Documento ufficiale del progetto europeo EUROPAP

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Documento ufficiale del progetto europeo EUROPAP
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Documento ufficiale del progetto europeo EUROPAP-TAMPEP 1998
Sviluppare Servizi Rivolti al Mondo della Prostituzione in Europa
Perché adesso?
Molti paesi europei stanno
attualmente cambiando la loro politica nei riguardi delle sex workers.
É probabile che alcuni di questi cambiamenti avranno un impatto
negativo sulla salute delle prostitute.
Per esempio, nei
Paesi Bassi verrà presto introdotta una nuova legge che abolirà il
divieto sui bordelli e legalizzerà la prostituzione volontaria. Il suo
obiettivo principale è regolarizzare la prostituzione mettendola sullo
stesso piano di altre attività e così rimuovere lo stigma sul lavoro
sessuale. La nuova legge è già in vigore in alcune città come
Amsterdam. La registrazione delle attività di lavoro sessuale ha
permesso ad alcune sex workers di ottenere diritti (come i benefici
sociali) sul luogo di lavoro. Tuttavia la nuova legge legalizza
soltanto la prostituzione per sex workers dei paesi europei. Anche in
Germania si stanno facendo passi significativi per porre fine alla
discriminazione verso le sex workers. Ci sono progetti per emendare la
legge del 1943 che regola le malattie infettive e per abolire gli esami
medici obbligatori per le sex workers, ma questo è ancora in
discussione. Il Movimento delle prostitute tedesche ha scritto al
Ministro per la Famiglia richiedendo il riconoscimento e l'accettazione
della prostituzione come lavoro legittimo. Nello stesso momento in cui
alcune sex workers stanno ottenendo diritti, altre subiscono esclusione
e sperimentano ulteriore repressione. Questo riguarda in modo
particolare le migranti che non hanno documenti regolari. Le loro
condizioni di vita e di lavoro probabilmente peggioreranno
sensibilmente, essendo costrette ancora di più alla clandestinità. Ad
Amsterdam alcuni operatori stanno trovando difficoltà nel fornire
servizi sanitari a sex workers migranti, comprese le informazioni sulla
prevenzione dell'AIDS e MTS. Questo è da attribuire a cambiamenti
recenti nella regolazione delle attività lucrative nell'industria del
sesso. Si stima che in Germania il 50% delle sex workers siano migranti
e alla 25a Conferenza delle Prostitute Tedesche c'è stata la richiesta
dell'abolizione immediata delle misure repressive verso queste migranti
- come retate, controlli HIV obbligatori, interrogatori di polizia
senza traduttore, e espulsione di straniere senza permesso di
soggiorno.
In alcuni paesi, come Regno Unito, Irlanda
e Svezia, sono presi di mira i clienti e le attività di sfruttamento.
Nel 1999 in Svezia è stata introdotta una nuova legge che criminalizza
l'acquisto di servizi sessuali. I progetti per le sex workers hanno
notato una diminuzione del numero di donne che usano i loro servizi, il
che riduce le possibilità di promozione delle misure di tutela della
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salute.
Noi pensiamo che questi cambiamenti, insieme con
un aumento della mobilità, avranno un grande impatto sulla salute. C'è
la possibilità, a livello pan-europeo, di rendere disponibili
informazioni sul possibile effetto sulla salute di questi nuovi
sviluppi legislativi, in modo da minimizzarne le conseguenze negative e
massimizzare le possibilità per una efficace promozione di protezione
della salute, per la prevenzione delle malattie infettive e per fornire
servizi adeguati alle sex workers.
Noi riteniamo vitale una valutazione dell'impatto sulla salute di tutte queste politiche.
Le
loro conseguenze potenziali sulla salute possono essere valutate in
modo preliminare attraverso la seguente ricapitolazione rapida di
un'ampia gamma di politiche esistenti, di leggi e regolamenti.
HIV e altre malattie infettive
Si
assume spesso che le prostitute siano ad alto rischio di HIV e altre
malattie trasmesse sessualmente perché hanno molti partner sessuali. Si
pensa anche comunemente che le prostitute giocheranno un ruolo ancora
più importante nel trasmettere il virus al resto della popolazione.
