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Legalità
e ambiente
Studio dell’impatto socio ambientale dell’ILVA sul territorio
IA
INDICE
Italiano : Relazione e incontro con l’autore del libro “Non toccate la terra”
Storia:
Studio e analisi degli articoli del codice civile sezione ambiente
Geografia: Studio sull’impatto socio ambientale dell’ILVA con relative
reazioni e soluzioni delle istituzioni pugliesi.
Scienze: Rispetto delle regole ambientali nella vita quotidiana
Tecnica: Conformazione della diossina
Matematica: Aerogrammi sul risultato del referendum del 2013
Inglese : Studio e conoscenza del WWF
Francese : “Associations humanitaires”
Considerazioni finali
“Non toccate la terra”
Il giorno 17 maggio abbiamo avuto l’onore di incontrare Miriam Dubini, autrice di “Non
toccate la terra”. Questo libro parla del problema di Taranto, città in cui si può
riscontrare un alto tasso di inquinamento dovuto allo sprigionamento della diossina che
fuoriesce dagli altiforni dell’Ilva. Le ciminiere dell’Ilva emettono sostanze tossiche notte e
giorno, avvelenando l’aria, il mare e la terra.
I protagonisti sono cinque ragazzi aiutati da un medico, primario del reparto di oncologia
pediatrica dell’ospedale in cui viene ricoverato uno dei ragazzi, pronti a salvare la propria
città dall’inquinamento a qualunque costo, immaginando di essere “Gli Avengers”.
DAVIDE: Capitan America
STEFANO: Hulk
NATASHA: La Vedova Nera
FEDERICO: Thor
ALESSANDRO: Iron Man
DOTTOR MINCUZZI: Occhio di Falco
Dunque, questi cinque ragazzi senza paura sono disposti a credere che ci sia un altro
modo per salvare il “Rione Tamburi” e purificare il loro quartiere dalla diossina. I cinque
supereroi sfidano silenzio e rassegnazione con un grande superpotere: l’immaginazione
che porta loro a credere in un futuro diverso. A capitanarli il più piccolo di loro, Davide,
sette anni, ricoverato in ospedale per una malattia che minaccia la sua vita, ma non il
suo coraggio.
Intervista all’autrice
1. Come ha conosciuto Taranto?
Io ho conosciuto Taranto perché ho preso il treno sbagliato,un
giorno dovevo andare a Lecce a trovare una mia amica,purtroppo un
colpo di sole,di conseguenza questo malore mi ha costretta a
trattenermi a Taranto più del dovuto.
2. Come le è venuta l’idea di scrivere questo libro?
Ho preso spunto dalla serie di “Braccialetti Rossi”,dopo aver scritto
il libro ho proposto alla Mondadori di pubblicarlo ma ha bocciato
l’idea,grazie alla Rizzoli”Non toccate la terra” è diventato famoso.
3. La famiglia Pignatelli esiste davvero?
No,non esiste ma ho preso spunto da una famiglia reale,mia
amica.
4. Cosa fa lei per salvaguardare l’ambiente?
Per salvaguardare l’ambiente io riciclo tutto,uso stracci vecchi per
spolverare,vado in bicicletta per non inquinare e cerco di risparmiare
quanta più energia elettrica possibile.
5. Esistono altre città con lo stesso problema di Taranto?
Sì,soprattutto in Cina,ma ci sono dei casi anche in Italia come a
Piombino e Genova.
6. Lei auspicherebbe la chiusura dell’Ilva?
Sì,e al suo posto vorrei una zona di verde pubblica,dove i bambini
possono giocare senza la paura di non poter toccare la terra,dove
le mamme portano a spasso i loro figliuoli,dove gli adulti possono
stendersi sul prato e leggere un libro. A Bilbao in Spagna e in un
quartiere di Stoccolma, grazie ad un progetto ambientale hanno
ridotto l’ inquinamento del 50%, creando delle bellissime zone di
utilità pubblica.
7. Lasciando stare l’inquinamento, ha vissuto una bella
esperienza a Taranto?
