Osservatorio italiano sulla prevenzione
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Osservatorio italiano sulla prevenzione
osservatorio prevenzione Domenico Lagravinese* e Francesco Calamo Specchia** Osservatorio italiano sulla prevenzione (oip). Conferme sperimentali e prospettive di stabilizzazione 1. Caratteristiche e obiettivi dell’Oip L’iniziativa dell’Osservatorio Italiano sulla Prevenzione (Oip), lanciata nel 2010 dalla Fondazione Smith Kline (Fsk) e dalla Società Italiana di Igiene (Siti), è un’esperienza di costruzione – ampiamente partecipata da parte degli operatori dei Dipartimenti di prevenzione – di strumenti di valutazione qualitativa e di rilevazione quantitativa di tutte le attività di prevenzione svolte nel Servizio sanitario nazionale, da sottoporre poi alla compilazione degli stessi operatori. Obiettivo strategico dell’Oip è contribuire con le sue indagini a realizzare un confronto tra le diverse esperienze e i diversi «mondi» della prevenzione italiana, ponendosi come possibile localizzazione comune e sintesi per le diverse esperienze geografiche e per le differenti appartenenze professionali. La definizione di «che cosa è» e di «che cosa fa» il Dipartimento (oltre che di «che cosa sarebbe auspicabile che fosse e che facesse»), ottenuta analizzando le risposte fornite dagli operatori delle diverse regioni italiane, può portare in tal modo un contributo al disegno di una ipotesi di Dipartimento forte e condivisa, e che in maniera forte e condivisa possa poi essere proposta ai referenti istituzionali e politici del Ssn. Ma per un impegno così «alto», politico ed articolato, allora, non si tratta tanto o solo di attivare un benchmar* Coordinatore del Collegio degli operatori di sanità pubblica (Siti), direttore del Dipartimento di prevenzione e del Servizio di igiene e sanità pubblica della Asl di Bari. * * Professore associato di Igiene, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma. 17 king di modello aziendalistico; non si tratta cioè tanto o solo di pesare e comparare rigidamente quantità, quanto soprattutto di interrogarsi reciprocamente sulla qualità; riaffermando così operativamente, peraltro, anche la convinzione che la salute-qualità non si possa rappresentare in maniera soddisfacente con dati sulla sola quantità-servizio. Per tali fini e in tale ottica è stata disegnata dunque un’iniziativa che sembra presentare alcuni caratteri di originalità; i principali dei quali possono essere schematicamente individuati come segue. 1. Partecipazione degli operatori alla costruzione degli strumenti di rilevazione. Il questionario di valutazione e le griglie di rilevazione utilizzati per l’indagine dell’Oip sono stati messi a punto nel 2010 in tre incontri di macroarea regionale tenutisi a Bologna, Roma e Bari, cui hanno partecipato oltre 100 operatori dei Dipartimenti di prevenzione di tutta Italia [Lagravinese e Calamo Specchia 2010a]. Le domande inserite nel questionario di valutazione, e gli aspetti sui quali le griglie di rilevazione si propongono di raccogliere elementi conoscitivi, derivano quindi tutti dalle sollecitazioni e dalle segnalazioni di tali operatori. 2. Costante «manutenzione» partecipata degli strumenti di rilevazione. Il questionario e le griglie usciti dagli incontri del 2010 sono stati successivamente validati nel 2011 in una prima tornata di rilevazioni, che ha riguardato 23 Dipartimenti di prevenzione (circa il 15% del totale nazionale) distribuiti in 12 Regioni [Lagravinese e Calamo Specchia 2011]. In tale tornata sono stati raccolti, oltre ai risultati delle rilevazioni, anche i pareri e i suggerimenti sugli strumenti di rilevazione provenienti dagli operatori che erano stati sollecitati a considerare questionario e griglie ancora «elastici», e dunque passibili di miglioramento e modifica, e ad inserire formalmente i loro eventuali suggerimenti nello spazio del questionario appositamente dedicato ai commenti liberi. 18 Tali suggerimenti e segnalazioni hanno condotto a migliorare questionario e griglie per la tornata di rilevazioni del 2012 (come rappresentato in dettaglio più avanti, vedi § 2.2); così come i suggerimenti raccolti nella tornata di rilevazioni di quest’anno contribuiranno a modificare questionario e griglie del 2013, e a renderli massimamente idonei ad essere utilizzati in forma stabile nel momento di una auspicabile applicazione formalizzata dell’Oip su tutto il territorio nazionale, terminata la presente fase di avvio e sperimentazione. 3. Stimolo al confronto e all’integrazione tra gli operatori. L’approccio «partecipato» dell’Oip sottolinea fortemente l’opportunità che le risposte fornite a questionario e griglie dai Colleghi dei Dipartimenti siano unitarie e prodotte collegialmente, ossia che rappresentino il frutto di un percorso di interlocuzione e confronto più ampio possibile tra tutte le diverse professionalità e le diverse funzioni presenti nei Dipartimenti (sul modello di una «consensus conference» diffusa); naturalmente nella misura più ampia compatibile con gli oggettivi vincoli organizzativi delle diverse realtà locali. E in realtà ciò è già avvenuto nelle rilevazioni sperimentali del 2011 e del 2012, durante le quali le questioni poste dall’Oip hanno diffusamente costituito il centro di iniziative comunque collettive – anche se ovviamente più o meno partecipate nelle diverse situazioni locali – attraverso le quali gli operatori dipartimentali, variamente interrelandosi, hanno compiuto (spesso per la prima volta) dei veri e propri check comuni delle loro attività. 4. Stimolo alla soggettività autovalutativa degli operatori. Anche in virtù del suo approccio integrato ed unitario, l’Oip potrebbe costituire una importante opportunità per costruire una voce politicamente rilevante di tutti gli operatori italiani della prevenzione, nessuno escluso. Mentre altre iniziative di rilevazione in ambito di prevenzione (ad es. Passi, Okkio, ecc.) indagano la soggettività dei cittadini e degli utenti, l’Oip tende infatti a far 19 emergere – sia nel questionario a ciò specificamente dedicato, ma sia anche nelle griglie, pur dedicate prevalentemente a rilevazioni più oggettive – la soggettività degli operatori dei Dipartimenti di prevenzione, finora meno esplorata, i loro orientamenti e le loro esperienze, le loro sensazioni e le loro aspettative; e a stimolare dunque la loro capacità professionale di valutazione, autovalutazione e riprogettazione delle proprie attività, del proprio contesto di lavoro, ecc. 5. Ampio spazio per le rilevazioni qualitative. Le rilevazioni promosse dall’Oip non si riferiscono tanto o solo a elementi epidemiologici «quantitativi», quali ad esempio i dati oggettivi di servizio (peraltro anch’essi presenti nelle griglie di rilevazione), ma puntano anche ampiamente la loro indagine su aspetti fortemente qualitativi, come ad esempio tutte le valutazioni richieste sia nel questionario (dalla qualità delle relazioni istituzionali del Dipartimento a quella della comunicazione esterna e interna, dalla accettabilità sociale degli interventi di prevenzione alla equità sociale che essi riescono a promuovere, ecc.), sia nella griglia di analisi della legislazione regionale, ecc. 6. Rilevazioni quantitative originali. Gli elementi epidemiologici «quantitativi» desumibili da dati oggettivi di servizio, che come detto sono presenti anch’essi nelle rilevazioni Oip, si riferiscono peraltro nella loro grande maggioranza – per evitare duplicazioni o ripetizioni di altre esperienze di rilevazione passate o in corso – ad aspetti di solito meno indagati in maniera organica: dalle attività di epidemiologia della Asl a tutte le attività preventive svolte nel territorio, dal turnover dirigenziale di Asl e Dipartimento alle dotazioni di risorse strumentali di quest’ultimo, ecc. 7. Analisi riferita a tutto il territorio. L’indagine promossa dall’Oip è mirata sulla prevenzione tutta, e non solo sulle strette pertinenze operative del Dipartimento, perché è ben evidente come gli interventi di prevenzione non si risolvano tutti all’interno del Dipartimento. 20 Conseguentemente, l’Oip appunta la sua attenzione sia sul contesto regionale (legislazione per la prevenzione, ecc.) che di Asl (flussi informativi, attività di epidemiologia, ecc.); e le sue rilevazioni riguardano le attività preventive svolte nei diversi territori, anche al di là delle strette pertinenze dei Dipartimenti. In tal senso, l’Oip stimola gli operatori dipartimentali impegnati nelle rilevazioni a non accontentarsi di uno sguardo autoreferenziale sulla propria organizzazione, ma piuttosto a sviluppare una contezza completa su tutto ciò che accade con valenze preventive non solo nella Asl, ma anche nel territorio in senso lato (ad es. evoluzione produttiva e legislativa, politica e istituzionale, antropologica e sociale, ecc.); costituendo così in qualche modo per essi una occasione di incarnare la propria funzione di referenza culturale – quando non anche direttamente professionale – della prevenzione. 8. Monitoraggio di tutte le attività preventive. L’Oip si propone di rilevare non solo le attività di prevenzione principali e più consuete (come ad esempio alcune vaccinazioni, o alcuni screening, ecc.), e perciò stesso più conosciute e più monitorate. Esso si propone viceversa di rilevare tutte le attività di prevenzione, di qualsiasi segno e natura, messe in opera nel territorio della Asl dal Dipartimento o da qualsivoglia altro referente istituzionale, sanitario o extrasanitario, pubblico e/o privato. Le rilevazioni hanno condotto in tal modo alla segnalazione fin dal 2011 da parte dei Dipartimenti partecipanti di oltre 500 diverse attività preventive, e di circa 1.200 quest’anno. 9. Monitoraggio del contesto in cui tali attività si svolgono. Tali attività vengono nelle rilevazioni dell’Oip peraltro non solo «contate», ma anche seguite lungo tutto il loro iter: dalle conoscenze epidemiologiche su cui esse si basano (registri, studi ad hoc, flussi informativi, ecc.), alle condizioni legislative e organizzative che ne rendono possibile l’attuazione, alle modalità della loro valutazione (di risultato, di salute, di gradimento). 21 Per far ciò la griglia di rilevazione è articolata in cinque ambiti principali, ognuno indagato da una griglia dedicata: a) analisi della legislazione regionale per la prevenzione. b) Analisi delle attività di epidemiologia della Asl. c) Analisi dei flussi informativi istituzionali della Asl. d) Descrizione dell’assetto organizzativo e analisi delle risorse dei Dipartimenti di prevenzione. e) Analisi delle attività preventive della Asl nei differenti settori di intervento. 2. Le rilevazioni del 2012 Dopo la messa a punto teorica del 2010 e le prime rilevazioni del 2011, l’obiettivo operativo principale del lavoro condotto quest’anno dall’Oip è stato il completamento della sua fase sperimentale giungendo a ottenere risultati da almeno un Dipartimento per Regione, al fine di avvicinarsi sempre più ad una piena rappresentatività statistica e «politica» del mondo (o dei mondi) della prevenzione italiana; e di preparare così una propria auspicabile generalizzazione e stabilizzazione, proponendosi ai decisori istituzionali come strumento – certo ancora modulabile e perfettibile – ma già con un suo radicamento e una sua affidabilità. 2.1. I Dipartimenti partecipanti I Dipartimenti di prevenzione censiti dal Ministero della Salute in riferimento alle più aggiornate leggi regionali di organizzazione sanitaria territoriale sono 146. Peraltro, al 31 dicembre 2011 in alcune regioni persistevano di fatto modelli organizzativi precedenti, che portavano i Dipartimenti operanti in sostanziale autonomia al numero di 161; e relativamente a questo numero sono state compiute le indagini dell’Oip. 22 I Dipartimenti che hanno partecipato quest’anno alle rilevazioni dell’Oip sono 60, (ossia il 37% dei 161 Dipartimenti italiani); e precisamente: Agrigento, Aosta, Arezzo, Ascoli, Bari, Barletta-AndriaTrani, Bologna, Bolzano, Brindisi, Caltanissetta, Camerino, Campobasso, Catania, Catanzaro, Città di Castello, Cosenza, Crotone, Empoli, Enna, Fabriano, Fano, Firenze, Foggia, Foligno, Genova, Grosseto, Latina, Lecce, Lucca, Macerata, Massa e Carrara, Medio Friuli, Messina, Napoli 2, Olbia, Palermo, Perugia, Pesaro, Potenza, Prato, Ragusa, Rimini, Roma A, Roma D, Roma E, Roma H, Salerno 1, Salerno 2, Saluzzo, Siracusa, Taranto, Teramo, Terni, Torino, Trapani, Trento, Urbino, Venezia, Verona, Vibo Valentia (fig. a). Quest’anno dunque il numero dei Dipartimenti rispondenti all’indagine dell’Oip si è quasi triplicato rispetto al 2011 (da 23 a 60). Quarantadue dei Dipartimenti hanno partecipato alle rilevazioni per la prima volta quest’anno, e precisamente: Agrigento, Aosta, Arezzo, Bolzano, Caltanissetta, Campobasso, Catania, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Empoli, Enna, Fabriano, Firenze, Foggia, Foligno, Grosseto, Lecce, Massa e Carrara, Messina, Napoli 2, Olbia, Palermo, Perugia, Prato, Ragusa, Rimini, Roma A, Roma D, Roma E, Roma H, Salerno 1, Salerno 2, Saluzzo, Siracusa, Terni, Trapani, Trento, Urbino, Venezia, Verona, Vibo Valentia. Diciotto dei Dipartimenti che hanno partecipato alle rilevazioni di quest’anno erano già tra i partecipanti alle rilevazioni del 2011, e precisamente: Ascoli, Bari, Barletta-Andria-Trani, Bologna, Brindisi, Camerino, Città di Castello, Fano, Genova, Latina, Lucca, Macerata, Medio Friuli, Pesaro, Potenza, Taranto, Teramo, Torino; mentre 5 Dipartimenti tra i partecipanti del 2011 quest’anno non hanno partecipato alle rilevazioni, e precisamente: Alto Friuli, Bassa friulana, Isernia, Matera, Viterbo. Le regioni coperte nel 2012 con la presenza di almeno un Dipartimento sono 19, rispetto alle 12 del 2011. Complessivamente dunque, nelle rilevazioni sperimentali del 2011 e del 2012, hanno partecipato alle rilevazioni 23 2/2 1/1 0/15 1/6 2/21 2/12 2/11 1/5 7/12 7/13 4/4 5/12 1/4 1/3 6/6 3/10 1/2 1/8 4/5 9/9 Fig. a. Oip, rilevazioni sperimentali 2012. Dipartimenti partecipanti. sperimentali dell’Oip 65 differenti Dipartimenti (ossia il 40% dei 161 Dipartimenti italiani), distribuiti in tutte le regioni italiane tranne che in Lombardia (fig. b); la cui costante assenza finora dalle rilevazioni può essere fatta risalire a contrattempi organizzativi che hanno rallentato i chiarimenti circa l’adattabilità del senso e dell’impostazione dell’Oip alla specifica situazione regionale. 24 2/2 1/1 0/15 3/6 2/21 2/12 2/11 1/5 7/12 7/13 4/4 6/12 1/4 2/3 6/6 3/10 2/2 1/8 4/5 9/9 Fig. b. Oip, rilevazioni sperimentali 2011 e 2012. Dipartimenti complessivamente partecipanti. In 6 regioni – Basilicata, Puglia, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta – hanno partecipato alle rilevazioni il 100% dei Dipartimenti; in Calabria hanno partecipato la quasi totalità dei Dipartimenti (ne manca solo 1 su 5), e in altre 4 regioni (Friuli, Toscana, Marche, Molise) hanno partecipato la metà ed oltre dei Dipartimenti. 25 Sommando il numero dei residenti nel territorio dei 65 Dipartimenti partecipanti complessivamente all’Oip si arriva a oltre 24,5 milioni di cittadini, ossia il 40% dei 60,8 milioni di cittadini italiani. Questi dati possono dunque autorizzare nel loro complesso a considerare conclusa in maniera soddisfacente la fase sperimentale iniziale dell’Oip, e possono costituire una base sufficientemente rappresentativa per lo sviluppo delle sue attività su tutto il territorio nazionale. 2.2. Le modifiche agli strumenti di rilevazione Gli strumenti di indagine dell’Oip, questionario di valutazione e griglie di rilevazione (molto dettagliatamente illustrati nelle già segnalate edizioni 2010 e 2011 del Rapporto prevenzione, alle quali dunque – per evitare ridondanze nel presente scritto – si rimanda per eventuali approfondimenti), sono sinteticamente rappresentati nella tabella a. Qui occorre però segnalare almeno le più significative tra le modifiche intercorse nella edizione 2012 di questionario e griglie, che sono derivate dai pareri e dai suggerimenti informali e formali (questi ultimi tratti dall’apposito spazio previsto nel questionario) raccolti nelle rilevazioni del 2011. 2.2.1. Questionario di valutazione Nella parte I del questionario di valutazione è stata introdotta la correzione anticipata nella scorsa edizione del Rapporto prevenzione riguardo ai verbi di richiesta utilizzati nelle domande («come giudica...», «come valuta...», «aggiunga...»), che sono stati passati dal singolare al plurale («come giudicate...», «come valutate...», «aggiungete...»), al fine di rappresentare ancora meglio la necessità che le risposte vengano fornite dopo l’interlocuzione più ampia possibile tra gli operatori. 26 • Relazioni formali e rapporti informali con Regione, Asl, Unità di epidemiologia, Mmg e Pls, altri referenti istituzionali extra Asl • Necessità, situazione attuale e stile della comunicazione esterna e interna • Ritorni comunicativi dalla Asl • Controlli di qualità • Progetti autonomi e con finanziatori esterni, commerciali e istituzionali • Turnover dirigenziale Asl e Dipartimento • Età media, rapporto di lavoro e motivazione degli operatori • Promozione dell’equità sociale negli interventi Questionario, parte I Dipartimento nel suo complesso Questionario, parte III Aree del Dipartimento e Dipartimento nel suo complesso Griglie • Sensibilità sociale (attesa/richie- • Punti forti e punti deboli • Analisi della legislazione regioste) verso gli interventi • Considerazioni e commenti li- nale più influente sulla preven• Accettabilità sociale (gradimen- beri zione to) verso gli interventi • Analisi delle attività di epide• Rilevanza epidemiologica degli miologia della Asl interventi • Analisi dei flussi informativi • Qualità degli interventi della Asl • Efficacia degli interventi • Descrizione degli assetti • Efficienza degli interventi dell’organizzazione e analisi delle • Qualità della comunicazione risorse dei Dipartimenti (persoesterna nale, strutture, strumenti, finan• Necessità di approfondimenti ziamenti) epidemiologici • Analisi delle attività preventive della Asl nei differenti settori di • Necessità di aggiornamenti teorici intervento, e della loro preparae operativi, e loro ambiti e argomenzione (studi epidemiologici ad ti hoc e indicazione di obiettivi di salute) e valutazione (di risultato, di salute, di gradimento) Questionario, parte II Aree del Dipartimento Tab. a. Questionario di valutazione e griglie di rilevazione, schema degli ambiti e argomenti Per ottenere però un’ancora maggiore chiarezza circa l’origine delle risposte, è stato anche inserito un foglio iniziale nel quale si chiedono notizie sulle modalità seguite nel fornirle, che vanno da una decisionalità esclusiva del Direttore del Dipartimento al coinvolgimento generale di tutti gli operatori. È stata inoltre diffusamente emendata l’aggettivazione presente nelle caselle di risposta, rendendola più propria a rappresentare i gradi di risposta alle diverse domande; ad esempio, nelle possibilità di risposta alla domanda sullo stile di comunicazione all’interno del Dipartimento, l’aggettivo «assente» è stato sostituito con la dizione «gravi difficoltà comunicative», essendo oggettivamente difficile riscontrare una totale assenza di comunicazione. Peraltro, inserendo la categoria centrale «=», si è passati per tutte le domande da una gradazione a quattro a una gradazione a cinque caselle nelle risposte, («– –», «–», «=», «+», «+ +»). È stata infine soppressa la domanda sulla presenza di un Laboratorio di sanità pubblica (peraltro facilmente desumibile dagli organigrammi istituzionali delle diverse Sanità pubbliche regionali), mentre sono state inserite domande su: • presenza e qualità di ritorni comunicativi dalla Asl verso il Dipartimento; • tipologia dei soggetti da cui arrivano al Dipartimento eventuali finanziamenti (altre istituzioni o aziende commerciali); • reale allocazione degli operatori secondo le proprie vocazioni (elemento non irrilevante nel clima organizzativo e nelle performances professionali); • valutazioni di eticità degli interventi, intesa non tanto e non solo in riferimento alle evidenti e ben note caratteristiche intrinsecamente favorevoli che la prevenzione mostra in tema (capacità anticipatoria, non selezione degli utenti, ecc.), quanto in termini di capacità del Dipartimento di promozione dell’equità sociale con i propri interventi preventivi [Guberti 2012]. 28 Nella parte II del questionario di valutazione, alle aree di attività dipartimentale identificate nel 2010 con gli operatori negli incontri di Bologna-Roma-Bari è stata aggiunta l’area «medicina legale», presente in alcune regioni e richiesta dagli operatori coinvolti; mentre l’area «salute in ambiente di vita e di lavoro» è stata più specificamente ridenominata «salute in ambiente di lavoro», essendo già compresa l’area «ambiente di vita» in quella dedicata a «ambiente e salute». Sono state infine lievemente riformulate le domande circa attenzione prestata e gradimento mostrato agli interventi del Dipartimento da parte dell’opinione pubblica, per chiarire ancora meglio che essi possono non convergere; ed è stata aggiunta una domanda sui temi e argomenti più urgenti e sentiti dagli operatori per la formazione/aggiornamento nelle diverse aree di attività dipartimentale. 2.2.2. Griglie di rilevazione Nella griglia dedicata alla legislazione regionale è stato richiesto di indicare un numero di leggi non superiore a tre, sulla scorta del numero medio di leggi segnalate dai Dipartimenti partecipanti alle rilevazioni del 2011. Nella griglia del 2011 veniva peraltro richiesto di indicare per ogni legge segnalata una serie di punti qualificanti, e di ognuno di tali punti – oltre che della legge in toto – veniva richiesto altresì di valutare se fossero stati effettivamente applicati, e se avessero sortito degli effetti. Tali domande di valutazione «fine», probabilmente troppo di dettaglio, e che hanno trovato nella tornata di rilevazioni dello scorso anno risposte scarse e scarsamente interpretabili, sono state semplificate nella edizione 2012 della griglia. Nel 2013 andrà anche richiesto di esprimere esplicitamente l’argomento di ogni legge segnalata, quest’anno talvolta non indicato. Nella griglia dedicata ai flussi informativi della Asl, la legge 30 luglio 2010 n. 122 di conversione con modifica29 zioni del d.l. 78/2010, che prevede l’attribuzione all’Inail delle funzioni già svolte dall’Ispesl, ha reso superflua la presenza di quest’ultimo; mentre vi è stato aggiunto il Ministero della Salute, sulla scorta delle segnalazioni giunte nel 2011. Nella griglia dedicata alle attività preventive nel territorio, infine, è stata eliminata la domanda sulla numerosità di cittadini coinvolti nelle differenti attività preventive, cui erano state fornite nel 2011 risposte non complete e talora inattendibili. Inoltre, è stata prevista esplicitamente la possibilità che, per attività svolte in collaborazione tra servizi, i soggetti organizzativi responsabili possano essere più d’uno; ridefinendo dunque la categoria di rilevazione come «soggetti organizzativi responsabili o collaboranti». Alle aree di ambito lavorativo ne è stata aggiunta una su «ritmi, organizzazione e interrelazioni sul luogo di lavoro», che possono essere patogeni in sé, al di là di possibili malattie professionali, incidenti o mobbing. Infine, nell’area screening gli interventi segnalati nel 2011 – a parte una segnalazione di screening antitubercolare – riguardavano prevalentemente i tumori della mammella, della cervice uterina e del colon-retto, cui sono già dedicate delle aree di rilevazione specifiche. Nella griglia di quest’anno l’area screening è stata dunque ridenominata come area «screening non oncologici». 2.2.3. Future modifiche degli strumenti di indagine Come facilmente rilevabile (cfr. supra, 2.2.2), le modifiche intercorse agli strumenti di indagine dal 2011 al 2012 non sono di natura o rilevanza tale da impedire confronti tra i dati rilevati. Del resto, la piena comparabilità dei dati (che permangono anche quest’anno, è bene ribadirlo con chiarezza, non rappresentativi dal punto di vista statistico) non è ancora un obiettivo dell’Oip; le rilevazioni del 2012 non sono 30 pensate tanto per compararle a quelle del 2011, o per ricavarne più che indicazioni generiche di tendenza, quanto per ottenere un ancor migliore testaggio «in campo» degli strumenti di indagine, e per allargare il bacino di ascolto e di influenza dell’Oip a tutte le regioni italiane. Ovviamente, nel momento in cui – come è auspicabile – l’Oip dovesse assumere le caratteristiche di rilevazione consolidata, a copertura nazionale completa e magari a connotazione in qualche modo istituzionale, le esperienze di questi due anni sarebbero preziose per configurare nella migliore delle maniere strumenti di indagine che poi potrebbero rimanere sostanzialmente stabili. Anche le rilevazioni di quest’anno hanno dunque prodotto una serie di suggestioni e indicazioni che contribui ranno a migliorare ancora questionario e griglie per il prossimo anno. Si può accennare fin d’ora ad alcune di tali modifiche. Potrebbe ad esempio essere utile, per migliorare la confrontabilità delle rilevazioni tra i diversi Dipartimenti, inserire domande sui tempi medi di percorribilità dei tronchi stradali, o sul numero dei Comuni serviti, ecc.; e rilevare le differenze di ruolo e compiti nelle diverse regioni per assistenti sanitari, infermieri, tecnici della prevenzione; mentre si potrebbero anche analizzare più approfonditamente le relazioni con ospedale e distretto, e si potrebbero studiare i modi per l’inserimento di una rilevazione della presenza della salute in tutte le politiche (cfr. infra, 4.2.1). Nella pagina iniziale dell’indagine andranno forse ancor meglio chiariti i termini «articolazione organizzativa di appartenenza», «profilo professionale», «ruolo istituzionale» – che anche quest’anno sembrano aver ingenerato qualche piccola incertezza – magari configurandoli come domande a risposta chiusa. Nella parte I del questionario andrà evidenziata la possibile presenza di progetti dipartimentali a finanziamento misto (sia interno che esterno al sistema RegioneAsl), e chiarito il termine «referente» (cfr. infra, par. 31 3.1.1); mentre nella parte II si potrebbe ridisegnare ancora più puntualmente l’articolazione delle aree, con una rinnovata e più articolata interlocuzione con i Colleghi di altre professionalità oltre quella igienistica. Nelle griglie, si potrebbero studiare i modi per un incrocio delle evidenze contenute nei risultati a proposito di risorse (griglia 3) e di attività (griglia 5). Quanto alle risorse, si potrebbe evidenziare l’articolazione del personale tra dirigenza e comparto; e andrà chiarito il termine «struttura» (cfr. infra, par. 3.2.4). Quanto alle risorse finanziarie, andrà forse orientata esclusivamente o prevalentemente la valutazione su aspetti di processo quali i modelli di conferimento delle risorse finanziarie, o il processo e le dinamiche di budgeting (origine del budget – regione, Asl, ecc. –, tempi, formalità o sostanzialità della negoziazione, modalità di reportistica e controllo di gestione, ecc.). Si è infatti tentato anche quest’anno di ottenere una rilevazione accurata dei finanziamenti; ma anche quest’anno un’analisi di dettaglio monetario si è mostrata francamente complicata, in relazione ai dati prodotti dai Dipartimenti, carenti (40 su 60 i non rispondenti), complessivamente molto incompleti (17 dei 20 rimanenti hanno riempito solo una o due caselle, e 1 ha fornito solo dati parziali) e dunque non confrontabili. Nella griglia dedicata alle attività, potrebbe essere forse opportuno aggiungere alle valutazioni di contesto una domanda sulla attuazione di valutazioni Ebp per ogni intervento attuato (cfr. infra, par. 4.2.10). Andrà probabilmente inserita anche un’area relativa all’assistenza alle imprese (sportelli attività produttive, ecc.), e di sicuro andranno mantenute le due – sicurezza alimentare e sanità veterinaria – emerse dalle rilevazioni di quest’anno (cfr. infra, par. 3.2.5); mentre più in generale potrebbe essere opportuna una riflessione sulla compresenza di aree di attività e di aree di ambito. Nella griglia dedicata alla legislazione, infine, come detto, occorrerà far esplicitare l’argomento di ogni legge segnalata (cfr. supra, par. 2.2.2). 32 3. I risultati Nel presente capitolo vengono riassunte le risposte ottenute alle domande contenute nel questionario e nelle griglie. Per uno sguardo più analitico, si rimanda alle tabelle e alle figure – raggruppate in 11 allegati e riportate in appendice al testo – qui di seguito volta per volta richiamate con indicazioni a più cifre (in cui la prima si riferisce all’allegato nel quale sono contenute, e le successive al numero progressivo della tabella o della figura). Tabelle e figure riportano nel più ampio dettaglio possibile tutte le valutazioni inviate dai 60 Dipartimenti partecipanti quest’anno alle rilevazioni; esse contribuiscono ad una conoscenza più completa del comune sentire dei Dipartimenti, e costituiscono peraltro un seppur infinitesimo «diritto di tribuna» per i loro operatori, che non è l’ultimo tra gli scopi dell’Oip. Peraltro, leggendo analiticamente tutte le segnalazioni giunte dai Dipartimenti – dai tavoli di collaborazione attivati agli argomenti di aggiornamento suggeriti, dai punti forti e deboli individuati alle attività effettuate, dalle proposte legislative ai commenti liberi – si può in qualche modo ottenere una sorta di «guida» alle pratiche preventive correnti sul territorio, ai loro problemi e ai loro possibili miglioramenti; e ciò costituisce uno dei motivi della scelta di riportare in maniera sostanzialmente fedele nelle tabelle tutte le segnalazioni così come sono giunte, senza eccessivi accorpamenti o semplificazioni. 3.1. Questionario Nello spazio iniziale dedicato ai dati personali del responsabile della compilazione del questionario (tab. 1.0, punto a), in un caso non è stato indicato alcun dato, e in un caso è stato segnalato come compilatore un gruppo multiprofessionale e multiruolo. 33 Per i restanti 58 questionari, i compilatori – la cui età media è di oltre 57 anni (solo uno tra i 30 e i 40 anni, e solo tre tra i 40 e i 50) – appartengono tutti al Dipartimento (42 direttori e 12 responsabili di unità semplici o complesse), tranne 3 appartenenti all’Unità di epidemiologia extra-dipartimentale e 1 dipendente Asl non meglio specificato; e sono tutti medici (tra cui 31 si sono qualificati come igienisti – di cui 2 anche epidemiologi; 8 come medici del lavoro – di cui 2 anche igienisti; 2 come medici legali – di cui 1 anche medico del lavoro), tranne 2 veterinari, 1 sociologo ed epidemiologo, 1 biologo, 1 dottore in scienze per le professioni sanitarie della prevenzione. Questi dati sembrano confermare nel loro complesso quel certo sbilanciamento delle rilevazioni Oip verso un’ottica igienistica già rilevato lo scorso anno; come però è del tutto naturale, considerando sia l’origine dell’indagine, sia anche la prevalenza degli igienisti nel ruolo di Direttore di Dipartimento; ma come andrà in qualche modo ulteriormente riequilibrato, se si vuole spingere sempre più l’Oip verso una rappresentatività universale del mondo della prevenzione italiana in tutti i suoi ruoli e in tutti i suoi profili professionali. Quanto poi alle modalità di compilazione seguite (tab. 1.0, punto b), sembra di poter dire che l’esigenza segnalata di fornire le risposte a questionario e griglia come frutto di un’ampia consultazione interna sia stata rispettata. Le modalità consigliate di raccolta delle risposte («tutti i responsabili dei servizi» e «gruppo di lavoro ad hoc») hanno raccolto infatti i due terzi delle segnalazioni. In un caso il questionario è stato compilato inserendo in ognuna delle cinque caselle dedicate a ogni risposta il numero degli operatori del Dipartimento partecipanti alla rilevazione che consentiva con essa. In sede di elaborazione dei risultati è stata considerata come risposta del Dipartimento quella segnalata per ogni domanda nella casella con più consensi; ma questo metodo sembra poco accettabile, perché elimina la ricerca del consenso tra gli operatori dipartimentali, che è uno degli obiettivi principali dell’Oip. 34 3.1.1. Prima sezione Negli spazi del questionario dedicati alle domande, anche nel 2012 – come lo scorso anno – solo poche risposte sono lasciate in bianco, e solo in pochi casi si ripetono le risposte in colonna, che potrebbero far pensare a un livello di compilazione affrettato e non particolarmente accurato; mentre nella stragrande maggioranza dei casi le valutazioni sono articolate nella varietà completa delle risposte possibili. Dall’analisi delle risposte fornite alle undici domande della prima sezione del questionario, si rileva innanzitutto (tab. 1.1) una ottima relazione funzionale con l’Unità di epidemiologia, ed una relazione insoddisfacente con medici di medicina generale e pediatri di base; mentre, come lo scorso anno, le relazioni con il livello regionale sembrano lievemente migliori di quelle con il livello aziendale. La necessità di comunicazione (tab. 1.2) è molto fortemente sentita nei Dipartimenti, ancor più dei livelli già alti del 2011: questo è infatti l’ambito per cui si raggiungono nel questionario le segnalazioni più basse per le risposte negative (nessun «nulla» e solo 3 «scarsa» alle tre domande), e le segnalazioni più numerose nelle caselle «alta» e «molto alta» (oltre il 75% delle risposte per la comunicazione verso la popolazione generale e per la comunicazione verso i referenti intra-Asl, e circa il 70% per la comunicazione verso gli altri referenti istituzionali). Lo stile di comunicazione (tab. 1.3) nel Dipartimento è ritenuto anche quest’anno nella stragrande maggioranza dei casi di coordinamento funzionale, con 5 sole segnalazioni di relazionalità profonda ed empatica (in 1 caso limitata al personale femminile) e 6 complessivamente di difficoltà relazionali o stile gerarchico. I ritorni comunicativi dalla Asl verso il Dipartimento (tab. 1.4) sono giudicati meno che sufficienti dal 40% dei rispondenti, e solo sufficienti da un altro 35%. Per i tavoli formali di relazione del Dipartimento con altri referenti istituzionali intra- ed extra-Asl (tab. 1.5) 35 sono stati segnalati un ampio ventaglio di referenti e di argomenti. Si è registrato però in alcuni casi un equivoco circa il termine referente, che alcuni tra i Dipartimenti rispondenti hanno interpretato come «singolo operatore dipartimentale che si occupa dello specifico intervento», mentre va correttamente inteso come «soggetto organizzativo esterno, referente istituzionale del Dipartimento per l’intervento». Dalle risposte risulta comunque una prevalenza tra i referenti della Regione, del Comune, della Provincia, dell’Arpa, dell’Oer, dell’Izs, dell’Unità di epidemiologia e del Distretto; mentre tra gli argomenti prevalgono le vaccinazioni, la sicurezza del lavoro, la programmazione e organizzazione sanitaria, la promozione della salute, la sorveglianza delle strutture sanitarie, gli screening oncologici e la sicurezza alimentare. Un sistema autonomo per la gestione della qualità modello Iso9000 è segnalato attivo solo in 13 Dipartimenti sui 51 rispondenti, in 6 dei quali è oltretutto limitato a particolari servizi o settori; peraltro, i 9 non rispondenti alla domanda possono forse essere considerati anch’essi, senza eccessive forzature, come risposte negative. Tra i progetti dei Dipartimenti (tab. 1.6), da oltre l’80% dei rispondenti arriva una segnalazione di 3 o più progetti autonomi attivati, e di almeno 1 con finanziatore istituzionale; mentre i progetti con finanziatori commerciali sono presenti solo in 7 Dipartimenti. Il Direttore del Dipartimento (tab. 1.7) è in carica in media da 7 anni e 1 mese, mentre il Direttore generale Asl lo è in media da 2 anni e 3 mesi. L’età media degli operatori del Dipartimento (tab. 1.8) è stimata da poco più di metà dei rispondenti tra i 40 e i 50 anni, e dal resto oltre i 50; mentre la percentuale di operatori non stabili (tab. 1.9) viene stimata nella grande maggioranza dei casi sotto il 5%. Peraltro, va sottolineato che un Dipartimento ne segnala una percentuale superiore al 25%, ed un altro una superiore al 10%; e che aumenta rispetto allo scorso anno la percentuale di segnala36 zioni di presenze non stabili superiori al 5% (quest’anno un terzo delle segnalazioni totali). La corrispondenza tra le vocazioni degli operatori e la loro reale allocazione in ruoli e attività (tab. 1.10) è ritenuta largamente soddisfacente; mentre la capacità del Dipartimento di promuovere l’equità sociale con i propri interventi preventivi (tab. 1.11) sembra solo sufficiente o scarsa a circa il 70% dei rispondenti. 3.1.2. Seconda e terza sezione Anche dalle risposte alla seconda e alla terza sezione del questionario risulta in generale una sensibile e diffusa positività. Tale positività riguarda nello specifico: • la sensibilità sociale (fig. 2.1), intesa come attesa/ richiesta/livello di attenzione prestato dall’opinione pubblica agli interventi; • l’accettabilità sociale (fig. 2.2), intesa come gradimento dell’opinione pubblica agli stessi; • la rilevanza (fig. 2.3), intesa come entità e importanza del danno di salute prevenibile, in base ai dati epidemiologici; • la qualità (fig. 2.4), intesa come adeguatezza a standard scientifico/normativi; • l’efficacia (fig. 2.5), intesa come capacità di risposta ai bisogni di salute/prevenzione desumibili dagli obiettivi di budget); • l’efficienza (fig. 2.6), intesa come capacità di utilizzo delle risorse rispetto al budget aziendale assegnato. Fa eccezione invece la qualità della comunicazione esterna (fig. 3.1), per la quale come lo scorso anno si riscontrano i più ampi e diffusi livelli di negatività (è l’unica risposta con valutazioni di «scarsa» e «insufficiente» presenti in tutte le aree), in particolare per Mcd e screening. La necessità di approfondimenti epidemiologici (fig. 3.2) e la necessità di aggiornamenti (fig. 3.3) sono consi37 derate diffusamente di alto livello, come si era verificato l’anno scorso. Proprio in considerazione di questo, si è inserita quest’anno una domanda circa gli argomenti che potrebbero costituire auspicabili temi di aggiornamento/formazione nelle diverse aree (richiedendo di segnalarne al massimo 3 per area). Sono giunte 805 segnalazioni da 49 Dipartimenti (in media 16 per Dipartimento), massimamente numerose nelle aree igiene pubblica, igiene degli alimenti, e salute in ambienti di lavoro (tab. 3.2). Due dei rispondenti hanno peraltro scelto di evidenziare anche un’area Medicina sportiva. Tali segnalazioni riportano sia argomenti trasversali alle diverse aree – e precisamente: comunicazione, formazione, epidemiologia, informatica, organizzazione, normativa, vigilanza-controllo-tecniche operative – sia argomenti specifici di ogni area. Tra i primi, il più ampio risalto è mostrato di gran lunga dalla comunicazione, seguita dall’epidemiologia; mentre tra i secondi assume una particolare evidenza nell’area igiene pubblica il tema delle vaccinazioni. Il dettaglio delle segnalazioni è riportato nella tabella 3.1 (3.1.1-3.1.10); e si può forse affermare, senza enfasi, che tale pur rudimentale ma estesa analisi dei bisogni formativi identifica un ventaglio abbastanza esaustivo e particolareggiato dei possibili interventi di aggiornamento richiesti nel territorio; ossia una sorta di guida alle priorità – o se non altro una utile indicazione – nella scelta degli argomenti per chi volesse attivarli. 3.1.3. Punti forti e punti deboli In 53 questionari sono giunte complessivamente 988 segnalazioni di punti deboli e punti forti per tutte le diverse aree di intervento, e 287 segnalazioni per il Dipartimento nel suo complesso; con un totale dunque di 1.275 segnalazioni. 