Lavocelibera N° 8
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Lavocelibera N ° 9 N [email protected] - [email protected] Sede Legale Via Quattro novembre, 98 00187 Roma Segreteria Tel. 06/69770301/2/3 Fax 06/6783559 [email protected] Amministrazione Tel. 06/69770329 [email protected] Organizzazione Tel. 06/69770326 [email protected] Comunicazione Tel. 06/69770323 [email protected] [email protected] [email protected] Tesseramento Tel. 06/69770328 [email protected] Educazione alla legalità Tel. 06/69770325 [email protected] Ufficio beni confiscati Tel. 06/69770330 06/69770321 [email protected] [email protected] Settore internazionale Tel. 06/69770322 [email protected] Progetti Tel. 06/69770327 [email protected] Sport Tel. 06/69770326 [email protected] Familiari vittime innocenti Tel. 06/69770323 [email protected] E W S - 2 5 L E T G E N N A I O T E R A P D E P R O F O N D I M E N T O L L ’ A S S O C I A Z I O N E A S S I N U M O E C I R A I Z I C O O N 2 0 0 8 D I N T I , N R O O M L E L I B E R A . E M A F I E Legalità, cultura e memoria in Europa Dal 15 al 20 gennaio si è svolta a Cracovia la seconda tappa di FLARE (Freedom, legality and rights in Europe), un percorso formativo che porterà nel mese di giugno a Bruxelles la nascita di un network europeo contro le criminalità organizzate transnazionali. Questo percorso formativo, ideato e organizzato da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e dall'ONG torinese “Terra del Fuoco”, ha già mosso i primi passi a Berlino nel mese di novembre. Numerosi i partecipanti provenienti da più di 30 paesi dell'Unione Europea, dalle aree dei Balcani, del Cau- caso, del Mediterraneo e dell'Europa Orientale, più di quaranta le associazioni coinvolte in questo percorso di formazione politica, che porterà a Giugno alla nascita di un network europeo contro la criminalità organizzata transnazionale. Lo scopo di questa rete di associazioni sarà esercitare pressioni sociali sui processi legislativi a livello locale ed europeo, per organizzare campagne di sensibilizzazione, per avviare collaborazioni tra associazionimembro del network, con progetti comuni, scambio di buone pratiche e know how. Conoscenze di contrasto che, come è emerso a Cracovia, fanno parte di tutti i Intervista a Manuela Mareso Narcomafie è un mensile nato nel 1993, all’ indomani delle stragi di Capaci e di via D’Amelio in cui vennero uccisi i giudici Falcone e Borsellino. In tutti questi anni ha documentato l’aggressione della criminalità organizzata allo Stato, gli interessi legati ai traffici illeciti, il mancato rispetto dei diritti umani e la reazione della società civile. Manuela Mareso, coordinatrice della redazione di Narcomafie ha partecipato alle giornate di Cracovia dando il proprio contributo durante i workshop. Come ti è sembrato la sensibilità dei partecipanti alla tematica da te trattata e in generale a quelle affrontate dal percorso formativo (traffico di armi, tratta degli esseri umani, narcotraffico, informazione, traffico di armi, comitato organizzativo)? Paesi partecipanti ma in special modo sono riscontrabili nelle delegazioni italiane. Il luogo comune che vede l'Italia come terra di mafia e criminalità organizzata è sempre stato un punto dolente sia per le nostre coscienze che per i nostri rapporti internazionali, ma grazie a questo percorso internazionale oggi gli altri paesi possono apprezzare la nostra esperienza di contrasto sociale. Per questo motivo questa newsletter è stata tradotta anche in inglese e inviata a tutte le associa- SOMMARIO: Da leggere & da vedere 2 La corsa di Miguel 3 Contro il bullismo di oggi e di domani 3 Il kit di affare comune 4 Appuntamenti 5 Verso la XIII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie 6 Vogliamo ricordarli tutti e tutte 7 Incontrando FLARE 8- 9 Conosciamoci in viaggio con Libera 10 Ho trovato un gruppo attento e partecipe. Il tema dell'informazione, oggetto della mia Bando per l’uso sociale dei beni confi- 10 scati Continua a pag 11 L’intervista a Manuela Mareso 11 PAGINA 2 Da leggere: La Camorra, storie e documenti La storia della camorra e dei suoi protagonisti: dai folcloristici guappi ottocenteschi alla tragicamente attuale catena di omicidi e vendette. Camorra, storie e documenti di Gigi Di Fiore Edizione Utet A lungo sottovalutata, la camorra, periodicamente diventa un fenomeno socio-criminale sotto i riflettori internazionali appena si apre una guerra tra clan nella citta’ di Napoli.. Sulla camorra sono stati scritti finora o trattati sociologici, svincolati spesso dalle narrazioni concrete, o pamphlet e instant book giornalistici, non sempre rigorosi nella citazione delle fonti. Manca, così, una documentata storia delle storie dei gruppi e degli uomini che hanno segnato le vicende criminali campane a partire dal vicereame spagnolo fino agli ultimi anni. Preciso nelle fonti, nei documenti e nei riferimenti bibliografici, questo saggio, scritto da Gigi Di Fiore, inviato del quotidiano Il Mattino, un giornalista che da 20 anni si occupa di criminalità organizzata soprattutto a Napoli, cerca di colmare le carenze di altri lavori, andando oltre l’oleografia del «guappo» ottocentesco, per raccontare, anche con aneddoti e circostanze inedite in cui si è imbattuto nel suo lavoro giornalistico, cosa sia oggi e