Lavocelibera N° 8

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Lavocelibera N° 8
Lavocelibera
N ° 9
N
[email protected] - [email protected]
Sede Legale
Via Quattro novembre, 98
00187 Roma
Segreteria
Tel. 06/69770301/2/3 Fax
06/6783559
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Amministrazione
Tel. 06/69770329
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Organizzazione
Tel. 06/69770326
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Comunicazione
Tel. 06/69770323
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Tesseramento
Tel. 06/69770328
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Educazione alla legalità
Tel. 06/69770325
[email protected]
Ufficio beni confiscati
Tel. 06/69770330 06/69770321
[email protected]
[email protected]
Settore internazionale
Tel. 06/69770322
[email protected]
Progetti
Tel. 06/69770327
[email protected]
Sport
Tel. 06/69770326
[email protected]
Familiari vittime innocenti
Tel. 06/69770323
[email protected]
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Legalità, cultura e memoria in Europa
Dal 15 al 20 gennaio si è
svolta a Cracovia la seconda tappa di FLARE
(Freedom, legality and
rights in Europe), un percorso formativo che porterà nel mese di giugno a
Bruxelles la nascita di un
network europeo contro le
criminalità organizzate
transnazionali. Questo percorso formativo, ideato e
organizzato da “Libera.
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e
dall'ONG torinese “Terra
del Fuoco”, ha già mosso i
primi passi a Berlino nel
mese di novembre. Numerosi i partecipanti provenienti da più di 30 paesi
dell'Unione Europea, dalle
aree dei Balcani, del Cau-
caso, del Mediterraneo e
dell'Europa Orientale, più di
quaranta le associazioni
coinvolte in questo percorso
di formazione politica, che
porterà a Giugno alla nascita di un network europeo
contro la criminalità organizzata transnazionale.
Lo scopo di questa rete di
associazioni sarà esercitare
pressioni sociali sui processi legislativi a livello locale
ed europeo, per organizzare campagne di sensibilizzazione, per avviare collaborazioni tra associazionimembro del network, con
progetti comuni, scambio di
buone pratiche e know how.
Conoscenze di contrasto
che, come è emerso a Cracovia, fanno parte di tutti i
Intervista a Manuela Mareso
Narcomafie è un mensile nato nel 1993, all’
indomani delle stragi di Capaci e di via
D’Amelio in cui vennero uccisi i giudici Falcone e Borsellino. In tutti questi anni ha documentato l’aggressione della criminalità
organizzata allo Stato, gli interessi legati ai
traffici illeciti, il mancato rispetto dei diritti
umani e la reazione della società civile. Manuela Mareso, coordinatrice della redazione di Narcomafie ha partecipato alle
giornate di Cracovia dando il proprio
contributo durante i workshop.
Come ti è sembrato la sensibilità dei partecipanti alla tematica da te trattata e in generale a quelle affrontate dal percorso formativo
(traffico di armi, tratta degli esseri umani,
narcotraffico, informazione, traffico di armi,
comitato organizzativo)?
Paesi partecipanti ma in
special modo sono riscontrabili nelle delegazioni italiane.
Il luogo comune che vede
l'Italia come terra di mafia
e criminalità organizzata
è sempre stato un punto
dolente sia per le nostre
coscienze che per i nostri
rapporti internazionali,
ma grazie a questo percorso internazionale oggi
gli altri paesi possono
apprezzare la nostra esperienza di contrasto
sociale.
Per questo motivo questa
newsletter è stata tradotta anche in inglese e inviata a tutte le associa-
SOMMARIO:
Da leggere & da vedere
2
La corsa di Miguel
3
Contro il bullismo di oggi e di domani
3
Il kit di affare comune
4
Appuntamenti
5
Verso la XIII giornata della memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime
delle mafie
6
Vogliamo ricordarli tutti e tutte
7
Incontrando FLARE
8- 9
Conosciamoci in viaggio con Libera
10
Ho trovato un gruppo attento e partecipe. Il
tema dell'informazione, oggetto della mia
Bando per l’uso sociale dei beni confi- 10
scati
Continua a pag 11
L’intervista a Manuela Mareso
11
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2
Da leggere: La Camorra, storie e documenti
La storia della camorra e dei suoi protagonisti: dai folcloristici guappi ottocenteschi alla tragicamente attuale catena di omicidi e vendette.
Camorra, storie e documenti
di Gigi Di Fiore
Edizione Utet
A lungo sottovalutata, la camorra, periodicamente diventa un fenomeno socio-criminale sotto i riflettori internazionali appena si apre una guerra tra clan
nella citta’ di Napoli.. Sulla camorra
sono stati scritti finora o trattati sociologici, svincolati spesso dalle narrazioni
concrete, o pamphlet e instant book
giornalistici, non sempre rigorosi nella
citazione delle fonti.
Manca, così, una documentata storia
delle storie dei gruppi e degli uomini
che hanno segnato le vicende criminali
campane a partire dal vicereame spagnolo fino agli ultimi anni.
Preciso nelle fonti, nei documenti e nei
riferimenti bibliografici, questo saggio,
scritto da Gigi Di Fiore, inviato del quotidiano Il Mattino, un giornalista che da 20 anni
si occupa di criminalità organizzata soprattutto a Napoli, cerca di colmare le carenze
di altri lavori, andando oltre l’oleografia del
«guappo» ottocentesco, per raccontare,
anche con aneddoti e circostanze inedite
in cui si è imbattuto nel suo lavoro giornalistico, cosa sia oggi e cosa sia stata ieri la
camorra con i suoi protagonisti.
