Amatocondannato dal Tribunale Marittimi ancora in

Transcript

Amatocondannato dal Tribunale Marittimi ancora in
w w w .i l f a tto.n et
Molfetta
Quindicinale gratuito di informazione.
Politica
La nuova Azienda
per i Servizi
Municipalizzati
secondo Mancini.
giovedì 27 maggio 2010
n° 61
Cronaca
Cultura
Sport
Rubava utilizzando
la sua auto:
arrestato dai
Carabinieri.
Ancora un
successo per gli
eventi del “Maggio
Molfettese”.
Torna a Molfetta
l’appuntamento
con l’Olimpia Club e
la grande marcia.
pagina 6
pagina 8
pagina 21
pagina 26
Speciale
E se domani...
Amato condannato dal Tribunale
Marittimi ancora in protesta
È giunto a conclusione il processo presso il Tribunale di Trani a carico dell’ex
assessore Pino Amato oltre che di Giovanna Guido, Pasquale Mezzina, Vito
Pazienza, Gaetano Brattoli, Girolamo Scardino e Vincenzo de Michele. Per
l’esponente dell’UdC è arrivata la condanna a 3 anni di reclusione.
È proprio il caso di dire che “le acque non si calmano” nel settore dei marittimi.
A Molfetta il comitato Seagull prosegue nelle sue azioni di lotta rivendicando
maggiore rispetto per i lavoratori del mare. Analoghe proteste sono in corso in
altre città del Sud Italia.
pag. 3
pag. 11
Primo Piano
giovedì 27 maggio 2010
3
Amato condannato a 3 anni di reclusione
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1985
A Trani condanne anche per Giovanna Guido e Pasquale Mezzina.
È stata pronunciata nella mattinata
di lunedì 24 maggio la sentenza di
primo grado nel processo a carico
di Pino Amato, Vito Pazienza, Gaetano Brattoli, Girolamo Scardigno,
Vincenzo de Michele, Pasquale
Mezzina e Giovanna Guido in corso presso il Tribunale di Trani. Il
collegio giudicante ha condannato
Pino Amato, Giovanna Guido e Pasquale Mezzina assolvendo invece
Girolamo Scardigno, Gaetano Brattoli e Vito Pazienza. Pino Amato,
all’epoca dei fatti contestati as-
giorni. Ad entrambi è stata concessa la sospensione condizionale e
la non menzione della condanna. I
tre sono stati anche condannati al
pagamento delle spese processuali,
mentre Amato dovrà anche pagare
le spese di mantenimento durante la
custodia in carcere, Infine, Amato,
Guido e Mezzina sono stati condannati anche al risarcimento dei danni
partrimoniali e morali, che verranno valutati in un secondo momento, subiti dal Comune di Molfetta,
costituitosi parte civile per tramite
dell’avvocato Maurizio Masellis,
oltre che al pagamento delle spese
Pino Amato tre anni di reclusione,
l’interdizione dai pubblici uffici e
la sospensione del diritto di voto per
l’intera durata della pena. Per Girolamo Scaridgno e Gaetano Brattoli
una condanna a sei mesi di reclusione e 50 euro di multa. Un anno e
tre mesi di reclusione è era stata la
richiesta per Vincenzo de Michele,
due anni per Giovanna Guido, due
anni e otto mesi per Vito Pazienza
e sei mesi per Pasquale Mezzina.
Alle richieste del pubblico ministero si erano associate le parti civili.
I difensori avevano invece chiesto
l’assoluzione per tutti. La senten-
legali sostenute sempre dal Comune di Molfetta. Nessun risarcimento
invece per l’altra parte civile, Matteo d’Ingeo, costituitosi per tramite
dell’avvocato Barolomeo Morgese.
Entro novanta giorni sono attese ora
le motivazioni della sentenza. “Vedremo in quella occasione meglio
che valutazioni hanno espresso i
giudici – ha commentato l’avvocato
Masellis – oggi prendiamo atto di
questa decisione giunta al termine
di un processo lungo e difficile per
tutte le persone coinvolte”. In fase
di requisitoria il pubblico ministero
Giuseppe Maralfa aveva chiesto per
za apre ora nuovi scenari anche sul
fronte politico dove si attendono
le dimissioni dalla carica di consigliere di Amato. Al suo posto subentrerà Francesco Mangiarano che
già era stato in consiglio ad inizio
legislatura prima di essere “rimandato” a casa da una sentenza del
Tar che aveva assegnato il posto a
Michele di Molfetta. Nello stesso
pomeriggio di lunedì 24, si è svolta
una riunione già programmata del
Consiglio Comunale nel corso della
quale nessuno ha voluto commentare le vicende giudiziarie che hanno
interessato Amato.
sessore alla Polizia Municipale ed
Annona ed attualmente consigliere
comunale nella fila dell’UdC, è stato condannato a tre anni di reclusione oltre che all’interdizione dai
pubblici uffici per cinque anni oltre che la sospensione dal diritto di
voto attivo per tre anni. La pena ai
tre anni di reclusione è stata condonata per effetto della legge sull’indulto. Giovanna Guido, invece, è
stata condannata ad un anno e quattro mesi di reclusione, mentre Pasquale Mezzina a due mesi e venti
4
Corsivo
giovedì 27 maggio 2010
Statuto dei Lavoratori
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1986
“Festeggiati” i suoi primi 40 anni.
Ha 40 anni e li porta bene, non teme
il confronto con il ddl berlusconiano,
attualmente in discussione in Parlamento, che pretenderebbe di sostituirlo cancellando anni di lotte e diritti
faticosamente acquisiti per decidere
il destino dei lavoratori attraverso
semplici rapporti personali. Parliamo
ovviamente dello Statuto dei Lavoratori, nato il 20 maggio di 40 anni fa, la
legge 300 del 1970, intitolata “Norme
sulla tutela e dignità dei lavoratori,
della libertà sindacale e dell’attività
sindacale nei luoghi di lavoro e norme
sul collocamento” che, dopo la Costituzione, è la fonte normativa più importante in materia di attività e libertà
sindacale. Lo si ottenne dopo 18 anni
di lotte del movimento operaio, grazie
alla spinta di un Partito Socialista Italiano non ancora craxiano ma senza
il voto del Partito Comunista che, pur
apprezzando la garanzia dei diritti costituzionali prevista per i lavoratori sui
luoghi di lavoro, lamentava l’esclusione delle tutele per quelli delle aziende
più piccole. Già Giuseppe Di Vittorio,
nel 1952, aveva proposto uno Statuto
dei Lavoratori realizzato poi da Giacomo Brodolini che con lui era stato
al vertice della Cgil nel 1955 come
vicesegretario. Nominato ministro del
Lavoro socialista nel secondo governo Rumor e fautore della riforma della
previdenza sociale del 1969, dell’abolizione delle gabbie salariali e della
modifica del collocamento contro il
caporalato, Bradolini istituì una commissione nazionale per redigere una
bozza di Statuto, alla cui presidenza
nominò Gino Giugni. Brodoloni morì
pochi giorni dopo aver presentato, nel
giugno1969, il disegno di legge elaborato dalla Commissione. L’approvazione della legge 300, a cui contribu-
irono fortemente i movimenti studenteschi del ’68 con lo slogan “operai
e studenti uniti nella lotta”, segnò un
cambio di rotta nella politica di quegli
anni in cui si lavorò molto anche per
una riforma della previdenza sociale,
la cancellazione delle differenze tra
uomo e donna, l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, la sicurezza
e la medicina del lavoro che poterono
finalmente entrare nelle fabbriche e
nelle aziende. Gli anni ’80, con l’introduzione della terziarizzazione, dei
servizi, della globalizzazione e del
precariato videro una certa regressione nell’applicazione delle norme costituzionali che mirava alla negazione
dei diritti sul lavoro: oggi, a distanza
di 40 anni, essi addirittura si negoziano in uno scenario di domanda-offerta
caratterizzato da 387 tipi di contratti
che andrebbero ridotti, coordinati a
livello europeo così come andrebbero
garantiti i lavoratori delle aziende al
di sotto dei 15 dipendenti.
Beatrice De Gennaro
L’opinione
giovedì 27 maggio 2010
5
Dal 25 aprile al 2 giugno
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1987
Due date che devono tornare ad essere importanti.
Le ricorrenze, le date che le segnano,
gli anniversari, non hanno poi questa
grande importanza, lo sappiamo tutti
nella concretezza della quotidianità
che a valere sono i fatti, le scelte che
si fanno giorno dopo giorno, le azioni concrete. Eppure, visto che siamo
uomini, non animali e non ancora
automi, i riti qualcosa stanno pure a
significare, se non altro ci ricordano
chi siamo, gli obiettivi che abbiamo
e dovremmo sforzarci di raggiungere,
passo dopo passo. E anche se abitiamo
a Molfetta, periferia dell’impero, non
è detto che le grandi vicende storiche
non ci riguardino, che anche qui non
si possa fare il proprio dovere. L’Italia
repubblicana si racchiude entro due
date, il 25 aprile e il 2 giugno. L’accumularsi degli anni fa sì che si acquisisca distacco, con quel che vuol dire,
maggiore capacità di valutare, per il
diminuito coinvolgimento e la visione
di prospettiva, ma anche svuotarsi di
significato. Così che rischiano di diventare solo due date segnate in rosso
sul calendario, occasione di vacanza e
dei primi week end della bella stagione, per un manifesto listato di tricolore, scritto da chissà chi, e un corteo
sbrigativo, una corona al monumento
dei caduti, un accenno di contestazione da quando l’amministrazione sta
col centro destra, un discorso fatto di
parole che non dicono niente e poi tut-
ti a casa. Scarsa la partecipazione dei
cittadini, distratti e immemori. È stato
così per lo scorso 25 aprile, Festa della Liberazione, lasciando l’amaro in
bocca a chi c’era, a chi non ha dimenticato cosa abbia voluto dire per l’Italia la guerra partigiana, la difesa e l’affermazione delle fondamentali libertà
e prerogative democratiche. Così per
il 2 giugno, i partiti di centro sinistra,
movimenti politici ed associazioni varie si stanno organizzando, che si vada
o no alla manifestazione ufficiale, per
costruire un’occasione che valga a ricordare la nascita della Repubblica e
la Costituzione, diritti e doveri che si
son dati troppo facilmente per acquisiti e che invece ci tocca difendere di
nuovo, che non sarà regime questo in
cui viviamo, ma neppure democrazia
compiuta e neppure a Molfetta si può
dimenticarlo. Un’occasione per esserci, magari con in mano la propria
copia di Costituzione, per rileggerne
alcuni articoli, per riflettere su di essi,
per ascoltare pareri autorevoli e dire la
propria e poi capire se i principi possono essere difesi anche in loco, in
questa Molfetta sentita ultimamente
definire con rara efficacia una “città
bloccata”. Bloccata nei lavori per il
porto, che avrebbe dovuto essere il volano per lo sviluppo nei prossimi anni,
nell’espansione della zona artigianale,
nella progettazione del proprio futuro,
che non si capisce bene che chance di
crescita, economica, sociale, culturale
abbia la nostra comunità, bloccata nelle idee e nelle proposte. Riappropriarsi dell’identità di cittadini, rispolverare la conoscenza di diritti e doveri,
pretendere di essere ascoltati, uscire
dal privato orticello dei propri desideri
ed obiettivi. Una data, una ricorrenza,
una festa può servire anche a questo,
a ricordare il valore dell’impegno, a
combattere al tentazione della passività, del semplice tirare a campare.
A ricordare chi siamo e a ritrovare la
voglia di lottare per cambiare.
Lella Salvemini
6
Politica
giovedì 27 maggio 2010
Ecco come sta cambiando l’Asm
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1988
Nel corso di una delle ultime sedute del Consiglio Comunale, è stato discusso e approvato il bilancio di
previsione 2010 e poliennale 2010-2012 dell’Azienda Servizi Municipalizzati di Molfetta. Hanno preso la parola
il direttore dell’Asm, Silvio Binetti e il presidente del Consiglio di Amministrazione, Pasquale Mancini.
Mancini che ha presentato la relazione che di seguito riportiamo.
La elaborazione di questo bilancio preventivo si è sviluppata su due direttrici
fondamentali: il contenimento della spesa
corrente e il miglioramento dei servizi.
Ogni passaggio ha dovuto tener conto –
come ogni singolo atto amministrativo
emanato dal CdA – delle novità normative che nei fatti potrebbero portarci a rivedere radicalmente lo stesso modo di intendere questa Azienda: alla data del 31 dicembre 2011, infatti, cessano gli affidamenti di servizi in house in essere, e la
possibilità dell’affidamento in house viene fortemente limitata a situazioni eccezionali, nelle quali, per particolari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e
geomorfologiche del contesto ambientale,
non sia possibile il ricorso al mercato (per
quel che diremo successivamente ci auguriamo che l’istituzione della sesta Provincia e la ri-perimetrazione degli ATO vengano considerate “situazioni eccezionali”). Anche per preparare l’ASM a un
possibile confronto con il mercato, l’Amministrazione proprietaria aveva chiesto,
all’atto del nostro insediamento, di abbandonare progressivamente la tendenza a
presentare rendiconti “a piè di lista”, indirizzando l’attività aziendale verso un
maggior rigore nella spesa e alla ricerca di
spazi di possibile autosufficienza dal
“cliente unico” Comune di Molfetta. Abbiamo intrapreso questo percorso con un
approccio volto a ottimizzare le risorse,
intervenendo su ogni voce di spesa, evi-
tando privilegi e premiando il merito, riuscendo ad ottenere interessanti economie
senza – ci pare – penalizzare il servizio. In
quest’ottica abbiamo subito deliberato un
refresh dell’albo fornitori garantendo
massima trasparenza e accessibilità a ogni
settore e impegnando il mese di gennaio
nell’espletamento di gare per la fornitura
di beni e servizi che dovrebbero portare a
una significativa e incoraggiante riduzione di oltre 60.000 euro nei capitoli di spesa interessati. La necessità di contenere la
spesa ha spesso come effetto collaterale
quello di ridurre i servizi, ma nel nostro
caso il servizio non può risentire di contenimenti e contrazioni. Per questo motivo
abbiamo cercato il giusto equilibrio concentrando risorse umane ed economiche
sullo sviluppo di servizi on demand e/o
legati all’incremento della raccolta differenziata bilanciando lo spostamento di
personale con il miglior utilizzo di mezzi
meccanici per lo spazzamento stradale.
L’impegno degli uffici nella estensione
della ordinanza per il decoro (a quattro
mani con il Comando di Polizia Municipale) e l’innegabile impegno di tutto il
personale hanno consentito di mantenere
una “riduzione sostenibile” che non ha inciso negativamente sul servizio. L’ASM
ha saputo stringere la cinghia dimostrando una flessibilità operativa capace di
mantenere sotto controllo – con un organico addirittura inferiore a quello del 1998
e con straordinari ridotti all’osso – una do-
manda di servizio aumentata negli ultimi
anni almeno del 30%, per l’insediarsi della zona commerciale, di quella artigianale
e delle aree di espansione edilizia. Un risultato che rende assolutamente positivo
il nostro “bilancio sociale” raggiunto solo
grazie all’impegno di ogni singolo operatore e al significativo apporto dei responsabili di settore sempre presenti sul territorio. L’ASM ha due settori di costo, mastodontici, preponderanti, sui quali non è
ormai possibile intervenire se non per
contenerne i rincari, dettati dalla legge,
dalle decisioni in ambito ATO, e da aumenti indipendenti dalla nostra volontà.
Costo dello spazzamento stradale (essenzialmente costi di personale). Costo dello
smaltimento (tritovagliatura, aumento costi di smaltimento in discarica e carburanti le voci che incidono maggiormente). Se
attendiamo questi costi “a valle” non possiamo intervenire se non con azioni palliative. Dobbiamo invece sforzarci di intervenire a monte, puntando su un potenziamento deciso, diretto, delle attività di raccolta differenziata e dei servizi con ritorno
economico, e su una maggior cooperazione con i cittadini. Indispensabile l’apporto
di altri “corpi” del Comune, come Polizia
Municipale (attività di controllo e sanzionatoria) e Ufficio Tecnico (stesse attività
ma sul settore degli inerti di cui sono disseminate le nostre campagne). Uno degli
handicap del bilancio e della storia stessa
dell’ASM è, a parere di chi scrive, la pressoché totale dipendenza economica dal
“cliente” più grosso: il Comune di Molfetta. Un cliente esigente, (…60.000
clienti…) relativamente pigro, non sufficientemente collaborativo, con cui abbiamo un rapporto prevalentemente incentrato su servizi a bassa redditività e su cui
“pesiamo” in maniera significativa. Dobbiamo riqualificare la spesa, trasformandola da improduttiva in autosufficiente,
spostando risorse umane ed economiche
dai servizi di puro costo a servizi che si
autofinanziano. Nel 2010 abbiamo mantenuto un costo del personale bloccato su
4.800.000 euro a fronte di 4.720.000 euro
contabilizzati nel 2009, pur avendo “stabilizzato” i 18 operatori per lungo tempo
utilizzati part time (se non erro vi fu una
esplicita richiesta in tal senso nel Consiglio Comunale dello scorso anno) rendendo così stabile il reddito nelle loro famiglie. Ogni ora di lavoro riconvertita dallo
spazzamento stradale alle raccolte differenziate (meglio se porta a porta) sarà
un’ora di lavoro dedicata ad attività che
generano un ritorno economico, oltre che
garantire un servizio di qualità: è a questo
che intendiamo puntare. Perché si possa-
no convertire risorse verso la raccolta differenziata o verso quei servizi che già
oggi ci consentono di avere altri dodici
Enti Locali e decine di varie aziende come
nostri clienti, c’è bisogno di una cosa
semplicissima quanto – pare – di ardua
realizzazione nella nostra amata Città: c’è
bisogno che ci sia meno da spazzare. C’è
bisogno che i cittadini sporchino meno,
c’è bisogno di meno cartacce, di meno deiezioni canine, di più attenzione agli spazi
comuni, c’è bisogno che i nostri operatori
non debbano assistere impotenti a una
sorta di tela di Penelope… Meno risorse
sullo spazzamento uguale più risorse verso le raccolte differenziate. Perché la raccolta differenziata non è solo una bella
voce da “bilancio sociale”: è la carta da
giocare, la chanche da potenziare, il settore su cui investire fino alla chiusura del
ciclo. Un settore, l’unico insieme a quello
possibile della generazione di energia, che
potrà fare dell’ASM un’azienda competitiva e pronta all’appuntamento del 31 dicembre 2011, quando potrebbe trovarsi a
navigare nel mare aperto del mercato. Abbiamo chiesto alla Amministrazione Comunale di sostenere i nostri sforzi regolamentando il settore attraverso ordinanze
che indichino i corretti comportamenti sugli orari di conferimento dei rifiuti indifferenziati, sull’attenzione da usare quando
si possiede un cane, sul volantinaggio e
l’utilizzo degli spazi pubblici, sulla cura
degli spazi comuni per i gestori di locali
pubblici ecc. Su questa ordinanza chiederemo alle forze politiche di maggioranza e
opposizione, alla stampa locale e agli stessi utenti di evitare letture al microscopio
alla ricerca di un errore (che magari alla
fine si trova sempre) ma di guardare
all’obiettivo comune, garantendo con il
continua a pag. 7
giovedì 27 maggio 2010
segue da pag. 6
proprio consenso una ancor maggiore autorevolezza. La raccolta differenziata nel
corso del 2009 ha raggiunto un indice medio del 26.4% . Negli ultimi mesi dell’anno si è addirittura superato il 29% mentre
i primi quattro mesi del 2010 ci collocano
sopra il 28% (una diminuzione non determinata dai flussi di raccolta, che sono invece in forte crescita grazie alla partecipazione dei cittadini e all’ottimo lavoro del
nostro partner Trasmar, ma da lavori in
corso presso l’impianto di compostaggio
Tersan di Modugno). L’obiettivo per l’anno in corso è superare il 27.5% (non mantenere almeno questa soglia costerebbe
circa 105.000 euro per anno): noi puntiamo invece a superare il 30% allargando a
una serie di condomini la raccolta della
carta sinora testata con successo (+20%)
su grandi utenti e studi professionali e riprendendo la raccolta differenziata della
frazione organica domestica – cosiddetto
umido – su un terzo della Città
(7.000+7.000 pattumiere, e 1.600.000
sacchi biodegradabili). Queste due operazioni dovrebbero portarci a una soglia del
33% di raccolta differenziata. La successiva espansione della raccolta differenziata sull’umido domestico a tutta la città ci
consentirebbe di raggiungere il 40% di
raccolta differenziata: risultato di rilievo
nazionale. È importante sottolineare in
questa sede che il “riavvio” della differen-
ziazione sull’umido domestico ha un
obiettivo primario non dichiarato: quello
di prepararci alla riapertura dell’impianto
di compostaggio comunale con una utenza già abituata a differenziare la frazione
organica, sì da ottenere un ulteriore incremento della percentuale di raccolta differenzaita, un minor costo di smaltimento in
discarica e – perché no – la possibilità di
collocare sul mercato degli ammendanti
un compost di qualità. In conclusione
l’obiettivo è quello di compensare con
una impennata delle raccolte differenziate
gli aumenti di conferimento in discarica
disposti dall’ATO. Il piano degli investimenti 2010 prevede alcuni interventi di
modesta entità, rivolti al mantenimento
degli standard attuali – mezzi leggeri,
contenitori porta rifiuti, attrezzature per
servizi specifici – e un investimento importante riguardante l’installazione, presso l’impianto di selezione, di una linea di
selezione automatica della plastica che ci
consentirà di aumentare in maniera significativa i flussi di materiali provenienti
anche direttamente dal CO.RE.PLA. Si
tratta di una iniziativa ancora in fase di
studio che verrà attuata solo una volta individuate ampie garanzie di un bilancio
positivo, in termini non solo sociali e ambientali ma anche economici. Questo investimento si colloca nell’ambito delle
azioni strategiche con le quali intendiamo
rendere più solida questa Azienda. È allo
Politica
7
studio la creazione di un mini-ATO (o
ARO Ambito di Raccolta Ottimale) che
abbiamo proposto ai sindaci di Molfetta,
Corato, Terlizzi e Ruvo, e che trova nelle
ridotte dimensioni territoriali il suo punto
di forza e il miglior fattore di ottimizzazione dei costi. Il MiniATO consentirà di
puntare alla autonomia (intesa come chiusura del ciclo) attraverso la realizzazione
di impianti minori autosufficienti: impianti di recupero energetico di dimensioni e
caratteristiche compatibili con il contesto
territoriale. Dovrebbe essere ormai prossimo il rientro della piattaforma dell’impianto di compostaggio nella disponibilità
del Comune di Molfetta, ed è da tempo
disponibile un finanziamento di 2.300.00
euro messi a disposizione della Provincia
oltre ad altre fonti attivabili presso la Regione. Quando sarà riattivato, l’Impianto
di Compostaggio porterà a un taglio deciso dei costi di trasporto e di conferimento.