cosa sia stata ieri la camorra con i suoi protagonisti. Affresco vivo e aggiornato sullo stato dell'arte dell'illegalità made in Campania, il ponderoso lavoro di Gigi Di Fiore ben evidenzia la recrudescenza di un fenomeno sempre più violento e aggressivo lontano dai codici e dai rituali che caratterizzavano un tempo la "onorata società"". Da vedere: Asso di monnezza nanze di discariche, amma- a Milano al Teatro “La fabbrica del vapore” in Via lati di tumore, malavitosi, Procaccino 4-Milano il 29 ambientalisti, carabinieri e gennaio e sarà in scena grazie al teatro, a una storia, a dei personaggi, voglio fino al 3 febbraio. In questo spettacolo Ulde- far conoscere il materiale rico Pesce racconta i traffi- che ho raccolto» racconci illeciti dei rifiuti urbani e ta il regista. soprattutto quelli industriali. Ulderico Pesce, attore e regista nato 41 anni fa Liberamente tratto dai rap- nel Potentino, ha scritto porti ecomafie di Legam- questo testo nel 2005. biente, i protagonisti sono padre e figlio che assoldati In Asso di monnezza si dalla camorra trasportano parla della “monnezza” immondizia dal Nordest in che non si vede. Quella Puglia e in Campania. pericolosa, prodotta dalle industrie, che viene Rifiuti destinati a discarismaltita nell’ombra, Arche abusive e a finte fab- senico, cobalto, fosforo briche di compostaggio che viene prelevato soma anche alla nuda terra, prattutto nelle industrie dove vengono poi incendel Nord, che ne produdiati. ce il 74%, e viene scaricato nel Sud, sulla terra Ulderico Pesce Quello che arriva in scena agricola, nel mare, nei è il frutto di un vero e pro- fiumi. prio lavoro di inchiesta: «Ho intervistato giudici, Lo spettacolo sarà presengente che vive nelle vicitato in anteprima nazionale Asso di monnezza rientra nel filone del teatro civile già percorso con Storie di scorie. Asso di monnezza di e con Ulderico Pesce Lo spettacolo sarà presentato in anteprima nazionale a Milano al Teatro “La fabbrica del vapore” in Via Procaccino 4-Milano il 29 gennaio e sarà in scena fino al 3 febbraio. LAVOCELIBERA N E W S L E T T E R D I A P P R O F O N D I M E N T O D E L L ’ A S S O C I A Z I O N E L I B E R A . A S S O C I A Z I O N I , N O M I E N U M E R I C O N T R O L E M A F I E PAGINA 3 La corsa di Miguel Oltre 4.500 le persone che nella mattina del 20 gennaio hanno partecipato, a Roma, alla IX edizione della corsa di Miguel. A questi si aggiungono i circa 4.700 ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori che nei tre giorni precedenti hanno corso la Mille di Miguel. Una giornata di festa e partecipazione in memoria di Miguel Benancio Sanchez, il poeta-maratoneta argentino scomparso nel 1978, 30 anni fa, durante gli anni bui della dittatura in Argentina. A dare il via alla corsa c'era Elvira Sanchez, la sorella di Miguel, presente come ogni anno per dare lo start. La partenza, accompagnata da un'esibizione di tango di alcuni atleti della Federazione della Danza Sportiva, ha aperto una corsa quest'anno vivacizzata da diversi gruppi di musicisti gitani, di giocolieri e, grazie alla bella giornata, anche da centinaia di spettatori. A scandire il percorso i cartelli chilometrici con le gigantografie dei volti dei bambini della scuola Corrado Melone di Ladispoli, l’istituto più multietnico d’Italia: un dolce mappamondo che secondo Valerio Piccioni, giornalista e podista ideatore dell’evento, sarebbe di certo piaciuto a Miguel. Sul percorso di 10 chilometri, a tagliare il nastro in campo maschile è stato Salvatore Vincenti, mentre in campo femminile Adelina De Soccio, entrambi atleti delle Fiamme Gialle. Da segnalare anche la presenza dei ragazzi autistici aderenti al Progetto Filippine, che hanno corso la gara non competitiva, dimostrando la natura solidale del vero sport. Tra le curiosità, le due tonnellate e mezzo di pasta asciutta distribuita gratuitamente da Libera, pasta ricavata da coltivazioni di grano prodotte su terreni sequestrati alla mafia in Sicilia. Alla fine, all'interno dello Stadio Paolo Rosi, le Nessuno è ultimo premiazioni dei vincitori con la presenza dell'Ambasciatore argentino in Italia Vittorio Tacetti, il vicepresidente della commissione Sport della Regione Lazio Enzo Foschi, il delegato del sindaco di Roma allo sport Gianni Rivera, il presidente della Fidal Lazio Enzo D'Arcangelo e il presidente del Csi Roma Franco Mazzalupi. Una manifestazione che non si limita, come precisa Piccioni, alla sola dimensione sportiva e ai quattro giorni di iniziative. Grazie ai tanti che intervengono, con le proprie storie quotidiane alle spalle, la corsa vive prima, durante e dopo, ed assieme ad essa vive Miguel. Per maggiori informazione: www.lacorsadimiguel.it Contro il bullismo di oggi e di domani Il 24 gennaio si è tenuto a Roma il secondo dei quattro appuntamenti previsti nell’ambito di “Bulloni e bullette”, iniziativa di contrasto alla violenza nelle scuole promossa dal Comune di Roma in collaborazione con Libera. Ad aprire il seminario, intitolato “La scena del nostro lavoro: i temi da affrontare lavorando con i ragazzi in difficoltà”, Ferdinando Secchi, coordinatore del progetto per Libera, che ha sottolineato l’importanza della sinergia creatasi fra scuole e istituzioni grazie all’iniziativa. In seguito il relatore Marco Rossi Doria, membro della Segreteria