Relazione di Quadro Conoscitivo

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Relazione di Quadro Conoscitivo
COMUNE DI CANTAGALLO
COMUNE DI VERNIO
COMUNITA' MONTANA VALDIBISENZIO
PROVINCIA DI PRATO
REGOLAMENTO PER L’AREA NATURALE PROTETTA DI INTERESSE LOCALE
ALTO CARIGIOLA E MONTE DELLE SCALETTE
Relazione di Quadro Conoscitivo
2010
INDICE
1.
AREA NATURALE PROTETTA DI INTERESSE LOCALE
ALTO CARIGIOLA E MONTE DELLE SCALETTE
1.1. ISTITUZIONE E STORIA
1.2. UNA PROPOSTA DI AMPLIAMENTO
1.3. IL REGOLAMENTO
2.
QUADRO NORMATIVO E STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
2.1. LEGGI DI RIFERMENTO
2.2. PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE DELLA REGIONE TOSCANA
2.3. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI PRATO
2.4. PIANO PLURIENNALE DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE
DELLE AREE PROTETTE DELLA PROVINCIA DI PRATO
2.5. PIANO STRUTTURALE DEL COMUNE DI CANTAGALLO
2.6. PIANO STRUTTURALE DEL COMUNE DI VERNIO
3.
QUADRO CONOSCITIVO
3.1. GEOMORFOLOGIA
3.2. IL SISTEMA ACQUA
3.3. USO DEL SUOLO
3.4. BIODIVERSITÀ.
3.4.1.
HABITAT DI INTERESSE
3.4.2.
FAUNA
3.4.3.
FLORA
3.5. EMERGENZE VEGETAZIONALI
3.6. EDIFICI E MANUFATTI
3.7. PERCORSI E FRUIZIONE
4.
VALUTAZIONE INTEGRATA
CONSERVAZIONISTICO
1.
AREA NATURALE PROTETTA
DI
ALTO CARIGIOLA
DELLE
1.1. ISTITUZIONE
E
E
MONTE
INTERESSE LOCALE
SCALETTE
STORIA
Il sistema delle Aree Protette della Provincia di Prato ha avuto, in questo primo
decennio del XX secolo, un considerevole sviluppo, dovuto anche ad una
sensibilizzazione generale sul tema della tutela della natura indirizzata e
coadiuvata da un quadro normativo sempre più specifico, a livello comunitario,
nazionale e regionale, sviluppatosi negli anni Novanta del Novecento e
confermati dall’istituzione della rete ecologica “Natura 2000”.
Alla Riserva Naturale dell’Acquerino – Cantagallo e all’Area Naturale Protetta
del Monteferrato, istituite nell’anno 1998 in occasione del II Programma
regionale delle aree protette, si sono infatti aggiunte le ANPIL (Aree Naturali
Protette di Interesse Locale) dell’alto Carigiola – Monte delle Scalette (2002),
dei Monti della Calvana (2003), di Artimino, di Pietramarina e delle Cascine di
Tavola (2004).
L’ANPIL Alto Carigiola e Monte delle Scalette si sviluppa per circa 990 ettari in
un territorio a cavallo dei comuni di Cantagallo e Vernio, comprende il Monte
delle Scalette e l’alto bacino del Torrente Carigiola spingendosi, in riva sinistra
del torrente, fino a raggiungere, e in alcuni tratti a oltrepassare, la strada che
da Cavarzano conduce all’Alpe di Cavarzano e quindi al Monte della Scoperta.
Il PTC di Prato, articolando il Sistema provinciale della Aree Protette ai sensi
della
L.R.
49/95,
inserisce
quest’ANPIL,
insieme
alla
Riserva
Naturale
dell’Acquerino – Cantagallo, nel subsistema definito “Appenninico”. Tale
subsistema, a differenza degli altri paesaggi individuati nella provincia di Prato,
quali “la Media Val di Bisenzio” e “il Montealbano - Cascine di Tavola”, è
caratterizzato
da
una
natura
tipicamente
montana,
“da
una
naturale
segregazione ed una scarsa presenza antropica”.
L’istituzione dell’ANPIL Alto Carigiola e Monte delle Scalette risale all’anno
2002. Il Comune di Vernio, il Comune di Cantagallo e la Comunità Montana Val
di Bisenzio inoltrarono la richiesta alla Provincia di Prato di inserire l’area nella
proposta provinciale per il sistema delle aree protette da inviare alla Regione
Toscana in occasione del III Programma triennale delle Aree Protette.
Il Consiglio provinciale, con deliberazione n. 57 del 10 maggio 2000 “proposte
provinciali di nuove aree protette per il III programma regionale delle aree
protette”, ha accolto l’invito e la proposta è stata approvata dal Consiglio
Regionale, come si riscontra al punto 2.2.1. della Deliberazione n. 176 del 26
luglio 2000 relativa al “III programma regionale per le aree protette
2000/2003”.
L’Area Naturale Protetta è stata definitivamente istituita con Delibera di
Consiglio del Comune di Cantagallo n. 50 del 2002 e con Delibera di Consiglio
del Comune di Vernio n. 49 del 6 dicembre 2002.
Un notevole impulso e stimolo per la gestione e la valorizzazione dell’area
naturale dell’Alto Carigiola è dato, come per tutte le altre aree protette
presenti sul territorio della provincia di Prato, dall’approvazione del Piano
Provinciale di Sviluppo Economico e Sociale delle Aree Protette, approvato nel
2007 dal Consiglio provinciale con deliberazione n. 36, e dal conseguente
“Accordo territoriale tra la Provincia di Prato, la Comunità Montana Val di
Bisenzio ed i comuni di Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano,
Prato, Vaiano, Vernio, per la gestione coordinata del sistema di aree protette
della provincia di Prato” (Provincia di Prato - rep. 21 del 23/11/2007).
L’istituzione della Conferenza delle Aree Protette, prevista dall’Accordo, per la
condivisione dei programmi coordinati di gestione del Sistema delle Aree
Protette, da attuare, sia per le spese correnti che per le spese in conto
capitale, con finanziamenti provinciali e comunali, ha promosso una serie di
interventi negli ultimi anni riguardanti, tra le altre, anche l’ANPIL Alto Carigiola
e Monte delle Scalette. Tra gli interventi che hanno interessato l’ANPIL si
ricorda in particolare il ripristino del percorso che da La Tavoletta scende al
mulino di Genesio e quindi alle cascate del Carigiola, il sentiero detto della
Capannella che è stato per l’occasione dedicato al Dott. Forestale Stefano
Compiani.
Dal 2008 l’ANPIL Alto Carigiola e Monte delle Scalette ha adottato come logo la
stilizzazione della Salamandrina dagli occhiali (Salamandra terdigitata), una
delle rarità biologiche dell’area la cui presenza è sintomatica di acque non
contaminate da fattori inquinanti.
1.2.
UNA
PROPOSTA DI AMPLIAMENTO
Nel Piano di Sviluppo Economico e Sociale delle Aree protette provinciali, l’area
limitrofa all’ANPIL è individuata come “area di espansione del sistema delle
aree protette provinciali”. Nell’ambito del Coordinamento per la gestione
dell’ANPIL tra Comuni, Comunità Montana e Provincia, è stata condivisa una
ipotesi di ampliamento dell’Area Protetta e nel settembre 2008 è stata inoltrata
specifica proposta alla Regione Toscana perché sia inserita nel programma
regionale per le aree protette.