Nella maggior parte dei paesi europei questo punto di vista è
ampiamente sostenuto, nonostante le ricerche che mostrano che
prostitute che non fanno uso di droghe in vena e usano condom con la
maggior parte o tutti i loro clienti hanno una bassa incidenza di HIV.
Quelli che fanno uso di droga in vena, donne provenienti da zone
endemiche e prostituti maschi tendono ad essere ad alto rischio, ma
anche usano efficaciemente il condom nel lavoro.
La
capacità di praticare sesso più sicuro è influenzata da un insieme
ampio di fattori, tra cui la capacità del cliente di insistere per il
sesso non protetto attraverso la forza e/o un aumento dell'offerta in
denaro. Altri fattori includono il bisogno di soldi, la dipendenza
dall'alcool o altre droghe, la mancanza di dimora, l'ignoranza, la
mancanza di risorse, la giovane età e le misure di controllo
repressive. Poiché questi fattori variano nel tempo, non è utile
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etichettare le sex workers come persone ad "alto" o a "basso" rischio.
I
sistemi di controllo statale spesso ostacolano la promozione della
salute e di altri servizi, così come rendono pericolose le condizioni
di lavoro delle sex workers.
Le prostitute non hanno i
requisiti per aver diritto ai servizi sociali in diversi paesi europei
per varie ragioni. Di solito il lavoro del sesso non è riconosciuto
ufficialmente e così le lavoratrici hanno un accesso limitato ai
servizi sanitari.In alcuni settori dell'industria del sesso non hanno
affatto documenti come stranieri, per esempio, così sono completamente
escluse da tutto il sistema di protezione sociale. In aggiunta a
questo, il sistema sanitario è raramente adeguato. In tutta l'Unione
Europea, sembra che gli abituali addetti ai servizi abbiano un
atteggiamento negativo verso il lavoro sessuale, il che ostacola l'uso
dei servizi.
Molte prostitute preferirebbero essere
curate anonimamente, senza dover esibire documentazione ufficiale,
perché temono che i medici possano informare altri enti statali
riguardo al loro lavoro. Ulteriori limitazioni sono dovute a orari
inadatti, mancanza di azione di promozione della salute, scarsa
informazione sull'industria del sesso, maggiore enfasi sulla diagnosi e
cura delle malattie trasmesse sessualmente piuttosto che sulla
prevenzione.
Poiché i servizi sanitari esistenti non
rispondono pienamente ai bisogni delle sex workers, sono necessari
alcuni servizi specifici. Europap/Tampep ha delineato i requisiti
fondamentali per i servizi efficaci e ha prodotto un manuale, Hustling
for health: Developing Services for Sex Workers in Europe (Darsi da
fare per la salute: sviluppare i servizi per le sex workers in Europa),
che espone modelli di buona pratica ed esempi da un ampio ventaglio di
servizi in Europa.
Legge e politica
Le
leggi, le politiche e i regolamenti esistenti creano grandi ostacoli
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alla prevenzione dell'HIV e delle altre infezioni trasmesse
sessualmente. Nella maggior parte dei paesi europei il lavoro del sesso
non è in sé illegale; tuttavia la pratica della prostituzione è di
fatto resa illegale attraverso restrizioni all'organizzazione, alla
pubblicizzazione e alla possibilità di vivere sulle attività sessuali.
Schedatura ed esami obbligatori
I
controlli obbligatori per le infezioni trasmesse sessualmente producono
un sistema a due fasce di prostitute schedate e non schedate, in cui le
ultime hanno un accesso limitato ai servizi sanitari.
La
Grecia ha regolamenti molto rigidi sullo screening medico obbligatorio
delle prostitute schedate, che spingono la maggior parte delle sex
workers ad evitare la registrazione, il che quindi le rende passibili
di azione penale. Le attività di prevenzione dell'HIV e i servizi
sanitari per le sex workers sono forniti per il ristretto settore delle
lavoratrici registrate (sebbene EUROPAP Grecia abbia sviluppato servizi
e attività di prevenzione per quelle non registrate). Ad Atene, si
stima, al maggio 1999, che approssimativamente 600 donne siano
registrate, mentre circa 10.000 non lo siano. Si ritiene che 6.000 di
queste donne siano migranti. In Germania, approssimativamente 50.000
sex workers sono registrate e viste regolarmente dai servizi sanitari,
come richiesto dalla legge. Tuttavia, secondo stime recenti, altre
150.000 persone lavorano nella prostituzione.