Sì,ho conosciuto il mio attuale marito(Mr G.) e mi sono innamorata
del patrimonio storico-culturale di Taranto.
Tutela dell’ambiente
Nella Costituzione Italiana non compare un esplicito richiamo alla definizione di
tutela dell’ambiente¸ ma che la sua tutela rappresenti ormai un principio basilare
del nostro paese lo dimostrano le numerose sentenze di uno dei più importanti
organi istituzionali. L’ultima sentenza riguardante la tutela dell’ambiente,
appunto, è stata svolta il 30/12/1987. A tal proposito è stato deciso che
l'ambiente è qualificato come valore costituzionalmente protetto e in ordine al
quale si possono manifestare competenze diverse¸ che possono ben essere
regionali¸ spettando allo Stato il compito di fissare standard di tutela uniformi
sull'intero territorio nazionale. Nel settore della tutela dell'ambiente la
competenza esclusiva dello Stato non è dunque incompatibile con interventi
specifici del legislatore regionale che si attengano alle proprie competenze.
Articoli riguardanti la tutela dell’ambiente:
Art. 9: L'articolo pone, in termini di promozione e di tutela, le premesse della
cosiddetta “Costituzione culturale”, che troverà più ampia definizione nei
successivi articoli 32-35. Qui vengono enunciati due principi fondamentali: quello
della promozione dello sviluppo di cultura e ricerca e quello della tutela del
paesaggio (da intendersi, questo, nel senso più ampio di “beni ambientali”) e del
patrimonio storico e artistico.
Art. 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal
rispetto della persona umana.
L’impatto ambientale dell’Ilva
L’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa, è da tempo al centro di un dibattito per il forte
impatto ambientale. Nel gennaio 2012 il fondatore del gruppo Emilio Riva, il figlio Nicola
e altri responsabili dell’azienda sono stati indagati con l’accusa di disastro colposo e
doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli
infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di
sostanze pericolose e inquinamento atmosferico.
In quell’ambito sono state depositate presso la Procura della Repubblica di Taranto due
perizie, una chimica e l'altra epidemiologica. Nella perizia sulle emissioni si legge che nel
2010 l’Ilva ha emesso nell’aria quantità considerevoli di sostanze dannose all’organismo e
per l’ambiente tra cui ricordiamo polveri, diossido di azoto, anidride solforosa, acido
cloridrico, benzene e diossine; quest’ultima è una classe di composti a cui appartengono
cancerogeni riconosciuti per l'uomo e tra i più potenti composti tossici conosciuti. La
perizia si conclude così: «l’esposizione continuata agli inquinanti dell'atmosfera
emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni
degenerativi di apparati diversi dell'organismo umano che si traducono in eventi di
malattia e di morte».
Il gip di Taranto Patrizia Todisco nel luglio 2012 ha disposto il sequestro di sei impianti
dell'area a caldo dell'Ilva e gli arresti dei nuovi vertici dell’impianto siderurgico scrivendo
nell’ordinanza che l’impianto è stato ed è tuttora causa di «malattia e morte» e che «chi
gestiva e gestisce l’ILVA ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà
per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza».
In seguito agli obblighi imposti all'Ilva Spa dall'Autorizzazione integrata ambientale,
rilasciata nel novembre 2012, l'azienda ha provveduto a fermare l'altoforno 1 e le batterie
di cokefazione 5 e 6, mentre nel gennaio 2013 sono state avviate le procedure di fermata
delle cokerie 3 e 4. Inoltre è cominciata la chiusura dei nastri trasportatori dall'ambiente
esterno, in modo che con il vento non disperdano polveri nell'ambiente.
Proseguono tuttavia le emissioni diffuse non controllate, in particolare il fenomeno dei
fumi rossi denominato "slooping".
