Energia idroelettrica I produttori chiedono certezza delle regole

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Energia idroelettrica I produttori chiedono certezza delle regole
10 Economia
L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 23 AGOSTO 2016
Energia idroelettrica
I produttori chiedono
certezza delle regole
La produzione idroelettrica in Italia
Suddivisione per classe percentuale della produzione
VA
0,8%
di fare piani industriali, soprattutto sulle manutenzioni. Il risultato è che in Italia ci sono
impianti vecchi e meno efficienti: tutto il settore è penalizzato».
Italgen, che porta avanti
l’esperienza maturata in oltre
un secolo di gestione delle centrali, negli ultimi anni ha ammodernato sette impianti nel
Nord Italia e ne ha realizzato
Le previsioni
Moody’s positiva
su Heidelberg
Outlook positivo di Moody’s dopo
l’accordo di HeidelbergCement con
Cementos Argos per la vendita
della cementeria di Martinsburg e
di otto terminali. «Ci aspettiamo
che il ricavato per finanziare
parzialmente l’acquisizione di
Italcementi per un enterprise value
di 3,7 miliardi di euro ridurrà la
necessità di finanziamento del
debito», afferma l’agenzia di rating
in una nota. Previsto anche il
successo delle sinergie a regime
annuali stimate in 400 milioni
entro il 2018.
uno nuovo (Vetra a Palazzolo
sull’Oglio) investendo in tutto
circa 35 milioni di euro. «Intendiamo consolidare la nostra
posizione guardando a possibili nuovi sviluppi, purché supportati da un contesto di riferimento normativo ben definito.
Appena il quadro sarà meno incerto, Italgen - sottolinea De
Beni - ha la ferma intenzione di
investire in interventi di manutenzione anche nell’ambito
delle grandi derivazioni».
L’appello per avere maggiori
certezze è chiaramente al governo: «C’è un continuo rimbalzo tra legislazione italiana
ed europea: è una gran confusione – spiegano Edoardo Maffeis e Ivan Gabatel di Italgen -.
Stiamo aspettando da due anni
il decreto per le concessioni».
In tutta Italia sono circa 30
gli impianti idroelettrici che
operano in modalità di esercizio provvisorio dove, nel caso
di guasti, si ricorre a interventi
tampone. Per dare un’idea dell’impatto in termini di servizi,
basti dire che una centrale di
media grandezza produce 30
milioni di kilowattora, dando
energia a circa 7.500 famiglie
PV 0,1%
efJfznfTvwEiiepEo2UimZ/PDO2wg8g1GWgGpXZ11GI=
la Lanterna, passerella in cui
mancherà - come nel 2015 un’altra grande big dell’acqua,
ovvero la Riva di Sarnico, che,
con Ferretti Group di cui fa
parte, farà rotta sullo Yachting
Festival di Cannes con 20 modelli, tra cui il nuovo «Rivamare», la novità Riva del 2016 prodotta a Sarnico.
Cannes, insomma, è rinata,
diventando un punto di business ormai strategico per le
maggiori aziende del settore. A
far scoppiare il temporale su
Genova ha in gran parte contribuito la decisione dei grandi
marchi nautici italiani, che
quest’anno hanno dato vita a
Nautica Italiana in concorrenza con Ucina (Confindustria
Nautica). Una casa comune alternativa che attualmente conta una sessantina di adesioni
nel comparto e che di riflesso
ha indotto queste aziende a lasciare Ucina. La discesa di appeal fronte Genova ne è stata la
più evidente conseguenza, con
le imprese, soprattutto i cantieristi, tra cui Ferretti Group,
Azimut-Benetti, Perini, Baglietto e anche Cantieri di Sar-
nico, che disertano Genova,
preferendo Cannes, Monaco,
Düsseldorf, Miami, Barcellona. Un po’ ovunque insomma,
purché non Genova.
Che Nautica Italiana abbia i
numeri per allarmare l’associazionismo «sul mare» non si
discute. Oltre il 60% della produzione nautica italiana è in
suo possesso e raggiunge l’85%
se si considerano i soli cantieristi. Nel frattempo le bergamasche stanno alla finestra: solo
Riva si è iscritta a registro di
Nautica Italiana per il momento. Del resto tutti i tentativi per
provare a ricucire lo strappo
non hanno portato all’attesa
fumata bianca per un settore
che, dopo anni neri, dal 2015 ha
dato segnali di inversione di
rotta. Quindi prepariamoci a
un Salone di Genova ridimensionato, anche sul fronte orobico, ma con la certezza che il
mercato ha ripreso tono e che
siamo un po’ internazionali sul
fronte espositivo, presentando
le nostre aziende anche all’estero.
Luca Cuni
©RIPRODUZIONE RISERVATA
BS
6,1%
LO
CR
0,1%
0,1%
MN
58.545 GWh
Produzione in ITALIA
Assente
Fino a 0,5
0,6 - 2,0
2,1 - 5,0
5,1 - 10,0
10,1 - 14,0
FONTE: Rapporto Gse - Dati 2014
(se consideriamo che una famiglia all’anno consuma 4 o 5
mila kWh), contribuendo a limitare le emissioni di anidride
carbonica in atmosfera.