Tecnica del Vice-ministro della Pubblica Istruzione Bastico, ha offerto una panoramica sui nodi critici del mondo scolastico italiano. Oltre a non soddisfare pienamente l’aspetto dell’apprendimento, la scuola sembra fallire proprio in quella missione fondamentale, sancita costituzionalmente, che risiede nella sua capacità di gettare le basi per l’uguaglianza sociale fra i cittadini. A tal proposito Marco Marco Rossi Doria Rossi Doria ha ricordato l’impressionante coincidenza geografica fra dispersione scolastica e povertà. A peggiorare il quadro il sovraccarico di responsabilità di cui si fanno carico molti insegnanti, chiamati a supplire le carenze di una famiglia che demanda sempre più spesso all’esterno l’educazione dei propri figli rispetto ai valori fondamentali per la convivenza. In questa situazione assistiamo ad un proliferare di atteggiamenti poco rassicuranti fra i ragazzi: dalla scarsa capacità di concentrazione e di accettazione degli oneri scolastici, fino ad atteggiamenti individualistici, di negazione delle regole. Nonostante le misure adottate finora, occorre lavorare ancora, affinché la scuola responsabilizzi gli studenti di oggi, i cittadini del domani. Il percorso partecipativo di “Bulloni e bullette” rappresenta un proficuo apporto in questa direzione. A dimostrarlo anche i tanti docenti e operatori scolastici intervenuti, che hanno avuto modo di esporre i propri quesiti in un dibattito finale. In chiusura Secchi ha sottolineato l’importanza di corsi come questo fatto a Roma, che possa fornire a insegnati e formatori gli strumenti per individuare e correggere comportamenti aggressivi. PAGINA 4 Il kit “Affare comune” Da questa settimana sul sito di Libera è possibile scaricare il kit “Affare comune”. La scelta di realizzare il “Kit Affare Comune” si fonda sulla necessità di mettere a disposizione di molti, strumenti di supporto ed accompagnamento concreti, per i percorsi di educazione alla legalità ed alla cittadinanza attiva nati in relazione alle attività dell’Associazione Libera. Due sono i motivi che hanno mosso la progettazione: - affermare con i fatti che attraverso l’impegno collettivo e la pratica di alcuni strumenti messi a disposizione dalla legislazione italiana, è possibile dare vita a reali processi di trasformazione dei territori e delle vite delle persone che li abitano; - proporre alcuni percorsi e strumenti formativi, attraversi i quali non solo agire in senso formativo, ma fondare le basi di un serio e strutturato impegno per la giustizia, la legalità e lo sviluppo equo dei territori. In questo senso la formazione civile contro le mafie si rivolge in particolare alle scuole secondarie di primo e secondo grado, promuovendo percorsi connessi alla conoscenza critica delle mafie e del fenomeno mafioso; agli strumenti ed alle esperienze di impegno nel contrasto alla presenza criminale; allo strumento dell’uso sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali. Riutilizzare un bene confiscato secondo i bisogni del territorio vuol dire promuovere sviluppo, lavoro e giustizia sociale. Avvicinare il mondo della scuola ad esperienze territoriali di riutilizzo di beni confiscati, contribuisce alla promozione della cultura di legalità e dell’impegno civile in terra ad alta presenza di mafia. Attraverso l’attivazione e l’utilizzo di questi strumenti non ci si ferma ad un semplice approccio teorico ma si pongono i presupposti per azioni che lascino il segno di un cambiamento di atteggiamento da parte dei giovani nei confronti della mafia. I ragazzi prima conoscono le problematiche legate alla mafia e poi sperimentano e discutono sugli aspetti che si contrappongono alla illegalità. La scuola La scuola è una Istituzione indispensabile allo sviluppo di pratiche di legalità, in quanto è il luogo nel quale, quotidianamente, si trasmettono e si sperimentano i valori all’interno del rapporto tra le generazioni, con l’intento di facilitare la crescita di “soggetti sociali”: individui capaci di riferirsi alle norme sociali condivise, ai riferimenti etici e valoriali; ma nello stesso momento, di vivere la propria vita nel pieno delle personali capacità istruenti. Individui che non solo rispettano le regole del vivere comune, ma contribuiscono ad “istruire”, far crescere e realizzare, una società diversa, più giusta. LAVOCELIBERA Obiettivi del kit Obiettivo del progetto è educare alla legalità democratica e alla cittadinanza attiva in territori condizionati dalla presenza della criminalità organizzata. Il presente progetto mira a: - fornire strumenti di lettura e analisi critica della realtà territoriale in cui la scuola è inserita; - contribuire alla formazione di cittadini informati, responsabili e capaci di pensiero critico e propositivo; - favorire l’acquisizione del concetto di cittadinanza, di giustizia sociale e di legalità nelle sue accezioni. Gli strumenti Il kit “Affare comune” si compone di strumenti differenti che insegnanti e studenti possono utilizzare all’interno di percorsi di educazione alla legalità ed alla cittadinanza attiva. Si tratta di dispositivi pensati con finalità articolate: da un lato permettono, attraverso l’utilizzo di linguaggi comunicativi differenti, un più facile utilizzo ed una immediata comprensione, da parte di vari destinatari; dall’altro, utilizzati