Completano il quadro le due isole ecologiche di imminente apertura (una presso
la sede ASM e l’altra presso “Coda di Volpe”) che consentiranno ai cittadini di conferire in tutta sicurezza televisori, frigoriferi e altri grandi elettrodomestici, oggi
spesso abbandonati a deturpare le nostre
campagne. Tra le attività dell’ultim’ora
segnalo l’inizio della sperimentazione
“RaccOlio” (raccolta di oli da cucina provenienti da utenze domiciliari) e la nuova
raccolta di RAEE del 4° raggruppamento
(piccoli elettrodomestici, telefonini, ecc.)
che da soli incrementeranno la Raccolta
Differenziata dell 1% circa. Il MiniATO,
l’Impianto di Compostaggio, gli Impianti
minori autosufficienti, il potenziamento
della raccolta differenziata non organica,
le due isole ecologiche, la raccolta
dell’olio, quella dei RAEE, l’avvio della
RD sulla frazione organica domestica e la
selezione automatica della plastica da RD:
sono i punti centrali del nostro programma per l’ASM. Con questi strumenti, che
sono già stati oggetto di costruttivo confronto con le rappresentanze sindacali territoriali CGIL, CISL, UIL e FIADEL intendiamo traghettare l’Azienda verso il
suo futuro. In chiusura vi invitiamo a leggere questo bilancio per quello che in realtà è: non una secca elencazione, a volte
ripetitiva, di voci di spesa, ma un patto.
Con i cittadini e con chi li rappresenta,
senza distinzione di parte. Un patto che
deve vedere ogni forza politica e sociale
della città impegnarsi a migliorare il rapporto dei cittadini con gli spazi comuni.
Un patto che veda interrompere le inutili
giaculatorie (Molfetta è sporca, Molfetta è
trasandata…) per aiutare tutti a comprendere meglio il problema e ad attivare le
piccole risorse di ognuno. Molfetta è il
primo Comune over 30.000 in Puglia per
le raccolte differenziate, Molfetta vuole
fare meglio, Molfetta vuole riscoprire il
proprio senso civico.
8
Cronaca
giovedì 27 maggio 2010
Ladro d’auto nella rete dei Carabinieri
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1989
Aveva commesso un furto raggiungendo Molfetta con la sua vettura.
Ha rubato un’auto a Molfetta e poi,
dopo averla portata a Bitonto, è tornato
sul luogo del delitto per riprendere la
sua autovettura. Non aveva però fatto
i conti con i Carabinieri della locale Compagnia che lo hanno scoperto
e tratto in arresto. Protagonista della
vicenda il 31enne bitontino Gennaro
Modesto. Tutto è accaduto nel pomeriggio di mercoledì 12 maggio. Attorno alle 13 la centrale operativa della
caserma dei Carabinieri ha ricevuto la
segnalazione del furto di una Mercedes
Classe A rubata in piazza Garibaldi, nei
pressi della gelateria San Marco. Sul
posto si è così portata una gazzella del
Nucleo Radiomobile e i militari hanno
ascoltato la vittima del furto, una rappresentante che aveva lasciato la vettura con le chiavi inserite nel quadro,
e poi visionato le immagini registrate
dal sistema di videosorveglianza di un
esercizio commerciale della zona. Dalle immagini i Carabinieri hanno potuto
guardare “in differita” il furto: si vedeva un uomo di corporatura robusta
parcheggiare una Lancia Y e poi, dopo
aver armeggiato attorno alla Mercedes
salirvi a bordo e darsi alla fuga. Dalla
targa della Lancia Y i militari sono risaliti al nome del proprietario e si sono
poi appostati in attesa che tornasse per
prendere la macchina. Così è accaduto:
il ladro dopo aver portato la Mercedes
a Bitonto è tornato a Molfetta su uno
scooter in compagnia di un minore, risultato poi totalmente estraneo ai fatti.
Dopo un breve inseguimento Modesto
è stato bloccato da due auto dei Carabinieri e tratto in arresto.
In tasca aveva le chiavi della Mercedes
da poco rubata e quelle della Lancia Y.
Vistosi scoperto Modesto ha ammesso
il furto e indicato ai militari dove recuperare la Mercedes che si trovava
parcheggiata in via Vacca di Bitonto. Il
31enne, dopo le formalità di rito, è stato associato alla casa circondariale di
Trani a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nota di colore finale: il ladro
“imbranato” aveva parcheggiato la sua
Lancia Y in divieto di sosta motivo per
cui, prima dell’arrivo dei carabinieri era
stato contravvenzionato da un agente
della Polizia Municipale. Quindi oltre a
scontare la pena detentiva Modesto dovrà anche pagare l’ammenda per aver
parcheggiato dove non consentito!
Furto nel Fashion District
L’Arma e le nostre tradizioni
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1990
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1991
Arrestato un cittadino georgiano.
Una foto collocata all’interno della
caserma dei Carabinieri.
È stato arrestato dai carabinieri del
Nucleo Operativo della Compagnia di
Molfetta un 31enne di nazionalità georgiana accusato di furto in concorso
con altri due individui riusciti a scappare. L’episodio si è verificato all’in-
terno del Fashion District Molfetta
Outlet. Secondo quanto si è appreso,
i tre individui sono entrati nel negozio Foppa Pedretti e con varie scuse
hanno tentato di distrarre la commessa presente facendola allontanare dal
registratore di cassa. Approfittando di
un momento di distrazione della ragazza, uno dei tre individui è riuscito
ad aprire il cassetto della cassa e ad
asportare circa 280 euro. I tre sono
poi usciti dal negozio ma, immediatamente, la commessa si è resa conto di
quanto era avvenuto ed ha chiamato
aiuto allertando il servizio di vigilanza del centro commerciale. A nulla
però sono valsi i tentativi di bloccare
i malviventi all’interno del Molfetta
Outlet. Uno solo è stato rintracciato
poco dopo nei pressi del parco Miragica e tratto in arresto dai carabinieri.
Indagini sono in corso per risalire alla
identità degli altri due complici.
Una foto scelta per rappresentare il
forte legame tra la città di Molfetta,
la sua storia e le sue tradizioni, e l’Arma dei Carabinieri. È quella realizzata dal fotografo Antonio d’Agostino
e donata alla caserma di Molfetta da
Leo Binetti, titolare dell’agenzia pubblicitaria Interno 45. La foto, scattata
nel corso della processione del Sabato
Santo e che riproduce la statua della
Pietà “scortata” da due carabinieri in
alta uniforme, è stata esposta per lungo tempo in uno dei totem pubblicitari
della Interno 45 sistemati nel centro
della città. Leo Binetti ha poi deciso
di donarla ai Carabinieri di Molfetta
e l’ha consegnata nelle mani del Comandante della Compagnia, capitano
Domenico Del Prete e del Comandante della Stazione, maresciallo Nicola
Patruno. La foto è stata sistemata nella caserma.
10
Attualità
giovedì 27 maggio 2010
Case popolari: ma chi le usa?
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1992
Se lo chiede il Liberatorio Politico.
Ma con quali criteri vengono assegnati gli alloggi popolari a Molfetta? È
questo uno dei quesiti sollevati dal Liberatorio Politico di Matteo d’Ingeo.
Con la crisi economica che avanza e le
famiglie povere che diventano sempre
più povere molte volte risulta difficile
credere che fra gli assegnatari delle
case di proprietà comunale o dell’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP)
spesso e volentieri vi sia gente lontana anni luce dall’essere definita poco
abbiente. Se in città venissero fatti dei
controlli approfonditi sui reali redditi
familiari degli assegnatari probabilmente qualcosa si potrebbe cominciare a risolvere. Questi controlli, come
sostiene anche d’Ingeo, andrebbero
fatti per legge almeno ogni due anni
incrociando gli stati di famiglia con i
tabulati dell’Agenzia delle Entrate e
il Registro della Conservatoria. Soltanto così si potrebbe stabilire il reale
“stato di povertà” del beneficiario di
un alloggio. Ma la denuncia del Liberatorio non si ferma alle case popolari. Sotto la lente di d’Ingeo sono finiti
anche i fondi statali pari a 4,5 milioni
di euro utilizzati dal sindaco Antonio
Azzollini per abbattere e ricostruire le
palazzine private di via Aldo Fontana.
Fondi destinati alle opere pubbliche e
da indagini di Procura. Fra poco tempo queste palazzine saranno finalmente pronte e i residenti “parcheggiati”
in immobili comunali potranno tornare nelle proprie case lasciando questi
ultimi vuoti. Questo significa che per
gli abusivi di professione il conto alla
rovescia è scattato e fra di loro si sta
già scatenando la bagarre per accaparrarsi la casa comunale in maniera
anticonvenzionale. Purtroppo l’occupazione abusiva è uno dei tanti cattivi
costumi diffusi in città. Capita però
che questa gente, povera davvero, non
abbia tutti i torti e tenda a prendersi
con la forza ciò che la legge dovrebbe
concederli tranquillamente. Ma così
non è e tutta la città si ritrova ogni
volta a fare i conti con tale situazione
scaturita da criteri alquanto discutibili
nell’assegnazione degli immobili popolari. Criteri che sempre più spesso
spesi a favore di edilizia privata. L’en- si basano sull’importanza e sul timore
nesima violazione delle leggi da par- di questa o quell’altra famiglia piuttote di Azzollini, secondo d’Ingeo, che sto che sul suo reale reddito.
non è stata mai minimamente presa in
considerazione da organi di Polizia o
Francesco Tempesta
Un X-File dei nostri tempi
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1993
La domanda è sempre la stessa: “cosa c’è nel nostro mare?”.
Decenni, decenni e decenni di polemiche, articoli di giornale e inchieste
ma la verità è ancora lontana. Cosa c’è
realmente nel mare che bagna Molfetta non è permesso saperlo. Siamo nel
2010 e ci troviamo ancora a pagare
l’ignoranza più profonda degli attori della Seconda Guerra Mondiale,
quell’ignoranza ancora oggi volutamente ignorata che ha permesso lo
scarico di centinaia di migliaia di ordigni bellici nel nostro amato specchio
d’acqua. Bombe che il più delle volte
non sono convenzionali ma chimiche
e tossiche a dispetto dei tanto temuti
armamenti terroristici di nuova generazione. Ma come è possibile che su
un argomento che riguarda la salute
pubblica nessuno voglia fare chiarezza? Il Liberatorio Politico con Matteo
d’Ingeo ci sta provando da anni, denunciando quello che nessuno ha il
coraggio di denunciare quello che è
definito scomodo. Denunce che fanno
male a chi possiede la coda di paglia a
cui seguono talvolta minacce e magari proiettili intimidatori. È passato un
anno ma nessuno fra Carabinieri, Capitaneria di Porto, Prefetto e Procura
ha inviato valide risposte alle domande “scomode” poste da Matteo d’In-
geo. “Chiedere è lecito, rispondere è
cortesia” sostiene un antico detto. In
questo caso non vi è nessuna cortesia
ma forse soltanto una interessata e comoda maleducazione. Perché nessuna
risposta nemmeno da parte del sindaco di Molfetta che è il primo responsabile della salute pubblica cittadina?
Eppure si tratta soltanto di quesiti che
hanno il solo scopo di richiedere delucidazioni circa lo sminamento della
costa molfettese, una questione di cui
si parla tranquillamente ma forse troppo poco limpidamente. Le bombe ci
sono, sono dannose per la salute umana e non esiste motivazione valida che
possano spingere ad occultare il tutto
sotto un bugiardo silenzio. Anche il
nuovo porto ha dovuto fare i conti con
la massiccia presenza di ordigni così
come le casse comunali che a causa
del continuato blocco dei lavori hanno
dovuto sborsare una penale pari a 7,8
milioni di euro. Intanto un cartello in
località Torre Gavetone, risalente al
lontano 1993, continua a mettere in
guardia i bagnanti sulla presenza di
ordigni inesplosi e nessuno si degna
di mettere le cose in chiaro. Nonostante siano passati più di 17 anni dalla sistemazione del cartello lo stesso è
più che mai attuale visto che proprio
nel tratto fra Torre Gavetone e l’ex
fabbrica sono stati rinvenuti ultimamente almeno 172 ordigni inesplosi.
Ma la gente continua a fare il bagno
e a sentirsi male e qualcuno continua
a permettere che tutto ciò accada. La
stessa cosa sta cominciando ad accadere anche presso l’altra spiaggia dei
molfettesi, la Prima Cala. Qui, nonostante alcuni incidenti ai bagnanti e ai
pescatori, i controlli dell’Ispra si sono
dimostrati da sempre inconsistenti se
non assenti. E così ogni sinistro continua ad essere attribuito al solito capro
espiatorio individuato nella famigerata “alga tossica”. L’estate è ormai
arrivata e il Liberatorio Politico assieme ai giornali si ritrova a denunciare
l’ennesimo insabbiamento di notizie
voluto chissà da chi, degno del celebre
telefilm americano X-Files.
Francesco Tempesta
giovedì 27 maggio 2010
Attualità
11
Prosegue la protesta dei marittimi
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1994
Il Comitato Seagull non abbassa l’attenzione sui problemi della categoria.
“Organizzatevi meglio, coinvolgete i
marittimi in crisi di altre città, stilate un documento di base, con le vostre problematiche e un programma
propositivo e inviatelo al politico di
turno, alle istituzioni competenti, e
quando sarete numerosi a protestare saranno gli stessi sindacati a presentarsi, anche senza il vostro invito.
Sappiate che le amministrazioni non
sono insensibili, vi accorgerete che
la politica non vi abbandonerà. Nominate un vostro interlocutore, un
rappresentante che diventi portavoce. Lo so, è un’iniziativa dura – ha
ribadito l’assessore Mariano Caputo
nell’incontro organizzato con i componenti del Comitato Seagull – ma
è necessario non scoraggiarsi, se rimanete compatti e se non fate guerra
tra voi il caso sarà risolto. E se ciò
non bastasse vi sono altri strumenti
di lotta: si potrebbe promuovere un
movimento popolare. Parola d’ordine: non arrendersi”. Ha concluso così
il suo intervento l’assessore Caputo.
L’incontro è iniziato mentre alcuni
presenti delusi e irritati chiedevano
spiegazioni agli organizzatori del Comitato Seagull, come mai nonostante
l’invito al neo-assessore regionale
Guglielmo Minervini, all’assessore
comunale Giulio La Grasta, all’avvocato Francesco Armenio, al Co-
giore rumeni – in possesso di corsi
di formazione – filippini, magrebini.
Questo l’effetto della globalizzazione, che crea inarrestabile concorrenza fra gli uomini di ogni parte della
terra. La situazione attuale è molto
grave, ci sono marittimi che non
imbarcano da 6-12-18 mesi e si può
capire lo stato in cui vivono queste
famiglie monoreddito. Il professor
Vacca, preside dell’IPSIAM, nel suo
intervento ha sottolineato che per
essere competitivi occorre frequentare corsi di formazione e di aggiornamento. Gli armatori richiedono, a
chi vuole imbarcare, la conoscenza
della lingua inglese e delle norme di
sicurezza per prevenire gli abbordi in
mare. Il settore marittimo vive una
situazione particolarmente difficile
anche perché mancano i giovani ufficiali e personale specializzato. Negli
ultimi anni sia gli Istituti Nautici che
gli Istituti professionali sono stati abbandonati dall’utenza perché è venuto meno l’obbligo per gli armatori di
imbarcare gli allievi. Così è venuta
meno una forma di apprendistato che
avrebbe permesso formazione di personale specializzato. Per sopperire a
queste carenze l’IPSIAM di Molfetta
ha istituito un corso di formazione
mandante della Capitaneria di Porto di 500 ore (circa 5 mesi di frequendi Molfetta, al dirigente del SASN za) per allievi ufficiali di Macchina
dottor Tatulli, ai sindacalisti Patimo
e Azzariti (così come preannunciato da comunicato diffuso sulla rete
web), questi non avessero partecipato la sera del 14 maggio all’incontro
organizzato presso la sala stampa
del Comune di Molfetta. A calmare
gli animi dei marittimi, che si sono
sentiti abbandonati, senza qualcuno
che potesse dare delle spiegazioni ci
ha pensato l’avvocato Cosimo Cantatore che ha spiegato come a Roma
si stiano prendendo delle iniziative.
