„Comunicattivo“ Comunicare oggi è una necessità, ogni

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„Comunicattivo“ Comunicare oggi è una necessità, ogni
„Comunicattivo“
Comunicare oggi è una necessità, ogni nostro gesto, movimento, parola sono dettati dalla
convivenza con gli altri. Attraverso il motto, la stupidità, la banalità e la pochezza umana si
trasformano in battute scherzose e argute, spesso pungenti. Gli aforismi di Igor Righetti,
ideatore e conduttore della trasmissione "Il Comunicattivo" in onda su RadioUno, prendono in
giro fatti, sensazioni e debolezze del vivere quotidiano, colpiscono con allusioni maliziose,
ma bonarie.
Martedì 3 Giugno 2008
Igor Righetti, il "ComuniCattivo": il nipote di Alberto Sordi spiega i linguaggi dei
media su Web
Su Internet si possono ascoltare in podcasting tutte le puntate della prima trasmissione
radiofonica dedicata ai linguaggi della Comunicazione, Il ComuniCattivo.
La conduce da 5 anni su Radio 1 Rai Igor Righetti , nipote di Alberto Sordi, che festeggia
proprio in questi giorni il raggiungimento delle 1300 puntate della sua originale rubrica.
La quinta stagione de Il ComuniCattivo si chiude su Radio 1 Rai il prossimo 29 giugno.
9 Colonne
Giunto al quinto anno consecutivo di programmazione, il ComuniCattivo festeggia le 1300
puntate. La rubrica sui linguaggi della comunicazione è stata creata da Igor Righetti nel
2003, che da allora la conduce su Radio1. In questo lungo periodo, la trasmissione ed il suo
autore hanno ricevuto tanti riconoscimenti.
Al Comunicattivo sono stati assegnati tre premi giornalistici (il premio nazionale "Penna
d'oro", il "Grand prix Città di Alghero" e il premio internazionale Euromediterraneo) per
aver sperimentato un linguaggio moderno dove l'informazione e la cultura vanno di pari
passo con l'ironia e l'intrattenimento.
Sui contenuti della rubrica sono state fatte sette tesi di laurea. Dal "ComuniCattivo" sono
nati due libri ed una striscia settimanale su RaiUno la domenica all'interno di Tg1 libri. Un
terzo volume uscirà a novembre.
Righetti ha inoltre realizzato il primo radio reality, "In radio veritas, la parola alla parola"
Il conduttore sostiene di aver imparato a comunicare dall'illustre prozio Alberto Sordi:
"Vengo definito dalla critica il ‘David Letterman italiano'. Il mio stile di conduzione deriva
dai consigli che mi elargiva il mio prozio Alberto Sordi. Così come del resto ha fatto anche
lui che ha sperimentato tutti i linguaggi della comunicazione".
Il grande comico romano gli ha trasmesso peraltro anche il tarlo della recitazione. Righetti
affianca infatti l'attività di attore alla sua abituale.
Premiato alla 61esima edizione del Festival internazionale del cinema di Salerno come attore
rivelazione dell'anno per la sua interpretazione nella fiction tv "Distretto di polizia 7",
prenderà parte al nuovo film di Pupi Avati "Il tepore del ballo" e alle fiction tv "Distretto di
polizia 8" e "Mio figlio" con Lando Buzzanca per la regia di Luciano Odorisio, prodotto da
Sergio Giussani e Rai fiction.