in sequenza, mostrano la molteplicità e la complessità dei fattori connessi al fenomeno delle mafie e della criminalità organizzata e dell’impegni civile nella promozione della legalità, della giustizia sociale e della cittadinanza. Dopo aver scelto il percorso la scuola potrà comunicarlo a Libera, al fine di ricevere eventuali materiali ulteriori utili per l'approfondimento. Tra i materiali il documentario “Italia Nostra Cosa”, il film “La memoria ha un costo”, il manuale “L'uso sociale dei beni confiscati”. N E W S L E T T E R D I A P P R O F O N D I M E N T O D E L L ’ A S S O C I A Z I O N E L I B E R A . A S S O C I A Z I O N I , N O M I E N U M E R I C O N T R O L E M A F I E Il 29 gennaio 2008 a Figline Valdarno presso la Scuola Media Leonardo da Vinci -Via Garibaldi a partire dalle ore 21:00 Consumi indotti e consumi consapevoli Incontrare le persone, 5 Libera Radio è la prima web radio d'informazione sulla legalità e contro le mafie, i suoi programmi possono essere ascoltati attraverso Internet e sulle frequenze di un network di radio locali in FM, distribuite su tutto il territorio nazionale. L’uso sociale del denaro Cosa si intende per EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ – L’impegno di LIBERA PAGINA Il progetto è nato da una collaborazione tra Città del Capo – Radio Metropolitana e la Fondazione Libera Informazione, con il supporto nella fase di start up dell'Agenzia Cooperare con Libera Terra, per creare un strumento multimediale che dia voce a chi è impegnato a sostegno della legalità e contro le mafie. Maggiori informazioni: www.liberaradio.it rispondere ai bisogni Commemorazione di Emilio Alessandrini e Guido Galli Martedi 29 presso T Hotel, Via Dei Giudicati a partire dalle ore16:00 L’interpretazione e il ruolo del volontariato Martedi 29 gennaio, a Milano presso l’aula Magna del Palazzo di Giustizia a partire dalle ore 20:30 Saluto del Presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Grechi Presentazione del Presidente della Giunta A.M.N. Luca Poniz Corale Polifonica Nazariana Ave Maria, Javier Busto Intervengono Leopoldo Grosso - Università della Strada Gruppo Abele, Torino Commemorazione di Emilio Alessandrini • Lettura di Ivana Monti Don Angelo Pittau - Coordina- • Ricordo di Armando Spataro mento Comunità Terapeutiche Corale Polifonica Nazariana della Sardegna Requiem, Giacomo Puccini Graziano Pintori - Assessore Politiche Sociali Comune di Nuoro Padre Salvatore Morittu - Associazione Mondo X Sardegna don Marco Lai - Caritas Diocesana Cagliari Elisabetta Nannini - ANFFAS Cagliari Lucia Paretta - Gruppi di Volontariato Vincenziano della Sardegna Sandrino Porru - Associazione Sardegna Sport Giampiero Farru - CSV Sardegna Solidale È stata invitata l'Assessore alla Sanità e alle Politiche Sociali della Regione Sardegna, Nerina Dirindin Commemorazione di Guido Galli • Lettura di Ivana Monti • Ricordo di Mario Corbetta Corale Polifonica Nazariana Ave Verum, Wolfgang Amadeus Mozart con la partecipazione del gruppo teatrale "Quelli di Grock" Saluto di chiusura Libere R - Esistenze Venerdi 1 febbraio a Anzola Emilia (BO) in Via Orsola Donati 86, Castelletto a partire dalle ore 21:00 Storie di lotte e di partigiani di ieri e di oggi Interverrà: Salvo Vitale (Compagno di lotta di Peppino Impastato) Ricordi dei partigiani (Adelmo Franceschini) A seguire concerto gratuito con Tilibilke Ruticar Orkestar e Falce e Vinello A seguire reggae con dj set Chatterbox Bassasaund PAGINA 6 XIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie La XIII Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie promossa da Libera in collaborazione con Avviso Pubblico si svolgerà il 15 marzo 2008 a Bari (data anticipata di una settimana rispetto al tradizionale e ufficiale 21 marzo, coincidente quest’anno con il prossimo venerdì santo). della manifestazione sono tutti concentrati in poche centinaia di metri: non sarà necessario muoversi con mezzi pubblici o propri tra le varie fasi della Giornata. Le possibilità alberghiere o di altro genere (palestre, oratori, ecc.) per chi alloggia nei giorni della manifestazione dovranno essere richieste al più presto alla segreteria organizzativa di Bari, in modo da consentirci di raccogliere tutte le esigenze che emergeranno. Per ciò che concerne il viaggio, Bari è una grande città, facile da raggiungere con tutti i mezzi di locomozione. Prevederemo dei parcheggi per gli autobus e delle navette da stazione e aeroporto. Anche quest’anno l’impegno è di fornire un contributo forfettario per le delegazioni che arrivano da tutta l’Italia, per agevolare l’organizzazione dei viaggi. In relazione alla tipologia (dando priorità alle associazioni e alle scuole aderenti a Libera), alla provenienza e a eventuali situazioni particolari sono definite tre fasce di contributo (fino ad esaurimento risorse): 200,00 €, 400,00 € 600,00 € per i gruppi da 50 unità e multipli. A tal proposito è necessario far pervenire la scheda di adesione alla Giornata (scaricabile sul sito di Libera) entro il 31 gennaio 2008 presso email all'indirizzo: [email protected] La giornata è organizzata con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia e della Città di Bari ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie – circa quaranto sono quelle pugliesi - e