Le
lavoratrici registrate spesso si lamentano dell'atteggiamento e del
contatto impersonale di chi lavora nei servizi, che mettono in pericolo
la fiducia e, con essa, l'efficacia dell'assistenza medica. Esperienze
precedenti nella lotta contro altre malattie trasmesse sessualmente
hanno illustrato in modo chiaro i limiti dello screening sanitario
obbligatorio.
Lavoratrici affette da HIV
In
alcuni paesi sono state adottate misure legali per impedire che persone
affette da HIV lavorino nell'industria del sesso. Allo stesso modo
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degli esami medici obbligatori, queste misure possono creare problemi
incoraggiando le sex workers a nascondersi alle autorità, se pensano di
essere infette. Se quelle affette da HIV continuano a lavorare, c'è
solo un basso rischio di trasmissione al cliente se è usato il condom.
Questo
sottolinea l'importanza della promozione della salute: i progetti di
prevenzione dall'HIV sostengono la validità di un approccio non
valutativo moralmente, in cui le sex workers che continuano a lavorare
possano discutere apertamente della sicurezza nel lavoro, e anche di
alternative preferibili per ragioni di salute alla prostituzione. La
promozione della tutela della salute con i clienti è altrettanto
importante, in modo che possano prendere parte anche loro alla
riduzione del rischio.
Adescamento e sicurezza
Nella
maggior parte dei paesi europei l'adescamento (attrarre pubblicamente
l'attenzione dei clienti) non è permessa, anche se l'applicazione della
legge varia molto. In molti casi questa situazione porta a condizioni
di lavoro non sicure. In Irlanda, per esempio, dal 1993 la polizia è
stata messa in grado di costringere ad allontanarsi ogni persona
sospetta per strada (cliente o lavoratrice).
Questo ha
avuto l'effetto di ridurre il tempo di contrattazione. Se una donna è
incriminata per un reato, può incorrere in multe pesanti che la
costringono a lavorare ore extra per guadagnare i soldi per pagare la
multa. Il ruolo degli intermediari nel fornire protezione e pagare la
cauzione diventa allora più importante. La situazione è simile in
Inghilterra e nel Galles, dove una legge contro "il passeggio sul
marciapiede (kerb-crawling)" (in cui i clienti sollecitano le
lavoratrici dalle auto) ha ridotto il tempo che le prostitute hanno per
valutare i clienti e contrattare il sesso sicuro. In alcuni paesi, come
Germania e Paesi Bassi, l'adescamento è permesso in aree specifiche, ma
la collocazione di queste aree riflette le pressioni dei residenti e
dei politici e di solito non tengono conto della sicurezza delle stesse
lavoratrici. In alcuni paesi il possesso di condom è usato come prova
di adescamento.
Proventi dalle sex workers
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Un
altro aspetto comune delle leggi europee riguarda il controllo del
favoreggiamento e spesso è un reato lo sfruttamento della
prostituzione. L'applicazione di questa legge ha reso più difficile
lavorare in modo sicuro per le prostitute, come a Parigi, dove la legge
è stata usata per chiudere appartamenti e alberghi in un quartiere
tradizionalmente dedito alla prostituzione intorno a rue St. Denis. Le
sex workers furono costrette a spostarsi in periferia, dove le
condizioni di lavoro erano più pericolose.
Queste leggi
criminalizzano necessariamente il rapporto tra prostituta e
proprietario di albergo. I diritti delle lavoratrici sono ignorati e,
in Germania per esempio, questo significa che alcune lavoratrici non
hanno diritto di accesso ai servizi sociali e sanitari perché non
possono essere impiegate legalmente. Questo rafforza anche l'isolamento
sociale delle prostitute, rendendo difficile per loro vivere con un
altro adulto, potendo lei/lui essere accusato/a di sfruttamento della
prostituzione.
Accesso ai servizi sanitari
Tutti
i paesi europei hanno una legislazione rigida per l'immigrazione dei
non-europei. Molte persone tuttavia entrano in questi paesi in modo
illegale. Senza permesso di lavoro e di fronte al rischio costante di
arresto ed espulsione, alcune migranti diventano sex workers, di solito
nelle condizioni peggiori.