38 Per ogni area erano richieste non più di 3 segnalazioni. Un’analisi degli argomenti di tali segnalazioni ha portato a suddividerli in venti categorie, individuate come riportato nella tabella b. a) Tra le aree di attività del Dipartimento, il massimo delle segnalazioni riguarda l’igiene degli alimenti, seguita dall’igiene pubblica; mentre registrano una prevalenza di punti forti soprattutto medicina legale, igiene pubblica e sanità veterinaria, e di punti deboli soprattutto igiene degli alimenti, ambiente e salute, e prevenzione delle Mcd e screening (tab. 4.4). Tra i punti forti di tutte le aree, quelli maggiormente segnalati riguardano di gran lunga gli operatori (al primo posto in tutte le aree, e al secondo nell’area di sanità veterinaria), seguiti dalle prestazioni (al primo posto nell’area sanità veterinaria, e al secondo in igiene pubblica e in medicina legale), dall’integrazione (al secondo posto nelle aree igiene della nutrizione, prevenzione delle Mcd e screening, sanità veterinaria), dalle attività (al secondo posto nelle aree igiene degli alimenti, e salute in ambienti di lavoro), e dall’organizzazione (al secondo posto nelle aree educazione alla salute, e ambiente e salute). Si segnala con particolare evidenza il tema delle vaccinazioni, sia in igiene pubblica che in sanità veterinaria. Tra i punti deboli di tutte le aree, quelli maggiormente segnalati riguardano di gran lunga le risorse (al primo posto in tutte le aree, e al secondo nell’area di medicina legale), seguiti dall’integrazione (al secondo nelle aree igiene degli alimenti, igiene della nutrizione, ambiente e salute, sanità veterinaria), dal contesto intra- ed extra-aziendale (al secondo posto nelle aree igiene pubblica, prevenzione delle Mcd e screening, salute in ambienti di lavoro), dalla formazione (seconda nell’area educazione alla salute), e da clima e da prestazioni (secondi nell’area igiene della nutrizione). La burocratizzazione è al primo posto tra i punti deboli nell’area medicina legale. Una analisi sinottica delle segnalazioni dei punti deboli e dei punti forti per tutte le aree si ritrova nella ta39 Tab. b. argomenti per le diverse aree Pf 1 vaccinazioni 2 risorse 3 contesto intra ed extra-aziendale 4 Clima 5 6 operatori Integrazione 7 Organizzazione 8 epidemiologia 9 valutazione 10 attività 11 prestazioni 12 natura dell’intervento 13 burocratizzazione 14 informatizzazione 15 comunicazione/ informazione 16 educazione alla salute 17 formazione 18 normativa effettuazione e organizzazione di interventi di somministrazione, formazione, eas, ecc. personale, strumentazioni, strutture, budget, finanziamenti per la formazione, ecc. assetti culturali, ambientali, istituzionali, politici, del territorio e dell’azienda attitudini, atteggiamento o «cultura» negli operatori e nell’organizzazione motivazione e professionalità Capacità del Dipartimento di attivare relazioni istituzionali e funzionali stabili con altri referenti organizzativi intraed extra-Asl Modalità e protocolli nella fornitura dei servizi indagini ad hoc e sistemi di rilevazione dati verifica dei risultati degli interventi tipologie delle attività praticate interventi garantiti, al netto degli assetti organizzativi o della dotazione di risorse caratteristiche intrinseche degli interventi attivati attitudine a privilegiare le forme normative rispetto alla sostanza operativa presenza di sistemi automatizzati di gestione di dati e informazioni apertura di canali relazionali interni ed esterni e pubblicizzazione di dati e informazioni educazione alla salute, promozione della salute iniziative o corsi di aggiornamento o formazione interni ed esterni al Dipartimento aspetti legislativi e normativi Pd per il Dipartimento nel suo complesso Pf Pd Tab. b. (segue) argomenti per le diverse aree Pf Pd per il Dipartimento nel suo complesso Pf Pd 19 punti forti e pun- interventi o servizi reputati ti deboli locali nello specifico Dipartimento particolarmente positivi o negativi 20 assenza esclusione di una specifica area di intervento dalle competenze del Dipartimento N.B.: Le celle in grigio indicano l’assenza di segnalazioni. bella 4.2; scorrendola è possibile identificare per ogni area la natura degli argomenti prevalentemente segnalati in ogni categoria, peraltro articolati in una trama di rimandi che sembra evidenziare un nucleo abbastanza compatto di pur embrionale «comune sentire» degli operatori dipartimentali. • Per le vaccinazioni, viene sottolineata l’organizzazione di campagne quale punto forte; e la mancanza di copertura degli operatori, di una anagrafe vaccinale e di ritorni dei dati sulle vaccinazioni effettuate quali punti deboli. • Per le risorse, ovviamente snodo centrale di ogni discorso sui Dipartimenti, le segnalazioni di punti deboli riguardano, oltre la carenza generale (di strutture, di strumentazioni, di finanziamenti e soprattutto di personale – in particolare specialistico, e generalmente ad alto turnover), anche la loro disomogeneità distributiva sul territorio e tra i vari servizi, e la carenza di risorse per la formazione; mentre l’importanza della questione risorse è sottolineata dall’inserimento della dotazione di risorse adeguate (finanziamenti regionali, personale specialistico e multiprofessionale, strumentazioni) quale punto forte del Dipartimento. 41 • Per il contesto intra- ed extra-aziendale, punto forte è considerato il riconoscimento sociale (per cui sono fondamentali le strategie comunicative esterne, delle quali anche viene segnalata la crucialità, cfr. infra, comunicazione), e punti deboli i riconoscimenti politici (che al riconoscimento sociale sono in qualche modo collegati), oltre ad alcune configurazioni fisico-orografiche territoriali (vastità o difficile percorribilità). Va rimarcato che sono segnalati tra i punti deboli il lavoro nero, gli interessi economici, le importazioni clandestine; il che testimonia di uno sguardo del Dipartimento aperto e attento sul sociale e sulle sue implicazioni sanitarie (sguardo una cui mancanza è peraltro esplicitamente segnalata come punto debole, cfr. infra, prestazioni). • Per il clima, punto forte è ritenuta la collaboratività e la disponibilità al cambiamento, e punto debole il loro contrario; il che richiama evidentemente ad una richiesta forte di integrazione (cfr. infra). • Per gli operatori, oltre ai punti forti molto diffusamente segnalati e costituiti da professionalità e motivazione, altro punto forte è ritenuta la multiprofessionalità (segnalata anche come punto forte tra le risorse, cfr. supra, 3.1.1). Ulteriori punti forti sono il radicamento sul territorio e la stabilità dell’organico (della quale invece è riscontrabile qualche iniziale segnalazione di carenza riferendosi alla tabella 1.9, che reca le risposte alla specifica domanda). I punti deboli indicati sono la mancanza di aggiornamento (che trova riscontro nella segnalazione di una diffusa scarsa qualità della formazione, cfr. infra) e l’alta mobilità del personale (segnalata anche tra i punti deboli delle risorse, cfr. supra). • Per l’integrazione, che percorre davvero come un fondamentale filo rosso e una aspirazione condivisa tutto il sentire collettivo degli operatori dei Dipartimenti, punti forti sono considerati l’integrazione tra i servizi veterinari, dei servizi veterinari con quelli che si occupano di alimenti e alimentazione, e tra operatori dipartimentali e Mmg, Pls, clinici; oltre che l’integrazione del Dipartimento al suo esterno con le altre articolazioni del Ssn, 42 con una lunga serie di enti e istituzioni, e con tutte le istanze collettive presenti nel territorio (associazionismo civile, sindacale, politico, professionale, di categoria, ecc.). Punti deboli sono costituiti evidentemente dalle dinamiche opposte. • Per l’organizzazione, punto forte diffusamente segnalato è anzitutto la programmazione; e poi anche il coordinamento, la valutazione (cfr. infra), il lavoro in rete (cfr. supra, integrazione), l’audit; mentre i loro contrari rappresentano ovviamente dei punti deboli. • Per l’epidemiologia, le criticità in positivo e in negativo riguardano prevalentemente la valutazione del rischio, e poi anche le indagini ad hoc, e i registri di popolazione (Recam, Registro tumori); mentre per la valutazione le criticità sono costituite dalla diffusione delle pratiche di Ebp ed Ebe. • Per le attività, non sono segnalati punti deboli, e i punti forti sono costituiti dalle pratiche di vigilanza e controllo, mirate sui contesti specifici di ogni area. Interessanti le segnalazioni concernenti la rilevanza delle campagne mediatiche a supporto o in concomitanza di tali pratiche: esse testimoniano la consapevolezza di quanto vigilanza e controllo debbano oggi costituirsi sempre più come imperdibili occasioni di relazione comunicativa e educativa, informativa e promozionale. • Per le prestazioni, vengono segnalate tra i punti forti rapidità, capillarità, continuatività oraria, qualità degli interventi, insieme con la flessibilità e la capacità di risposta degli operatori (anche segnalata come punto forte delle variabili locali – cfr. infra) e con la loro capacità di radicare collegamenti e riconoscibilità nel territorio (cfr. supra, operatori); mentre tra i punti deboli sono indicati il basso impatto epidemiologico, i tempi lunghi di accesso ai servizi e di risposta, la scarsa attenzione ai determinanti non sanitari di malattia (cfr. supra, contesto intra- ed extra-aziendale). • Per la natura dell’intervento, la rilevante potenzialità preventiva e di salute di alcuni interventi costituisce un punto forte, mentre la vastità del sapere esperto che altri 43 interventi richiedono, e la difficoltà in generale a modificare gli stili di vita in senso salutare costituiscono punti deboli. • La burocratizzazione è naturalmente considerata solo un punto debole, in quanto introduce nelle attività elementi di formalismo autoreferenziale, orienta più alla repressione che alla prevenzione, produce scarse ricadute sanitarie, e spesso si riferisce a leggi obsolete. • Per l’informatizzazione, le criticità sono diffusamente segnalate in positivo in riferimento alla presenza di un sistema informativo-gestionale automatizzato; mentre in negativo riguardano prevalentemente la carenza di anagrafi sanitarie informatiche. • Per la comunicazione, anch’essa leit-motiv ricorrente e cruciale nelle riflessioni degli operatori dipartimentali, la criticità assoluta segnalata in positivo e in negativo è costituita dalla comunicazione esterna (cfr. supra, par. 3.1.2), con una stigmatizzazione per l’assenza di ritorno dei dati epidemiologici (analogamente a quanto segnalato per i dati vaccinali, cfr. supra, vaccinazioni); e per la educazione alla salute dalle iniziative e campagne educative e dal counselling. • Per la formazione viene segnalata in positivo la presenza di formazione continua, e in negativo, oltre alla già segnalata carenza di risorse (cfr. supra), una diffusa scarsa qualità (cfr. supra, operatori) ed una natura eccessivamente commerciale sia dei contenuti didattici sia degli organismi ed enti che implementano i corsi. • Per la normativa, viene considerata un punto forte una legislazione aggiornata, e complessivamente anche quella vigente; mentre punto debole è ritenuta la complicazione eccessiva delle norme. Da rimarcare la presenza tra i punti forti dell’obbligatorietà della prevenzione; sicuramente facilitatrice, ma forse strumento di minore consolidamento e consapevolizzazione rispetto ad esempio a strategie comunicative e formative più profonde. • Per le variabili locali, infine, vengono considerati punti forti la capacità di problem solving (cfr. supra, 44 prestazioni) e la presenza di unità mobili, ospedale veterinario, ecc.; mentre sono ritenuti punti deboli la complessità organizzativa e l’assenza dalle competenze del Dipartimento del Sian, della prevenzione delle Mcd e degli screening, e dell’educazione alla salute. In un dettaglio ancora maggiore, le segnalazioni di punti forti e punti deboli per le diverse aree sono riportate nella tabella 4.1 (4.1.1-4.1.12). Nella tabella si evidenzia anche come da parte rispettivamente di 1, 2 e 1 Dipartimento siano state segnalate come aree aggiuntive a quelle fin qui menzionate la promozione della salute, l’epidemiologia e la medicina dello sport. b) I punti forti e i punti deboli per il complesso del Dipartimento riguardano gli stessi argomenti segnalati tra i punti forti e i punti deboli per le diverse aree, tranne le vaccinazioni e l’assenza (cfr. supra, tab. b). Tra i punti forti, i più segnalati sono gli operatori e l’integrazione; e tra i punti deboli l’organizzazione e ancora l’integrazione (tab. 4.4). È possibile effettuare una analisi sintetica degli argomenti delle diverse segnalazioni riferendosi alla tabella 4.3 (4.3.1-4.3.2). • Per le risorse, i principali punti forti sono il budget derivante da propri fondi autonomi e un organico accettabile, mentre le segnalazioni di punti deboli riguardano prevalentemente la carenza di ogni tipologia di risorsa (12 segnalazioni specifiche per il personale, 5 per i finanziamenti, 3 per le sedi, più altre 9 generiche o miste). • Per il contesto intra- ed extra-aziendale, punti forti sono considerati il riconoscimento sociale e le relazioni con le istituzioni e tra i servizi, mentre punti deboli sono considerati un mancato riconoscimento politico – ma anche l’eccessiva politicizzazione nella gestione interna e l’eccessivo economicismo nell’orientamento del lavoro – oltre a configurazioni fisico-demografiche territoriali (vastità o scarsa densità abitativa). • Per il clima, punti forti sono ritenute la collaboratività e la multiprofessionalità, e punti deboli la resistenza al cambiamento, l’appiattimento da routine, la disabitu45 dine al lavoro programmato e d’équipe, l’insicurezza del posto di lavoro. • Per gli operatori, oltre ai punti forti molto diffusamente segnalati e costituiti da professionalità e motivazione, altro punto forte è ritenuta una direzione dipartimentale competente e disponibile all’ascolto; mentre punti deboli sono l’età media elevata e il mancato ricambio dirigenziale. • Per l’integrazione, punti forti sono considerati l’integrazione interna tra servizi veterinari e servizi medici e l’interdisciplinarità; oltre che l’integrazione del Dipartimento al suo esterno con le altre articolazioni del Ssn, con il territorio e con altri enti e istituzioni (università, ecc.). Punti deboli sono costituiti evidentemente dalle dinamiche opposte, con particolare sottolineatura per i rapporti intra-dipartimentali tra servizi e per i rapporti tra Dipartimento e altre strutture aziendali o sovraziendali (Arpa). • Per l’organizzazione, i principali punti forti indicati sono la pianificazione integrata della attività, la loro standardizzazione e codifica, il coordinamento, la chiarezza dei mandati, l’audit; mentre rappresentano dei punti deboli i loro contrari, con particolari segnalazioni per la mancanza di linee guida e riferimenti politici, tecnici, amministrativi, per i conflitti di competenze a tutti i livelli, per la perdita da parte del Dipartimento di settori di intervento. • Per l’epidemiologia, le criticità segnalate in positivo riguardano il suo inserimento tra i servizi dipartimentali, e quelle in negativo la carenza e la scarsa condivisione intra-dipartimentale delle iniziative epidemiologiche. • Per le attività, i punti forti sono costituiti prevalentemente dalle vaccinazioni e poi anche dalle pratiche di vigilanza e controllo; mentre punto debole sono considerate le pratiche obsolete. • Per le prestazioni, viene segnalata tra i punti forti soprattutto la capacità di rispondere ai mandati regionali e aziendali, e per la natura dell’intervento la rilevante po46 tenzialità preventiva e di salute di alcuni interventi; mentre per entrambe non vengono segnalati punti deboli. • Per la burocratizzazione, invece, vengono ovviamente segnalati solo punti deboli: autoreferenzialità degli interventi, formalismo, ripetitività, scotomizzazione dei problemi reali, ecc. • Per l’informatizzazione, punto forte è la disponibilità di un intranet aziendale, mentre la criticità negativa di gran lunga più segnalata è la carenza di attrezzature (cfr. infra, tab. 10.1). • Per la comunicazione, punto forte è la comunicazione esterna, e punto debole la comunicazione interna ed esterna, che viene dunque riconosciuta cruciale quando c’è e quando manca; mentre per l’educazione alla salute si segnalano criticità solo negative, legate prevalentemente alle iniziative di promozione della salute. • Per la formazione viene segnalata in positivo una buona pianificazione degli interventi, ed un buon legame con le università; in negativo invece si segnala un eccesso di approccio «poliziesco» nelle metodologie insegnate e la difficoltà ad attivare e gestire autonomamente iniziative e corsi da parte del Dipartimento. • Per la normativa viene considerata punto forte la legislazione vigente, e per le variabili locali la capacità di problem solving; mentre per entrambe non vengono segnalati punti deboli. L’analisi dei principali argomenti segnalati per il Dipartimento nel suo complesso conferma dunque sostanzialmente quanto già evidenziato nelle segnalazioni riguardanti le sue diverse aree. In conclusione, pare di poter dire che – al di là delle sintesi testé effettuate – una lettura analitica di tutti i punti forti e i punti deboli segnalati per le diverse aree e per il complesso del Dipartimento, e riportati nelle tabelle 4.1 e 4.3, appare esercizio fortemente consigliato e potenzialmente molto istruttivo. Il profilo delineato da tali segnalazioni, infatti, può contribuire in maniera rilevante al disegno di uno spaccato significativo e dettagliato delle 47 principali criticità presenti nei Dipartimenti, e percepite dai loro operatori. 3.1.4. Considerazioni e commenti liberi I Dipartimenti che hanno prodotto considerazioni e commenti liberi sono 14 (tab. 5.1). Gli argomenti di tali considerazioni – che appaiono tutte ampiamente condivisibili – ripercorrono rapidamente molti degli argomenti segnalati come criticità tra i punti forti o i punti deboli. Si va dall’auspicio di maggiore integrazione con le pubbliche amministrazioni e i dipartimenti ospedalieri, alla richiesta di aumento e ridistribuzione omogenea (e parametrata con criteri nazionali) delle risorse; dalla segnalazione della necessità di rivedere l’organizzazione dei servizi dipartimentali (includendovi epidemiologia, Eas e medicina preventiva, ed ampliando la possibilità di esecuzione di servizi a terzi, e di creazione dunque di budget autonomo), alla necessità di garantirsi un contesto di visibilità politica; dalla stigmatizzazione dell’assenza del ritorno dei flussi informativi, alla sollecitazione di una valutazione basata su prove di efficacia; dalla denuncia della burocratizzazione e delle sue lungaggini, alla rivendicazione della capacità di auto-formazione e auto-aggiornamento degli operatori. In due casi in particolare arrivano dai Dipartimenti contributi ampi e articolati. Nel primo si affronta il tema della burocratizzazione, lamentando che nel Dipartimento prevalga «l’orientamento e l’attenzione verso gli aspetti gestionali e organizzativi... che riduce la visione “medica” delle attività di prevenzione», e suggerendo di «allontanare l’attenzione degli operatori dagli aspetti autoritativi proscrittivi/prescrittivi..., per privilegiare gli aspetti di più evidente valenza sanitario-medica». A tale tema viene legato quello dell’integrazione, denunciando come sia «sempre più accentuata l’attenzione 48 verso gli aspetti strutturali e sempre meno quella dell’integrazione delle attività e delle professioni», e come «il resto della sanità aziendale nella maggior parte dei casi ignora le attività del Dipartimento». Per l’organizzazione, si deplora «la mancanza di un allargamento tra gli operatori della base decisionale, che rimanda alla gerarchizzazione», e si suggerisce di riorganizzare il Dipartimento «raggruppando gli operatori per problemi (macro) ed obiettivi, alla stregua dell’attività svolta negli ospedali organizzati per livelli diversi di intensità di cura». Nel secondo, infine, si manifesta l’esigenza di «un momento di incontro/confronto dei Dipartimenti sia a livello regionale che nazionale per unificare ed omogeneizzare strategie, aggiornare obiettivi ed organizzazione di massima, nell’ottica di costruire un sistema di integrazione operativa con il complesso di attività assistenziali delle aziende sanitarie»; considerazione nella quale sembra davvero di cogliere il senso fondante dell’intervento dell’Oip. 3.2. Griglie di rilevazione 3.2.1. Analisi della legislazione regionale per la prevenzione La griglia 1, dedicata alla analisi della legislazione regionale per la prevenzione, è stata compilata da 36 Dipartimenti. Complessivamente, sono state prodotte 112 segnalazioni di 69 leggi diverse. Ad ogni Dipartimento era stato richiesto di segnalare al massimo tre leggi; due di essi ne hanno segnalate un numero maggiore. Le 112 segnalazioni possono essere raggruppate per argomento come segue (fig. 6.1): 16 sull’organizzazione, 13 sull’igiene pubblica, 12 sulla pianificazione, 8 rispettivamente sulla veterinaria e sull’alimentazione, 5 sul lavoro, 4 sull’Arpa, 2 rispettivamente sull’ambiente, sull’edilizia, sulla medicina legale, sulla semplificazione, sulle risorse, e 49 1 rispettivamente sulla formazione e sulla medicina dello sport. Inoltre, 34 segnalazioni si riferiscono a leggi indicate con i loro estremi identificativi seriali, ma senza una indicazione dell’argomento cui si riferiscono. Il dettaglio delle leggi segnalate è riportato nella tabella 6.1. In sintesi: • per quanto riguarda l’organizzazione, le leggi segnalate costituiscono circa un quinto delle segnalazioni con una indicazione di argomento, e si riferiscono in massima parte alle linee guida generali per il Dipartimento (leggi costitutive, norme per l’accreditamento, istituzione Lsp e Oer, ecc.); • per la pianificazione, le segnalazioni riguardano principalmente leggi concernenti il Piano sanitario regionale e il Piano regionale di prevenzione; • per l’igiene pubblica le segnalazioni si riferiscono prevalentemente alle vaccinazioni, e poi anche agli screen ing e alle piscine; • per la veterinaria le leggi segnalate concernono argomenti molto vari, dalla West Nile disease al Piano nazionale residui, dalla politica agricola al farmaco veterinario, dalla profilassi della Tbc alla sorveglianza sull’alimentazione animale, ecc.; • per l’alimentazione, le segnalazioni riguardano prevalentemente leggi sui controlli di sicurezza e sugli esercizi e attività nel settore alimentare; • per il lavoro, sono segnalate leggi di organizzazione dello Spisal e leggi sulla prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro; • per l’Arpa, sono segnalate le leggi istitutive e leggi sulla gestione degli esposti e sul rilascio dei pareri; • per l’ambiente, sono segnalate leggi sull’acqua potabile e sull’inquinamento atmosferico; • per l’edilizia, sono segnalate leggi sui criteri e i permessi a costruire; • per la medicina legale, sono segnalate leggi sulla disabilità e norme per l’esercizio delle funzioni medicolegali; 50 • per la semplificazione, sono segnalate leggi sulla modulistica delle verifiche ispettive e sulla semplificazione normativa in generale; • per le risorse, sono segnalate leggi sugli appalti e sul blocco del turnover; • infine, per la formazione viene segnalata una legge sugli alimentaristi, e per la medicina dello sport una legge di riordino generale delle attività. I Dipartimenti che hanno risposto alla domanda sulle altre criticità su cui intervenire normativamente sono 25 (tab. 6.2), ed hanno prodotto 38 proposte complessive, categorizzabili come segue: 12 sull’organizzazione, 5 sulla legislazione e sull’integrazione, 4 sull’alimentazione, 3 sulla semplificazione, 2 sulla pianificazione, sulle risorse, sull’ambiente, ed 1 sull’Arpa, sugli incidenti stradali e sulle Mcd. Gli argomenti proposti per un intervento di normazione ex-novo, o di revisione della normativa vigente, riguardano principalmente: • per l’organizzazione, la riorganizzazione del Dipartimento, i flussi informativi, i Tdp in ambito veterinario, gli Osa, l’Ebp, ecc.; • per la legislazione gli accordi Stato-Regioni, e adeguamenti vari delle leggi regionali sanitarie; • per l’integrazione, il processo di integrazione intradipartimentale ed i rapporti con Mmg, Pls, specialisti, enti locali e scuole; • per l’alimentazione, le linee guida del Sian e i piani alimentari nella ristorazione collettiva; • per la semplificazione, le attività obsolete e la semplificazione in generale; • per la pianificazione, il Psr e il Pnp; • per le risorse, il budget e le dotazioni di personale, e l’impiego improduttivo degli operatori nella partecipazione alle commissioni pubblico spettacolo; • per l’ambiente, i Lea e i disinfestanti; • per l’Arpa, i modi dell’integrazione col Dipartimento; • e infine gli incidenti stradali e le Mcd. 51 3.2.2. Analisi delle attività di epidemiologia della Asl La griglia 2, dedicata alla analisi delle attività di epidemiologia della Asl, è stata compilata da 43 Dipartimenti. Il dettaglio delle attività segnalate è riportato nella tabella 7.1. Un Registro delle cause di morte (Recam) è presente in 36 Asl (ma i suoi risultati non sono inseriti in 10 casi nella programmazione/valutazione aziendale, ed in 9 casi nella programmazione/valutazione regionale). Dunque i Recam produttivi a livello locale si riducono a 26 su 60 Asl. Una Relazione sullo stato di salute (Rss) è presente in 27 Asl (ma i suoi risultati non sono inseriti in 5 casi nella programmazione/valutazione aziendale, ed in 7 casi nella programmazione/valutazione regionale). Le Rss produttive a livello locale sono dunque 22 su 60 Asl. Un Bilancio sociale è presente solo in 15 Asl (e in 6 casi i suoi risultati non sono inseriti né nella programmazione/valutazione aziendale, né in quella regionale). I Bilanci sociali produttivi a livello locale sono dunque 9 su 60 Asl. Quanto ad altre iniziative epidemiologiche – abbastanza numerose (218 nel complesso, quasi 9 per Asl) e tutte abbastanza ben recepite a livello di programmazione locale e regionale – tra i registri di patologia si segnalano il registro tumori (14 segnalazioni), più i registri mesoteliomi (11) e tumori nasali (5); tra le rilevazioni di rischio quelle relative alle malattie infettive (3) e ai campi elettromagnetici (3); tra le rilevazioni delle percezioni soggettive quelle attivate a livello nazionale: Passi (19), Passi d’argento (11), Okkio (14), Hbsc (9); e infine sono segnalate anche altre indagini, tra i cui oggetti si possono menzionare in particolare le malattie infettive e la nutrizione pediatrica, la natalità e la mortalità, gli infortuni e le malattie professionali, le disuguaglianze e le fragilità (ulteriore spia dell’attenzione al sociale dei Dipartimenti – cfr. supra, 3.1.3a). 52 3.2.3. Analisi dei flussi informativi della Asl La griglia 3, dedicata alla analisi dei flussi informativi della Asl, è stata compilata da 44 Dipartimenti. Il dettaglio delle risposte è riportato nella tabella 8.1. Tra i referenti proposti nella griglia, la maggior parte dei flussi complessivi, sia in uscita che in entrata, vengono segnalati con la Regione (con il massimo dei flussi facoltativi in uscita e in entrata), e con il Ministero della salute; mentre l’Istat è il destinatario del massimo dei flussi obbligatori in uscita, ma ne restituisce circa 3 su 4 (che costituiscono comunque il massimo dei flussi obbligatori in entrata). L’Inps ottiene il massimo delle segnalazioni per l’assenza di flussi in uscita, e le Province per l’assenza di flussi in entrata. Tra i referenti identificati dai Dipartimenti e aggiunti alla griglia nella casella «altro» si segnala il Ministero dell’economia. 3.2.4. Analisi dell’assetto organizzativo e delle risorse del Dipartimento La griglia 4 è dedicata alla analisi dell’assetto organizzativo e della dotazione di risorse di personale, di strutture, di strumenti e di finanziamento del Dipartimento. La griglia è stata compilata in almeno una sua parte da 56 Dipartimenti (cfr. p. 171); ma tra le diverse domande si mostrano differenze nel numero dei rispondenti, che verranno qui di seguito segnalate volta per volta. a) I Dipartimenti presentano una estensione territoriale media di circa 2.400 kmq (calcolata su 55 rispondenti), e una popolosità media di circa 425.000 abitanti (calcolata su 56 rispondenti); ma con una distribuzione ampia, che va da meno di 1.000 a più di 4.000 kmq e da meno di 100.000 a più di 1.000.000 di abitanti (fig. 9.1). La loro densità abitativa media è di circa 350 abitanti per 53 kmq, con oscillazioni peraltro davvero molto ampie (da 39 a 2.545 ab/kmq). b) Un organigramma è stato fornito da 33 Dipartimenti (figg. 9.2.1-9.2.31), in 15 dei quali è rappresentata una territorializzazione/distrettualizzazione più o meno spinta delle attività. «Sintetizzando» le strutture organizzative presentate negli organigrammi, si può giungere ad una sorta di organigramma riassuntivo (tab. 9.1), nel quale ad ogni servizio possono essere accoppiate sue articolazioni, presenti nei diversi Dipartimenti in riferimento alle principali aree di intervento o centri di interesse dei servizi, e in termini molto vari di Unità complesse o semplici, Unità di staff, ecc. In riferimento alla tabella, nella quale sono riportate tutte le unità organizzative segnalate nei 32 organigrammi, può dunque essere disegnato anche una sorta di organigramma medio (fig. 9.2.33), costruito però necessariamente – per esigenze di sintesi – con qualche forzatura. Ad esempio, non sono state considerate le articolazioni organizzative recanti la stessa denominazione del servizio di afferenza. Sono state ricondotte al servizio in cui erano più presenti unità dedicate allo stesso ambito operativo, ma afferenti in misura differente a servizi diversi; ed in caso di presenza uguale in due servizi, sono state assegnate del tutto arbitrariamente ad uno dei due. Per ogni servizio è stata riportata una afferenza solo quando l’articolazione afferente aveva registrato almeno 3 segnalazioni (il che spiega l’assenza di articolazioni per Sian, Siav-B e Siav-C); mentre sono state considerate di particolare evidenza organizzativa quelle articolazioni tanto presenti (più di 5 segnalazioni) da meritare probabilmente una quota di autonomia maggiore. In generale, ci si è riferiti comunque ad una struttura a sei servizi «secchi» più Direzione. Ad ogni modo, così operando si può segnalare l’afferenza in tale organigramma: • alla Direzione del Dipartimento, innanzitutto di articolazioni più «autonome», quali nell’ordine epidemiologia, 54 medicina dello sport, promozione/educazione alla salute, amministrazione/segreteria, Lsp, medicina legale; e poi anche di articolazioni dedicate a medicina scolastica, flussi informativi, Recam, qualità; • al Sisp di articolazioni dedicate in particolare alla tutela dell’ambiente, agli screening e alla medicina preventiva; • allo Spesal di articolazioni dedicate in particolare all’impiantistica/antinfortunistica e a vigilanza e controlli; • al Siav-A di articolazioni dedicate in particolare alle anagrafi veterinarie, al randagismo e all’alimentazione animale. Va ancora sottolineato che – nel segno della più volte menzionata esigenza di integrazione – vengono anche segnalate dai Dipartimenti varie modalità di accorpamento funzionale dei servizi (tab. 9.1), in particolare tra Siav-B e Sian, tra Sisp e Sian, e tra i tre servizi veterinari (criticità peraltro molto segnalata dai Dipartimenti stessi nel questionario, cfr. supra, par. 3.1.3, punto a). c) Il profilo professionale del direttore del Dipartimento è riportato da 41 rispondenti (tab. 9.2), ed è indicato come medico in 35 casi (tra cui 20 si sono qualificati come igienisti – di cui 2 anche medici del lavoro e 4 anche medici del lavoro e medici legali; 11 come medici del lavoro – di cui 2 anche igienisti e 4 anche igienisti e medici legali; 5 come medici legali – di cui 4 anche igienisti e medici del lavoro), veterinario in 4 casi, ingegnere in 1 caso. Tale quadro riproduce la sostanziale prevalenza della disciplina igienistica già segnalata tra i responsabili della compilazione di questionario e griglie (cfr. supra, 3.1). d) Nei 56 Dipartimenti rispondenti, l’Unità di epidemiologia è in 20 casi afferente al Dipartimento (e in 1 rispettivamente al Sisp, allo Spresal, all’area veterinaria) e in 21 alla Direzione generale; mentre in 1 caso è un dipartimento autonomo e in 11 casi è assente (tab. 9.3). e) Su 45 Dipartimenti rispondenti, una certificazione Iso9000 è assente in 34 casi, presente in 7, e parziale in 4 (tab. 9.4). Peraltro è forse abbastanza attendibile che anche i non rispondenti possano essere conteggiati come risposte negative. 55 f) Per quanto riguarda il personale in organico, analizzando le risposte ricevute si evidenzia innanzitutto una media per operatore di poco meno di 2.200 abitanti (fig. 9.3.1) e di circa 12 kmq (fig. 9.3.2), con una variabilità per entrambe peraltro piuttosto ampia. L’analisi della dotazione percentuale di personale per ruolo (sanitario, tecnico, professionale e amministrativo) sul totale del personale dei Dipartimenti rispondenti è presentata nelle figure 9.3.3-9.3.6; mentre la media delle medie di presenza percentuale del personale per ruolo è presentata nella figura 9.3.7, da cui si evince la generale prevalenza del personale sanitario (70% circa del personale) e la scarsità del ruolo professionale. La percentuale di tecnici della prevenzione e di assistenti sanitari e infermieri sul totale del personale sanitario è presentata nelle figure 9.3.8-9.3.9; il valore medio è rispettivamente del 35% per i Tdp e del 6% per gli infermieri. Nella figura 9.3.10 si presenta invece la percentuale di tecnici laureati sul totale di personale tecnico, che è di oltre il 40%. L’analisi della dotazione percentuale di personale per servizio (Direzione, Sisp, Sian, Spesal, Siav-A, Siav-B, Siav-C) sul totale del personale dei Dipartimenti rispondenti è presentata nelle figure 9.3.11-9.3.17; e la media delle medie della dotazione di personale per servizio è presentata nella figura 9.3.18, da cui si evince la preponderanza del Sisp (quasi il 30% del personale), peraltro poco meno rispetto ai tre servizi veterinari, che messi insieme assommano al 30% del personale (fig. 9.3.17). Tra gli altri servizi/articolazioni organizzative segnalati, quando presenti la medicina legale occupa in media il 15% circa del personale, l’epidemiologia il 14%, l’ospedale veterinario il 12% (fig. 9.3.19). g) Per quanto riguarda strutture, strumenti e finanziamenti del Dipartimento e dei suoi servizi, la situazione delle risposte ricevute si presenta variegata. In particolare, per quanto riguarda la rilevazione dei finanziamenti, si sono raccolte appena 2 griglie compilate 56 in modo completo e attendibile; e ciò, unitamente alle riflessioni sopra riportate (cfr. supra, 2.2.3) fa propendere per l’ipotesi di un profondo ripensamento o di una eliminazione di questa sezione dalle future rilevazioni Oip. Per le strutture, in media ogni Dipartimento dei 41 rispondenti può contare su circa 18 strutture edilizie (tab. 10.1), con una media di occupazione di circa 22 operatori per struttura (fig. 10.1). Il rapporto medio di abitanti per struttura è di 36.000 abitanti circa (fig. 10.2), eliminando due dati fuori scala (che porterebbero la media a 51.000 abitanti circa). Quanto alla localizzazione, in media il Sisp e l’epidemiologia (quando presente) hanno entrambi una presenza in circa 10 delle 18 strutture del Dipartimento, e l’area veterinaria complessivamente circa in 12 strutture (fig. 10.3). Operando una media delle percentuali di occupazione delle strutture da parte dei diversi servizi nei Dipartimenti, il Sisp è presente approssimativamente in media nel 55% delle strutture disponibili per il Dipartimento, e i tre servizi veterinari stanno tra il 17% e il 28% (fig. 10.4). Sembra comunque opportuna, per la prossima edizione della griglia, una precisazione più fine e dettagliata del termine «struttura», che eviti fraintendimenti tra edifici, sedi centralizzate, ambulatori, sportelli, ecc. Tra gli strumenti, per i 35 Dipartimenti rispondenti il rapporto medio kmq per veicolo è di circa 91 kmq (fig. 10.5), eliminando due dati fuori scala (più del doppio rispetto al valore più alto della restante serie). La dotazione media di veicoli per Dipartimento è di circa 39, di cui circa 8 per il Sisp e circa 7 rispettivamente per lo Spesal e per il Siav-A (16 veicoli complessivamente per l’area veterinaria) (fig. 10.6); mentre, operando una media delle ripartizioni percentuali dei veicoli tra i diversi servizi dei Dipartimenti, il Sisp è dotato in media del 21% dei veicoli del Dipartsimento, e lo Spesal e il Siav-A del 18% ciascuno (fig. 10.7). Quanto alle dotazioni informatiche, sono segnalati in media per il totale del Dipartimento circa 3 operatori per 57 Pc, mentre una media delle medie di dotazione degli altri servizi nei vari Dipartimenti pilota segnala l’Unità amministrativa e la Direzione come le più fornite di strumentazioni informatiche, e il Siav-C come il meno fornito. L’informatizzazione (intesa come esistenza di un sistema di informatizzazione delle procedure, oltre la mera disponibilità di supporti informatici) è segnalata come presente solo nella metà circa (21 su 41) dei Dipartimenti rispondenti (tab. 10.1). 3.2.5. Analisi delle attività preventive della Asl La griglia 5 è dedicata alla analisi delle attività preventive della Asl, ed è stata compilata da 37 Dipartimenti, che hanno prodotto 1.146 segnalazioni, con una media di 31 interventi segnalati per Dipartimento (tab. 11.1). Gli interventi, ricalcando quasi esattamente la sequenza registratasi lo scorso anno, si riferiscono in ordine di numerosità decrescente di segnalazioni alle vaccinazioni, agli infortuni sul lavoro, alla promozione della salute nelle scuole, alla promozione della nutrizione corretta, alla prevenzione delle malattie infettive, alla formazione (tab. 11.2). Tra le articolazioni organizzative Asl responsabili, da sole o in collaborazione, degli interventi segnalati, a parte le preponderanti segnalazioni «Dipartimento» e «Asl», tra i servizi dipartimentali si evidenziano il Sisp, con 137 segnalazioni, il Sian con 123, lo Spesal con 102; mentre i servizi veterinari vengono citati complessivamente 56 volte, il che potrebbe costituire un ulteriore indizio per così dire di «medicocentrismo» nello sguardo dell’Oip. Lo spettro dei referenti citati come responsabili in proprio o in collaborazione degli interventi di prevenzione è amplissimo, e ripercorre i referenti fin qui citati (cfr. in particolare supra, tab. 1.5 e 8.1): in particolare sono tra i maggiormente menzionati enti e istituzioni varie (Ministeri – della salute e dell’istruzione, Iss, Ccm, Istat, Inps, Inail, università, Regione, Province, Comuni, Pre58 fettura, Scuole, Vigili del fuoco, Scuole guida, Polstrada, Polizia Municipale...); associazionismo civile, sindacale, politico, professionale, di categoria...; Ssr e sue articolazioni (Ares, Oer, Izs, Lsp, Arpa...); Asl e sue articolazioni (distretti, consultori, Sert, Dsm, medicina scolastica, medicina legale, epidemiologia, medicina sportiva, centri vaccinazioni, unità screening...); ospedali e reparti ospedalieri (direzione sanitaria, comitato di lotta alle infezioni ospedaliere, malattie infettive, cardiologia, medicina, psichiatria, oculistica, neurologia, geriatria, ostetricia, punti nascita, diabetologia, senologia e mammografia, odontoiatria, radiologia, laboratorio analisi...). In 187 segnalazioni (circa il 15% dei casi, come lo scorso anno), invece, non viene segnalato alcun responsabile; ma tali segnalazioni «in bianco» forse potrebbero verosimilmente essere considerate come segnalazioni di responsabilità operativa del Dipartimento nel suo complesso. Gli specifici interventi segnalati nelle 40 aree proposte nella griglia sono presentati nelle tabelle da 11.3 a 11.3.40, nelle quali le segnalazioni sono state fedelmente riportate, avendo comunque cura di eliminarne eventuali riferimenti al territorio (ad esempio «Roma» è diventato «comune», «Lazio» «regione», e così via), che non sembravano aggiungere molto alla rappresentatività generale del dato. Va rimarcato che alcuni Dipartimenti hanno molto opportunamente aggiunto alle aree già individuate un’area «sicurezza alimentare» e un’area «sanità pubblica veterinaria». Tali aree verranno conservate anche nella prossima edizione della griglia. • Nell’area prevenzione ambientale (tab. 11.3.1) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente la vigilanza sulle strutture ad uso collettivo e sull’abitato, il regolamento Reach, la formulazione di pareri e la sorveglianza ambientale – con segnalazioni specifiche per allergeni, scarichi, amianto, campi elettromagnetici. • Nell’area educazione alla salute (tab. 11.3.2) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente tabagismo, attività fisica, alimentazione, alcolismo, sessualità. 