rinnova in nome di quelle vittime l’impegno di contrasto alla criminalità organizzata. La Giornata della Memoria e dell’Impegno è dedicata a tutte le vittime, proprio tutte. Dai nomi più famosi a quei semplici cittadini, magistrati, giornalisti, operatori delle forze dell’ordine, imprenditori, sindacalisti, sacerdoti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. Il programma della giornata del 15 marzo è in via di definizione e dovrebbe prevedere: un corteo al mattino (con raduno dalle ore 10); alcuni momenti di riflessione e ricreazione al pomeriggio (nel centro cittadino); uno spettacolo nel pomeriggio. I luoghi Per prepararsi e riflettere sul valore e l’importanza della Giornata della Memoria e dell’Impegno, la giornata è preceduta da molte iniziative, quest’anno, tutte riunite in un cartellone denominato “I centopassi verso il 21 marzo”che si svolgono in tutte Italia. A mano a mano che si definirà meglio il programma e la logistica della Giornata, sarà nostra cura aggiornare il sito www.libera.it. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: memoriaimpegno.it In costruzione della “XIII Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie” vi proponiamo delle schede di approfondimento su alcune delle tante, troppe, vittime delle mafie. Maggiori notizie sulle vittime si possono trovare sul sito, in costante aggiornamento: www.liberanet.org PAGINA 7 A tutte, proprio tutte, le vittime della violenza mafiosa va il nostro omaggio e la nostra promessa di impegno. Pio La Torre nasce nel 1927 ad Altarello di Baida, una zona agricola molto povera, tra Palermo e Monreale. Il padre possiede un piccolo pezzo di terra, con cui deve mantenere una famiglia di sette persone. Pio e’ fervidamente credente e studia molto fin da bambino, sarà il prescelto della famiglia per continuare gli studi. Darà lezioni di italiano e matematica ai fratelli meno fortunati e molto presto inizierà, insieme agli amici più cari, le letture decisive della sua vita. Gorki, prima di tutto, attraverso cui “troverà Dio in terra” e poi Marx, Engels e Gramsci. La scelta comunista sarà per lui una scelta naturale. La Sicilia del dopo guerra e’ una Sicilia ferita, dominata dalla povertà estrema e tiranneggiata dal potere dei grandi latifondisti e dei complici mafiosi. Una terra, come tutto il resto d’Italia, in cerca di riscatto, crescita ed emancipazione. Pio La Torre Pio, per la sua biografia e per le sue scelte politiche, intercetterà questo bisogno, che diventerà la ragione intima e profonda della sua vita. Tra il 1945 e il 1951 e’ uno degli animatori del grande movimento per le occupazione delle terre nella campagna siciliana. Nel 1958 diventa segretario regionale della CGIL e continua le sue battaglie a fianco agli operai siciliani. Le sue analisi e le sue considerazioni sulla realta’ siciliana sono lucidissime e lungimiranti: la mafia e’ dentro il potere, dentro il potere politico e quello economico. La lotta alla mafia, ad oltranza e senza esclusione di colpi, diventa un altro punto di riferimento fondamentale del suo pensiero e del suo attivismo politico. Nel 1962 diventa segretario regionale del PCI. La sua vita va avanti tra riunioni, manifestazioni, occupazioni, dibattiti, comizi; il suo attivismo e’ frenetico. I suoi più cari amici lo descrivono come un uomo in perenne movimento, anche mentale e intellettuale. I suoi occhi, a detta di molti, sono nerissimi, profondi e penetranti e si agitano avidamente alla ricerca sempre di qualcosa. Stargli accanto non è facile, Pio chiede molto a se stesso, ma chiede moltissimo anche agli altri: fede, partecipazione, dedizione, coerenza. Nel 1969, viene chiama- to a Roma per lavorare nella Direzione del partito. Diventa un dirigente nazionale di alto livello, stimato ed apprezzato soprattutto da Enrico Berlinguer. Si occupa della Sezione Agraria e della Sezione Meridionale e da deputato nazionale è membro della Commissione Parlamentare Antimafia. Al termine dell’intensissimo lavoro della Commissione presenterà una relazione di minoranza che apparirà, ancora una volta, estremamente innovativa e lungimirante perché delinea con nomi e cognomi la mappa del potere politico-mafioso a Palermo e in larga parte della Sicilia. Parallelamente getta le basi della proposta di legge per la punibilità del reato di associazione mafiosa e per la confisca dei beni. La Legge Rognoni-La Torre si rivelerà, quando sarà approvata, dopo la sua morte, uno strumento straordinariamente incisivo e determinante per la lotta al crimine organizzato. La sua casa, sua moglie e i suoi figli, sono ormai a Roma, ma in Sicilia torna spessissimo. Per lavoro naturalmente, ma ogni volta che può torna nella casa paterna, a Villa Nave, con i suoi vecchi amici o compagni di partito, per mangiare pesce intorno ad una grande tavolata. Alcuni di questi raccontano che ha l’abitudine di mettere, nelle tasche della sua giacca, germogli di zagara, sfregate con le mani perchè producessero più odore. Alle elezioni del 1981 il PCI ha una nuova flessione. Pio desidera tornare e prendere nuovamente in mano le redini del suo partito. Torna a Palermo nel 1981 nuovamente come segretario regionale del PCI. Ha le idee sempre più chiare: sviluppo economico per la Sicilia, protagonismo sociale e politico della regione e lotta alla mafia. Convoglia