Il 21 marzo 2013 l'Arpa Puglia pubblica uno studio in cui si rileva, a partire dall'autunno
2012, una riduzione degli inquinanti nell'aria di Taranto, e in particolar modo nel
quartiere dei Tamburi. Tale decremento è da mettere in relazione alle significative
variazioni nelle modalità di esercizio introdotte in seguito all'attività della Magistratura e
all'attivazione del piano di risanamento dell'aria promulgato dalla Regione Puglia.
Il 4 giugno 2013 il Governo approva un decreto con il quale viene stabilito il
commissariamento della società. Il 27 giugno 2013 il commissario Bondi invia alla
Regione Puglia, all'Arpa Puglia e alle istituzioni locali uno studio commissionato dall'Ilva
condotto da noti epidemiologi secondo cui la mortalità a Taranto sarebbe in calo da
decenni, e che il divario esistente rispetto alla mortalità media della Puglia sarebbe
dovuta a fattori socioeconomici. Nel marzo 2014 il Governo approva il DPCM contenente
il Piano ambientale dello stabilimento di Taranto. Il 30 ottobre 2013 sono stati notificati
avvisi di chiusura dell'indagine preliminare a 53 persone fra cui Nichi Vendola,
presidente della Regione Puglia; gli imprenditori Emilio, Fabio e Nicola Riva; il
commissario dell'Ilva Enrico Bondi; l'assessore regionale Lorenzo Nicastro; il sindaco di
Taranto, Ippazio Stefàno; il direttore dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato; dirigenti e
funzionari del gruppo Ilva e della Regione Puglia.
Rispetto ambiente: regole da tenere presenti nella vita
quotidiana
Occorre avere per il rispetto dell’ambiente regole chiare e definite, che possano aiutarci
a mettere l’accento su quelli che si possono definire i buoni propositi della vita
quotidiana. Ci sono infatti delle specifiche regole di sostenibilità ambientale da
rispettare anche nelle piccole azioni di ogni giorno, se vogliamo riuscire a renderci
protagonisti di un mondo più pulito e più giusto.
Vediamo in modo schematico e sintetico quali sono le regole per il rispetto
dell’ambiente da seguire nella vita quotidiana.
RIUTILIZZO
Riutilizzare significa agire in nome della salvaguardia dell’ambiente. Il recupero dei
materiali usati consente di determinare la riduzione della produzione di rifiuti e la
limitazione dei consumi insostenibili. Ecco perché la parola d’ordine deve essere
riciclaggio.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
La raccolta differenziata non viene mai seguita abbastanza. Per quanto oggi si stia
diventando a poco a poco più virtuoso anche in questo senso, bisognerebbe
maggiormente incentivare tutte quelle pratiche che favoriscono la differenziazione della
spazzatura, in modo da provvedere ad un più facile riciclo dei materiali.
RISPARMIO ENERGETICO
Il risparmio energetico è fondamentale per contribuire alla lotta contro
l’inquinamento. Ricordiamoci che per produrre energia, senza il ricorso alle fonti
rinnovabili, non si fa altro che inquinare. Ecco perché è buona norma riuscire a
risparmiare energia giorno per giorno: utilizzare un riscaldamento domestico ecologico,
spegnere le luci quando non sono necessarie, lavare in lavatrice non a temperature
elevate, non esagerare con l’aria condizionata in estate, non lasciare gli apparecchi
elettronici in stand-by.
Evitare gli SPRECHI ALIMENTARI
Gli sprechi alimentari rappresentano un fatto da evitare assolutamente. Spesso finiamo
con il buttare elevate quantità di cibo, senza rendercene conto. Basterebbe fare più
attenzione nel fare la spesa, comprando solo ciò che abbiamo realmente bisogno e
badando alla data di scadenza dei prodotti. Inoltre è da tenere presente che gli avanzi
alimentari si possono riutilizzare anche per preparare il giorno dopo piatti alternativi,
ma non per questo meno gustosi.