59 • Nell’area promozione della salute nelle scuole (tab. 11.3.3) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente un approccio complessivo alla promozione della salute e agli stili di vita sani, e poi tabagismo, attività fisica, nutrizione, lavoro, sessualità, convivenza uomo-animali. • Nell’area formazione (tab. 11.3.4) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente tabagisti, alimentaristi, micofili, utilizzatori di fitosanitari, tatuatori e piercer, imprenditori, e poi personale sanitario (con interventi su vaccinazioni, medicina legale, comunicazione e prevenzione sul lavoro, igiene alimenti e nutrizione, zoonosi, epidemiologia, sorveglianza, vigilanza e controlli indoor, promozione ed educazione alla salute, norme Iso9000, necroscopia, medicina dei viaggi). • Nell’area prevenzione materno/infantile (tab. 11.3.5) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente tabagismo, allattamento al seno, procreazione consapevole, diabete infantile, malattie esantematiche, incidenti domestici, promozione dell’abitudine alla lettura, tutela delle lavoratrici madri, rapporto gestante-animali. • Nell’area vaccinazione (tab. 11.3.6) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente promozione ed effettuazione di campagne vaccinali obbligatorie e facoltative (Hpv, meningococco, pneumococco, Mpr, varicella, influenza, Dt, ecc.), Piano nazionale e regionale vaccinazioni, miglioramento della qualità dei processi vaccinali, monitoraggio coperture vaccinali, informatizzazione anagrafi vaccinali, rilevazioni di gradimento e degli eventi avversi, emergenze post-vaccinali, verifica dello stato immunitario, profilassi internazionale e medicina del viaggiatore. • Nell’area screening non oncologici (tab. 11.3.7) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente Tbc, ambliopia, carie e malocclusioni, sordità, diabete e malattie metaboliche, osteoporosi e patologie ortopediche, asbestosi negli esposti. • Nell’area prevenzione malattie infettive (tab. 11.3.8) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente Tbc, meningiti, morbillo, Hiv e malattie sessualmente trasmesse, Hpv, legionellosi, leishmaniosi e malattie tra60 smesse da vettori, zoonosi, indagini epidemiologiche e ambientali, vigilanza e controllo, sistema di notifica informatizzato. • Nell’area prevenzione cardiovascolare dedicata alla carta del rischio (tab. 11.3.9) sono segnalati interventi di formazione all’uso della carta e di sua applicazione. • Per l’area prevenzione cardiovascolare, in quella dedicata specificamente alla prevenzione dell’obesità donna e del bambino (tab. 11.3.10) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente promozione dell’attività fisica, dietetica e dietetica scolastica e aziendale, attività ambulatoriale e promozione di abitudini corrette, laboratori di cucina salutare. • Nell’area dedicata alla prevenzione delle complicanze del diabete II (tab. 11.3.11) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente formazione degli operatori, appropriatezza diagnostica e promozione della salute, gestione integrata del diabete. • Nell’area dedicata alla prevenzione delle recidive (tab. 11.3.12) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente counselling, audit Mmg, attivazione di ambulatori, promozione della salute. • Nell’area dedicata alla prevenzione cardiovascolare: altro (tab. 11.3.13) sono segnalati prevalentemente interventi di promozione dell’attività motoria. • Nelle aree dedicate alla prevenzione tumori del seno (tab. 11.3.14), alla prevenzione tumori della cervice uterina (tab. 11.3.15), e alla prevenzione tumori del colon-retto (tab. 11.3.16), sono segnalati promozione, attuazione, superamento delle criticità e monitoraggio di interventi di screening. • Nell’area dedicata a prevenzione tumori: altro (tab. 11.3.17) sono segnalati interventi di screening del carcinoma prostatico e di ricerca delle ammine urinarie nei lavoratori. • Nell’area prevenzione altre malattie cronico-degenerative (tab. 11.3.18) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente prevenzione delle patologie da tabagismo, dell’osteoporosi, dell’artrite reumatoide, della sindrome 61 metabolica; promozione dell’attività fisica e dell’uso di sale iodato; gestione integrata della Bpco e del diabete. • Nell’area prevenzione incidenti stradali (tab. 11.3.19) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente promozione della salute verso le scuole e la popolazione generale, e verso categorie specificamente riguardate (Polizia stradale, autotrasportatori, autoscuole); statistiche ed epidemiologia; e progetti specifici contro l’uso di alcool e droghe, per l’adozione delle cinture di sicurezza e dei seggiolini, sull’uso dei ciclomotori e del casco. • Nell’area prevenzione incidenti domestici (tab. 11.3.20) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente formazione e promozione della salute con genitori di bambini in età prescolare, nelle scuole, università della terza età e centri anziani; statistiche ed epidemiologia; e poi – in particolare per la popolazione anziana – promozione dell’attività fisica e visite domiciliari. • Nell’area prevenzione infortuni sul lavoro (tab. 11.3.21) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente edilizia e grandi opere, metallurgia, agricoltura, lotta all’alcolismo e al tabagismo, vigilanza e controllo nei luoghi di lavoro, educazione e promozione della salute, formazione, statistiche ed epidemiologia, vigilanza su appalti e apprendistato. • Nell’area prevenzione patologie legate a interrelazioni, ritmi e organizzazione sul luogo di lavoro (tab. 11.3.22) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente le patologie stress-correlate, in particolare nei cantieri di grandi opere e nel lavoro infermieristico. • Nell’area prevenzione delle malattie professionali (tab. 11.3.23) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente vigilanza, ricerca attiva, formazione ed educazione alla salute, attività di polizia giudiziaria, verifica di protocolli e regolamenti, e interventi in particolare per amianto, metalli pesanti, cancerogeni e tumori professionali, polvere di legno, ipoacusia. • Nell’area prevenzione mobbing (tab. 11.3.24) sono segnalati dodici interventi di istituzione di appositi orga62 nismi referenti, in particolare nei cantieri per le grandi opere. • Nell’area promozione della nutrizione corretta (tab. 11.3.25) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente promozione della salute – in gran parte nelle scuole – counselling, tutela della celiachia, consumo di sodio e sale iodato, valutazione dei menù delle mense scolastiche, aziendali, ospedaliere e delle comunità terapeutiche. • Nell’area sicurezza alimentare (tab. 11.3.25.bis) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente vigilanza igienico sanitaria sulla produzione, manipolazione, trasporto, deposito, conservazione, distribuzione e vendita di alimenti e bevande, tossinfezioni alimentari, ispettorato micologico, ricerca di residui di principi farmacologicamente attivi negli alimenti. • Nell’area sanità pubblica veterinaria (tab. 11.3.25. ter) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente profilassi delle zoonosi, randagismo, anagrafe e benessere animale, farmacovigilanza, vigilanza e controllo sulle industrie e sugli allevamenti. • Nell’area tutela degli alimenti di origine animale (tab. 11.3.26) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente vigilanza e controllo sugli alimenti, e in particolare su latte, carni e macellazione, mangimi, prodotti ittici e pesce crudo. • Nell’area tutela degli alimenti di origine vegetale (tab. 11.3.27) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente piani di campionamento, vigilanza e controllo, audit, sorveglianza micotossine e funghi, fitosanitari e antiparassitari, sorveglianza stabilimenti di produzione. • Nell’area tutela dell’acqua potabile (tab. 11.3.28) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente vigilanza, campionamenti e monitoraggio sistematici dell’acqua e della rete idrica, di pozzi e sorgenti e degli enti gestori, formazione e informazione, pareri autorizzativi e verifica strutture e infrastrutture. • Nell’area tutela delle acque di balneazione (tab. 11.3.29) gli interventi segnalati riguardano prevalente63 mente la vigilanza e il controllo sulle piscine, spiagge e acque di balneazione, scarichi e recettori. • Nell’area tutela della salute mentale (tab. 11.3.30) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente il comportamento alimentare negli adolescenti, e la prevenzione della depressione negli ospedalizzati e post-partum. • Nell’area prevenzione handicap (tab. 11.3.31) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente screening neonatali (ipoacusia, ambliopia e vizi rifrazione, cecità, malattie dismetaboliche, displasia anca) e presa in carico dei pazienti affetti da ictus. • Nell’area prevenzione dipendenze patologiche (tab. 11.3.32) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente interventi contro tabagismo, alcolismo, tossicodipendenze. • Nell’area tutela della fragilità (tab. 11.3.33) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente prevenzione e promozione della salute negli anziani (attività fisica, prevenzione odontostomatologica, sorveglianza delle ondate di calore, telemedicina), tutela dei migranti (assistenza sanitaria, prevenzione Tbc), tutela della lavoratrici madri e delle persone non autosufficienti. • Nell’area tutela della salute dei reclusi (tab. 11.3.34) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente ispezioni e controlli igienico sanitari nelle carceri, sorveglianza e controllo Tbc, miglioramento igienico nutrizionale della mensa. • Nell’area tutela delle attività sportive (tab. 11.3.35) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente controlli sanitari su minorenni, controlli sugli ambulatori privati di medicina sportiva, visite mediche e certificazioni, controlli degli impianti. • Nell’area tutela dei viaggi/aeroporti/porti (tab. 11.3.36) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente l’istituzione di centri e ambulatori, consulenze, counselling, promozione della salute. • Nell’area farmacovigilanza (tab. 11.3.37) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente effetti avversi delle vaccinazioni, audit clinico, controlli sulle farmacie, ricerca residui farmacologici. 64 • Nell’area prevenzione dei rischi clinici e ospedalieri (tab. 11.3.38) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente infezioni ospedaliere, rischio biologico, interventi di formazione, indagini epidemiologiche, risk management. • Nell’area medicina legale (tab. 11.3.39) gli interventi segnalati riguardano prevalentemente prevenzione del contenzioso, rilascio certificazioni, medicina fiscale. • Nell’area altro (tab. 11.3.40), oltre a segnalazioni di progetti nazionali quali Okkio, Passi, ecc., vengono segnalati rendicontazione fatturazioni e sorveglianza di popolazione Va rimarcato che – oltre alla presenza di alcune attività in due diverse aree, a causa della citata compresenza sia di aree di attività sia di aree di ambito – alcuni progetti di respiro nazionale o regionale risultano trasversali a molte delle aree in elenco: in particolare Okkio (segnalato nelle aree educazione alla salute, promozione della salute nelle scuole, prevenzione dell’obesità della donna e del bambino, prevenzione cardiovascolare: altro, promozione nutrizione corretta), Passi (educazione alla salute prevenzione altre malattie cronico-degenerative, tutela fragilità), Passi d’argento (educazione alla salute, prevenzione cardiovascolare: prevenzione recidive, tutela fragilità), Guadagnare salute (educazione alla salute, promozione della salute nelle scuole, prevenzione dell’obesità della donna e del bambino, promozione nutrizione corretta), gruppi di cammino (promozione della salute nelle scuole, prevenzione complicanze diabete II, prevenzione cardiovascolare: altro, prevenzione incidenti domestici, tutela fragilità), sistemi di allerta (prevenzione ambientale, sicurezza alimentare, tutela alimenti animali). Inoltre si può rimarcare la diffusa segnalazione di lotta contro il tabagismo (educazione alla salute, promozione della salute nelle scuole, prevenzione materno/infantile, prevenzione altre malattie cronico-degenerative, prevenzione infortuni sul lavoro, prevenzione dipendenze patologiche), noto e incontrovertibile fattore di rischio per molteplici patologie, su cui viene peraltro segnalata 65 una «limitata assunzione di responsabilità del Ssn nel Pnp» [AA.VV. 2011] cui l’attività dei Dipartimenti pare spontaneamente mettere in qualche modo riparo. Nella griglia 5 era infine anche richiesto di indicare, per ogni intervento segnalato, se fossero stati formalizzati chiari obiettivi di salute, e se fossero state effettuate indagini epidemiologiche pre-intervento e rilevazioni postintervento di risultati operativi, di effetti di salute e di effetti di gradimento. Sui 1.146 interventi segnalati, per 1.065 (ossia il 93%; lo scorso anno erano solo il 69%) è stata fornita almeno una indicazione su una delle valutazioni di contesto degli interventi testé riportate. Come lo scorso anno, le risposte sono fortemente positive per l’indicazione di obiettivi di salute e la rilevazione di risultati operativi, di livello meno elevato per la presenza di indagini epidemiologiche pre-intervento e di effetti di salute, ed abbastanza insoddisfacenti per la rilevazione degli effetti di gradimento (figura 11.1). 4. Interpretazione dei risultati Anche quest’anno ogni interpretazione dei risultati dell’Oip va condotta tenendo ben presente che ci si riferisce a dati – anche se ormai abbastanza numerosi – pur sempre non esaustivi, e comunque raccolti senza pretese di rappresentatività statistica; che possono dunque fornire interessanti suggestioni o indicazioni di massima, ma sui quali non è possibile costruire rappresentazioni o inferenze generali. 4.1. Dal Dipartimento «medio» agli standard e alle linee guida La costruzione di una sorta di ipotesi di «Dipartimento medio», basandosi sui dati – peraltro non sempre completi – provenienti dai 60 Dipartimenti partecipanti, 66 è dunque evidentemente anche per quest’anno un’ipotesi non praticabile per l’Oip. Ma, come già affermato lo scorso anno, anche se si avesse – o quando si avrà – a disposizione un universo statistico rappresentativo di tutto il territorio nazionale, i dati medi che potrebbero derivarne non costituirebbero naturalmente di per sé uno standard, ma piuttosto una fotografia dell’esistente. Disporre di tale fotografia sarebbe peraltro utilissimo; ed in primo luogo perché l’esistente, per quanto possa apparire strano, ancora non pare completamente conosciuto. Anche quest’anno si è riscontrato come nei Dipartimenti – travolti forse dalle emergenze, dalle urgenze legislative, dalle pressioni di varia natura, dalla stessa forza della routine – la conoscenza anche di dati organizzativi basali non sia ancora diffusa come ci si attenderebbe (anche nelle risposte pervenute quest’anno, talvolta non solo alcuni aspetti della dotazione di risorse, ma addirittura anche estensione territoriale e popolosità sono stati comunicati con qualche carenza o approssimazione...). In secondo luogo, la conoscenza completa e attendibile di tali dati servirebbe invece sia a fondarsi su un riferimento per la costruzione di standard, non tanto rigidi (per rispettare la variabilità e l’autonomia territoriale) quanto almeno di dotazione minima; sia a poter effettuare incroci di efficienza ed efficacia, calcoli di carichi di lavoro, ecc. Insomma, servirebbe a poter rispondere intanto ai classici quesiti sul chi – fa che cosa – perché – come – quando – dove – quanto – con quale impiego di risorse – con quali risultati di efficienza, di salute e gradimento; per poter poi organizzare sempre meglio il lavoro, anche in termini di fissazione di parametri, protocolli, linee guida; come peraltro fortemente richiesto dagli operatori stessi (cfr. infra, par. 4.2.4). Le risposte ai suddetti classici quesiti, che in tutte le aziende commerciali sane costituiscono la base di ogni agire, sembrano invece di indaginosissima produzione in una Asl o in un Dipartimento. 67 Eppure, per ognuna delle questioni poste nel questionario e nella griglia, anche quest’anno sono giunte risposte assolutamente accurate e complete da almeno uno dei Dipartimenti, e spesso da ben più di uno; ciò fa ancora pensare dunque che una eventuale mancanza di risposte possa riferirsi non tanto ad una difficoltà insormontabile o ad una impossibilità assoluta nel fornirle, quanto a carenze di tempo, di determinazione o di organizzazione nel procurarsele; cui dunque può essere necessario rispondere con un potenziamento delle risorse dell’Oip che funga da supporto operativo alle rilevazioni di ogni Dipartimento (cfr. infra, par. 5). Tenendo ben presenti queste considerazioni preliminari, si possono comunque fornire alcune indicazioni di «medietà» desunte dalle risposte dei 60 Dipartimenti partecipanti all’Oip. I dati raccolti quest’anno – ben lungi comunque, occorre non stancarsi di ripeterlo, dal rappresentare altro che medie grezze e non coordinate (anche perché provenienti da universi statistici di rispondenti volta per volta diversi) di un pool eterogeneo di Dipartimenti – possono delineare un Dipartimento vasto circa 2.400 kmq e con circa 430.000 abitanti e una densità abitativa di 354 abitanti/kmq; con una struttura edilizia ogni 36.000 abitanti, con una rete informatica solo nel 50% dei casi, ma dotato comunque di 1 Pc ogni 3 operatori circa; con un veicolo ogni 90 kmq circa, e con un operatore (cinquantenne o ultracinquantenne) ogni 2.200 abitanti e 12 kmq circa. Tali operatori sono dotati di un contratto stabile di lavoro, ma con crescenti segnali di precarizzazione, e sono complessivamente vocati al proprio impegno, fortemente motivati e con buona professionalità; con una prevalenza del personale di ruolo sanitario del 70% del totale (di cui più di 1/3 Tdp e circa 1/20 assistenti sanitari e infermieri), e personale tecnico al 40% lau reato. Essi sono allocati al 30% nei servizi veterinari, e per quasi il 30% nel Sisp; mentre anche la loro dotazione strutturale e strumentale è allocata in modo grosso modo analogo. 68 Il Dipartimento medio è inserito in una Asl con un Direttore generale in carica da circa 2 anni, ed è diretto da un Medico igienista in carica da circa 7 anni; non dispone di una certificazione modello Iso9000, e ha i sei servizi dotati di alcune articolazioni dedicate ai loro ambiti di intervento specifici, più altre articolazioni organizzative dipartimentali trasversali dedicate a epidemiologia, medicina dello sport, promozione della salute/educazione alla salute, funzioni amministrative e segretariali, laboratorio di sanità pubblica, medicina legale. È un Dipartimento impegnato in molti progetti (circa 10), dei quali pochissimi con finanziatori commerciali, e che attua molti interventi (31) complessivamente efficaci, efficienti, produttivi in termini di salute; ma che non vengono giudicati particolarmente promoventi sotto il profilo dell’equità sociale. 4.2. Verso una visione di consenso: dieci nodi di discussione Forse ancor più della rappresentazione «media» degli assetti organizzativi dei Dipartimenti italiani, presentata nel precedente paragrafo e desunta dalle rilevazioni più oggettive contenute negli strumenti di rilevazione dell’Oip, può risultare interessante il tentativo di co struire una elementare base per attivare un discorso condiviso sulla soggettività di visione dei diversi Dipartimenti, partendo ovviamente dagli aspetti più descrittivi e più evidenti che è possibile desumere dalle segnalazioni giunte quest’anno. Naturalmente, anche le semplici formulazioni soggettive che verranno presentate qui di seguito non si fondano su nessuna rappresentatività statistica, né rivestono alcun crisma formale o istituzionale, né hanno alcuna pretesa di esaustività o di immodificabilità; ma forse potrebbero risultare utili nel tentativo di costruzione di un consenso che – se raggiunto – conterrebbe in sé il plus dell’essersi formato con un itinerario del tutto trasparente 69 di costruzione collettiva lunga e partecipata, e fondata sulle istanze di una larga base di operatori. 4.2.1. primo nodo: integrazione Anche quest’anno il primo, più evidente e forse più importante elemento che risalta da una lettura delle risposte, attraversando uniformemente tutti i settori delle rilevazioni, è la forte tensione all’integrazione culturale, operativa e in larga parte umana e relazionale, sia tra gli operatori del Dipartimento, sia del Dipartimento con la amplissima messe di referenti operativi ed organizzativi intra- ed extra-Asl fin qui diffusamente segnalati, dagli enti locali a tutte le articolazioni dell’intervento statale, ecc. Ciò anche nel convincimento – evidentemente largamente vissuto nei servizi, oltre che di assoluta evidenza culturale – che [Guberti 2012]: L’integrazione professionale rappresenta «teoricamente» una delle ragioni fondamentali della organizzazione del lavoro in Dipartimenti. [...] [Essa] rappresenta il punto di forza e la condizione indispensabile che gli operatori della prevenzione devono garantire per perseguire gli obiettivi di salute. È un modo di essere prima ancora che di agire, che consente di adeguare le proprie conoscenze e capacità specialistiche, quindi settoriali, alla complessità dei problemi intersettoriali da affrontare, non sacrificando, ma esaltando la propria specificità in una visione sistemica della realtà. [...] Il Dipartimento di prevenzione è l’asse portante e il nodo strategico di una più forte e valida collaborazione tra le strutture, i servizi e le unità operative, interni ed esterni all’azienda sanitaria, impegnati nella promozione e nella tutela della salute dei cittadini. Come estesamente riscontrabile in tutte le segnalazioni, gli operatori ascoltati dall’Oip affermano la neces70 sità che il Dipartimento esista e che sia uno; che comprenda insieme medici e veterinari, igienisti e medici del lavoro – anzi che tragga una delle sue forze dalla loro integrazione; che non perda nessuno dei suoi settori tradizionali di impegno, ma anzi che integri medicina legale e dello sport, epidemiologia e medicina scolastica, ecc. Ciò conforta una volta di più nella scelta dell’approccio fortemente orientato all’integrazione scelto dall’Oip, e testimonia dell’opportunità di approfondire le rilevazioni dei livelli di integrazione Dipartimento-ospedale e Dipartimento-distretto, e di indagare anche sulla presenza della salute in tutte le politiche (cfr. supra, par. 2.2.3). 4.2.2. Secondo nodo: comunicazione In tale ottica di indispensabilità dell’integrazione, si conferma nei Dipartimenti una diffusa consapevolezza della crucialità assoluta della comunicazione, in tutte le sue accezioni: interpersonale tra colleghi e verso utenti, cittadini e portatori d’interesse, con l’associazionismo e il territorio, tra servizi dipartimentali e con tutte le unità organizzative Asl, con le istituzioni sanitarie territoriali e nazionali, con università e agenzie formative, con le diverse articolazioni territoriali e funzionali dello Stato; come è dimostrato tra l’altro dall’alta intensità e dall’alto numero di flussi informativi e di tavoli formali di lavoro comune attivati. La comunicazione – in particolare quella esterna – è la criticità più citata tra punti forti e punti deboli; e per la comunicazione vengono suggeriti la maggior parte degli interventi di formazione (ciò che può forse far riflettere sia sulla necessità di inserire una disciplina «comunicazione in sanità» nella formazione di base di tutti i professionisti sanitari, sia sull’opportunità di riservare il più ampio spazio alla comunicazione nelle attività di formazione continua/aggiornamento attivati nei Dipartimenti). Inoltre, si segnalano ad esempio la scarsità di ritorni comunicativi della Asl, e l’insufficienza dei ritorni comu71 nicativi delle rilevazioni epidemiologiche; e viene peraltro individuato dagli operatori dei Dipartimenti come un grave limite la mancanza – e come una importante risorsa la presenza – di visibilità e riconoscimento dei Dipartimenti e dei loro dirigenti e operatori (che si costruisce soprattutto con strategie comunicative), e di un clima interno collaborativo (che è evidentemente frutto di una buona comunicazione interna). 4.2.3. Terzo nodo: risorse Anche la scarsità assolutamente drammatica di risorse emerge con grande chiarezza dalle segnalazioni; come ci si poteva aspettare, e come era già accaduto lo scorso anno. A fronte di compiti che aumentano, diminuiscono drasticamente le risorse, ed in particolar quella più cruciale, ossia il personale; che è segnalato come di età avanzata e a basso turnover. Le segnalazioni della carenza di risorse sono ampie e dettagliate, e riguardano oltre al personale, anche le risorse per la formazione, quelle strutturali (mancanza di spazi come diminuzione della possibilità di offrire privacy e accoglienza) ed economiche, e la mancata informatizzazione. La gravità e la crucialità della questione delle risorse potrebbe dunque forse richiedere, insieme alla segnalazione e alla denuncia, anche uno sforzo propositivo; che verosimilmente non potrebbe non passare attraverso una riflessione di respiro più generale sulle questioni del posto della salute e della prevenzione nella scala delle priorità politiche e culturali contemporanee, del finanziamento della sanità pubblica e della lotta all’evasione fiscale, del rapporto tra pubblico e privato e del diritto Costituzionale alla salute, ecc.; riflessione che in questo caso apparirebbe essere non pretestuosa o teorica, ma davvero come una delle ricadute più evidentemente connesse alle risultanze dell’Oip. 72 4.2.4. Quarto nodo: organizzazione Gli operatori dei Dipartimenti sottolineano con forza anche nel 2012 come rimangano gravi ostacoli al lavoro in alcuni assetti organizzativi non accettabili. Tra di essi, si segnalano l’assenza di linee guida e di chiari e stabili riferimenti tecnici e amministrativi e la mancanza di una pianificazione delle attività, che lasciano spazio ad una burocratizzazione autoreferenziale degli interventi anch’essa fortemente segnalata tra i punti deboli del Dipartimento; l’ovvio disorientamento proveniente da un turnover nella dirigenza gestionale e politica delle Asl vorticoso più ancora che accelerato; la frammentazione degli interventi tra diversi referenti e la confusione delle competenze fino a franchi conflitti (da riferirsi anche alla mancata integrazione) e la mancanza di uno sguardo chiaro e unitario sul lavoro; la scarsità di standardizzazioni e protocolli condivisi. Ossia insomma, in una parola, la mancanza di una normazione legislativa e organizzativa di quella integrazione cui si è appena fatto cenno. Ciò sembra rendere necessario un miglioramento del formale delineamento organizzativo e legislativo dei compiti nel Dipartimento (come testimoniato anche nelle tabelle 6.1 e 6.2, nelle quali le leggi segnalate sono in massima parte leggi di organizzazione, e le segnalazioni su auspicabili nuove statuizioni riguardano in massima parte organizzazione e pianificazione). 4.2.5. Quinto nodo: operatori A carenze di risorse e disfunzionalità organizzative fa fronte però una capacità ed una dedizione degli operatori (e una funzione di guida e stimolo dei dirigenti) vista anche quest’anno come risorsa cruciale; che giunge anche quest’anno nonostante tutto a produrre buoni risultati di funzionalità per i servizi, con interventi efficaci, efficienti e graditi. 73 Occorre tener presente naturalmente che tale visione è generata da uno sguardo degli operatori su se stessi, e che quindi potrebbe essere influenzata da una qualche auto-indulgenza e da un qualche autocompiacimento. Ma non è comunque senza significato – e anzi si configura come una forte e consapevole assunzione di responsabilità – che anche quest’anno essi identifichino la propria eventuale competenza, abnegazione, flessibilità, capacità di collaborazione come quella importantissima chiave di volta per l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione che studi e acquisizioni della scienza aziendale internazionale dimostrano effettivamente che sia. La professionalità e la motivazione degli operatori, e il buon livello delle prestazioni fornite (capillarità, flessibilità, capacità di risposta, rapidità, continuità oraria, ecc.) sono infatti tra i punti forti più segnalati; mentre risalta tra i punti deboli la connotazione anagraficamente svantaggiosa degli operatori stessi (che peraltro – a proposito di elementi-base di managerialità – nessuna azienda commerciale tollererebbe senza intervenire a riequilibrarla...!), naturalmente legata alla carenza di risorse che blocca le nuove assunzioni impedendo un abbassamento dell’età media, ma anche probabilmente a volontà di politica generale e sanitaria forse ostili alla prevenzione. 4.2.6. Sesto nodo: formazione continua La mancanza di formazione continua/aggiornamento è tra i punti deboli più segnalati e più lamentati dagli operatori; che ne sentono fortemente la necessità, la identificano come un punto cardine per la qualità degli interventi del Dipartimento, ma ne giudicano gli interventi correntemente effettuati come complessivamente di scarsa qualità. Per sopperire a ciò, essi si impegnano diffusamente in un auto-aggiornamento che supplisce in qualche modo alla scarsità di risorse stanziate per la loro formazione, anch’essa ampiamente denunciata. 74 Tale quadro complessivamente non positivo sembra giustificare il richiamo all’esigenza di ripensare/rilanciare il sistema di formazione/aggiornamento degli operatori del Dipartimento. L’esigenza di integrazione già più volte segnalata, e l’altrettanto evidente e prevalente richiesta di formazione in comunicazione, richiederebbero però forse una attenzione, oltre che ai contenuti, anche ai metodi e all’orientamento o allo «spirito» o clima di fondo di tale formazione continua; che dovrebbe forse essere declinato principalmente in termini di metadisciplinarità, e di comunicazione. Questa attitudine metadisciplinare, [...] potrebbe servire dunque che fosse formata in maniera specifica anche nel nostro Paese in una Scuola di Sanità Pubblica, intesa come una sorta di «Scuola Quadri» di cui l’organizzazione sanitaria, come ogni organizzazioni complessa e matura, non può davvero più fare a meno; come luogo formativo post-lauream di livello nazionale, auspicabilmente collegata con una rete di Scuole di Sanità Pubblica regionali, a loro volta collegate con Scuole di Sanità Pubblica di Asl. [...] Nella rete territoriale di Scuole di Sanità Pubblica – vere scuole di comunicazione, di metadisciplinarità, di organizzazione sanitaria, di salute, di prevenzione – sarebbe dunque necessario anzitutto creare un clima particolare – che può derivare dalla capacità di relazionarsi e comunicare profondamente intorno alla condivisione del mandato fondante alla produzione di salute e alla difesa del diritto alla salute, e che nessun corso di laurea si cura forse sufficientemente di formare [Lagravinese e Calamo Specchia 2010b]. 4.2.7. Settimo nodo: vaccinazioni Come accennato presentando i risultati della griglia 5, tra gli interventi la maggiore frequenza di segnalazioni è quella per l’area vaccinazioni, con oltre 60 segnalazioni. Le vaccinazioni prevalgono come argomento anche tra i tavoli di relazione formale attivati dai Dipartimenti con i di75 versi referenti esterni; e sono molto diffusamente segnalate come punto forte dei Dipartimenti, come ambito cruciale della legislazione sanitaria e come argomento fondamentale per le attività di formazione continua/aggiornamento. 4.2.8. Ottavo nodo: promozione della salute Analizzando il quadro generale dei circa 1.200 interventi segnalati dai Dipartimenti pilota, si rimane colpiti dalla loro eterogeneità; che spazia dagli studi e dalla sorveglianza epidemiologica alla redazione di progetti e piani d’azione, dalla formazione alla mediazione linguistica, dalle visite mediche e dall’attività ambulatoriale alla fisioterapia riabilitativa e preventiva, ecc. In esso, oltre alle vaccinazioni, e accanto alle più tradizionali attività di vigilanza e controllo, sembra manifestarsi con grande evidenza la presenza diffusa di interventi di promozione della salute di varia natura ed argomento, ma che condividono con la formazione, l’educazione alla salute, il counselling, l’informazione ai cittadini, l’essere basati sullo strumento comunicazione; e che attraversano trasversalmente la più gran parte delle aree, fino ad evidenziarsi come il metodo di prevenzione non medica probabilmente più usato, e più fortemente segnalato come punto qualificante delle attività. Del resto tale orientamento dei Dipartimenti trova un riscontro importante nelle acquisizioni scientifiche internazionali; la promozione della salute, infatti, «come emerge dai documenti scientifici e strategici delle principali agenzie sanitarie internazionali, costituisce la mission per eccellenza dei Dipartimenti di prevenzione» [Guberti 2012]. 4.2.9. nono nodo: epidemiologia Oltre alle varie disfunzionalità organizzative già segnalate, ciò che pare forse ancora più preoccupante per gli 76 operatori quanto a funzionalità dell’organizzazione è la mancanza in generale di valutazione dei risultati del lavoro; ed in particolare la mancanza di valutazioni fondate su dati di salute (mancanze da mettere in relazione alle carenze dell’epidemiologia, segnalate nelle griglie 2 e 5, e alla segnalazione dell’alta necessità di approfondimenti epidemiologici), su dati di gradimento (da mettere in relazione alle carenze segnalate nelle prassi comunicative con cittadini e utenti), e su audit e best practices (che rimandano ancora una volta alla necessità di integrazione e confronto). Peraltro, il tema dell’epidemiologia è il più segnalato, dopo la comunicazione, tra i più importanti per l’aggiornamento degli operatori; e nonostante il dato delle ottime relazioni con le Unità di epidemiologia, tali Unità mostrano una presenza non diffusissima (mancano in un quarto dei 60 Dipartimenti). La necessità di approfondimenti epidemiologici è fortemente sentita, come quella di aggiornamento/formazione; e ciò è confermato dalla sofferenza diffusa nelle diverse Asl di strumenti quali Recam, Rss e Bilancio sociale. 4.2.10. decimo nodo: Ebp Se per identificare in maniera mirata i bisogni cui rispondere prioritariamente, e poi per valutare l’effetto delle risposte attivate, occorrerebbe incrementare le attività di epidemiologia nel Dipartimento, per non procedere nel lavoro in maniera autoreferenziale occorrerebbe anche incrementarvi le attività di valutazione Ebp. La necessità di diffondere sempre più le acquisizioni e la pratica della Prevenzione basata sull’evidenza è ampiamente segnalata dai Dipartimenti rispondenti all’Oip; oltre che essere riconosciuta sempre più come uno dei fondamenti dell’agire professionale [AA.VV. 2011]: Da un punto di vista operativo, la distinzione da operare risiede piuttosto nella distinzione tra interventi per i quali esiste 77 adeguata documentazione scientifica sull’efficacia e interventi che necessitano ancora di essere valutati. [...] Per quanto attiene i paradigmi scientifici, si condivide l’impostazione del documento [Pnp, N.d.A.] che esige di far riferimento alla necessità inderogabile di introdurre, finanziandoli, soltanto interventi sanitari adeguatamente supportato da prove di efficacia. Ciò può giustificare l’inserimento nelle rilevazioni dell’Oip per il prossimo anno di domande specifiche sul numero di interventi attivati dopo valutazioni Ebp. 4.2.11. verso una interpretazione/scioglimento dei nodi Scorrendo i nodi fin qui evidenziati, si può essere indotti a pensare che molte delle posizioni assunte dai Dipartimenti fossero prevedibili o attese; e che comunque in larga parte suonino come un ribadimento di posizioni già espresse lo scorso anno. Tali elementi di «prevedibilità» e di «continuità» delle risposte in relazione al senso ed agli scopi più cruciali dell’Oip, lungi dal costituirne un punto debole, ne costituiscono viceversa un assoluto punto di forza; perché testimoniano da una parte dell’attendibilità dello strumento di rilevazione, e dall’altra del lento coagularsi di una convergenza su visioni per il momento molto «di base», ma già sufficientemente chiare. Se le risposte soggettive di quest’anno sono per larga parte previste (come peraltro ci si poteva attendere fin dall’inizio del lavoro), ciò testimonia che c’era e c’è una larga parte di comune sentire informalmente percepito nel mondo della prevenzione italiana, le cui argomentazioni vanno spostate dal piano della consapevolezza comune ed inespressa a quello della certificazione collettiva: e proprio questo è uno degli scopi fondanti dell’Oip. Su queste pur rudimentali «certificazioni» di base, e sulla minima credibilità che l’Oip sta forse costruendosi 78 in esse, potrà essere possibile lavorare ulteriormente per confermare ancora quanto fin qui testimoniato, e per allargare e dettagliare l’indagine ad aspetti via via più approfonditi, sui quali verificare un consenso più complesso e articolato. Molte delle consapevolezze emerse nelle rilevazioni Oip sono già presenti in documenti professionali e acquisizioni scientifiche; se dunque una differenza o un valore aggiunto può esser loro conferito dall’Oip, esso sta nell’averle costituite non come pareri di esperti o delegati, ma come espressione di una larga base di operatori. Ed esse avranno tanto più valore, quindi, quanto più questa base si allargherà, e quanto più si saprà rafforzare lo stile collettivo nel raccoglierle. Affermare le stesse cose, anche se di banale senso comune, se viene affermato tutti insieme trasforma il senso comune in massa critica; e richiedere tutti insieme una cosa banale rende non banale la richiesta. 5. Conclusioni L’Oip si trova al suo terzo anno di attività a confrontarsi inevitabilmente con una forte domanda di senso, che è dunque anche un interrogativo cruciale sulle sue prospettive e il suo sviluppo. Esso potrebbe senz’altro sopravvivere come iniziativa di ricerca tra le tante, arruolando ogni anno i Dipartimenti partecipanti sulla scorta di dinamiche non organiche – circostanze occasionali, relazioni personali, autoselezione, ecc. – e contando sulla dedizione e l’entusiasmo degli operatori dei Dipartimenti e dei colleghi della Siti; ma ciò condurrebbe inevitabilmente a rilevazioni a macchia di leopardo, pur sempre suggestive e indicative, e utili per progressivi affinamenti dello strumento di indagine, ma mai davvero pienamente rappresentative e politicamente «pesanti». 79 Se viceversa ci si pone, come appare più logico e produttivo, l’obiettivo di sviluppare l’Oip come sistema di controllo epidemiologico generalizzato e oggettivo, per rilevare dotazioni, attività, performance della sanità pubblica – oltre che come sistema di ascolto e confronto degli orientamenti e atteggiamenti dei suoi operatori – allora occorre mettere in campo una serie di miglioramenti e correttivi delle sue attività. In primo luogo, appare necessario un potenziamento significativo delle risorse dell’Oip, in termini sia di risorse strumentali (ad esempio dotandosi di modelli e supporti informatici per la raccolta, trasmissione ed elaborazione dei dati, e per la diffusione dei risultati), sia soprattutto ed in particolare in termini di operatori dedicati, che possano funzionare nelle diverse Regioni da sollecitatori, facilitatori, effettori, supervisori delle rilevazioni. Tali operatori potrebbero ad esempio essere costituiti da studenti in formazione nelle scuole di specializzazione (o anche nei corsi di laurea) di area preventiva e di sanità pubblica; coadiuvati magari da una rete più strutturata di referenti Oip, costituita da un operatore per ogni Dipartimento, selezionato tra gli iscritti alla Siti o alle altre società scientifiche e professionali della sanità pubblica. Per favorire la tempestività e la qualità delle risposte, peraltro, potrebbe essere utilissimo attivare, sotto l’egida degli Assessorati regionali alla Sanità, una serie di work shop regionali di una o di mezza giornata, per la presentazione dettagliata agli operatori dei Dipartimenti di questionario e griglie (che potrebbe essere utile fornire il prossimo anno anche in una versione esemplificativa compilata in fac-simile); mentre altrettanto utile potrebbe risultare successivamente una giornata di confronto a livello regionale intorno alla considerazione e verifica dei risultati regionali, che permetterebbe utili riflessioni a livello locale. In secondo luogo, occorrerebbe per lo sviluppo dell’Oip una opportunità ed una capacità di lavorare in strettissima sinergia ed integrazione con i referenti istituzionali nazionali e regionali, anche per evitare duplicazioni di richieste di dati ai Dipartimenti. 