Affresco vivo e aggiornato sullo stato
dell'arte dell'illegalità made in Campania, il
ponderoso lavoro di Gigi Di Fiore ben evidenzia la recrudescenza di un fenomeno
sempre più violento e aggressivo lontano
dai codici e dai rituali che caratterizzavano
un tempo la "onorata società"".
Da vedere: Asso di monnezza
nanze di discariche, amma- a Milano al Teatro “La fabbrica del vapore” in Via
lati di tumore, malavitosi,
Procaccino 4-Milano il 29
ambientalisti, carabinieri e
gennaio e sarà in scena
grazie al teatro, a una storia, a dei personaggi, voglio fino al 3 febbraio.
In questo spettacolo Ulde- far conoscere il materiale
rico Pesce racconta i traffi- che ho raccolto» racconci illeciti dei rifiuti urbani e ta il regista.
soprattutto quelli industriali.
Ulderico Pesce, attore e
regista nato 41 anni fa
Liberamente tratto dai rap- nel Potentino, ha scritto
porti ecomafie di Legam- questo testo nel 2005.
biente, i protagonisti sono
padre e figlio che assoldati In Asso di monnezza si
dalla camorra trasportano parla della “monnezza”
immondizia dal Nordest in che non si vede. Quella
Puglia e in Campania.
pericolosa, prodotta dalle industrie, che viene
Rifiuti destinati a discarismaltita nell’ombra, Arche abusive e a finte fab- senico, cobalto, fosforo
briche di compostaggio
che viene prelevato soma anche alla nuda terra, prattutto nelle industrie
dove vengono poi incendel Nord, che ne produdiati.
ce il 74%, e viene scaricato nel Sud, sulla terra
Ulderico Pesce
Quello che arriva in scena agricola, nel mare, nei
è il frutto di un vero e pro- fiumi.
prio lavoro di inchiesta:
«Ho intervistato giudici,
Lo spettacolo sarà presengente che vive nelle vicitato in anteprima nazionale
Asso di monnezza rientra
nel filone del teatro civile
già percorso con Storie di
scorie.
Asso di monnezza
di e con Ulderico Pesce
Lo spettacolo sarà presentato in anteprima nazionale
a Milano al Teatro “La fabbrica del vapore” in Via Procaccino 4-Milano il 29 gennaio e sarà in scena fino al
3 febbraio.
LAVOCELIBERA
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La corsa di Miguel
Oltre 4.500 le persone che nella mattina del
20 gennaio hanno partecipato, a Roma, alla
IX edizione della corsa di Miguel.
A questi si aggiungono i circa 4.700 ragazzi delle scuole
elementari, medie e superiori che nei tre giorni precedenti hanno corso la Mille di Miguel. Una giornata di
festa e partecipazione in memoria di Miguel Benancio
Sanchez, il poeta-maratoneta argentino scomparso nel
1978, 30 anni fa, durante gli anni bui della dittatura in
Argentina. A dare il via alla corsa c'era Elvira Sanchez,
la sorella di Miguel, presente come ogni anno per dare
lo start.
La partenza, accompagnata da un'esibizione di tango di
alcuni atleti della Federazione della Danza Sportiva, ha
aperto una corsa quest'anno vivacizzata da diversi
gruppi di musicisti gitani, di giocolieri e, grazie alla bella
giornata, anche da centinaia di spettatori. A scandire il
percorso i cartelli chilometrici con le gigantografie dei
volti dei bambini della scuola Corrado Melone di Ladispoli, l’istituto più multietnico d’Italia: un dolce mappamondo che secondo Valerio Piccioni, giornalista e podista ideatore dell’evento, sarebbe di certo piaciuto a Miguel.
Sul percorso di 10 chilometri, a tagliare il nastro in campo maschile è stato Salvatore Vincenti, mentre in campo femminile Adelina De Soccio, entrambi atleti delle
Fiamme Gialle. Da segnalare anche la presenza dei
ragazzi autistici aderenti al Progetto Filippine, che hanno corso la gara non competitiva, dimostrando la natura
solidale del vero sport.
Tra le curiosità, le due tonnellate e mezzo di pasta
asciutta distribuita gratuitamente da Libera, pasta ricavata da coltivazioni di
grano prodotte su terreni
sequestrati
alla mafia in
Sicilia.
Alla fine,
all'interno
dello Stadio
Paolo Rosi, le
Nessuno è ultimo
premiazioni
dei vincitori con la presenza dell'Ambasciatore argentino in Italia Vittorio Tacetti, il vicepresidente della commissione Sport della Regione Lazio Enzo Foschi, il
delegato del sindaco di Roma allo sport Gianni Rivera,
il presidente della Fidal Lazio Enzo D'Arcangelo e il
presidente del Csi Roma Franco Mazzalupi. Una manifestazione che non si limita, come precisa Piccioni,
alla sola dimensione sportiva e ai quattro giorni di iniziative. Grazie ai tanti che intervengono, con le proprie
storie quotidiane alle spalle, la corsa vive prima, durante e dopo, ed assieme ad essa vive Miguel.
Per maggiori informazione: www.lacorsadimiguel.it
Contro il bullismo di oggi e di domani
Il 24 gennaio si è tenuto a Roma il secondo dei quattro appuntamenti previsti nell’ambito di “Bulloni e bullette”, iniziativa di contrasto alla violenza
nelle scuole promossa dal Comune di Roma in collaborazione con Libera.