La proposta di ampliamento, descritta dall’apposita Tavola allegata al presente
Quadro Conoscitivo, porterebbe l’area ad avere una superficie complessiva di
ettari 1.642,00 e trova motivazione dalla presenza, nell’area di espansione, di
habitat di interessi comunitari come i “Boschi palustri a ontano” (cod. 91E0*) e
“Praterie magre da fieno del piano montano e subalpino” oltre a svariate
alberature di notevole interesse. Nelle nuove aree che sarebbero interessate
dal regime di tutela di Area Protetta, sono inoltre presenti quasi tutte le specie
faunistiche di interesse conservazionistico presenti all’interno dell’attuale
perimetrazione dell’ANPIL.
L’area di espansione include edifici e manufatti di valore storico – testimoniale
ed architettonico raggiungibili con i sentieri CAI, come il tabernacolo del beato
Piero e quello di San Giuseppe, ed arriva a lambire il complesso architettonico
de La Badia, a nord est comprende Gasperone e sul confine emiliano si
raccorda con l’area del Parco dei Laghi Suviana e Brasiamone, ad ovest arriva
fino al Limentra e quindi al confine con il territorio della provincia di Pistoia.
1.3.
IL REGOLAMENTO
Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Prato pone precise
prescrizioni funzionali laddove si stabilisce che i Comuni approvino, quali atti di
governo, i regolamenti delle Aree Protette di competenza ai sensi della L.R.
49/95 secondo gli indirizzi generali e specifici del PPSES (Piano Pluriennale di
Sviluppo Economico e Sociale delle Aree Protette approvato con D.C.P.
n°36/2007).
Sia in termine di sostenibilità che in termine di sviluppo e valorizzazione, il
Regolamento fa propri gli obiettivi ed i contenuti del PPSES - PIANO PLURIENNALE
SVILUPPO ECONOMICO
E
SOCIALE
DELLE
AREE PROTETTE
DELLA
PROVINCIA
DI
DI
PRATO.
In quanto atto di governo si procede alla approvazione del Regolamento
secondo le procedure e modalità dell’art. 15, 16 e 17 della Legge Regionale
Toscana n° 1/05.
Il Regolamento non deve ritenersi variante agli strumenti di pianificazione
territoriale o agli atti di governo del territorio vigenti, o in fase di approvazione,
dei Comuni di Cantagallo e Vernio. La coerenza con tali atti è stata verificata
durante la predisposizione del Regolamento stesso.
2.
QUADRO NORMATIVO
2.1. LEGGI
E
STRUMENTI
DELLA
PIANIFICAZIONE
DI RIFERMENTO
La normativa riguardante i parchi, regionali o provinciali, le riserve naturali e le
aree naturali protette di interesse locale, a livello nazionale, è rappresentata
dalla Legge 6 dicembre 1991 n. 394 “Legge Quadro sulle Aree Protette”.
In Toscana le norme di cui sopra trovano attuazione nella Legge Regionale 11
aprile 1995 n.49 “Norme sui parchi, le riserve naturali e le aree protette di
interesse locale”. Questa legge definisce le ANPIL al comma 4 dell’art. 2:
“Le aree naturali protette di interesse locale sono quelle inserite in ambiti
territoriali
intensamente
conservazione,
restauro
ambientali
che
e
antropizzati,
o
possono
che
ricostituzione
essere
necessitano
delle
oggetto
originarie
di
progetti
di
azioni
di
caratteristiche
di
sviluppo
ecocompatibile.”
L’art. 6 al comma 3 specifica che “le funzioni relative alla gestione delle aree
naturali di interesse locale sono esercitate dai Comuni singoli od associati o
dalle Comunità montane”.
L’istituzione e la definizione dei confini dell’ANPIL, di competenza dei Comuni e
delle Comunità montane, sono normate dall’Art. 19. della L.R. 49/95, mentre
gli indirizzi per la gestione, la vigilanza e le procedure sanzionatorie relative
alle ANPIL sono espressi negli artt. 20, 21, 22, 23 della legge regionale.
Per la tutela della Biodiversità la normativa di riferimento in Toscana è
costituita dalla legge 6 aprile 2000, n. 56 “Norme per la conservazione e la
tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche in attuazione del DPR 8 settembre 1997, n. 357, Regolamento recante
attuazione della Direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna e in conformità con la
direttiva 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici”.
Il Regolamento dell’Area Naturale Protetta di Interesse Locale, normando le
attività insistenti su una definita area geografica può andare a incidere e
variare l’assetto costituito dagli strumenti della pianificazione territoriale
vigenti. In questa prospettiva il regolamento, è interpretato dal PTC della
Provincia di Prato (art. 29 delle NTA), come atto di governo del territorio ai
sensi dell’art. 10 della L.R. 3/01/2005 n. 1 “Norme per il governo del
territorio”.
2.2. PIANO
DI
INDIRIZZO TERRITORIALE
DELLA
REGIONE TOSCANA
Il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana (PIT) approvato con
D.C.R. n. 72 del 24/07/2007, inserisce la Val di Bisenzio nel sistema territoriale
dell’Appennino. Andando ad analizzare nel particolare il territorio di Prato –
Valdibisenzio, il PIT indica tra “i punti di forza” quello di avere la “possibilità di
creare reti ecologiche e grandi corridoi ambientali”. In questa ottica deve
essere senz’altro indicato il sistema delle aree protette come la risorsa
principale per rafforzare la rete delle continuità ambientali e i territori montani
dell’Appennino tosco - emiliano, anche in collaborazione con il sistema dei
parchi della Regione Emilia Romagna.
2.3. PIANO TERRITORIALE
DI
COORDINAMENTO
DELLA
PROVINCIA
DI
PRATO
Il PTC di Prato, approvato con Delibera di Consiglio provinciale n. 116 del
3/12/2003 e variante generale approvata con Delibera di Consiglio provinciale
n. 7 del 4/02/2009, tra gli obiettivi riguardanti il Sistema Territoriale Locale
(STL) Val di Bisenzio indica lo sviluppo delle economie legate alle specificità
ambientali, paesistiche, agroalimentari, culturali e produttive del territorio,
facendo uno specifico riferimento, accanto al sistema degli agriturismi e alla
filiera agroalimentare di qualità, al turismo ambientale e all’escursionismo. Uno
degli obiettivi specifici è proprio “rivitalizzazione del patrimonio agricolo forestale e sviluppo di attività economiche integrative, turismo rurale, turismo
escursionistico e naturalistico, salvaguardia e miglioramento ambientale,
mantenendo l’aspetto storicamente consolidato e la pubblica accessibilità ai
percorsi di diverso ordine e grado, comprese le aree interpoderali e forestali”.
L’art. 10 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTC, tra gli obiettivi
fondamentali
dello
statuto
della
Provincia
inserisce
“la
salvaguardia
dell’ambiente naturale e la valorizzazione del territorio provinciale in tutte le
sue peculiarità naturali, culturali, storiche e architettoniche” e tra le invarianti
strutturali elencate dall’art. 12 emergono “le prestazioni ecologiche, ambientali
e paesistiche” relative a “il Sistema Provinciale delle Aree protette” oltre
all’insieme delle emergenze geo - ambientali e vegetazionali.