80 Perché l’Oip contribuisca in tal modo nella maniera più produttiva al sistema integrato delle rilevazioni istituzionali, occorrerebbe in particolare svilupparne ulteriormente l’approccio metodologico – sostanzialmente originale nel quadro delle rilevazioni sulla sanità pubblica italiana – potenziando ed allargando sia le sue rilevazioni quantitative mai prima effettuate, sia tutta la parte mirata sulla soggettività e sulla auto-valutazione degli operatori. Tale ultima parte soggettiva però, per non restare una sorta di sterile autocoscienza, dovrebbe trovare uno sbocco in una autorevolezza dell’Oip che andrebbe sempre più ampliata, ampliando appunto fino ad una completa rappresentatività statistica le rilevazioni. E dunque, in terzo luogo, per tale ampliamento – oltre che, come già detto, aumentare le risorse dedicate all’Oip – sarebbe indispensabile anche o soprattutto, come cruciale elemento motivante per gli operatori chiamati ad esprimersi, trasmettere con forza l’idea che le rilevazioni dell’Oip non galleggino nel vuoto, né costituiscano uno sterile esercizio accademico, ma rappresentino il cuore e il centro e l’occasione imperdibile di una iniziativa strategica, nella quale la Siti convoglia tutto il suo impegno e tutta la sua determinazione, e dalla quale ci si aspettano indicazioni importanti e condivise di cambiamento, su cui poi puntare con tutta la propria forza di lobbyng. Un impegno che la Siti potrebbe assolvere ad esempio anche riservando all’Oip uno spazio dedicato e sempre più centrale in ognuno dei suoi incontri e convegni regionali o nazionali, e magari apposite commissioni di studio nelle sezioni regionali; o quant’altro possa comunque servire a costituire di fatto la riflessione sull’Oip e dunque sui Dipartimenti come una sorta di filo rosso che si dipana parallelamente a tutte le sue attività scientifiche ed istituzionali. Le esperienze del 2010 e del 2011 dell’Oip, e le rilevazioni formali e informali degli orientamenti di tutti gli operatori partecipanti, confermano peraltro che tale impegno non avrebbe molto senso se non fosse condotto dalla 81 Siti nello spirito dell’integrazione metadisciplinare, più ancora che della sola apertura professionale e interdisciplinare; spirito peraltro già da tempo diffusamente identificato come caratterizzante del profilo di ogni igienista; anzi a tale profilo assolutamente connaturato. Dunque si può ancora convintamente ribadire, come affermato lo scorso anno, che: la sfida ulteriore che sembra ora cruciale accettare è quella di superare i confini della disciplina igienistica, in un’opera intelligente di ricomposizione dei diversi apporti disciplinari verso il fine comune della prevenzione, da praticare e da difendere. Gli stessi operatori dei Dipartimenti pilota, segnalando l’esigenza di integrazione come punto irrinunciabile e fondamentale del loro agire professionale, hanno mostrato di condividere tale impostazione di fondo dell’iniziativa dell’Oip. O meglio, l’Oip ha mostrato di saper intercettare una esigenza fortemente presente negli operatori: ridisegnare per il Dipartimento nuovi spazi di unitarietà, nel lavoro di ricerca comune per arrivare a un quadro di riferimento condiviso per la sua struttura organizzativa ed i suoi interventi. Al di là dei dati e risultati sempre più importanti che auspicabilmente l’Oip sarà in grado di produrre, è insomma importante attivare fin d’ora intorno a quei dati un processo di confronto e coesione interna nei Dipartimenti che potrebbe essere forse il risultato più importante da conseguire (e che potrebbe partire dal riequilibrio di un certo sbilanciamento sui servizi igienistici e sui ruoli medici dello sguardo analitico dell’Oip); e sostituire la contrapposizione e il conflitto per allargare le aree di dominio disciplinare con la ricomposizione degli apporti scientifici e professionali per aumentare la salute dei cittadini (e prima ancora per allargare gli spazi di praticabilità all’interno del Ssn che permettano di farlo!). Un «andare oltre la Siti» per riunire tutti i professionisti della prevenzione, che può forse essere condotto e realizzato nella maniera migliore proprio dalla Siti stessa; sia per la tradizione di agenti di integrazione culturale e professionale presente nella storia degli igienisti, sia per il radicamento della riflessione metadisciplinare nelle basi dottrinali della disciplina, sia dunque per la vocazione complessiva dell’igienista a porsi come riferimento trasversale per il collegamento comunicativo tra i differenti ricercatori. 82 Non sembra dunque azzardato affermare che se non saranno gli igienisti italiani a farsene carico fino in fondo, forse non sarà semplicissimo trovare altri gruppi professionali in grado di fungere da attivatori di tale processo; ed in tal senso l’Oip può divenire una forte assunzione di responsabilità dell’Igiene, ed un impegno strategico della Siti intorno a cui coagulare ricerca, formazione, lobbyng virtuoso, promozione di immagine. Tali proposizioni sembrano del tutto condivisibili anche quest’anno. Come si potrebbe ad esempio valutare un servizio veterinario, o prospettarne una riorganizzazione, senza parlarne con un veterinario? Anzi, senza lasciare che sia un veterinario a parlarne? Come affrontare il tema di una riorganizzazione che coinvolge tutti gli operatori, senza coinvolgere nella discussione appunto tutti gli operatori? Come parlare di integrazione professionale e più ancora culturale e di intenti, affermarne e rilevarne la necessità, e non realizzarla nel lavoro stesso che la rileva? In quarto – ma assolutamente non ultimo! – luogo, dunque, il gruppo di lavoro dell’Oip andrebbe allora necessariamente e tempestivamente allargato – almeno, ma non solo – a veterinari, medici del lavoro, infermieri, assistenti sanitari, tecnici della prevenzione; e il gruppo dei promotori dell’Oip a tutte le associazioni scientifiche e professionali della prevenzione e della sanità pubblica, o a quante più possibile. Tale allargamento potrebbe ad esempio trovare una sua concretizzazione ed identificazione insieme operativa e simbolica nella organizzazione congiunta da parte di tutte le Società scientifiche di sanità pubblica di un incontro nazionale ad hoc, specificamente dedicato non solo alla illustrazione dettagliata dei risultati dell’Oip, ma anche e soprattutto all’avvio di un processo di confronto serrato, scientifico e «politico», tra le visioni culturali, istituzionali ed organizzative del Dipartimento di prevenzione, tendente a costruire il più ampio consenso professionale intorno ad una ipotesi unitaria. 83 Peraltro, promuovere un tale coagulo di intenti, ponendone l’Oip come base di partenza e veicolo di diffusione, potrebbe porre di fatto la Siti alla testa di un movimento complessivo della sanità pubblica italiana, che viceversa essa da sola, non solo potrebbe più difficilmente realizzare – non fosse altro perché non ne rappresenta il mondo nella sua interezza – ma in mancanza del quale potrebbe vedere addirittura limitate di molto forse anche le stesse possibilità di continuare con le semplici rilevazioni statistiche dell’Oip su altri servizi dipartimentali che non siano solo quello di Igiene e sanità pubblica. Tiepidità verso la teoria e la prassi dell’integrazione metadisciplinare, scetticismi o addirittura opposizioni – fondate magari soltanto in dinamiche di pura appartenenza – non segnerebbero dunque solo la fine dell’Oip, in sé non particolarmente rilevante. Ciò potrebbe segnare forse anche la perdita di una occasione per la Siti di porsi ancor più come perno centrale dell’associazionismo professionale e scientifico della sanità pubblica italiana; e forse anche per gli stessi operatori di ogni ruolo e profilo dei Dipartimenti di prevenzione, che se non riuscissero a parlare con una sola voce – che sia l’Oip o meno – potrebbero condannarsi comunque all’impossibilità di incidere in maniera significativa sulla realtà organizzativa e «politica» del Servizio sanitario nazionale, e di determinarne gli eventi. Riferimenti bibliografici AA.VV. (2011), Documento intersocietario Siti-Aie-Sismec sul nuovo Piano Nazionale della Prevenzione, http://www.societaitalianaigiene.org/cms/index. Guberti E. (a cura di) (2012), Collegio Operatori della Società italiana di Igiene. Linee guida per i Dipartimenti di prevenzione, http://www.societaitalianaigiene.org/cms/index. Lagravinese D. e Calamo Specchia F. (2010a), Costruzione dell’osservatorio, in A. Boccia et al. (a cura di), Rapporto prevenzione 2010. La formazione alla prevenzione, Bologna, Il Mulino. 84 Lagravinese D. e Calamo Specchia F. (2010b), Il ruolo dei professionisti della prevenzione tra intersettorialità e metadisciplinarità: verso una rete di scuole territoriali di sanità pubblica, in A. Boccia et al. (a cura di), Rapporto prevenzione 2010. La formazione alla prevenzione, Bologna, Il Mulino. Lagravinese D. e Calamo Specchia F. (2011), Osservatorio italiano sulla prevenzione (Oip): precisazioni metodologiche e primi risultati, in A. Boccia et al. (a cura di), Rapporto prevenzione 2011. Le attività di prevenzione, Bologna, Il Mulino. 85 allegato 1 questionario - sezione i Tab. 1.0. a) Dati personali del responsabile della compilazione del questionario (59 rispondenti) – articolazione organizzativa di appartenenza... 54 Dipartimento di prevenzione, 4 Unità di epidemiologia extra-dipartimentale, 1 Asl – profilo professionale... 52 medici (tra cui 29 igienisti, 5 medici del lavoro, 1 medico legale, 3 igienisti/medici del lavoro, 2 igienisti/epidemiologi, 1 medico del lavoro/medico legale), 2 veterinari, 1 sociologo/epidemiologo, 1 biologo, 1 dottore in scienze per le professioni sanitarie della prevenzione, 1 ingegnere, 1 gruppo multiprofessionale – ruolo istituzionale... 42 direttori Dipartimento prevenzione, 12 dirigenti Uoc e Uos del Dipartimento, 3 responsabili unità di epidemiologia extra-dipartimentale, 1 dipendente Asl, 1 gruppo multiruolo – età media... (54 rispondenti) 57,3 anni b) Modalità di risposta seguite dal responsabile della compilazione (59 rispondenti, risposte multiple) – interpretando da solo il «comune sentire» dei colleghi del Dipartimento... 5 – dopo una consultazione di alcuni colleghi più interessati... 10 – dopo una consultazione di alcuni responsabili dei servizi e delle aree... 10 – dopo una consultazione di tutti i responsabili dei servizi e delle aree... 20 – dopo una consultazione di un gruppo di lavoro ad hoc composto da colleghi dei diversi ruoli e profili professionali... 19 – altro... 2 Tab. 1.1. (59 rispondenti) Come giudicate ognuno di questi aspetti del Dipartimento Scarso insuffi- suffi- Buono Ottimo ciente ciente l’adattabilità ai progetti regionali i rapporti con l’assessorato regionale (autonomia decisionale) il contributo alla definizione degli obiettivi regionali i rapporti con la dirigenza Asl (autonomia decisionale) il contributo alla definizione degli obiettivi aziendali i rapporti con i medici di medicina generale e con i pediatri di base i rapporti con l’unità di epidemiologia* * 45 rispondenti. 86 1 2 15 35 6 3 5 12 34 5 5 4 13 32 5 1 5 17 28 8 1 8 17 27 6 1 2 11 4 16 6 27 23 4 10 Tab. 1.2. (59 rispondenti) come giudicate la necessità di Nulla comunicazione del Dipartimento Verso le altre articolazioni Asl Verso referenti istituzionali diversi extra-Asl Verso la popolazione generale Scarsa Discreta Alta Molto alta – – 1 2 18 17 32 27 8 13 – – 12 20 27 Tab. 1.3. (58 rispondenti) Come giudicate lo stile di comunicazione Gerarchico, Di coordina- relazionale, Gravi empatico e mento unidiredifficoltà funzionale profondo zionale relazionali All’interno del Dipartimento 3 3 47 5 Tab. 1.4. (57 rispondenti) Come giudicate i ritorni comunicativi della Asl verso il Dipartimento Gravemente carenti Scarsi Sufficienti Numerosi 4 15 87 25 12 Molto numerosi 1 Tab. 1.5 nel vostro Dipartimento esistono tavoli formali di relazione con altri organismi referenti organizzativi e istituzionali intraAsl? (se sì, specificare quali) (49 rispondenti) Sì 44 organismo referente argomento Direzione strategica Asl (3) Vaccinazioni (15) Coordinamento Distretti Emergenze infettive Sanitari (3) Distretto sanitario (4) Malattie infettive, pandemie, grandi emergenze Dipartimento cure primarie Sorveglianza Tbc (5) Dipartimento materno- Prevenzione Legionella (3) infantile Mmg (2) Infezioni ospedaliere (4) Pediatri (2) Strutture sanitarie e strutture specialistiche esterne (2) Consultorio Rischio clinico (2) Direzioni ospedaliere (3) Procedure Comitato Infezioni Ospe- Ambulatori daliere Urp Attività distrettuali Servizio di Epidemiologia Applicazione di tutti i (4) decreti del commissario ad acta Servizio Formazione (3) Integrazione nell’ambito delle attività di prevenzione (2) Unità di Educazione alla Direzione sanitaria azienSalute (2) dale Servizio promozione della Monitoraggio budget (2) salute Organismi di staff Clima organizzativo Gruppo di supporto alla Qualità percepita degenti definizione del piano strategico aziendale Organismo tecnico dell’in- Qualità aziendale (2) novazione Tavolo tecnico per il con- Comitato di Direzione trollo del piano di rientro Uoc Governo della Rete Definizione degli obiettivi aziendali triennali Uoc Risk Management Atto di Autonomia Aziendale Coordinatore e Referenti Piano Formativo aziendaPrp le (3) Responsabile medicina so- Piani Regionali di prevenciale zione (3) Responsabile medicina del Piano nazionale prevenlavoro zione Piani Ccm Prevenzione in età pediatrica Protocollo intesa SdS No 5 Tab. 1.5. (segue) nel vostro Dipartimento esistono Organismo referente Argomento Bilancio sociale Promozione della salute (6) Promozione della salute nelle scuole (2) Promozione attività fisica Nucleo ispettivo Screening oncologici (8) Prevenzione cardiovascolare Controllo del divieto di fumo Gestione socio sanitaria e sorveglianza sindromica dei profughi per soggiorno umanitario Progetto immigrazione Controllo fitosanitari Zoonosi e problematiche piccioni Ondate di calore Alimenti e nutrizione (2) Controlli su alimenti Sisa Ambiente e Salute (2) Sistri Reach Prevenzione e sicurezza luoghi di lavoro Ricerca attiva malattie da lavoro Edilizia e Cantieri (2) Maternità donne lavoratrici Mobbing (2) Sì 44 Tavoli formali di relazione con altri referenti organizzativi e istituzionali extra-Asl? (se sì, specificare quali) (52 rispondenti) Regione, aree ed articola- Prevenzione infortuni e zioni diverse (12) malattie professionali (17) Consulta Direttori Dip. di Piano regionale per la Prevenzione prevenzione degli infortuni sul lavoro Tavoli tecnici regionali del Sicurezza sul lavoro Prp 2010-2012 Commissione regionale vac Flussi regionali relativi cini agli eventi infortunistici e alle malattie professionali Comitato regionale di coordi- Amianto (4) namento prevenzione infortuni e malattie professionali No 5 Tab. 1.5. (segue) nel vostro Dipartimento esistono Organismo referente Argomento Comitato tecnico Regionale sulla prevenzione collettiva Coordinamento dei servizi regionali per la prevenzione Tavoli tecnici regionali Spresal (2) Gruppo audit regionale per la sicurezza alimentare (2) Servizio ambiente della regione Referente regionale del Progetto mattone internazionale Dipartimento sociale della regione (2) Assessorato regionale Agricoltura Consulta della Sicurezza Arpa (8) Comitato tecnico Arpa Oer (12) Provincia (8) Promozione della salute sul lavoro Tabagismo nei luoghi di lavoro Art. 40 d.l. 81/08 Suap Igiene industriale Edilizia (3) Agricoltura (3) Verifica requisiti strutture sanitarie Igiene della Nutrizione Emergenze Alimentari Mense menù Aree mercatali Centro di Controllo Micologico Prefettura (2) Prodotti fitosanitari Ufficio operativo provincia- Mitilicoltura e qualità acle per la vigilanza que consumo umano Camera di commercio Problematiche settore ittico Direzione provinciale del Sicurezza alimentare (2) Lavoro Coordinamento interistituzio- Sicurezza degli alimenti e nale per la sicurezza lavoro della nutrizione Ufficio Scolastico provin- Protocolli con associaciale zioni per la sicurezza alimentare Scuole (2) Piano per la sicurezza alimentare, piani di risanamento per brucellosileucosi-Tbc ecc. Gis (Gruppo Interistituzio- Malattie infettive nale Scuola) Istituto Zooprofilattico (5) Progetto Ccm «Sorveglianza zoonosi» Lsp Randagismo Comune (10) Controllo del territorio per le transumanze Comitato sindaci distret- Acque destinate al consutuali mo umano Tab. 1.5. (segue) nel vostro Dipartimento esistono Organismo referente Argomento Ministero di Grazia e Giu- Controlli ufficiali delle stizia acque destinate a consumo umano e delle acque di balneazione Corpo Forestale dello Salubrità ambienti nataStato-gruppo di lavoro per tori randagismo Coni Qualità della ristorazione scolastica Inail (5) Scuole Inps Tavolo scuola-salute Anmil Progetti di promozione salute nelle istituzioni scolastiche (2) Agci Guadagnare salute in adolescenza Api Promozione della salute nelle giovani generazioni Cia Promozione della salute (2) Cna Scuola territoriale della salute Vigili del fuoco (2) Attività fisica Polizia municipale Formazione Questura Comunicazione Genio civile Salute e ambiente (3) Protezione civile Osservatorio salute e ambiente Capitaneria di Porto Rifiuti Confindustria Inquinamento indoor Fondazioni private Inquinamento dell’aria Caritas Prestazioni in materia di controlli ambientali – campionamenti (2) Censimento e bonifica delle Federsanità aree di rischio ambientale Medici Competenti territoriali Autorizzazioni ambientali Atti autorizzativi vari Attività istituzionali Piano Regionale della Prevenzione (5) Flussi informativi del Dipartimento (2) Procedure di appalto regionale per materiali d’uso dei Siav Sì 13 Un sistema autonomo per la gestione della qualità modello Iso9000? (51 rispondenti) (di cui 6 parzialmente) No 38 Tab. 1.6 Tra le attività del vostro Dipartimento vi sono quanti Progetti autonomi (56 rispondenti) Progetti sostenuti da finanziatori istituzionali esterni alla RegioneAsl (56 rispondenti) Progetti sostenuti da finanziatori commerciali (48 rispondenti) 0 1 3-5 6 o più 9 3 23 20 16 13 21 6 41 4 3 – Tab. 1.7. 58 rispondenti Da quanto tempo sono in carica Anni Mesi 7 2 1 3 L’attuale dirigente del Dipartimento L’attuale direttore generale Asl Tab. 1.8. 58 rispondenti Come stimate approssimativamente Sotto i Tra i 30 Tra i 40 Oltre i 30 anni e i 40 e i 50 50 L’età media degli operatori del Dipartimento – – 31 27 Tab. 1.9. 59 rispondenti Come stimate approssimativamente Meno Tra 2% Tra 6% Più del dell’1% e 5% e 10% 10% La percentuale degli operatori non stabili (a tempo, a contratto, ecc.) sul totale degli operatori del Dipartimento 19 20 11 9 Tab. 1.10. 58 rispondenti Come giudicate la corrispondenza tra Quasi mai Coincidente Coincidente Quasi coincidente solo per per diversi sempre qualcuno operatori coincidente Le vocazioni degli operatori e la loro reale allocazione in ruoli e attività – 3 37 18 Tab. 1.11. 52 rispondenti Come giudicate la capacità del Dipartimento Di promuovere l’equità sociale con i propri interventi preventivi Nulla – Scarsa Sufficiente 5 32 Alta Molto alta 20 2 allegato 2 questionario - sezione ii Degli interventi di ognuna delle seguenti aree del Dipartimento, come valutate: 60 50 5 5 40 6 28 30 3 21 28 20 33 28 20 17 1 Ottima Buona Insufficiente Scarsa Fig. 2.1. Sensibilità sociale. 93 1 1 Sufficiente 5 1 9 Med. legale 3 10 Eas 1 10 San. veterinaria 1 8 Amb. lavoro Ig. alimenti 5 9 Mcd e screening 1 0 12 9 Ig. pubblica 7 14 Ig. nutrizione 10 4 3 2 27 Ambiente 30 6 7 60 1 2 2 40 30 1 2 2 3 5 1 29 28 26 34 35 21 32 24 3 5 Ottima Buona 11 1 8 9 1 Sufficiente 2 Eas Ig. nutrizione Ig. alimenti 0 1 10 San. veterinaria 1 14 11 Amb. lavoro 13 Mcd e screening 15 Ig. pubblica 10 Ambiente 20 20 8 2 Med. legale 50 Insufficiente Fig. 2.2. Accettabilità sociale. 50 4 4 5 8 5 40 3 35 25 5 26 30 21 32 9 29 28 18 20 13 Fig. 2.3. Rilevanza. 5 3 Mcd e screening 1 Ambiente 1 Ig. pubblica Ig. alimenti 4 Ig. nutrizione 1 0 8 10 Ottima Buona Insufficiente Scarsa 9 11 9 1 1 San. veterinaria 11 Amb. lavoro 10 10 5 12 10 15 Sufficiente 11 2 Med. legale 30 Eas 45 50 45 3 5 20 2 28 30 25 1 3 35 30 2 30 24 33 22 23 15 12 10 7 5 Ottima Buona Insufficiente Scarsa 1 1 Eas 1 San. veterinaria 4 Amb. lavoro 1 Mcd e screening Ig. nutrizione 0 1 7 Ambiente 5 3 Ig. pubblica 9 Ig. alimenti 5 22 14 10 Med. legale 35 3 5 40 Sufficiente Fig. 2.4. Qualità. 60 1 40 29 24 Fig. 2.5. Efficacia. 5 11 1 Ottima Buona Insufficiente Scarsa 1 7 6 Eas 6 Mcd e screening 1 2 14 Ambiente 1 18 10 6 12 Ig. pubblica 5 33 15 8 Ig. nutrizione 3 Ig. alimenti 0 29 34 23 8 3 24 Amb. lavoro 30 10 1 4 4 20 4 3 Sufficiente 7 2 Med. legale 2 San. veterinaria 50 60 50 40 11 8 12 12 6 5 30 22 28 14 10 20 7 7 22 25 18 29 26 18 5 13 Buona 9 Sufficiente Fig. 2.6. Efficienza. 96 10 3 Insufficiente 8 Med. legale 7 San. veterinaria 3 Mcd e screening 1 Amb. lavoro 10 Eas 16 Ambiente Ig. alimenti Ottima 11 Ig. pubblica 3 0 Ig. nutrizione 10 allegato 3 questionario - sezione iii Per ognuna delle seguenti aree del Dipartimento, come valutate: 60 10 12 30 20 6 5 7 9 9 11 11 Amb. lavoro 8 Ottima Buona Insufficiente Scarsa Fig. 3.1. Qualità della comunicazione esterna. 97 13 9 9 5 8 Mcd e screening 9 9 18 Ambiente 10 14 1 13 Ig. pubblica 0 15 18 14 6 Ig. nutrizione 10 18 22 2 Ig. alimenti 20 3 7 6 3 Sufficiente 6 7 7 3 Med. legale 14 4 Eas 40 1 2 3 San. veterinaria 50 60 50 5 5 40 6 3 2 27 28 30 21 28 20 33 28 20 17 3 1 1 Ottima Buona Insufficiente Scarsa 10 1 5 1 9 Med. legale 1 10 Eas 1 8 San. veterinaria Ig. nutrizione Ig. alimenti 5 9 Amb. lavoro 1 0 12 9 Ambiente 7 14 Ig. pubblica 10 4 3 Mcd e screening 30 6 7 Sufficiente Fig. 3.2. Necessità di approfondimenti epidemiologici. 60 50 4 5 40 6 6 1 28 26 27 20 27 20 30 26 16 16 3 Ottima Buona Insufficiente Scarsa Fig. 3.3. Necessità di aggiornamento. 2 Sufficiente 5 2 10 Med. legale 3 13 Eas 3 11 San. veterinaria 1 4 Amb. lavoro Ig. alimenti 0 5 8 Mcd e screening 1 13 12 Ig. pubblica 9 15 Ig. nutrizione 10 3 2 Ambiente 30 8 5 Tab. 3.1. Argomenti segnalati come auspicabili temi di aggiornamento/formazione, nelle diverse aree (49 rispondenti) 3.1.1. Igiene degli alimenti Comunicazione 1. Attività relazionale 2. Confronti con culture diverse 3. Counselling 4. Comunicazione e comunicazione del rischio (2) 5. Lavorare in gruppo ed integrazione professionale 6. Comunicazione extra Asl 7. Stili comunicazionali 8. Tecniche di comunicazione 9. Audit (8) 10. Conduzione di audit c/o imprese alimentari 11. Audit Osa Formazione 12. Formazione dei formatori 13. Formazione auditors Epidemiologia 14. Epidemiologia 15. Epidemiologia veterinaria sicurezza alimentare 16. Approfondimenti epidemiologici 17. Analisi del rischio (2) 18. Criteri per la definizione degli obiettivi di salute Informatica 19. Informatica 20. Organizzazione di forum informatici con responsabili di impresa del settore alimentare Organizzazione 21. Organizzazione (risorse umane e tecnico-strutturali, procedure) 22. Integrazione con altre strutture 23. Audit e sistema di allerta rapido 24. Sistema di allerta (3) Normativa 25. Aggiornamento normativo (4) 26. Normativa sugli alimenti per l’infanzia 27. Obblighi e procedure della polizia giudiziaria 28. Attività amministrativa e penale a seguito del controllo ufficiale 29. Procedure omogenee per categorizzazione (2) 30. Procedure di depenalizzazione dei reati alimentari (2) 31. Nuova normativa acque minerali 32. Legislazione mangimistica 33. Organi di controllo tra giusta autonomia ed opportuno coordinamento 34. Provvedimenti amministrativi riferiti alle non conformità rilevate 35. Procedure sanzionatorie 36. Sistema sanzionatorio (3) 37. Controlli ufficiali 99 3.1.1. (segue) Vigilanza, controllo, tecniche operative 38. Tecniche di campionamento e controllo diretto (5) 39. Validazione piani di autocontrollo 40. Metodiche per Ogm 41. Analisi microbiologiche 42. Haccp (2) 43. Tecnologia degli alimenti (2) 44. Qualità dei controlli ufficiali e audit 45. Vigilanza e controllo di attività ristorazione 46. Controlli ufficiali delle imprese di produzione primaria e di commercializzazione 47. Controllo degli alimenti d’importazione (2) 48. Controllo acque potabili (2) 49. Controlli sulla potabilità dell’acqua (organizzazione) Argomenti specifici dell’area 50. Manuali di buona prassi igienica 51. Microecologia degli alimenti 52. Nutrizione 53. Materiali e oggetti a contatto (5) 54. I contaminanti chimici biologici e ambientali degli alimenti (3) 55. Ristorazione pubblica ed alimentazione particolare 56. Salute della popolazione anziana ed alimentazione dedicata 57. Dinamiche territoriali correlate a stili di vita ed alimentazione 58. Aspetti zoonosici legati al consumo di alimenti di origine animale 59. Pacchetto igiene celiachia 60. Problematiche connesse all’utilizzo di acque potabili non condottate 61. Additivi (4) 62. Moca (2) 63. Fitosanitari (2) 64. Procedure sui prodotti vegetali 65. Etichettature (4) 66. Sicurezza alimentare 67. La sicurezza alimentare e nutrizionale tra autocontrollo, verifiche ed educazione al consumo 68. Sicurezza alimentare: shelf-life, etichettatura e ruolo degli organi di controllo 69. Patogeni emergenti e tossinfezioni alimentari 70. Monitoraggio degli insetti vettori di malattie 71. Integratori alimentari 72. Antibiotico-resistenza in animali uomo ed alimenti 73. Igiene della produzione agricola 100 3.1.2. Igiene della nutrizione Comunicazione 1. Comunicazione esterna 2. Tecniche di comunicazione 3. Stili comunicazionali 4. Comunicazione del rischio nutrizionale 5. Strategie comunicative volte alla modifica ed applicazione di corretti stili alimentari 6. Colloquio motivazionale breve di gruppo 7. Comunicazione sociale 8. Counselling nutrizionale (6) 9. Le tecniche di counselling 10. Counselling di gruppo (2) 11. Educazione nutrizionale (3) 12. Interventi di educazione e sorveglianza nutrizionale c/o istituzioni pubbliche e private e c/o istituzioni scolastiche 13. Confronto tra culture diverse 14. Psicologia dell’alimentazione/nutrizione Formazione 15. Formazione dei formatori 16. Formazione Epidemiologia 17. Analisi dati epidemiologici 18. Approfondimenti epidemiologici (2) 19. Fondamenti epidemiologici della qualità nutrizionale 20. Ricerca nelle banche dati biomediche: applicazioni pratiche 21. Ebp: strategie e metodi per trasferire la ricerca nella pratica dei Sian (2) 22. Registri di patologia da alimenti 23. Epidemiologia disturbi della nutrizione Informatica 24. Informatica Organizzazione 25. Organizzazione servizi dietologici 26. Organizzazione degli interventi (risorse umane e tecnico strutturali) Vigilanza, controllo, tecniche operative 27. Sorveglianza e controlli nutrizionali (4) 28. Piano di controllo alimentazione particolare (2) 29. Tecniche e metodologie interpretative di impedenziometria, psicometria e calorimetria Argomenti specifici dell’area 30. Terapia disturbi alimentari 31. Dietetica (3) 32. Dieta mediterranea 33. Etichettatura alimenti 34. Etichette nutrizionali 101 3.1.2. (segue) 35. Sorveglianza nutrizionale nella ristorazione collettiva (4) 36. Aspetti nutrizionali in ambito scolastico (2) 37. Nutrizione nelle categorie a rischio per patologie (2) 38. Educazione alimentare per celiaci 39. Alimentazione nei soggetti celiaci (2) 40. La nutrizione nelle collettività per anziani 41. Regime alimentare negli anziani (3) 42. Dinamiche territoriali correlate a stili di vita ed alimentazione 43. Nutrizione in gravidanza, puerperio e allattamento 44. Sovrappeso ed obesità in età pediatrica (3) 45. Obesità (2) 46. Prevenzione dell’obesità 47. Attività fisica nei bambini 48. Nutrizione nei bambini e adolescenti (2) 49. La sicurezza alimentare e nutrizionale tra autocontrollo, verifiche ed educazione al consumo 50. Aspetti nutrizionali degli alimenti 51. Nutrizione clinica 52. Determinanti alimentari positivi di salute 53. Disturbi del comportamento alimentare 54. Alimenti e sostenibilità 55. Uso sale iodato 56. Aggiornamento tecnico 57. Nuovi larn 3.1.3. Igiene pubblica Vaccinazioni 1. Vaccinazioni (12) 2. Campagne di vaccinazione (strumenti di comunicazione finalizzati alla adesione consapevole) (2) 3. Superamento della resistenza alle vaccinazioni (4) 4. Processi avversi post-vaccinali 5. Obiettivi del calendario vaccinale 6. Nuovo Piano nazionale vaccini 7. Sensibilizzazione Mmg/Pls campagne di vaccinazioni (2) 8. Vaccinazioni degli adulti (5) Comunicazione 9. Comunicazione (6) 10. Approccio all’utenza 11. Comunicazione del rischio (2) 12. Metodologie e strumenti di emporwerment su stili di vita 13. Metodologia progetti promozione della salute 14. Counselling 102 3.1.3. (segue) Formazione 15. Formazione dei formatori Epidemiologia 16. Ebp (2) 17. Sistematica misura dell’outcome delle attività sanitarie preventive 18. Valutazione dei servizi 19. Indicatori e strumenti di valutazione di health care 20. Epidemiologia e sorveglianza delle malattie infettive emergenti e riemergenti (8) 21. Epidemiologia 22. Metodologie e tecniche applicate agli studi di popolazione 23. Report epidemiologici – morbosità 24. Codifica schede di mortalità per registro nominativo cause di morte (2) 25. Georeferenziazione ambientale ed economica del rischio 26. Vigilanza e prevenzione rischio biologico strutture sanitarie (3) Informatica 27. Informatica (3) Organizzazione 28. Gestione strutture sanitarie Normativa 29. Aggiornamento normativo 30. Procedure amministrative 31. Gestione procedure penali 32. Certificazione pubblica 33. Semplificazione atti procedure mediante abolizione pratiche obsolete 34. Autorizzazione strutture sanitarie 35. Normativa sulla privacy e trattamento dei dati personali (2) 36. Nuove normative su strutture ricettive, palestre, camping, piscine, acconciatori ed estetisti, tatuatori 37. Normativa ambientale 38. Normativa igiene edilizia Vigilanza, controllo, tecniche operative 39. Le attività di vigilanza e controllo 40. Il procedimento ispettivo in igiene e sanità pubblica Argomenti specifici dell’area 41. Malattie infettive (5) 42. Legionellosi 43. Prevenzione delle patologie infettive da importazione (4) 44. Bonifica ambientale: formazione ed aggiornamento tecnici disinfestatori 45. Zoonosi e malattie da vettori (2) 46. Malattie sessualmente trasmesse 47. Medicina tropicale e sub-tropicale 48. Modifica approccio al controllo (ante/post) 49. Programmazione di reti interistituzionali 103 3.1.3. (segue) 50. Gestione delle emergenze (3) 51. Fattori di rischio ambiente e salute 52. Determinanti di salute 53. Acque (2) 54. Inquinamento ambientale 55. Inquinamento indoor (4) 56. Inquinanti e malattie 57. Applicazione operativa sistema Reach/Ghs/Clp 58. Norme di igiene urbana (2) 59. Gli interventi di prevenzione nella valutazione dei piani urbanistici (4) 60. Igiene ambientale (2) 61. Rischi ambientali e delle popolazioni 62. Gestione della problematica amianto 63. Incidenti domestici 64. Sicurezza ambienti di vita 65. Sicurezza impianti in civili abitazioni: formazione tecnici della prevenzione 66. Igiene delle scuole 67. Polizia mortuaria 68. Diseguaglianza e salute (2) 69. Cosmetici e attività correlate (estetica, piercer, tatuatori, parrucchieri) 70. Strutture sanitarie e sociali 3.1.4. Ambiente e salute Comunicazione 1. Counselling mirato gruppi rischio 2. Comunicazione (3) 3. Comunicazione del rischio ambientale (5) Epidemiologia 4. Epidemiologia ambientale (6) 5. Approfondimenti epidemiologici (4) 6. L’analisi multivariata dei fattori ambientali correlabili alla salute 7. Analisi e valutazione del rischio ambientale per la salute 8. Uso programmi epidemiologico-statistici 9. Correlazione dati ambientali e impatto sulla salute 10. Statistica medica 11. La gestione dei dati 12. Creazione di registri cause di morte e tumori 13. Georeferenziazione delle aree di rischio ambientale Informatica 14. Informatica Organizzazione 15. Gestione delle emergenze 104 3.1.4. (segue) Normativa 16. Rapporti e competenze tra Asl e Arpa 17. Via (2) 18. Vis 19. Vas (2) 20. Valutazione impatto sanitario realizzazione opere edilizie Vigilanza, controllo, tecniche operative 21. Vigilanza sulla corretta gestione dei rifiuti (2) 22. Tecniche applicate alla valutazione degli ambienti confinati 23. Tecniche di monitoraggio indicatori di inquinamento 24. Tecniche di campionamento Argomenti specifici dell’area 25. Salute ed ambiente 26. Gli strumenti per la salvaguardia della salute dai determinanti ambientali 27. Siti inquinati e loro bonifica 28. Prevenzione rischi da inquinamenti ambientali (2) 29. Rischi chimici 30. Contaminanti chimici ad azione antiormonale 31. Reach (2) 32. Prevenzione delle patologie correlate ad inquinanti fisici 33. Inquinamento acustico e normativa (2) 34. Inquinamento atmosferico (2) 35. Radon 36. Inquinamento indoor (3) 37. Inquinamento elettromagnetico (4) 38. Radio-protezione (2) 39. Rischio amianto (5) 40. Inquinamento delle acque 41. Acque potabili 42. Inquinamento da rsu e reflui (5) 43. Gestione dei rifiuti, normative europee 44. Impianti a biomasse e altri impianti a energie rinnovabili 45. Energie alternative 46. Gestione rifiuti e igiene urbana 47. Problemi igienico-sanitari negli aggregati urbani (3) 48. Malattie professionali 49. Cambiamenti climatici 50. Rapporto con traffico (2) 51. Rapporto con mobilità sostenibile 52. Valutazioni impianti 53. Qualità delle acque 54. Medicina sportiva 55. Il paesaggio e la armonia degli ambienti come fattore di benessere 56. Il valore etico nelle decisioni 57. Aggiornamento specifico di alcuni dirigenti medici 105 3.1.5. Prevenzione malattie cronico-degenerative (Mcd) Comunicazione 1. Counselling 2. Il counselling motivazionale 3. Comunicazione e counselling (2) 4. Comunicazione (3) 5. Tecniche di comunicazione (3) 6. Screening e campagna informativa 7. Interventi motivazionali nella scelta degli stili di vita 8. Comunicazione del rischio 9. Comunicazione esiti 10. Accoglienza 11. La cultura della presa in carico 12. Disease management 13. Promozione all’accesso 14. Popolazione a rischio: informazione, formazione e comunicazione agli operatori di sanità ed alla popolazione Formazione 15. Formazione degli operatori dedicati agli screening 16. Formazione in economia sanitaria Epidemiologia 17. Epidemiologia e statistica (3) 18. Epidemiologia delle malattie cronico degenerative (2) 19. Registro tumori 20. Ruolo del registro tumori nella pianificazione delle azioni preventive 21. Elaborazione Sdo 22. Epidemiologia degli screening Informatica 23. Formazione informatica e gestione software 24. Approfondimenti sull’utilizzo del sistema informatico per ogni figura professionale (2) 25. Informatizzazione del servizio, accessibilità al programma 26. Gestione flussi informativi 27. Gestione ed analisi flussi screening Organizzazione 28. Organizzazione screening (2) 29. Ritorni economici e di salute dalla prevenzione Vigilanza, controllo, tecniche operative 30. Aggiornamento tecnico 31. Tecnica di aggiornamento per il pap-test Argomenti specifici dell’area 32. Governance 33. Percorsi integrati ospedale territorio 34. Modelli di integrazione tra servizi per la prevenzione delle Mcd 35. Approccio olistico organizzativo 106 3.1.5. (segue) 36. Le tre sorveglianze (screening mammografico, colon retto, collo dell’utero) 37. Il ruolo del Dipartimento nell’esecuzione degli screening e nella prevenzione delle Mcd 38. Metodiche e attuazione screening 39. Uso e abuso degli screening 40. Screening e rendicontazione sociale 41. Hpv e screening 42. Screening mammella 43. Modalità per aumentare l’adesione (3) 44. Utilità interventi preventivi e priorità Mcd 45. Prevenzione primaria e secondaria e Mmg 46. Mcv 47. Stili di vita e prevenzione del rischio cardiovascolare (3) 48. Applicazione carte del rischio cardiovascolare 49. Stili di vita e dinamiche di popolazione 50. Dieta mediterranea e prevenzione delle malattie cronico-degenerative 51. Alimentazione e Mcd 52. Attività fisica e salute 53. Prevenzione obesità e diabete (2) 54. Sindrome metabolica 55. Bpco 3.1.6. Salute in ambiente di lavoro Comunicazione 1. Tecniche di comunicazione 2. Comunicazione del rischio 3. Stili di vita e dinamiche di popolazione 4. Popolazione a rischio: informazione, formazione e comunicazione agli operatori di sanità ed alla popolazione 5. L’audit quale strumento di controllo Formazione 6. Formazione scientifica medica e tecnica Epidemiologia 7. Epidemiologia e fattori di rischio sanitario 8. Epidemiologia tumori 9. Ruolo del registro tumori nella pianificazione delle azioni preventive 10. Utilizzo del sistema informativo regionale della prevenzione e della medicina legale 11. Statistica 12. Valutazione dell’efficacia degli interventi di vigilanza sul miglioramento della salute dei lavoratori Informatica 13. Informatica 107 3.1.6. (segue) 14. Informatizzazione delle procedure di vigilanza Organizzazione 15. Organizzazione del lavoro, logistica e benessere lavorativo 16. Lavorare in gruppo ed integrazione professionale Normativa 17. Applicazione nuova normativa su ambienti confinati 18. Aggiornamento normativa vigente d.lgs. 81/2008 e similari (4) 19. Normativa antincendio 20. Competenze dei professionisti Upg (2) 21. Procedure penali formazione ed aggiornamento 22. Assistenza microimprese Vigilanza, Controllo, Tecniche Operative 23. Le norme tecniche specifiche per sicurezza ed ergonomia 24. Attività vigilanza edilizia (2) 25. Tecniche e strumenti di campionamento (2) 26. Aggiornamento tecnico 27. Tecniche di campionamento 28. Il monitoraggio ambientale e biologico dei lavoratori Argomenti specifici dell’area 29. Geologia 30. Lavoro minorile 31. Lavoro nero 32. Lavoro di extracomunitari 33. Rischio chimico ed eziologia malattie professionali (2) 34. Rischi fisici (3) 35. Campi elettromagnetici, radiazioni ottiche artificiali 36. Radiazioni ionizzanti e non 37. Rischio biologico (2) 38. Attività ergonomiche 39. Rischio amianto (3) 40. Amianto e reflui pericolosi di lavorazione 41. Procedure circa la rimozione dei manufatti di amianto 42. La gestione del registro amianto 43. Ricerca prevenzione malattie da lavoro 44. Igiene industriale (4) 45. Sistemi di gestione salute e sicurezza sul lavoro (4) 46. Responsabilità amministrativa e sistemi di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro (2) 47. Sicurezza dei luoghi di lavoro (2) 48. Rapporto e vincoli tra aspetti legati all’economicità dei sistemi di controllo e alla sicurezza dei lavoratori 49. Promozione dei luoghi e dei comportamenti sicuri (3) 50. Sicurezza impiantistica 51. Sicurezza cantieri edili (2) 52. Movimentazione manuale dei carichi 108 3.1.6. (segue) 53. Rischio in agricoltura-edilizia (2) 54. Aggiornamenti su normative sicurezza macchine e impianti 55. Approfondimento sulle macchine (2) 56. Apparecchi a pressione 57. Attività preventiva 58. Prevenzione degli infortuni in ambito portuale 59. Stress lavoro-correlato (4) 60. Rischio alcol correlato 61. Alcol e lavoro 62. Malattie professionali (2) 63. Indagini malattie professionali 64. Patologie osteo-articolari 65. Cancerogenesi professionale (2) 66. Sostanze ad azione cancerogena 67. Indagini infortuni sul lavoro 68. Antinfortunistica sul lavoro (2) 69. Metodologie indagini infortunistiche 70. Reach 71. Polizia giudiziaria e lavoro 3.1.7. Sanità veterinaria Vaccinazioni 1. Vaccinazioni Comunicazione 2. Comunicazione (2) 3. Comunicazione del rischio 4. La promozione dei determinanti di salute 5. Audit 6. Tecnica dell’audit 7. Audit sistemi sanitari di sicurezza alimentare Epidemiologia 8. Epidemiologia 9. Analisi epidemiologica sul campo 10. Valutazione epidemiologica principali patologie degli animali da reddito 11. Bdn 12. Anagrafe zootecnica Informatica 13. Informatica (3) Organizzazione 14. Management 15. Certificazione dei servizi-norme Iso9001 (2) 16. Sistemi di qualità 109 3.1.7. (segue) Normativa 17. Aggiornamento normativo (4) 18. Legislazione di riferimento nella vigilanza (europea, italiana, regionale) 19. Normativa alimenti di origine animale 20. Responsabilità amministrativa e sistemi di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro 21. Gestione procedure penali 22. Aggiornamenti e competenze di Upg Vigilanza, Controllo, Tecniche Operative 23. Controlli ufficiali delle imprese di produzione primaria e di commercializzazione 24. Controllo ufficiale in allevamento 25. Vigilanza integrata in sanità pubblica veterinaria 26. La sorveglianza di patologie infettive emergenti con possibile coinvolgimento umano Argomenti specifici dell’area 27. Biosicurezza ed igiene degli alimenti (2) 28. Biosicurezza negli allevamenti (2) 29. Influenza aviaria e biosicurezza 30. Malattie animali 31. Malattie transfrontaliere e rischi legati alla globalizzazione 32. Malattie da vettori 33. Malattie infettive 34. Gestione malattie infettive focolai 35. Profilassi delle malattie infettive e delle zoonosi (2) 36. Gestione zoonosi 37. Metodiche di campionamento alimenti e mangimi 38. Emergenze veterinarie (4) 39. Emergenza rabbia 40. Pronto soccorso veterinario 41. Tutela della sicurezza alimentare relativamente alle produzioni primarie (2) 42. Sicurezza nei sottoprodotti di origine animale 43. Normativa nazionale e comunitaria per la gestione degli allevamenti e piano residui 44. Risanamento degli allevamenti e profilassi (2) 45. Piani di risanamento: ottimizzazione delle risorse 46. Igiene urbana (3) 47. Benessere animale (3) 48. Benessere animali di affezione e problematiche relativa alla fauna selvatica 49. Benessere animali di affezione: normative e protocolli operativi nel randagismo 50. Tracciabilità degli animali 51. Benessere animale al macello 52. Benessere animale in allevamento 53. Macellazione rituale (2) 54. Additivi alimentari 55. Materiali da contatto (2) 110 3.1.7. (segue) 56. Ittiocultura 57. Piano nazionale animale; autocontrollo e Hccp 58. Problem solving sul farmaco e residui negli animali 59. Antibiotico-resistenza in animali uomo ed alimenti (2) 60. I parametri igienico sanitari del latte destinato alla caseificazione 61. Igiene del latte nella produzione primaria 62. Valutazione degli esiti degli esami microbiologici sugli alimenti di origine animale 63. Cucina esotica (2) 64. West Nile disease 3.1.8. Educazione alla salute Comunicazione 1. Relazioni professionali e personali in ambito lavorativo 2. Lavorare in gruppo ed integrazione professionale (3) 3. Miglioramento degli aspetti relazionali con utenze problematiche 4. Counselling (4) 5. Comunicazione (2) 6. Comunicazione interna ed esterna (2) 7. Metodologie e tecniche di comunicazione (2) 8. Comunicazione del rischio 9. Comunicazione e relazione 10. Presa in carico accoglienza utenti 11. La gestione del colloquio 12. Comunicazione di massa 13. Marketing sociale 14. Comunicazione ai mass media (2) 15. Comunicazione tramite internet 16. Modelli integrati e metodologie educative 17. La pedagogia medica per insegnare a guadagnare salute 18. Focus group (2) 19. Life skills (2) 20. Lo sviluppo delle life skills nelle diverse fasce d’età Formazione 21. Formazione dei formatori (2) 22. Principi generali e elementi formativi in educazione alla salute Epidemiologia 23. Statistica 24. Approccio epidemiologico (2) 25. Epidemiologia e fattori di rischio sanitario (2) 26. Studi di popolazione e delle dinamiche sociali 27. Ebp (2) 28. Revisione tipologia interventi e valutazione di efficacia 111 3.1.8. (segue) 29. Valutazione progetti e modalità documentali 30. Valutazione attività di promozione della salute