Ad aprire il seminario, intitolato “La scena del nostro lavoro: i temi da affrontare lavorando con i ragazzi in difficoltà”, Ferdinando Secchi, coordinatore
del progetto per Libera, che ha sottolineato l’importanza della sinergia creatasi fra scuole e istituzioni grazie all’iniziativa. In seguito il relatore Marco
Rossi Doria, membro della Segreteria Tecnica del Vice-ministro della Pubblica Istruzione Bastico, ha offerto una panoramica sui nodi critici del mondo scolastico italiano. Oltre a non soddisfare pienamente l’aspetto
dell’apprendimento, la scuola sembra fallire proprio in quella missione fondamentale, sancita costituzionalmente, che risiede nella sua capacità di
gettare le basi per l’uguaglianza sociale fra i cittadini. A tal proposito Marco
Marco Rossi Doria
Rossi Doria ha ricordato l’impressionante coincidenza geografica fra dispersione scolastica e povertà. A peggiorare il quadro il sovraccarico di responsabilità di cui si fanno carico molti insegnanti, chiamati a supplire le carenze di una famiglia che demanda sempre più spesso all’esterno l’educazione dei
propri figli rispetto ai valori fondamentali per la convivenza. In questa situazione assistiamo ad un proliferare di atteggiamenti poco rassicuranti fra i ragazzi: dalla scarsa capacità di concentrazione e di accettazione degli oneri scolastici, fino ad atteggiamenti individualistici, di negazione delle regole. Nonostante le misure adottate finora, occorre lavorare ancora, affinché la scuola responsabilizzi gli studenti di oggi, i cittadini del domani. Il percorso partecipativo di
“Bulloni e bullette” rappresenta un proficuo apporto in questa direzione. A dimostrarlo anche i tanti docenti e operatori scolastici intervenuti, che hanno avuto modo di esporre i propri quesiti in un dibattito finale. In chiusura Secchi ha
sottolineato l’importanza di corsi come questo fatto a Roma, che possa fornire a insegnati e formatori gli strumenti
per individuare e correggere comportamenti aggressivi.
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4
Il kit “Affare comune”
Da questa settimana sul sito di Libera è possibile scaricare il kit “Affare comune”. La scelta di realizzare il “Kit
Affare Comune” si fonda sulla necessità di mettere a
disposizione di molti, strumenti di supporto ed accompagnamento concreti, per i percorsi di educazione alla
legalità ed alla cittadinanza attiva nati in relazione alle
attività dell’Associazione Libera.
Due sono i motivi che hanno mosso la progettazione:
- affermare con i fatti che attraverso l’impegno collettivo
e la pratica di alcuni strumenti messi a disposizione
dalla legislazione italiana, è possibile dare vita a reali
processi di trasformazione dei territori e delle vite delle
persone che li abitano;
- proporre alcuni percorsi e strumenti formativi, attraversi i quali non solo agire in senso formativo, ma fondare
le basi di un serio e strutturato impegno per la giustizia,
la legalità e lo sviluppo equo dei territori.
In questo senso la formazione civile contro le mafie si
rivolge in particolare alle scuole secondarie di primo e
secondo grado, promuovendo percorsi connessi alla
conoscenza critica delle mafie e del fenomeno mafioso;
agli strumenti ed alle esperienze di impegno nel contrasto alla presenza criminale; allo strumento dell’uso
sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
Riutilizzare un bene confiscato secondo i bisogni del
territorio vuol dire promuovere sviluppo, lavoro e giustizia sociale.
Avvicinare il mondo della scuola ad esperienze territoriali di riutilizzo di beni confiscati, contribuisce alla promozione della cultura di legalità e dell’impegno civile in
terra ad alta presenza di mafia.
Attraverso l’attivazione e l’utilizzo di questi strumenti
non ci si ferma ad un semplice approccio teorico ma si
pongono i presupposti per azioni che lascino il segno di
un cambiamento di atteggiamento da parte dei giovani
nei confronti della mafia.
I ragazzi prima conoscono le problematiche legate alla
mafia e poi sperimentano e discutono sugli aspetti che
si contrappongono alla illegalità.
La scuola
La scuola è una Istituzione indispensabile allo sviluppo
di pratiche di legalità, in quanto è il luogo nel quale,
quotidianamente, si trasmettono e si sperimentano i
valori all’interno del rapporto tra le generazioni, con
l’intento di facilitare la crescita di “soggetti sociali”: individui capaci di riferirsi alle norme sociali condivise, ai
riferimenti etici e valoriali; ma nello stesso momento, di
vivere la propria vita nel pieno delle personali capacità
istruenti. Individui che non solo rispettano le regole del
vivere comune, ma contribuiscono ad “istruire”, far
crescere e realizzare, una società diversa, più giusta.
LAVOCELIBERA
Obiettivi del kit
Obiettivo del progetto è educare alla legalità democratica e alla cittadinanza attiva in territori condizionati dalla
presenza della criminalità organizzata. Il presente
progetto mira a:
- fornire strumenti di lettura e analisi critica della realtà territoriale in cui la scuola è inserita;
- contribuire alla formazione di cittadini informati, responsabili e capaci di pensiero critico e propositivo;
- favorire l’acquisizione del concetto di cittadinanza,
di giustizia sociale e di legalità nelle sue accezioni.
Gli strumenti
Il kit “Affare comune” si compone di strumenti differenti che insegnanti e studenti possono utilizzare
all’interno di percorsi di educazione alla legalità ed
alla cittadinanza attiva.
Si tratta di dispositivi pensati con finalità articolate:
da un lato permettono, attraverso l’utilizzo di linguaggi comunicativi differenti, un più facile utilizzo ed una
immediata comprensione, da parte di vari destinatari;
dall’altro, utilizzati in sequenza, mostrano la molteplicità e la complessità dei fattori connessi al fenomeno
delle mafie e della criminalità organizzata e
dell’impegni civile nella promozione della legalità,
della giustizia sociale e della cittadinanza.