le sue prime energie nella battaglia contro la base missilistica della Nato a Comiso, in essa scorge un gravissimo pericolo per la Sicilia, che rischia di essere, ancora una volta, un’arena di guerre, scontri, affari sporchi e loschi interessi che la minacciano. Nasce un moderno movimento di massa, che coinvolge l’intera regione, varie forze politiche, donne, uomini e bambini. Il 30 aprile 1982 Pio La Torre viene colpito a morte insieme al suo amico e assistente Rosario Di Salvo. Il compagno che trascorreva con lui, dal ritorno in Sicilia, ogni giornata, che credeva nella possibilità del riscatto della sua terra e nella possibilità dell’affrancamento dalla mafia. Rosario proteggerà con il suo corpo Pio durante l’agguato e userà, per la prima ed ultima volta, la pistola che da qualche tempo porta con sé, ma che non sa usare. Oggi esiste un Centro di Studi e Iniziative Culturali dedicato a Pio La Torre e dal 27 giugno 2007 esiste una cooperativa che lavora su 100 ettari di terreni confiscati alla mafia, siti nel territorio dei comuni di Piana degli Albanesi, Corleone, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Monreale, Altofonte, Roccamena. Una cooperativa che aderisce a Libera Terra facendo del bene confiscato una risorsa per lo sviluppo dell’intero circuito socioeconomico PAGINA 8 Dobbiamo “combattere” per difendere la pace e la democrazia Per approfondire e conoscere meglio FLARE abbiamo deciso in questo numero di proporvi due interviste fatte ai responsabili di due associazioni che hanno partecipato alle tappe di FLARE di Berlino e di Cracovia. Iniziamo con Karin Peham-Strauß che lavora in Austria per la Jugendzentrum Perg (www.jugendzentrum.perg.at), un associazione che lavora con giovani provenienti da esperienze minoranza. per cercare di portarli a un livello in cui si possano parlare l’un l’altro come esseri umani e non come austriaci e stranieri. Lo scopo di FLARE è quello di far nascere un network europeo di associazioni contro la criminalità organizzata, un network che diffonda cultura della legalità, che sappia fare pressioni sui parlamenti nazionali e internazionali. Cosa pensi di questo progetto? Quanto ti sembra importante che venga raggiunto questo obiettivo? Come abbiamo già menzionato nel progetto, è molto importante che tutti, anche il più piccolo gruppo o la singola persona sia consapevole di ciò che sta accadendo nei nostri paesi in materia di "criminalità organizzati". Questo è anche importante, in quanto alcuni di noi vivono in Paesi “ricchi” e nessuno si prende cura della politica, della storia, delle competenze sociali, la coscienza sociale, l’inclusione, l’ integrazione e è anche vero che non ci si preoccupa più della democrazia. La gente non rivendica e non si mobilita più per i propri diritti, i diritti umani. Per noi i giovani sono il futuro e rappresentano il motore della nostra società e del nostro mondo. Per mantenere la pace e la democrazia dobbiamo continuare a "combattere". E 'molto più facile farlo in una rete in cui la motivazione può essere stabile e in cui si lavora tutti insieme per la vita che vogliamo avere e che soddisfa le nostre aspettative per il futuro (considerando l’ Europa in senso geografico) e di mantenimento della pace. Come ti è sembrato il gruppo di lavoro a cui hai partecipato (traffico di armi, tratta degli esseri umani, narcotraffico, informazione, ecomafie, il comitato organizzativo)? Ho preso parte al comitato organizzativo e credo che abbiamo fatto un grande passo in avanti, come abbiamo già parlando di "come stabilire la rete". Questo è molto importante perché, se non abbiamo una rete registrato non siamo in grado di lavorare ulteriormente. La mia delegazione austriaca era molto entusiasta di quello che stava succedendo negli altri gruppi di lavoro. Sono veramente disposti a spingere questa rete. FLARE è un percorso fatto di tanti momenti, lingue ed esperienze differenti, qual'è stato il momento che ti ha colpito di più? Mi piace sempre e trovo molto interessanti le assemblee che facciamo. Si sente la forza di tutti noi, ed è un peccato che i confini siano chiusi per alcuni paesi. A volte sono davvero triste perchè non siamo in grado di parlare l'uno con l'altro a causa della questione dei visti. Un momento molto toccante è stato quando Viviana (Renata Fonte) ci spiegava che sua madre è stata uccisa dalla mafia perché si opponeva a un progetto di speculazione edilizia. Quali pensi siano le maggiori attività criminali o illegali nel tuo paese? Noi siamo un paese di transito per il traffico di esseri umani e di droga. E’ presente anche il riciclaggio del denaro sporco. La prossima tappa sarà a Torino e poi Bari per la giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, cosa ti aspetti da queste giornate? Per noi sarà un occasione per vedere gli effetti ancora attuali della criminalità. Tutti sanno qualcosa sulla mafia, ma in realtà non ci sentiamo molto coinvolti. Poi se pensi che questo sta accadendo in Europa, a poche centinaia di chilometri di distanza da noi, e pensi alla gente che vive direttamente gli effetti della mafia - come la madre di Viviana - bè questa cosa ci può far pensare e rendere estremamente determinati. PAGINA La lotta al crimine organizzato non è un ideale ma un obiettivo concreto In questa pagina