Alcuni sindacati si sono riuniti per
decidere su una eventuale revisione
delle tabelle di armamento. I marittimi di Trapani, di Napoli e Mola di
Bari che stanno vivendo la stessa situazione si stanno organizzando per
una mobilitazione. Il problema non
sono le tabelle di armamento ma il
“Registro bis”. È questa la causa che
ha permesso di imbarcare anche gli
extracomunitari, e questo avviene da
circa 10 anni. Ora con la chiamata
diretta sono gli armatori che tramite
le agenzie decidono quale personale
imbarcare. Le leggi e i regolamenti
vigenti permettono di far imbarcare
ufficiali e solo una parte di marittimi
italiani della “bassa forza”, gli altri
sono stranieri. Vanno per la mag-
o di Coperta. Attualmente risultano
iscritti 20 allievi, tra questi vi sono
laureati in ingegneria e in economia, diplomati del liceo scientifico.
Vi sono anche lavoratori che hanno
superato i 50 anni e che hanno deciso
di intraprendere corsi di formazione.
Tra non molto si aprirà il Corridoio
5-8 che collegherà il Mare Adriatico
con l’Estremo Oriente e si prevede
lo sviluppo nel settore del turismo
commerciale. “Bisogna puntare sulla
formazione. – ha ribadito il preside
Antonio Vacca – Se non facciamo
questo gli extracomunitari ci troveranno impreparati, mancherà il personale specializzato italiano, la qualità
delle prestazioni”. “Tutto vero – ha
ribattuto un cittadino presente all’incontro – ma intanto i nostri marittimi
non trovano lavoro. Si sentono discriminati rispetto alle altre categorie di lavoratori. Se continuiamo così
non andremo più in pensione”. “Ho
un desiderio, vedere a bordo di navi
italiane solo italiani, dal comandante
al mozzo, con contratti a tempo indeterminato”, ha dichiarato Adesso,
presidente del Seagull. “Le navi che
nascono in Italia devono morire italiane, non abbiamo bisogno di favori,
chiediamo il rispetto dei diritti”.
Pantaleo de Trizio
12
Attualità
giovedì 27 maggio 2010
Omofobia, quella paura da combattere e condannare
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1995
Una giornata per dire no alle discriminazioni sessuali.
Gli scritti di don Tonino Bello, “Teologia degli oppressi”, di cui ha curato
la prefazione, sono per Nichi Vendola, l’attuale presidente della Regione
Puglia, la teologia delle “differenze”,
che il nostro Vescovo seppe esaltare e
teorizzare con profondo spirito cristiano
anticipando ed auspicando quella cultura di estrema accoglienza e rispetto, più
che di tolleranza, dal forte valore laico e
politico, che ancora si fatica a costruire.
Vendola li cita in una intervista rilasciata
il 16 aprile scorso ad Aldo Cazzullo del
“Corriere della Sera” in cui, con lo stile
franco e mai retorico che gli è congeniale, racconta la propria omosessualità,
dichiarata nel lontano 1978, all’età di 20
anni, con un articolo su un giornale da
lui fondato, “In/contro”, intitolato “Le
farfalle non volano nel ghetto” che era
poi il verso di una poesia polacca. “Sono
sempre stato cattolico ed omosessuale,
non l’ho mai nascosto. E dichiararsi
non è un pettegolezzo. È carne, fatica,
sangue, dolore, emarginazione, offesa,
violenza. Sono sempre stato cattolico e
comunista, come la mia famiglia. Ed è
stato forse più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito” dice. “Ho
avuto molti amori, fidanzate bellissime,
sono stato due volte sul punto di sposarmi ma ho sempre vissuto questi rapporti da omosessuale… Mi hanno fatto
di tutto ma oggi ho disimparato l’odio”
aggiunge. Disimparare l’odio: forse è
possibile, con l’informazione, la conoscenza, la cancellazione dei pregiudizi,
il rispetto per l’altro ed i suoi diritti an-
che quando l’altro è diverso e sembra
non somigliarci perché si innamora di
persone del suo stesso sesso o vive problemi di identità sessuale ed è costretto
a farlo nella clandestinità più assoluta,
tra la derisione e l’emarginazione di
contesti sociali tesi all’omologazione di
vite e sentimenti. È questo il principale
obiettivo che si propone la terza giornata contro l’omofobia celebrata in tutto il
mondo il 17 maggio per promuovere e
coordinare eventi di sensibilizzazione e
prevenzione che contrastino l’omofobia
in tutte le sue forme. L’omofobo (dal
greco homos=stesso e phobos=paura) è,
per lo psicologo clinico George Weinberg che coniò il termine nel 1971, colui che prova avversione, odio ma anche
paura per l’omosessualità e le persone
omosessuali: non si tratta di una vera e
propria fobia, intesa nel senso patologico del termine ma di comportamenti
ed atteggiamenti che possono derivare
da convinzioni ideologiche, religiose e
politiche o da un’omosessualità latente
o repressa, nascere in personalità rigide, incerte ed insicure, scaturire addirittura dal timore, più o meno inconscio,
di essere, a propria volta, considerati
omosessuali. L’omofobia è molto diffusa nel mondo: essa varia a seconda
dei luoghi, delle religioni, del grado
di scolarizzazione, del tasso di maschilismo e persino del sesso visto che
gli uomini lo sono più delle donne. In
Italia è largamente avvertita e praticata
con atti concreti se è vero, come dice
una recente indagine di Arcigay, che
nell’ultimo anno ci sono stati 3 omicidi, 19 aggressioni, 6 estorsioni, un atto
di bullismo e 3 atti vandalici a danno di
gay che solo nel nostro paese, secondo
Franco Grillini, presidente onorario di
Arcigay, pare siano più di 5 milioni, ma
è difficile farne una stima reale per motivi facilmente comprensibili. La Giornata Internazionale Contro l’Omofobia
o IDAHO (International Day Against
Homophobia), istituita ufficialmente
nel 2007 dall’Unione Europea sul territorio comunitario, ha avuto luogo per la
prima volta il 17 maggio 2005 a 15 anni
esatti dalla rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali pubblicata dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità; nel 2006 il Parlamento Europeo, con una Risoluzione sull’omofobia, condannava ogni discriminazione
fondata sull’orientamento sessuale ma
nel nostro Paese ancora oggi manca una
legge che riconosca il reato di omofobia e che contribuisca a combattere la
violenza fisica e psicologica, la discriminazione sul posto di lavoro e nei luoghi di aggregazione per gay, trasgender,
bisessuali ed intersessuali. In Italia la
ricorrenza è stata celebrata dall’Arcigay
con 10 giorni di iniziative culturali in
50 città e paesi per sensibilizzare la gente con film, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, momenti di confronto,
laboratori di formazione. È importante
sottolineare e ricordare che Bari è stata
l’unica città in Italia ad avere adottato,
finanaziandola, la campagna nazionale dell’Arcigay, presentata giovedì
13 maggio presso la Sala Giunta del
Comune con una conferenza stampa
alla quale hanno partecipato il sindaco
Michele Emiliano, la Presidente delle
Pari Opportunità Mariella Santacroce, il
Consigliere alle Pari Opportunità Pietro
Petruzzelli ed il presidente del Comitato
Arcigay di Bari Francesco Camasta.
Beatrice De Gennaro
Attualità
giovedì 27 maggio 2010
13
Burn out: la sindrome dell’operatore bruciato
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1996
Se ne parla ancora poco e se ne sa ancor meno: ma il problema esiste.
In astronomia con il termine “burn out”
(letteralmente: bruciato, scoppiato) si
indica la morte di una stella per lenta
e completa combustione e nello sport
una situazione di esaurimento delle
forze che porta, prima o poi, a ritirarsi dall’agonismo, ma burn out è anche
il vuoto emotivo che lamentano gli ex
tossicomani ed i consumatori abituali
di droga. Nella psicologia del lavoro si
chiama così una particolare condizione
di disagio e fragilità emotiva, fisica e
comportamentale che colpisce coloro
che svolgono professioni di aiuto (psichiatri, medici, infermieri, educatori,
assistenti sociali, insegnanti, ecc.) basate sui rapporti più che sulle semplici
relazioni con gli utenti e perciò considerate a rischio perché richiedono e
sottendono una notevole capacità di
presa in carico delle emozioni di questi ultimi, soprattutto del loro dolore.
A Giovinazzo, il 13 maggio scorso,
nella sala “Marano” dell’Istituto Vittorio Emanuele si è parlato di burn out
nel corso di una conferenza-spettacolo
organizzata dalla sezione locale della
FIDAPA con il patrocinio dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune e
della Lega del Filo d’Oro di Molfetta,
relatori lo psichiatra Antonio Taranto, direttore Ddp della Asl Bari, Anna
Totaro, scrittrice e counselor, Angela
Smaldone, psicologa della Lega del
Filo d’Oro. Gli interventi hanno illustrato in maniera tecnica e scientifica
il fenomeno presentato come processo
multifattoriale che riguarda sia i soggetti che la sfera sociale ed organizzati-
va in cui operano, caratterizzata da uno
squilibrio tra richieste/esigenze lavorative e risorse disponibili, ma lo hanno
anche descritto come strategia particolare adottata dagli stessi operatori per
contrastare lo stress, come percorso
che parte da un entusiasmo idealistico
per attraversare fasi di stagnazione e
frustrazione con punte di aggressivitàcinismo-indifferenza e giungere poi
alla morte professionale. Nella seconda
parte della conferenza uno spettacolo
di musiche e danze del gruppo Res Exstensa ha rappresentato il contrasto tra
Eros (amore) e Tanatos (odio) avvertito
dagli operatori colpiti da burn out ed un
cortometraggio ha raccontato, attraverso immagini metaforiche, la psicoterapia che produce cambiamenti ed “unisce le persone” pur essendo “un atto
molto tecnico”. Dopo il successo della
serata conclusasi con applausi, ovazioni e persino richieste di bis, siamo riusciti a parlare con il dottor Taranto e a
porgli alcune domande.
Dottor Taranto, chi svolge una professione di aiuto non dovrebbe essere
opportunamente formato e supportato dalla stessa struttura lavorativa
per evitare il burn out e passare inevitabilmente dall’empatia all’apatia?
Dovrebbe ma non è cosi, molti si arrangiano come possono, vanno in psicoterapia a loro spese o si danno ad alcool
e droga. La formazione, il sapere ed il
saper fare contano fino ad un certo punto, qui siamo nel campo dell’essere, del
vivere le proprie emozioni ed i propri
sentimenti. Per comprendere i mecca-
nismi del burn out bisogna andare ad
esplorare il mondo che sta in fondo
all’anima, al cuore, al cervello di ciascuno di noi, il mondo dove sgorgano
le sorgenti di Eros e Tanatos.
La coreografia ha bene illustrato i
sentimenti di Odio e Amore che si
agitano dentro e intorno all’operatore…
Sì, abbiamo cercato di far arrivare il
messaggio anche al cuore, oltre che alla
testa, e forse ci siamo riusciti. L’immagine di Odio ed Amore che appaiono e
scompaiono dietro la scrivania o alle
mie spalle per farsi ammirare e poi tornano per lottare tra di loro ma anche
per sopraffarmi, fermarsi, ricominciare
e quel fuoco proiettato su di me hanno bene espresso la vicenda interiore
di molti di noi che lavorano non con il
bisturi ma con il proprio sistema emozional-affettivo.
Un sistema che dovrebbe ben funzionare, mettervi al riparo da incidenti…
No, in realtà noi non siamo al riparo da
niente, siamo uguali ai nostri pazienti,
usiamo i nostri sentimenti e i nostri affetti per curare i loro e, come essi, viviamo vere e proprie tempeste interiori.
L’eccessiva vicinanza emozionale, il
riscontrare elementi in comune con le
nostre storie personali, il carico eccessivo di lavoro, un coinvolgimento troppo
profondo possono generare sofferenza,
malessere, confusione emotiva interiore con l’altro e anche sensi di colpa se
non riusciamo a raggiungere gli obiettivi. Quando torniamo a casa siamo in
pieno conflitto, un conflitto che ci bru-
cia e riduce in cenere il nostro mestiere
ma anche la nostra vita privata.
Può capitare, quindi, di innamorarvi
di pazienti, di detestarli o odiarli…
Certo, perché non possiamo esercitare
un controllo sui sentimenti che possono
essere di qualunque tipo ma non possiamo neanche permetterci di viverli, e
allora lasciamo che si agitino dentro di
noi e ci agitino fino a farci male.
Quali possono essere le soluzioni per
combattere il burn out che, tra l’altro, a differenza del mobbing, non ha
ancora ricevuto un riconoscimento
istituzionale?
Le soluzioni, per il momento, sono ancora individuali e personali, forse perché di burn out si parla ancora poco,
non esiste una vera e propria conoscenza del problema che spesso viene scambiato per semplice stress e stanchezza.
Il burn out nasce dall’esposizione alle
troppe emozioni, negative ed intense,
nei contesti in cui dolore e la sofferenza
si toccano con mano e cuore: pensi a coloro che lavorano in campo oncologico,
nei centri di igiene mentale e sono ad
alto rischio di burn out. Molto dipende
dalle caratteristiche e risorse personali,
dall’età, dal sesso, dall’ambiente in cui
si lavora, dalla struttura mentale e psicologica degli operatori ma anche dalle
motivazioni, più o meno inconsapevoli,
che li hanno portati a scegliere questo
lavoro.
Lei, ad esempio, cosa fa per vincerlo?
Ho i miei rimedi ma non posso dirglieli…
Beatrice De Gennaro
14
Attualità
giovedì 27 maggio 2010
Un “Giro” che asfalta
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1997
Passa la corsa rosa e molte strade cittadine vengono sistemate.
per un posto da sempre proclamato
“turistico”. Ma il regalo più grande
per i molfettesi è arrivato dal fatto
che il passaggio del Giro ha richiesto
la riparazione del tracciato interessato
dalla corsa. E così il tratto molfettese
della provinciale per Terlizzi è stato più o meno rimesso a lucido cosi
come via Galileo Galilei, via Baccarini, via ten. Fiorino e via Giovinazzo.
Quindi finalmente anche Molfetta ha
potuto cominciare a vantarsi di avere
qualche strada degnamente asfaltata.
Adesso gli automobilisti raggianti di
felicità percorrono ancora increduli le
strade molfettesi del Giro tralascian-
Ci voleva un miracolo per vedere finalmente un manto stradale degno di
questo nome nel territorio di Molfetta. E il miracolo è arrivato. Ma l’autore della straordinaria grazia non
è un né un santo né la Madonna né
tanto meno Dio con tutto il rispetto
per queste “divine personalità”. Il
fautore di un evento di tali proporzioni è una gara, l’evento ciclistico
italiano e mondiale per eccellenza,
il Giro d’Italia. Sì, proprio la “corsa
rosa” che originariamente non doveva transitare per Molfetta ma avrebbe
dovuto baciare soltanto la città di Bitonto. Poi ecco il regalo quanto mai
do tutte le altre vie colabrodo cittadine. Peccato che la corsa rosa non
sia passata per tutte le altre strade
molfettesi. A saperlo prima qualche
responsabile si sarebbe potuto accordare con l’organizzazione della corsa
affinché questa potesse passare anche
sui tratti stradali molfettesi in cui vedere un briciolo d’asfalto costituisce
una sorpresa. Per il momento godiamoci il manto nuovo delle strade del
Giro in attesa degli oramai imminenti lavori di rifacimento di gran parte
delle strade cittadine.
Francesco Tempesta
inaspettato e graditissimo agli sportivi, agli appassionati di ciclismo, agli
automobilisti e ai pedoni. Un passaggio del Giro mancava da circa quindici anni in città. Un evento già di suo,
questa storica passerella per le vie di
Molfetta, un evento da cui sono scaturite una serie di positive conseguenze. Infatti a Molfetta è stato fissato il
traguardo volante posto a circa 20
chilometri dal traguardo di Bitonto.
La ridotta distanza dall’arrivo ha regalato a Molfetta una visibilità sulle
reti Rai che hanno trasmesso in diretta nazionale e mondiale le immagini
della città. Una grandiosa pubblicità
Gli operai sono già pronti a partire
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1998
Stanziati 3 milioni di euro per il ripristino delle principali arterie cittadine.
Lo scorso 23 novembre 2009 la Giunta Comunale ha approvato il nuovo
piano di ripavimentazione delle strade
cittadine. Consistente è stata la som-
ma stanziata che visto lo stato pietoso
in cui il manto stradale si presenta in
città è passata da due a tre milioni di
euro. Una cifra considerevole come
considerevole sarà l’entità dei lavori
per ripristinare una normale circolazione cittadina e debellare buche che
con il passare del tempo si sono trasformate in voragini. Una soluzione
che permetterà all’amministrazione
di preservare il proprio bilancio negli
anni a venire scongiurando l’enorme
portata di richieste di risarcimento
danni avanzate dagli automobilisti e
dai pedoni “vittime” dei fossi. Il nuovo piano di ripavimentazione è stato
inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2009-2011 e sarà
reso esecutivo nel corso del 2010.
Non è ancora chiaro quando i lavori
partiranno in via ufficiale visto che
ormai quasi metà dell’anno in corso
è volata via. Non è nemmeno chiaro
quali saranno le strade che saranno
interessate dagli interventi ma la cosa
certa è che quasi tutto il centro nevralgico della città avrà il suo nuovo
asfalto. Nelle scorse settimane, intanto, le prime strade sono state riasfaltate per permettere al Giro d’Italia di
transitare con la sua enorme carovana di mezzi e soprattutto di biciclette. Ma questi lavori non rientrano
nel piano approvato dalla Giunta nel
novembre del 2009 perché sono da
considerare di natura straordinaria.
Parallelamente a questi interventi è
scattata anche la ripavimentazione di
via Berlinguer e di altre strade semiperiferiche dove il vecchio asfalto è
stato completamente rimosso per poi
essere sostituito da uno completa-
mente nuovo. Adesso non resta che
attendere i lunghi e fastidiosi tempi
burocratici per lo start dei lavori prima di poter tornare a circolare tranquillamente in città senza distruggere
la propria auto e senza inciampare in
improvvisi e inaspettati ostacoli. Pericoli che costituiscono delle vere e
proprie trappole specialmente per gli
anziani che non hanno più i riflessi di
una volta. Sicuramente quando questa
grandiosa opera, come è stata definita
dall’assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputi, scatterà, non mancheranno i disagi alla circolazione; ma
questo sarà solo il prezzo minimo da
pagare per avere l’asfalto rimesso a
lucido dopo anni e anni di incuria e
approssimata manutenzione.
Francesco Tempesta
Speciale
giovedì 27 maggio 2010
15
Per un futuro da amare
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1999
Ridisegnare la città puntando sulle professionalità.
Gianni Veneziano, l’architetto Gianni
Veneziano, ha il suo studio in un posto
dove lo sguardo è “costretto” a lottare
con l’emozione e con la distrazione.
Da una parte il mare azzurro che si infrange sugli scogli, dalle altre le pietre
del centro storico di Molfetta che trasudano storia, leggende, miti e ricordi.
Gianni Veneziano è fortunato: perché
così allena il suo sguardo a guardare
oltre senza dimenticare il passato. Ad
imparare dagli errori e a costruire nuove
pagine d’arte, di storia di cultura. Gianni Veneziano fa parte di quella schiera
di molfettesi, tanti, abituati a lavorare
non solo per la gloria personale, ché è
giusto ci sia, ma anche per il bene della
comunità. Quella comunità che gli ha
dato i natali e che gli ha plasmato il dna.