Informatica 31. Informatica Organizzazione 32. Corretta domanda di servizi sanitari 33. Gestione risorse 34. Integrazione con attività territoriali e Mmg Vigilanza, controllo, tecniche operative 35. Implementazione secondo Green Argomenti specifici dell’area 36. Metodi e strumenti moderni per campagne efficaci di educazione alla salute 37. Management dei fattori di rischio collegati agli stili di vita (3) 38. Come prevenire e affrontare i fattori di rischio legati agli stili di vita: determinanti sanitari di salute 39. Le motivazioni psicologiche del comportamento umano 40. Formazione ad hoc su tematiche psicologiche e sociologiche 41. Approfondimento conoscenza dei processi produttivi di salute 42. Profili di salute 43. La tecnologia per la promozione della salute 44. Prevenzione della incidentistica domestica 45. Promozione del benessere psicofisico 46. Benessere in tempo di crisi 47. Prevenzione consumo di alcolici e tabagismo (7) 48. Alimentazione 49. Modalità di azione ed effetti dell’attività fisica (2) 50. Prevenzione malattie metaboliche 51. Prevenzione patologie trasmesse per via sessuale 52. Metodologie ed evidenze 3.1.9. Medicina legale Comunicazione 1. Tecniche di comunicazione Epidemiologia 2. Approccio epidemiologico Informatica 3. Informatizzazione delle procedure (2) Organizzazione 4. Integrazione tra enti sui temi di specifico interesse medico-legale 112 3.1.9. (segue) 5. Integrazione con attività di altri reparti ospedalieri e territoriali Normativa 6. Normative di riferimento (2) 7. Legge 104 8. Certificazioni: aspetti giuridici e medico legali 9. Morti improvvise: diagnosi e procedure legali Argomenti specifici dell’area 10. Polizia mortuaria 11. Tanatologia 12. Necroscopia (2) 13. Bioetica (2) 14. Il consenso informato 15. La responsabilità sanitaria 16. Responsabilità professionale 17. Criteri di ermeneutica della responsabilità amministrativa, dirigenziale, disciplinare della dirigenza medica e sanitaria 18. Visite fiscali: competenze e responsabilità 19. Invalidità civile: standardizzazione delle valutazioni (3) 20. Metodologia di orientamento e criteri di valutazione medico legale (ambito invalidità civile) delle menomazioni oncologiche, con coinvolgimento dei clinici 21. Accertamento delle invalidità ed utilizzo strumenti informatici 22. Medicina sociale 23. Risk management (2) 24. Rischio clinico (2) 25. Prevenzione dei conflitti 26. Medicina difensiva 27. Gestione contenzioso (2) 28. Rilascio patenti speciali (commissioni mediche locali) 29. Idoneità alla guida e criteri di valutazione dei cardiopatici, con coinvolgimento dei clinici (2) 3.1.10. Medicina sportiva (2 rispondenti) 1. Promozione della salute tramite attività fisica (2) 2. Cardiologia dello sport (2) 3. Nuovi orientamenti di Medicina legale applicati all’idoneità sportiva (2) 113 Igiene degli alimenti Igiene della nutrizione Igiene pubblica Ambiente e salute Prevenzione malattie cronico-degenerative (Mcd) e screening Salute in ambienti di lavoro Sanità veterinaria Educazione alla salute Medicina legale Medicina sportiva Totale % 5 7 31 1 2 127 17 – 1 – – 29 4 19 22 12 9 19 – – 28 – – 11 1 1 – 3 – 2 2 1 – 2 88 11 6 5 12 1 6 9 22 18 9 Vacci- comu- Forma- epidenazioni nicazione zione miologia 21 2 2 3 1 2 2 1 3 1 6 24 2 2 4 3 2 6 2 1 1 3 10 9 – 5 2 64 8 20 – 11 7 – infor- organiz- Normamatica zazione tiva 49 6 8 4 1 – 20 7 2 5 2 Vigilanza, controllo, tecniche operative 68 54 26 28 2 392 49 38 42 50 54 30 102 87 77 39 6 805 100 113 85 130 95 71 Argomenti Totale specifici dell’area Tab. 3.2. Argomenti segnalati come auspicabili temi di aggiornamento/formazione, nelle diverse aree. Numeri assoluti e totali delle segnalazioni allegato 4 punti forti e punti deboli per le diverse aree e per il complesso del dipartimento questionario - sezione iv Tab. 4.1. Punti forti e punti deboli per le diverse aree del Dipartimento (53 rispondenti) 4.1.1. Igiene degli alimenti Punti forti Punti deboli Clima • Clima interno collaborativo(2) • La presenza degli stessi operatori da oltre 10 anni • Buona disponibilità al cambiamento • Flessibilità e capacità nel problem solving • Spiccata propensione alla multidisciplinarità (2) Risorse • Carenza risorse (2) • Carenza di risorse umane (14) • Difformità dotazione organica per profilo professionale • Difficoltà nel garantire le stesse figure disciplinari a tutte le Uu.Oo. territoriali • Limitata dotazione organica medica • Carenza di tecnici della prevenzione e dietisti • Carenza di personale di vigilanza • Carenza personale amministrativo (2) Operatori 1 • Insufficienza quadri intermedi • Professionalità (16) 2 • Carenza delle risorse tecnologiche/stru• Motivazione (3) mentali (7) • Team multiprofessionale • Carenza di automezzi aziendali per il Integrazione servizio • Sinergie con la Regione • Condivisione dipartimentale pro- • Scarse risorse strutturali • Locali non adeguati dal punto di vista cedure (2) • Buona integrazione con veteri- dell’accoglienza dell’utenza e del benessere del personale naria • Scarsi servizi di supporto • Carenza risorse per la formazione Organizzazione • Ritardi negli acquisti dei materiali di • Accreditamento Lsp • La presenza di una figura orga- consumo nizzativa con responsabilità completa (medico e m. veterinaria) del- Contesto intra ed extra-aziendale • Distanza tra paese reale e paese legale la sicurezza alimentare • La scarsa consapevolezza dell’utenza • Buona definizione procedure sulle responsabilità del servizio in materia • Lavoro per progetti di sicurezza alimentare • Audit • Numerosità e variabilità delle aziende e degli Osa Epidemiologia • Pianificazione delle attività in riferimento alle valutazioni di rischio (2) Clima • Archivio dati di impresa, regi- • Capacità di lavorare in team strazione ecc. completo (2) 115 4.1.1. (segue) Punti forti Attività • Attività di controllo analitico sulle matrici alimentari (2) • Vigilanza ed attività di controllo c/o i centri di macellazione • Vigilanza e controllo (4) • Controllo lungo la catena alimentare (2) • Controlli ufficiali • Controllo delle acque per il consumo umano (3) • Controlli acque potabili • Controlli ristorazioni • Controlli ristorazione etnica Punti deboli Operatori • Aggiornamento • Scarsa conoscenza tecnologia Integrazione • Scarso coordinamento con altri servizi dipartimentali (5) • Scarsa relazione con i servizi e le istituzioni concorrenti in competenza per la sicurezza alimentare (6) • Scarsa e difficile integrazione operativa con Servizio Veterinario di Area B • Frammentazione competenze Sian/Siav-B • Izs coinvolto in emergenza e con limiti di operatività • Frammentazione delle attività sul territorio (2) Prestazioni • Rapidità di intervento Organizzazione • Capillarità di intervento • Doppia linea gerarchica dirigenza com• Disponibilità operativa h24 parto • Gestione stati d’allerta (3) • Qualità/efficacia dei singoli in- • Mancanza piano di audit • Mancanza di Lsp dedicato terventi operativi • Laboratori Arpa non accreditati • Programmazione controlli ufficiali Informatizzazione • Sistema informativo e gestionale Epidemiologia • Categorizzazione del rischio Comunicazione/informazione • Sportello informativo dedicato Valutazione all’utenza (2) • Mancanza di una correlazione costante tra attività e sua ricaduta sulla popolazione Educazione alla salute • Educazione sanitaria e promoAttività zione della salute • Nutrizione • Micologia Formazione • Formazione e sensibilizzazione Osa • Controlli alimenti per neonati sulle procedure di autocontrollo (2) • Procedure in tema di acque potabili • Controlli produzioni agricole • Formazione continua (4) Prestazioni Normativa • Impatto sociale ed epidemiologico • I riferimenti normativi (2) • Applicazione normativa comuni- • Implementazione Ispettorato Micologico taria (2) • Adeguato aggiornamento in tema di norme disciplinanti la materia 116 4.1.1. (segue) Punti forti Punti deboli Natura dell’intervento • Sapere esperto troppo ampio Burocratizzazione • Eccessiva attenzione agli adempimenti formali • Finalismo, pressoché esclusivo, delle attività per il rispetto dei programmi di campionamento regionali e per la verifica delle Dia Informatizzazione • Informatizzazione insufficiente (2) • Carenza di rete informatica dal centro alla periferia • Anagrafe informatizzata attività soggette a controllo Comunicazione/informazione • Comunicazione esterna (6) Educazione alla salute • Educazione sanitaria (2) Normativa • Complessità della normativa (2) • Scarsa conoscenza atti amministrativi • Applicazione d.lgs. 194/08 Pd locali • Un’organizzazione del servizio complessa con 5 sedi e coordinamento del personale appartenente anche ad altri servizi • Scarsa incisività controlli su extracomunitari N.B.: In questa e nelle successive tabelle fino alla 4.1.12 è stata conteggiata una segnalazione di professionalità degli operatori quando era definita anche come esperienza, preparazione, competenza, specializzazione, qualità professionale, capacità, autorevolezza; e una segnalazione di motivazione degli operatori quando era definita anche come spirito di appartenenza aziendale, responsabilizzazione, senso del dovere, adesione, disponibilità, impegno. 117 4.1.2. Igiene della nutrizione Punti forti Punti deboli Risorse • Dotazione strumentale ambulatoriale Contesto intra ed extra-aziendale • Mancata pressione dell’utenza • Rapporto diretto con la popolazione Operatori • Professionalità (8) • Motivazione (7) • Spiccata propensione alla multiprofessionalità (2) • Professionalità dietiste Risorse • Applicazione della l. 123/2005 • Scarsità delle risorse (2) • Carenza di risorse umane (9) • Carenza di risorse umane stabilizzate • Carenza di risorse umane specializzate (3) • Carenza di figure specifiche dedicate (psicologo, psichiatra, dietologo) (3) • Dotazione organica inadeguata di medici (2) • Mancanza della figura professionale della dietista (6)/nutrizionista (2) • Difficoltà nella ridistribuzione delle risorse e nel garantire le stesse figure disciplinari a tutte le Uu.Oo. territoriali • Carenza di personale di vigilanza e di attrezzature • Scarse risorse tecnico strutturali (4) • Carenza risorse per la formazione Integrazione • Ottima integrazione con territorio per attività formativa/informativa (famiglie, scuole, mense, ospedale) (4) • Integrazione con la medicina di comunità per la prevenzione delle Mcd • Approccio completamente unitario alla sicurezza alimentare • Reti nutrizionali integrate Contesto intra ed extra-aziendale • Capacità di lavoro in rete • Scarsa visibilità • Scarsa sensibilizzazione ed interesse Organizzazione • Disponibilità di linee guida e proce- attivo da parte della politica • Variabilità della popolazione con dure forte presenza di immigrati • Centralizzazione del servizio • Autonomia professionale • Attuazione di progetti regionali e Clima • Individualismo nazionali (3) • Scarsa capacità di lavorare in team (2) Attività • Controllo qualità nutrizionale nella Integrazione ristorazione collettiva (2) • Interventi di prevenzione nutrizio- • Insufficiente apertura verso l’esterno istituzionale ed associativo nale (2) • Integrazione con altre strutture a li• Sorveglianza nutrizionale • Monitoraggio e validazione delle ta- vello aziendale (2) belle dietetiche delle mense scolastiche • Scarso coordinamento con altri servizi dipartimentali (3) • Valutazione menù ospedalieri Organizzazione • Mancanza piano di audit Natura dell’intervento • Possibilità di influenzare gli stili di Epidemiologia vita • Valutazione delle abitudini nutrizio• Importanza della tematica nali della popolazione 118 4.1.2. (segue) Punti forti Punti deboli Informatizzazione • Sistema informativo e gestionale Educazione alla salute • Educazione alla salute (2) Formazione • Formazione continua (2) • Attivazione delle procedure di formazione per le diete speciali ed alimentazione particolare (celiachia, ecc.) Normativa • Normativa vigente Attività • Ambulatori dietologici • Interventi di promozione alla salute sulla ristorazione collettiva non scolastica Prestazioni • Mancata attivazione educazione alimentare individuale e di gruppo • Impatto epidemiologico • Impatto sociale • Presenza nelle scuole e nelle aggregazioni sociali Informatizzazione • Informatizzazione insufficiente Educazione alla salute • Counselling nutrizionale Assenza • Assenza Sian 4.1.3. Igiene pubblica Punti forti Punti deboli Vaccinazioni • Accorpamento dei centri vaccinali • Vaccinazioni (12) • Buona copertura vaccinale • Gestione della prevenzione ed emergenze malattie infettive (4) • Anagrafe vaccinale informatizzata unica (2) • Gara vaccini unica (controllo centrale acquisto e distribuzione vaccini) • Medicina dei viaggiatori e vaccinazioni Vaccinazioni • Bassa copertura vaccinale di operatori sanitari (2) • Mancanza omogeneità procedure vaccinali Risorse • Risorse impiegate su temi meno rilevanti: commissioni pubblico spettacolo, polizia • Difficoltà nella ridistribuzione delle risorse e nel garantire le stesse figure disciplinari a tutte le Uu.Oo. Territoriali • Difforme distribuzione territoriale della dotazione organica per profilo professionale • Carenza risorse umane (11) 119 4.1.3. (segue) Punti forti Punti deboli • Dotazione organica inadeguata di Clima • Collaborazione del personale, coe- tecnici della prevenzione, infermieri, assistenti sanitari ecc. (2) sione (2) • Carenza di personale di vigilanza • Carenza di personale per le attività Operatori di integrazione col territorio • Professionalità (8) • Carenza di amministrativi • Motivazione (9) • Buona conoscenza e radicamento sul • Carenza di dotazione strumentale (9) • Carenza di locali territorio • Carenza risorse per la formazione • Stabilità dell’organico • Livello professionale dei Tecnici delContesto intra ed extra-aziendale la prevenzione • Spiccata propensione alla multi-di- • Territorio montano con scarsa viabilità sciplinarità • Presenza su tutto il territorio azien- • Frammentazione territoriale eccesdale di dirigenti medici che operano in siva • Variabilità e mutevolezza dell’amregime multidisciplinare biente sociosanitario ed economico su cui si opera Integrazione • Lavoro congiunto con mmg e ospe- • Forte pressione dell’utenza su prestazioni routinarie a scarsa o nessuna dalieri e pls ricaduta sanitaria evidente • Ottimo collegamento istituzionale • Capacità di creare partnership istitu- • Scarso interesse aziendale e istituzionale alle attività preventive (2) zionali • Rapporto con le amministrazioni lo- • Scarsa attenzione politica (3) cali • Integrazione con Arpa, Noe, Nas, Clima • Residue resistenze adozione proceAqp, Vv.Ff. dure comuni condivise • Inadeguato lavoro di gruppo Organizzazione • Rinnovamento degli ambiti di com- • Scarso sviluppo dell’autonomia professionale petenza • Scarsa capacità di lavorare in team • Protocolli sanitari Integrazione • Insufficiente apertura verso l’esterno istituzionale ed associativo • Assenza di coordinamento e di punti di riferimento regionali • Scarso coordinamento tra servizi del Dipartimento e tra il Dipartimento e Valutazione le altre macrostrutture aziendali • Evidenze scientifiche di efficacia • Attenzione alla performance degli • Rapporto con Arpa • Uniformità interventi a livello regiooperatori nale Epidemiologia • Rencam (2) • Registro tumori • Malattie infettive • Efficace controllo territoriale Epidemiologia • Indagini epidemiologiche 120 4.1.3. (segue) Punti forti Punti deboli Attività Burocratizzazione • Eccessiva burocratizzazione delle • Vigilanza • Qualità dei programmi di vigilanza pratiche di lavoro • Vincoli determinati da leggi e regoterritoriale lamenti obsoleti • Controlli igienico sanitari • Attività • Controlli igiene edilizia • Presenza di attività poco appropriate • Controlli case di cura Prestazioni • La capacità di risposta all’utenza sulla base di richieste/segnalazioni • Assenza tempi di attesa • Presenza capillare su tutto il territorio aziendale (4) • Disponibilità operativa h24 (2) • Presenza di strutture sanitarie capillarmente diffuse sull’ambito di riferimento • Capillare conoscenza territoriale • Adeguato sistema di sorveglianza sanitaria • Problem solving Informatizzazione • Sistema informativo e gestionale Prestazioni • Scarsa copertura territoriale Informatizzazione • Informatizzazione insufficiente • Mancata attivazione del software per l’anagrafe informatizzata delle vaccinazioni • Mancanza del collegamento intranet tra le strutture territoriali • Scarsa informatizzazione dei flussi informativi • Impossibilità di utilizzare gli strumenti del web 2.0 per politiche aziendali Comunicazione/Informazione • Insufficiente comunicazione con la cittadinanza (3) Comunicazione/Informazione • Comunicazione esterna Formazione • Qualità degli aggiornamenti teorici e operativi Pd locali • Controlli sanitari sugli immigrati da avviare ai centri di accoglienza • Un’organizzazione del servizio comNormativa plessa con 5 sedi e coordinamento del • Piano regionale prevenzione personale appartenente anche ad altri • Normativa vigente • Conoscenza ed attuazione coerente servizi delle norme regionali e nazionali di riferimento • Applicazione norme urbanistiche Educazione alla salute • Educazione alla salute (2) Formazione • Formazione continua (2) Pf locali • Il controllo delle acque potabili e natatorie • Bonifica ambientale • Interventi ambiente salute 121 4.1.4. Ambiente e salute Punti forti Punti deboli Risorse Contesto intra ed extra-aziendale • La buona sensibilità ecologica della • Scarsità di risorse (2) • Mancanza effettivi servizio epidepopolazione (3) miologia • Mancanza di personale specializzato Operatori (dopo istituzione Arpa) • Professionalità (9) • La mancanza di tecnici della pre• Motivazione (4) venzione (2) • Carenza di personale e attrezzature Integrazione (4) • Integrazioni con gli enti territoriali • Ruolo di riferimento per Arpa e al- • Grave carenza di personale tecnico (2) tri enti coinvolti • Ottime capacità relazionali con le • Carenza delle risorse umane e tecnologiche (2) istituzioni (2) • Integrazione servizio/tecnici della • Carenza di personale di vigilanza e di attrezzature prevenzione • Budget economico Organizzazione Contesto • Organizzazione (2) • Accurata definizione ed aggiorna- • Scarso potere contrattuale • Non attenzione dei politici all’ammento delle procedure (2) • La figura organizzativa di un biolo- biente go che presidia per i servizi collaboranti gli aspetti prettamente ambientali Clima • Scarsa capacità di lavorare in team • Competenza territoriale Integrazione Epidemiologia • Monitoraggio degli effetti sulla salu- • Assenza di coordinamento e di punti di riferimento regionali te dei determinanti ambientali • Separazione tra ambiente e salute • Controlli ambientali scrupolosi • Attivazione delle procedure di geo- • Mancata previsione di area specifica, con competenze attualmente divise referenziazione dei siti a rischio tra l’igiene pubblica e la sicurezza ambienti di vita Prestazioni • Rapidità di intervento nelle urgenze • Frammentazione competenze tra servizi • Rapporto con Arpa (5) Informatizzazione • Sistema informativo e gestionale Epidemiologia • Indagini epidemiologiche Comunicazione/Informazione • Buona capacità di comunicazione • Supporto epidemiologico insufficiente (2) con la cittadinanza • Mancanza di registro cause di morte e tumori Formazione • Insufficienza della capacità di rispo• Formazione continua (2) sta da parte del Dipartimento 122 4.1.4. (segue) Punti forti Punti deboli Valutazione • Mancanza di evidenze di efficacia Prestazioni • Insufficienza della capacità di risposta da parte del Dipartimento • Scarsa diffusione di corrette conoscenze Informatizzazione • Informatizzazione insufficiente Formazione • Formazione professionalizzante • Non adeguata formazione specifica su alcune tematiche: rifiuti, aria, interazione salute/ambiente, fattori di rischio ambientali Pd locali • Inadeguato servizio di disinfestazione sia per la parte relativa alle risorse umane che per quanto attiene alla dotazione di mezzi e strumenti 4.1.5. Prevenzione malattie cronico-degenerative (Mcd) e screening Punti forti Punti deboli Risorse • Finanziamento regionale (3) Risorse • Carenza dotazione organica (6) • Carenza di risorse dedicate • Carenza di personale specialistico dedicato agli screening (5) • Carenza di personale per il front office • Difficoltà acquisto strumenti • Carenza delle risorse tecnologiche (4) • Blocco dei finanziamenti Contesto intra ed extra-aziendale • Riconoscimento sociale (2) Clima • Alta collaboratività Operatori • Professionalità (5) • Motivazione (8) Integrazione • Sinergia con ordini professionali (2) Contesto intra ed extra-aziendale • Estensione provinciale (limitata) dello screening 123 4.1.5. (segue) Punti forti Punti deboli • Buon rapporto con le associazioni di volontariato (2) • Attivazione di percorsi integrati con altre articolazioni aziendali • Attivazione del tavolo interdisciplinare • Difficoltà della compliance delle adesioni (2) • Minor adesione da parte delle fasce di popolazione più svantaggiate • Limitata importanza ed attenzione alla tematica da parte della popolazione • Sostanziale mancanza di volontà d’affidare al Dipartimento le campagne di prevenzione e screening • Scarsa sensibilità aziendale • Scarsa attenzione da parte delle associazioni • Scarsa sensibilità da parte degli operatori clinici Organizzazione • La programmazione regionale • Pianificazione delle azioni previste dal Prp • Acquisizione dati dal sistema Passi e Passi d’Argento per la pianificazione attività • Possibilità d’implementare nuove linee di azione tra differenti strutture aziendali per migliorare l’efficacia del- Clima le campagne di screening e prevenzio- • Scarsa coesione • Scarsa capacità di lavorare in team ne delle Mcd • Conflittualità tra attori delle diverse discipline Epidemiologia • Sistematicità attività di sorveglianza • Necessità di acquisire la prevenzione secondaria e terziaria come obiettisu popolazione. vo dipartimentale a medio termine • Indagini epidemiologiche • Non tutti i professionisti percepiscono lo screening come Lea Valutazione • Insufficiente consapevolezza dei • Evidenza di efficacia problemi Attività Integrazione • Tumore mammella • Screening oncologici implementati a • Insufficienti rapporti con i Mmg livello provinciale da molto tempo • Esperienze gestione diabete (matu- Organizzazione • Strutture ambulatoriali sovrapposte rate in altra area) ai compiti istituzionali • Diabete e Mcv • Mancanza centro unico coordinamento screening Prestazioni • Capillarità dell’intervento Epidemiologia • Adesioni • Anagrafe sanitaria poco aggiornata • Unità mobile • Buoni standard negli indicatori di • Registro tumori incompleto • Sistemi di reclutamento delle popoqualità • Percentuali rilevanti di coinvolgi- lazioni a rischio inadeguati mento popolazione Attività • Tumore colon Informatizzazione • Accesso diretto all’anagrafe assistiti • Tumore utero • Programma informatico unico per Prestazioni tutti i professionisti coinvolti • Tempi di refertazione lunghi 124 4.1.5. (segue) Punti forti Punti deboli • Tutto il percorso visibile dai profes- • Limitati interventi di prevenzione sionisti Natura dell’intervento • Sistema informativo e gestionale • Difficoltà nel modificare gli stili di vita Formazione • Formazione continua (2) Informatizzazione • Carenza informatizzazione Normativa • Gestione dei dati • Prevenzione obbligatoria • Acquisizione immagini digitali Comunicazione/informazione • Insufficiente comunicazione dell’importanza degli screening (3) • Penetrazione messaggi di prevenzione Formazione • Carenza di aggiornamento specifico del personale tecnico Assenza • Il Dipartimento non è coinvolto 4.1.6. Salute in ambienti di lavoro Punti forti Punti deboli Risorse • Risorse dedicate consistenti (2) Contesto intra ed extra-aziendale • Attenzione sociale alla tematica • Territorio in crescita economica ed con attività lavorativa intensa e varia Clima • Messa in discussione dell’efficacia dell’intervento ispettivo • Collaborazione fra le diverse figure professionali • Spiccata propensione alla multi professionalità Operatori • Professionalità (11) • Metodicità operative professionalità degli operatori Risorse • Carenza risorse • Organico insufficiente (7) • Inadeguata dotazione organica di dirigenti medici, infermieri e Tecnici della prevenzione (3) • Cronica e grave carenza di personale tecnico ed amministrativo • Carenza di personale amministrativo e di vigilanza (2) • Carenza delle risorse tecnologiche (4) • Carenza auto aziendali • Carenza risorse per la formazione • Crisi economica • Mancanza di riferimenti/laboratori per analisi di igiene industriale Contesto intra ed extra-aziendale • Aumento lavoro nero • Difficoltà operative e contrasto di interessi economici 125 4.1.6. (segue) Punti forti Punti deboli • Insufficiente accettabilità e sensibilità sociale • Scarso rilievo delle attività tra i non Integrazione • Con altri organi (Ispettorato del La- addetti • Scarsa sensibilità della popolazione voro, Nas, Vv.Uu.) sulla sicurezza del lavoro • Consulta Medici Competenti • Attivazione di tavoli tematici tra Asp Clima e Direzione Provinciale del Lavoro • Coordinamento regionale delle atti- • Messa in discussione dell’efficacia dell’intervento ispettivo non ancora vità • Rapporti con organizzazioni datoria- ben diffusa tra tutti gli operatori • Clima organizzativo soggetto ad li, sindacali ed altri Enti (2) emotività Operatori • Alta mobilità del personale Organizzazione • Organizzazione Organizzazione • Formalizzazione procedure • Uniformità nelle modalità operative • Difficoltà della programmazione delle attività (procedure codificate) • Efficacia nella programmazione del- • Progettazione intra-dipartimentale le attività a fronte della esiguità delle Epidemiologia risorse • Indagini epidemiologiche Attività Attività • Vigilanza (2) • Rilevazioni strumentali • Vigilanza e controllo edilizia • Microclima agenti fisici • Strutture sanitarie • Tossicodipendenza e lavoro • Indagini Infortuni • Ricerca malattie professionali Prestazioni • Attività di igiene industriale (2) • Troppo orientamento verso attività di AG, sulla base di accordi regionali Prestazioni • Ottimo collegamento con il territorio (2) • Migliorare l’aspetto preventivo • Elevati standard di qualità • Efficienza organizzativa del servizio Burocratizzazione • Capacità di risposta agli eventi • Capacità di modulare gli interventi • Eccessiva attenzione agli adempiin base alle esigenze del territorio e menti formali • L’orientamento maggiore verso fordel momento storico me di vigilanza (repressione) piuttosto • Buona copertura del territorio (2) che verso azioni di prevenzione Natura dell’intervento Informatizzazione • Potenzialità preventiva • Sistema informatico complessivo • Motivazione (3) Comunicazione/informazione • Comunicazione (2) 126 4.1.6. (segue) Punti forti Punti deboli • Implementazione campagne di informazione negli ambienti di lavoro (2) Informatizzazione • Sistema informativo e gestionale Formazione Comunicazione/informazione • Formazione inadeguata del perso• Comunicazione • Efficace comunicazione verticale e nale • Necessità di un aggiornamento speorizzontale cifico continuo • Insufficiente attività informativa/forEducazione alla salute mativa sull’utenza a rischio e non • Educazione sanitaria Formazione • Adeguata formazione degli operatori (2) • Formazione continua (2) Normativa • Applicazione quadro normativo • L’esistenza di norme chiare e stringenti (2) Pf locali • Problem solving, disponibilità con l’utenza, capacità all’ascolto e all’accoglienza 127 4.1.7. Sanità veterinaria Punti forti Punti deboli Vaccinazioni Vaccinazioni • Gestione profilassi legate al risana- • Mancato ritorno della valutazione epidemiologica dell’attività di profilassi mento zootecnico • Vaccinazioni animali (3) Risorse • Carenza risorse (2) Risorse • Finanziamento dedicato dell’Asses- • Carenza risorse di personale (6) • Carenza di tecnici e personale amsorato regionale • Dotazione organica di dirigenti vete- ministrativo • Carenza di personale di vigilanza rinari e specialisti ambulatoriali • Organici abbondanti ma squilibrati • Carenze attrezzature e tecnologie (3) • Carenza di computer e di automezzi sulla sanità animale • Carenza risorse per la formazione Contesto intra ed extra-aziendale Clima • Coesione professionale e sindacale • Età media operatori 54 anni • Ampio territorio di riferimento degli operatori • Limitata conoscenza del nostro operato da parte dei consumatori Operatori • Importazioni fraudolente di alimenti • Professionalità (4) animali • Motivazione • Senso di appartenenza dei dirigenti Clima veterinari e degli operatori tecnici • Autorevolezza del Responsabile del • Scarsa disponibilità alle innovazioni tecnologiche e informatiche di una Servizio parte del personale • Tendenza all’attestazione professioIntegrazione nale • Rapporto col territorio (2) • Forte legame con l’Istituto Zoopro- • Scarsa propensione alla pianificazione e alla gestione dei processi delle atfilattico (2) • Integrazione operativa con Servizio tività nonché alla verifica dell’efficacia delle operazioni svolte Igiene degli alimenti (2) • Scarsa interdisciplinarietà • Sinergia tra servizi veterinari • Conflittualità tra dirigenti veterinari e specialisti ambulatoriali Organizzazione • Procedure condivise in sanità ani- • Eccessiva autonomia dei dirigenti male • Presenza di procedure operative Integrazione • Scarsa integrazione dipartimentale omogenee e condivise • Organizzazione funzionale program- (5) • Collaborazione insufficiente con i matica servizi medici (4) • Assetto organizzativo (2) • Struttura di coordinamento centrale • L’esistenza di aree di duplicazione d’intervento dei nuclei veterinari territoriali 128 4.1.7. (segue) Punti forti Punti deboli Epidemiologia • Pianificazione delle attività in riferimento alle valutazioni di rischio (2) • Gestione anagrafi zootecniche • Anagrafe canina e bovina • Archivio dati di impresa, registrazione ecc. completo • Banca dati nazionale Attività • Attività di controllo analitico sulle matrici alimentari ed animali • Controllo stabilimenti di produzione (2) • Sanità animale • Piani di profilassi/eradicazione malattie Prestazioni • Forte radicamento sul territorio (2) • Presenza capillare sul territorio (3) • Presenza stabile in stabilimenti di macellazione • Disponibilità operativa h24 (2) • Gestione stati d’allerta • Elevati standard di qualità • Efficacia nella risoluzione dei problemi e nel raggiungimento degli obiettivi (3) • Efficienza organizzativa del servizio • Efficienza del personale veterinario per le attività inerenti i piani di controllo delle malattie infettive • Efficienza del personale amministrativo per le attività di anagrafe zootecnica • Consolidamento delle attività • Lotta al randagismo (2) • Stisaoa: competenze personale; programmazione attività • Siapz: competenza tecnico-professionale e capacità adattativa del personale • Ospedale veterinario: alta capacità di adattamento e risposta agli eventi di crisi Organizzazione • Responsabilità del Servizio divisa in due • Scarsa organizzazione dei processi lavorativi • Mancanza piano di audit Epidemiologia • Scarsa aderenza in alcuni alle valenze epidemiologiche Prestazioni • Gestione fenomeno del randagismo • Limiti nella gestione del piano di risanamento Burocratizzazione • Eccessiva burocratizzazione pratiche di lavoro (2) delle Informatizzazione • Inadeguato sistema informatico per la gestione della Bdn • Inadeguata informatizzazione • Software inefficace Comunicazione/informazione • Carente comunicazione al cittadino • Risposta non immediata alle proposte del personale • Mancata comunicazione dei dati epidemiologici della popolazione animale Educazione alla salute • Educazione sanitaria Formazione • Necessità di aggiornamento • Formazione/aggiornamento e responsabilità dei titolari delle imprese zootecniche non adeguata e, soprattutto, dedicata esclusivamente al fenomeno commerciale 129 4.1.7. (segue) Punti forti Punti deboli Natura dell’intervento • Potenzialità preventive Informatizzazione • Informatizzazione dei dati – Siva • Sistema informativo e gestionale Formazione • Formazione continua (2) Normativa • Adeguato aggiornamento in tema di norme disciplinanti la materia 4.1.8. Educazione alla salute Punti forti Punti deboli Contesto • Visibilità Risorse • Carenza di risorse • Carenza dotazione organica (8) • Carenza risorse economiche (2) • Non autonomia di budget • Carenza di risorse strumentali • Urgenze ed altre priorità che assorbono buona parte delle risorse disponibili • Forze concentrate sui temi di moda e meno sui temi reali • Difficoltà all’utilizzo delle risorse e tempi di intervento non coincidenti con il normale orario di lavoro Operatori • Professionalità (2) • Motivazione (15) Integrazione • Istituzionalizzato rapporto con istituzioni scolastiche, Distretti, Sert e Dsm • Interventi di tipo trasversale • Ottima comunicazione e collaborazione con le istituzioni scolastiche grazie all’istituzione del Gis (Gruppo interistituzionale salute) • Adeguato sistema di relazione tra struttura dipartimentale e Regione, Ccm, Ministero della salute • Collaborazione interistituzionale • Interventi di comunità • Attività di rete Organizzazione • Presenza di una figura o servizio di coordinamento aziendale delle attività di promozione della salute (4) Contesto intra ed extra-aziendale • Territorio non «attrezzato» • Sensibilità sociale e interessi contrastanti • Scarso interesse della scuola Integrazione • Insufficienza nella integrazione interistituzionale e intra-aziendale 130 4.1.8. (segue) Punti forti Punti deboli • Correlazione regionale adeguata • Coerente attività in relazione alle determinazioni regionali ed aziendali • Progettazione condivisa • Servizi ben organizzati • Protocolli operativi Organizzazione • Troppe strutture aziendali che si occupano di eas con insufficiente coordinamento (2) • Scarsa attività di programmazione (2) Valutazione • Carente validazione dei programmi Valutazione • Progetti con elevati standard di evi- • Scarsa attitudine alla valutazione dence Prestazioni • Interventi spot non di lunga durata Attività • Insufficiente attenzione ai determi• Campagne di stampa e mediatiche nanti non sanitari della salute • Attività troppo centrata sulla scuola Prestazioni • Flessibilità nel rispondere alle richie- • Scarsa presenza in ambito scolastico ste anche al di fuori del programmato • Aumento della «percezione» di effi- Comunicazione/informazione • Inadeguati sistemi di comunicaziocacia della prevenzione ne-informazione • Difficoltà a raggiungere tutti i target Natura dell’intervento • Scarsa attenzione dei mass media • Potenzialità preventiva (4) • Capacità di offrire informazioni autentiche per la salvaguardia della salute Formazione • Scarsa formazione di base (5) Informatizzazione Assenza • Sistema informativo e gestionale • Mancanza di una struttura aziendale dedicata Formazione • Formazione professionalizzante Normativa • Inserimento nel Prp 4.1.9. Medicina legale Punti forti Punti deboli Risorse Risorse • Presenza di una struttura con orga- • Carenza di personale (3) • Carenza di dotazione strumentale e nico adeguato informatica • Elevato turnover personale di comContesto intra ed extra-aziendale • Utilità del servizio richiesta e valo- parto rizzata dall’utenza • Visibilità 131 4.1.9. (segue) Punti forti Punti deboli Contesto intra ed extra-aziendale Clima aziendale • Disponibilità ad innovazione • Disponibilità all’integrazione intra- • Scarsa sensibilità in materia di medicina sociale interaziendale Operatori • Professionalità (6) • Motivazione (3) • Competenza dirigenza medica • Competenza elevata tecnico-giuridica • Buona conoscenza e radicamento sul territorio Integrazione • Rapporti interistituzionali • Insufficiente integrazione con area clinica Organizzazione • Formulazione linee guida comuni Burocratizzazione • Peso della routine • Necessità semplificazione attività commissioni Epidemiologia • Troppe commissioni • Rilevazione dati Risk management • Acquisizione dati epidemiologici fragilità • Eccessiva autoreferenzialità ed attenzione a problemi formali di scarsa valenza preventiva Prestazioni • Farraginosità delle procedure e • Elevati standard di qualità • Efficienza organizzativa del servizio complessità nelle articolazioni delle competenze (2) • Attività di sportello e certificative • La scarsa valenza sanitaria di molte attività adeguate • Commissioni per l’accertamento • Valutazione danno a livello aziendale Informatizzazione • Sistema informatico intranet e collegamento Inps inadeguati Informatizzazione • Sistema informativo e gestionale Formazione • Formazione del personale Organizzazione • Integrazione procedure valutative 4.1.10. Promozione della salute (1 rispondente) Punti forti Punti deboli Integrazione Integrazione • Interazione e co-progettazione con • Difficoltà nel coinvolgimento e nella le reti esterne (scuola, comuni, associa- costruzione della rete interna aziendale zionismo ecc.) Organizzazione • Condivisione di un percorso formativo regionale sulle metodologie 132 4.1.11. Epidemiologia (2 rispondenti) Punti forti Operatori • Professionalità (2) Formazione • Formazione continua (2) Punti deboli Risorse • Carenza delle risorse umane e tecnologiche (2) Organizzazione • Scarso coordinamento tra servizi (2) 4.1.12. Medicina dello sport (1 rispondente) Punti forti Punti deboli Prestazioni Organizzazione • Attività di rete in promozione della • Necessità di almeno un altro dirigente medico salute Prestazioni • Liste di attesa brevi (1 mese) 133 Pd – carenza generale1 – carenza specialisti – disomogeneità distributive – risorse per formazione Pf organizzazione campagne mancato ritorno dati vaccinazioni Sanità veterinaria – finanfinanzia- risorse consistenti ziamento mento regionale regionale – personale specialistico – personale di sanità animale – carenza – carenza – carenza – ca– carenza – cagenerale generale generale renza renza generale – carenza generale – carenza generale – carenza – carenza specialisti – caren- specialisti – caren- specialisti specialisti za specia- – risorse – risorse za specia– risorse per formaper forlisti per forma- listi mazione zione – dizione – laborasomotori geneità distributive – risorse per formazione dotazione strumentale – copertura operatori sanitari – anagrafe vaccinale Pd Risorse vaccinazioni Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro Vaccinazioni Pf Igiene degli alimenti Tab. 4.2. Punti forti e punti deboli delle diverse aree, quadro sinottico – carenza generale – carenza specialisti – risorse per formazione – risorse deviate su altri usi o su temi di moda – difficoltà nei tempi di utilizzo educazione alla salute – carenza generale – elevato turnover personale in organico medicina legale promozione della salute carenza generale epidemiologia medicina dello sport Igiene degli alimenti rapporti con il territorio sensibilità visibilità2 ecologica popolazione Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro – sensi bilità sociale3 – territorio in crescita economica – lavoro – visibilità – senPd – sensibi- – visibilità – sennero sibilità – senlità sociale – sensibili- sibilità politici, – interessi tà politici politici e sibilità – nuaziende, economici aziende politici merosità – molti territorio, – sensibiimmigrati – interesaziende lità sociale clinici se sociale – difficiesclusivo le comalla pliance routine – variabilità ambientale – territorio montano e frammentato Contesto in- Pf tra ed extraaziendale Tab. 4.2. (segue) – sensibilità sociale – alta età media operatori – importazione fraudolenta alimenti – territorio vasto Sanità veterinaria – visibilità – sensibilità sociale sensibilità sociale – sensibilità sociale – sensibilità scuole medicina legale visibilità educazione alla salute promozione della salute epidemiologia medicina dello sport Operatori Clima Igiene degli alimenti Pf – professionalità – motivazione – multiprofessionalità – professionalità – motivazione – multiprofessionalità – professionalità – motivazione – conoscenza del territorio – collaboratività – disponibilità al cambiamento – collaboratività – interesse all’efficacia degli interventi – conflit- – disinteresse tualità all’effica– non consape- cia degli volezza interventi – emotività collabora- collabotività ratività – collaboratività – coesione sindacale e professionale – conflit– conflittualità tualità – resistenza – scarsa all’innovaautozione nomia – resiprofessiostenza alla nale programmazione – profes- – profes- – profes- – profes- – professio- motivazione sionalità sionalità sionalità sionalità nalità – moti- – motiva- – moti- – motiva- – motivazione vazione zione vazione zione – multi- – auto– multiprofessio- revolezza professiodirigenti nalità nalità – stabilità organico – conoscenza del territorio collaboratività medicina legale Sanità veterinaria educazione alla salute Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro Pf – collaboratività – disponibilità al cambiamento Pd conflittua- conflittualità lità Tab. 4.2. (segue) promozione della salute professionalità epidemiologia medicina dello sport Organizzazione Pd – Dipartimento – veterinaria – territorio – istituzioni – Izs Pf – programmazione – accreditamento – audit – regione – Arpa – Dipartimento – regione – Arpa – Asl – Dipartimento – territorio – Asl – Dipartimento – pro– program- – programma- grammamazione zione – centraliz- zione zazione – istituzioni – Arpa – Tdp – mmg e pls – istituzioni – pro– programma- grammazione zione – dati Passi alta mobilità – azien- – regione – istitude – ordini zioni professio- – medici compenali – volon- tenti – orgatariato nizzazioni datoriali e sindacali Pd aggiornamento Integrazione Pf – Dipartimento – veterinaria – territorio – altri Mcd – altri nutrizione e sicurezza alimentare – lavoro in rete Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro Igiene degli alimenti Tab. 4.2. (segue) promozione della salute procedure programmavalutative zione – programmazione – coordinamento – programmazione – coordinamento aziende – istituzioni – area clinica – istituzioni – istituzioni – istituzioni – Asl – Dipartimento – area medica – duplicazioni interventi procedure territorio valutative medicina legale – ministero – regione – territorio – scuole – Asl – dipartimento – interventi di comunità educazione alla salute – Izs – Sian – veterinaria Sanità veterinaria lavoro in rete epidemiologia medicina dello sport Pd Ebp – ebp – performance operatori ebp – georeferenziazione rischio – studi ambientali – indagini – recam – registro tumori – registro tumori – anagrafi sanitarie ebp – sorveglianza – indagini indagini attività insufficienti – audit – programmazione – frammentazione responsabilità dei servizi valutazione rischio anagrafi – coordi- programnamento mazione screening – ambulatori – audit – programmazione audit Sanità veterinaria Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro Igiene degli alimenti Pf valutazio- valutazione – recam ne rischio rischio – registro tumori – m.i. indagini Pd categorizzazione del rischio Valutazione Pf Epidemiologia Tab. 4.2. (segue) – ebe – validazione programmi progetti con elevata ebe programmazione – programmazione – coordinamento – risk management – fragilità medicina legale educazione alla salute promozione della salute coordinamento epidemiologia medicina dello sport Prestazioni Attività Igiene degli alimenti utero colon campagne mediatiche educazione alla salute – rilevazioni strumentali – Td e lavoro – microclima – capilla- – capilla- – capillarità flessibilità – h24 rità rità – qualità – allerta – ade– collega- – qualità sioni menti col – collegaterritorio menti col territorio – randagismo – controlli – vigi– sanità lanza e controlli animale – strutture sanitarie – infortuni – malattie professionali Sanità veterinaria – tumore mammella – screen ing oncologici – Mcv – diabete Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro Pf vigilanza e prevenzio- – attività controlli ne nutrizio- poco appronale priate – vigilanza e controlli – strutture sanitarie – igiene edilizia – ambuPd – conlatorio trolli nutrizione dietologia – risto– micorazione logia collettiva rapidità – rapiPf – rapidità dità – capilla– capillarità rità – h24 – h24 – allerta – allerta – qualità Tab. 4.2. (segue) – qualità – sportel lo – commissioni accertamento – valutazione danno medicina legale promozione della salute rapidità epidemiologia medicina dello sport Burocratizzazione Natura dell’intervento Pd sapere esperto troppo ampio Pd formalismo alte potenzialità preventive Pf Sanità veterinaria leggi obsolete alte po- alte potenzialità tenzialità preven- preventive tive difficoltà modificazione stili di vita – formalismo – più repressione che prevenzione formalismo alte potenzialità preventive – randagitroppe prestazio- tempi scarsa copertura ni insuffi- lunghi di attività di smo – piano di referta- Ag cienti territorisanamento zione riale Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro – educazione alimentare – impatto epidemiologico Igiene degli alimenti Pd – micologia – impatto epidemiologico Tab. 4.2. (segue) – troppe attività scolastiche – poche attività scolastiche – poca attenzione ai determinanti non sanitari di salute educazione alla salute – formalismo – commissioni competenze – scarse ricadute sanitarie medicina legale promozione della salute epidemiologia medicina dello sport counselling Eas eas Educazione Pf Eas e alla salute promozione della salute Pd Eas comunicazione esterna – insuffi- insufficiente ciente – intranet comunicazione esterna comunicazione esterna Pd – insuffi- insufficiente ciente – anagrafi comunicazione esterna – sistema informativo/gestionale – anagrafi assistenziali – insufficiente – immagini digitali Sanità veterinaria educazione alla salute medicina legale Eas comunicazione esterna comunicazione in ambiente di lavoro insufficiente Eas – comunicazione esterna ed interna – ritorno dati epidemiologici – insufficiente – Bdn sistema insistema – sistema sistema informati- informativo/ informativo/ formativo/ gestionale gestionale vo/gestio- gestionale nale – Siva Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro Pf sistema in- sistema in- sistema sistema informativo/ formativo/ informa- formativo/ gestionale gestionale tivo/ge- gestionale stionale Igiene degli alimenti Comunica- Pf sportello zione/informazione Pd comunicazione esterna Informatizzazione Tab. 4.2. (segue) promozione della salute epidemiologia medicina dello sport Igiene degli alimenti Pd e Pf locali Normativa Pf – vigente vigente – comunitaria – aggiornata Pd complessa Pf – ambiente – acque – problem solving – vigente – Prp – urbanistica qualità formazione continua scarsa formazione di base Eas inserita nel Prp scarsa formazione di base aggiornata – qualità – formazione utenti vigente – unità problem solving mobili – qualità adesione – Stisaoa – Siapz – ospedale veterinario formazione professionalizzante formazione continua formaformazione zione continua continua formazione personale tecnico prevenzione obbligatoria educazione alla salute Sanità veterinaria Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro formazione formaFormazione Pf – forzione mazione continua continua continua – formazione Osa Pd qualità Tab. 4.2. (segue) qualità medicina legale promozione della salute formazione continua epidemiologia medicina dello sport Pd disinfesta- esten– orgasione nizzazione zione screening territorialmente complessa – controlli immigrati assenza Sian assente dal Dipartimento Igiene della Igiene Ambiente Prevenz. Salute in ambienti nutrizione pubblica e salute Mcd e screening di lavoro Sanità veterinaria asenza di una struttura dedicata educazione alla salute medicina legale promozione della salute epidemiologia medicina dello sport Note: 1 Carenza di risorse umane, strumentali, strutturali, finanziarie; 2 Riconoscimento sociale, potere contrattuale; 3 Ai temi e agli interventi dell’area in questione. Assenza Igiene degli alimenti Pd – organizzazione territorialmente complessa – controlli immigrati Tab. 4.2. (segue) Tab. 4.3. Punti forti e punti deboli per il complesso del Dipartimento Tab. 4.3.1. Punti forti per il complesso del Dipartimento Risorse • Budget specifico del Dipartimento, costituito da propri fondi derivanti dall’attività dei servizi (3) • Organico accettabile, anche se attualmente in riduzione (2) Contesto intra ed extra-aziendale • Buon rapporto con la direzione aziendale • Visibilità del Dipartimento con gli altri enti territoriali • Clima collaborativo tra territori e tra servizi • Tessuto sociale buono • Buono il livello medio di partecipazione • Vicinanza alle esigenze della popolazione • Rapporti con la realtà sociale territoriale • Buon impatto sulla opinione pubblica • Dimensione territoriale e orografica favorevole Clima • Propensione alla multi professionalità e multidisciplinarietà • Approccio alle attività della prevenzione con ottica dipartimentale • Lavoro di équipe Operatori • Professionalità (12) • Motivazione (10) • Direzione dipartimentale di alto profilo • Punto di riferimento e disponibilità di ascolto da parte del direttore del Dipartimento • Eccellenze professionali (2) • Miglioramento (grazie anche all’inserimento di professionisti provenienti dai corsi universitari) della professionalità e delle competenze degli operatori • Qualità del personale e attenzione alla formazione continua (2) • Varietà competenze medico-chirurgiche e veterinarie (2) Integrazione • Presenza del personale su tutto il territorio aziendale operante in regime di multidisciplinarità (2) • Conoscenza ed integrazione con il territorio • Ottimi rapporti istituzionali (2) • Accettabile rapporto con la direzione aziendale • Buon coordinamento all’interno del Dipartimento (3) • Buona integrazione fra servizi di area di sanità umana e quelli di sanità animale (2) • Richiama ad un ambito comune di competenze e funzioni • Richiama ad una «casa» comune col lavoro in équipe • Presenza di programmi interdisciplinari • Organizzazione e collegamenti interdisciplinari, intersettoriali e interistituzionali • Attivazione percorsi integrati tra i servizi interdipartimentali (2) • Rapporti con i distretti sanitari • Rapporti con l’università 144 Tab. 4.3.1. (segue) • Opportunità di condurre valutazioni di rischio integrate tra più servizi (Aia, realizzazione di grossi impianti produttivi, zootecnici, infrastrutture...) • Pianificazione annuale condivisa delle attività sia disciplinari che interdisciplinari nell’ambito delle competenze attribuite al comitato di Dipartimento Organizzazione • Buon orientamento ai bisogni dell’utenza • Mandato istituzionale chiaro • Indirizzi regionali di coordinamento migliorabili ma accettabili (2) • Accreditamento istituzionale e certificazione Iso9001-2008 (2) • Modello organizzativo a matrice gestionale e professionale consolidato • Presenza di gruppi di lavoro dipartimentali settoriali ed intersettoriali (sistema informativo, comunicazione, formazione, qualità, rischio clinico) • Audit periodici regionali sulla sicurezza alimentare • Grande opportunità di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, di operare per processi, seguendo procedure e secondo standard definiti e condivisi (2) • Uniformità nelle modalità operative (procedure codificate) • È un Dipartimento strutturale • Direzione dipartimentale strutturata con risorse dedicate e funzioni specifiche esplicitate nel regolamento del Dipartimento • Una direzione igiene e sanità pubblica a valenza provinciale ha sicuramente un’ottica di sistema e la possibilità di lavorare con un approccio abbastanza uniforme su tutto l’ambito territoriale • Direzione partecipata • Capacità di riorganizzazione interna • Prospettiva di promuovere e coordinare direttamente interventi di prevenzione Epidemiologia • Epidemiologia inserita strutturalmente nel Dipartimento Valutazione • Implementazione sistema di rilevazione volumi di attività produttive (sistema informativo) • Reportistica trimestrale e condivisione delle schede di rilevazione • Verifiche periodiche dei risultati e riformulazione degli obiettivi di piano annuale delle attività (Pal) • Controllo e monitoraggio adeguato delle azioni messe in atto Attività • Vaccinazioni (4) • Attività dello sportello della prevenzione • Componente autorizzativa • Componente vigilanza – verifiche ispettive – campionamenti (2) • Medicina legale • Medicina dello sport • Igiene • Medicina del lavoro 145 Tab. 4.3.1. (segue) Prestazioni • Conoscenza del territorio e capacità di lettura dei contesti, con possibilità di elaborazione di mappe dei rischi • Buona copertura del territorio (2) • Capacità di realizzare obiettivi di budget aziendali e obiettivi regionali (4) • Aderenza al mandato complessivo • Capacità di assicurare prestazioni e servizi agli utenti nonostante la cronica carenza di risorse umane, nel rispetto dei lea • Completa attuazione dei programmi nazionali, regionali e locali (2) • Capacità di intervento rapido sui problemi (2) Natura dell’intervento • Grande possibilità di intervenire sui contesti per migliorare l’impatto dei fattori di rischio ex ante la realizzazione e l’uso • Opportunità per informare/assistere correttamente ed esaustivamente singoli cittadini, professionisti (progettisti, imprenditori, allevatori, esercenti) o gruppi target per fattore di rischio • Grandi potenzialità di efficacia degli interventi preventivi coordinati • Buone capacità e potenzialità per incidere sulla prevenzione ed il miglioramento della salute della popolazione • Le funzioni che il Dipartimento deve garantire alla comunità sono espresse nel d.lgs. 229/1999 ulteriormente esplicate nell’allegato a del d.p.c.m. 29.11.2001. Il Dipartimento è pertanto la principale organizzazione dei servizi sanitari che opera per la sanità pubblica e rappresenta l’assistenza sanitaria volta a prevenire le malattie promuovere salute prevenire infortuni in ambito di lavoro favorire l’equità sociale nell’ambito di uno sviluppo sostenibile attraverso l’impegno organizzativo della società Informatizzazione • Presenza della rete intranet aziendale ed informatizzazione del Dipartimento (comunicazione interna e gestione documenti) • Sistema informativo dipartimentale unificato (2) • Collegamento informatico tra direzione dipartimentale e direzioni delle strutture complesse afferenti • Presenza di un sistema informatizzato (autogestito) di gestione dei dati di attività Comunicazione/informazione • Componente comunicazione • Comunicazione esterna e newsletter del Dipartimento • Efficace comunicazione interna pur con i limiti dovuti alla carenza di strumenti informatici • Visibilità del Dipartimento in occasioni scientifiche • Rapporti con la stampa 2 Formazione • Buona pianificazione delle attività formative a carattere collettivo ed interdisciplinare (2) • Riqualificazione del personale professioni sanitarie attraverso specifici percorsi universitari (lauree triennali, lauree specialistiche, master di I e II livello), su base di autoqualificazione • Ottima preparazione professionale (formazione in learning) 146 Tab. 4.3.1. (segue) Normativa • Quadro normativo nazionale e regionale con un livello di attenzione per la prevenzione • Mandato normativo • Supporti normativi (2) • Coordinamento degli obiettivi del piano di prevenzione disposti con d.g.r. 851/2010 • Ottima revisione normativa • Coordinamento dei piani attuativi aziendali del piano regionale della prevenzione 2010-12 pf locali • La legislazione regionale che ha ridotto il numero delle aziende sanitarie, determinando una fusione dei servizi dipartimentali, ha contribuito alla acquisizione di professionalità che rappresentano uno stimolo continuo al perseguimento di obiettivi di prevenzione sempre maggiori • La cronica e progressiva carenza di personale tecnico ha creato una ottima capacità di mettere in atto efficaci strategie di problem-solving e una utile selezione di priorità di intervento con alte percentuali di successo Tab. 4.3.2. Punti deboli per il complesso del Dipartimento Risorse • Carenza di dotazione organica (3) • Carenza di attrezzature: manca personale di vigilanza e sono carenti le dotazioni strumentali (automezzi, personal computer, collegamento internet sul territorio, ecc.) • Carenza di personale amministrativo, tecnico e di vigilanza (2) • Carenza di risorse aggravata dal «piano di rientro» • Scarso investimento di risorse • Carenza di risorse umane e tecnico strutturali • Sedi inadeguate rispetto alle esigenze (2) • Espletamento delle attività in più sedi spesso anche molto distanti tra di loro, con difficoltà organizzative, gestionali e con dispersione del poco personale presente (2) • Cronico il problema dei fondi destinati alla prevenzione • Carenza di personale e mancato turnover • Carenza di risorse strumentali e in alcuni casi strutturali • Risorse umane e strumentali in continua diminuzione • Limitazione sempre maggiore delle risorse messe a disposizione • Scarse risorse • Carenza di risorse di personale (prevalentemente di tipo medico) (2) • Scarse risorse amministrative a supporto dei servizi • Mancata attribuzione del budget, fatta salva la presentazione ed accettazione dei budgets prestazionali • Gestione finanziaria subordinata alle determinazioni degli uffici centrali di gestione finanziaria • Risorse professionali (amministrativi, tecnici della prevenzione, ruoli sanitari intermedi ecc.) inadeguate (2) • Scarso turnover del personale che esce per pensionamento (2) 147 Tab. 4.3.2. (segue) Contesto intra ed extra-aziendale • Ampiezza del territorio e dispersione della popolazione (bassa densità abitativa) • La politicizzazione come garanzia della posizione lavorativa individuale • Scarsa attenzione del vertice aziendale • Eccessiva attenzione della direzione aziendale agli aspetti economici • Scarsa conoscenza del nostro mandato da parte della popolazione • Non sufficiente interesse da parte degli organismi politici Clima • Resistenza al cambiamento • Clima organizzativo soggetto ad emotività per scarsità di personale e continuo cambiamento delle direttive della direzione strategica • Poche persone in grado di dare indirizzi innovativi (2) • Appiattimento professionale degli operatori • Operatori generalmente ignari della valenza del Dipartimento spesso visto in chiave gerarchica e nel solo «significato» organizzativo • Assenza di momenti di confronto interno (criticità non riscontrata dall’Isp) • Scarso lavoro in équipe (criticità non riscontrata dall’Isp) • Scarso confronto tra gli operatori (criticità non riscontrata dall’Isp) • Difficoltà ad essere autonomi rispetto a soggetto socio-politico • Scarsa attitudine alla programmazione ed alla gestione di problematiche comuni Operatori • Età media elevata del personale (5) • Mancato rinnovamento dirigenziale (elevata età media) Integrazione • Scarsa comunicazione tra Direttore del Dipartimento e strutture • Scarso coordinamento tra servizi del Dipartimento (7) • Scarso coordinamento tra il Dipartimento e le altre macrostrutture aziendali (ospedale, distretto, mmg, epidemiologia) (5) • Confusioni di ruolo con i servizi dell’Arpa • Assetto organizzativo aziendale troppo orientato alla separazione delle famiglie professionali • Integrazione di funzioni e professionalità (2) • Scollegamento reale dalla sanità clinico/riabilitativa • Mondo medico veterinario e mondo medico normalmente lontani nell’attività e nell’approccio lavorativo • Insufficienti contatti con centri di ricerca eccellenti Organizzazione • Totale mancanza di riferimenti tecnici, politici ed amministrativi da parte della direzione regionale (4) • Assenza del direttore di Dipartimento • Carenze di linee guida e protocolli operativi validi • Modello organizzativo regionale ed aziendale da migliorare per la chiarezza tra linea operativa (unità funzionali) e linea professionale (unità operative) ma soprattutto per l’eccessiva presenza di strutture organizzative 148 Tab. 4.3.2. (segue) • Modello organizzativo regionale ed aziendale troppo farraginoso per la non totale chiarezza tra linea operativa (unità funzionali) e linea professionale (unità operative) • La forte omologazione di attività e progetti diventa un punto di debolezza laddove i referenti (pochi e sempre gli stessi) non svolgono al meglio il loro ruolo • Contraddizione tra ambiente e salute che vedono intrecciare competenze di ministeri e assessorati diversi di province e comuni, in un frammentarsi e sovrapporsi di ruoli e funzioni a volte in competizione • Frammentazione e rigidità del modello organizzativo • A causa del modello organizzativo dato e della non chiara attribuzione di funzioni tra Dipartimento e distretto (ed anche presidio ospedaliero), esiste grande confusione nella regia della programmazione e costruzione dei percorsi assistenziali rivolti alla collettività e nella loro gestione (screening, vaccinazioni, prevenzione rischi comportamentali e stili di vita) e frammentazione di competenze e professionalità • Mancanza di un sistema di gestione della qualità, certificazione ed accreditamento (2) • Difficoltà di programmazione a medio e lungo termine per l’incertezza politica • Difficoltà a lavorare attraverso la programmazione, a causa delle continue emergenze • Assenza di programmazione • Assenza di comitato direttivo dipartimentale • Manca una programmazione condivisa fra le singole uu.ff. che permetta interventi sul territorio più incisivi (meno costosi e più integrati) e senza confusione di ruoli • Eccessiva autonomia funzionale dei servizi • Eccessivo avvicendamento dei componenti della direzione strategica, che comporta variazioni interpretative dei programmi aziendali • Autonomia condizionata nella programmazione e limitato potere contrattuale per asimmetria di posizione e di obiettivi • Difficoltà e carenza flussi informativi (2) • Assenza di trasparenza nelle scelte economiche ed organizzative dipartimentali (criticità non riscontrata dall’Isp) • Mancanza di pianificazione rispetto a obiettivi comuni (criticità non riscontrata dall’Isp) • Mancata attivazione del laboratorio di sanità pubblica • Mancata attuazione macro aree territoriali (giusta previsione r.r. n. 13/2009) • Mancata implementazione servizio della prevenzione, ovvero mancata attuazione operativa delle strutture di staff alla direzione del Dipartimento (giusta previsione r.r. n. 13/2009) • Perdita di attività transitate ad altre strutture aziendali Epidemiologia • Mancato feedback fra i diversi attori del Dipartimento in relazione alle informazioni di natura epidemiologica • Scarsa conoscenza dei bisogni in termini di prevenzione della collettività • Carenza di strumenti epidemiologici 149 Tab. 4.3.2. (segue) • Autoreferenzialità dei servizi rispetto alla partecipazione dei dati epidemiologici e di contesto Valutazione • Modesto orientamento per le attività di provata efficacia contro attività a scarsa appropriatezza • Difficoltà nel reperire indicatori di esito degli interventi che non permette una corretta valutazione delle attività nel verso dell’efficacia e della valutazione costi-benefici (o quantomeno costi-risultati) • Quasi totale conduzione delle attività sulla base dei mandati di legge e scarso utilizzo delle evidenze scientifiche (best practice) nella pianificazione e progettazione degli interventi Attività • Vengono di fatto ancora svolte attività tradizionali inappropriate sia per errate richieste da parte del territorio (amministrazioni comunali) che per incapacità degli operatori di modificare i loro comportamenti (2) Burocratizzazione • In campo igienistico: persistenza di obblighi burocratici • Centratura sulla particolare funzione di servizio e non sull’interezza delle varie problematiche di prevenzione • Orientamento verso l’aspetto autorizzativo e di controllo burocratico piuttosto che sull’efficacia sanitaria degli interventi (2) • Prevalenza delle attività di controllo rispetto alle attività di promozione della salute • Centratura sulla struttura e non sulla funzione • Eccessiva attenzione del Dipartimento al rispetto degli obblighi formali • Arroccamento su attività burocratiche ripetitive ed obsolete • Eccessiva burocratizzazione delle attività e insufficiente interdisciplinarietà Informatizzazione • Rete ed attrezzature informatiche carenti (8) • Da migliorare la certificazione elettronica • Inadeguatezza dei supporti informatici Comunicazione/informazione • Comunicazione ai cittadini (2) • Comunicazione tra i vari servizi insufficiente, che risente spesso di conflittualità tra il personale (3) • Scarsità di comunicazione interna (criticità non riscontrata dall’Isp) (2) • Scarsa capacità di comunicare al cittadino la valenza preventiva e non repressiva del suo operato (criticità non riscontrata dall’Isp) • Sono da implementare la programmazione e conduzione di interventi di comunicazione, di campagne di informazione sullo stato di salute dei target di riferimento o di comunicazione dei rischi Educazione alla salute • In evoluzione la componente relativa alla promozione della salute in virtù del mandato cogente espresso nel Prp • Componente marketing sociale promozione della salute 150 Tab. 4.3.2. (segue) Formazione • Aggiornamento complessivo • Formazione orientata ad un ruolo poliziesco • Scuole universitarie di specializzazione che forniscono una preparazione scarsa • Mancanza di delega per una gestione dipartimentale, con relative risorse dedicate, della formazione e aggiornamento professionale Tab. 4.4. Punti forti e punti deboli per le diverse aree del Dipartimento e per il complesso del Dipartimento, segnalazioni totali e per argomento segnalazioni totali (n.a.) Igiene degli alimenti Di cui (%) 173 54 Igiene della nutrizione 111 51 Igiene pubblica Ambiente e salute 157 57 75 53 Prevenzione malattie cronico-degenerative (Mcd) e screening 102 Salute in ambienti di lavoro 109 53 55 151 punti più segnalati* (n.a.) Pf operatori (20) attività (16) Pd risorse (37) integrazione (16) Pf operatori (18) integrazione (8) Pd risorse (35) integrazione, clima, prestazioni (4) Pf vaccinazioni, operatori (22) prestazioni (12) Pd risorse (30) contesto intra ed extra-aziendale (9) Pf operatori (13) organizzazione (6) Pd risorse (16) integrazione (9) Pf operatori (13) integrazione (6) Pd risorse (19) contesto intra ed extra-aziendale (9) Pf operatori (15) attività (8) Pd risorse (22) contesto intra ed extra-aziendale (5) Tab. 4.4. (segue) segnalazioni totali (n.a.) Di cui (%) 118 56 Educazione alla salute 85 54 Medicina legale 44 61 988 52 287 50 1.275 51 Sanità veterinaria Totale segnalazioni per le diverse aree Segnalazioni per il complesso del Dipartimento Totale segnalazioni complessive punti più segnalati* (n.a.) Pf prestazioni (21) operatori, integrazione (7) Pd risorse (15) integrazione (10) Pf operatori (17) organizzazione (9) Pd risorse (16) formazione (5) Pf operatori (12) prestazioni (6) Pd burocratizzazione (6) risorse (5) Pf Pd Pf operatori (31) integrazione (21) Pd organizzazione (30) integrazione (20) Pf Pd * Sono riportati i due argomenti più segnalati. La virgola separa argomenti che hanno ottenuto lo stesso numero di segnalazioni. 152 allegato 5 considerazioni e commenti liberi questionario - sezione iv Tab. 5.1. Considerazioni e commenti liberi sul Dipartimento – 14 rispondenti (corsivi aggiunti). Rispondenti 14 Dipartimenti 1. Nei Servizi e nel Dipartimento prevale l’orientamento e l’attenzione verso gli aspetti gestionali e organizzativi volti quasi sempre all’acquisizione di una «certa posizione» a discapito dagli aspetti professionali. Manca la cultura del «professional», della figura cioè che risolve i problemi tecnico scientifici. Tutto ciò va a discapito quindi del rigore metodologico usualmente discutibile. La prevalenza nel Dipartimento della cultura autoritativa e la tradizione del controllo formale con cui si connota l’attività della maggior parte dei servizi riduce la visione «medica» delle attività di prevenzione. Ne risulta una dismetria con il resto della sanità aziendale che nella maggior parte dei casi ignora le attività del Dipartimento. E nel confronto con gli operatori di quest’ultimo marcano una diversità che spesso si riverbera sulle decisioni aziendali con perdita secca per la prevenzione sul piano dell’acquisizione delle risorse e degli investimenti. La mancanza di un allargamento tra gli operatori della base decisionale rimanda alla gerarchizzazione delle stesse con la conseguente perdita tra di loro di quote di autorevolezza e credibilità disgiunta dalle diffuse coperture «politicofamilistiche». Nel tempo si è sempre più accentuata l’attenzione verso gli aspetti strutturali e sempre meno quella dell’integrazione delle attività e delle professioni. Si dovrebbe destrutturare il Dipartimento raggruppando gli operatori per problemi (macro) ed obiettivi, alla stregua dell’attività svolta negli ospedali organizzati per livelli diversi di intensità di cura. Allontanare l’attenzione degli operatori dagli aspetti autoritativi proscrittivi/prescrittivi ormai gestiti da molteplici altri soggetti con cui si entra in conflitto più che in sintonia, per privilegiare gli aspetti di più evidente valenza sanitaria-medica: più attenzione alla nutrizione che alla sicurezza delle derrate alimentari...; più attenzione agli stili di vita che alle misure delle residenze o alle certificazioni di «idoneità a»...; più attenzione ai comportamenti lavorativi ed ai processi di lavoro che alla misura degli ambiti lavorativi... 2. Sarebbe auspicabile un momento di incontro/confronto dei Dipartimenti sia a livello regionale che nazionale per unificare ed omogeneizzare strategie, aggiornare obiettivi ed organizzazione di massima, nell’ottica di costruire un sistema di integrazione operativa con il complesso di attività assistenziali delle aziende sanitarie, ove la sinergia tra attività di prevenzione ed attività di assistenza (l’health care in pratica) sicuramente può garantire il risultato più efficace al costo minore (vantaggi economici della prevenzione calcolabili e dimostrabili!). Aggiornare obiettivi, strategie e modelli operativi dei Dipartimenti è un processo che non può essere avulso da quello di riposizionamento all’interno delle aziende sanitarie territoriali, ove possono costituire un cardine fondamentale nel sistema di health care, attraverso una strategia di integrazione organizzativa ed operativa con la rete di assistenza territoriale aziendale. Tale sistema integrato prevenzione/assistenza potrebbe rappresentare un sistema di gestione 153 Tab. 5.1. (segue) della salute pubblica complementare al sistema ospedale. Da qui la necessità anche di ridisegnare la struttura organizzativa dei Dipartimenti e la tipologia delle linee di attività interne. Quindi prevedere un processo di valorizzazione ed ottimizzazione delle competenze e potenzialità dei Dipartimenti all’interno delle aziende sanitarie territoriali al fine di una produttiva collaborazione con il «classico» sistema assistenziale attraverso una reingegnerizzazione di percorsi clinico-assistenziali sempre più anticipati. 3. Necessità di rivedere competenze dei vari servizi integrate con le altre amministrazioni pubbliche onde rendere i percorsi più agili e con profitto per i fruitori. Ridare autonomia tecnica reale ai responsabili dei servizi e risorse adeguate specialmente per la distribuzione delle risorse umane con criteri omogenei nazionali basati su popolazione, densità, distribuzione sul territorio e infrastrutture al fine di garantire i servizi (pianta organica specifica territoriale per i servizi del Dipartimento di prevenzione, senza promiscuità). 4. Il Dipartimento deve integrare le sue attività con gli altri dipartimenti ospedalieri. Debole dopo la nascita di Arpa il ruolo nel rapporto salute-ambiente. 5. In gran parte la prevenzione viene fatta fuori dal Dipartimento che è una struttura che non sta in piedi: comprende Medicina legale che non ha un ruolo preventivo, mentre non comprende epidemiologia, educazione alla salute e regia della prevenzione secondaria. Coesistono strutture con scarso impatto sulla prevenzione insieme con strutture che hanno maggior impatto sulla prevenzione. In particolare l’Igiene pubblica non è riuscita a scrollarsi di dosso le Commissioni pubblico spettacolo. Ormai la prevenzione la fanno tutti e «non paga»: il Dipartimento si potrebbe meglio chiamare «Dipartimento di sanità pubblica». 6. Nonostante la mole di lavoro svolta con carenza di personale e mezzi, si avverte una scarsa considerazione da parte dei decisori regionali e nazionali dell’operato di questo Dipartimento. È necessario implementare il personale, quanto meno garantire il turnover. Spesso i flussi informativi sono ad una sola direzione e non vi è ritorno. 7. Scarsa sensibilità alle problematiche del Dipartimento. Assenza di normative adeguate e in linea con le recenti norme. Scollamento tra comuni-regione-Asl. 8. Turnover del personale esagerato per alcuni Servizi. 9. Il nostro Dipartimento nel corso degli anni ha subito numerose riorganizzazioni con acquisizione di nuove attività e funzioni a fronte di una progressiva riduzione del personale dipendente. Le risorse previste per il Dipartimento non sono mai state completamente erogate. 154 Tab. 5.1. (segue) Al fine di aumentare la qualità dei servizi al cittadino, ottimizzando risorse e prestazioni, e di favorire un maggiore gettito economico a vantaggio dell’Asl è stato implementato il Piano industriale del Dipartimento, un modello innovativo per l’esecuzione di servizi a terzi che opera su tre macroaree di intervento: a) formazione esterna; b) consulenza, fornitura di prestazioni e servizi, certificazioni; c) progettazione. 10. I Dipartimenti continuano ad organizzarsi concentrando la propria attenzione su compiti e pratiche la cui efficacia ed appropriatezza non sempre sono provate o sottoposte a verifica. Per cui bisognerebbe promuovere il radicamento di pratiche della Sanità pubblica e della prevenzione basate sulle prove di efficacia (Evidence based prevention). 11. Il più delle volte le procedure burocratiche e la loro lungaggine creano enormi difficoltà all’espletamento delle attività di prevenzione. 12. Data l’evoluzione normativa degli ultimi anni si da atto della capacità di auto – formazione e aggiornamento professionale degli operatori. 13. Il nostro Dipartimento è in attesa dell’approvazione del Piano aziendale 2012, attualmente in esame presso i competenti organi regionali. Sulla base dei Servizi e delle Unità operative sulle quali si potrà definitivamente contare, verrà avviata e realizzata un’opera di ristrutturazione che ottimizzerà l’utilizzazione delle poche risorse umane e strumentali attualmente a disposizione, vigendo il Piano di rientro e la gestione dell’azienda sanitaria da parte della Commissione straordinaria. 14. Da circa tre anni nella nostra azienda sanitaria è stato istituito il Dipartimento per la salute diretto ad interim dal Direttore sanitario aziendale. 155 allegato 6 analisi legislazione regionale per la prevenzione griglia 1 34 35 30 25 20 16 15 13 12 10 8 8 5 5 4 2 2 2 2 2 1 1 0 Organizzazione Igiene pubblica Pianificazione Veterinaria Alimentazione Lavoro Arpa Ambiente Edilizia Medicina legale Semplificazione Risorse Formazione Medicina dello sport Senza argomento Fig. 6.1. Segnalazioni di leggi per argomento, n.a. 156 Tab. 6.1. 112 segnalazioni di 69 leggi diverse (36 rispondenti) Leggi segnalate Argomento Punti qualificanti Senza argomento (34) Organizzazione 1 C.a. 1045/2001 (2) 2 3 4 5 Linee guida dei Dipartimenti D.a. 6 ago 2004 Istituzione Lsp Legge n. 40/2005 (3) Organizzazione del Ssr n. 13/2009 Regolamento regionale Delibera Giunta regio- Direttiva alle aziende nale n. 2011 del 2007 sanitarie: indirizzi per l’organizzazione dei Dipartimenti di sanità pubblica 6 Legge 4/2010 regionale n. Norme per l’attuazione della direttiva 2006/123/ Ce relativa ai servizi nel mercato interno e altre norme per l’adeguamento all’ordinamento comunitario – legge comunitaria regionale per il 2010 7 Delibera giunta regio- Requisiti specifici per nale n. 385/2011 l’accreditamento dei Dipartimenti 157 Esamina i bisogni organizzativi dei Dsp, ed individua nei programmi lo strumento organizzativo più appropriato per raggiungere l’integrazione delle strutture organizzative, contemperando elevati livelli di autonomia tecnico-professionale ed assicurando il governo unitario su temi prioritari di sanità pubblica, concernenti più discipline specialistiche e/o più aree del servizio sanitario Modifica la disciplina delle sanzioni amministrative posta dalla legge regionale n. 21/84, spostando la competenza in materia sanzionatoria dai comuni – cui peraltro non spettava l’introito delle sanzioni, ma che subiva l’aggravio dei costi anche di contenzioso – alle aziende sanitarie, rafforzando l’efficacia di tale strumento Definisce i criteri per l’accreditamento del Dsp, accelerando tale processo già previsto dalla l.r. 34/98, che porterà allo sviluppo di un sistema di gestione complessiva della qualità in esso Tab. 6.1. (segue) Leggi segnalate Argomento Punti qualificanti 8 Legge regionale 25 feb- Norme urgenti in ma- Processo di accreditamenbraio 2010, n. 4 teria di sanità e servizi to al servizio sanitario Stabilizzazione del persosociali nale sanitario Norme in materia di attività di formazione Norme in materia di formazione dei direttori generali Istituzione dell’Osservatorio epidemiologico regionale Norme per il potenziamento delle attività dei dipartimenti Norme in materia di sistemi informativi e obblighi informativi Centrale di acquisto territoriale della regione 9 Regolamento regionale Modifiche ed integra10 febbraio 2010, n. 5 zioni al regolamento regionale n. 5/2007 ad oggetto: modalità di costituzione e funzionamento della conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale 10 Regolamento regionale Modifiche ed integrazioni al regolamento regio5 febbraio 2010, n. 3 nale 13 gennaio 2005, n. 3, su requisiti strutturali per autorizzazione ed accreditamento delle strutture sanitarie 11 Regolamento regionale Organizzazione del Di30 giugno 2009, n. 13 partimento di prevenzione 12 Regolamento regionale Modifica ambiti territo30 marzo 2007, n. 9 riali delle Ausl 13 l.r. n. 41/1995 Istituzione del Dipartimento di prevenzione Pianificazione sociosanitaria regionale 1 D.p.r. 18 luglio 2011 Piano della salute 20112013 2 Psr 3 Legge regionale 19 set- Piano regionale di salutembre 2008, n. 23 te 2008-2010 Tab. 6.1. (segue) Leggi segnalate Argomento Punti qualificanti 4 L.r. n. 34/2010 5 6 7 8 9 Piano regionale per la salute ed il benessere sociale 2011-2013 Piano integrato Dgp n. 13/2011 Piano prevenzione 2010-2012 Dgp n. 2340 Piano prevenzione 2007-2009 D.g.r. n. 3726/2010 (4) Piano regionale di pre- Costituisce il principale venzione 2010-2012 strumento di programmazione sanitaria regionale, ed indica con chiarezza i diversi livelli di integrazione necessari per una risposta efficace ai bisogni di salute della popolazione Determina D.g. n. Programma Guadagnare 503/2009 salute Determina regionale Piano regionale Guadagnare salute Semplificazione 1 n. 40/2009 2 D.d. n. 4617 27/06/2011 Semplificazione del Modulistica verifiche ispettive 2011 Risorse 1 n. 38/2007 Appalti 2 Legge regionale 24 set- Piano di rientro 2010- Blocco turnover tembre 2010, n. 12 2012. Adempimenti Arpa 1 Legge regionale n. 9 Norme sulla istituzione Attribuzione delle materie del 06/03/1998 e disciplina dell’Arpa ambientali alla costituenda agenzia regionale per l’ambiente con assegnazione alla stessa delle funzioni di laboratorio di sanità pubblica per tutte le matrici ambientali, comprensive di campionamenti di piscine ed acque destinate al consumo umano 2 D.g.r. 976 del 9/07/2003 Endoprocedimenti Ausl Definizione delle comed Arpa per il rilascio petenze in base alle varie fattispecie di eventi/ dei pareri situazioni/richieste 3 D.g.r. 1067 del 21/06/2006 Arpa-Ausl: gestione de- Definizione delle comgli esposti-segnalazioni petenze in base alle varie fattispecie di eventi/ situazioni/richieste 4 Regolamento regionale Agenzia regionale per la 10 giugno 2008, n. 7 protezione ambientale Tab. 6.1. (segue) Leggi segnalate Argomento Veterinaria 1 L.r. n. 19 del 19/07/94 2 D.p.g.r. n. 65-66-67-68 Profilassi Tbc-brucellosi del 11/05/07 3 Det. dirig. n. 2052 del 12/03/2010 4 Circ. Applic. n. 29184 West Nile desease del 25/02/2008 5 D.d. n. 968 del 21/02/ Piano nazionale di sor2011 veglianza e di vigilanza sanitaria sulla alimentazione degli animali, piano pluriennale 20092011. II integrazione Punti qualificanti Controllo fenomeno del randagismo Prevenzione della rabbia Riduzione dei cani presenti nei rifugi Rispetto etico dell’animale Controllo zoonosi Valorizzazione produzioni zootecniche Possibilità/facilitazioni per scambi internazionali Monitoraggio territoriale Categorizzazione biosicurezza allevamenti suini Valorizzazione prodotti zootecnici Possibilità/facilitazione di scambi internazionali Monitoraggio del territorio e del patrimonio Monitoraggio diffusione del virus nel territorio Valutazione dei rischi di contagio per l’uomo Attività di controllo sull’intera filiera mangimistica, dalla produzione primaria al mangimificio, trasportatore, distributore ed allevatore che somministra mangimi Campionamenti di mangimi presso gli operatori della filiera mangimistica per ricerche analitiche previste dalla comunità europea Adeguamento della filiera mangimistica ai requisiti igienico sanitari della comunità europea e alla sicurezza igienico sanitaria delle produzioni mangimistiche con risvolti di sicurezza alimentare e di possibilità di scambi Ce Raggiungimento di requisiti igienico sanitari adeguati all’attività di esportazione verso paesi terzi Tab. 6.1. (segue) Leggi segnalate Argomento Punti qualificanti 6 D.d. n. 98 del 14/01/ Piano nazionale residui Attività di controllo su 2011 2011 allevamenti per ricerca sostanze proibite, residui di farmaci e di contaminanti ambientali su animali e loro produzioni Attività di campionamento di matrici varie (organiche, alimenti di o.a.) Per ricerca sostanze proibite, residui di farmaci e di contaminanti ambientali 7 Dd.gg.rr. n. 272 del Applicazione del reg. Indagini e rendicontazio22/02/2006 e n. 1435 Ce 1782/2003 sul prin- ni finalizzate alla verifica cipio di condizionalità sistematica e/o mirata del 02/08/2006 della politica agricola della rispondenza a specifici requisiti di sanità, comunitaria sicurezza alimentare e benessere animale delle imprese zootecniche ed alimentari ai fini della erogazione di risorse finanziarie 8 D.d. n. 4917 del 01/06/ Il farmaco veterinario: Attività di controllo pres2010. piano regionale di far- so allevamenti, distribumacosorveglianza e pia- tori (farmacie e grossisti), no regionale di farma- medici veterinari (ambulatori e zooiatri) della dicovigilanza stribuzione e dell’uso dei farmaci veterinari Prevenzione di residui farmacologici in alimenti di origine animale e monitoraggio di reazioni avverse ai farmaci negli animali Lavoro 1 D.a. 2 Delibera n. 330 (2) Medicina del lavoro Rafforzamento della prevenzione nei luoghi di lavoro 3 Legge regionale n. Norme per la program12/89 mazione ed organizzazione Spisal 4 Decreto Assessorato Piano regionale straor della Salute 29 aprile dinario per la tutela della salute e sicurezza 2010 nei luoghi di lavoro Ambiente 1 Decreto pf Vsa 178/ Controllo qualità delle 19.12.2003 acque destinate al consumo umano Tab. 6.1. (segue) Leggi segnalate Argomento Punti qualificanti 2 Legge regionale 19 di- Norme a tutela della cembre 2008, n. 44 salute, dell’ambiente e del territorio: limiti alle emissioni in atmosfera di policlorodibenzodiossina e policlorodibenzofurani Igiene Pubblica 1 2 D.g.r. 85 del 2008 3 4 5 6 7 8 9 10 Legge pacchetto igiene Approvazione sistema segnalazione rapida eventi epidemici e sentinella D.a. 1819/2010 (3) Sulle vaccinazioni Vaccinazioni D.a. n. 0820/2012 Calendario vaccinale per la vita Calendario vaccinale Piano regionale vaccini D.a. 14 giu 2007 e se- Sugli screening guenti (2) Legge regionale n. 4 Disciplina in materia di del 13/02/2007 requisiti igienico-sanitari delle piscine ad uso natatorio Regolamento regionale Disciplina in materia di n. 2 del 01/04/2008 requisiti igienico-sanitari delle piscine ad uso natatorio Alimentazione 1 Decreto Assessorato della Salute 26 Marzo 2012 2 Determina regionale 3 Delibera (2) 4 Decreto Pf Vsa 37/26.03.2012 5 D.g.r. 2232/2009 Formazione 1 D.a. 19 feb. 2007 Piano regionale Integrato dei controlli sulla sicurezza alimentare Sistemi di allerta per non conformità alimentari n. Piano regionale di campionamento delle sostanze alimentari Notifica inizio attività settore alimentare Formazione alimentaristi 162 Definizione di requisiti e procedure univoche su tutto il territorio regionale Definizione di requisiti e procedure univoche su tutto il territorio regionale Disciplina la categorizzazione degli esercizi alimentari Tab. 6.1. (segue) Leggi segnalate Argomento Edilizia 1 Legge regionale n. 1 Norme del 18/2/2004 edilizia Punti qualificanti l’attività Ridefinisce criteri per i permessi a costruire e standard dei requisiti minimi per la civili abitazioni e per servizi recettivi peggiorativi rispetto alle normativa nazionale, con compromissione (in particolare per l’utilizzo delle mansarde e seminterrati) della qualità delle abitazioni e dei recettivi (agriturismi) 2 Regolamento n. 9 del Disciplina di attuazione Ridefinisce criteri per i 03/11/2008 dell’art. 12, comma 1, permessi a costruire e della legge regionale n. standard dei requisiti minimi per la civili abita1 del 18/2/2004 zioni e per servizi recettivi peggiorativi rispetto alle normativa nazionale, con compromissione (in particolare per l’utilizzo delle mansarde e seminterrati) della qualità delle abitazioni e dei recettivi (agriturismi) Medicina legale 1 Legge regionale 4/2008 per n. Disciplina degli accertamenti della disabilità – ulteriori misure di semplificazione ed altre disposizioni in materia sanitaria e sociale 163 Dispone la semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alle misure di prevenzione e di tutela della salute prevedendo l’individuazione dei casi di superamento delle certificazioni e delle previste idoneità, sulla base dei principi di evidenza scientifica ed efficacia delle prestazioni sanitarie, dell’evoluzione della disciplina comunitaria e nazionale Rafforza il ruolo centrale del Dsp nel processo autorizzativo delle strutture sanitarie e nella gestione della relativa anagrafe Tab. 6.1. (segue) Leggi segnalate 2 Legge 53/90 regionale Medicina dello sport 1 Delibera giunta gionale n. 775 26/04/2004 Argomento Punti qualificanti n. Norme per l’esercizio delle funzioni medico legali re- Riordino delle attività del di medicina dello sport: individuazione di ulteriori prestazioni nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal servizio sanitario regionale Amplia le attività dei servizi di medicina dello sport, affiancando alla tutela della pratica sportiva agonistica la promozione dell’attività fisica nella popolazione generale e la tutela sanitaria delle attività sportive non agonistiche Tab. 6.2. 