I progetti per le sex
workers dovrebbero essere in grado di contattare queste persone e
assicurare loro l'accesso ai servizi sanitari, senza interferenza da
parte della polizia.
Uso di droghe per iniezione
Molte
persone, di sesso maschile e femminile, che fanno uso di droghe trovano
i soldi per farlo mediante il lavoro del sesso. É necessario che i
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programmi sanitari forniscano siringhe sterili e cure per la
tossicodipendenza, e anche la prescrizione di sostanze sostitutive, in
modo da spezzare il circolo vizioso in cui il sesso finanzia l'uso
della droga.
Alcuni paesi europei presentano ostacoli
legali a questo tipo di programmi, il che rende difficile il lavoro dei
progetti di prevenzione dell'HIV.
Diritti civili
Molte
altre leggi, che variano da un paese all'altro, ledono i diritti civili
o legali delle sex workers e danneggiano potenzialmente la loro salute.
Per esempio, le leggi che sanzionano la violenza sessuale sono
interpretate spesso nel senso che le sex workers non possono essere
considerate violentate. Nel 1999 il Movimento delle prostitute tedesche
progetta di lanciare una campagna contro questa forma di violenza.
Ora
una lavoratrice è considerata "disponibile" per il sesso in ogni
momento. Eventualmente l'uomo che la violentasse sarebbe accusato solo
di un reato sessuale/aggressione minore.
Il movimento
delle prostitute richiede un immediato emendamento per garantire
l'uguale trattamento davanti alla legge delle sex workers. In
Inghilterra esisteva una situazione simile fino al 1996, quando un uomo
fu dichiarato colpevole di violenza per aver costretto al sesso senza
condom.
Questo è stato il primo caso di processo privato
con esito favorevole intrapreso da due prostitute. L'uomo fu condannato
per stupro, aggressione a scopo di stupro, sequestro e lesioni
corporali. Tutte le sex workers, tra cui le migranti, dovrebbero essere
protette dalla legge dallo sfruttamento, ricatto e violenza.
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I regolamenti locali delle sex-workers
I
regolamenti locali possono avere un grande effetto sul modo di lavorare
delle prostitute, e sul modo in cui i progetti di prevenzione dell'HIV
operano. Per esempio, a Parigi, i media hanno parlato di un'alta
incidenza di HIV fra le prostitute che lavorano nel Bois de Boulogne;
questo fu seguito da un'ordinanza locale che proibiva alla auto di
fermarsi lungo certe strade, per impedire ai clienti di prendere in
macchina le lavoratrici.
Un progetto di prevenzione HIV
che lavorava su un autobus in quell'area era soggetto alle stesse
regole, gli fu impedito di parcheggiare e quindi impossibilitato a
promuovere il sesso sicuro o a distribuire condom. In Germania nella
maggior parte delle città ci sono zone in cui la prostituzione è
vietata e aree di tolleranza, in cui la prostituzione si può trovare in
super-bordelli ed eros-center. Le lavoratrici che non vi si adattano,
come le migranti o le tossicodipendenti, sono espulse verso zone
isolate in cui le condizioni di lavoro sono più pericolose e sono più
difficili l'accesso ai servizi sanitari e i progetti di prevenzione.
A
Glasgow, nel 1999, c'è stata una spinta massiccia per togliere le sex
workers dalle strade dalle 10 di sera durante le celebrazioni della
città come City of Architecture and Design del Regno Unito. Le donne si
esposero a grandi rischi per fare soldi prima di questo coprifuoco.
Il
nostro è un periodo di cambiamenti nella politica verso la
prostituzione. É fondamentale, sia dal punto di vista della pubblica
salute che da quello dei diritti umani, assicurare che gli sviluppi di
questi cambiamenti non abbiano un impatto negativo sulla salute delle
lavoratrici e di tutti quelli che vengono in contatto con loro.
Europap/Tampep
sostiene la revisione di tutte le politiche sul tema e ha proposto
modifiche in relazione ai loro effetti sulla salute.
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Hustling for health
Darsi da fare per la salute
Pubblicato da: Europap / Tampep 1998
rete europea per la prevenzione dell'AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili nella prostituzione
Coordinamento e diffusione per l'Italia:
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
e-mail [email protected]
LILA Lega italiana per la lotta all'AIDS
e-mail [email protected]
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