L’art. 18 del PTC di Prato definisce il Sistema funzionale “Natura e
Biodiversità”. In questo Sistema funzionale è riconosciuto un ruolo centrale al
sistema Provinciale della Aree protette al fine di perseguire gli obiettivi di tutela
della natura, conservazione della biodiversità e funzionalità degli ecosistemi
della flora e della fauna.
Gli obiettivi della tutela della Biodiversità sono elencati nell’art. 29:
1 “- arrestare la perdita di biodiversità sul territorio della Provincia, sia nei
singoli componenti, habitat, specie vegetali, specie animali tutelate, sia nei
Luoghi di particolare interesse per la tutela della biodiversità, in relazione
alla consistenza, localizzazione e stato definiti negli elaborati di quadro
conoscitivo;
2 - garantire il mantenimento della funzione di connettività diffusa e di
contrasto alla frammentazione degli ambienti naturali svolta dagli elementi
di collegamento ecologico continuo e discontinuo definiti all’art. 18 come
parte del Sistema Funzionale Natura e Biodiversità;
3 - ridurre o contenere i fattori di minaccia sulle diverse componenti di
biodiversità ed elementi del Sistema Funzionale Natura e Biodiversità indotti
da eventi straordinari, dagli utilizzi antropici o dal loro abbandono;
4 - implementare la Rete ecologica Europea Natura 2000 sul territorio
provinciale sia in termini di superficie di habitat inclusa in SIC – SIR, sia in
termini di superficie degli habitat con presenza di avifauna di interesse
comunitario inclusa in ZPS, sia in termini di superficie dei SIC inclusa
all'interno di aree protette riconosciute a livello nazionale e di interesse
sovra provinciale.”
Nello stesso articolo si indica il Regolamento delle ANPIL come uno degli
strumenti per raggiungere gli obiettivi sopra riportati:
“a. la Provincia ed i Comuni, per gli obiettivi definiti al precedente comma,
approvano, quali atti di governo del territorio, specifici Regolamenti d’uso
delle Aree Protette di rispettiva competenza ex L.R. 49/95, e dei Siti di
Interesse Comunitario ex Direttiva 92/43/CEE.
b. i Regolamenti delle Aree Protette e dei Siti di Interesse Comunitario di cui
alla lettera precedente, allo scopo di garantire una forma di tutela
opportunamente riferita ai valori effettivamente presenti ed alle dinamiche
dello sviluppo socio-economico, devono includere l’individuazione di:
- zone ed elementi di particolare tutela, per i quali è vietato ogni
genere di utilizzo e di intervento che ne deteriori o ne comprometta
l’integrità o ne alteri la valenza;
- zone ed elementi nelle quali la rilevanza e lo stato di conservazione
dei valori naturalistici, ecologici e paesistici richiedono forme di
intervento mirate al loro miglioramento ed alla riduzione dei
processi di degrado attivi;
- zone da destinare alle attività selvicolturali ed agro-silvo-pastorali
compatibili con la salvaguardia dei valori identitari dell’area;
- il sistema delle attrezzature e dei servizi per la gestione e la
fruizione dell’area.
c. i Regolamenti delle Aree Protette e dei Siti di Interesse Comunitario
devono inoltre:
- includere tra le zone ed elementi di particolare tutela gli Habitat
naturali e gli elementi di particolare valore con funzione di
collegamento ecologico di cui al relativo elenco (NTA_ALL_01
Elementi di particolare valore ecologico) e facenti parte del Sistema
Funzionale “Natura e Biodiversità”;
1 - comprendere gli indirizzi e la specifica disciplina riguardanti:
- forme di accessibilità con mezzi e non;
- attività di fruizione a fini didattici, sociali, ricreativi, culturali,
sportivi e turistici;
- interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in
genere;
- attività agricole e selvicolturali;
- le attività edilizie e le infrastrutture.”
Il contenuto del Regolamento per le ANPIL è espesso anche dall’art. 30, per
quanto riguarda la “risorsa flora” e dall’art. 31 per la “risorsa fauna”:
“In riferimento alla risorsa flora il PTC pone i seguenti livelli minimi
prestazionali e di qualità e criteri d’uso:
a. La Provincia ed i Comuni, per gli obiettivi definiti al precedente
comma, nei Regolamenti d’uso delle Aree Protette di rispettiva
competenza ex L.R. 49/95, di cui all’art. 29, recepiscono ed integrano
gli elenchi delle specie vegetali e degli habitat tutelati, degli alberi
monumentali, delle aree di elevato valore botanico definiti nel Quadro
Conoscitivo.
b. La Provincia ed i Comuni, per gli obiettivi definiti al precedente
comma, nei Regolamenti d’uso delle Aree Protette di rispettiva
competenza ex L.R. 49/95, di cui all’art. 29, specificano le norme di
tutela per i diversi elementi costituenti la risorsa, gli interventi
gestionali e manutentivi ammessi.” (estratto dall’art. 30 della NTA del
PTC della Provincia di Prato).
“In riferimento alla risorsa fauna il PTC pone i seguenti livelli minimi
prestazionali e di qualità e criteri d’uso:
a. La Provincia ed i Comuni, per gli obiettivi di cui al precedente
comma, nei Regolamenti d’uso delle Aree Protette di rispettiva
competenza ex L.R. 49/95, di cui all’art. 29, recepiscono e precisano,
alla scala comunale, gli elenchi delle specie animali tutelate, definiti
nel Quadro Conoscitivo.
b. La Provincia ed i Comuni, per gli obiettivi definiti al precedente
comma, nei Regolamenti d’uso delle Aree Protette di rispettiva
competenza ex L.R. 49/95, di cui all’art. 29, specificano le norme di
tutela per i diversi elementi costituenti la risorsa.” (estratto all’art. 31
della NTA del PTC della Provincia di Prato).
La scheda n. 11 “il Sistema delle Aree Protette” della Schedatura delle Politiche
di settore, allegata al PTC, completa il quadro della pianificazione territoriale di
competenza provinciale relativa al tema delle aree protette. Ponendo come
obiettivo strategico “la messa in valore del patrimonio territoriale e della
biodiversità”, indirizza ad una gestione coordinata di tutto il sistema provinciale
delle aree protette e alla costruzione e aggiornamento costante del quadro
conoscitivo, promovendone la divulgazione.
2.4. PIANO PLURIENNALE
DELLA
PROVINCIA
DI
DI
SVILUPPO ECONOMCO
E
SOCIALE
DELLE
AREE PROTETTE
PRATO
La L. 394/91 prevede, per le province sul cui territorio insiste un Parco
Naturale, la redazione del PPSES. La L.R. 49/95, supportata da successivi
indirizzi regionali (Del.G.r. n. 1156/99 “Approvazione delle linee guida per la
redazione dei PPSES delle Aree Protette”), prevede la redazione di strumento
anche a quelle province il cui territorio sia interessato dalla presenza di Aree
Protette di competenza comunale o intercomunale (le ANPIL) in un’ottica di
“Sistema provinciale delle Aree Protette”.