38 segnalazioni (25 rispondenti) Leggi suggerite Organizzazione 1 Norme sulla organizzazione del Dipartimento. Linee guida Sian (Nutrizione: potenziamento – Sicurezza alimenti: coordinamento tra Sian e Siaoa) 2 Linee guida sui servizi del Dipartimento (2) 3 Le attività di prevenzione primaria e secondaria e del territorio devono essere ricomprese in un’unica struttura che riesca a programmare le attività con una visione d’insieme (con l’epidemiologia alla base della programmazione) 4 Normare definitivamente i flussi informativi interdisciplinari ed i flussi a provenienza dalla medicina generale di interesse preventivo 5 Ruolo dei tecnici della prevenzione in ambito veterinario con possibilità di far loro eseguire interventi di profilassi sotto controllo veterinario 6 Eliminazione delle prestazioni di non comprovata efficienza (2) 7 Cercare di incidere sui fattori che hanno maggior impatto sulla salute delle persone 8 Collegare in maniera stringente i temi di promozione della salute alle politiche generali regionali e non solamente alle norme di settore (sanitario) 9 Nella l.r. 9/2006 occorre specificare meglio i rapporti di subdelega e la trasparenza nei confronti degli Osa qualora vengano subappaltate a terzi determinate analisi 10 Autorizzazioni sanitarie Legislazione 1 Aggiornamento delle leggi regionali vigenti 2 Adeguamenti agli accordi Stato-Regioni 3 Legge regionale 14/11 164 Tab. 6.2. (segue) Leggi suggerite 4 5 Non appaiono in prospettiva efficaci alcune interferenze o precisazioni legislative. Di esse si servono peraltro le direzioni strategiche per gestire «l’inefficienza» del sistema attraverso loro fiduciari Perfezionamento normativo in relazione alle nuove conoscenze mediche e strumentali Integrazione 1 Collegamento con i Mmg, Pls e specialisti 2 Collegamento con enti locali e scuola 3 Si deve agire sulle cultura sia degli operatori che delle direzioni strategiche per piegarle verso la visione integrata dell’attività del Dipartimento 4 Omogeneizzazione (2) 1 2 Pianificazione sociosanitaria regionale Maggiore applicazione del piano per la prevenzione È in approvazione il nuovo piano socio sanitario integrato regionale 20122015 (3) Semplificazione 1 In attesa di normativa regionale che statuisca l’abolizione di certificazioni ed attività obsolete, proposto all’amministrazione regionale già nel 2011, con conseguente riorganizzazione dell’attività territoriale 2 Semplificazione (2) Risorse 1 Difficoltà del pieno utilizzo delle somme assegnate, mancata assegnazione di idonea dotazione organica 2 Partecipazione del personale medico a commissioni pubblico spettacolo con notevole dispendio di risorse per attività che potrebbero essere fatte dai tecnici della prevenzione e che hanno impatto sulla salute irrilevante Arpa 1 Precisare con regolamento le funzioni, gli ambiti, le interazioni ed i programmi tra Dipartimento ed Arpa in materia di ambiente e salute Ambiente 1 Poco adeguata, in materia ambientale, l’applicazione dei Lea a livello regionale, occorrerebbe maggior impegno per sensibilizzare gli operatori deputati 2 Normare i ruoli degli enti territoriali in materia di bonifiche ambientali trattamenti disinfestanti Alimentazione 1 Linee guida Sian (nutrizione: potenziamento; sicurezza alimenti: coordinamento tra attività Sian e Siaoa) 2 Adeguatezza piani alimentari nella ristorazione collettiva 3 Rispetto del piano regionale integrato 2011-2014 e relativo documento programma regionale annuale come elaborato dal Sian (2) Altro 1 Incidenti stradali 2 Malattie cronico degenerative 165 allegato 7 analisi delle attività di epidemiologia della asl griglia 2 Tab. 7.1. (43 rispondenti) Analisi attività di epidemiologia Asl Sì No Risultati inseriti Risultati inseriti formalmente formalmente nella nella programmazione/ programmazione/ valutazione valutazione aziendale regionale 1 Registro di cause di morte 36 5 2 Relazione sullo stato di salute 27 14 Asl 3 Bilancio sociale di Asl 15 26 4 Registri di patologie attivi ed aggiornati nell’anno di rilevazione (66) Registro tumori (14)* Mesoteliomi e patologie asbesto correlate (12) Tumori naso-sinusali (5) Carcinoma colon-retto Carcinoma mammella Carcinoma utero Leucemie Tumori professionali Malattie professionali (5) Flussi infortuni e malattie professionali Registro esposti Invalidità Malattie infettive (1) Tbc (2) Meningite (1) Categorie di rischio per vaccinazione antinfluenzale (1) Malattie rare Diabete (3) Registro diabete pediatrico Trattati farmacologicamente per diabete mellito Trattati farmacologicamente per ipertensione 166 Sì No Sì No 26 22 10 5 27 20 9 7 9 6 9 6 8 3 9 2 4 2 2 2 2 5 2 3 3 2 2 2 1 1 3 6 1 1 3 1 1 1 1 2 1 1 2 1 2 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 2 1 Tab. 7.1. (segue) Analisi attività di epidemiologia Asl Risultati inseriti Risultati inseriti formalmente formalmente nella nella programmazione/ programmazione/ valutazione valutazione aziendale regionale Sì Sdo (1) Registro Certificati assistenza al parto (2) Protesi d’anca (1) Registro nominativo di mortalità 5 Studi e rilevazioni di rischio attive ed aggiornate nell’anno di rilevazione (47) Controllo del rischio cardiovascolare Progetto cuore Studio di incidenza malattie cardiocircolatorie tra i due sessi 2010-2012 «Il cuore delle donne» Report screening Partecipazione agli screening oncologici Studio di popolazione su ambiente e salute Mappa di rischio dell’esposizione a vari cancerogeni (1) Monitoraggio esposti a cancerogeni nei lavoratori Monitoraggio amine aromatiche Metalli pesanti (1) Intossicazioni da Co (1) Reach Rischio amianto Indagine stress-lavoro correlato 2011 Utilizzo fitofarmaci Campi elettromagnetici Ricerca attiva malattie professionali Incidenti sul lavoro(1) Infortuni in edilizia Infortuni in agricoltura Infortuni mortali Monitoraggio e consumo di alcol nei lavoratori Incidenti domestici Incidenti stradali (1) Cinture e seggiolini auto 167 No Sì 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 – 1 1 1 1 – – 1 1 1 1 1 1 1 1 – – 1 1 3 2 1 1 1 No 2 1 – – – 1 – 1 1 1 1 1 Tab. 7.1. (segue) Analisi attività di epidemiologia Asl Risultati inseriti Risultati inseriti formalmente formalmente nella nella programmazione/ programmazione/ valutazione valutazione aziendale regionale Sì Report zoonosi Report vaccinazioni Reazioni da vaccini Report malattie infettive (3) Legionellosi Tossinfezioni alimentari Sorveglianza nutrizionale pediatrica Progetto monitoraggio obesità Mortalità infantile Pozzi contaminati Longarina (1) Immigrazione (1) Profilo di salute di area vasta 2012 «New tribes» – stili di vita adolescenti Progetto Ulisse 6 Rilevazioni delle percezioni soggettive di salute e di rischio attive ed aggiornate nell’anno di rilevazione (83) Passi (25) Passi d’argento (16) Okkio (14) Hbsc (9) Gyts Percezione del rischio (cancerogeniregistro esposti-tumori) Studio Respirare Sorveglianza ondate di calore Sorveglianza pollini Studio Euroqol Georeferenziazione delle aree di rischio Studio cluster leucemie Allattamento al seno Indagine percezione rischio alcol nei lavoratori Analisi della equità d’accesso per nazionalità 168 1 1 1 1 1 1 1 No 1 1 1 2 1 16 9 7 5 1 3 2 2 2 1 1 1 1 1 1 – No 1 1 1 2 – 1 2 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 Sì 1 19 11 9 6 2 1 2 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 2 1 1 1 2 1 1 Tab. 7.1. (segue) Analisi attività di epidemiologia Asl Risultati inseriti Risultati inseriti formalmente formalmente nella nella programmazione/ programmazione/ valutazione valutazione aziendale regionale Sì Analisi degli aspetti demografici di interesse sanitario Qualità in epidemiologia Profilo di salute (1) Insieme per la sicurezza 7 Altre iniziative epidemiologiche rilevanti (22) Relazione infortuni e malattie professionali Reazioni avverse Hpv Casi pneumococco Studio Epiair Sviluppo di profili di comunità, di profili di salute e bilancio di missione Pianoro Study Studio Moniter Studio Cogeneratore Analisi dei determinanti di disuguaglianze (1) Indice di deprivazione sociale Studio fragilità Valutazioni di impatto sulla salute Dati mortalità triennale Piaghe da decubito Blue tongue West Nile Biotossine algali nei molluschi Sorveglianza nutrizionale pediatrica Leucemie infantili in esposti a pesticidi (1) Ospedalizzazione: mortalità e incidenza (1) Sorveglianza natalità (1) No Sì 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 No 1 1 1 1 1 2 1 1 * Il numero apposto accanto alle denominazioni degli interventi indica il numero totale delle segnalazioni, per interventi che da alcuni Dipartimenti sono stati segnalati senza indicazione del loro inserimento nella programmazione aziendale e regionale. 169 allegato 8 analisi dei flussi informativi della asl griglia 3 Tab. 8.1. (44 rispondenti)* Analisi flussi informativi Asl Ministero della salute Istat Inail Inps Iss Arpa Direz. Prov. Lavoro Istituti Zooprofilattici Regione Province Comuni Ministero Economia Prefettura Forze dell’Ordine Registro tumori Registro malattie congenite Bdn Anagrafe bestiame Flussi in uscita Flussi in entrata nes- Solo Obbligasuno obbliga- tori e tori facoltativi Obbliganes- Solo tori e suno obbligafacoltativi tori 0 7 12 18 8 8 11 8 3 14 8 25 33 23 20 18 21 19 18 13 10 13 19 4 9 6 18 15 14 18 28 20 23 9 16 15 16 14 12 17 11 7 18 11 1 1 1 2 1 2 1 1 1 1 1 22 25 21 22 13 17 19 19 14 14 18 1 1 13 3 8 6 17 15 8 14 23 12 15 1 1 1 * Le caselle lasciate in bianco dai rispondenti sia tra i flussi in entrata che tra i flussi in uscita relativi ai primi 11 referenti elencati in tabella sono state conteggiate nelle rispettive caselle «nessuno». Legenda: corsivo: valori maggiori della colonna; cella grigia: valori minori della colonna. 170 allegato 9 assetto organizzativo e personale griglia 4 - parte i Rispondenti 56 Dipartimenti (complessivamente). Il dettaglio dei rispondenti è riportato in ogni singola risposta. 24 25 20 15 13 13 14 13 11 9 10 5 7 4 3 Kmq > 4.000 kmq > 1.00.000 ab. 3.000/4.000 kmq 500.000/1.000.000 ab. 2.000/3.000 kmq 200.000/500.000 ab. 1.000/2.000 kmq 100.000/200.000 ab. < 1.000 kmq < 100.000 ab. 0 Ab. Media estensione: kmq 2.370, media abitanti: 423.000 Fig. 9.1. Numero di Dipartimenti per estensione territoriale (55 rispondenti) e per classe di numerosità abitanti (56 rispondenti). 171 Fig. 9.2.1. Aosta. Igiene degli alimenti e della nutrizione Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro Verifiche tecniche Igiene e Sanità pubblica Medicina del lavoro Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Direttore area prevenzione Organigrammi dei Dipartimenti (33 rispondenti). Epidemiologia veterinaria Sanità animale Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto alimenti di origine animale Medicina legale Fig. 9.2.2. Arezzo. Aree funzionali territoriali Settore sanità pubblica e igiene alimenti e nutrizione Settore sanità pubblica veterinaria Uoc igiene degli illevamenti e prod. zootecniche Uoc igiene degli alimenti e della nutrizione Settore prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro Uoc igiene degli alimenti di origine animale Uoc igiene e sanità pubblica Uoc sanità animale Uoc prevenzione e sicurezza negli ambienti confinati Comitato direttivo di dipartimento Uop assistenti sanitarie Uop tecnici della prevenzione veterinaria Uop tecnici della prevenzione sanità pubblica Uop tecnici della prevenzione Pisll Uoc Ps professioni della prevenzione Uoc igiene e salute nei luoghi di lavoro Dipartimento della prevenzione Direttore Direzione aziendale Ufficio di direzione Direzione Dsp Programmmi Comitato di dipartimento Area Isp Area Psal Area Spv Area Apps Sater Uoc Amministrativa Fig. 9.2.3. Bologna. Programma screening Programma sicurezza alimentare Programma prevenzione delle malattie cronico degenerative Programma igiene e sicurezza negli ambienti di vita e lavoro Direzione Dsp Programma promozione della salute Programma effetti dell’ambiente della salute Programma grandi opere Programma sovreglianza e controllo sulle malattie infettive Fig. 9.2.3.a. Bologna. «Area programmi». 174 Direzione Dsp Area igiene e sanità pubblica Uoc Isp città Uoc Isp pianura Uoc Isp montagna Uos Prof. Mal. Inf. Uos prof. mal. inf. Uos prof. mal. inf. Uos sic. alim. Uos ig. edil/urb. Uos ig. edil/urb. Uos ig. edil/urb. Uos ig. e nutr. Uos ig. ambient. Uos Ian Uos Ian Uoc med. sport Uoc Ian città Fig. 9.2.3.b. Bologna «Area Isp». Direzione Dsp Area prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Uoc Psal città Uos ig. lav. Uoc Psal pianura Uoc Psal montagna Uos med. lav. Uos med. lav. Uos ig. lav. Uos ig. lav. Uos sic. lav. Fig. 9.2.3.c. Bologna. «Area Psal». Uoc imp. Antinfortun. Uos imp. Press. Uos imp. Soll. Direzione Dsp Area sanità pubblica veterinaria Uoc Vet A Uoc Vet B Uoc Vet C Uos A città Uos B città Uos C città Uos A pianura Uos B pianura Uos C pianura Uos A montagna Uos B montagna Uos C montagna Fig. 9.2.3.d. Bologna. «Area Spv». Direzione Dsp Area analisi, prevenzione e promozione della salute Uoc pianificazione e innovazione e centro screening Uoc epidemiologia, promozione della salute e comunicazione del rischio Uos epidem. descrittiva Uos educazione della salute Fig. 9.2.3.e. Bologna. «Area Apps». Direzione Dsp Responsabile Sater dipartimentale ArOa Fig. 9.2.3.f. Bologna. «AreaArOa Sater». clinico igiene assistenziale pubblica ArOa tutela ambienti lavoro ArOa veterinaria Direttore dipartimento di sanità pubblica Direttore Uoc amministrativa Responsabile Uos economica, contenzioso e supporto giuridico e aree funzionali Responsabile Uos flussi documentali e risorse umane Fig. 9.2.3.g. Bologna. «Area Uoc Amministrativa». 177 Uos territoriali Uos territoriali Uoc servizio di igiene degli ambienti di vita Uoc servizio igiene alimenti e nutrizione Fig. 9.2.4. Caltanissetta. Uos territoriali Uoc laboratorio di sanità pubblica Dipartimento strutturale di prevenzione medico Uoc servizio di sanità pubblica epidemiologia e medicina preventiva Area igiene e sanità pubblica Staff amministrativo Uos medicina scolastica Uos medicina dello sport Uoc servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Uoc servizio impiantistica e antinfortunistica Area tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro Uos accreditamento Uoc igiene pubblica – Gela Direzione Uo accreditamento Uoc servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro Uoc servizio impiantistica ed antinfortunistica Uoc servizio epidemiologia e prevenzione primaria delle malattie cronico-degenerative Uoc servizio sanità pubblica medicina preventiva Uoc servizio igiene ambienti di vita Uoc servizio di igiene degli alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionale Uoc laboratorio medico di sanità pubblica Fig. 9.2.5. Catania. 179 Uo igiene pubblica Dipartimento prevenzione Macroarea sanità pubblica Macroarea prevenzione nei luoghi di lavoro Sc igiene e sanità pubblica Sc prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Ssa educazione alla salute Ssa impiantistica Macroarea sanità pubblica veterinaria Sc sanità animale Ssa igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Ssa epidemiologia Macroarea sicurezza alimentare Sc igiene degli alimenti di origine animale Ssa igiene degli alimenti e della nutrizione Sst coordinamento screening Area professionale della prevenzione (personale tecnico) Fig. 9.2.6. Città di Castello. 180 Sian (6) Sisp (6) Fig. 9.2.7. Cosenza. Sian Sisp (2) (1) Med. sport Sorv. san. Spesal (1) Med. sport Sorv. san. Spesal Epidem. e Ss Unità territoriali (6) Med. legale (1) Epidem. e Ss Strutture semplici Med. legale Strutture complesse dipartimentali Dipartimento Pro m. salute Pro m. salute (6) Svet A Svet A (7) Svet B Svet B (6) Svet C Svet C Direzione dipartimento di prevenzione Staff amministrativo di supporto Area dipartimentale di sanità Area dipartimentale tutela salute ambienti di lavoro Area dipartimentale di sanità pubblica veterinaria Uo igiene e sanità pubblica Uo tutela salute ambienti di lavoro Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Uo igiene alimenti e nutrizione Servizio igiene degli alimenti di origine animale e loro derivati Uo medicina legale Uo medicina scolastica Servizio sanità animale Uo medicina dello sport Uo educazione sanitaria Uo tutela ambientale Fig. 9.2.8. Crotone. 182 Medicina dello sport Laboratorio di sanità pubblica Dipartimento di prevenzione Uos accreditamento istituzionale Uoc igiene degli alimenti e della nutrizione Uoc igiene ambienti di vita e sanità pubblica Uoc prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Uoc epidemiologia e statistica (non attivata) Uoc impiantistica ed antinfortunistica Fig. 9.2.9. Enna. 183 Fig. 9.2.10. Firenze. Uf Isvrod Uf medicina dello sport Struttura sovranazionali Sis. inf. ed epidemiologia For.Ed Struttura qualità Uu.Oo dipartimentali Struttura amministrativa Staff direzione dipartimento Settore Pisll Direttore Settore Spv Responsabile settori Settore Isp Responsabile aree funzionali Responsabile struttura amministrativa Responsabile lab. sanità pubblica Dirigente area professionale della prevenzione Responsabile Uo Ingegneri Comitato direttivo Uf Vim Uf lab. tossicologia clinica e antidoping Uf lab. chimica alimenti, acque farmaci e cosmetici Uf lab. biotossicologia Uf lab. ig. e toss. occupazionale e ambientale Laboratorio sanità pubblica Ispettorato micologico Uo medicina legale Uf igiene urbana veterinaria Uf Tav e grandi opere Fig. 9.2.10. (segue) Uf Pisll territoriali Uf Spv territoriali Uf Isp territoriali Dipartimento prevenzione Macroarea sanità pubblica Macroarea prevenzione nei luoghi di lavoro Sc igiene e sanità pubblica Sc prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Ssa educazione alla salute Ssa impiantistica Macroarea sanità pubblica veterinaria Sc sanità animale Ssa igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Ssa epidemiologia Macroarea sicurezza alimentare Sc igiene degli alimenti di origine animale Ssa igiene degli alimenti e della nutrizione Sst coordinamento screening Area professionale della prevenzione (personale tecnico) Fig. 9.2.11. Foligno. 186 Dipartimento prevenzione Settore prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro Settore igiene e sanità pubblica Settore sicurezza alimentare 4 unità funzionali zonali 4 unità funzionali zonali 4 unità funzionali zonali Fig. 9.2.12. Grosseto. Direttore del dipartimento Dirett. Uoc Sisp, Siav A e B (area nord e sud) Sian area sud Dir. Uos territoriali Segreteria affari generali Dir. Uos tematiche Dirett. Uoc Spesal, Siav C (area nord e sud) Sian area nord Dir. Uos tematiche Dirig. Ap territoriali Fig. 9.2.13. Lecce. 187 Uf Iaoa zona apuane Uf Iaoa zona lunigiana Uf Ian zona apuane Uf Ian zona lunigiana Fig. 9.2.14. Massa e Carrara. Uf gestione imprese alimentari aziendali Uo igiene alimenti origine animale Uo igiene alimenti e nutrizione Settore sicurezza alimentare e nutrizione Uf igiene allevamenti e produzioni zootecniche Uf Sa zona lunigiana Uf Sa zona apuane Uo sanità animale Uf Isp zona lunigiana Uf Isp zona apuane Uo igiene e sanità Pubblica Uo igiene e salute luoghi di lavoro Settore ambienti di vita e di lavoro Uf Pisll zona lunigiana Uf Pisll zona apuane Uo prevenzione sicurezza luoghi di lavoro Direttore Dipartimento prevenzione Uo verifiche periodiche Uo ingegneria mineraria Fig. 9.2.15. Messina. n. 7 Uos distrettuali di prevenzione vaccinale e screening scolastici n. 7 Uos distrettuali autorizzazioni e controlli Uos medicina preventiva scolastica Uos edilizia pubblica e privata Uos autorizzazione e controlli fitosanitari Uos formazione operatori alimentari Uos flussi informativi e centro gestionale screening oncologici Uoc Siav Uos nutrizione e alimenti Uoc Sian Uos epidemiologia Uoc Spem Area igiene, sanità pubblica ed epidemiologia Staff dipartimento Direttore Uos accreditamento Uos ispezioni e controlli Uos tutela ambientale Uos Rencam Laboratorio di sanità pubblica Uoc Medicina dello sport Uoc Spresal Uoc infortunistica Area prev. in amb. di vita e di lavoro Direzione del Dipartimento Uoc medicina del lavoro Uoc igiene Uoc alimenti Uoc epidemiologia Uos med. del lavoro Uos igiene Uos alimenti Uos epidemiologia Uos med. del lavoro Uos igiene Uos alimenti Uos epidemiologia Uos med. del lavoro Uos igiene Uos alimenti Uos epidemiologia Uos igiene Uos igiene Direzione del Dipartimento Coordinamento aree veterinarie Uoc veterinaria area A Uoc veterinaria area B Uoc veterinaria area C Uoc prot. e sicurezza Uos veterinaria A Uos veterinaria B Uos veternaria C Uos prot. e sicurezza Uos veterinaria A Uos veterinaria B Uos veternaria C Uos prot. e sicurezza Uos veterinaria A Uos veterinaria B Uos Veternaria C Uos prot. e sicurezza Fig. 9.2.16. Napoli 2. 190 Fig. 9.2.17.a. Olbia. Arpas Integrazione Salute Ambiente Funzione epidemiologica aziendale Staff programmazione controllo committenza Da Medicina legale Ssd igiene alimenti e nutrizione Area assistenza distrettuale e ospedaliera Educazione Sanitaria Promozione Ambiente Sc Pre Sal Funzione amministrativa Sc igiene e sanità pubblica Dipartimento strutture amministrative Comitato dipartimento Sc s. animale Ispettorato lavoro Istituto zooprofilattico sperimentale Sardegna Sc igiene a o. animale Dipartimentale e aziendale Direttore dipartimento Sc igiene allevamenti produzioni zootecniche Assemblea del dipartimento Direttore Direttore Direttore M. lavoro Sicurezza L.L. M. legale Vaccinazioni Randagismo Igiene Allevamenti Banca dati - anagrafe zoot. e piani risanamento Benessere animale Sicurezza alimentare: audit - allerta Vaccinazioni Prev. malattie Nutrizione infettive Macellazione Vigilanza ins. produtt. Promozione educazione salute: coordinamento piani attivi Fitofarmaci ispett. micologico Direttore D. generale D. D. distretto distretto Fig. 9.2.17.b. Olbia bis. Igiene pubblica Spresal Igiene alimentare e nutrizione Siaoa S. animale Ig. all. pr. zoo. Epidemiologia: Re.N. Ca. M - Malattie infettive - Tumori - Incidenti Lavoro - Domestici - Stradali - M. professionali - Disturbi Alimentari Piani comparto Edilizia Latte Direttore D. dipartimento D. sanitario Ambiente e salute: piani di campionamenti ambientali e rapporti con Arpas Direttore Staff direzione Uos abitato e collettività Uos igiene degli ambienti di vita Fig. 9.2.18. Palermo. Uos unità operative territoriali di prevenzione Uos coperture vaccinali Uos acque e bevande Uos assistenza, informazione e formazione Uos prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Uos controllo combustioni Uos impiantistica e antinfortunistica Uos radioprotezione Uos programmazione, verifica e controllo Uos igiene degli alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionale Uos medicina dello sport Uos gestione emergenze Uos sanità pubblica epidemiologia e medicina preventiva Uos coordinamento amministrativo Uos accreditamento Dipartimento di prevenzione direzione Uos biofisica negli ambienti di vita e di lavoro Uos laboratorio medico di sanità pubblica Uos Haccp-Rso 194 Uos profilassi delle malattie infettive Uos professioni e arti sanitarie Uos progetti di opere pubbliche Uos malattie cronico degenetrative e rencam Uos lavorazioni insalubri Fig. 9.2.18. (segue) Uos Dia imprese alimentari e nutrizione Uos prevenzione sanitaria ed epidemiologia occupazionale Uos pareri preventivi e autorizzazioni Uos controllo e vigilanza Uos sicurezza di impianti macchine Uos tossicologia e biochimica Uos microbiologia, parassitologia e virologia Direzione Uoc Sa Uoc Isp Uoc Ian Uoc Psal Uoc Mds Uoc Iapz Uoc Iaoa Uoc Epi Fig. 9.2.19. Perugia. Direttore dipartimento Unita funzionali gestionali (UF): Unità operative professionali (Uo): Isp igiene e sanità pubblica Isp Ian Iaoa Sa Medicina legale Isl Prev. sicurezza Pisll prevenzione igiene e sicurezza luoghi di lavoro Ian igiene alimenti nutrizione Iaoa: igiene alimenti origine animale Sa sanità animale Med. leg.-sport Fig. 9.2.20. Prato. 195 Posizioni organizzative: • Dirigente dei TdP:+ Po sic. aliment e-Po Isp • Po amministrativa • Coordin. compl. infermieristico • Coord. sempl. inferm. med. sport • Isp • Pisll • Isl • Ian • Sa • Iaoa Fig. 9.2.21. Ragusa. Servizio igiene degli ambienti di vita Servizio igiene degli alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionale Servizio sanità pubblica, epidemiologia e medicina preventiva Area dipartimentale di igiene e sanità pubblica Laboratorio di sanità pubblica Dipartimento di prevenzione medico Servizio impiantistica ed antinfortunistica Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro Area dipartimentale di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Ss sicurezza e igiene del lavoro Uo prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro Uo sanita pubblica veter. e igiene alimenti di origine animal Uo sanità animale Ss igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Uo impiantistica antinfortunistica Uo epidemiologia Referente della formazione Programma sorveglianza e controllo delle malattie infettive Uo igiene degli alimenti e nutrizione Referenti qualità e accreditamento Programma sicurezza alimentare Fig. 9.2.22. Rimini. Uo igiene e sanità pubblica Staff Responsabile tecnico del Dsp Responsabile segreteria amministrativa Direttore Dsp Ss promozione della salute e comunicazione Comitato di dipartimento Dipartimento di sanità pubblica (Dsp) Dipartimento di prevenzione Uos amministrativa Valutazione progetti impianti Sian Sisp Igiene ambientale Spresal Ambulatorio nutrizionale Mcd Vigilanza I-II-III-IV distretto Flussi informativi e ambulatorio medicina del lavoro Epidemiologia e malattie infettive Medicina dello sport Strutture sanitarie Fig. 9.2.23. Roma A. 198 Vet 1 Vet 2 Vet 3 Fig. 9.2.24. Roma D. Uoc servizio sanità animale Uoc servizio igiene degli alimenti e della nutrizione Uoc servizio per la tutela igienico sanitaria degli alimenti di o. a. Uoc servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Area dipartimentale di sanità pubblica veterinaria Uoc servizio igiene e sanità pubblica Uosd immunoprofilassi e programmi di prev. e prom. della salute Uosd flussi informativi e valutazione attività Direzione Uoc ospedale veterinario Uosd amministrativa Dipartimento di prevenzione Uoc servizio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro Uos prevenzione e controllo malattie flussi informativi Ous distr. 18 Fig. 9.2.25. Roma E. Uos distr. 17 coord. az. programmi prevenzione sian Uoc Sian Uos tutela salute ambienti di vita distr. 17-18 Uos distr. 19-20 Uoc Sisp Uoc Vet A Uos tutela salute ambienti di vita distr. 19-20 Uos distr. 17 referente grandi complessi Uoc Vet B Uos strutture e attività sanitarie Uos distr. 18 e referente qualità e rischi Uoc Spresal Uos distr. 20 e referente renam Uoc cord. programmmi screening Uoc Vet C Uos distr. 19 e referente strutture sanitarie Dipartimento di prevenzione Uosd Flc Uos igiene e sicurezza del lavoro Uosd Azip Uosd medicina dello sport Fig. 9.2.26. Salerno 1 e 2. Uoc igiene degli alimenti e della nutrizione area sud Uoc epidemiologia e prevenzione area sud Uoc epidemiologia e prevenzione area nord Uoc igiene degli alimenti e della nutrizione area nord Uoc igiene e sanità pubblica area sud Uoc igiene e sanità pubblica area nord Area di riferimento igiene pubblica e promozione della salute Comitato di dipartimento Uoc igiene e medicina del lavoro area nord Uoc prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro area nord Uoc igiene e medicina del lavoro area sud Uoc prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro area sud Area di riferimento igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro Direzione dipartimento di prevenzione Uoc tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale area nord Uoc igiene allevamenti e produzioni zootecniche area nord Uoc sanità animale area nord Uoc tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale area sud Uoc igiene allevamenti e produzioni zootecniche area sud Uoc sanità animale area sud Area di riferimento sanità pubblica veterinaria Uoc direzione amministrativa Direzione dipartimento Ss di epidemiologia Ss medicina sportiva Sian Sprsal Sisp Veterinario area A Veterinario area B Veterinario area C Fig. 9.2.27. Saluzzo. Uos gest. amministrativa Uos accreditamento Direzione Uos medicina scolastica Uoc Siav Area territoriale 1 Uos Siav Uos Sian Uos Semp Uoc Lsp Uoc Sian Area territoriale 2 Uos Siav Uos Sian Uos Semp Uoc S Emp Area territoriale 3 Uos Siav Uos Sian Uos Semp Fig. 9.2.28. Siracusa. 202 Uoc Sia Uoc Spresal Area territoriale 4 Uos Siav Uos Sian Uos Semp Fig. 9.2.29. Trapani. Centro gestionale screening Registro tumori Profilassi malattie infettive Sanità pubb. epidemiolog. medicina preventiva Igiene nutrizione Igiene alimenti bevande Igiene dello abitato Medicina preventiva ambienti di vita Igiene alimenti e nutrizione Igiene ambienti di vita Accreditamento istituzionale Controllo vigilanza Pareri preventivi autorizzaz. Prev. ig. sanit. occupazionale inf. formaz s.pre.s.a.l. sicurezza ambienti di lavoro Prevenzione per la salute Impiantis. e apparecchi pressione Impiantistica infortunistica Direttore sanitario Tossicol. biochim. biofisica amb. lavoro Microbiologia parassitologia virologia Lsp lab. sanità pubbica Prevenzione territoriale distrettuale Direzione dipartimento di prevenzione Ufficio amministrativo del dipartimento Servizio igiene e sanità pubblica Servizio sanità animale Servizio igiene alimenti e nutrizione Servizio igiene alimenti di origine animale Fig. 9.2.30. Urbino. 204 Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Ufficio igiene edilizia e delle strutture collettive Fig. 9.2.31. Verona. Ufficio profilassi malattie infettive Servizio igiene e sanità pubblica Sisp Ufficio di medicina legale Servizio igiene alimenti e nutrizione Sian Dipartimento di prevenzione Unità funzionale igiene alimenti Unità funzionale igiene della nutrizione Servizio prevenzione igiene e sicurezza ambienti di lavoro Spisal Unità operativa di vigilanza Servizio igiene alimenti di origine animale S. vet. Ufficio di coordinamento degli screening oncologici Ufficio di promozione ed educazione alla salute Unità operativa di sorveglianza epidemiologica Servizio igiene e sanità animale S. vet. Unità operativa di igiene del lavoro Servizio veterinario multizonale Svm Direttore del dipartimento Uoc igiene, epidemiologia e sanità pubblica Uoc medicina del lavoro Spisal Ssvd medicina dello sport Ssvd area «B» igiene alimenti di orig. animale Ss igiene della nutrizione Ss medicina preventiva Fig. 9.2.32. Vibo Valentia. 206 Ssvd area «C» igiene degli allevamenti Ssvd area «A» sanità animale Fig. 9.2.33. Organigramma «medio». Unità funzionali territoriali 15 Medicina legale 7 Lsp 8 Amministrazione/ segreteria 9 Eas/Promozione della salute 11 Medicina dello sport 15 Epidemiologia 18 Spesal Impiantistica e antinfortunistica 8 Vigilanza e controlli 5 Sicurezza 4 Medicina legale 7 Igiene del lavoro 3 DIREZIONE Medicina scolastica 4 Flussi informativi 3 Recam 3 Qualità 3 Sian Sisp Vaccinazioni/medicina preventiva 12 Tutela ambiente di vita 8 Screening 8 Mcd 4 Strutture sanitarie 3 Siav-C Siav-B Siav-A Anagrafi 3 Randagismo 3 Alim. animale 3 Igiene urbana veterinaria 2 Tab. 9.1. Organigramma «riassuntivo» Servizi Direzione Sisp Sian Spesal Articolazioni Lsp 8 Amministrazione/segreteria 9 Programmazione 2 Valutazione 1 Qualità 2 (+ 1 Spesal) Professionisti 2 Accreditamento 8 Epidemiologia 12 (+ 6 Sisp) Recam 1 (+ 1 Sisp + 1 Spesal) Flussi informativi 1(+ 1 Spesal + 1 Sisp) Medicina dello sport 11 (+ 2 Sisp + 2 Spesal) Medicina legale 5 (+ 2 Sisp) Medicina scolastica 2 (+ 1 Sian + 1 Spesal) Promozione della salute/Eas 8 (+ 3 Sisp) Comunicazione 2 Grandi opere 2 Sorveglianza sanitaria 1 Radioprotezione 1 Igiene urbana veterinaria 1 Gestione emergenze 1 Vim 1 Isvrod 1 Fored 1 Flc 1 Azip 1 Vaccinazioni/medicina preventiva 11 (+ 1 direzione) Screening 4 (+ 4 Direzione) Mcd 2 (+2 direzione) Registro tumori 1 Tutela ambiente di vita 4 (+ 4 direzione) Edilizia 2 Medicina del lavoro 1 Strutture sanitarie 2 (+ 1 Spesal) Ambulatorio nutrizionale 1 Formazione alimentaristi 1 Autorizzazioni e controlli fitosanitari 1 Fitofarmaci 1 Micologia 1 (+ 1 direzione) Edilizia Acque 1 Imprese alimentari 1 Impiantistica e antinfortunistica 8 (+ 4 direzione) 208 Tab. 9.1. (segue) Servizi Siav-A sanità animale Siav-B alimenti di origine animale Siav-C allevamenti e produzioni zootecniche Aree organizzative Unità funzionali territoriali Articolazioni Sicurezza 4 Controlli e vigilanza 4 (+ 1 direzione) Igiene del lavoro 3 Ambulatorio di medicina del lavoro 1 Verifiche tecniche 2 Pareri e autorizzazioni 2 Epidemiologia occupazionale 2 Informazione e formazione 2 Ambienti confinati 1 Ingegneria mineraria 1 Grandi complessi 1 Epidemiologia veterinaria 1 Vaccinazioni veterinarie 1 Prevenzione malattie infettive 1 Vigilanza insediamenti produttivi 1 Ospedale veterinario 1 – Latte 1 Randagismo 1 Sisp + Sian 4 Sisp + Spesal 1 Siav-a + Siav-B + Siav-C 3 Siav-A + Siav-B + Sian 1 Siav-B + Sian 5 Separazione area veterinaria dal Dipartimento 5 15 Dipartimenti 209 Tab. 9.2. Profilo professionale del Direttore (42 rispondenti) Medico Medico Medico Medico Medico Medico Veteri- IngeProfilo legale igienista igienista, nario gnere igienista del professionale e del del lavoro lavoro del Direttore lavoro e legale 9 14 7 1 2 4 4 1 Tab. 9.3. Unità di epidemiologia (56 rispondenti) Altro (specificare) Unità Assente Staff Staff di epidemiologia Dipartimento direzione generale 11 20 21 4 • Dipartimento autonomo • Veterinaria • Sisp • Uoc Spresal Tab. 9.4. Certificazione/accreditamento (45 rispondenti) Esistenza di certificazione/ accreditamento per il Dipartimento Sì 7 (di cui 1 in itinere) Parziale No 34 4 • Spresal • Lsp • Lsp, Isp, veterinaria e parte Pisll • Parziale 210 Personale in organico 12 11 10 9 8 6 6 6 4 2 2 2 2 2 1 4.001-4.500 3.501-4.000 3.001-3.500 2.501-3.000 2.001-2.500 1.501-2.000 1.001-1.500 501-1.000 0-500 0 Fig. 9.3.1. Abitanti per operatore (41 rispondenti). Media: 2.159 abitanti per operatore. 12 10 10 10 9 9 8 7 6 4 3 2 0 0-5 6-10 11-15 16-20 Fig. 9.3.2. Kmq per operatori (41 rispondenti). Media: 11,7 kmq per operatore. 211 21-25 26 e oltre 12 11 10 9 8 6 4 4 4 3 3 2 2 1 1 0 fino a 50 51-55 56-60 61-65 66-70 71-75 76-80 81-85 86 e oltre Fig. 9.3.3. Personale sanitario nel totale del personale, % (38 rispondenti). Media delle percentuali: 71%. 14 14 12 12 10 8 6 5 4 3 2 2 1 0 0-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26 e oltre Fig. 9.3.4. Percentuale tecnico nel totale del personale, % (36 rispondenti). Media delle percentuali: 10%. 212 14 13 12 10 8 6 5 4 2 2 2 1 0 0-3 4-6 7-9 10-12 13 e oltre Fig. 9.3.5. Personale professionale sul totale del personale, % (23 rispondenti). Media delle percentuali: 4%. 12 11 10 10 8 8 6 6 4 2 1 1 0 0-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26 e oltre Fig. 9.3.6. Personale amministrativo sul totale del personale, % (37 rispondenti). Media delle percentuali: 15%. 213 15 4 10 71 Sanitario Tecnico Professionale Amministrativo Fig. 9.3.7. Ripartizione media del personale del Dipartimento tra i profili professionali, %. 12 11 10 10 8 8 6 4 4 2 3 2 0 0-10 11-20 21-30 31-40 41-45 50 e oltre Fig. 9.3.8. Tecnici della prevenzione sul totale del personale sanitario, % (38 rispondenti). Media delle percentuali: 35%. 214 30 25 21 20 15 10 7 5 3 3 1 0 0-5 6-10 11-15 16-20 21 e oltre Fig. 9.3.9. Assistenti sanitari e infermieri sul totale del personale sanitario, % (35 rispondenti). Media delle percentuali: 6%. 14 13 12 10 10 8 6 6 4 3 3 2 2 2 0 0 1-20 21-40 41-60 61-80 81-99 100 Fig. 9.3.10. Tecnici laureati sul totale del personale tecnico, % (39 rispondenti). Media: 41%. 215 25 20 20 15 10 7 7 5 3 3 11-20 21 e oltre 0 0 1-5 6-10 Fig. 9.3.11. Personale della Direzione sul totale del personale, % (40 rispondenti). Media delle percentuali: 6%. 16 14 14 12 10 10 8 6 6 5 4 4 2 1 0 0-10 11-20 21-30 31-40 41-50 51 e oltre Fig. 9.3.12. Personale Sisp sul totale del personale, % (40 rispondenti). Media delle percentuali: 28%. N.B.: in 3 casi l’indicazione del personale è stata fornita relativamente all’aggregazione Sisp/Sian; e il personale Sisp è stato arbitrariamente considerato la metà del totale indicato. 216 18 16 16 14 12 10 8 8 7 6 6 4 3 2 0 0 6-10 11-15 16-20 21 e oltre Fig. 9.3.13. Personale Sian sul totale del personale, % (40 rispondenti). Media delle percentuali: 13%. N.B.: in 3 casi l’indicazione del personale è stata fornita relativamente all’aggregazione Sisp/Sian; e il personale Sian è stato arbitrariamente considerato la metà del totale indicato. 14 13 12 10 8 8 6 5 5 5 4 2 3 1 0 0-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31 e oltre Fig. 9.3.14. Personale Spesal sul totale del personale, % (40 rispondenti). Media delle percentuali: 16%. 