la Repubblica 26 aprile 2011
Marta, precaria dell'ugola
"La dura vita della Caracallas"
Parla la soprano novarese Calcaterra, star del programma di RadioRai "Il
comunicattivo", che nei giorni scorsi ha svelato la sua vera identità. "Sull'etere rido del
mio personaggio, ma nel mondo reale sono davvero una cantante in cerca di stabilità"
di NICOLA GALLINO
Alla galleria comica dei lavoratori a termine mancava giusto l'artista lirico. Arriva Maria
Caracallas, e il soprano precario è servito. A settembre ha iniziato a raccontare le proprie
disavventure in uno sketch settimanale al "Comunicattivo", la trasmissione che Igor Righetti
conduce dal martedì al venerdì pomeriggio su Radio 1 Rai. In poche puntate ha rubato la
scena. È diventata una star. Migliaia di contatti su Facebook. Ha fatto di tutto per restare in
incognito, ma qualcuno già sospettava: "Ma sei tu? La voce è la tua...". E il 20 aprile ha fatto
coming out. Ha rivelato a tutti chi è: Marta Calcaterra da Novara. E non è una cabarettista. È
un soprano vero. Proprio in questi giorni è al Regio a provare la parte della Fata Turchina nel
"Pinocchio", l'opera per bambini su libretto di Paolo Madron e musica di Pierangelo
Valtinoni, in scena dal 12 maggio e già sold out.
Che fa Maria Caracallas per campare?
"Fa la sirena di chiusura dei cimiteri. La signora del supermercato che annuncia i bambini
smarriti. Canta ninnenanne ai piccoli miliardari: "Bimbo, sei ricco, lo sai. Sei figlio di papà,
avrai Ferrari, casette, bimbette" sull'aria del brindisi della "Rondine" di Puccini. Si presta a far
serenate sulle note del "Don Giovanni" per conto di amiche che vogliono fare le mantenute:
"Deh vieni all'appuntamento". Deve accettare ogni cosa...".
Però l'artista lirico, scritturato oggi qua domani là, è precario per definizione. Non è una
presa in giro dei precari veri?
"All'estero ci sono forme di stabilizzazione anche per i solisti. I Conservatori offrono una
cultura di base a tutti. Poi ci sono istituti d'eccellenza che preparano i futuri interpreti, li
sostengono con borse di studio consistenti, corsi avanzati di lingue. I teatri hanno compagnie
di canto fisse con artisti nazionali. Solo le star di grido sono straniere. La selezione è fatta a
monte, è meritocratica. Qui quando esci dal Conservatorio sei allo sbando. Devi davvero
arrangiarti a fare di tutto. Tournée d'operetta, corsi, concorsi, audizioni, supplenze".
"Castigat ridendo mores", dicevano una volta. Fra una gag e una battuta, Maria non le
manda a dire...
"La lirica è il made in Italy più antico. Nasce nel 1600 e ancora oggi porta la lingua e la
cultura italiana in tutto il mondo. Eppure abbiamo un sistema che non ha saputo evolversi per
valorizzarla in modo adeguato. Sono scomparsi i teatri di provincia dove si poteva fare
gavetta, selezionare le nuove leve. Le audizioni in teatro vengono fatte da manager e quasi
mai da cantanti. Anche per particine si scritturano stranieri. Dovremmo avere il coraggio di
fare una riforma che non si limiti alla gestione o ai finanziamenti, ma coinvolga la
defiscalizzazione e tutto il percorso formativo. Non ha senso avere settanta Conservatori che
forniscono una preparazione uguale per tutti ma al ribasso. E, dall'altra, non abbiamo mai
saputo sviluppare compagnie di canto stabili, a differenza dall'estero dove si fanno decine di
titoli all'anno con spettacoli tutte le sere. Lì si va all'opera come si va al cinema, mentre da noi
il teatro lirico è ancora fatto di produzioni-monstre".
Parla quasi da ministro della cultura. Prima o poi Maria Caracallas finirà di fare la
precaria?
"Dopo avere svelato la mia vera identità abbiamo deciso di far morire Maria e far parlare
Marta senza più il diaframma del personaggio. Sarò io direttamente a intervenire con nuove
situazioni, magari per avvicinare il pubblico del "Comunicattivo" all'opera lirica in pillole. E
comunque sempre per sensibilizzarlo su quanto è difficile fare cultura in Italia".