Cernia Bruna (Epinephelus marginatus)

Transcript

Cernia Bruna (Epinephelus marginatus)
Granceola
Maja squinado (Herbst, 1788)
Classificazione
Phylum: Arthropoda
Subphylum: Crustacea
Classe: Malacostraca
Sottoclasse: Eumalacostraca
Ordine: Decapoda
Famiglia: Majidae
Genere: Maja
Specie: M. squinado
Lucchetti A.
_______________________________________________________________Aspetti descrittivi
Il nome Granseola, con cui è comunemente definita, deriva probabilmente dall'unione dei
termini di lingua veneta granso (granchio) e seola (cipolla). La specie presenta un carapace
bombato di forma quasi arrotondata tanto che la lunghezza e la larghezza sono all’incirca
uguali. Le proporzioni cambiano con l’età: nei giovanili il carapace è più lungo che largo,
mentre negli adulti queste proporzioni si invertono, essendo più larghi che lunghi. Il
carapace forma una corazza praticamente imperforabile che, di fatto, rende la specie
immune da predatori naturali. La granceola possiede cinque paia di arti, di cui quattro
servono per il movimento ed un paio terminano con due robuste chele che presentano una
pinza a superficie liscia molto più allungata e forte nei maschi adulti. Queste chele sono più
vistose che pericolose, poiché i movimenti di questo crostaceo sono molto lenti e
difficilmente mettono in difficoltà un pescatore esperto. Le zampe ambulacrali (deputate
cioè al movimento) sono molto lunghe e quasi sproporzionate rispetto alle dimensioni del
torace-addome. M. squinado può raggiungere una lunghezza massima di 25 cm (lunghezza
carapace) e 18 cm di larghezza (carapace), misure che ne fanno il granchio più grande
vivente nel Mediterraneo. I due sessi, come succede in generale in tutti i granchi, sono
facilmente distinguibili, poiché i maschi della granceola hanno un addome stretto, mentre
le femmine hanno addome più ampio e pereiopodi (arti) più corti..
_______________________________________________________________________Ecologia
La specie è onnivora e si ciba in genere di alghe e piccoli invertebrati (molluschi,
gasteropodi, echinodermi, ascidie) sessili o dotati di piccole possibilità di movimento, ma
anche di pesci morti. La granceola vive su fondali sabbioso-detritici in cui si mimetizza
ricoprendosi di alghe e detriti vari rimanendo immobile, ma è possibile trovarla anche a su
fondali rocciosi, nei quali si nasconde in mezzo alla vegetazione o nelle fessure. Si sposta
tramite lenti movimenti preferendo rimanere immobile in caso di pericolo, protetta dal
robusto carapace e dall’efficiente mimetismo. La specie sembra compiere brevi migrazioni
stagionali costa-largo: in particolare vive più in profondità nel periodo invernale, mentre nel
periodo primaverile si riunisce in gruppi e migra sotto costa, in genere verso fondali rocciosi
ricchi di vegetazione. È una specie diffusa e comune in tutto il bacino del Mediterraneo e
nell’Est Atlantico, dal Mare del Nord fino al Marocco e alla Namibia, soprattutto su fondali
rocciosi fino a 60-70 metri di profondità, su fondali sabbiosi e detritici nei pressi di
increspature e “presure” sul fondo, su fondali sabbiosi a debole copertura vegetale fino a
circa 150 metri di profondità. In Italia la specie è presente in tutti i mari, sebbene in
dipendenza della tipologia dei fondali sia più abbondante in alcune aree.
___________________________________________________________________Riproduzione
La riproduzione ha luogo proprio durante i periodi di permanenza nelle acque meno
profonde, quando le granseole si raggruppano in massa. Le femmine, prima effettuano la
muta e vengono poi fecondate quando ancora l’esoscheletro non si è indurito. Durante la
delicata fase di muta i maschi difendono le femmine da eventuali predatori. Femmine
mature con abbondanti quantità di uova si rinvengono da aprile ad agosto. Le uova hanno
un diametro di 0,85/0,99 mm e un colore rosso ruggine intenso.
__________________________________________________________Conservazione e Tutela
M. squinado attualmente è sempre più rara. Nel Tirreno settentrionale viene catturata in
genere con reti a strascico a profondità comprese tra 66 e 141 metri, mentre nel mar Ligure
alcuni individui sono stati pescati addirittura oltre i 200 metri di profondità. La granceola
non rappresenta in alcun caso una specie target oggetto di una pesca mirata, tuttavia, in
alcune circostanze, può rappresentare una specie accessoria (bycatch) importante.
La granceola, sebbene inserita nell’Allegato III della Convenzione di Berna, e pertanto
considerata protetta, è soggetta ad una certa protezione solo in Sardegna, dove ne è vietata
la cattura nel periodo che va dal 1 settembre al 28 febbraio in coincidenza del divieto di
pesca dell’aragosta (Decreto dell’Assessore alla Difesa dell’Ambiente n. 412, 10/5/1995).