Dopo aver scelto il percorso la scuola potrà comunicarlo a Libera, al fine di ricevere eventuali materiali
ulteriori utili per l'approfondimento.
Tra i materiali il documentario “Italia Nostra Cosa”, il
film “La memoria ha un costo”, il manuale “L'uso sociale dei beni confiscati”.
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Il 29 gennaio 2008 a Figline Valdarno presso
la Scuola Media Leonardo da Vinci -Via Garibaldi a partire dalle ore 21:00
Consumi indotti e consumi consapevoli
Incontrare le persone,
5
Libera Radio è la prima web radio d'informazione sulla legalità e contro le mafie, i suoi programmi possono essere
ascoltati attraverso Internet e sulle frequenze di un network di radio locali in
FM, distribuite su tutto il territorio nazionale.
L’uso sociale del denaro
Cosa si intende per EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ –
L’impegno di LIBERA
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Il progetto è nato da una collaborazione tra Città del Capo –
Radio Metropolitana e la Fondazione Libera Informazione,
con il supporto nella fase di start up dell'Agenzia Cooperare
con Libera Terra, per creare un strumento multimediale che
dia voce a chi è impegnato a sostegno della legalità e contro
le mafie.
Maggiori informazioni: www.liberaradio.it
rispondere ai bisogni Commemorazione di Emilio Alessandrini e Guido Galli
Martedi 29 presso T Hotel, Via Dei Giudicati a
partire dalle ore16:00
L’interpretazione e il ruolo del
volontariato
Martedi 29 gennaio, a Milano presso l’aula Magna del Palazzo di
Giustizia a partire dalle ore 20:30
Saluto del Presidente della Corte d’Appello di Milano
Giuseppe Grechi
Presentazione del Presidente della Giunta A.M.N.
Luca Poniz
Corale Polifonica Nazariana
Ave Maria, Javier Busto
Intervengono
Leopoldo Grosso - Università
della Strada Gruppo Abele, Torino
Commemorazione di Emilio Alessandrini
• Lettura di Ivana Monti
Don Angelo Pittau - Coordina- • Ricordo di Armando Spataro
mento Comunità Terapeutiche
Corale Polifonica Nazariana
della Sardegna
Requiem, Giacomo Puccini
Graziano Pintori - Assessore
Politiche Sociali Comune di
Nuoro
Padre Salvatore Morittu - Associazione Mondo X Sardegna
don Marco Lai - Caritas Diocesana Cagliari
Elisabetta Nannini - ANFFAS
Cagliari
Lucia Paretta - Gruppi di Volontariato Vincenziano della Sardegna
Sandrino Porru - Associazione
Sardegna Sport
Giampiero Farru - CSV Sardegna Solidale
È stata invitata l'Assessore alla
Sanità e alle Politiche Sociali
della Regione Sardegna, Nerina
Dirindin
Commemorazione di Guido Galli
• Lettura di Ivana Monti
• Ricordo di Mario Corbetta
Corale Polifonica Nazariana
Ave Verum, Wolfgang Amadeus Mozart con la partecipazione del gruppo teatrale
"Quelli di Grock"
Saluto di chiusura
Libere R - Esistenze
Venerdi 1 febbraio a Anzola Emilia (BO) in Via Orsola Donati
86, Castelletto a partire dalle ore 21:00
Storie di lotte e di partigiani di ieri e di oggi
Interverrà:
Salvo Vitale (Compagno di lotta di Peppino Impastato)
Ricordi dei partigiani (Adelmo Franceschini)
A seguire concerto gratuito con Tilibilke Ruticar Orkestar e Falce e Vinello
A seguire reggae con dj set Chatterbox Bassasaund
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6
XIII Giornata della memoria e dell’impegno
in ricordo delle vittime delle mafie
La XIII Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie
promossa da Libera in collaborazione
con Avviso Pubblico si svolgerà il 15
marzo 2008 a Bari (data anticipata di una
settimana rispetto al tradizionale e ufficiale 21 marzo, coincidente quest’anno
con il prossimo venerdì santo).
della manifestazione sono tutti concentrati in poche
centinaia di metri: non sarà necessario muoversi con
mezzi pubblici o propri tra le varie fasi della Giornata.
Le possibilità alberghiere o di altro genere (palestre,
oratori, ecc.) per chi alloggia nei giorni della manifestazione dovranno essere richieste al più presto alla
segreteria organizzativa di Bari, in modo da consentirci di raccogliere tutte le esigenze che emergeranno.
Per ciò che concerne il viaggio, Bari è una grande
città, facile da raggiungere con tutti i mezzi di locomozione. Prevederemo dei parcheggi per gli autobus
e delle navette da stazione e aeroporto. Anche
quest’anno l’impegno è di fornire un contributo forfettario per le delegazioni che arrivano da tutta l’Italia,
per agevolare l’organizzazione dei viaggi. In relazione alla tipologia (dando priorità alle associazioni e
alle scuole aderenti a Libera), alla provenienza e a
eventuali situazioni particolari sono definite tre fasce
di contributo (fino ad esaurimento risorse): 200,00 €,
400,00 € 600,00 € per i gruppi da 50 unità e multipli.
A tal proposito è necessario far pervenire la scheda
di adesione alla Giornata (scaricabile sul sito di Libera) entro il 31 gennaio 2008 presso email all'indirizzo:
[email protected]
La giornata è organizzata con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia e della Città di Bari ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie – circa
quaranto sono quelle pugliesi - e rinnova in nome di
quelle vittime l’impegno di contrasto alla criminalità
organizzata. La Giornata della Memoria e
dell’Impegno è dedicata a tutte le vittime, proprio
tutte.