Gianni Veneziano non è solo in questa
sua convinzione di voler “ricominciare”
a scrivere la storia di Molfetta. Accanto
a lui c’è un “team” composto da tanti
giovani “professionisti-sognatori” che
non hanno paura di mettersi in gioco.
Di mettersi alla prova. Di esporsi alle
critiche degli altri. Ma soprattutto, che
non hanno paura di lottare per cambiare. Da tutta questa serie di spinte propositive nasce anche il progetto che, in
esclusiva, presentiamo dalle pagine de
“il Fatto”. Si tratta di una idea, che nelle
prossime pagine spiegheremo anche
dal punto di vista tecnico, che punta a
riqualificare l’area posta alle spalle del
Duomo Vecchio, la dove termina l’isola
di Sant’Andrea e comincia l’azzurro del
mare Adriatico.
“È un progetto che abbiamo offerto
gratuitamente all’amministrazione comunale. Un progetto che vuole rompere
gli schemi e che vuole riconquistare
spazi per la città e i suoi cittadini”, ha
detto Gianni Veneziano. Un progetto
che vuole anche servire per tentare di
tornare a coinvolgere i molfettesi nella
“costruzione” della loro città.
“È dal tempo dell’amministrazione guidata da Guglielmo Minervini – ha detto
Veneziano – che in questa città si è scelto di sottrarre ai professionisti non solo
molfettesi la possibilità di contribuire a
disegnare gli spazi in cui tutti viviamo.
Tutto è nelle mani degli uffici comunali:
una scelta dettata, dissero, dalla volontà
di abbattere i costi per progettazioni, riqualificazioni, riammodernamenti. Non
penso sia andata così. Penso solo che
forse si sono perse occasioni importanti
per dare un volto nuovo, artistico, innovativo a molti angoli della nostra Mofetta”. La voglia è invece quella di tornare a
“gareggiare” per offrire le migliori idee,
le migliori scelte, il miglior impegno a
Molfetta e ai molfettesi. “Forse è necessario pensare – ha aggiunto l’architetto,
prossimo tra l’altro a tornare nella sua
Milano – alla possibilità di ricominciare a fare bandi pubblici in occasione
di lavori di riqualificazione e riprogettazione di aree della città. E per evitare
che possano essere commessi ulteriori
errori come quelli fatti nel corso degli
ultimi anni”.
Un progetto che, presentato dalle pagine di questo giornale, punta “a rompere l’inutile equilibro progettuale” a cui
questa città sembra ormai essersi legata.
Un progetto che vuol presentare il futuro
della nostra Molfetta. Non solo delle sue
pietre e della sua terra. Ma anche della
sua mente e del suo sapersi amare.
16
Speciale
Tra mare e ter
erra
giovedì 27 maggio 2010
17
18
Speciale
giovedì 27 maggio 2010
Un progetto con tanti perché
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2000
Ecco come è nata l’idea dell’architetto Gianni Veneziano e del suo team.
Il progetto dell’architetto Gianni Veneziano trae ispirazione dal paesaggio
naturale. Acqua, vento, costruito, pietra e memoria. “Ho pensato – spiega
Veneziano – al progetto per la riqualificazione dell’area retro-duomo nel
cuore della città di Molfetta come
una rilettura dei modelli insediativi
chiamati nel passato a sottolineare
la funzione d’incontro e scambio, riconducendoli alle visioni e funzioni
contemporanee di aggregazione sociale e culturale”. Veneziano, con la
collaborazione di Luciana Di Virgilio
cofondatrice del “veneziano+team”
e dello stesso team, ha affrontato il
progetto con estrema attenzione al
rapporto paesaggistico con il litorale
e all’esaltazione delle potenzialità panoramiche della città, a vantaggio della rivitalizzazione dell’antico tessuto
urbano connettendolo alla maglia urbana esistente. Dopo tanti anni di “occlusione” e degrado diviene punto di
partenza per una semplice operazione
di rianimazione e perno di una composizione urbana che integra piazza,
mare e le architetture circostanti tra
cui spicca in maniera predominante il
Duomo. Il dialogo con il mare è costante, con l’obiettivo di creare intima
relazione tra la città e il waterfront.
nella sua totalità l’intervento crea un
rapporto non solo diretto ma anche
indiretto, “il giardino” esistente viene infatti annesso identificando una
“zona verde”. Tra i materiali l’utilizzo
della pietra locale con una differenziazione di trame dovute ai diversi
tagli di pietra in un continum con la
pavimentazione delle strade del nucleo storico. Quasi come un pontile,
con la pavimentazione in “legno”, è il
prolungamento naturale del percorso
che si protrae verso il Torrione Passeri
proponendo un sistema naturale ondulato che ci rimanda a quello che poi è
un paesaggio caratteristico anche della costa adriatica. Le presenze di arredo urbano minime e assolutamente
non invasive sono in stretto connubio
con il progetto, le sedute fanno il verso alle “bitte”, l’illuminazione prevede una riqualificazione scenografica
nella zona del “giardino” annesso alla
piazza e dello skyline delle architetture circostanti, inoltre l’utilizzo di
corpi illuminanti e dissuasori delinea
delle zone particolari del progetto. Le
gradonate storicamente collegano immaginariamente Molfetta a Venezia,
assecondandone l’orografia e percorrendo tutta l’area fino a sconfinare,
perdendosi nell’acqua.
In Città
giovedì 27 maggio 2010
19
Auser: in piazza per la solidarietà
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2001
Appuntamento anche a Molfetta il 29 e 30 maggio.
Il 29 e il 30 maggio torna nelle principali piazze italiane, l’ottava edizione de “La pasta dell’Auser” l’appuntamento con la solidarietà a sostegno
del Filo d’Argento Auser, il servizio di
telefonia sociale che aiuta gli anziani
soli. I volontari delle associazioni Auser saranno in centinaia di piazze italiane con gli spaghetti biologici frutto
del Progetto Libera Terra che, grazie
alla legge 109 del ‘96, restituisce alla
collettività beni confiscati alle mafie
con l’obiettivo di sviluppare un circuito economico legale e virtuoso. La pasta dell’Auser è buona due volte perché unisce il sapore della solidarietà
a quello dell’impegno per la legalità e
la giustizia. Una pasta “antimafia” che
aiuta gli anziani. L’iniziativa è mirata
al sostegno del Filo d’Argento, il te-
lefono amico degli anziani, promosso
dall’Auser, che combatte solitudine
ed emarginazione; dotato del Numero Verde Nazionale (800-99.59.88)
totalmente gratuito in funzione dalle
8 alle 20 tutti i giorni della settimana,
per tutto l’anno. Una rete di solidarietà
che con le sue 160 postazioni, attraversa tutta l’Italia. Sono oltre 5.600.000
gli anziani che vivono in solitudine,
di cui il 38% sono donne. Rimanere soli è triste per chiunque, ma lo è
ancora di più per chi non ha voce, per
chi non può più contare sulle proprie
forze per andare avanti. Da 20 anni la
rete di solidarietà dell’Auser è impegnata in tutta Italia a promuovere i diritti degli anziani e a contrastare ogni
forma di esclusione ed emarginazione
sociale, attraverso attività concrete
di solidarietà. In un anno i volontari
dell’Auser, in Italia, hanno realizzato
1.300.000 interventi di aiuto a favore
di 374.000 anziani in difficoltà restituendo speranza e sorriso a migliaia di
anziani soli. Richieste d’aiuto quali,
essere accompagnati a visite e controlli medici, la consegna della spesa e dei
farmaci, l’aiuto per piccoli interventi
domiciliari, richieste di compagnia
domiciliare o telefonica. A Molfetta,
l’Associazione ONLUS Auser che ha
sede in Piazza Paradiso16 (numero telefonico 080-3348656) e può contare
su 31 volontari del Filo d’Argento, nel
2009 ha effettuato 286 servizi in 1029
ore e 25 minuti. Nello specifico è stata garantita la compagnia a domicilio,
la compagnia telefonica, l’accompagnamento presso strutture mediche,
strutture ospedaliere, servizi pubblici.
È stato garantito il ritiro di analisi o
ricette e la presenze presso l’Audit Civico dell’Ospedale di Molfetta. Abbinato all’evento “La Pasta dell’Auser”
ci sarà un concorso: una cartolina da
compilare in distribuzione nelle piazze
italiane. Chi parteciperà al concorso
potrà scoprire di essere vincitore di un
Super Premio, un soggiorno per due
persone (5 giorni e 4 notti) in Sicilia
alla scoperta dei sapori della giustizia
e della legalità e dei prodotti buoni della terra e di uno dei 15 cesti con vino,
olio e pasta prodotti da Libera Terra.
L’Auser di Molfetta sarà in Piazza
Paradiso dalle 9 alle 19 di sabato 29
e domenica 30 maggio per raccogliere
fondi e anche disponibilità a collaborare con i suoi progetti.
Festa della natura con il Wwf
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2002
In centinaia hanno festeggiato la liberazione di due tartarughe “Caretta caretta”.
Il 22 maggio è stato un grande giorno
di festa per il Wwf Puglia. In questa
giornata è stata organizzata infatti una
importante manifestazione dall’associazione ambientalista che ha visto
la liberazione di alcuni esemplari di
rapaci e soprattutto di due tartarughe
marine. Si tratta di due esemplari della specie Caretta caretta. La prima
tartaruga ha una storia particolare da
raccontare perché si tratta dell’esemplare sequestrato qualche mese fa dal
Wwf con l’ausilio dei Carabinieri a
Bisceglie. L’animale era custodito in
un’abitazione privata al solo, unico
ed atroce scopo di portarla in tavola.
L’altra tartaruga, invece, in precedenza viveva nel paradiso delle Tremiti
dove è stata trovata tempo fa spiaggiata da due giovani. È l’esemplare più
grande mai curato nel centro di recupero molfettese, diretto da Pasquale
Salvemini, visto che può vantare circa 95 centimetri di carapace (guscio).
La festa per la sospirata libertà delle
tartarughe è stata condivisa anche
con centinaia di bambini provenienti
da molte scuole molfettesi e da quelle delle città limitrofe. A permettere
l’ottima riuscita della manifestazione,
oltre al grande e fondamentale lavoro
del Wwf, è stata anche la preziosa col-
laborazione della Capitaneria di Porto
e dei Carabinieri, che hanno messo a
disposizione le loro motovedette, coadiuvati dal reparto aereo della Guardia
di Finanza con l’ausilio di un elicottero. È stato un evento unico sul quale
l’uomo dovrebbe riflettere. Limitare la
libertà di qualsiasi specie presente sul
pianeta non può lasciare insensibili gli
animi. Ogni essere nasce libero, vive
libero e muore libero. Nessuno può arrogarsi il diritto di disporre di questa o
quell’altra vita umana o animale che
sia. Come non bisognerebbe rovinare
la Terra che ci ospita, ci dà da vivere
e ci sostiene. Ma molte volte l’ingratitudine dell’uomo non ha limite e si
manifesta con azioni che farebbero
impallidire il più perfido dei demoni.
L’inquinamento è una di queste. Inquinare il globo equivale ad inquinare la propria casa e quella di milioni
di specie che ogni giorno ne pagano
silenziosamente le conseguenze. Per
tornare indietro e scongiurare questi
ingiustificabili comportamenti occorrerebbe partire proprio da manifestazioni come quella descritta, un piccolo
gesto che deve essere uno splendido
esempio per l’ignoranza dell’umanità.
Francesco Tempesta
20
Cultura & Spettacoli
giovedì 27 maggio 2010
Una serata speciale
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2003
Consegnati i riconoscimenti per la settima edizione del Premio “Azzarita”.
Il Centro Studi “Leonardo Azzarita” di
Molfetta ha organizzato la VII Edizione del Premio “Leonardo Azzarita”, un
riconoscimento speciale da conferire
a giornalisti ed esperti nella comunicazione che si sono distinti per la crescita culturale del nostro Paese. Nella
serata di sabato 14 maggio presso la
sala “Finocchiaro” della Fabbrica di
San Domenico, il presidente del Centro
Studi Giuseppe Pansini ha dato inizio
alla manifestazione con l’assegnazione dei premi (in targhe e sculture) al
dottor Rodolfo Calò, giornalista; al
colonnello dell’Aereonautica Militare
Vitantonio Laricchia, meteorologo; al
dottor Antonio Stornaiolo, attore, giornalista, presentatore. L’iniziativa è nata
nel 2004 col fine di ricordare l’illustre
giornalista molfettese Leonardo Azzarita, già direttore generale dell’ANSA,
divenuto poi difensore e punto di riferimento della categoria giornalisti. “Sta
diventando sempre più difficile oggi
rintracciare personaggi a cui conferire
il nostro pregevole riconoscimento” ha
dichiarato Giuseppe Pansini. “La figura
del giornalista rende un servizio al pubblico e contribuisce con il suo lavoro
a far crescere il sapere, arricchendo le
conoscenze culturali dei cittadini”. Un
caloroso augurio ai premiati è giunto
anche da Nichi Vendola, presidente
della Regione Puglia. La serata ha visto premiare, per la sezione giornalisti
professionisti, per la prima volta un
molfettese, Rodolfo Calò, con la motivazione di aver tenuto alto il prestigio
della città di Molfetta in Europa. Oggi
Calò svolge le funzioni di capo servizio esteri dell’ANSA a Roma. Laureato in lettere, è stato per lungo tempo
corrispondente dell’Ansa da Berlino,
da Francoforte, dalla Banca Centrale
Europea seguendo i più svariati accadimenti economici dell’Unione. “Anche
se non vivo a Molfetta sono comunque
legato agli affetti familiari e alla cucina
molfettese” ha confessato Calò. “Ho
notato che le orecchiette con le cime di
rape hanno il potere di far rilasciare, a
chi le mangia, dichiarazioni inedite che
servono a far notizia”. Per la comunicazione istituzionale è stato premiato il
colonnello Vitantonio Laricchia, meteorologo, annunciatore delle quotidiane
previsioni del tempo della Rai, con la
motivazione di aver reso una materia complessa come la meteorologia
comprensibile a tutti. Il colonnello Laricchia è entrato a far parte del Centro
Meteorologico di Brindisi nel 1973,
proseguendo la carriera militare. Ha
tenuto varie conferenze e insegnamenti
presso le Università della Terza Età, è
stato insignito di Medaglia Mauriziana.
Il colonnello ha rivelato di essere timido ma consapevole di entrare nelle case
degli italiani ogni mattina. La domanda
più frequente che gli viene posta dalle massaie è “Colonnello, oggi posso
stendere il bucato?”. Premio speciale
per la comunicazione e spettacolo è stato riconosciuto ad Antonio Stornaiolo,
49enne napoletano, giornalista pubblicista, attore, presentatore, autore di
commedie. Laureato in Lettere inizia la
sua attività di attore nel 1985 con Emilio
Solfrizzi e Gennaro Nunziante, con cui
ha diviso il successo di Toti e Tata. Ha
interpretato molti film, tra cui “Fratelli
coltelli”, “La stazione”, la fiction “Don
Matteo 7”. Un continuo succedersi di
battute spontanee, brillanti e ironiche di
Stornaiolo nelle vesti di comico ha reso
lieto il clima nella sala. “Far ridere non
è semplice e Stornaiolo con grande professionalità e senza volgarità ci riesce
facilmente” ha sottolineato il sindaco
Antonio Azzollini. Ha poi menzionato
il ruolo dei cronisti dell’ANSA che si
vedono poco ma lavorano tanto, con
impegno e sacrificio, vivendo in prima
linea, pronti anche di notte a captare
avvenimenti da trasformare immediatamente in notizie. Presenti alla cerimonia oltre ad un numeroso pubblico
gli assessori Giulio La Grasta e Luigi
Roselli, il comandante della compagnia
dei Carabinieri Domenico Del Prete, le
signore Rosa e Amalia Azzarita, parenti di Leonardo Azzarita. Il momento
più toccante l’interpretazione di Stornaiolo della poesia “A mio figlio”, dalla raccolta “Dell’amore... il silenzio” di
Maria Addamiano.
Pantaleo de Trizio
Primo tra i pizzaioli molfettesi: Domenico Piccininni
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2004
Successo per il Primo Campionato Nazionale “Pizza ai Sapori di Puglia”.
Si è tenuto a Molfetta dal 9 all’11 maggio il primo campionato nazionale “Pizza ai Sapori di Puglia”. Per l’occasione
è stata allestita su Banchina Seminario
una mega pizzeria in tenda attrezzata
con ben cinque forni elettrici e un forno
a legna che nei giorni della gara hanno
dovuto lavorare in maniera estenuante,
producendo un totale di diecimila pizze. Non poche persone sono accorse
per l’inaugurazione dell’evento dalla
valenza nazionale forse per curiosità
oppure per dare una degna rappresentanza alla cittadinanza molfettese che
quest’anno sembra voler a tutti i costi
recitare almeno un ruolo di comparsa
nella vita italiana. Diversi i protagonisti di questa kermesse gastronomica,
patrocinata dall’amministrazione di
Molfetta, in primo luogo la Nazionale
Italiana Pizzaioli, l’associazione Pizzaioli Pugliesi e l’Associazione Italiana
Celiachia. Da non dimenticare, infine, i
personaggi che senza dubbio hanno fatto da sfondo a tale iniziativa: le pizze,
campo di battaglia dei diversi pizzaioli.
La sfida a “colpi di farina e mattarello”
ha riguardato la preparazione di categorie di pizze stravaganti come la “pizza
più larga” (oltre il metro di diametro
senza bucare la pasta), la “pizza velo-
ce” (vince chi riesce a stendere 5 pizze
nel più breve tempo possibile), la “pizza in Miniatura” (quella col diametro
massimo di 20 centimetri); e le categorie più tradizionali come la pizza classica, in teglia, al metro, senza glutine,
pizza dessert, margherita doc. A tenere
alto in questa competizione l’orgoglio
molfettese è stato il pizzaiolo Domenico Piccininni del ristorante pizzeria
“Vecchio Gazebo” che ha partecipato
al campionato nazionale “Pizza ai Sapori di Puglia” nella gara di martedì 11
maggio, proponendosi per diverse categorie di pizze, ma quella in cui si è dimostrato alquanto abile e valente è stata
la preparazione della pizza margherita
doc, guadagnando il terzo posto. Tra
tutte le categorie e i numerosi pizzaioli
molfettesi e non che hanno disputato la
gara, egli è stato l’unico che è riuscito
a vincere il terzo premio. L’importante
è partecipare, se poi si dovesse anche
vincere, meglio ancora! “Non è stato
affatto facile – afferma – guadagnare
il terzo premio, infatti la giuria costituita dal gruppo nazionale pizzaioli
era oltremodo attenta ad ogni minimo
particolare sia per quanto riguardava la
parte più tecnica (farina, lievitazione e
lavorazione) sia per quanto riguardava
il gusto”. La pizza margherita, apparentemente la più semplice da fare, in
realtà, risulta essere una delle pizze più
complicate in quanto nella sua semplicità deve riuscire a comunicare il gusto
della vera pizza napoletana, una pizza
di umili origini con pochi elementi ma
con la cura che le donne di un tempo
potevano dedicare ai loro manufatti casalinghi. “È stata – continua Domenico
Piccininni – una bell’esperienza poiché
non solo si ha la possibilità di mettersi in gioco ma anche perché ci si può
confrontare con gli altri, osservare altre
metodologie di preparazione e, infine,
la vittoria del terzo premio per il locale
mio e del mio socio potrebbe rappresentare un punto di attrazione di altri
clienti mossi dalla voglia di mangiare
una buona pizza margherita doc”.
