La nonna della Sega di Ala Due belle immagini recenti

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La nonna della Sega di Ala Due belle immagini recenti
Vallagarina
l'Adige
sabato 18 luglio 2015
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LA STORIA
Maria
Pallaver
Ogni anno il ritorno della signora
Maria, classe 1910, sui Monti
Lessini segna per la piccola
comunità l’inizio dell’estate
Quest’anno il centesimo periodo
di villeggiatura di fila: un record
festeggiato da tutti i vicini
FRANCESCA CANDIOLI
Oltre cent’anni alla Sega di Ala,
sull’altipiano dei Monti Lessini, da
quando il tempo, le attività e la vita
erano scanditi dall’alternarsi delle
stagioni. Su questi prati ombreggiati
dai faggi secolari una signora, Maria
Pallaver nata ad Ala il 6 agosto
1910, ha mosso i suoi primi passi e
da allora torna ogni anno all’arrivo
delle prime calure estive. Per lei è
una delle sue più dolci abitudini,
La nonna della Sega di Ala
per i frequentatori della Sega invece
il ritorno a casa di questa trentina è
diventato uno di quei piccoli eventi
che si ripropongono ciclicamente,
un po’ come lo spuntare del
tarassaco sui grandi pascoli, la
riapertura delle malghe, i bambini
che corrono per i prati o le mandrie
che tornano all’alpeggio. E così
come ogni cosa riaccade, come un
mantra che si ripete, arriva l’estate
e con lei da più di cent’anni anche
la signora Maria. In una delle
località più frequentate e amate
dagli alensi e non solo, come la
Sega di Ala.
Per chi frequenta questa parte della
Lessinia, Maria è un po’ come una
nonna, un punto di riferimento, un
testimone della memoria storica di
questi luoghi, che ricorda ancora
nei minimi dettagli.
Quest’anno la signora dagli occhi
azzurri spegnerà, come i
compleanni precedenti, le sue 105
candeline nel suo luogo del cuore,
che vide per la prima volta
cent’anni fa quando i suoi genitori,
Giulia de Pizzini e Pietro Pallaver,
famiglia dal sangue blu, la
portarono ancora in fasce, e
quando la strada attuale nemmeno
c’era. Anche perché la via che
saliva sui Lessini dal paese era solo
un sentiero. Allora la Sega di Ala era
poco più che un alpeggio con
malghe e bestie, nessuna traccia di
villeggianti o strutture ricettive. Ora
invece al di là del passo delle
Fittanze c’è un albergo, c’è un
campeggio, ci sono ristoranti e un
villaggio, ma quel che non è
cambiato, nel tempo, è l’amore che
Maria Pallaver ha sempre
dimostrato per quei prati
Gli amici: «Fino
a pochi anni fa
si alzava alle 5 del
mattino per comprare
pane e giornale,
andando di buon
passo al campeggio»
ombreggiati dai faggi secolari, che
scandiscono il paesaggio della Sega.
E così da qualche giorno tra i
villeggianti, c’è anche una donna
d’eccezione come Maria che di
questi posti conosce ogni singolo
filo d’erba, ogni sguardo e ogni
immagine, quasi come se non si
fosse mossa mai di qui. E se si parla
di Grande Guerra anche lei, che non
l’ha combattuta direttamente,
ricorda ancora, quasi come se fosse
ieri, quando entrarono ad Ala i
soldati italiani. Era il 25 maggio
1915.
Anche se gran parte dell’anno, la
nonna dei Monti Lessini, lo
trascorre a Padova, non ha mai
dimenticato le sue radici trentine
malgrado l’età che, se da una parte
l’ha resa più debole, dall’altra
sembra aver rafforzato i suoi
ricordi. E se a cent’anni, come
ricordano alcuni frequentatori
locali della conca dei Lessini alensi,
si poteva ancora vedere
puntualmente la signora, tutte le
mattine, mentre si incamminava
verso il campeggio, alle Fratte, per
prendere il pane e il giornale, anche
quest’anno i suoi amici più cari le
daranno il bentornato a casa e le
augureranno con tutto il cuore che
il tempo le sia sempre amico. E che
questo piccolo «miracolo», del suo
ritorno alla Sega di Ala, possa
rinnovarsi il prossimo anno, e
l’altro ancora.
Il 6 agosto, quando Maria è nata,
sarà dunque grande festa perché
arrivare in cifra tripla all’anagrafe è
già un traguardo, e lo è ancora di
più quando si è ancora in buona
salute e si ha ancora la forza di
ritornare nel proprio posto del
cuore, perché c’è solo un posto al
mondo, una casa, una montagna o
una città, dove ci si sente
veramente a casa. Perché, come
scriveva nel 1916 George Augustus
Moore nel libro «Il torrente Kerit»,
«un uomo percorre il mondo intero
in cerca di ciò che gli serve e torna
a casa per trovarlo». Qui alla Sega di
Ala, Maria ha tutto quello che le
serve, cuore, natura memorie e
ricordi. Quelli più cari che non
Due belle immagini recenti
di Maria Pallaver, in alto con
la figlia Marinella e in basso
mentre passeggia
scorderà mai.