CONSUMO IDRICO
Il consumo idrico è un altro punto di notevole interesse nella vita quotidiana. L’acqua
rappresenta una risorsa indispensabile, da non sprecare. Ecco perché è importante
chiudere il rubinetto tutte le volte che possiamo o quando non è necessario fare
scorrere l’acqua corrente con noncuranza
Conformazione della diossina
La diossina fa parte di una più ampia famiglia di composti chimici strettamente accumunati per
caratteristiche e tossicità, le diossine e i furani. Nel linguaggio comune, quando si parla semplicemente di
diossina si fa in genere riferimento alla TCDD (tetracloro-dibenzo-diossina), la più tossica tra tutte le
sostanze appartenenti all'omonima categoria e conosciuta anche come diossina di Seveso (in riferimento al
disastro avvenuto nell'omonima città nel lontano 1976). Nel luglio di quell'anno, in seguito ad un incidente
occorso in un impianto deputato alla produzione di diserbanti, si liberarono ingenti quantità di diossina, con
gravissime ripercussioni sulla salute degli abitanti delle zone limitrofe. La diossina è infatti cancerogena e
come tale, a concentrazioni opportune, può provocare diversi tumori - in particolare linfomi, cancro al
fegato e alla mammella - malattie della tiroide, diabete e danni al sistema immunitario e riproduttivo.
Un'altra manifestazione tipica dell'intossicazione acuta da diossina è la cloracne, simile all'acne giovanile,
che si manifesta in qualunque parte del corpo e a qualsiasi
età in seguito all'esposizione massiccia al tossico. La
pericolosità della diossina è stata confermata non solo dalle
indagini medico-scientifiche ma anche dall'osservazione
diretta delle ripercussioni sulla salute degli abitanti di
Seveso e dei villaggi vietnamiti colpiti dall'agente Orange,
un defogliante estremamente potente contenente diossina
ed utilizzato dagli Americani nel conflitto del 1964-1975. La
pericolosità della diossina è accresciuta dalla lunga
persistenza negli ecosistemi; trasportata dalle correnti
atmosferiche, in virtù della sua volatilità, ricade in zone
anche molto distanti da quella di origine, contaminando l'acqua ed il terreno, per poi passare
nell'alimentazione animale e da qui all'uomo. Nell'organismo, essendo liposolubile, si concentra ed
accumula nel tessuto adiposo; per l'uomo l'emivita varia da 7 ad 11 anni (questo arco di tempo è necessario
per "smaltire" il 50% della dose accumulata). I fenomeni del bioaccumulo, della contaminazione su scala
mondiale e dell'eliminazione attraverso il latte materno, suggeriscono anche una possibile e preoccupante
possibilità di danno trans-generazionale; il pericolo, quindi, potrebbe essere concreto anche a dosi molto
più basse rispetto a quelle ritenute cancerogene o comunque pericolose per la salute. In ogni caso, si tratta
di un pericolo probabilmente che non dobbiamo assolutamente trascurare per tutelare il nostro futuro e
quello dei nostri figli. La diossina non viene prodotta intenzionalmente, ma si forma durante una serie di
reazioni chimiche, ad esempio durante processi industriali di combustione in ambiente clorato, quali
fonderie, sbiancatura della pasta per carta, combustione di oli usati, riscaldamento domestico e traffico
stradale. Tra i più importanti produttori di diossine vi sono gli inceneritori di rifiuti, in particolar modo
quando bruciano residui plastici come il PVC ed altri composti clorati. Molto dipende comunque dalle
tecnologie adottate e in questi ultimi anni la liberazione di diossina dagli inceneritori è stata notevolmente
ridotta, almeno nei Paesi che hanno adottato misure adeguate in merito. I prodotti alimentari più esposti al
rischio diossina sono le parti grasse (in particolare il burro ed i pesci grassi, come quello azzurro ed
il salmone), il latte ed i suoi derivati.
Dati
Il referendum tenutosi nell’ Aprile 2013:
(non approvato perché ha votato solo il 20% della popolazione)

“Volete voi cittadini di Taranto,al fine di tutelare la vostra salute nonché la salute
dei lavoratori contro l’inquinamento,proporre la chiusura dell’acciaieria Ilva?”