Gianfranco Inglese
Culutra & Spettacoli
giovedì 27 maggio 2010
21
Ancora successi per il “Maggio Molfettese”
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2005
Una rassegna che vuol diventare un appuntamento fisso.
Per il secondo anno consecutivo le
giornate di maggio si vestono di cultura. Torna, infatti, l’appuntamento con
il “Maggio Molfettese”, giunto alla
sua seconda edizione, un mese in cui
il Centro Antico di Molfetta diventa
contenitore e palcoscenico di manifestazioni grazie all’impegno sinergico
della F.I.D.A.P.A., dell’Amministrazione comunale di Molfetta e dell’associazione culturale “As.so. Arte”.
“Anche quest’anno il calendario degli
appuntamenti si presenta ampio e variegato”, ci spiega la presidente della
locale sezione della F.I.D.A.P.A., Marianna Nappi Mancini; un calendario
scandito e caratterizzato dalla varietà
nelle proposte: dalle conferenze culturali, come quella di giovedì 27 maggio
incentrata sulle misteriose figure di
vampiri, iettatori e tarantate, presieduta
dal professor Francesco Paolo de Ceglia, o la conversazione della professoressa Ottavia Spadavecchia Calò sulle
vedove bianche di venerdì 28 maggio;
al teatro della kabala rivolto anche ai
bambini domenica 30 maggio, giornata
dedicata altresì alla musica dei Molfetta Sound Project e all’“avventura” con
una breve crociera sul peschereccio
Marianna lungo la costa molfettese. Ed
ancora l’arte in primo piano e protagonista delle mostre di Maria Addamiano,
Carmela de Dato, Antonella Bufi, Luisa
Gissi. Una commistione di saperi che a
metà del suo percorso può già fare un
bilancio più che positivo delle iniziative, “con risultati lusinghieri e al di là
delle aspettative”, come conferma la
presidente Nappi Mancini che riporta
come dato tangibile la grande affluenza di visitatori e partecipanti all’interno
della Sala Turtur, nel Centro Storico,
luogo in cui si è svolta gran parte delle
iniziative in programma, superandone l’abituale capienza. L’iniziativa in
programma più gettonata rimane anche
quest’anno la salita al faro, come con-
Storia di un terremoto e
della sua Madonna
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2006
Pubblicata l’ultima fatica del
professor Cosmo Tridente.
Cosmo Tridente è un nome che dice
molto agli appassionati di cultura e
tradizioni molfettesi. Docente di scuola media superiore si è fatto conoscere
dal popolo di appassionati grazie ai numerosi interventi sulle testate giornalistiche locali, tra cui “il Fatto”, e alla
produzione e pubblicazione di diverse
opere dedicate alla cultura locale. Risale al 1996 “Lessico e folklore della
marineria molfettese”, poi nel 1998 è
arrivato “Feste, ricorrenze e memorie
a Molfetta” praticamente in contemporanea con “Mercato ittico a Molfetta”.
In questi giorni presenta al grande pubblico l’ultima sua fatica letteraria: “La
Madonne du Tremelizze. Tra scienza,
storia e devozione popolare”, un interessantissimo libretto di sessanta pagi-
ne, edito per i tipi della tipografia “La
Nuova Mezzina” e dedicato ad una delle pagine più importanti della cultura
devozionale molfettese, quella dedicata alla Madonna del Terremoto. Un
libro con cui l’autore ha voluto “portare a conoscenza dei devoti molfettesi
il significato di una festa che ha avuto
e ha sempre lo spessore di una storica
gratitudine verso la Madre di Dio che
salvò Molfetta dal sisma verificatosi
l’11 maggio 1560, ma anche ravvivare
la devozione degli stessi verso la loro
Compatrona”.
Nel libro, oltre al folklore, non mancano i riferimenti scientifici con dati e
carte relativi al sisma che nel 1560 fu
avvertito anche a Molfetta. Ed ancora
la storia del miracolo e del quadro della Madonna. Senza dimenticare i segni
di gratitudine e di devozione popolare
e tanti documenti ed immagini utili a
raccontare una “storia affascinante ed
attuale”. Un lavoro interessante, unico
nel suo genere, da leggere tutto d’un
fiato e da custodire gelosamente nelle
librerie dei tanti appassionati e collezionisti di cose molfettesi che potranno
trovarlo in vendita presso l’Edicola sita
in via Margherita di Savoia angolo via
Respa.
fermato dall’immediato esaurimento
delle prenotazioni disponibili: in molti
hanno infatti voluto addentrarsi sulla
stretta scala a chiocciola del faro, una
lenta salita verso quella luce che di
notte guida gli uomini del mare, per
ammirare dall’alto il porto. Punto di
forza di questa seconda edizione del
“Maggio Molfettese” continua ad essere la capacità di coinvolgimento, non
solo di chi vive e opera ogni giorno nel
Centro Storico e di chi invece si pone
come semplice visitatore, ma anche
la capacità di attirare un’ampia fascia
di utenza, dai più giovani ai più adulti, proponendo iniziative congeniali a
differenti fasce d’età. “Scopo della manifestazione rimane quello di far confluire nel centro Storico chi vi rimane
ancora ai margini”, contribuendo a dargli nuova vita ed in particolare valori
artistici aggiunti a quelli che da secoli
già custodisce. A tal proposito i ringraziamenti della presidente Nappi Manci-
ni vanno ai volontari delle associazioni
coinvolte e all’impegno profuso nella
realizzazione, e all’Amministrazione,
in primis all’assessore al Centro Storico Giacomo Spadavecchia che anche
quest’anno si è fatto garante della manifestazione. Contrariamente alle “notti
di maggio” Fiorella Mannoia, nel maggio molfettese c’è qualcosa di più.
Isabel Romano
B.B. King: “re” di Molfetta
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2007
Il grande artista protagonista in
città il prossimo 12 giugno.
Continuano, il prossimo 12 giugno presso l’anfiteatro di ponente, gli appuntamenti per la stagione primavera-estate
di”Luci e suoni a levante” con uno dei
più importanti artisti del mondo. Con
una lunghissima carriera alle spalle,
il chitarrista e cantante internazionale, B.B. King è uno dei più importanti
esponenti del blues viventi. Con la sua
chitarra “Lucille”, è diventato un’icona
stessa del genere musicale già a partire dagli anni cinquanta. Ha avuto una
così grande carriera che ancora oggi è
riconosciuto come il re del blues. Ha
vinto 14 volte il Grammy. Nella rivista Rolling Stone è posto come terzo
chitarrista più bravo del mondo. Da
giovane, si appassionò ai cantanti neri
come T-Bone Walker e Lonnie Johnson
e artisti jazz come Charlie Christian e
Django Reinhardt. Presto incominciò
a esercitarsi cantando musica gospel
in chiesa. Nel 1943 King si trasferì a
Indianola, Mississippi e tre anni dopo
a Memphis, Tennessee, dove affinò la
sua tecnica di chitarrista con l’aiuto del
cugino, il chitarrista country blues Bukka White. Alla fine, King incominciò a
trasmettere la sua musica dal vivo sulla
radio di Memphis WDIA come discjokey, una stazione che aveva da poco
cambiato la propria programmazione
per trasmettere soltanto musica nera,
cosa estremamente rara all’epoca. Alla
radio King incominciò ad usare il nome
The Pepticon Boy, che più tardi divenne
“The Blues Boy from Beale Street” (il
ragazzo del blues di Beale Street) o più
semplicemente The Beale Street Blues
Boy. Il nome fu poi abbreviato a Blues
Boy e, infine, a B.B. Nel 1949 King cominciò a registrare canzoni per la RPM
Records di Los Angeles. Negli anni
cinquanta King divenne uno degli esponenti principali del panorama R&B. Il
primo successo di King al di fuori del
mercato blues fu una riedizione di “The
Thrill Is Gone” di Roy Hawkins che nel
1969 scalò le classifiche sia pop che
R&B, evento molto raro ancora oggi.
L’elenco dei successi di King continuò
per tutti gli anni settanta. È indubbio
che King sia stato fonte di ispirazione
per moltissimi musicisti, da almeno cinquant’anni, e che la sua fama nel mondo
musicale non sia diminuita nemmeno
oggi. Nel 2004 King è stato insignito di
una laurea ad honorem presso University of Mississippi. È considerato l’iniziatore di quella tecnica del “vibrato” per
cui il dito compie piccoli movimenti
“incrociando” la corda anziché seguirne la lunghezza; tale tecnica è definita
“hummingbird” (colibrì), appunto dal
movimento eseguito dalla mano sulla
tastiera.
Marilena Farinola
22
Cultura & Spettacoli
giovedì 27 maggio 2010
61:16. Viviamo in tempi moderni... dopotutto!
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2008
“[…] quello sguardo e la gola squarciata, il seno minuto e le ossa rotte, tutto quello che rimaneva, il buio
della notte tagliato in due da quello che restava... una striscia di sangue sull’asfalto dal cofano al bordo
della strada.”
P.oZ è nato nel 2001. The Dim Locator
e Dok.Topùs nel 2008. Tre identità e tre
set cromatici ben distinti: giallo, viola e
verde che un background nero pece accende ed esalta. Tre idee sperimentali che
ibridano generi e ritmi musicali in un prodotto artistico che rinnova e (re)interpreta
l’elettronica su un rapporto di corrispondenze d’avanguardia e scadenze apocalittiche come il palindromo “61:16” eletto a
sintesi. “61:16 – viviamo in tempi moderni… dopotutto!” è un progetto musicale
che nasce dalla contaminazione creativa
di generi differenti e complementari: P.oZ
si distingue per influenze dub che sfociano nell’industrial e nell’ambient, spingendo sonorità elettroniche verso tonalità
più acustiche; The Dim Locator ha una
marcata impronta acustica con echi blues
e risonanze che citano il tropicalismo
sporco e più primitivo. Dok.Topùs, infine,
fa sapiente uso di tastiere Korg vintage e
si abbandona a un’elettronica easy listening. Ma la qualità originale del progetto
non si esaurisce nell’album sonoro: un
booklet, graficamente pregevole a cura
della Pulpstudio, cattura l’occhio umano,
onirico, a volte surreale, a volte clownesco
in sequenze di fotografie, firmate da “nopussyblues”, “adustyfairytale” e “ilfascinodelmale” che sembrano fotogrammi di
una storia raccontata per errore. Quello
che le tre maschere di suoni ci consegnano è un’opera aperta a suggestioni,
provocazioni, forme beffarde dei tempi
moderni. Dietro un prodotto artistico così
completo ed esclusivo nel suo genere vi
sono la professionalità e l’impegno della
neonata etichetta _LAAB RECORD_ e la
passione e l’entusiasmo dei suoi creatori,
i fantomatici A.B e A.L., musicisti e autori
dell’intero progetto, che incontriamo per
una conversazione sul tema, o forse più
temi, qui di seguito condivisa.
P.oZ., The Dim Locator e Dok.Topùs.
Un progetto, anzi tre che nascono in
un arco di sette anni e si fanno suono
tra il 2006 e il 2009. Per poi farsi corpo
nell’album 61:16. Com’è iniziata e chi
si nasconde dietro questi nomi?
In realtà è iniziata molto prima. Entrambi
suonavamo in uno dei gruppi storici di
Molfetta, i ReWolKano, con cui facevamo
musica rock evolutasi poi in un misto di
rock/punk sporchissimo e molto sui generis. Contemporaneamente abbiamo cominciato ad interessarci di musica elettronica
e concreta facendo esperimenti su nastri,
cassette, multitracce, mixer e quello che
ci capitava tra le mani. Ci si divertiva nel
perdersi nei suoni che riuscivamo ad ottenere in maniera molto ludica rimanendone
affascinati e sorpresi. Abbiamo anche organizzato una serata nel centro storico di
Giovinazzo intitolata “Zulùm Babalù” in
cui suonavano una decina di persone, da
chitarre stese sui tavoli a campionatori,
lamiere amplificate, macchine da scrivere, testi declamati, urlati… c’era la piazza colma di gente, è successo il delirio!
Poi una collaborazione per una piece teatrale ispirata all’Inferno di Dante e anche
una recente collaborazione con Ironique,
il folletto pop molfettese… e poi basta. I
vari impegni di lavoro hanno portato ad
andare altrove, soprattutto fisicamente,
ma comunque abbiamo continuato a giocare con quello che avevamo cominciato
a conoscere musicalmente. Ci si trovava
in una stanzetta umida, come capita a tutti
i gruppi, a continuare a registrare anche
a distanza, a spedirci i files tramite posta
elettronica, così come continuiamo a fare
ora visto che viviamo a mille kilometri di
distanza l’uno dall’altro.
Ciascuno dei tre progetti, sebbene complementari nella creazione di un prodotto artistico coerente, ha un’identità
musicale ben definita. Quale il terreno
musicale e quale il background culturale che hanno reso fertile la vostra
sperimentazione?
Di terreni musicali ce ne sono a bizzeffe!
Difficile identificare in quello che facciamo la reale provenienza di quello che abbiamo creato. Ascoltiamo di tutto, dal dub
all’elettronica, al rock, al jazz, alle canzonette… anche Battisti nel finale di Non è
Francesca manda al contrario il nastro!
Come dicevi tu, i set sono rappresentati
da tre colori differenti con un background
nero: direi che identifica in pieno l’anima
dei tre progetti e cioè tanta ironia con
un fondo di pessimismo o disillusione.
Culturalmente viviamo in un contesto
in cui è difficile identificarsi o riuscire a
fare “altre” forme di espressione, almeno
per quelli che sono i nostri gusti artistici.
Questo ci permette, fortunatamente, di
buttare nel calderone tutte quelle che sono
le nostre esperienze personali per poi tirare fuori un qualcosa che è assolutamente
nuovo e diverso. Purtroppo non siamo
a Berlino o a Londra o Detroit, magari
avremmo avuto qualche chance in più e
un terreno più fertile, naturalmente si intende per questo sia il bacino di utenza sia
la possibilità di suonare in giro: non esistono né gli spazi né i contesti per suonare
un determinato tipo di musica. Anche se,
a quanto pare, qualcosa si muove sotto le
acque. A Molfetta c’è l’Arci Cavallo di
Troia e L’Eremo, o lo Spazio Off di Trani
o il festival de L’Acqua in Testa di Bari
dove si possono ascoltare proposte musicali un po’ fuori dai soliti circuiti mainstream.
La confluenza di generi differenti presuppone modalità di creazione, composizione e manipolazione del suono
diverse. Come nasce e si sviluppa la
vostra musica? È un prodotto finito o
la sperimentazione è sinonimo di continua evoluzione?
Come detto prima, ci si trova in una stanzetta umida o nel nostro “quartier generale” che è il Clinic di Molfetta. Si improvvisa e si registrano tracce con diversi
strumenti, chitarre, bassi, campionatori,
percussioni auto costruite, generatori di
suono e quant’altro. Una volta che riusciamo ad abbozzare una partitura, chiediamo a nostri amici di aggiungere qualcosa,
parti di batteria o percussioni o fraseggi di
chitarra in maniera molto libera, perché a
noi piace anche coinvolgere altre persone,
il progetto è sempre stato aperto alle collaborazioni sin dagli esordi (per i nostri
live utilizziamo anche una sequenza di
foto manipolate create apposta da un altro artista di Giovinazzo nostro amico,
Mr Hotb). Si creano così diverse stanze
sonore che andiamo a modificare, tagliare, cucire fino a trovare il groove giusto
che nasce da una parte e spesso e volentieri va a finire altrove. Il bello è che non
sappiamo mai come andrà a finire. È forse
questo il succo della nostra musica, una
continua evoluzione e il non volersi o non
riuscire a chiuderci in etichette o schemi
preconcetti identificativi. Se ci chiedi che
tipo di musica facciamo, non sappiamo
cosa risponderti. Perché ci sono così tante
influenze e stati d’animo che ognuno di
questi ha la sua forma espressiva. E ci viene tutto molto spontaneo.
L’album “61:16 – viviamo in tempi
moderni, dopotutto!” è il primo prodotto artistico lanciato dall’etichetta
_LAAB RECORD_ Qual è il circuito di distribuzione e promozione che
l’etichetta copre? Ci sono altri progetti
in cantiere?
La realizzazione del disco è stata
l’occasione per far nascere _LAAB RECORD_ e quindi dare anche un senso
compiuto a quello che stavamo facendo.
Anche per darci una possibilità e lo stimolo per non fermarci e andare avanti. In
cantiere c’è un altro disco al quale stiamo
lavorando ma visti i nostri impegni e il
nostro approccio creativo, ci vorrà ancora
un bel po’ di tempo per finirlo. La nostra
intenzione è anche quella di poter produrre
in toto materiale di altri musicisti locali
con le nostre stesse affinità sonore. Intanto il disco ha avuto una inaspettata buona
recensione sul mensile musicale “Blow
Up” e probabilmente sarà distribuito dalla
Goodfellas. Poi ci sono i nostri MySpace
e la volontà di far girare il disco ovunque
ce ne sia la possibilità. Ma siamo ancora
all’inizio, dobbiamo crescere!
Fare musica, o in generale arte, in un
Paese come l’Italia del 2010 significa erigere cattedrali in un deserto inaridito
dai pesanti tagli ai fondi destinati alla
promozione della conoscenza e da anni
di miopia culturale. L’interesse del governo regionale pugliese apre squarci
di luce che fanno ben sperare, stando
almeno alla fase progettuale. Puglia
Sound, ad esempio, è il programma
della Regione Puglia per lo sviluppo
del sistema musicale regionale. Un
complesso di azioni con l’obiettivo di
creare un meccanismo virtuoso tra
produzione e distribuzione di spettacoli
pugliesi, nazionali ed internazionali.
Qual è la vostra esperienza come artisti
pugliesi, in termini di spazi e possibilità
concesse, e quali le prospettive future,
anche alla luce delle politiche locali e
regionali?
Spesso ci siamo trovati a suonare in situazioni davvero disagiate, è un peccato
dirlo ma è così. Non siamo ancora riusciti
a capire se c’è un reale interesse per qualcosa di nuovo e per le realtà presenti nella
nostra area, parlo di Bari e dintorni. Se ci
spostiamo di qualche kilometro, senza andare troppo oltre, già si nota qualche differenza, c’è più interesse, c’è un diverso
tipo di accoglienza. Forse si dovrebbe fare
qualcosa di più, parlo di noi, non aspettare
che si muovano gli enti per promuovere
l’arte ma gli artisti stessi dovrebbero farlo.
Sappiamo che attorno a noi ci sono spiriti
affini, altri artisti sulla nostra lunghezza
d’onda. Forse dovremmo solamente
sforzarci un po’ di più e tenderci la mano
in maniera reciproca.
C’è un monito che si ripete martellante
nel vostro progetto. “Nobody knows
that missing 61 days and 16 seconds
at the end of the world!”: mancano 61
giorni e 16 secondi alla fine del mondo… c’è da preoccuparsi?
Il mondo è già finito e nessuno se n’è accorto. Noi siamo qui per ricordarlo.