Il PPSES della Provincia di Prato, approvato con D.C.P. n. 36/2007, individua,
all’interno del Sistema provinciale delle Aree protette, tre sottosistemi:
Appenninico, la Media Val di Bisenzio e il Montealbano - Cascine di Tavola.
Per il Sottosistema Appenninico, del quale fanno parte la Riserva Naturale
dell’Acquerino Cantagallo e l’ANPIL Alto Carigiola e Monte delle Scalette, il
Piano di Sviluppo attribuisce le seguenti competenze
e pone i seguenti
indirizzi:
I) La Provincia cura in particolare:
1 - gli interventi di tutela attiva delle specie di erpetofauna, ittiofauna ed
avifauna di interesse conservazionistico;
2 - l’attivazione, manutenzione, promozione dei percorsi di sistema:
Grande Escursione Appenninica e Ippovia;
3 - la promozione dell’educazione ambientale legata al ciclo della
castagna ed alle emergenze naturalistiche e faunistiche delle Aree;
4 - Integrazione dei collegamenti fisici e tematici con il Parco dei Laghi
Suviana e Brasimone e più in generale con il sistema dei parchi e delle
aree protette di area appenninica.
II) La Provincia ed i Comuni assicurano inoltre:
1 - il potenziamento della ricettività dei flussi del turismo giovanile,
escursionistico e didattico […];
2 - la promozione delle produzioni tipiche legate alla castanicoltura:
castagne, farina di castagne, miele;
3 - la valorizzazione del sistema delle strutture ed aree della produzione
tipica legata alla castanicoltura: Mulino della Badia, Casale, sistema
delle Cannicciaie;
4 - Attivazione di una rete di promozione del prodotto tipico e dell’offerta
ambientale articolata nella rete dei Borghi e nei poli dello sviluppo
definiti alla Tav. P03: i Borghi di Fossato, Gavigno, Cavarzano, Villa
Guicciardini, ex-fabbrica Meucci;
5 - L’attivazione di un’offerta turistica integrata natura-sport-tradizioni”.
(ART. 9 comma 2 DISCIPLINA DI PIANO PSES del Sistema delle Aree Protette)
In specifico per Area Naturale Alto Carigiola e Monte delle scalette il PPSES
individua i seguenti obiettivi:
I) La Provincia cura in particolare:
1 - La promozione di interventi di tutela attiva degli habitat ad Alyssosedion albi,Tilio – Acerion e le Faggete a Taxus ed Ilex.
II) La Provincia ed i Comuni assicurano inoltre:
1 - La creazione punti informativi dell’Area presso le Pro-Loco;
2 - La Realizzazione della rete informativa di carattere generale e
tematico;
3 - L’allestimento, attivazione e promozione dei percorsi d’area, anche
per la fruizione sportiva specialistica: Anello Panoramico d’area e
Percorso Ferrato del Carigiola;
4 - La promozione del turismo escursionistico, degli sport montani,
trekking a cavallo, mountain bike, roccia, torrentismo, sci di fondo.”
(ART. 10 comma 2 DISCIPLINA DI PIANO PSES del Sistema delle Aree Protette)
I regolamenti delle ANPIL facenti parte del Sistema provinciale delle Aree
Protette sono redatti in attuazione degli indirizzi del PPSES.
Il Regolamento dovrà garantire, per i valori identitari, naturalistici e antropici,
costituiti dalle emergenze geoambientali, vegetazionali e dai manufatti ed
edifici di valore, individuati dal PPSES e posti alla base del Quadro Conoscitivo
del presente documento, la tutela, la valorizzazione e la fruizione.
2.5. PIANO STRUTTURALE
DEL
COMUNE
DI
CANTAGALLO
Precedente all’istituzione dell’ANPIL, il PS di Cantagallo propone la formazione
dell’area protetta all’interno del sottosistema del Carigiola, con previsione di
attrezzature sportive e per il tempo libero in prossimità dell’abitato di Gavigno.
Il Piano Strutturale di Cantagallo, all’interno dell’area oggi
appartenente
all’ANPIL individua i seguenti ambiti:
-
Geobiotopo Monte delle Scalette
-
Geobiotopo dell’Alto Carigiola
-
Radure dei Campi di Gavigno
L’attuale Area Protetta è parzialmente compresa nel sottosistema del Limentra.
Anche in tale area prevalgono indirizzi di conservazione e incentivazione al
turismo verde. L’area Lentula – Mulino di Fossato è individuata come zona per
il tempo libero e, con il riutilizzo del mulino, per attrezzature ricettive e di
ristoro.
2.6. PIANO STRUTTURALE
DEL
COMUNE
DI
VERNIO
Tra gli obiettivi generali per la programmazione del governo del territorio del
Comune di Vernio, definiti dal Piano Strutturale adottato con Delibera di
Consigli Comunale n. 51 del 15 dicembre 2008,
vi è quello di “rafforzare la
qualità ambientale e potenziare le reti di connessione ecologica, tutelando
l’integrità fisica e paesaggistica del territorio comunale, al fine di contribuire al
mantenimento dei valori di naturalità e di biodiversità degli ecosistemi
esistenti”.
Il Ps individua sul territorio del comune di Vernio due sistemi territoriale:
Montepiano nella parte settentrionale e Vernio a sud.
Il Sistema territoriale di Montepiano, definito dall’Art. 44 delle Norme di Piano,
mostra
un
paesaggio
caratterizzato
da
una
preponderante
naturalità,
caratteristica per la quale lo Statuto del territorio intende “ tutelare la
biodiversità, mantenere ed accrescere la quantità e la qualità delle risorse e
degli ecosistemi naturali caratterizzanti il paesaggio dell’Appennino, che
costituiscono elementi di grande interesse conservazionistico e di grande
attrattiva per il turismo naturalistico ed escursionistico, favorendone la
gestione; a questo fine il PS propone l’allargamento dell’area protetta (ANPIL)
Alta Val Carigiola, di concerto con la Provincia di Prato ed il Comune di
Cantagallo, ricercando il coordinamento con il contiguo Parco dei Laghi”;
Il PS definisce anche i sistemi funzionali,finalizzati a specifiche politiche che il
piano intende perseguire.
Del Sub sistema funzionale della qualità ambientale e delle risorse naturali,
definito dall’art. 47 delle Norme di piano, fanno parte “le principali risorse
naturali e gli ecosistemi in genere, le aree sottoposte a specifici regimi
normativi, quelle dell’ANPIL della Valle del Carigiola – Monte delle Scalette e
quella di reperimento identificata per la sua estensione, coincidente con l’area
di espansione della Rete ecologica Europea Natura 2000 (SIC), le aree boscate
e le categorie dei beni di cui al DPR 616/77 e D.lgs. 42/04, nonché le aree
agricole che hanno valenza naturalistico – ambientale, in quanto costituiscono
elemento di filtro tra le aree boscate di raccordo tra le varie parti di territorio.”