L’idroelettrico è il principale ambito nelle energie rinnovabili, con «una crescita costante, dal 2010, tra il 5 e il 6%»,
spiegano da Italgen. Il 60% della produzione di energia proviene infatti da fonti fossili non
rinnovabili, ma del restante
40% l’idroelettrico rappresenta il 20-25%, seguito da eolico,
fotovoltaico e geotermico (1520%). Oggi la nuova frontiera è
rappresentata dai mini im-
Saloni, il gruppo Ferretti
non andrà a Genova: rotta
su Cannes per il Rivamare
Si agita un mare grigio
su Genova. Potrebbe essere un
«annus horribilis» quello che si
sta delineando sul fronte nautico per quanto riguarda la presenza delle aziende costruttrici di imbarcazioni alla 56a edizione del Salone nautico internazionale di Genova in programma dal 20 al 25 settembre.
Il rischio per Bergamo è di
scendere sotto le 10 aziende
espositrici, quota minima toccata nel 2015, lontana anni luce
dagli Anni ’90, quando al Salone sbarcavano oltre 20 imprese orobiche. Ma mentre per il
settore degli accessori sono
confermate le presenze dei
brand di riferimento, tra cui
Besenzoni di Sarnico, Foresti
& Suardi di Predore, Italian
Propellers di Grumello del
Monte e Aemme Colori di Ranica, il forfait dovrebbe interessare i cantieristi, con la partecipazione limitata alle sole
Rio Yacht di Chiuduno e Sessa
International di Cividate al
Piano, che andrà anche a Cannes dal 6 al 12 settembre. Una
ritirata peraltro attesa quella
che ci si appresta a vivere sotto
LC
0,3% BG
2,8%
MB
MI 1,2%
Scenari. È fondamentale per realizzare piani
industriali a lungo termine. Anche Italgen pronta
a investire: già ammodernati sette impianti
La volontà di investire c’è, ma manca un quadro
normativo in grado di dare certezze agli imprenditori. È la posizione delle società di produzione di energia idroelettrica,
fra cui Italgen (ceduta nei mesi
scorsi da Italcementi, che è stata acquisita da HeidelbergCement, a Italmobiliare, finanziaria della famiglia Pesenti).
Come emerso di recente da
dati di Assorinnovabili, in Italia si contano 136 società di
produzione che, a livello nazionale, operano su 721 impianti.
Giuseppe De Beni, consigliere
delegato di Italgen, fa il punto
della situazione, ricordando
che l’idroelettrico è una fonte
storica e significativa di produzione di energia e auspicando
un intervento del legislatore:
«Ci sono grandi opportunità. È
necessario però che ci sia un
quadro regolatorio definito. La
mancanza di questo impedisce
agli imprenditori di fare scelte
serie e durature, potendo contare su convenzioni che permettano ritorni sull’investimento. Molti impianti continuano a operare in esercizio
provvisorio: ciò non consente
SO
11,4%
CO
0,4%
pianti idroelettrici, sotto il megawatt, gestiti in genere da piccole realtà. Novità avanzano
anche negli impianti irrigui per
sfruttare d’inverno l’acqua utilizzata in genere per irrigare i
campi.
D. N.
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Dall’Antitrust
ok all’acquisto
L’hotel Una
verso Unipol
Al Salone di Genova quest’anno presenza bergamasca più contenuta
Istituti di credito
Piazza Affari, rimbalzino dei bancari
Nessun interesse di Ubi per Carife
La Borsa di Milano chiude in rialzo
grazie al rimbalzo delle banche,
dopo lo scivolata di venerdì. Piazza
Affari è la migliore in Europa con il
Ftse Mib in terreno positivo (più
0,36%). Tra gli istituti di credito
Bpm chiude a più 4,37%. Segno più
anche per Banco Popolare (più
2,31%), Ubi Banca (più 1,83%),
Unicredit (più 1,34%), Intesa (più
1,04%) e Mps (0,09%).
Nel frattempo, riguardo al dossier
Carife, Ubi, contattata dalla Reuters, spiega di non essere interessata ad approfondire alcun dossier
al momento.
E l’Antitrust ha dato il via libera
all’acquisizione del controllo
esclusivo di Veneto Banca da
parte di Quaestio Sgr, attraverso il
fondo Atlante. L’Autorità
garante della concorrenza e del
mercato ha ritenuto di non
avviare l’istruttoria perché «l’operazione non determina la costituzione o il rafforzamento di una
posizione dominante nei mercati
interessati, tali da eliminare o
ridurre in modo sostanziale e
durevole la concorrenza».
Via libera dell’Autorità garante della concorrenza e
del mercato (Agcm) all’acquisizione da parte di AtaHotels, società che opera nel settore alberghiero e che fa parte del
gruppo Unipol, dei rami
d’azienda di Una. Si tratta di beni mobili e immobili destinati
all’attività alberghiera, oltre a
immobili destinati ad uso abitativo e commerciale. Tra le strutture Una comprese nei rami
d’azienda c’è anche quella di via
Borgo Palazzo in città, che ha
chiuso i battenti il 20 dicembre
2013, per poi ospitare per diversi mesi l’Ascom in attesa che fosse pronta la nuova sede dell’associazione dei commercianti.
Per quanto riguarda le attività di gestione alberghiera, Ata
acquisirà da Una il controllo
esclusivo di beni: attività, passività e rapporti inerenti 31 strutture, prevalentemente a quattro stelle. Mentre UnipolSai Investimenti (investimento immobiliare), acquisirà la titolarità di 17 strutture alberghiere
(nell’elenco è compresa anche
quella di Bergamo), attualmente in parte di proprietà di Una e
in parte nella sua disponibilità
in forza di contratti di leasing.
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