Per informazioni e curiosità
www.myspace.com/opiumzozyum
www.myspace.com/ucallmedim
www.myspace.com/doktorpus
A cura di Angela Teatino
giovedì 27 maggio 2010
cultura & Spettacoli
23
Una testimonianza dal mondo del teatro
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2009
Agnese Nano, una delle più celebri star
del cinema e del teatro italiano, ha debuttato nel 1988 con “Domani accadrà”
di Daniele Luchetti, prendendo parte da
allora a diversi altri film e serie televisive come “Incantesimo”. L’attrice sarà
impegnata nei primi giorni di giugno
nella rassegna teatrale “Mistica” organizzata da Girolamo Samarelli. In occasione delle prove dello spettacolo ormai prossimo “Enoch. Alle radici della
mistica ebraica”, ha partecipato ad un
colloquio con alcuni ragazzi del Liceo
Classico “L. Da Vinci” e noi l’abbiamo
intervistata per voi.
Qual è il motivo che la spinge alla
passione verso la recitazione?
Ciò che mi porta a fare della recitazione una vera e propria passione è il mio
desiderio di comunicazione. Recitare,
infatti, vuol dire comunicare. Quella è
la mia gioia. La recitazione non è stare
sotto i riflettori, bensì il momento in cui
si riesce a far passare quello su cui si è
lavorato in solitudine, è l’esperienza di
presente, di vita reale. Ciò che dovremmo fare tutti è stare dove siamo attenti
e presenti e nel momento della comunicazione si è presenti. Lo dimostra il
fatto che nel momento della recitazione c’è la gioia e il dolore.
Lei ha recitato sia per il cinema sia
in teatro, in quale dei due ambienti
si realizza meglio?
Il cinema ed il teatro sono molto diversi. Mentre il teatro conserva ancora
una sorta di aspetto sacrale e rituale soprattutto nel momento della traversata
dietro le quinte al buio, si avverte una
sorta di pericolo incombente che pervade nella totalità la persona. Nel cinema, invece, c’è un gruppo che lavora
in solitudine e il confronto è limitato ai
componenti della troupe, per non dire
che si tratta anche di un lavoro alquanto nevrotico e stancante fisicamente.
Fare l’attore significa cambiare diversi ruoli, assumere personalità differenti. Alla fine non si corre il rischio
di perdere la propria identità?
No, bisogna conoscere esattamente chi
sei. Questo mestiere necessita di questo
conoscere bene se stessi, tutti gli altri
poi sono solo nomi, niente più. Una
volta mi è capitato di essermi fatta condizionare da un personaggio negativo,
ma perché stavo vivendo un periodo
mio personale non proprio positivo.
Quando le affidano un ruolo come fa
ad immedesimarsi nel personaggio?
Il metodo per immedesimarsi nel personaggio, io credo, è uno solo: leggo
attentamente il copione, poi lo abbandono per qualche tempo e immagino
intellettualmente come vive quel personaggio, cerco di acquisire le caratteristiche tipiche del personaggio, solo
allora inizio a lavorare sul testo. Poi
arriva il momento in cui devo confrontarmi con gli altri attori, il regista. Infine si gira.
Quali sono le caratteristiche del
“buon attore”?
Un “buon attore” deve essere un’ottima
antenna: deve riuscire a captare per poi
trasmettere, deve essere allenato mentalmente e fisicamente, sensibile per
poter cogliere ciò che lo circonda, deve
amare il mondo, deve “essere il pubblico”. Bisogna che il bravo attore viva
il momento della comunicazione con il
pubblico, per il pubblico, si faccia egli
stesso strumento di comunicazione,
infine, l’attore con la “a” maiuscola
deve porsi continuamente di fronte ad
interrogativi deve essere curioso per
natura.
Il mondo del teatro sta andando incontro ad una grave crisi…
Già. Visti gli ultimi episodi, penso
anch’io che il teatro vada incontro ad
una grave crisi. Io credo che se non si
investe in cultura ed informazione non
si ama il futuro del proprio Paese.
Come mai ha deciso di partecipare
allo spettacolo “Enoch”? Quale esito
crede che avrà lo spettacolo?
Per me, come già detto, essere attore
significa essere curioso e attento al
mondo che si trasforma. Quindi, pur
non essendo credente bensì una persona che si interroga, quando mi è
arrivata la proposta di Samarelli con
essa mi è giunto il nome di Enoch,
solitamente accompagnato da grandi
storie, tradizioni, persino associato alla
Cabala, allora mi sono detta “perché
no?”. In qualche modo era come se mi
risuonasse dentro. Non so dire come
andrà perché il teatro è il pubblico,
l’improvvisazione, al momento io ho
solo delle parole che cercherò di riempire di senso.
Gianfranco Inglese
Piccoli musicisti crescono
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2010
Il prossimo 15 giugno il saggio di fine anno della Piccola Orchestra Suzuki.
A Molfetta ci sono dei giovani musicisti che coltivano nella loro quotidianità
una grande passione, con un impegno
costante che sta dando grandi risultati,
nonostante la giovanissima età. Sono
dei bambini che quotidianamente incastrano gli impegni scolastici con la
voglia di gioco e spensieratezza tipica
dell’età e che studiando musica stanno
vivendo un’esperienza profondamente
formativa che deriva direttamente dalle
caratteristiche educative del metodo Suzuki che, ricordiamo, è uno strumento
educativo completo, che sviluppa competenze sociali, capacità cognitive, di
socializzazione, di relazione oltre che di
memorizzazione e concentrazione. Tale
metodo didattico si adatta ai bambini
molto piccoli (a partire dai due anni)
e coinvolge nell’esperienza di appren-
dimento anche i genitori, attraverso la
partecipazione alle lezioni. Essi diventano partecipanti attivi nell’iniziativa
educativa, facendo ripetere, anche a
casa, ai propri bambini, i contenuti appresi insieme, nei momenti che ritengono più idonei. Attraverso tale metodologia anche bambini molto piccoli sperimentano la possibilità di suonare in
una vera e propria orchestra, a volte con
risultati sorprendenti, come dimostrano
le prestazioni della piccola orchestra di
Molfetta. I meritati riconoscimenti e
i brillanti risultati che il loro studio ed
impegno stanno ottenendo riempiono
tutti di soddisfazione, perché incoraggiano e sostengono il percorso di studi
che questi bambini hanno intrapreso insieme ai loro compagni, insegnanti e famiglie. I numerosi premi ottenuti dalla
Piccola Orchestra Suzuki hanno portato
soddisfazione e gioia e, allo stesso tempo, hanno invitato tutti ad un profondo
ripensamento sul valore educativo della
musica, sul valore della cultura musicale a Molfetta, sul significato pedagogico
che questa esperienza riveste per i bambini, gli educatori e i genitori, coinvolti
nel percorso educativo e su quali siano
le migliori esperienze da offrire ai bambini perché imparino divertendosi. I
piccoli molfettesi si sono sempre distinti all’interno delle numerose rassegne
alle quali hanno partecipato. All’interno
della quattordicesima Rassegna Nazionale Giovanissimi Talenti, VI Edizione
“Sarriadi 2010”, Giovanni Luca Palombella ha vinto il primo premio assoluto
come solista pianoforte, Maria Consiglia Salvemini il primo premio assoluto
come solista violino e l’intera Orchestra
Suzuki il primo premio; ancora, al dodicesimo Concorso Nazionale di Musica “Igor Strawinsky”, Raffaele Gaia ha
ottenuto il primo premio assoluto come
solista violino. Le insegnanti, che dedicano a questo lavoro una infinita passione, oltre che la loro preparazione e professionalità, sono Valeria Breglia, Annalisa Andriani, Anna Cecilia Spagnoletti.
L’occasione per poter ascoltare i piccoli
musicisti in concerto sarà il saggio di
fine anno che si terrà il 15 giugno 2010
alle 18.30 presso l’auditorium di San
Domenico, al quale parteciperanno le
classi di Ritmica strumentale, violino e
pianoforte del metodo Suzuki del Liceo
Musicale “R. Wagner” di Molfetta.
Katia la Forgia
24
Recensioni
giovedì 27 maggio 2010
Il SegnaLibro. I Malcontenti
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2011
“Non sapevamo comprare i frigoriferi, non sapevamo lavar le tazzine, non sapevamo tirar su la leva dell’elettricità,
non sapevamo far andare il Vaporone, non sapevamo vestire i bambini nelle piscine, non sapevamo cosa fare
dei soldi che ci avanzavano, non sapevamo far niente; l’unica cosa che sapevamo fare, era tramagliare: una
generazione, o meglio, più generazioni di tramaglianti, che passavano la maggior parte della loro vita a
tramagliare, e quando poi si trovavano a fare una cosa sensata, come camminare con una finestra sotto braccio
con il vetro spaccato, o portare a casa la spesa dal supermercato su una bicicletta, si sorprendevano di com’era
diversa, la vita, quando era sensata”. Paolo Nori, I Malcontenti, Einaudi, 2010, pp. 165, € 16.
I protagonisti di questo racconto solitario e accorato, epigrafico e frammentato tramagliano. Sgusciano, cioè, attraverso le maglie di una rete tesa per la
cattura. Si accontentano sempre e male
e non godono mai. Sono nati dopo il
1960 e vivono in un mondo precon-
fezionato, con poche sveglie e tanto
sonno. I giorni e lo sfaldamento di una
coppia di trentenni, Nina (Giovanna) e
Giovanni, sono narrati e riflessi attraverso il soffitto e le pareti di un appartamento dello stesso palazzo in cui vivono. La voce del piano di sotto è quella
di Bernardo, inconfondibile io letterario di Nori, che racconta i fallimenti,
le speranze, il tentativo di irrompere
nel mondo, abbandonando il quotidiano di abitudini. L’organizzazione del
Festival dei Malcontenti, evento “meraviglioso e impossibile”, si presenta
per Giovanna l’occasione attesa da una
vita: si rivelerà ben presto la goccia che
farà traboccare e infrangere, irrimediabilmente, il vaso dei sentimenti, delle
certezze diluite in un liquido amaro e
senza spirito. I malcontenti è anche un
racconto di traslochi, reali e metaforici. Per Bernardo si tratta di un trasloco
verso “un domicilio solitario coatto in
un appartamento della periferia nord
ovest di una grande città del nord” e
fuori da una storia sentimentale finita; per Nina e Giovanni è il passaggio
dall’innocenza delle certezze alla colpa
del fallimento e da una quotidianità più
o meno stabile alla frana dei sentimenti. Va e viene anche “una bambina di
quattro anni” e i suoi pensieri, candidi
e bizzarri, anch’essi riflessi nei pensieri ad alta voce di Bernardo, suo padre,
sono un felice e brioso contrappunto
all’intreccio di storie più adulte. La
scrittura di Nori, semplice fino a quasi
ad assottigliare al minimo la corposità
della lingua italiana, divaga, si perde, si
attorciglia su stessa, ritorna, si arresta,
riparte; le storie raccontate sono timide
confidenze di un paroliere solitario e
geniale. Nori si ama o non si sopporta. È difficile comunque non volergli
bene.
Paolo Nori, nato a Parma nel 1963, ha
lavorato come ragioniere in Algeria,
Iraq e Francia. Laureato in letteratura
russa, ha lavorato in Francia per tre
anni per un’impresa edile, e poi come
traduttore dal russo e dal francese. Ha
pubblicato Le cose non sono le cose
(Fernandel 1999), Bassotuba non c’è
(DeriveApprodi 1999, Feltrinelli 2009),
Spinoza (Einaudi 2000), Diavoli (Einaudi 2001), Grandi ustionati (Einaudi 2001), Si chiama Francesca, questo
romanzo (Einaudi 2002), I quattro cani
di Pavlov (Bompiani, 2006) e, insieme
a Marco Raffaini, Storia della Russia
e dell’Italia (Fernandel 2003). Ha tradotto e curato l’antologia degli scritti
di Daniil Charms Disastri (Einaudi) e
l’edizione dei classici di Feltrinelli di
Un eroe dei nostri tempi di Lermontov,
delle Umili prose di Puškin e di Anime morte di Gogol. www.paolonori.
it merita almeno una consultazione al
giorno.
A cura di Angela Teatino
MovieNote. Agora
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2012
“Sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono”. Hypatia (Rachel Weisz)
Alessandria d’Egitto. Metà del IV secolo dopo Cristo. Hypatia (l’incantevole
Rachel Weisz), giovane donna sapiente,
figlia di Teone, rettore del Serapeo, seconda Biblioteca di Alessandria, è la prima scienziata conosciuta e riconosciuta
dalla storiografia che lascia consistenti
eredità nella matematica e nella astronomia. Hypatia, studiosa della rotazione
della Terra, interessata alla relazione tra
filosofia e scienza, è colei che per prima
intuisce il movimento rotatorio ellittico
dei pianeti intorno al sole. La filosofa,
astronoma e matematica insegue la conoscenza in una città contraddistinta
dalla fervida ricerca scientifica, un luogo
in cui pagani, ebrei e cristiani convivono. Hypatia è maestra di discepoli, uno
di loro, l’arguto Oreste, se ne innamora,
ma lei sembra non ricambiare. Per dedicarsi all’amore e alla famiglia dovrebbe
abbandonare la ricerca e questo sente di
non poterlo fare: l’unico fuoco che la fa
ardere è quello della conoscenza. Anche
il suo giovane schiavo Davus, che con
attenzione segue tutte le sue lezioni, è
profondamente invaghito della sua bellezza e della sua cultura. La vita di Hypatia, dedicata al sapere e alla tolleranza, è
sconvolta dalla crisi del mondo pagano,
quando la convivenza tra le diverse religioni diventa insostenibile. I cristiani
vogliono impossessarsi di Alessandria e
decidono di bruciare la biblioteca, contenitore della sapienza e della saggezza del
Mondo Antico. Hypatia non abbandona
la sua posizione laica e continua imperterrita con le sue ricerche. Con il passare
del tempo i cristiani, ormai appoggiati da
Roma e guidati dal perfido vescovo Cirillo, decidono che Hypatia deve pagare
per il suo sfrontato e irreversibile pensiero “eretico”, e per farlo si avvalgono
del braccio armato dei Parabolani, un
gruppo di fanatici monaci cristiani. Le
semplici lezioni sull’astronomia del tempo, gli scontri armati dilatati senza una
reale motivazione, gli abiti e gli ambienti
palesemente falsi non riescono tuttavia a
scalfire il valore della storia e della vita
di questa eroina vittima dell’integralismo
cristiano. Con Agora, pellicola presentata fuori concorso al Festival di Cannes
2009, arrivata in Italia solo ora, il regista
spagnolo Alejandro Amenábar intende
denunciare l’intolleranza. Forti le polemiche da parte del mondo cristiano. Nei
film antichi i cristiani sono presentati
quasi sempre come vittime, Amenábar
capovolge questa visione raccontando di
cristiani violenti e tremebondi che bruciano vivi i pagani in nome della fede in
Gesù Cristo. Interessante la figura dello
schiavo Davus che per trovare riscatto si
converte al Cristianesimo ed entra nella
squadra dei Parabolani, ma la capacità di
ragionamento che la sua ex-padrona gli
ha insegnato non lo rende cieco e assoggettato alle regole del gruppo, Davus è
capace di riflettere e discernere, una fa-
coltà rilevante per non cadere schiavi del
pensiero altrui.
Scheda del film
Agora (2009) Un film di Alejandro
Amenábar
Genere Avventura
Produzione Spagna
Distribuzione Mikado
Durata 128 minuti
Alejandro Amenábar è un regista spagnolo, nato a Santiago del Cile nel 1972.
È un autore poliedrico, oltre a dirigere i
suoi film ne scrive la sceneggiatura e la
musica. Nel 1995 firma la regia del suo
primo lungometraggio “Tesis”, grande
successo in Spagna, vince sette premi
Goya. “The Others” con Nicole Kidman è il suo primo film inglese, con cui
raccoglie 8 premi Goya. Nel 2004 il suo
“Mare Dentro”, con Javier Bardem, si
aggiudica il Gran Premio della Giuria
alla 61a Mostra del Cinema di Venezia,
film che nel 2005 gli varrà l’Oscar per il
miglior film straniero. Ha discusso apertamente della sua omosessualità.
A cura di Alessandra Recchia
Spazio Giovani
giovedì 27 maggio 2010
25
Facebook o non facebook? Questo il problema!
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2013
Cresce il numero di coloro che hanno attivato un proprio “profilo” sul più famoso dei “social network”.
Gli iscritti al popolarissimo social network, Facebook, sono sempre più in
rapido aumento. Un milione 369mila
gli utenti italiani (su 132 milioni nel
mondo), con un incremento di visitatori del 961% in un anno. La fascia d’età
degli utilizzatori del social network va
dai 12/13 anni fino ai più senescenti cinquantenni inoltrati. A cosa serve
Facebook? Al contrario di ogni aspettativa il social network non serve tanto
a comunicare quanto a infilarsi in un
mondo che è, soprattutto per i giovani,
sempre più difficile, un mondo in cui
conta l’apparire più che l’essere. Queste parole potrebbero apparire scontate, spicciole, retoriche, in realtà basta
soffermarsi anche solo sulla traduzione di “facebook”, in altre parole “faccia da libro”. Esso sarebbe alla stessa
stregua di un diario personale, scevro
ormai della sua sacralità e inviolabilità
non solo perché diventato di dominio
pubblico ma anche perché è un diario
che mente, un diario che mostra ciò che
si vuole mettere in vetrina di se stessi,
e non quello che si è veramente. Addirittura alcuni esperti asseriscono che il
contagio irrefrenabile di Facebook non
è dovuto al caso ma al fatto che questo mondo virtuale è vissuto come un
antidoto al senso di vuoto e alla solitudine che in gioventù contagia anche
i cosiddetti vincenti. Altri studi hanno
anche stilato una sorta d’identikit dei
facebook maniaci: i nostalgici che si
emozionano alla vista delle foto dei
compagni di classe delle medie o del
liceo, cercano gli amici del passato per
vedere come sono invecchiati e commentano i bei tempi andati; i latin lover
virtuali che si dichiarano a caccia di
nuovi partner, celando spesso una relazione e rimpinzando il proprio profilo e
gli album con foto sexy o interessanti,
a volte ritoccate. Poi continuando nella
lista ci sono i cuori infranti che prostrati dall’ultima relazione hanno l’impres-
sione di essersi persi per strada qualcosa di vero; gli insoddisfatti che non
trovando spazio nella vita reale per il
romanticismo e l’avventura si rifugiano
su Facebook. E infine arrivano quelli
della pubblicità, ovvero persone più o
meno famose che ricorrono a Facebook
per farsi propaganda; quelli con l’alter
ego, vale a dire burloni che sfruttando
l’immagine di qualcun altro si mettono
alla ricerca di avventure sentimentali
e non. Sebbene quanto detto fino ad
ora, non bisogna pensare, d’altra parte,
che il social network sia strumento per
chissà quali misfatti o perversioni psicologiche, almeno non è per tutti così.
Infatti alcuni giovani usano Facebook
anziché l’ormai costosissimo cellulare
per darsi l’appuntamento serale al Calvario piuttosto che al Lungomare nel
caso in cui la serata non dovesse essere
delle migliori, per passarsi i compiti o
gli appunti dei docenti e svariati altri
motivi.
Gianfranco Inglese
Facebook: discarica di emotività
“Affacciati alla chat amore mio!”
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2014
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2015
Prima c’erano le piazze: oggi basta
un monitor e una tastiera.
Luogo di incontro, comunicazione e molto di più.