“Obiettivo generale del sub sistema funzionale è la tutela e la valorizzazione
dei sistemi ambientali, che costituiscono la più ricca risorsa del territorio del
Comune di Vernio. In particolare:
a) il mantenimento ed il miglioramento delle caratteristiche ambientali del
territorio, che sono legate alle sue risorse primarie, all’acqua, al suolo, all’aria
e degli ecosistemi della fauna e della flora e che consentono l’insediamento in
questo ambiente di specie di grande rilevanza naturalistica;
b) il mantenimento e la valorizzazione degli ambienti e dei paesaggi fluviali, sia
in termini di ecosistemi che di connettività ecologica tra gli stessi;
c) la promozione di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio forestale e
la sua manutenzione, anche ai fini del mantenimento della stabilità
idrogeologica dei versanti ed alla riduzione del rischio idraulico nelle valli;
d) la riqualificazione ed il ripristino degli equilibri ambientali alterati, favorendo
il recupero e la reintegrazione delle aree degradate nel giusto contesto
ambientale, tramite l’eliminazione dei fattori di disturbo e la ricostituzione di
fasce di connessione ecobiologica sfruttando, in particolare, agli ambienti
fluviali e torrentizi;
e) la gestione territoriale, con finalità naturalistiche per le aree a maggior
vocazione naturalistica, in quelle prossime ad aree di biodiversità primaria
(SIC, ANPIL) e nelle aree agro-silvo-pastorali di tutela e di fruizione della
naturalità.”
3.
QUADRO CONOSCITIVO
Il quadro conoscitivo, alla base del Regolamento per le Aree protette, si avvale
dell’importante studio fatto in occasione della stesura del PPSES del Sistema
delle Aree Protette della Provincia di Prato.
I dati rintracciati dal Piano di
Sviluppo sono dovuti, oltre che alle fonti orali e ai sopralluoghi sul posto, agli
archivi del PTC, alle mappe dei Cittadini, agli archivi realizzati dalla Fondazione
Prato Ricerche, alle proposte CAI.
In particolare i quadro conoscitivo si distingue nei capitoli relativi alla
geomorfologia, il sistema acqua, l’uso del suolo, la biodiversità, le emergenze
vegetazionali (con una panoramica sugli alberi monumentali esistenti nel
territorio), gli edifici e manufatti di valore e un’analisi dell’attuale percorsi e
servizi legati alla fruibilità dell’area naturale protetta.
Prima di scendere nel dettaglio, per avere una visione d’insieme dell’area, si
riporta di seguito l’estratto dello PPSES che descrive l’ANPIL Alto Carigiola e
Monte delle Scalette:
L’ANPIL dell’Alto Carigiola e Monte della Scalette interessa i Comuni di
Cantagallo e Vernio, collocandosi in corrispondenza del confine provinciale con
l’Emilia Romagna: la morfologia dell’area è caratterizzata essenzialmente
proprio dalla corona del rilievo di crinale appenninico che segna il confine con
Bologna ed il Parco dei Laghi Suviana e Brasimone. L’area, nella sua parte più
bassa è particolarmente segnata da valli profondamente incise da un fitto
reticolo idrografico che dà origine al Torrente Carigiola dove si rilevano
manifestazioni della morfologia fluviale, di particolare rilievo e suggestione:
cascate e letti torrentizi suborizzontali che sembrano pavimentati da lastroni di
pietra. Verso la testata della valle, che fa da spartiacque fra il distretto
tirrenico e quello adriatico, si riscontra invece un paesaggio alpestre con la
presenza di praterie e pareti rocciose. Di particolare interesse sono anche le
forme a “gradinata” di alcuni versanti (come il Monte delle Scalette) che
risultano dall’erosione selettiva esercitata dalle acque correnti superficiali sui
litotipi argilloscistosi (più erodibili) e arenacei (più resistenti) quando le
rispettive stratificazioni si trovano in giacitura orizzontale. Il monte della
Scoperta, con i suoi 1270 metri, domina l’area: qui si registrano le pendenze
più elevate di tutto il territorio provinciale.
L’idrografia si limita al sistema ad albero che dà origine al torrente Carigiola,
affluente del Bisenzio e dal tratto iniziale del fosso che confluisce nella
Limentra, affluente del Reno, su cui si attesta il confine occidentale dell’area.
La copertura prevalente è caratterizzata da faggete alle quote più elevate, e da
altre latifoglie quando si scende verso il Carigiola o verso la Limentra: tale
copertura è interrotta in quota da alcuni prati-pascolo, in parte riconquistati da
coperture arbustive, e nelle zone più basse da alcuni castagneti. La presenza di
specie arboree rare in area appenninica e di associazioni e cenosi di notevole
interesse conservazionistico rendono l’area particolarmente interessante in
termini di biodiversità.
La fauna presente nell’area risulta quella tipica dell’Appennino, arricchita dalla
folta presenza di grossi ungulati selvatici introdotti (cinghiale, capriolo, cervo)
e sicuramente, anche se a livello occasionale, del lupo. Estremamente ricca
anche la fauna ornitica, specie a livello dei rapaci diurni e notturni, nonché la
fauna legata ai corsi d’acqua, che comprende rare specie di pesci e crostacei
tutelati che testimoniano l’elevata qualità delle acque ed arricchiscono l’area di
altrettanti valori di biodiversità.
L’unica strada di rilievo dell’area è quella che collega Cavarzano all’appennino
bolognese, lungo il confine orientale, attorno alla quale si attestano alcune
capanne di servizio ai pascoli estivi. Alcune strade minori, di recente
realizzazione, penetrano nell’area a occidente verso il Monte delle Scalette e a
oriente ai margini del monte della Scoperta. L’area è attraversata dal sentiero
CAI di crinale appenninico 00, che corre sul confine regionale e la collega alla
vicina Riserva Naturale di Acquerino-Cantagallo a sud- ovest ed all’emiliano
Parco dei laghi, a nord.
Sul fondovalle della Carigiola si ritrovano piccoli insediamenti legati alla
presenza del fiume (mulini idraulici) o di modeste superfici coltivabili.
3.1. GEOMORFOLOGIA
L’area protetta dell’Alto Carigiola e del Monte delle Scalette è fortemente
caratterizzata da forme geomorfologiche dovute all’erosione delle acque fluviali
e degli agenti atmosferici. Il monte delle Scalette è così chiamato per gli
affioramenti rocciosi stratiformi caratterizzati da una alternanza di starti
arenacei e argilloscistosi. Questo fenomeno è particolarmente evidente nella
zona tra Poggio Mandorli e l’Alpe di Cavarzano dove sui pendii si alternano
fasce orizzontali di roccia chiara con fasce ricoperte di vegetazione.
Il fitto reticolo idrografico nel tempo ha scavato profondi valli tra ripidi pendii,
gli starti argillo - scistosi facilmente erodibili
si alternano agli strati rocciosi
dando vita a cascate e tratti in piano su roccia.
In particolare il PTC della Provincia di Prato evidenzia la presenza di
manifestazioni geomorfologiche di particolare rilievo e suggestione:
•
Le cascate, i letti torrentizi sub orizzontali e le marmitte (pozze scavate
nella roccia) del Torrente Carigiola;
•
i versanti a "gradinata" del Monte delle Scalette;
•
i versanti del monte della Scoperta, per le fortissime pendenze, le più
elevate di tutto il territorio provinciale.