pubblichiamo l’intervista fatta a Elena Smil Boboutanu che lavora in Romania per Young Partners for Civil Society Development Association in Romania (www.youngpartners.ro), un associazione che sviluppa progetti per la gioventù di tutta Europa, al fine di trovare e migliorare i giovani con abilità di leadership. Il lavoro si basa sul dialogo interculturale, la promozione delle pari opportunità e dei diritti umani. a Auschwitz non è stato solo il momento che mi ha impressionato di più, ma è il dolore, che diventa al tempo stesso motivazione, ciò che ho riportato nel mio paese. E’ stato un’esperienza emozionante e al tempo stesso educativa. Almeno che mi ha insegnato molto sulla natura umana. Quali pensi siano le maggiori attività criminali o illegali nel tuo paese? Sebbene in Romania noi abbiamo problemi con il traffico di droga, riciclaggio del denaro e numerose attività criminali, la tratta umana sembra un fenomeno inarrestabile. Il traffico delle donne con scopi sessuali e la tratta dei bambini sono due dei maggiori problemi che la Romania non è in grado di risolvere. Lo scopo di FLARE è quello di far nascere un network europeo di associazioni contro la criminalità organizzata, un network che diffonda cultura della legalità, che sappia fare pressioni sui parlamenti nazionali e internazionali. Cosa pensi di questo progetto? Quanto ti sembra importante che venga raggiunto questo obiettivo? La prossima tappa sarà a Torino e poi Bari per la giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, cosa ti aspetti da queste giornate? Non ci sono dubbi che il Network di FLARE è un progetto che sta crescendo e che dimostra che la lotta per la legalità e contro il crimine organizzato non è soltanto un ideale ma un obiettivo concreto. Al fine di avere visibilità e essere capaci di fare pressione sugli apparati decisionali, io penso che FLARE debba essere attivo il prima possibile. E’ importante che si attivi per monitorare e per organizzare attività al fine di coinvolgere tutta la società civile e per mostrare il potere che ha. Sono sicura che la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie sarà un momento molto emozionante per tutti i partecipanti di FLARE. Mi aspetto che dopo aver visto come il crimine organizzato distrugge le vite, dopo l’esperienza a Bari tutti i partecipanti di FLARE capiranno e interiorizzeranno appieno l’obiettivo di questo network. Ed è in questi giorni che dobbiamo risolvere importanti aspetti su FLARE: la struttura e le politiche, per prepararci a Bruxelles. Come ti è sembrato il gruppo di lavoro a cui hai partecipato (traffico di armi, tratta degli esseri umani, narcotraffico, informazione, ecomafie, il comitato organizzativo)? Ho fatto parte del comitato organizzativo e sono stata coinvolta nell'elaborazione di un progetto per strutturare e nella strategia di comunicazione per FLARE. Da questo punto di vista posso dice che siamo stati un ottima squadra, organizzata e con un sacco di esperienza in differenti aree. Degli altri gruppi ho avuto una buona impressione per quanto riguarda gli argomenti e i dibattiti, ho un sacco di aspettative su quello che si farà a Torino. FLARE è un percorso fatto di tanti momenti, lingue ed esperienze differenti, qual'è stato il momento che ti ha colpito di più? Come esperienza personale posso dire che la visita 9 PAGINA 10 Conosciamoci in viaggio con Libera Continuiamo ad attraversare l’Italia per conoscere le diverse realtà territoriali che compongono Libera. In questo numero incontriamo Marcello Cozzi referente di Libera in Basilicata. Da quando è attiva Libera sul vostro territorio? Le prime adesioni a Libera in Basilicata vennero fatte già nel lontano 1995, praticamente pochi mesi dopo la nascita ufficiale dell’Associazione: a Matera aderiva l’associazione XXI settembre e qualche mese dopo a Potenza deriva il Ce.St.Ri.M. Tuttavia una prima riunione ufficiale di Libera con varie associazioni (soprattutto quelle con estensione nazionale) si realizza nel novembre 2001 alla presenza di Luigi Ciotti e Nicki Vendola. Quali sono le difficoltà che dovete affrontare? Quali sono i campi d'azione di Libera a Potenza? Le maggiori difficoltà vengono da una cattiva ed errata rappresentazione della Basilicata fatta nei decenni passati per cui l’opinione pubblica è generalmente convinta che questa regione sia un’isola felice. La verità è che non è sufficientemente informata su quanto accaduto negli ultimi cinquant’anni. Altre difficoltà le incontriamo con certi ambienti istituzionali che tendono da sempre a presentare un’immagine edulcorata di questa regione (cosa che viene molto facile se infatti la si confronta con i vicini di casa calabresi, campani e pugliesi) e di conseguenza vogliono far passare questa nostra battaglia per la legalità come sterile giustizialismo portato avanti con una logica forcaiola. Si sta confondendo (volutamente) la nostra richiesta di verità e di giustizia su tante situazioni buie come giustizialismo. Attraverso l’operato delle associazioni che la compongono in Basilicata, Libera si muove essenzialmente nell’ambito dell’educazione alla legalità con percorsi di incontri nelle scuole realizzati già dalla fine degli anni novanta. Cosa rappresenta Libera per un uomo o una donna che vive a Potenza? In questo momento particolare nel