Anticamente erano i fori, le piazze, i bar
e le osterie i luoghi d’incontro prediletti, luoghi in cui la gente poteva parlare, confrontarsi, discutere e scambiare
opinioni. Ora c’è Facebook. C’è da
chiedersi se questo strumento non stia
forse prendendo troppo il sopravvento
sul resto delle attività e delle abitudini;
alcuni dimenticano di prendere i propri
figli da scuola, altri lasciano poco spazio ai rapporti familiari e tra i giovani
molti trascurano lo studio. Tutto questo
pur di poter restare attaccati qualche
minuto in più a quello schermo, a quella chat o a quella “home” che “sforna”
e produce ogni secondo migliaia e mi-
gliaia di pensieri da tutto il mondo. Si
viene dunque a creare fisicamente e paradossalmente un muro che permette a
entrambi gli interlocutori della chat soltanto di vedersi attraverso piccoli quadratini posti lì su conversazioni molto
spesso prive di punteggiatura adeguata
e ricche di consonanti omesse o cambiate che si rifanno al gergo giovanile.
A rimetterci è senz’altro la lettura. I libri
di letteratura e di poesia vengono messi
in secondo piano rispetto a tutto ciò che
è multimediale; è banalizzato e ridimensionato anche l’ascolto della radio,
e su tutto è resa vana l’importanza della
comunicazione cartacea che non viene
in nessun modo valorizzata e sfruttata.
Stiamo ormai girando la boa del primo
decennio di questo nuovo millennio ed
è inevitabile voltarsi per guardare gli
eventi che hanno profondamente segnato il nostro tempo, e tra questi non
possiamo far altro che scorgere, il sopravvento del social network. Tutte le
lettere cariche d’intensità scritte dalle
mani tremanti dei nonni di ognuno di
noi vengono dunque abbandonate per
dar spazio ad una comunicazione che
di emotivo e fisico ha soltanto il battito
delle dita su una semplice tastiera.
Non è l’errata trascrizione della famosa
melodia, ma la maniera in cui i ragazzi
comunicano al giorno d’oggi, attendendo che la propria metà si colleghi alla
chat di “facebook”. Questa rete sta pescando sempre più pesci: fa da “romantica” cornice a molti fidanzamenti, abbandoni, tradimenti, fornisce sufficienti
prove all’innamorato per accertarsi di
essere contraccambiato. Può sembrare
strano ma all’interno di facebook accade realmente tutto ciò. Molti sono i casi
in cui una ragazza scopre di essere stata
tradita dal proprio fidanzato andando a
scovare nel suo profilo (spazio personale) informazioni, commenti, e-mail,
conversazioni segretamente tenute, anche se forse non con troppa attenzione.
Ma non si faccia l’errore di interpretare
facebook solo come causa di disgrazie,
nella maggior parte dei casi il social
network si tinge di rosa. Per due ragazzi che si stanno conoscendo, facebook
è di vitale importanza soprattutto se
la ricarica al cellulare manca e quindi
non è possibile attivare la promozione
dei rinomati sms gratuiti che consentirebbe ai due di comunicare più spesso,
anche quando non sono a quattr’occhi
o forse di comunicare solo quando non
sono insieme. La prassi riporta ciò: il
Gaetano de Virgilio ragazzo, se coraggioso, apre la chat di
facebook e contatta l’altra, i due perderanno come tempo minimo un’oretta a
parlare di loro stessi o di banalità, nella
più calata delle opportunità a scambiarsi parole affettuose. Molti amori nascono tra due persone che non si sono mai
viste di persona, ma si sono conosciute
proprio tramite internet. Probabilmente
il successo, temporaneo o duraturo che
sia, degli amori su facebook è garantito
dalla presenza-assenza dei due protagonisti. Gli stessi personaggi che, messi
l’uno di fronte all’altro, senza lo schermo del pc, restano muti e imbarazzati,
talvolta anche pentiti di aver chattato
con una falsa bella/o. Ecco che i tempi
in cui Jovanotti cantava “affacciati alla
finestra amore mio” sembrano sempre
più lontani.
Maria Sancilio
26
Sport
giovedì 27 maggio 2010
Studenti, danzanti e vincenti!
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2016
Si sono svolte a Molfetta le fasi regionali
della competizione di danza riservate alle
scuole medie inferiori e superiori.
Forse non tutti sono a conoscenza della gara di danza sportiva che, annualmente, vede scuole di tutta la regione
Puglia sfidarsi a ritmo di musica. Alla
gara, tenutasi lo scorso12 maggio
presso il palazzotto “Giosuè Poli”,
Molfetta ha partecipato con tre delle
sue scuole: il liceo classico “Leonardo da Vinci”, il liceo scientifico “Albert Einstein” e quello socio psicosociopedagogico “Vito Fornari”. Come
ogni anno, la città ha portato a casa
delle vittorie, dei meritati successi: il
Liceo Classico si è guadagnato un primo posto nella categoria modern jazz,
mentre il Liceo Pedagogico ha meritato la medaglia d’oro nella categoria
cha cha cha e si è posizionato secondo nell’hip hop. Motivo di orgoglio
per la realtà molfettese se si considera
che le scuole partecipanti erano venti.
I ballerini-studenti molfettesi hanno
dimostrato tecnica, audacia, eleganza
nei movimenti e determinazione al
punto tale da prevalere su scolaresche
di Lucera, San Severo, Barletta, Giovinazzo, Bitonto, Bari ed altre città
pugliesi. Sono, dunque, competizioni a livello regionale quelle che ogni
anno, più precisamente nel periodo
primaverile, vengono riproposte dalla FIDS, Federazione Italiana Danza
Sportiva. La selezione prevede una
prima performance di cha cha cha ed
una o più successive in diversi stili di
danza: sincro, modern jazz e hip hop.
I ragazzi partecipanti, accompagnati
dalle professoresse di educazione fi-
sica e motoria Rosa Lezza per il Liceo Classico, Dorianoa Bartoli per
il Liceo Scientifico e Pasqua Caputo
per il Liceo Sociopsicopedagocico,
hanno dovuto affrontare una schiera
di sette giudici. Ma, nonostante il loro
consistente numero, non sono stati
sufficienti ad intimorire i ragazzi che,
al contrario, hanno saputo trarne una
spinta e una carica maggiori. Ad essere presenti alla gara e a far spuntare
un sorriso di tenerezza sia ai giudici
che al pubblico sono stati i ragazzini delle scuole elementari e medie,
che gareggiavano separatamente dai
liceali, offrendo allegri momenti sulle note di famose melodie. Nessuna
presenza in questo caso, però, per
la città di Molfetta. Al termine della gara, il coordinatore di educazione fisica, professore Marino Pellico,
è intervenuto riportando il proprio
desiderio e proposito di inserire nei
prossimi anni anche le gare nazionali.
Anni fa i vincitori delle varie categorie all’interno di ogni regione si davano appuntamento alle competizioni
nazionali, ma per una mancanza di
fondi da destinare all’alloggio degli
studenti partecipanti, il progetto è
stato troncato. La partecipazione del
pubblico, infine, è stata lodevole: più
di 1200 presenze a sostenere e motivare i ragazzi e, da come suggerisce
il risultato della competizione, ne è
valsa la pena.
Maria Sancilio
Torna l’appuntamento
con la grande marcia
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2017
Grazie all’organizzazione dell’Olimpia Club Molfetta
L’impegno e gli sforzi che da oltre un
trentennio i dirigenti dell’A.S. Olimpia Club riservano al settore organizzativo, divenuto ormai un importante
punto di riferimento per l’intero movimento atletico pugliese e italiano,
anche per la corrente stagione hanno
riscosso forti apprezzamenti da parte
degli Organi Federali Nazionali tanto
da essere beneficiati da un ulteriore
prestigioso evento che ovviamente va
a rafforzare ancor più il grande “feeling” instauratosi tra la Città di Molfetta e la marcia che conta. E non poteva
essere diversamente poiché, dopo due
anni di assenza, ritorna il più classico
degli appuntamenti olimpici il “Campionato Italiano Assoluto di Marcia su
Strada Maschile e Femminile km 20 –
Terza Prova di Società Sen/Prom/Jun”
in programma nella serata di sabato
12 giugno. Si riproporrà così nello
splendido naturale scenario del Borgo
Antico (circuito di 1250 metri pari a
16 giri), l’entusiasmante confronto
fra i più prestigiosi protagonisti della marcia italiana e mondiale che non
mancheranno di offrire al competentissimo pubblico di sportivi ed appassionati nuovi emozionanti momenti
dall’elevato contenuto tecnico spettacolare. Sarà ancora grande marcia nel
cuore di Molfetta, città che è sempre
stata attenta testimone di molti successi degli atleti azzurri giunti ai più
alti vertici della gloria sportiva internazionale e che, ancora oggi, ha ben
vivo il ricordo di quell’entusiasmante
arrivo del 5 settembre 2009 tra Alex
Schwzer e Giorgio Rubino e tra Gisella Orsini e Sibilla di Vincenzo. Le
premesse che questa edizione possa riservare ulteriori emozioni ci sono tutte poiché c’è in palio l’assegnazione
di ben sei titoli di Campione Italiano
di Marcia km 20 per le categorie Seniores, Promesse e Juniores Maschili
e Femminili. Da ricordare, peraltro,
che l’appuntamento rappresenta un
validissimo test di verifica poiché fornirà al responsabile tecnico nazionale
Vittorio Visini utili indicazioni per la
composizione della squadra azzurra in
vista dei Campionati Europei di Barcellona 2010. Ecco perché anche per
questo prestigioso appuntamento non
mancherà il migliore spettacolo tecnico grazie alla presenza dei più qualificati specialisti della marcia italiana
unitamente a molte giovani promesse che, nella magica atmosfera della
notturna e con l’incitamento dei tanti
appassionati presenti sul Lungomare Colonna, si confronteranno in una
sana e leale competizione sportiva per
far aggiudicare alla propria squadra
il “24° Memorial Gino Del Re - 18°
Trofeo Gianni Carnicella”. E, a completamento del programma tecnico, i
dirigenti dell’Olimpia Club, al fine di
dare maggiore impulso al settore giovanile della marcia pugliese, in collaborazione con il Comitato Regionale
FIDAL e il responsabile regionale
Tommaso Caravella, hanno inserito la
quarta prova del “9° Trofeo del Mediterraneo” che vedrà alternarsi sul circuito di 1 km del Borgo Antico oltre
200 atleti delle Categorie Allievi/Allieve (per 5 giri del percorso), Cadetti/
Cadette (4 e 3 giri), Ragazzi/Ragazze
(2 giri) ed Esordienti m/f (1 giro) che
avranno modo di ammirare dal vivo i
grandi campioni della marcia azzurra
e, perché no, poterli emulare in futuro.
L’appuntamento, quindi, è per sabato 12 giugno con inizio alle 17 per le
categorie giovanili e alle 18,45 per la
20 km Sen/Prom/Jun. m/f. Il tradizionale circuito cittadino di 1250 metri
si snoderà da Corso Dante Alighieri
(partenza altezza Cattedrale) con direzione Piazza Garibaldi – Via Mazzini – Lungomare Colonna (giro di boa
altezza Via Magg. Sallustio) ritorno
Lungomare Colonna – Via N. Altamura – Corso Dante (giro di boa) arrivo
(altezza Cattedrale).
giovedì 27 maggio 2010
Oltre la Realtà
27
Atlantide: il mistero dei misteri
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2018
È uno dei più grandi misteri dell’Umanità, uno degli enigmi più intricati ed affascinanti per gli storici e per gli studiosi
in genere. Molto spesso considerato soltanto un mito, altre volte realtà. Si tratta
di Atlantide, il celeberrimo continente
scomparso, la terra in cui un tempo il
progresso regnava sovrano. “Innanzi a
quella foce stretta che si chiama Colonne d’Ercole, si trovava allora un’isola
più grande della Libia e dell’Asia messe
insieme, e da essa si poteva passare ad
altre isole, e da queste isole alla terraferma difronte (…) In quell’isola chiamata
Atlantide v’era un regno che dominava
non solo tuta l’isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva,
inoltre, al di qua delle Colonne d’Ercole
includendo la Libia, l’Egitto e altre re-
zione dettagliata di Atlantide: “Dal mare
verso il mezzo dell’intera isola c’era una
pianura. La più bella e la più fertile di
tutte le pianure, e rispetto al centro sorgeva una montagna non molto alta (…)
in tempi posteriori (...), essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel
volgere di un giorno e di una brutta notte
(...) tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l’isola Atlantide similmente ingoiata
dal mare scomparve”. Quello riportato è
solo un piccolo passo della dettagliata descrizione riportata dagli scritti di Platone.
Secondo questi l’isola di descritta era di
forma rettangolare e aveva uno sviluppo
di 540x360 chilometri. Era circondata sui
lati Nord, Est e Ovest da montagne che la
gioni d’Europa fino alla Tirrenia”. Que- proteggevano dai freddi venti mentre nelste parole sono tratte dai celebri dialoghi
“Timeo” e “Crizia” scritti da Platone nel
340 a.C. Le opera riportano fedelmente
le parole di alcune discussioni avvenute
nel 421 a.C. fra Crizia, parente di Platone, Socrate e Ermocrate. In queste veniva
raccontato come nel 590 a.C. il legislatore greco Solone si fosse fermato nella capitale amministrativa egiziana Sais. Qui
Solone avrebbe cercato di impressionare
i sacerdoti egiziani di Iside descrivendo
la grandiosità della civiltà greca. Dal canto loro i sacerdoti egiziani non parvero
poi così sorpresi e raccontarono al legislatore greco di una civiltà distrutta addirittura 9000 anni prima che non poteva
avere eguali in termini di grandiosità. E
cosi Platone nei suoi dialoghi, riportando
le parole di Crizia, prosegue nella descri- la parte meridionale, bagnata direttamente dal mare, sorgeva la città principale Atlantide. Essa era circondata da due cerchia
di mura aventi una circonferenza pari a
71 chilometri mentre il diametro interno
della città vera e propria era di 5. Tutto il
territorio circostante era fertilissimo, irrigato costantemente da uno straordinario
e sofisticato complesso di canali. Il regno
di Atlantide si estendeva anche sulle isole
vicine e possedeva colonie al di fuori del
suo territorio arrivando a toccare anche
la grande civiltà greca. Con questa era da
anni in continua lotta ma nessuno era riuscito a prevalere fino a quando le due civiltà non furono sconvolte da potenti cataclismi. Atene ebbe ripercussioni gravissime ma Atlantide sprofondò negli abissi
dell’Atlantico. Soltanto l’Egitto conservò
parecchi documenti e memorabili ricordi
sull’esistenza della grandiosa città. Ma
questi tramandati per generazioni si sono
perduti nel tempo e sono rimasti impressi
soltanto negli scritti di Platone. Il colto
Aristotele qualche tempo più tardi snobbò le parole del Crizia e del Timeo convinto più che mai, e in pieno accordo con
la Chiesa, che l’uomo fosse nato attorno
al 3760 a.C. come testimoniato nella Bibbia dalla Genesi. Che le opere di Platone
abbiano dei fondamenti reali è chiaro ma
la teoria dell’esistenza di Atlantide non è
ancora stata provata da nessun inequivocabile ritrovamento archeologico. Per la
verità sono state parecchie le scoperte fatte dall’archeologia convenzionale e non
accostate al mitico continente perduto ma
queste sono ancora tutte da dimostrare.
Provare con certezza che sulla Terra sia
esistita una civiltà che non compare sui
libri di storia significherebbe accettare
che almeno 12000 anni fa, fra il Paleolitico superiore e il Mesolitico, sia vissuto
un popolo progredito che nulla aveva a
che vedere con l’Età della pietra. Dopo la
scoperta dell’America che è fatta risalire
al 1492 ad opera di Cristoforo Colombo, e anche su questo ci sarebbero grossi
dubbi, molti cartografi dell’epoca comin-
ciarono a denominare il territorio americano con l’appellativo di Atlantide. Fra
le popolazioni precolombiane era inoltre diffusa la leggenda secondo la quale
varie tribù che vivevano su una grande
isola chiamata Aztlan furono costrette ad
abbandonarla a causa di violenti sconvolgimenti climatici e catastrofici terremoti
che la fecero sprofondare negli abissi. Si
tratta degli Aztechi, il cui nome significa
proprio abitanti di Aztan, che si stabilirono nel continente americano, in Messico.
Tale migrazione è addirittura narrata dai
libri di storia messicani. Nel corso degli
anni sono stati parecchi gli studiosi che
si sono occupati del mito di Atlantide. La
maggior parte di questi studi è d’accordo sulla teoria che se mai Atlantide fosse
realmente esistita non sarebbe stata altro
che la via di mezzo ideale fra le antiche
civiltà americane (Maya, Aztechi, Inca),
i Sumeri, gli Egiziani e successivamente
i Greci. Si tratterebbe di una più o meno
valida spiegazione per far luce sulle straordinarie analogie fra tutte queste grandi
ed enigmatiche civiltà quali la costruzione di templi, i rituali di sepoltura,
l’ossessione per il cielo e gli inspiegabili
allineamenti di monumenti ed edifici con
le varie costellazioni.
Francesco Tempesta
28
Lavoro in chiaro
giovedì 27 maggio 2010
Regione Puglia: formazione retribuita per gli ultracinquantenni
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2019
Un’ulteriore opportunità di seguire percorsi d’istruzione e formazione giunge
nella nostra regione proprio in questi
ultimi giorni. Questa nuova misura formativa è stata approvata, con determina
numero 308 del 29 aprile 2010, dall’Assessorato alla Formazione Professionale
della Regione Puglia. A tali percorsi formativi potranno accedere i disoccupati
ultracinquantenni. L’approvazione di
questo programma formativo è finanziata dalla Regione Puglia con quasi 5
milioni d’euro, mentre i destinatari delle
misure formative dovranno possedere,
al momento dell’iscrizione al corso prescelto, i seguenti requisiti: disoccupazione; residenza in Puglia; non beneficiari
di alcun sostegno al reddito e/o pensione; non beneficiari di altri interventi di
politica attiva; un’età compresa tra i 50
ed i 65 anni. I progetti presentati dai vari
organismi sono 141, mentre 119 risultano essere quelli ammessi a finanziamento. 103 progetti sono risultati idonei e
quindi finanziabili. 46 progetti, invece,
hanno trovato capienza nei fondi disponibili: 14 per la provincia di Bari per oltre 1,5 milioni di euro e 4 per la provincia di Barletta-Andria-Trani con 432.000
euro, 5 per la provincia di Brindisi con
538.000 euro, 7 per Foggia con quasi
756.000 euro, 9 per Lecce con 971.000
euro, 7 per Taranto con 743.000 euro
circa. Entriamo ora, però, in alcuni dettagli di questa nuova proposta formativa.
La durata di ciascun percorso formativo
sarà di 300 ore e per un periodo di tempo
non superiore ai 3 mesi con un numero
d’allievi che potrà variare dai 9 e i 18 per
ogni aula. I disoccupati ultracinquantenni percepiranno 1500 euro d’indennità di
frequenza in riferimento a tutta la durata
del corso di formazione. Si prevede, inoltre, rimborso spese viaggio e attestato di
frequenza. Per quanto riguarda i corsi
di formazione che si svolgeranno nella
provincia di Bari e Bat evidenziamo i
seguenti corsi: tecniche di vendita e rappresentanza, operatore data entry, operatore di sartoria artigianale, bilancio delle
competenze per over 50, apprendimento
e occupabilità per super-adulti, wedding
planner, addetto ai servizi di ristorazione, creazione di impresa nel settore della
ristorazione. Il riferimento per visionare
l’elenco completo dei progetti formativi,
relativi all’intero territorio della Regione
Puglia, è il Burp (Bollettino Ufficiale
della Regione Puglia) n. 82 del 06 maggio 2010. Nei prossimi numeri di questo
periodico, forniremo informazioni dettagliate in riferimento agli organismi attuatori, ai progetti formativi, ai bandi dei
singoli corsi e alle relative domande di
iscrizione o pre-iscrizione e requisiti.