Percorrendo il sentiero CAI 62b è possibile osservare gli affioramenti di
Biancane, mentre risulta più difficile raggiungere le marmitte del Carigiola,
anche se la riapertura del sentiero detto de La Capannella, dedicato a Stefano
Compiani Dottore Forestale, avvenuta nel 2008 grazie ad un intervento del
Comune di Vernio, tramite finanziamento provinciale e la manodopera della Pro
Loco di Cavarzano, ha riportato le cascate del Carigiola ad una maggiore
fruibilità.
3.2. IL
SISTEMA
ACQUA
Il torrente Carigiola ed i suoi affluenti costituiscono uno degli elementi di
maggior pregio ambientale dell’Anpil. Il Monte delle Scalette è lo spartiacque
tra il bacino del Carigiola e quello del torrente Limentra di Treppio. Gli affluenti
di quest’ultimo percorrono la punta più occidentale dell’area protetta.
Le numerose fonti e sorgenti presenti nell’Anpil, riportate nell’apposita
schedatura allegata al PPSES e al PTC della Provincia di Prato, costituiscono un
ulteriore valore da sottoporre a tutela. Si citano in questa sede, (riportando tra
parentesi il numero della schedatura del PTC), le sorgenti più importanti:
Sorgente del Monte alle Scalette (S286, S287)
Fonte del Tabernacolo (S283)
Fonte del Prete (S285)
Fonte del Carigiola (S402)
Fonte della Centrale (S289)
Fonte di Canapale (S295)
Fonte Buia (S407)
Fonte ai Porranci
Fonte della Scodella
Nella zona interessata dalla proposta di ampliamento dell’ANPIL sono presenti :
Fonte della Malferra (S320)
Fonte della via dell’Orso (S335)
Fonte dei Bocchini
Fonte della Fame
Fonte ai Monaci
Sorgente Lentula
Nelle immediate vicinanze dell’area si devono citare le quattro fonti presenti a
Gavigno (S215, S276, S277, S278), le fonti di Fossato (S280, S281), Fonte
della Zingara (S291), Fonte di Rio Maggiore, Fonte di Poggio di Petto (S298,
S400).
3.3. USO
DEL
SUOLO
Il territorio dell’Area Naturale Protetta è interamente ricoperto da boschi. Le
aree boscate sono costituite prevalentemente da latifoglie autoctone (querce,
castagno, faggio, carpini) e, in secondo luogo, da rimboschimenti di conifera
collegati da arbusteti. Solo sporadicamente si segnala la presenza di un uso del
suolo a praterie.
3.4. BIODIVERSITÀ
La Biodiversità dell’Area protetta è stata studiata nel dettaglio grazie al
“Progetto Arca”, con il quale la Provincia di Prato ha provveduto alla
georeferenziazione dei dati sulle specie vegetali ed animali protette. Anche gli
elenchi del Repertorio Naturalistico Toscano (Re.Na.To.) sono una importante
fonte di notizie sulle emergenze naturalistiche e sugli elementi da tutela
riguardanti il regno vegetale e animale.
Questo paragrafo vuole richiamare, estraendoli dagli importanti data base
sopra richiamati, le presenze vegetazionali, animali e gli habitat di interesse
conservazionistico.
3.4.1.
HABITAT
DI INTERESSE CONSEVAZIONISTICO
Gli ecosistemi della flora e della fauna di particolare pregio sono tutelati ai
sensi della normativa comunitaria, nazionale e regionale per la tutela della
biodiversità, in particolare in Toscana si fa riferimento alla L.R. 56/2000, che
ha recepito la direttiva Comunitaria 92/43 “Direttiva Habitat”. L’elenco di cui
all’allegato A1 della L.R. 56/2000 è stato poi aggiornato dalla Del. C.R.
68/2005.
Gli Habitat presenti nell’ANPIL, tutti segnalati dall’allegato I Direttiva Habitat e
dall’Allegato A1 della L.R. 56/2000 e Del. C.R. 68/2005, sono quelli riportati
nella seguente tabella, che riporta anche il numero identificativo secondo i più
importanti repertori naturalistici.
Habitat
Natura 2000 CORINE Biotopes
Consorzio di alte erbe (megaforbie) di 6430
37.7
radure e bordi dei boschi e dei corsi
37.8
EUNIS
Localizzazione
E5.4
A nord ovest di
Fonte del
d’acqua, da planiziali a subalpini.
Creste
e
versanti
con
Tabernacolo
formazioni 6110
34.11
E1.1
Tra M. delle
discontinue semirupestri a suffrutici, erbe
Scalette e P.gio
e succulente
Roncomannao
Vegetazione casmofitica delle rupi silicee
8220
62.2
H3.1
M. delle Scalette
Praterie aride seminatali e facies arbustive 6210
34.31
E1.2
M. delle Scalette,
dei substrati calcarei (Festuco-Brometea)
34.34
p.gio
Roncomannaio;
a nord di Porranci
Boschi misti di latifoglie
mesofite dei 9180
macereti
su
e
dei
valloni
41.4
G1.A4
substrato
Rio ad est di
Gavigno,
calcareo
T.carigiola di est
di Pian di Simoni
Boschi a dominanza di faggio e/o querce 9210
degli Appennini con Ilex e Taxus
41.181
G1.62
Alta val Carigiola.
Tra l’Alpe di
Cavarzano e
Poggio Mandrioli
Nelle
vicinanze
dell’ANPIl
e
nella
zona
interessata
dalla
proposta
di
ampliamento dell’Area Naturale protetta sono presenti anche altri due Habitat
di interesse conservazionistico.
Habitat
Natura 2000
Praterie magre a fieno del piano 6520
CORINE Biotopes
EUNIS
Localizzazione
38.31
E2.2
Gasperone
44.3
G1.2
T. Setta nei pressi
montano e subalpino
Boschi palustri a Ontano
91E0
44.2
di Fonte al Romito
Questi elementi consolidano le motivazioni espresse in occasione della richiesta
di ampliamento del territorio da destinarsi ad Area protetta di Interesse Locale,
oltre alla già citata necessità di coordinare l’area con il Parco dei Laghi Suviana
e Brasiamone presente nel confinante territorio emiliano.
3.4.3. FAUNA
L'ANPIL Alto carigiola e Monte delle Scalette fa parte dell'areale di distribuzione
della popolazione del cervo dell'Acquerino, al quale si affiancano gli altri grandi
ungulati (cinghiale, capriolo) ed occasionalmente, il lupo italico dell’Appennino.
La fauna ornitica, in particolare rapaci diurni e notturni, si presenta
particolarmente ricca e interessante, come del resto la fauna acquatica
presente nei numerosi corsi d'acqua vede la presenza di specie tutelate.
Tra gli anfibi si ricordano in particolare
la salamandra pezzata e la
salamandrina dagli occhiali, quest’ultima scelta come simbolo dell’Area
protetta, tra i pesci soggetti a tutela lo scazzone ed il vairone, tra i crostacei il
gambero di fiume.
Le specie animali rare e tutelati ai sensi della Legge 56/2000 presenti
nell’Anpil sono quelle riportate nell’elenco seguente, nel quale è specificato
se la specie è anche protetta ai sensi dell’art. 5 della L.R. 56/2000 (ovvero
presente nell’elenco di cui all’Allegato B della medesima legge).