«Per noi alensi, appassionati
frequentatori della Lessinia, è una
presenza cara e abituale, un po’
come quella dei faggi secolari, suoi
coetanei. Ci sembrava giusto e bello
ricordare oggi questa signora dagli
occhi azzurri, che porta il suo
carico di anni e di storia con la
positività e la leggerezza degne di
ben altra età» ricordano gli amici
più affezionati alla signora Maria.
ALA
Suoni tra i monti
Primo appuntamento trentino
per la rassegna «LessiniaFest».
Domani alle 15 sarà la volta del
concerto di Renaud Garcia
Fons che si esibirà sotto le
ombrose fronde del Faggio «La
Regina» alla Sega di Ala. Il luogo
del concerto è raggiungibile
solo a piedi in 30 minuti dalla
Sega, lungo la strada che
domani sarà chiusa al traffico a
partire dalle 10 (alle persone
con ridotta mobilità sarà
consentito giungere in
automobile fino al concerto).
Per chi desidera partecipare ad
una gita con le guide di
Camminaparco, ci si trova alle
9.30 al parco giochi della Sega,
da dove si partirà per un giro
di circa 4-5 ore (prenotazioni al
329 4232157). In caso di
maltempo il concerto si terrà
alle 16 al teatro Sartori di Ala.
Vallarsa | La mostra a Riva di Vallarsa le principali opere dell’artista di Calliano scomparso nel 2004
A Terragnolo dalle 15 in poi e a Malga Valli alle 17
La «tenue luce diffusa» di Carollo
Pizza in piazza e knödel party
VALLARSA - Sta ottenendo un
buon riscontro di pubblico la
mostra, allestita all’interno del
Museo degli Usi e Costumi a Riva di Vallarsa. «Una tenue luce
diffusa», retrospettiva di Marcello Carollo (Calliano, 1914 Calliano 2004). «Quella di Carollo - spiega Mario Cossali - è una
pittura lirica, che accoglie la natura e la vita degli uomini con
quella profondità sentimentale
tipica di chi di sente parte dell’universo, di chi vuole vedere
la linea promettente dell’orizzonte anche quando il cielo appare pesante sopra ogni capo.
Un’anima semplice e nello stesso tempo profonda, quella di
Marcello Carollo, limpida, piena di sentimento e di amore per
la natura e le sue creature. Immersa nell’ambiente contadino, di cui si sente parte viva,
con il suo sentire venato da sfumature liriche, pascoliane. Nella sua pittura, sempre ad olio
lavorato a spatola, si ritrova la
purezza della natura, un’ispirazione fresca e sincera, si respira l’incantesimo, mai retorico e
scontato, di sensazioni suggestive in un’atmosfera indefini-
ta, eppure coinvolgente».
Nato nel 1914 da famiglia contadina, durante il servizio militare presso il primo reggimento Genio pontieri di stanza a Verona, nel 1936, frequenta la Regia Scuola d’Arte S. Eufemia, e
si perfeziona poi al corso diretto da Pino Cestari, al Clan Seniores di Rovereto. «Con una
modestia serena trova nel dipingere non un qualsiasi passatempo ma una chiave di volta delle esigenze conoscitive ed
affettive. La sua passione pittorica è coincidente con una vita
lunga e operosa. Il 27 maggio
2004, a 89 anni e con una vita
passata lavorando in campagna
e davanti al cavalletto con i suoi
colori, si spegne serenamente».
TERRAGNOLO/TRAMBILENO - Come ormai da tradizione,torna a Terragnolo la «Piazza in piazza», che apre il calendario delle feste proposte per tutto il periodo estivo di luglio,agosto e
settembre nella vallata. A organizzare l’appuntamento è il Gruppo Costumi Tradizionali del paese. Si inizia alle 15 con l’apertura del bar e degli stand; dalle 16 l’animazione con la Folletta
«Fiore» e il laboratorio di circo e palloncini. Alle 17.30 apre la
cucina e alle 21 musica con i Country Gipsy e il dj Marco. A
Trambileno, invece, dalle 17 a Malga Valli «Knödel party». Un
pomeriggio all’insegna delle storie e del tema del confine assieme alle letture della Keller Editore e del Museo storico italiano della guerra. Pillole dai libri del progetto «Confini» che la
Casa Editrice roveretana dedica ai territori sconvolti dalla Grande Guerra: romanzi attuali che sondano i problemi rimasti irrisolti da allora e che descrivono l’Europa in cui viviamo. Un
esperto del Museo Storico Italiano della Guerra racconterà invece le tracce dei confini del 1915-1918 e come ora siano diventati percorsi visitabili. Dopo di che sarà la volta del Knödel Party, la festa dei canederli in onore di un piatto che ha attraversato tutta la Mitteleuropa nelle sue mille declinazioni e in onore del romanzo «Non tutte le sciagure vengono dal cielo» di Thomas Meyer che di canederli è pieno. Per prenotarsi alla festa,
in modo tale da garantire a tutti un piatto di questa prelibatezza, scrivere anche all’ultimo ad [email protected]