Arriva la banca dati dei fondi europei
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2020
Si sente spesso parlare di finanziamenti e fondi europei ma quante volte
ci siamo posti degli interrogativi su
coloro che usufruiscono dei fondi europei FESR e FSE? Per soddisfare queste
curiosità possiamo, d’ora in poi, utilizzare quest’interessante sito web: www.
politichecomunitarie.it. Da questo sito
dunque, consultando la sezione “beneficiari fondi europei”, è possibile accedere all’elenco completo dei beneficiari
dei fondi europei (FESR e FSE). Questo
elenco, aggiornato periodicamente dalle
Autorità di gestione dei programmi
operativi, dovrebbe contenere, in ogni
singolo elenco, il nome del beneficiario, la denominazione delle operazioni
e l’importo del finanziamento ottenuto.
Quest’esigenza di pubblicare i beneficiL’onestà, che ai mediocri impedisce di
ari coincide con l’obbligo di trasparenza
raggiungere i loro fini, per gli abili è un e informazione contenuta nel Regolamezzo in più per riuscire.
mento CE n. 1828/2006 che disciplina
Luc de Clapiers de Vauvenargues l’attuazione dei fondi europei (FESR-
FSE) per il periodo 2007-2013. Utilizzando gli appositi link si ha la possibilità di accedere ad altri elenchi che fanno
riferimento al Fondo Europeo per la
Pesca, alle Restituzioni alle esportazioni
e alla Politica Agricola Comune. Tutti
gli elenchi pubblicati sul sito sono forniti direttamente dalle Autorità di gestione
dei Programmi operativi (Ministeri,
Regioni e altri enti). Per qualsiasi domanda o ricevere informazioni inerenti
gli elenchi dei beneficiari, avete la possibilità di scrivere a: [email protected]. Se volete
sapere i riferimenti relativi ai referenti
del Nucleo della Guardia di Finanza per
la repressione delle frodi comunitarie
relativamente alle pagine del sito dedicate agli elenchi dei beneficiari, potete
scaricare la documentazione di vostro
interesse cliccando all’interno del link
preposto presente internamente alla pagina “beneficiari fondi europei”.
Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli
tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito
www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.
EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA GRAFICO PUBBLICITARIO
La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca grafico freelance da affiancare alla struttura interna e ai progetti in
corso. Si richiede fantasia creativa, capacità d’uso degli strumenti
di editing grafici moderni, e voglia di entrare in un gruppo dinamico come quello giornalistico indipendente. Si richiede curriculum
vitae con foto contenete esperienze creative e possibilmente demo.
PER INFO: [email protected]
EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA CONSULENTE COMMERCIALE
La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca
consluentei commerciali da introdurre nel proprio organico.
Cerchiamo gente dinamica e libera di mente con la voglia di affermarsi nel mondo del lavoro. Offriamo formazione e stabilià
contrattuale da raggiungere dopo un percorso serio di crescita.
PER INFO INVIARE C.V. CON PROPRIA PRESENTAZIONE COMPLETO DI FOTO A [email protected].
Cercasi con Urgenza Camerieri e Addetti in Cucina per Pizzeria
di Andria. Per maggiori informazioni rivolgersi all’Ufficio Informagiovani del Comune di Andria, Viale Venezia Giulia, 133 - Tel.
0883 59.20.62
Fonte diretta: http://62.149.240.139/informagiovani/
FASHION DISCRICT - GAS FACTORY
Siamo alla ricerca, di un commesso/a, con eventuali esperienze pregresse (dimostrabili con referenze), preferibilmente nel
campo della jeanseria o nel casual. Inserimento in un contesto
dinamico e stimolante. Tutte le candidature devono pervenire a
mezzo mail con allegato:
-CV -Foto del candidato/a -Lettera di presentazione.
La mail per la candidatura è [email protected].
Tutte le candidature sprovviste degli allegati richiesti saranno
ritenute nulle.
Fonte diretta: http://www.gasjeans.it
BEATLES PUB
Beatles Pub cerca personale con o senza esperienza per la stagione estiva. Per info: Beatles Pub, lungomare Colonna 122,
Molfetta.
ELIANTO
La Elianto srl ricerca per il proprio call center in Molfetta OPERATORI/TRICI TELEFONICHE per la vendita dei propri prodotti.
Si offre Contratto a Progetto, formazione professionale, ambiente
giovane e dinamico e possibilità di assunzione a tempo indeterminato. Possibilità di Part-Time.
Inviare curriculum a: [email protected], fax: 080-3343113,
tel 080-3351242, Via Don Minzioni, 3/31 - Molfetta (BA), www.
olioelianto.it.
TECNA SAS
La TECNA SAS, azienda meccanica, per ampliamento organico
cerca operai specializzati e/o da formare previo regolare periodo
di apprendistato. Per info inviare CV all’indirizzo S.P. Terlizzi/
Mariotto 7, 70038 Terlizzi, o a mezzo fax al numero 080-351229.
Per info chiamare lo 080-3542837 o recarsi presso la sede all’indirizzo sopra indicato.
PLAYA DEL SOL
Ricerca personale qualificato con esperienza per la nuoca stagione: pizzaiolo, cuoco, aiuto cuoco, cameriere e factotum.
Per info: telefonare al 348/9354757
IL CIBO DEGLI DEI
Il ristorante “Il Cibo degli Dei” - Molfetta seleziona personale di
cucina e sala per la stagione estiva.
Per info contattare al numero 392 99 68 233 o inviare il curriculum vitae all’indirizzo: [email protected]
Per inserire un’offerta di lavoro basta inviare il testo con l’inserzione alla nostra e-mail: [email protected]
giovedì 27 maggio 2010
rubriche
29
www.i lfa t t o .net
IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì.
Antica Salumeria del Centro - Via De Luca, 7
Bar Arcobaleno - Banchina San Domenico
Bar Astoria - Corso Umberto I, 16
Bar Belvedere - lungomare Marcantonio Colonna
Bar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi
d’Argentina, 75
Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43
Bar Cavour - Corso Fornari, 47
Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30
Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4
Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18
Bar Europa - Via F. Cavallotti, 33/35
Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33
Bar Fausta - Corso Umberto I, 150
Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11
Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91
Bar Haiti - Via San Domenico, 42
Bar Ideal - Via Terlizzi
Bar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49
Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46
Bar La Favola Mia - Via Baccarini, 35
Bar La Fenice - Corso Umberto I
Bar London - Via Terlizzi, 6
Bar Mary - Corso Umberto I, 122
Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6
Bar Miramare - Via San Domenico, 9
Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124
Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama Martina
Bar Mongelli - Via Baccarini, 35
Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48
Bar Rio - Via Bari, 92
Bar S. Marco - Corso Umberto I
Bar Settebello - Via A. Salvucci, 28
Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33
Bar Seventy - Via Tenente Michele Silvestri
Bar Sottocoperta - Piazza Giuseppe Garibaldi
Bar Stazione - Piazza Aldo Moro
Bar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32
Bar Toto - Corso Fornari, 73
Bar Universo - Corso Umberto I
Betty Paige - Largo Municipio, 6
Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo Moro
Blues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49
Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60
Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12
Caffè Colorado - Via Guglielmo Marconi
Caffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16
Caffè Silver - Via Framantle 19/i
Caffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30
Caffetteria Manhattan - Viale dei Crociati
Caffetteria Roma 2 - Banchina San Domenico
Caffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6
Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7
Casa di riposo “Don Grittani” - Via Don Minzoni
Coffee Room - Viale Pio XI, 9
Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9
De Pinto - Via Edoardo Germano, 39
Edicola - Viale Pio XI
Edicola - Via Tenente Michele Silvestri
Edicola - Via Palmiro Togliatti
Edicola - Piazza Giuseppe Garibaldi
Edicola - Corso Dante Alighieri
Edicolandia - Via Principe Amedeo, 45
Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa
Edicola Gigotti - Via Bari, 74
Edicola Grosso - Via Don Pietro Pappagallo
Edicola L’Altra Edicola - Via Terlizzi
Edicola Sciancalepore - Via Madonna dei Martiri
Edicola Sciancalepore - Piazza Cappuccini
Euro Caffè - Via San Francesco d’Assisi
Farmacia Grillo - Via S. Angelo, 37
Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3
Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91
Green Bar - Via Baccarini, 111
Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15
Guardia di Finanza - Madonna dei Martiri
Istituto Professionale Alberghiero Di Stato Corso Fornari
Istituto Professionale Di Stato Per Le Attivita
Marinare - Via Giovinazzo
Istituto Professionale per i Servizi Turistici “A.
Bello” - Viale XXV Aprile
Istituto Tecnico Industriale Di Stato “G. Ferraris” Via Palmiro Togliatti
Le Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69
Le Mimose - Viale Pio XI
Liceo Ginnasio Di Stato “L. Da Vinci” - Corso
Umberto I
Liceo Scientifico Di Stato - Via Palmiro Togliatti
Liceo Sociopsicopedagogico “V. Fornari” - Via
Generale Luigi Amato
Marilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40
Mattia’s Cafè - Corso Dante Alighieri
Mondocasa - Piazza Effrem, 12
Music Cafè - Via Ten. Silvestri, 11
Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24
Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15
Panificio Annese - Via Cappellini, 28
Panificio Biancaneve - Via Molfettesi
del Venezuela, 41
Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59
Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49
Panificio Centrale - Via Respa, 40
Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51
Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155
Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67
Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36
Panificio Europa - Via Rattazzi, 41
Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91
Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91
Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42
Panificio Immacolata - Via Cappellini, 28
Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9
Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19
Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46
Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44
Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13
Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18
Panificio Posta - Via Ricasoli, 29
Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25
Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15
Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71
Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante Alighieri
Parrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa
Vecchia
Parrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62
Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv Aprile
Parrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A.
Dalla Chiesa
Parrocchia S. Achille - Via A. Salvucci
Parrocchia S. Bernardino - Via Tattoli
Parrocchia S. Gennaro - Via Sergio Pansini
Parrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/d
Parrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella
Quintino
Parrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1
Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1
Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIII
Parrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3
Petito Cafe - S.S. 16 Molfetta-Giovinazzo
Place Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4
Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24
Stazione di rifornimento AGIP - Via Terlizzi
Stazione di rifornimento AGIP - Via Giovinazzo
Stazione di rifornimento API - Zona Industriale
Stazione di rifornimento Madogas - Strada
Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050
Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori –
Zona ASI
Swing Pub - Viale Pio XI, 21
Tabaccheria - Viale Pio XI, 55
Tabaccheria - Corso Dante Alighieri
Tabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2
Tabaccheria - Via Baccarini, 67
Tabaccheria - Via Rossini, 12
Tabaccheria - Piazza G. Garibaldi
Tabaccheria Edicola - Via Raffaele Cormio
Tabaccheria Pansini - Via Roma 32
Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68
Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65
Tabaccheria Veneziano - Via Madonna
dei Martiri, 67
Totoricevitoria “Del Cuore” - Via Baccarini, 77
30
Rubriche
giovedì 27 maggio 2010
Consigli per una sana alimentazione
FACILE
DIFFICILE
SOLUZIONI
Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un
gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9
celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la
griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto,
in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue.
Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo
del gioco è quello di
riempire le caselle
bianche con numeri
da 1 a 9, in modo tale
che in ogni riga, colonna e regione siano
presenti tutte le cifre
da 1 a 9 e, pertanto,
senza ripetizioni.
Fonte:(it.wikipedia.org)
Il calcio
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2021
Un minerale indispensabile non
solo alle donne in
gravidanza o in
menopausa, ma
a tutti perché è la
quinta sostanza
più abbondante nel
nostro organismo: si trova principalmente
nelle ossa e nei denti, ma anche nei tessuti
molli, nei fluidi extracellulari e nel sangue.
Le cellule del nostro corpo lo utilizzano
per mandarsi dei segnali e comunicare tra
loro: in molti casi funge proprio da messaggero a livello cellulare nei più disparati
distretti del nostro corpo. Pensate che i
suoi livelli nel sangue possono influenzare
l’attività di alcune ghiandole e addirittura
sulla nostra lingua sono stati recentemente
scoperti dei recettori per il calcio in grado
di esaltare alcuni sapori. Questo è solo un
breve cenno per darvi un’idea del perché
sia importante l’assunzione di calcio tanto
che, secondo le linee guida, la dose giornaliera raccomandata è di circa 800-1200mg
(a seconda del sesso e delle fasce di età).
Ma dove troviamo questo minerale indispensabile? Sappiamo tutti che i vari tipi
di latte e suoi derivati (specialmente i formaggi stagionati) sono le principali fonti
alimentari. Ma è importante conoscere
anche tutte le altre, sia per chi non tollera
questi alimenti sia perchè i formaggi hanno un elevato contenuto di grassi e quindi
il loro consumo deve essere controllato.
Innanzitutto ricordiamo che anche latte e
yogurt parzialmente scremati sono ricchi
di calcio e poi: pesce conservato con lo
scheletro (sardine e sgombri), pesce azzurro, frutta secca, legumi come fagioli e ceci,
rucola, radicchio verde, indivia, cavoli, cicorie, rape, broccoli, carciofi e bieta. Infine
spesso si sottovaluta una fonte del tutto
priva di grassi e calorie: l’acqua. Ci sono
delle acque minerali naturalmente ricche
di calcio come quelle che ne contengono
più di 150 mg/l: un altro motivo per bere
in abbondanza! E specialmente in questi
mesi esponetevi molto al sole per favorire
la produzione di vitamina D, indispensabile per regolare l’utilizzazione del calcio
nel nostro organismo.
dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista
Studio di Nutrizione e Alimentazione
Tel. 080.335.45.29- 338.27.87.929
Rubriche
giovedì 27 maggio 2010
31
Risotto agli asparagi
Ingredienti
•
•
•
•
•
•
•
•
400 gr riso
1 kg asparagi
100 gr burro
1 cipolla
100 cl brodo
100 gr parmigiano reggiano
1 bicchiere di vino bianco
olio extra vergine d’oliva q.b.
Procedimento
Lavare gli asparagi, legarli insieme e cuocerli a vapore togliendoli quando sono ancora al dente. Tagliare le punte degli asparagi e metterle da parte. In una casseruola con 50 gr di burro e altrettanto olio lasciare imbiondire la cipolla tagliata finemente, aggiungere il riso rosolandolo a fiamma alta facendogli assorbire un
poco del fondo di cottura. Coprire completamente il riso col brodo aggiungendolo man mano che evapora. Quando il riso è quasi pronto mettere le punte degli
asparagi e quando è cotto, giusto al dente, toglierlo dal fuoco, unire il burro rimasto e il formaggio, mescolare bene mantecando il tutto e infine versare nel piatto
e servire in tavola.
I CONS IGL I DELLO ZODIAC O
ARIETE
Potreste sentirvi come bisognosi di supporto per il vostro fisico debilitato dallo
stress e dalla stanchezza, quindi farete
bene a dedicare più tempo a voi stessi e
a prendervi delle pause qualora ne sentiate la necessità.
LEONE
Avrete finalmente anche voi qualcosa
da dire e da fare presente agli altri, così
vi riprenderete le vostre rivincite e soprattutto dimostrerete di avere carattere, un carattere forte, che non vi lascerà
sopraffare da nessuno.
SAGITTARIO
Qualcuno potrebbe scambiare la vostra
timidezza per generosità. È vero che
spesso vanno di pari passo, ma il vostro
non voler parlare o rifiutare per vergogna di non si sa bene cosa, potrebbe
trasformarvi in facile preda.
www.i lf at t o.n et
IL FATTO
Quindicinale gratuito di informazione
EDITORE
Activa S.r.l. con unico socio
PRESIDENTE
Giulio Cosentino
e-mail: [email protected]
TORO
Sarete portati a girare alla larga da quei
posti che vi stanno stretti e che vi fanno
sentire molto poco a vostro agio. Effettivamente farete bene a non frequentare
tali luoghi, poiché anche le persone che
vi troverete potrebbero darvi fastidio.
VERGINE
Vi chiuderete un pochino in voi stessi,
poiché avete proprio bisogno di uno
sfogo interiore e non volete farvi vedere
dagli altri in queste condizioni, poiché
sapete che potrebbero rimproverarvi,
dato che intorno a voi tutto va piuttosto
bene.
CAPRICORNO
Avrete proprio bisogno di staccare dalla
solita routine che vi assale e quindi vi dedicherete alle vostre attività preferite. Che
sia lo shopping, lo sport o altro non importa, l’importante è che riusciate a scaricare
la vostra frustrazione.
DIRETTORE RESPONSABILE
Corrado Germinario
Collaboratori
Angela Teatino, Pantaleo de Trizio,
Isabel Romano, Lella Salvemini,
Marilena Farinola, Francesco Tempesta,
Annalisa Mira, Giordano Germinario,
Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese,
Maria Sancilio, Gaetano de Virgilio.
Registrato presso il Tribunale di
Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07
GEMELLI
Potreste non aspettarvi molto soprattutto se non avete riposato sufficientemente e se la persona che amate vi sembra
assente. Tuttavia, troverete intorno a
voi un clima sereno e questo vi aiuterà
a tornare di buon umore.
BILANCIA
Potreste alzarvi un pochino più agitati
del solito in quanto non riuscite a riposare bene. Vi invitiamo a cambiare cuscino pertanto, magari farete sogni più
tranquilli e potrete mostrare alle persone che vi circondano quale meraviglioso
essere umano siete.
ACQUARIO
Qualcuno potrebbe chiedervi un favore
e, benché non abbiate assolutamente
voglia di farlo, vi sentirete in obbligo morale e la vostra coscienza non vi lascerà
in pace se non vi attiverete in merito.
REDAZIONE
Via degli Antichi Pastifici,
Zona Artigianale A/8 · Molfetta
[email protected]
PROGETTO GRAFICO
Vincenzo de Pinto
IMPAGINAZIONE
Marcello Brattoli
STAMPA
CANCRO
Potreste voler trascorrere da soli parte del tempo invece di chiacchierare di
cose che non vi porteranno a concludere nulla di utile per voi stessi. Effettivamente avete ragione, tuttavia, cercate di
non farne parola con gli altri.
SCORPIONE
Dovrete evitare di assillare il partner con
le vostre insicurezze e la vostra gelosia.
Non potete di certo pretendere che questi vi avverta di ogni minimo spostamento o di ogni telefonata che riceve.
PESCI
Vorrete sicuramente che intorno a voi
tutto sia più confortevole del solito. Avete bisogno di comodità, per cui userete
l’ascensore, le scale mobili, il frullatore,
tutto quello che potrà favorirvi la vita
insomma. Ogni tanto prendersela alla
leggera non fa male.
MASTER PRINTING S.R.L.
VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA
CONCES. DELLA PUBBLICITA’
Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096
La tua casa merita il meglio
Il sospetto ha il potere di inquietare e gettare
il dubbio su tutto, finché lo si lascia agire nel suo ambiente
naturale che è l'incertezza, il vago, la penombra.
Raniero Cantalamessa
Ristrutturazione e restauro
Progettazione
Pratica per il recupero fiscale del 36 e 55 %
Certificazione energetica
EDILNET VENDE
Luminoso appartamento nel centro storico di Bisceglie, vicinanza marina
da diporto, al 2° ed ultimo piano in uno stabile d'epoca totalmente
ristrutturato: 65 mq, terrazzo sovrastante di proprietà di 55 mq, dotato
di vano tecnico, finiture di pregio, solai in legno altezza 4,30 m,
doppio affaccio.
Specializzata in recupero edifici d’epoca, certificata
tel/fax 080.3971436
[email protected]
www.edilnetsrl.it