Dai nomi più famosi a quei semplici cittadini, magistrati, giornalisti, operatori delle forze dell’ordine,
imprenditori, sindacalisti, sacerdoti, esponenti politici
e amministratori locali morti per mano delle mafie
solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto
il loro dovere.
Il programma della giornata del 15 marzo è in via di
definizione e dovrebbe prevedere: un corteo al mattino (con raduno dalle ore 10); alcuni momenti di
riflessione e ricreazione al pomeriggio (nel centro
cittadino); uno spettacolo nel pomeriggio. I luoghi
Per prepararsi e riflettere sul valore e l’importanza
della Giornata della Memoria e dell’Impegno, la giornata è preceduta da molte iniziative, quest’anno, tutte riunite in un cartellone denominato “I centopassi
verso il 21 marzo”che si svolgono in tutte Italia.
A mano a mano che si definirà meglio il programma
e la logistica della Giornata, sarà nostra cura aggiornare il sito www.libera.it.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il
sito: memoriaimpegno.it
In costruzione della “XIII Giornata della memoria
e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie” vi proponiamo delle schede di approfondimento su alcune delle tante, troppe, vittime delle mafie.
Maggiori notizie sulle vittime si possono trovare
sul sito, in costante aggiornamento:
www.liberanet.org
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7
A tutte, proprio tutte, le vittime della violenza mafiosa va il nostro omaggio
e la nostra promessa di impegno.
Pio La Torre nasce nel 1927 ad Altarello di Baida, una
zona agricola molto povera, tra Palermo e Monreale. Il
padre possiede un piccolo pezzo di terra, con cui deve
mantenere una famiglia di sette persone. Pio e’ fervidamente credente e studia molto fin da bambino, sarà il
prescelto della famiglia per continuare gli studi.
Darà lezioni di italiano e matematica ai fratelli meno
fortunati e molto presto inizierà, insieme agli amici più
cari, le letture decisive della sua vita. Gorki, prima di
tutto, attraverso cui “troverà Dio in terra” e poi Marx,
Engels e Gramsci.
La scelta comunista sarà per lui
una scelta naturale. La Sicilia
del dopo guerra
e’ una Sicilia
ferita, dominata
dalla povertà
estrema e tiranneggiata dal
potere dei grandi latifondisti e
dei complici mafiosi. Una terra,
come tutto il
resto d’Italia, in
cerca di riscatto,
crescita ed emancipazione.
Pio La Torre
Pio, per la sua
biografia e per
le sue scelte politiche, intercetterà questo bisogno, che
diventerà la ragione intima e profonda della sua vita.
Tra il 1945 e il 1951 e’ uno degli animatori del grande
movimento per le occupazione delle terre nella campagna siciliana. Nel 1958 diventa segretario regionale
della CGIL e continua le sue battaglie a fianco agli operai siciliani. Le sue analisi e le sue considerazioni sulla
realta’ siciliana sono lucidissime e lungimiranti: la mafia
e’ dentro il potere, dentro il potere politico e quello economico. La lotta alla mafia, ad oltranza e senza esclusione di colpi, diventa un altro punto di riferimento fondamentale del suo pensiero e del suo attivismo politico.
Nel 1962 diventa segretario regionale del PCI. La sua
vita va avanti tra riunioni, manifestazioni, occupazioni,
dibattiti, comizi; il suo attivismo e’ frenetico. I suoi più
cari amici lo descrivono come un uomo in perenne movimento, anche mentale e intellettuale. I suoi occhi, a
detta di molti, sono nerissimi, profondi e penetranti e si
agitano avidamente alla ricerca sempre di qualcosa.
Stargli accanto non è facile, Pio chiede molto a se stesso, ma chiede moltissimo anche agli altri: fede, partecipazione, dedizione, coerenza. Nel 1969, viene chiama-
to a Roma per lavorare nella Direzione del partito. Diventa
un dirigente nazionale di alto livello, stimato ed apprezzato soprattutto da Enrico Berlinguer. Si occupa della Sezione Agraria e della Sezione Meridionale e da deputato nazionale è membro della Commissione Parlamentare Antimafia. Al termine dell’intensissimo lavoro della Commissione presenterà una relazione di minoranza che apparirà,
ancora una volta, estremamente innovativa e lungimirante
perché delinea con nomi e cognomi la mappa del potere
politico-mafioso a Palermo e in larga parte della Sicilia.
Parallelamente getta le basi della proposta di legge per la
punibilità del reato di associazione mafiosa e per la confisca dei beni. La Legge Rognoni-La Torre si rivelerà, quando sarà approvata, dopo la sua morte, uno strumento straordinariamente incisivo e determinante per la lotta al crimine organizzato.
La sua casa, sua moglie e i suoi figli, sono ormai a Roma,
ma in Sicilia torna spessissimo. Per lavoro naturalmente,
ma ogni volta che può torna nella casa paterna, a Villa
Nave, con i suoi vecchi amici o compagni di partito, per
mangiare pesce intorno ad una grande tavolata. Alcuni di
questi raccontano che ha l’abitudine di mettere, nelle tasche della sua giacca, germogli di zagara, sfregate con le
mani perchè producessero più odore.