RETTILI
•
Lacerta bilineata (ramarro occidentale) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
•
Anguis fragilis (Orbettino) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
•
Hierophis viridiflavus
•
Natrix natrix (Biscia dal collare) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
•
Podarcis muralis (Lucertola muraiola)
•
Vipera aspis
ANFIBI
•
Rana dalmatina
•
Rana italica
•
Rana lessonae e Rana kl. esculenta
•
Bufo bufo (Rospo comune) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
•
Salamandra salamandra (Salamandra pezzata) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
•
Salamandrina terdigitata (Salamandra dagli occhiali) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
CROSTACEI
•
Austropotamobius italicus (Gambero d’acqua dolce)
PESCI
•
Cottus gobio (Scozzone) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
•
Leuciscus souffia (Varione occidentale)
GASTEROPODI
•
Arion intermedius
•
Cantareus aspersus
•
Cochlodina (Cochlodinastra) comensis lucensis
•
Helix (Helix) lucorum
•
Monacha (Eutheba) cantiana
•
Monacha (Monacha) cartusiana
•
Renea elegantissima
•
Retinella olivetorum
•
Xerosecta (Xerosecta) cespitum
CHIROTTERI
•
Epseticus serotinus (Serotino comune)
•
Hypsugo savii (Pipistrello di Savi)
•
Pipistrellus kuhlii (Pipistrello albolimbato)
•
Rhinolophus hipposideros (Ferro di cavallo minore)
CARNIVORI
•
Canis lupus (Lupo) - Specie protetta art. 5 L.R. 56/2000
3.4.3. FLORA
L’area è ricoperta a boschi di latifoglie, con una presenza saltuaria di conifere.
Nelle zone più elevate, grazie all’esposizione a sud e al microclima che si è
venuto a formare si registra la presenza di essenze come la roverella, l’orniello
il castagno, il cerro, il carpino nero.
Nelle strette vallate, dove è presente a maggiore freschezza sia nel suolo che
nell’atmosfera, vi si trovano invece specie come il faggio, l’acero, il carpino
bianco e, più sporadicamente, il tiglio e il tasso.
Alle quote più alte dell’area protetta, sul Monte delle Scalette, si trovano
praterie di tipo sub-steppico.
Le specie vegetali tutelate ai sensi della L.R. 56/2000 (Lista 3 dell’Allegato A –
specie vegetali di interesse regionale) presenti nell’Anpil sono quelle sotto
riportate, è specificato se la specie è anche protetta ai sensi dell’art. 6 della
L.R. 56/2000 (ovvero presente nell’elenco di cui all’Allegato C della legge).
•
Abies alba (Abete biaco)
•
Asarum europaeum (Asaro)
•
Buxus sempervirens (Bosso)
•
Centaurea bracteata (Fiordaliso bratteato)
•
Dianthus armeria (Garofano a mazzetti)
•
Dictamnus albus (Dittamo o Frassinella)
•
Digitalis lutea (Digitale giallo minore)
•
Euphorbia flavicoma (Euforbia verrucosa)
•
Galanthus nivalis (Bucaneve)
•
Gentiana cruciata (Genziana minore)
•
Lilium bulbiferum (Giglio di San Giovanni) – Specie protetta art. 6 L.R. 56/2000
•
Paris quadrifolia (Uva di volpe)
•
Platanthera chlorantha (Plantatera verdastra)
•
Polygonatum odoratum (Sigillo di Salomone)
•
Primula vulgaris (primula comune)
•
Pulmonaria picta o Pulmonaria saccharata (Polmonaria chiazzata)
•
Salix apennina (Salice dell’Appennino)
•
Salvia pratensis (Salvia comune o dei preti)
•
Saxifraga bulbifera (Sassifraga bulbifra) - Specie protetta art. 6 L.R. 56/2000
•
Saxifraga rotundifolia (Sassifraga a foglie rotonde) - Specie protetta art. 6 L.R. 56/2000
•
Saxifraga tridactylites (sassifraga annuale) - Specie protetta art. 6 L.R. 56/2000
•
Scilla bifolca (Scilla silvestre o Giacinto selvatico)
•
Stellaria graminea (Stellaria)
•
Taxus baccata (Tasso)
•
Tilia cordata (Tiglio selvatico)
•
Valeriana officinalis (Valeriana comune)
3.5. EMERGENZE VEGETAZIONALI
Ai sensi della L.R. 60/98 art. 2., si definiscono “monumentali” gli alberi che per
dimensioni o per età possano essere considerati “rari esempi di maestosità o
longevità”, oppure alberi che hanno un preciso riferimento storico, culturale o
legato a tradizioni di interesse locale o regionale.
L’abbattimento
è
vietato
e
può
essere
ammesso
dai
comuni,
previo
acquisizione di perizia tecnica, solo per esigenze fitosantarie o di pubblica
incolumità, dopo aver valutato tutte le soluzioni alternative.
Il Regolamento per l’Area Protetta dell’Alto Carigiola e Monte delle Scalette
prende in considerazione tutti gli alberi monumentali presenti nell’area protetta
e anche quelli presenti nelle immediate vicinanze.
Il PPSES ed il PTC della Provincia di Prato identificano all’interno dell’area
protetta i seguenti alberi
Codice
Nominativo
Rif. Catasto
AM 129
Faggio dell’Alpe di Cavarzano (Fagus Selvatica)
Vernio f.4 p. 38, 255
AM 174
Pioppo di Fosso della Rocca (Populos Alba)
Cantagallo f.5 p. 173
AM 225
Faggio dell’Alpe di Cavarzano
Vernio f. 4 p. 76, 77
ed il Monte della Scoperta (Fagus Selvatica)
AM 226
Pero Corvino dell’Alpe di Cavarzano (Amelanchier Vernio f. 4 p. 227
Ovalis)
Nelle
immediate
vicinanze
dell’area,
e
nelle
zone
dove
l’ampliamento dell’ANPIL, sono invece individuati i seguenti alberi:
è
richiesto
Codice
Nominativo
Rif. Catasto
AM 089
Faggio di Gasperone (Fagus Sylvatica)
Vernio f. 2 p. 22
AM 087
Faggio di Gasperone (Fagus Sylvatica)
Vernio f. 2 p. 35
AM 098
Faggio di Piano al Ciliegio (Fagus Sylvatica)
Vernio f. 7 p. 31
AM 128
Cerro di Poggio di Petto (Quercus Cerris)
Vernio f. 14 p. 105
AM 197
Pero di Case al Ciliegio (Pyrus communis)
Vernio f. 2 p. 38
AM 198
Carpino di Case al Ciliegio (Carpinus betulus)
Vernio f. 2 p. 35
AM 222
Carpino de Il Pecorile (Carpinus betulus)
Vernio f. 7 p. 118
AM 223
Faggio della Burraia (Fagus Sylvatica)
Vernio f. 8 p. 96 117
AM 224
Ciliegio de La Malferma (Prunus avium)
Vernio f. 1 p. 20
3.6. EDIFICI
E
MANUFATTI
Data l’asprezza del territorio gli insediamenti antropici sono limitati, all’interno
dell’area si registra tra i nuclei abitati solo i pochi fabbricati de La Centrale, nei
pressi del ponte sul Carigiola non lontano dalle cascate. Tra gli edifici qui
presenti spicca il Mulino di Genesio, l’unico edificio degno di nota posto
all’interno dell’Area, vincolato esclusivamente da normative provinciali e
comunali.