Votant
i no
18%
Votanti SI
82%
 “Volete voi
cittadini di Taranto,al fine di tutelare la vostra salute e quella dei
lavoratori,proporre la chiusura dell’aria a caldo dell’Ilva?”
Votan
ti sì
5%
Votan
ti no
95%
WWF
People from all corners of the globe are helping WWF to build a future where
humans live in harmony with nature. They might be tracking tigers in the
Himalayas or holding briefings in Brussels, helping communities in the Congo
Basin develop sustainable livelihoods or helping multinationals develop
sustainable supply chains.
At WWF we are passionate about finding the right person for the job, every time.
Selection is based on merit, skills, relevant experience, qualifications, culture fit
and alignment to our values.
We need knowledgeable, talented people who’re passionate
about engaging and inspiring others. People who share our
optimism that it’s possible to change the world. People
who’re determined to make a difference.
Their symbol
The inspiration came from Chi-Chi: a giant panda that had
arrived at the London Zoo in the year 1961, when WWF
was being created.
Aware of the need for a strong, recognizable symbol that would overcome all
language barriers, WWF's founders agreed that the big, furry animal with her
appealing, black-patched eyes would make an excellent logo.
The first sketches were done by the British environmentalist and artist, Gerald
Watterson.
Based on these, Sir Peter Scott, one of those founders, drew the first logo, and
said at the time... "We wanted an animal that is beautiful, is endangered, and one
loved by many people in the world for its appealing qualities. We also wanted an
animal that had an impact in black and white to save money on printing costs."
The black-and-white panda has since come to stand as a symbol for the
conservation movement as a whole.
WWF originally stood for "World Wildlife Fund".
However, in 1986, WWF had come to realize that its name no longer reflected the
scope of its activities, and changed its name to "World Wide Fund For Nature".
WWF’s mission is to stop the degradation of the planet’s natural environment and
to build a future in which humans live in harmony with nature, by: conserving
the world’s biological diversity
ensuring that the use of renewable natural resources is sustainable
promoting the reduction of pollution and wasteful consumption.
Des associations humanitaires
(la Croix-Rouge, l’Armée du Salut, Solidarité Laïque, Emmaüs…)
organisent des collectes de matériel scolaire pour les familles
défavorisées, en France ou à l’étranger.
Durant l’année, et dans toute la France, les adolescents participent
(avec les associations, les centres d’animation, les écoles ou les villes)
à
de
nombreuses
autres
manifestations
de
solidarité.
Par exemple, ils aident à collecter des produits alimentaires près
d’Orléans, des vêtements à Strasbourg ou des jouets à Lille.
A partir de 13 ans, les ados ont aussi la possibilité de participer à
des chantiers pour la conservation du patrimoine (par exemple
dans la région de Marseille) ou pour la protection de
l’environnement (sur les plages de Narbonne).
CONSIDERAZIONI FINALI
Questo progetto, nato da un’idea dei nostri professori per la settimana della
legalità, è stato molto impegnativo. Ci ha portato a fare un percorso iniziale di
ricerca delle fonti, soprattutto su Internet, ma anche su testi scolastici ed
extrascolastici. In particolare, abbiamo avuto modo di leggere il libro “Non toccate
la terra” di Miriam Dubini. L’incontro con questa autrice è stato sicuramente
fondamentale, anche se ancora più prezioso è stato l’aiuto dei nostri professori.
Questo è il secondo progetto realizzato dalla classe I A, dopo quello sulle favole.
Stavolta si tratta di un tema molto più serio, ovvero i rapporti tra uomo e ambiente,
visti nel contesto della legalità. Resta però immutato l’entusiasmo con cui noi lo
abbiamo accolto e portato avanti.
Ci auguriamo che anche questo lavoro venga letto e apprezzato in particolare dagli
alunni che frequenteranno la nostra scuola nei prossimi anni, così che si sentano
motivati ad approfondire l’argomento, magari con altri progetti ancora più belli e
interessanti.
IA
1° Istituto Comprensivo “A.Moro - P.Virgilio Marone”
Francavilla Fontana (BR)