Alle elezioni del 1981 il PCI ha una nuova flessione. Pio
desidera tornare e prendere nuovamente in mano le redini
del suo partito. Torna a Palermo nel 1981 nuovamente
come segretario regionale del PCI. Ha le idee sempre più
chiare: sviluppo economico per la Sicilia, protagonismo
sociale e politico della regione e lotta alla mafia. Convoglia le sue prime energie nella battaglia contro la base
missilistica della Nato a Comiso, in essa scorge un gravissimo pericolo per la Sicilia, che rischia di essere, ancora
una volta, un’arena di guerre, scontri, affari sporchi e loschi interessi che la minacciano. Nasce un moderno movimento di massa, che coinvolge l’intera regione, varie forze
politiche, donne, uomini e bambini.
Il 30 aprile 1982 Pio La Torre viene colpito a morte insieme al suo amico e assistente Rosario Di Salvo. Il compagno che trascorreva con lui, dal ritorno in Sicilia, ogni giornata, che credeva nella possibilità del riscatto della sua
terra e nella possibilità dell’affrancamento dalla mafia.
Rosario proteggerà con il suo corpo Pio durante l’agguato
e userà, per la prima ed ultima volta, la pistola che da
qualche tempo porta con sé, ma che non sa usare.
Oggi esiste un Centro di Studi e Iniziative Culturali dedicato a Pio La Torre e dal 27 giugno 2007 esiste una cooperativa che lavora su 100 ettari di terreni confiscati alla mafia, siti nel
territorio dei comuni di Piana degli Albanesi, Corleone, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Monreale, Altofonte, Roccamena. Una
cooperativa che aderisce a Libera Terra facendo del bene confiscato una risorsa per lo sviluppo dell’intero circuito socioeconomico
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Dobbiamo “combattere” per difendere la pace e la democrazia
Per approfondire e conoscere meglio FLARE
abbiamo deciso in questo numero di proporvi
due interviste fatte ai
responsabili di due associazioni che hanno partecipato alle
tappe di FLARE di Berlino e di Cracovia.
Iniziamo con Karin Peham-Strauß che lavora in
Austria per la Jugendzentrum Perg
(www.jugendzentrum.perg.at), un associazione che
lavora con giovani provenienti da esperienze minoranza. per cercare di portarli a un livello in cui si possano parlare l’un l’altro come esseri umani e non
come austriaci e stranieri.
Lo scopo di FLARE è quello di far nascere un
network europeo di associazioni contro la criminalità organizzata, un network che diffonda cultura della legalità, che sappia fare pressioni sui
parlamenti nazionali e internazionali. Cosa pensi
di questo progetto? Quanto ti sembra importante
che venga raggiunto questo obiettivo?
Come abbiamo già menzionato nel progetto, è molto
importante che tutti, anche il più piccolo gruppo o la
singola persona sia consapevole di ciò che sta accadendo nei nostri paesi in materia di "criminalità organizzati". Questo è anche importante, in quanto alcuni
di noi vivono in Paesi “ricchi” e nessuno si prende
cura della politica, della storia, delle competenze
sociali, la coscienza sociale, l’inclusione, l’ integrazione e è anche vero che non ci si preoccupa più
della democrazia. La gente non rivendica e non si
mobilita più per i propri diritti, i diritti umani. Per noi i
giovani sono il futuro e rappresentano il motore della
nostra società e del nostro mondo. Per mantenere la
pace e la democrazia dobbiamo continuare a
"combattere". E 'molto più facile farlo in una rete in
cui la motivazione può essere stabile e in cui si lavora tutti insieme per la vita che vogliamo avere e che
soddisfa le nostre aspettative per il futuro
(considerando l’ Europa in senso geografico) e di
mantenimento della pace.
Come ti è sembrato il gruppo di lavoro a cui hai
partecipato (traffico di armi, tratta degli esseri
umani, narcotraffico, informazione, ecomafie, il
comitato organizzativo)?
Ho preso parte al comitato organizzativo e credo che
abbiamo fatto un grande passo in avanti, come abbiamo già parlando di "come stabilire la rete". Questo
è molto importante perché, se non abbiamo una rete
registrato non siamo in grado di lavorare ulteriormente. La mia delegazione austriaca era molto entusiasta di quello che stava succedendo negli altri gruppi
di lavoro. Sono veramente disposti a spingere questa
rete.
FLARE è un percorso fatto di tanti momenti, lingue ed esperienze differenti, qual'è stato il momento che ti ha colpito di più?
Mi piace sempre e trovo molto interessanti le assemblee che facciamo. Si sente la forza di tutti noi, ed è
un peccato che i confini siano chiusi per alcuni paesi.
A volte sono davvero triste perchè non siamo in grado di parlare l'uno con l'altro a causa della questione
dei visti. Un momento molto toccante è stato quando
Viviana (Renata Fonte) ci spiegava che sua madre è
stata uccisa dalla mafia perché si opponeva a un
progetto di speculazione edilizia.
Quali pensi siano le maggiori attività criminali o
illegali nel tuo paese?
Noi siamo un paese di transito per il traffico di esseri
umani e di droga. E’ presente anche il riciclaggio del
denaro sporco.
La prossima tappa sarà a Torino e poi Bari per la
giornata della memoria e dell'impegno in ricordo
delle vittime delle mafie, cosa ti aspetti da queste
giornate?
Per noi sarà un occasione per vedere gli effetti ancora attuali della criminalità. Tutti sanno qualcosa sulla
mafia, ma in realtà non ci sentiamo molto coinvolti.
Poi se pensi che questo sta accadendo in Europa, a
poche centinaia di chilometri di distanza da noi, e
pensi alla gente che vive direttamente gli effetti della
mafia - come la madre di Viviana - bè questa cosa ci
può far pensare e rendere estremamente determinati.
