don chisciotte nel paese delle meraviglie
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DON CHISCIOTTE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE Tra finzione e realtà alla ricerca dei mille mondi possibili Il viaggio continua e approda – in compagnia di Don Chisciotte – nel Paese delle Meraviglie… Con Inseguendo Ulisse l’azione poetica ed etica sulla città ha tentato di offrire una via d’uscita dal bambino/prodotto, per approdare a una “crociata dei bambini” che potesse svegliare la collettività, simbolicamente risvegliare la città con la propensione al futuro propria dei ragazzi. Ed è forse proprio la pro-vocazione del linguaggio teatrale che può aiutarci a pensare una città delle meraviglie, una città in cui non ci si senta Don Chisciotte nel promuovere una cittadinanza attiva dei più piccoli che non vuol dire costruire i consigli comunali dei bambini, che non vuol dire affibbiare ai ragazzi le modalità d’azione degli adulti, ma che invita ad ascoltare, a partecipare insieme alla costruzione di una realtà più feconda, ascoltando le esigenze dei ragazzi, mediando la loro emotività, focalizzando le loro energie creative perché possano aiutarci a rileggere il nostro modo di vivere la città. In questo contesto utopico, in questo non luogo della possibile convivenza condivisa il linguaggio del teatro portato nella piazza e in città è linguaggio pro-vocante, è ciò che la quotidianità non concede, è una rottura sui tempi e sugli spazi del vivere di tutti i giorni, non è mostrarsi ma ipotizzare un altro modo di essere. Da questo altro modo di essere come Don Chisciotte bisogna cavalcare verso il Paese delle Meraviglie, laddove il meraviglioso è dato dall’incontro con l’altro, dalla definizione di sé in base a un altro sé, dalla capacità di concepire l’individuo come parte integrante di una collettività che vive e cresce, respira e modifica la realtà solo se non è monade ma sa farsi mondo con e per gli altri. E allora l’Odissea non potrà che chiudersi con un approdo al Paese delle Meraviglie, sotto la guida dei Don Chisciotte. Don Chisciotte: testo pre-testo – Come sempre in teatro il testo è pretesto, è destinato a farsi altro, rimbalzare dalla pagina scritta per inverarsi nel corpo dei ragazzi e nello spazio della scena. Macrotesto fondativo della Cultura Occidentale, in cui il prode Hidalgo protagonista, sognatore e viaggiatore per vocazione, si produce in un vortice continuo di acrobazie cavalleresche e narrative – in un esercizio di continua mise en abyme dell’autore stesso e della sua dura, contraddittoria realtà, in bilico tra gli eccessi fideistici di retaggio tradizionalista/medievale e le prepotenti spinte della rivoluzione culturale e scientifica dell’Europa a cavallo tra XVI e XVII secolo – il Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes si può a tutti gli effetti definire (insieme a pochi altri: Faust e Don Giovanni, in testa) come uno dei grandi miti dell’Età Moderna, di un’età sospesa tra il desiderio del progresso e la spietata analisi del reale, di un’età continuamente lacerata tra sogni e utopie, vagheggiate, e distopie troppe volte realizzate. L’idea è quella di costruire, per la fine dell’anno 2012/2013, uno spettacolo interscolastico basato su questo monumento culturale – sul quale gli stessi studenti partecipanti faranno opera di selezione, traendone i frammenti che riterranno più interessanti dal punto di vista teatrale e tematico, al fine di comporre una drammaturgia in cui possano rientrare anche brani di altri grandi poemi cavallereschi, preferibilmente a vocazione comico-fantastica, come nel caso dell’Orlando Furioso di Ariosto o del Morgante di Pulci, con possibili sortite anche nel vasto campo parodico del Gargantua e Pantagruele di Rabelais. I giovani autori/attori si muoverebbero nell’ambito della reinterpretazione drammaturgica di testi nati in ambiti poetici diversi da quello scenico, con l’obiettivo di stimolarne più vivacemente la sensibilità drammatica e la capacità di invenzione originale. I laboratori – Come l’anno scorso i percorsi laboratoriali sono pensati per coinvolgere gli studenti di ogni ordine e grado, comprendendo la disabilità, dalla scuola primaria, alla scuola secondaria di primo grado fino alla scuola secondaria di secondo grado e si qualificano come piattaforma sperimentale di incontro per ragazzi di diverse fasce d’età. Il progetto è destinato a quegli studenti e disabili che non siano già iscritti ad altri laboratori teatrali e si propone perciò non in alternativa, ma in aggiunta ai percorsi già ben avviati dagli operatori del territorio. I laboratori sono strutturati per un impegno complessivo di 20 ore, suddivise in 10 incontri da 2 ore ciascuno, distribuito nell’arco di tempo che va dalla fine di gennaio alla metà di maggio 2013. Il lavoro drammaturgico e compositivo sui testi (proposti a richiesta) come materiali di riferimento inizia a novembre e si protrae fino a gennaio. Poi si darà il via alle prove per l’allestimento del “copione” realizzato dai ragazzi, che si organizzerebbero negli spazi resi disponibili dagli Istituti coinvolti e negli orari più opportuni in rapporto alle disponibilità dei docenti e degli studenti partecipanti. Questa fase di laboratori e allestimento durerebbe fino all’andata in scena di Don Chisciotte nel Paese delle Meraviglie, pensata per il periodo finale dell’anno scolastico. Dalla Festa al Festival – Festa e festival convivono etimologicamente e chiedono la partecipazione libera e attiva di chi fa e di chi assiste. Per questo la tappa finale di Don Chisciotte nel Paese delle Meraviglie non può che connotarsi come festa e festival, in cui la città scoprirà che i bambini e i ragazzi sanno indicarci la via per costruire un reale “Paese delle Meraviglie” in cui la fantasia donchisciottesca fa da guida e da stimolo. Una grande festa di piazza aprirà le porte al festival che prenderà il via nel fine settimana di maggio (venerdì 24, sabato 25 e domenica 26). Le performance di venti minuti ciascuna di cui si comporranno i vari momenti della festa avranno, venerdì 24 maggio, come cornice il cuore della città (Piazza del Comune, Loggia dei Militi, cortile Federico II e Colonie Padane), sabato 25 e domenica 26, il teatro Monteverdi. Da lunedì 27 maggio, sempre al teatro Monteverdi, ci saranno possibilità di repliche per tutti. La memoria labile della scena – Si chiederà agli studenti di costruire una sorta di “giornale” del Don Chisciotte nel Paese delle Meraviglie. Fra i vari partecipanti si cercheranno coloro che avranno voglia di documentare i passaggi e l’evoluzione dell’esperienza, oltre che la festa e il festival. L’idea è quella di creare una piccola redazione che racconti ciò che accade con la scrittura giornalistica, ma anche con la produzione di video e pubblicazioni su socialnetwork. Insomma l’idea è quella di documentare e raccontare il viaggio che porterà ragazzi di ogni età a costruire il loro Paese delle Meraviglie in compagnia di Don Chisciotte.