quale la società lucana è attraversata da dubbi e interrogativi sollevati dalla tante inchieste giudiziarie in corso che stanno portando alla luce situazioni torbide, veri gruppi criminali, intrecci con assetti istituzionali corrotti, Libera in Basilicata rappresenta un punto di riferimento credibile, forse l’unico punto di riferimento di cui ci si può ancora fidare; rappresenta la possibilità di riscatto da decenni di buio. Non è solo una nostra sensazione ma è quanto va dicendo la gente. Bando per l’uso sociale dei beni confiscati La Lombardia è attualmente la quinta regione per numero di immobili confiscati alle mafie e Milano e tutta la sua provincia costituisce il territorio dove si registra la più alta concentrazione degli stessi, segno di una presenza delle mafie in termini di controllo del territorio e di riciclaggio dei proventi illecit. Dalla collaborazione tra “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e la Provincia di Milano nasce il progetto denominato “L’uso sociale dei beni confiscati nella provincia di Milano”: sono previsti un ciclo di seminari informativi per sen- sibilizzare i territori dove sono ubicati i beni stessi circa il loro riutilizzo sociale, un’attività di ricerca socio-economica e il sostegno alla progettazione con la individuazione e l’applicazione di quelle buone prassi volte a ren- dere più spedita ed efficiente l’effettiva applicazione della legge stessa. Un progetto che parte dal riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ai sensi della legge n. 109 del 1996 e si allarga al complesso delle politiche locali di prevenzione dei fenomeni criminali e di promozione della cultura della legalità e della cittadinanza. Per svolgere queste attività Libera, in accordo con la Provincia di Milano, intende selezionare due collaboratori che presteranno il loro contributo pro- fessionale alla realizzazione delle attività di formazione e animazione territoriale nei Comuni in cui sono presenti beni confiscati, di studio e ricerca sulla situazione della criminalità organizzata a Milano e provincia, di analisi sullo stato dei beni confiscati e sulle opportunità di riutilizzo degli stessi soprindicate. PAGINA 11 Il bando e la domanda per partecipare si possono scaricare dal sito di Libera. Il bando scade l’11 febbraio 2008 L’ intervista a Manuela Mareso lezione, è vissuto in maniera fortemente critica in ogni paese, perché ovunque in Europa si stanno registrando passi indietro, soprattutto per quel che riguarda il giornalismo d'inchiesta: i giornali hanno sempre meno fondi da destinare alla ricerca, e dunque la qualità del lavoro si impoverisce, molto spesso ci si ferma al lavoro di desk. Durante il mio seminario ho notato un forte coinvolgimento dai partecipanti dei paesi post sovietici... Il crollo di un regime che faceva della censura uno dei principali strumenti per mantenere il proprio potere ha portato a una nuova stagione per l'informazione, che si trova ora a dover gestire la libertà conquistata. In merito agli altri temi, si tratta di emergenze del nostro secolo, di cui non si può dire che a livello di opinione pubblica non si discuta; ma è innegabile che si tratta di fenomeni che non hanno ricevuto ancora adeguate risposte dalla politica. Vedere una società civile attenta, desiderosa di conoscere e di formarsi è un segnale importante e un incoraggiamento per quanti lavorano quotidianamente per contrastare il crimine organizzato. Lo scopo di FLARE è quello di far nascere un network europeo di associazioni contro la criminalità organizzata, una specie di Libera a livello europeo che sappia diffondere cultura e conoscenza della legalità. Cosa pensi di questo progetto? Quanto ti sembra importante che venga raggiunto questo obiettivo? Le mafie da decine di anni hanno creato network transnazionali, dunque mi sembra naturale che l'antimafia, anche quella civile, faccia altrettanto. E' un progetto importantissimo, nell'era della globalizzazione non è pensabile ragionare restando fermi alle proprie frontiere. Flare è un progetto che va diffuso e sostenuto. Lo scambio di informazioni e conoscenze è la prima arma per la lotta alle mafie FLARE è un percorso fatto di tanti momenti, lingue ed esperienze differenti, quale è stato il momento che ti ha colpito di più? Quello in cui ci siamo salutati con il sincero impegno di lavorare nei nostri paesi fino al prossimo incontro, che sarà a Torino a metà marzo. Una promessa carica di entusiasmo e consapevolezza. Manuela Mareso è coordinatore di redazione del mensile narcomafie dal 2003. Nel numero di Gennaio 'NDRANGHETA I comuni parte civile nei processi di mafie: il caso Congiusta Siderno, se la 'Ndrangheta non è poi così dannosa di Ferdinando Brissi...pg 4 Una petizione per Gianluca di m.m. ...pg 7 ANTIMAFIA Il gemellaggio tra Firenze e Locri Legami di legalità di Eros Cruccoli....pg 8 ECOMAFIE Puglia, sgominato il clan Gaeta Il fertilizzante della malavita...pg12 DOSSIER: Usura e gioco d'azzardo di Antonio Rossi...pg 16 Ususra e...gioco d'azzardo...pg 18 Storia di una vittima diventata carnefice...pg 19 Non solo repressione, intervista a Marcello Maddalena di Manuela Mareso...pg 20 Contraddizioni di sistema, intervista a Raffaele Lauro di Stefania Bizzarri...pg22 Cambia l'offerta e cambiano i giocatori di Mauro Croce...pg 27