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La lotta al crimine organizzato non è un ideale ma un obiettivo concreto
In questa pagina pubblichiamo l’intervista fatta a Elena
Smil Boboutanu che lavora
in Romania per Young Partners for Civil Society Development Association in Romania (www.youngpartners.ro),
un associazione che sviluppa
progetti per la gioventù di tutta Europa, al fine di trovare e migliorare i giovani con abilità di leadership. Il
lavoro si basa sul dialogo interculturale, la promozione delle pari opportunità e dei diritti umani.
a Auschwitz non è stato solo il momento che mi ha
impressionato di più, ma è il dolore, che diventa al
tempo stesso motivazione, ciò che ho riportato nel
mio paese. E’ stato un’esperienza emozionante e al
tempo stesso educativa. Almeno che mi ha insegnato molto sulla natura umana.
Quali pensi siano le maggiori attività criminali o
illegali nel tuo paese?
Sebbene in Romania noi abbiamo problemi con il
traffico di droga, riciclaggio del denaro e numerose
attività criminali, la tratta umana sembra un fenomeno inarrestabile. Il traffico delle donne con scopi sessuali e la tratta dei bambini sono due dei maggiori
problemi che la Romania non è in grado di risolvere.
Lo scopo di FLARE è quello di far nascere un
network europeo di associazioni contro la criminalità organizzata, un network che diffonda cultura della legalità, che sappia fare pressioni sui
parlamenti nazionali e internazionali. Cosa pensi
di questo progetto? Quanto ti sembra importante
che venga raggiunto questo obiettivo?
La prossima tappa sarà a Torino e poi Bari per la
giornata della memoria e dell'impegno in ricordo
delle vittime delle mafie, cosa ti aspetti da queste
giornate?
Non ci sono dubbi che il Network di FLARE è un
progetto che sta crescendo e che dimostra che la
lotta per la legalità e contro il crimine organizzato
non è soltanto un ideale ma un obiettivo concreto. Al
fine di avere visibilità e essere capaci di fare pressione sugli apparati decisionali, io penso che FLARE
debba essere attivo il prima possibile. E’ importante
che si attivi per monitorare e per organizzare attività
al fine di coinvolgere tutta la società civile e per mostrare il potere che ha.
Sono sicura che la giornata della memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie sarà
un momento molto emozionante per tutti i partecipanti di FLARE. Mi aspetto che dopo aver visto come
il crimine organizzato distrugge le vite, dopo
l’esperienza a Bari tutti i partecipanti di FLARE capiranno e interiorizzeranno appieno l’obiettivo di questo network. Ed è in questi giorni che dobbiamo risolvere importanti aspetti su FLARE: la struttura e le
politiche, per prepararci a Bruxelles.
Come ti è sembrato il gruppo di lavoro a cui hai
partecipato (traffico di armi, tratta degli esseri
umani, narcotraffico, informazione, ecomafie, il
comitato organizzativo)?
Ho fatto parte del comitato organizzativo e sono
stata coinvolta nell'elaborazione di un progetto per
strutturare e nella strategia di comunicazione per
FLARE. Da questo punto di vista posso dice che
siamo stati un ottima squadra, organizzata e con un
sacco di esperienza in differenti aree. Degli altri
gruppi ho avuto una buona impressione per quanto
riguarda gli argomenti e i dibattiti, ho un sacco di
aspettative su quello che si farà a Torino.
FLARE è un percorso fatto di tanti momenti, lingue ed esperienze differenti, qual'è stato il momento che ti ha colpito di più?
Come esperienza personale posso dire che la visita
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Conosciamoci in viaggio con Libera
Continuiamo ad attraversare l’Italia per conoscere le
diverse realtà territoriali
che compongono Libera.
In questo numero incontriamo Marcello Cozzi referente di Libera in Basilicata.
Da quando è attiva Libera
sul vostro territorio?
Le prime adesioni a Libera in
Basilicata vennero fatte già
nel lontano 1995, praticamente pochi mesi dopo la
nascita ufficiale
dell’Associazione: a Matera
aderiva l’associazione XXI
settembre e qualche mese
dopo a Potenza deriva il
Ce.St.Ri.M. Tuttavia una prima riunione ufficiale di Libera
con varie associazioni
(soprattutto quelle con estensione nazionale) si realizza
nel novembre 2001 alla presenza di Luigi Ciotti e Nicki
Vendola.
Quali sono le difficoltà che
dovete affrontare?
Quali sono i campi d'azione di Libera a Potenza?
Le maggiori difficoltà vengono da una cattiva ed errata
rappresentazione della Basilicata fatta nei decenni passati per cui l’opinione pubblica è generalmente convinta
che questa regione sia
un’isola felice. La verità è
che non è sufficientemente
informata su quanto accaduto negli ultimi cinquant’anni.
Altre difficoltà le incontriamo
con certi ambienti istituzionali
che tendono da sempre a
presentare un’immagine edulcorata di questa regione
(cosa che viene molto facile
se infatti la si confronta con i
vicini di casa calabresi, campani e pugliesi) e di conseguenza vogliono far passare
questa nostra battaglia per la
legalità come sterile giustizialismo portato avanti con
una logica forcaiola. Si sta
confondendo (volutamente)
la nostra richiesta di verità e
di giustizia su tante situazioni
buie come giustizialismo.
Attraverso l’operato delle associazioni che la compongono in Basilicata, Libera si
muove essenzialmente
nell’ambito dell’educazione
alla legalità con percorsi di
incontri nelle scuole realizzati
già dalla fine degli anni novanta.
Cosa rappresenta Libera
per un uomo o una donna
che vive a Potenza?
