina fotografica) e a visite guidate.
Villa Lonati cerca
L’ingresso è gratuito.
inoltre volontari
Villa Lonati è situata in
per poter proseguire
Via Zubiani n.1, vicino
al meglio le proprie
all’Ospedale Niguarda Ca’ attività.
Granda, ed è raggiungibile
con i mezzi pubblici: 4, 5, Per info e prenotazioni:
51, 83, 86, M3 Maciachini.
tel. 02 88467417- È aperta al pubblico tutti i
02 88453462
mercoledì dalle 10 alle 15, ComunementeVerde@
ingresso gratuito.
comune.milano.it
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Brain. Il cervello: istruzioni per l’uso