Nelle immediate vicinanze dell’area protetta vi sono i borghi di Gavigno e
Fossato e il rifugio di Poggio di Petto.
La punta più meridionale dell’Area, presso il tabernacolo de La Tavoletta, si
trova non distante dal nucleo abitato di Cavarzano.
3.7. PERCORSI
E
FRUIZIONE
Per la raggiungibilità dell’ANPIL il percorso più lineare è il seguente:
stazione di Vernio e strada Mercatale – Cavarzano – Poggio di Petto.
Le reti e strutture di servizio per la fruibilità dell’Area Protetta vedono un
sistema basto su fondo naturale, le strade carrabili sono pressoché assenti e si
limitano a lambire l’area in questione.
Gli elementi da prendere in considerazione in questo paragrafo sono quindi
riconducibili alle seguenti fattispeci:
-
rete delle strade bianche e mulattiere
-
rete sentieristica CAI, mantenuta dalla sezione di Prato del Club Alpino
-
percorsi studiati dalle Pro Loco e cartografati nelle ”Mappe dei Cittadini”
Tra i sentieri CAI che attraversano l’Area protetta merita una particolare
menzione il n.00 di crinale appenninico, interessato dal tratto del tracciato di
crinale della Grande Escursione Appenninica (GEA).
Il Piano Strutturale di Cantagallo tra gli obiettivi indica la valorizzazione dei
seguenti itinerari:
-
Casalino – Fossato – Chiapporato (coincidente in parte con l’itinerario
CAI 21/a)
-
Sentiero di crinale tra Monte Bucciana e La Rasa (percorso GEA)
-
Monachino – Lavacchio – Valico di Cerbiancana (itinerari CAI 17 e 17/a)
Nel corso dell’anno 2008 è stato riaperto il sentiero detto de La Capannella che
dalla località La Tavoletta scende verso il Carigiola all’altezza del Mulino di
Genesio, sentiero intitolato a Stefano Compiani dottore forestale.
La
rete
sentieristica
dell'Area
è
segnalata
con
apposita
cartellazione
informativa comprendente i tempi di percorrenza.
Sono riportate di seguito le schede dei principali percorsi sentieristici che
permettono la fruizione dell’ANPIL.
SENTIERO DI CRINALE DELLA VALLATA DEL CARIGIOLA
Il sentiero percorre il crinale appenninico (CAI n. 00), partendo dall'Alpe di Cavarzano e con arrivo
al Tabernacolo di Gavigno, prima attraversando dense faggete, e quindi procedendo lungo il nudo
profilo del Monte delle Scalette, in cui l'altitudine e l'assenza di ostacoli portano lo sguardo
inaspettatamente oltre, regalando vedute panoramiche di estrema ampiezza, tipiche dell'alta
montagna.
Tempo Percorrenza: 2 ore.
Difficoltà: media, in alcuni tratti sono presenti ripide scarpate.
ANELLO CASCATE DEL CARIGIOLA
L'anello, con partenza presso il Tabernacolo della Tavoletta, offre spettacolari vedute del Torrente
Carigiola, di cui segue il corso, passando da La Centrale e snodandosi tra vertiginose pareti di
roccia a strapiombo, cascate e pozze d'acqua limpidissima, per poi raggiungere il sentiero CAI n.
62, che chiude l'anello, con arrivo presso il medesimo Tabernacolo. La presenza di una rigogliosa e
particolarissima vegetazione e di rare specie di anfibi e pesci rendono il sentiero di grande interesse
naturalistico.
Tempo Percorrenza: 2 ore e mezzo per l'anello, 1 ora circa per il solo tratto da la Centrale fino al
sentiero CAI n. 62.
Difficoltà: media, in alcuni tratti sono presenti ripide scarpate
Nell’area non si registra presenza di strutture ricettive, sono però da segnalare,
nelle immediate vicinanze:
•
RIFUGIO
DI
POGGIO
DI
PETTO. Rifugio gestito sulla strada tra Cavarzano e l'Alpe
omonima, dove è possibile pernottare e mangiare. È dotato anche di sosta per
cavalli
•
RIFUGIO PACINI. Rifugio gestito dal CAI, dove è possibile pernottare e mangiare, ad un
giorno di cammino dall'area, sul sentiero CAI n. 00 di crinale appenninico nel tratto
che conduce alla Riserva Naturale di Acquerino – Cantagallo
Si ricorda inoltre la presenza del rifugio non gestito:
•
EREMO DEL VIANDANTE. Liberamente fruibile dagli escursionisti sul sentiero CAI n. 21A
Le Aree di sosta per mezzi motorizzati:
-
Area nei pressi dell'Alpe di Cavarzano
-
Gavigno, nei pressi del paese
-
Fossato, nei pressi del paese
-
Cavarzano, nei pressi del paese (località Foraballaia)
-
Tabernacolo di Gavigno
Per le informazioni ed il materiale sull’ANPIL:
-
Centro Visite della Riserva Naturale dell’Acquerino - Cantagallo
-
Punti informativi APT
-
Pro Loco Cavarzano
-
Pro Loco Gavigno
-
Pro Loco Fossato
-
Pro Loco di Montepiano
4.
VALUTAZIONE INTEGRATA
Il Regolamento ANPIL ha valore prescrittivo limitato a quanto in esso
contenuto, e si rileva pertanto una portata limitata rispetto alle norme
sovraordinate. Per quanto concerne l’applicazione delle norme riguardanti la
necessità dell’effettuazione di una valutazione integrata così come previsto
dalla L.R.T. 1/2005, si specifica che:
- in riferimento all’art. 6 della Disciplina del Piano Pluriennale di Sviluppo
Economico e sociale del Sistema delle Aree Protette sono mantenute Le
Garanzie identitarie e di sostenibilità ivi definite;
- lo stesso Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e sociale è stato
sottoposto a Valutazione integrata così come risulta dagli atti, ed il
Regolamento sarà elaborato in conformità ad esso;
- I comuni di Cantagallo e Vernio hanno / sono in procinto di avere
Strumenti di Pianificazione del Territorio e Atti di Governo del Territorio per i
quali è prevista la Valutazione Integrata ai sensi del Titolo II, Capo I, della
L.R.T. n. 1/2005, e, come detto precedentemente, il regolamento dell’ANPIL
Alto Carigiola e Monte delle Scalette sarà conforme alla pianificazione
urbanistica dei due comuni interessati dall’area protetta.
I criteri della valutazione integrata, ai sensi dell’art. 14 L.R.T. 1/2005 criteri
per l’applicabilità della valutazione integrata, posti in relazione alla misura
ridotta in cui il Regolamento costituisce quadro di riferimento per progetti
ed altre attività, fanno ritenere opportuno omettere la Valutazione Integrata
per questo Regolamento, come specificato fin dall’avvio del procedimento
condiviso con gli altri Enti interessati, in particolare Regione Toscana,
Provincia di Prato e Comunità Montana Val di Bisenzio.
IL
RESPONSABILE
DEL
PROCEDIMENTO
ARCH. GIANMARCO PANDOLFINI