In questo momento particolare nel quale la società lucana
è attraversata da dubbi e interrogativi sollevati dalla tante inchieste giudiziarie in corso che stanno portando alla
luce situazioni torbide, veri
gruppi criminali, intrecci con
assetti istituzionali corrotti,
Libera in Basilicata rappresenta un punto di riferimento
credibile, forse l’unico punto
di riferimento di cui ci si può
ancora fidare; rappresenta la
possibilità di riscatto da decenni di buio. Non è solo una
nostra sensazione ma è
quanto va dicendo la gente.
Bando per l’uso sociale dei beni confiscati
La Lombardia è attualmente la quinta
regione per numero di immobili confiscati alle mafie e Milano e tutta la sua
provincia costituisce il territorio dove si
registra la più alta concentrazione degli stessi, segno di una presenza delle
mafie in termini di controllo del territorio e di riciclaggio dei proventi illecit.
Dalla collaborazione tra “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le
mafie” e la Provincia di Milano nasce il progetto denominato “L’uso
sociale dei beni confiscati nella provincia di Milano”: sono previsti un
ciclo di seminari informativi per sen-
sibilizzare i territori dove sono
ubicati i beni stessi circa il loro
riutilizzo sociale, un’attività di ricerca socio-economica e il sostegno alla progettazione con la individuazione e l’applicazione di
quelle buone prassi volte a ren-
dere più spedita ed efficiente l’effettiva
applicazione della legge stessa.
Un progetto che parte dal riutilizzo a
fini sociali dei beni confiscati ai sensi
della legge n. 109 del 1996 e si allarga
al complesso delle politiche locali di
prevenzione dei fenomeni criminali e di
promozione della cultura della legalità
e della cittadinanza.
Per svolgere queste attività Libera, in
accordo con la Provincia di Milano,
intende selezionare due collaboratori
che presteranno il loro contributo pro-
fessionale alla realizzazione delle attività di formazione e animazione territoriale nei Comuni in cui sono presenti
beni confiscati, di studio e ricerca sulla
situazione della criminalità organizzata
a Milano e provincia, di analisi sullo
stato dei beni confiscati e sulle opportunità di riutilizzo degli stessi soprindicate.
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Il bando e la domanda per partecipare
si possono scaricare dal sito di Libera.
Il bando scade l’11 febbraio 2008
L’ intervista a Manuela Mareso
lezione, è vissuto in maniera fortemente critica in ogni
paese, perché ovunque in Europa si stanno registrando passi indietro, soprattutto per quel che riguarda il
giornalismo d'inchiesta: i giornali hanno sempre meno
fondi da destinare alla ricerca, e dunque la qualità del
lavoro si impoverisce, molto spesso ci si ferma al lavoro di desk. Durante il mio seminario ho notato un forte
coinvolgimento dai partecipanti dei paesi post sovietici... Il crollo di un regime che faceva della censura uno
dei principali strumenti per mantenere il proprio potere
ha portato a una nuova stagione per l'informazione,
che si trova ora a dover gestire la libertà conquistata.
In merito agli altri temi, si tratta di emergenze del nostro secolo, di cui non si può dire che a livello di opinione pubblica non si discuta; ma è innegabile che si tratta di fenomeni che non hanno ricevuto ancora adeguate risposte dalla politica. Vedere una società civile attenta, desiderosa di conoscere e di formarsi è un segnale importante e un incoraggiamento per quanti lavorano quotidianamente per contrastare il crimine organizzato.
Lo scopo di FLARE è quello di far nascere un
network europeo di associazioni contro la criminalità organizzata, una specie di Libera a livello europeo che sappia diffondere cultura e conoscenza
della legalità. Cosa pensi di questo progetto?
Quanto ti sembra importante che venga raggiunto
questo obiettivo?
Le mafie da decine di anni hanno creato network transnazionali, dunque mi sembra naturale che l'antimafia,
anche quella civile, faccia altrettanto. E' un progetto
importantissimo, nell'era della globalizzazione non è
pensabile ragionare restando fermi alle proprie frontiere.
Flare è un progetto che va diffuso e sostenuto. Lo
scambio di informazioni e conoscenze è la prima
arma per la lotta alle mafie FLARE è un percorso
fatto di tanti momenti, lingue ed esperienze differenti, quale è stato il momento che ti ha colpito di
più?
Quello in cui ci siamo salutati con il sincero impegno di
lavorare nei nostri paesi fino al prossimo incontro, che
sarà a Torino a metà marzo. Una promessa carica di
entusiasmo e consapevolezza.
Manuela Mareso è coordinatore di redazione del mensile narcomafie dal 2003.
Nel numero di Gennaio
'NDRANGHETA
I comuni parte civile nei
processi di mafie: il caso
Congiusta
Siderno, se la
'Ndrangheta non è poi
così dannosa
di Ferdinando Brissi...pg 4
Una petizione per Gianluca di m.m. ...pg 7
ANTIMAFIA
Il gemellaggio tra Firenze
e Locri
Legami di legalità di Eros Cruccoli....pg 8
ECOMAFIE
Puglia, sgominato il clan Gaeta
Il fertilizzante della malavita...pg12
DOSSIER: Usura e gioco d'azzardo
di Antonio Rossi...pg 16
Ususra e...gioco d'azzardo...pg 18
Storia di una vittima diventata carnefice...pg 19
Non solo repressione, intervista a Marcello Maddalena di
Manuela Mareso...pg 20
Contraddizioni di sistema, intervista a Raffaele Lauro di
Stefania Bizzarri...pg22
Cambia l'offerta e cambiano i giocatori di Mauro Croce...pg 27