217 14 13 12 12 10 8 6 4 5 4 3 2 2 0 0-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26 e oltre Fig. 9.3.15. Personale Siav-A sul totale del personale, % (39 rispondenti). Media delle percentuali: 12%. N.B.: in 6 casi l’indicazione del personale è stata fornita relativamente all’aggregazione Siav-A/Siav-B/Siav-C; e il personale Siav-A è stato arbitrariamente considerato un terzo del totale indicato. 12 11 11 10 8 7 6 6 4 2 2 1 0 0-3 4-6 7-9 10-12 13-15 16 e oltre Fig. 9.3.16. Personale Siav-B sul totale del personale, % (38 rispondenti). Media delle percentuali: 11%. N.B.: in 6 casi l’indicazione del personale è stata fornita relativamente all’aggregazione Siav-A/Siav-B/Siav-C; e il personale Siav-B è stato arbitrariamente considerato un terzo del totale indicato. In un Dipartimento il Siav-B non è attivo. 12 10 10 9 8 6 7 6 4 2 1 1 0 0-3 4-6 7-9 10-12 13-15 16 e oltre Fig. 9.3.17. Personale Siav-C sul totale del personale, % (34 rispondenti). Media delle percentuali: 7%. N.B.: in 6 casi l’indicazione del personale è stata fornita relativamente all’aggregazione Siav-A/Siav-B/Siav-C; e il personale Siav-C è stato arbitrariamente considerato un terzo del totale indicato. In 5 Dipartimenti il Siav-C non è attivo. 6 7 7 11 28 12 13 16 Direzione Sisp Sian Spesal Siav-A Siav-B Siav-C Altri Fig. 9.3.18. Ripartizione del personale del Dipartimento tra i servizi, %. 219 Verifiche periodiche 8 Promozione della salute 2 Educazione alla salute 2 Ospedale veterinaria 12 Epidemiologia veterinaria 1 14 Anagrafe zootecnica 1 Filiera lattiero-casearia 3 Lsp 9 Sorveglianza sanitaria 2 N.B.: in un caso è stata indicata una numerosità del personale inquadrato in un servizio «altro» non specificato pari al 72% del personale totale. Tale dato non è stato preso in considerazione nei calcoli. Medie delle percentuali: medicina legale 15; medicina dello sport 5; epidemiologia 14; unità impiantistica 6; unità amministrativa 8,5; screening 1,5; altro non specificato 7. Fig. 9.3.19. Personale di altre articolazioni organizzative distrettuali sul totale del personale, %. 0 5 10 15 20 23 15 13 11 Medicina legale 25 2 30 6 Unità impiantistica 25 12 4 Epidemiologia 5 3 Medicina dello sport 15 2 Unità amministrativa 2 1 Screening 18 8 4 2 Altro non specificato allegato 10 strutture, strumenti, finanziamenti griglia 4 - parte ii Tab. 10.1. Strutture e strumenti (41 rispondenti complessivi) Strutture edilizie Totale Dipartimento Direzione Dipartimento Sisp Sian Spesal Siav-A Siav-B Siav-C Epidemiologia Medicina legale Medicina dello sport Unità amministrativa Screening Impiantistica Promozione della salute Sorveglianza sanitaria Ospedale veterinario Verifica, Lsp, Lattiero-caseario, Anagrafe zootecnica Altro media 18 media 2 media 10 media 5 media 3 media 4 media 5 media 3 media 10 media 7 media 4 media 3 media 1 media 1 n.a. 11 n.a. 9 n.a. 2 n.a. 1 media 4 Strumenti Veicoli media media media media media media media media n.a. 1 n.a. 3 n.a. 1 33 2 8 6 7 7 5 4 Op/Pc • media media media media media media media media media media media media 2,6 1,1 2,6 2,2 3,1 2,7 3,8 4,4 1,8 1,2 1,5 1 Informatizzazione 21 11* 5* 6* 7* 5* 4* 3* n.a. 1 n.a. 2 n.a. 4 n.a. 3 n.a. 3 (Verifica) n.a. 13 * Numero di servizi informatizzati autonomamente, in assenza di una informatizzazione generale del Dipartimento. • Rapporto tra operatori e personal computer. N.B.: È riportato il numero assoluto (n.a.) nei casi di segnalazione singola. In un caso è stata indicata una numerosità delle strutture di un servizio «altro» non specificato pari a 57. Tale dato non è stato preso in considerazione nei calcoli. 221 9 8 Numero di segnalazioni 8 8 5 7 5 6 5 4 3 3 41-50 51 e oltre 3 2 1 0 0-10 11-20 21-30 31-40 Numero medio operatori Fig. 10.1. Operatori per struttura, numero medio (31 rispondenti). Media: 22 operatori per struttura. 9 8 Numero di segnalazioni 8 7 6 5 5 2 4 4 4 3 5 3 2 2 2 61-70 71-80 1 0 0-10 11-20 21-30 31-40 41-50 51-60 100 e oltre Numero medio abitanti, x 1.000 Fig. 10.2. Abitanti per struttura, numero medio (35 rispondenti). Media 31 rispondenti: 36.000 abitanti per struttura (media 35 rispondenti: 51.000 abitanti per struttura). 222 12 10 10 10 8 7 6 5 4 4 3 3 4 3 2 1 1 Impiantistica 2 Screening 2 5 4 Altro Unità amministrativa Medicina dello sport Medicina legale Epidemiologia Siav-C Siav-B Siav-A Spesal Sian Sisp Direzione 0 Fig. 10.3. Numero medio di strutture nel Dipartimento nelle quali è presente ogni servizio. 60 55 50 40 30 5 28 28 22 22 17 20 17 11 10 0 Direzione Sisp Sian Spesal Siav-A Siav-B Siav-C Altro Fig. 10.4. Presenza percentuale media delle strutture dei servizi nel totale delle strutture del Dipartimento. 223 10 9 Numero di segnalazioni 9 8 7 6 5 5 5 4 4 4 4 3 2 2 2 1 0 0-20 21-40 41-60 61-80 81-100 101-200 201-500 1500 e oltre Kmq Fig. 10.5. Kmq per veicolo (35 rispondenti). Media 33 rispondenti: 91 kmq. N.B.: In 2 casi il risultato del rapporto eccedeva i 1.500 kmq. Tali dati non sono stati presi in considerazione nei calcoli. 9 8 8 7 7 7 6 6 5 5 4 4 3 2 2 1 0 Direzione Sisp Sian Spesal Siav-A Siav-B Fig. 10.6. Numero medio dei veicoli del Dipartimento, per servizio. Media per Dipartimento: 39. Siav-C 5 10 21 13 18 15 18 Direzione Sisp Sian Siav-A Siav-B Siav-C Spesal Fig. 10.7. Ripartizione dei veicoli del Dipartimento tra i servizi, %. 225 allegato 11 analisi delle attività preventive della asl griglia 5 Tab. 11.1. Segnalazioni totali 1.146 dipartimenti rispondenti Media interventi segnalati per Dipartimento 37 31 226 Tab. 11.2. numero progressivo nella griglia di rilevazione 6 21 3 25 8 4 19 27 20 23 28 2 1 26 15 14 5 33 16 10 25 ter 32 7 29 11 37 18 38 9 22 30 35 36 40 24 34 39 12 25 bis 13 31 17 Ambito Numero interventi segnalati in ordine decrescente Vaccinazione Prevenzione infortuni sul lavoro Promozione della salute nelle scuole Promozione nutrizione corretta Prevenzione malattie infettive Formazione Prevenzione incidenti stradali Tutela alimenti vegetali Prevenzione incidenti domestici Prevenzione malattie professionali Tutela acqua potabile Educazione alla salute Prevenzione ambientale Tutela alimenti animali Prevenzione tumori cervice uterina Prevenzione tumori seno Prevenzione materno infantile Tutela fragilità (anziani, indigenti, migranti, ecc.) Prevenzione tumori colon/retto Prevenzione cardiovascolare: prevenzione obesità donna/bambino Sanità pubblica veterinaria Prevenzione dipendenze patologiche Screening non oncologici Tutela acque di balneazione Prevenzione cardiovascolare: prevenzione complicanze diabete II Farmacovigilanza Prevenzione altre Malattie Cronico Degenerative Prevenzione rischi clinici/ospedalieri Prevenzione cardiovascolare: carta del rischio Prevenzione patologie legate a interrelazioni, ritmi, organizzazione sul luogo di lavoro Tutela salute mentale Tutela attività sportive Tutela viaggi/aeroporti/porti Altro Prevenzione mobbing Tutela salute reclusi Medicina legale Prevenzione cardiovascolare: prevenzione recidive Sicurezza alimentare Prevenzione cardiovascolare: altro Prevenzione handicap Prevenzione tumori: altro 64 57 56 52 52 50 47 44 39 38 37 35 34 34 31 30 29 28 28 27 26 23 22 21 21 20 19 19 18 18 16 16 15 13 12 11 11 10 8 7 5 3 × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. 8 Vigilanza su strutture ad uso collettivo (scolastiche, sa- Serv. Igiene Sanità Pubblica × nitarie, recettive, di servizio alla persona) 9 Indagine regionale su inquinamento indoor (scuole) Sanità Pubblica-Laboratorio Sanità Pubblica × 10 Monitoraggio condizioni igieniche scuole Siav × 11 La componente salute negli strumenti di pianificazione urbanistica × 12 Pareri preventivi permessi a costruire, Dia, agibilità, Serv. Igiene Sanità Pubblica autorizzazioni all’esercizio 6 7 2 3 4 5 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Dipartimento Prevenzione, Lsp-Ispo-ArsIzs, università, Arpa Protocolli operativi Arpa Asl Studio Moniter Regione Studio Epiair2 Ccm, Ministero della Salute Studi di Impatto sulla salute di impianti industriali Comune/Amministrazione Provinciale (produzione bitumi) Prevenzione Ambientale Siav Verifiche condizioni igienico-sanitarie dell’abitato su Serv. Igiene Sanità Pubblica segnalazioni 1 Indagine stato di salute di popolazione Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.1. Prevenzione ambientale Analisi attività preventive Asl nei differenti ambiti di intervento × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 13 Valutazione igienico-sanitaria degli strumenti di regolazione e valutazione urbanistica 14 Gestione sistema di Allerta sostanze chimiche e fisiche 15 Attuazione Regolamento Reach 16 Rete reg. vigilanza regolamento Reach e Clp 17 Regolamento Reach 18 Rete regionale vigilanza regolamento Reach e Clp 19 Regolamento Reach e collegati 20 rete regionale di vigilanza su regolamento Reach e Clp 21 Formulazione pareri di legge 22 Formulazione pareri di legge 23 Sorveglianza e approccio integrato sorveglianza allergeni 24 Sorveglianza e approccio integrato alla problematica degli aeroallergeni pollini e muffe, campagna informativa 25 Monitoraggio diossina 26 Sistemi di sorveglianza della qualità degli scarichi 27 Sistema di sorveglianza della qualità degli scarichi e dei corpi recettori 28 Gestione degli esposti 29 Gestione degli esposti 30 Amianto 31 Laboratorio Igiene industriale. 32 Monitoraggio e dismissione Mca 33 Progetto Longarina la comunità e l’elettrodotto (tutela della salute degli abitanti del quartiere) 34 Campi elettromagnetici Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.1. (segue) × × × × Arpa × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × Ob. salute Ril. epid. Serv. Veterinari e Ian Uo Tutela ambiente Ssr Asp Settore Igiene e Sanità Pubblica (Isp) Settore Igiene e Sanità Pubblica (Isp) Comune (Psal) Psal Psal-Isp-Comuni Iss, Dipartimento di Prevenzione Ssr-Asp Sisp Sisp Ssr-Asp Pnp-Regione Asl Serv. Igiene Sanità Pubblica Serv. Igiene Sanità Pubblica Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 17 Tabagismo 18 Prevenzione inquinamento indoor 19 Counseling tabagismo 5 Okkio alla salute 6 Guadagnare salute 7 Guadagnare salute in adolescenza 8 Insieme x la sicurezza 9 1 km in salute 10 Il movimento è vita – Promozione attività motoria 11 Gruppi di cammino 12 Stili di vita corretti: alimentazione attività fisica 13 Progetto frutta e verdura a scuola 14 Counseling Alimentare 15 Prevenzione della carie in età pediatrica 16 Progetto «Mamme libere dal fumo» 1 Sorvegliamo comunichiamo per cambiare. Okkio alla salute, Passi, Hbsc, lo stato nutrizionale della popolazione 2 Passi 3 Passi d’Argento 4 Okkio alla salute Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.2. Educazione alla salute Dipartimento di Prevenzione Asp, Scuole Dipartimento di Prevenzione/Dipartimento Materno-Infantile Uff. Ed. salute Asl Dipartimento di Prevenzione Prom salute e med. sportiva Pnp-Regione-Asl Ministero Salute Ministero Salute Ministero Istruzione, Ministero della Salute-Iss-Regione Ed. salute, Sep Asp Sian, Sisp, Istituzioni scolastiche, Comuni Ufficio promozione della salute Ufficio promozione della salute Sian, Isp, Istituzioni scolastiche Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Pisll e Settore Igiene e Sanità Pubblica × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Pisll e Settore Igiene e Sanità Pubblica Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Promozione salute e alcologie Spsal Servizio Ed. alla salute, Distretti sanitari, Scuole, Comuni, Associazioni 26 Alcol e Lavoro Psal + Goat 27 Affettività-Sessualità Servizio Ed. alla salute, Distretti sanitari, Scuole, Comuni, Associazioni 28 Educazione sanitaria e prevenzione malattie sessual- Ambulatorio provinciale malattie sessualmente trasmissibili mente trasmesse 29 Promozione della salute verso i neo genitori Uoc Sisp 30 Ondate calore Ed salute, Sep 31 Peer to peer Asp 32 Coordinamento delle attività di educazione alla salute svolte a livello distrettuale 33 Definizione di idonee e regolari forme di comunicazione e di collaborazione con i vari soggetti della società civile per facilitare gli interventi di prevenzione a tutela della salute collettiva 34 Catalogo interventi educativi «Obiettivo Salute» su Azienda Usl vari temi 35 Educazione alla salute Uoesa 20 Prevenzione tabagismo e uso alcol con particolare riferimento a luoghi lavoro 21 Prevenzione tabagismo e uso alcol con particolare riferimento a luoghi lavoro 22 Piano regionale tabagismo Campagna Informativa stili di vita 23 Abitudine fumo-alcol 24 Progetto grandi opere lotta uso e abuso alcol e fumo 25 Progetto prevenzione abuso alcol Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.2. (segue) × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Dipartimento materno-infantile Ausl 3 Progetto: «A scuola di salute passo dopo passo» 4 Progetto «Alla conquista del pass per la città del sole» Dipartimento di Prevenzione 5 Favorire un ambiente di relazioni nella scuola tra giovani ed adulti che promuova il benessere e la salute con attenzione alle diverse classi di età dei giovani 6 Realizzazione e coordinamento di interventi di promozione e di educazione alla salute nella scuola 7 Programma Scuole promotrici di salute Asp Scuole 8 Progetto «Comunicare il Ben-Essere» Personale Sisp Servizio Ed. alla salute, Distretti sanitari, Scuole, Comuni, Associazioni 9 Campagna comunicazione stili di vita 10 Promozione salute (intersettoriali) Isp-Distretto 11 Scuole che promuovono benessere Promozione salute 12 Promozione della salute nelle scuole Medicina scolastica 13 Promozione salute sugli obiettivi del progetto guadagnare salute Promozione salute Sian-Siav 1 Scuole provincia Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 2 Promozione della salute nelle scuole Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.3. Promozione della salute nelle scuole × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Personale Sisp Responsabile Servizio Ed. alla salute, Distretti sanitari, Scuole, Comuni, Associazioni Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Dipartimento di Prevenzione Azienda Usl Asp scuole Coni associazioni sportive Dipartimento Materno-Infantile e S.S. Disturbi del Comportamento Alimentare in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione 19 Stili di vita corretti: alimentazione e attività fisica Pnp-Regione-Asl 20 Guadagnare salute negli adolescenti. Sana alimentazio- Asp scuole ne ed attività fisica 21 «E vai con la frutta» Assessorato alle Politiche per la Salute 22 Progetto frutta nella scuola Ian, Distretto Scuole Primarie 23 Nutrizione Promozione salute e Ian 24 Sportello nutrizione Asl 25 Sorveglianza nutrizionale pediatrica Ser. Medicina Scolastica 26 Progetto educazione alimentare nelle scuole Sian 27 Vigilanza refezione Med Scolastica 28 A scuola con gusto Sian, Istituzioni scolastiche 14 Progetto «Sviluppare a livello locale la Promozione della Salute, secondo i principi del programma Guadagnare Salute» con attivazione gruppi di cammino per anziani, progetto pedibus, corsi per smettere di fumare. 15 Progetto «Sport et Santé» 16 Samba – incremento attività motoria 17 Il movimento è vita: promuovere l’attività fisica nel setting scuola 18 Progetto «La synchronie du bien-etre: Alimentation et activité physique» Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.3. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Dipartimento Prevenzione-Dir. Terr. Lavoro-Vigili del Fuoco-Inail-Scuole Psal Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 31 Progetto giovani e sicurezza sul lavoro Spsal 32 Crescita cultura della sicurezza del lavoro Settore Pisll 33 Crescita cultura della sicurezza del lavoro Settore Pisll 34 Prevenzione Hiv/Aids Sisp 35 Hpv, educazione sessuale, prevenzione sostanze d’abu- Medicina scolastica e salute mentale so 36 Prevenzione Cancro cervice uterina Asl 37 New tribes «stili di vita» Ufficio promozione della salute 38 Indagine stili di vita, tabagismo Ufficio promozione della salute 39 Campagne contro il tabagismo nei giovani Azienda Usl 40 Progetto Unplugged Dipartimento di Prevenzione e Area Territoriale 41 Progetto «Affy fiuta pericoli» Dipartimento di Prevenzione 42 Smoke Free Class Competition Dipartimento di Prevenzione 43 Prevenire l’abitudine al fumo nelle giovani generazioni 44 Prevenzione delle malattie polmonari Asl 45 Gyts Global youth Tobacco Survey Ministero Salute, Ares, Oer 46 Campagne contro il tabagismo nei giovani Azienda Usl 30 Progetto scuole professionali 29 Informazione-Formazione-Assistenza Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.3. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 47 Crescere Felix 48 Okkio alla salute 49 Okkio alla salute 50 Okkio alla salute 51 Okkio alla Salute 52 Okkio alla salute 53 Hbsc Health Behaviour in School-aged Children 54 Progetto «Iniziamo a Colori» 55 Screening 56 Intervento educativo sulla corretta convivenza uomoanimale Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.3. (segue) Ospedale-Sian-Uoc Epidemiologia Ministero Salute Medicina scolastica Sian, Istituzioni scolastiche Uoc Epidemiologia Ser. Medicina Scolastica Ministero Salute Ian, Afas, Scuole Primarie Med Scolastica Distretti scolastici Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 1 Protocollo unificato per le vaccinazioni e per la sorve- Dipartimento di Prevenzione in collaboglianza delle principali malattie infettive razione con il Dipartimento Materno-Infantile e la Sc Malattie Infettive 2 Applicazione Pnv Sisp 3 Urgenze ed emergenze nei centri vaccinali Spem 4 Prevenzioni malattie infettive eradicabili con vaccino Spem 5 Vaccinazione anti Hpv Asl 6 Consolidamento del modello di controllo ufficiale del- Dipartimento di Prevenzione la Sc igiene degli alimenti e nutrizione 7 Corsi di formazione per operatori del settore alimen- Associazioni allevatori e altre associazioni tare di settore 8 Formazione personale addetto alla manipolazione di Uo Igiene Alimenti e Nutrizione alimenti 9 Formazione alimentaristi 10 Favorire la preparazione di pasti privi d’ingredienti contenenti glutine in particolari settori 11 Celiachia nella ristorazione collettiva Sian 12 Progetto Celiachia Ian-Aic 13 Formazione Raccoglitori professionisti funghi 14 Formazione Raccoglitori occasionali funghi 15 Piano formazione Dipartimentale per le sorveglianze epidemiologiche 16 Corsi di formazione in Epidemiologia di base Azienda Usl Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.4. Formazione Sì No Sì No × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 17 Le fonti di inquinamento indoor ed i metodi di misu- Dipartimento di Prevenzione razione 18 I risultati dei sistemi di sorveglianza nell’azienda Usl e Dipartimento di Prevenzione la sostenibilità del sistema 19 Piano di formazione Dipartimentale per la promozione della salute e le attività di prevenzione 20 L’Azienda Usl promotrice di Salute Sc Osru in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione 21 l’importanza della rete nella prevenzione delle patolo- Dipartimento di Prevenzione gie fumo correlate 22 Formazione medici neoassunti riguardo attività certifi- Sc Med. Legale cata della Sc Med. Legale 23 Consolidamento e integrazione del modello di control- Dipartimento di Prevenzione lo ufficiale previsto dal Reg. Ce 882/2004 rispetto al modello previsto dalla norma Iso 9001/2008 24 Consolidamento del modello di controllo ufficiale de- Dipartimento di Prevenzione gli allevamenti e produzioni zootecniche 25 Prevenzione zoonosi Sisp 26 Aggiornamento delle normative sull’idoneità al conse- Sc Medicina Legale in collaborazione con guimento e rinnovo/revisione delle patenti di guida Sc Igiene e Sanità Pubblica, Sc Cardiologia, Sc Medicina., Sc Psichiatria, Sc Oculistica, Sc Neurologia 27 Formazione ex d.l. n. 81 28 Formazione utilizzo fitosanitari 29 Corso per tatuatori Asl Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.4. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Formazione tatuatori e piercer Formazione tatuatori e piercer Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Formazione Pblsd Le fonti di inquinamento indoor ed i metodi di misu- Dipartimento di Prevenzione razione 34 Mmg e Pls: Screening e stili di vita Formazione Comunicazione Qualità Aziendale, Serv. Igiene Sanità Pubblica, Direz. di Distretto 35 Formazione Cpt/Spresal 36 Gruppo di miglioramento tutela lavoratrici madri Spsal 37 Gruppo di miglioramento prevenzione Tbc negli ex- Sisp tracomunitari 38 Lavoro e salute: Formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro 39 Imprendosicuro Psal 40 Attività di comunicazione e promozione della salute e Dipartimento di Prevenzione sicurezza nei cantieri edili 41 Attività comunicazione e promozione della salute e si- Dipartimento di Prevenzione curezza nelle aziende agricole 42 Progetto formazione tecnici Psal-Assoindustria 43 Piano formazione operatori del Dipartimento Asl 44 Videocorso generale Dip prev 45 Convegno regionale Dip prev 46 Piano Formativo Dipartimentale Asl 30 31 32 33 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.4. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 47 48 49 50 Corsi di aggiornamento Ecm Corsi di aggiornamento Ecm Attività di formazione sul campo Vari Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.4. (segue) Direzione del Dipartimento Direzione del Dipartimento Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × Sì No Ris. oper. × × × Sì No Eff. sal. × × Sì No Gradim. Dipartimento di Prevenzione in collaborazione con il Dipartimento MaternoInfantile Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Dipartimento di Prevenzione in collaborazione con il Dipartimento MaternoInfantile Aosp, Ausl Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 4 Registro diabetici in età infantile 5 GenitoriPiù: promozione della salute nei primi anni di vita 6 Genitori più Dipartimento Tutela materno Infantile – Servizi Consultoriali Distrettuali – Servizio Igiene Sanità Pubblica 7 Campagna di prevenzione rosolia congenita Sisp, Pls, reparto ostetricia 8 Eliminazione morbillo e rosolia congenita 9 Promozione allattamento materno 10 Allattamento al seno Sisp e Consultorio 11 Promozione allattamento al seno Uoc Materno Infantile 12 Promozione allattamento al seno Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 13 Allattamento al seno Prom. Salute/Consultori/Ospedali/Pediatri L.S. 3 Progetto «Baby boom» 2 Riduzione tabagismo materno 1 Progetto «Mamme Libere dal Fumo» Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.5. Prevenzione materno infantile × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 23 Progetto regionale Nati per leggere 24 Intervento educativo per un corretto rapporto donnaanimale in gravidanza 25 Prevenzione degli incidenti domestici pediatrici 26 Prevenzione incidenti domestici 27 Casa sicura 28 Interventi vari 29 Prevenzione Materno infantile 22 Screening 14 Promozione dell’allattamento al seno, dello svezzamento e delle competenze genitoriali per la promozione della salute 15 Sostegno alle campagne di promozione dell’allattamento al seno 16 Studio Percorso nascita 17 Studio Percorso nascita 18 Procreazione sicura e consapevole 19 Preparazione alla nascita 20 Gruppo di miglioramento tutela lavoratrici madri 21 Corretti stili di vita Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.5. (segue) × × × × Consultori familiari Sisp, consultorio, Pls Ufficio promozione della salute × × × × × Materno infantile × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Azienda Usl Azienda Usl Servizi Consultoriale Distrettuali Uoc Materno Infantile Spsal Medicina scolastica, medici medicina preventiva distrettuali Medicina scolastica, medici medicina preventiva distrettuali Ssr/Asp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 17 16 15 14 10 11 12 13 2 3 4 5 6 7 8 9 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Dip. Prevenzione-Attività sanitarie di Comunità Hpv Centri vaccinali Hpv Uo Medicina preventiva Promozione della vaccinazione contro Hpv Asl Progetto Hpv Valore Iss-Uoc Epidemiologia Progetto Hpv Pnp-Regione-Asl Studio reazioni avverse Hpv Centri vaccinali Prevenire le infezioni da Hpv Uoisp-Centri salute Meningococco C, Pneumococco eptavalente, Hpv alle Distretto Centri di Salute – Servizio Igie11enni ne Sanità Pubblica Offerta attiva della vaccinazione antipneumococcica Uos Prevenzione Malattie Infettive Mpr, vaccinazione antinfluenzale e papillomavirus Settore Isp Mpr, vaccinazione antinfluenzale e papillomavirus Settore Isp Recupero inadempienti vaccinazione Mpr Personale Sisp e dei Distretti sanitari Medici di Mg Eradicazione rosolia congenita, prevenzione compli- Uos e centri vaccinali Spem canze morbillo Influenza, difto-tetano, viaggiatori, donne fertili su- Distretto Centri di Salute – Mmg – Serviscettibili per Rosolia zio Igiene Sanità Pubblica Nuovo Piano nazionale per l’eliminazione del Morbil- Asp lo Rosolia congenita 2020/2012 consolidamento delle Agenzie educative coperture vaccinali, sorveglianza epidemiologica Piano nazionale di Eliminazione del Morbillo e della Regione Rosolia congenita 1 Profilassi collettiva Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.6. Vaccinazione × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 18 Recupero vaccinazione antirosolia donne in età fertile Personale Sisp e dei Distretti sanitari ai fini della prevenzione casi di rosolia congenita Medici di Mg 19 Gravidanza senza rosolia Uoisp-Centri salute-Consultori-Punti nascita 20 Campagna vaccinazione antinfluenzale Servizio Epidemiologia-Distretti 21 Antinfluenzale Dip. 22 Campagna di vaccinazione antinfluenzale Personale Sisp e dei Distretti sanitari Medici di Mg 23 Varicella Centri vaccinali 24 Vaccinazioni dell’infanzia-adolescenza-adulti-anziani Servizio Epidemiologia e PrevenzioneCentri Vaccinali 25 Programma di aggiornamento del piano regionale vac- Dipartimento di Prevenzione e Diparticini mento Materno Infantile 26 Applicazione Pnv Sisp 27 Coordinamento e monitoraggio in ambito provinciale dei programmi vaccinali sulla base delle indicazioni contenute nei Piani Vaccini Provinciali e Nazionali 28 Verifica dello stato vaccinale e chiamata attiva Uos Prevenzione Malattie Infettive 29 Monitoraggio coperture vaccinali Semp 30 Monitoraggio coperture vaccinali Dipartimento di Prevenzione 31 Monitoraggio delle coperture vaccinali e uniformazio- Asp ne informatizzazione delle anagrafi vaccinali 32 Monitoraggio coperture vaccinali Sisp 33 Informatizzazione anagrafe vaccinale Sisp 34 Informatizzazione anagrafe vaccinale Dipartimento di Prevenzione Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.6. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 49 50 51 52 53 54 Profilassi internazionale Medicina del Viaggiatore Medicina dei Viaggiatori Formazione Campagna di sensibilizzazione Potenziamento counseling 35 Monitoraggio coperture e informatizzazione anagrafi vaccinali 36 Aumentare la copertura vaccinale delle vaccinazioni del ciclo primario 37 Adozione calendario regionale 38 Programmi di vaccinazione 39 Miglioramento qualità offerta vaccinale 40 Miglioramento qualità dell’offerta vaccinale 41 Vaccinazioni 42 Vaccinazione 43 Vaccinazioni 44 Vaccinazione 45 Vaccinazioni obbligatorie e raccomandate previste dal Piano vaccini Regionale 46 Vaccinazione degli adulti 47 Coperture calendario vaccinale regionale 48 Geva Web Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.6. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sep Asp Uo Medicina preventiva Spemp Isp Sep Personale Sisp e dei Distretti sanitari Medici di Mg Asl, Mmg Uos e centri vaccinali Spem Uoc EpidemiologiaCentri Vaccinali Isp – Distretto Sisp Asl, Simvim, Siti Medicina Preventiva Età Evolutiva Sisp Sep × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Regione Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 55 Valutazione e gestione delle emergenze post-vaccinali 56 Visite domiciliari (verifiche e counselling), collegate al percorso vaccinale della Pediatria di Comunità 57 Prevenzione vaccinale ambulatorio per migranti regolari e non 58 Popolazione Immigrata Vaccinazioni 59 Medicina del Viaggiatore (vaccinazioni) 60 Vaccinazioni per viaggi internazionali 61 Vaccinazioni per viaggi internazionali 62 Vaccinazioni viaggiatori 63 Ambulatorio di Vaccinazioni per i Viaggi Internazionali 64 Promozione di una migliore conoscenza delle vaccinazioni, attraverso la redazione e diffusione di una dispensa sui «Protocolli vaccinali nell’adulto e nel viaggiatore internazionale» Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.6. (segue) Uos Prevenzione Malattie Infettive Isp Settore Isp Settore Isp Uos centri vaccinali Dipartimento di Prevenzione × × × × × × × × Spem e medicina scolastica × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. Uos Prevenzione Malattie Infettive Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 1 Progetto «Cuore» – Epidemiologia e prevenzione del- Dipartimento di Prevenzione in collaborale malattie cerebro e cardiovascolari zione con il Dipartimento Toraco-CardioVascolare ed il Dipartimento di Medicine a larga diffusione 2 Popolazione Immigrata (Tbc) Assessorato alle Politiche della Salute 3 Screening della degenerazione maculare legata all’età 4 Ambliopia 5 Screening ambliopia 6 Screening dell’ambliopia e dei vizi della refrazione in Ssr-Asp età evolutiva 7 Screening patologie visive in età scolare Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 8 Screening ortottico Distretti scolastici 9 Carie 10 Screening carie e malocclusione in età scolare 11 Screening carie e malocclusioni in età scolare Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 12 Screening ortopedico, odontoiatrico, oculistico, otorino Medicina scolastica 13 Ampliamento dello screening neonatale per le malattie metaboliche ereditarie 14 Screening uditivo neonatale Tab. 11.3.7. Screening non oncologici Principali interventi/piani/progetti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 15 Prevenzione primaria e diagnosi precoce delle sordità infantili 16 Screening Diabete Mellito e Ridotta Tolleranza Glucidica su donatori sangue 17 Screening diabete donatori di sangue Avis 18 Screening uditivo neonatale 19 Monitoraggio screening 20 Prevenzione osteoporosi conclamata 21 Ambulatorio esposti amianto 22 Screening non oncologici Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.7. (segue) Unità Screening Sisp Ssr/Asp Uopsal Uo Screening Aosp-Asp Ssr-Asp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × Sì No Gradim. 14 15 16 17 18 19 11 12 13 7 8 9 10 6 1 2 3 4 5 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Prevenzione malattie infettive Prevenzione malattie infettive Emergenza emigranti Distretti-Uoc Epidemiologia Prevenzione Tubercolosi negli immigrati Uoc Igiene P. Sviluppo di un percorso integrato di prevenzione dia- Uo Medicina preventiva gnosi e cura Tbc Sviluppo di un percorso integrato di prevenzione dia- Uo Medicina preventiva gnosi e cura Tbc Screening Tbc centri accoglienza Rsa Tubercolosi, meningiti Settore Isp Tubercolosi, meningiti Settore Isp Profilassi Tbc e malattie respiratorie Ambulatorio provinciale prevenzione malattie respiratorie Profilassi Tbc Asl Piano anti Tbc Sep Indagini su conviventi e contatti di casi di Tbc, Epati- Personale Sisp e dei Distretti sanitari, te A, Meningite meningococcia, epatite B, pediculosi, Mmg, Pls, Direzioni di Presidio scabbia ed altre malattie parassitarie Profilassi post-esposizionedel morbillo Regione-Asl Sorveglianza morbillo Sep Ambulatorio Hiv Sisp Prevenzione Hiv/Aids Sisp Prevenzione dell’infezione da Hpv Ssr/Asp Peer education prevenzione delle infezioni sessualmen- Programma gudagnare salute in adolete trasmesse scenza/Asp Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.8. Prevenzione malattie infettive × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 33 34 31 32 30 29 25 26 27 28 24 22 23 21 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Progetto Peer education per le malattie sessualmente Area territoriale in collaborazione con il trasmesse Dipartimento di Prevenzione Epatite A Prevenzione della legionellosi nelle strutture sanitarie, Personale Sisp e dei Distretti sanitari, Rsa, Rp, case di riposo ecc. Mmg, Pls, Direzioni di Presidio Promozione dell’applicazione delle linee guida regio- Uos Prevenzione Malattie Infettive nali sulla legionellosi presso strutture recettive e socioassistenziali Prevenzione rischio legionellosi negli impianti natatori Uoisp Monitoraggio infortuni dei lavoratori del settore sanità Spsal Monitoraggio condizioni igieniche scuole Dipartimento di Prevenzione Sorveglianza prevenzione e controllo delle malattie da Ssr/Asp/Enti locali importazione trasmesse da insetti vettori I programmi di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili: sorveglianza e controllo delle malattie trasmesse da vettori Piano per la sorveglianza prevenzione e controllo delle Ssr/Asp malattie da importazione trasmesse da insetti vettori Piano Regionale per la Leshmania Regione Campagna di comunicazione per la prevenzione della Uoc Sanità Veterinaria Leishmaniosi dai serbatoi canini Prevenzione Zoonosi Progetto Ccm Zoonosi Isp 20 Peer education su malattie sessualmente trasmesse Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.8. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 49 50 51 52 Indagini epidemiologiche Inchieste epidemiologiche Simi-Web Prp 2010-12 35 Sviluppare programmi di prevenzione delle zoonosi favorendo l’integrazione della sorveglianza, dei sistemi informativi e delle procedure mediche 36 Controllo 37 Prevenzione Malattie infettive 38 Profilassi farmacologica ed interventi coercitivi 39 Controllo Malattie Infettive 40 Sorveglianza e controllo malattie infettive 41 I programmi di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili: controllo delle malattie socialmente rilevanti 42 Sorveglianza e verifica dell’intervento 43 Vigilanza 44 Controllo 45 Coordinamento e monitoraggio in ambito provinciale delle attività di sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive 46 Notifica malattie infettive 47 Gestione del sistema informatizzato di notifica delle malattie infettive 48 Monitoraggio e indagini epidemiologiche Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.8. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Distretto-Servizio Igiene Sanità Pubblica Personale Sisp e dei Distretti sanitari, Mmg, Pls, Direzioni di Presidio Uos epidemiologia e Uos prevenzione distrettuali Dip Distretto-Servizio Igiene Sanità Pubblica Uoc Epidemiologia Regione × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Dip Isp Isp Sanità Pubblica-Reparti ospedalieri Spemp Distretto-Servizio Igiene Sanità Pubblica Isp-Distretto Servizio Epidemiologia e Prevenzione Ssr/Asp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 18 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 5 6 × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Ssr/Asp × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. Uo Cardiologia Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Estensione della carta del rischio cardiovascolare Uo Cardiologia Applicazione carta da parte Mmg su fascia da 35 a 69 Dsp e Dipartimento Cure Primarie anni Applicazione carta per età: donne 55 aa, uomini 45 Dsp e Dipartimento Cure Primarie Carta del rischio Med base Carta del rischio Uos Cardiologia I Distretto Carta del rischio Regione Carta del rischio Uff. Rischio clinico Carta del rischio Carta del rischio Ufficio promozione della salute Carta del rischio Prom salute e Mmg Carta del rischio Distretto Carta del rischio Cardiologia/Dip. prev Carta del rischio Distretto, Pls, Mmg, Servizio Igiene Sanità Pubblica, Servizio Igiene Nutrizione, Servizio Educazione Sanitaria Carta rischio Cv Uoc Epidemiologia, Mmg 1 Formazione operatori sanitari 2 Diffusione/miglioramento dell’uso della carta e del punteggio del rischio cardiovascolare attraverso la formazione dei Mmg 3 Diffusione/miglioramento dell’uso della carta e del punteggio del rischio cardio vascolare con la formazione dei Mmg 4 Estensione della carta del rischio cardiovascolare ad un secondo distretto della Asp Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.9. Prevenzione cardiovascolare: carta del rischio × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. 12 13 14 15 11 10 9 7 8 6 1 2 3 4 5 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Pedibus Dsp Ragazzi in gamba Isp Okkio alla salute Uo medicina scolastica Sorveglianza Okkio Asp/Iss/scuole Attivazione Progetto di Promozione della Salute se- Distretto, Pls, Mmg, Servizio Igiene Sacondo Guadagnare Salute nità Pubblica, Servizio Igiene Nutrizione, Servizio Educazione Sanitaria Crescere Felix: interventi per la prevenzione e riduzio- Ospedale, Sian, Uoc Epidemiologia ne della Obesità del bambino e dell’adolescente Valutazione menù scolastici e capitolati Dsp Promozione corrette abitudini alimentari con offerta Dsp alimenti equilibrati nei distributori automatici Incontri promozione sani stili di vita con donne in Dsp e Dipartimento Cure Primarie menopausa, donne in gravidanza, donne terza età Bilancio di salute Pls, misura Bmi e counselling breve Distretto, Pls, Mmg, Servizio Igiene Sanità Pubblica, Servizio Igiene Nutrizione, Servizio Educazione Sanitaria Fumo, Alcool, Sedentarietà, Obesità-sovrappeso Distretto, Pls, Mmg, Servizio Igiene Sanità Pubblica, Servizio Igiene Nutrizione, Servizio Educazione Sanitaria Prevenzione obesità nell’età scolastica Settore Igiene alimenti e nutrizione Prevenzione obesità nell’età scolastica Settore Igiene alimenti e nutrizione Prev. obesità donna/bambino Regione-Asl Prev. obesità donna/bambino Ed salute Sian Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.10. Prevenzione cardiovascolare: prevenzione obesità donna/bambino × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 27 Laboratori di cucina salutare e ricettari salutari Prev. obesità donna/bambino Prev. obesità donna/bambino Prev. obesità donna/bambino Prev. obesità donna/bambino Controllo obesità donna/bambino Sorveglianza nutrizionale pediatrica Sorveglianza nutrizionale pediatrica Realizzazione e attivazione di un sistema di sorveglianza dello stato nutrizionale nei bambini sotto sei anni di età utilizzando i bilanci di salute eseguiti dai pediatri di libera scelta 24 Promozione corretta alimentazione mense aziendali 25 Promozione corretta alimentazione popolazione infantile 26 Contrasto ai Disturbi del Comportamento Alimentare 16 17 18 19 20 21 22 23 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.10. (segue) Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Sian Sian Sian Ian Dipartimento di Prevenzione Uo Igiene della Nutrizione Regione Sian Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × Sì No Gradim. 13 12 11 10 9 8 5 6 7 1 2 3 4 Prevenzione complicanze diabete II Prevenzione complicanze diabete II Prevenzione complicanze diabete II Prevenzione complicanze diabete II Gruppi di cammino Prevenzione e gestione complicanze diabete II Prevenzione complicanze diabete II Progetto «Mantenimento e consolidamento del programma delle complicanze del diabete» Gestione commissione aziendale. Coinvolgimento specialisti e Mmg per la promozione di sani stili di vita, per la distribuzione di opuscoli informativi. Progetto Regionale appropriatezza diagnosi-trattamento Screening diabete mellito e ridotta tolleranza glucidica su una donaz. popolazione di donatori di sangue afferenti al centro Avis Prevenzione e gestione delle complicanze del diabete di tipo 2 Linee operative per la pianificazione regionale sulla prevenzione delle complicanze del diabete Gestione integrata diabete Principali interventi/piani/progetti Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Distretti Sanitari Centro diabetologico Distretto Servizi Diabetologia, Direzioni di Presidio Centro diabetologico × Dsp × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Regione Centro diabetologia Ambulatoriale Promozione salute – diabetologia territoriale – medicina sportiva Aosp/Asp Distretto Sc Medicina/Dip. prev Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Tab. 11.3.11. Prevenzione cardiovascolare: prevenzione complicanze diabete II × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × Sì No Gradim. 15 Evoluzione del disease management delle persone con diabete mellito 16 Diabete in età pediatrica 17 Costituzione gruppo di lavoro aziendale incaricato formazione a livello locale 18 Preparazione e percorso formativo Mmg 19 Prevenzione complicanze del diabete di tipo II 20 Riorganizzazione assistenza diabetologia Mmg e centri specialistici 21 Mappatura del rischio diabete 14 Contrasto ai disturbi del comportamento alimentare Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.11. (segue) Ambulatoriale × × Uos diabetologia I distretto Aosp/Asp × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Uos Diabetologia I distretto Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × Sì No Gradim. Dipartimento Medico (cardiologie) Dsp Progetto inter-regionale Dipartimento Medico (cardiologie) Distretto Ospedale Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Distretto Servizi Diabetologia, Direzioni di Presidio 8 Istituzione di Ambulatori di Gestione Integrata tra Il Dipartimento di Prevenzione coordina Mmg e specialista per la gestione dei pazienti più i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse complessi 9 Attivazione, in via sperimentale, del Day service ambu- Il Dipartimento di Prevenzione coordina latoriale territoriale, riservato ai casi più complessi i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 10 Passi d’argento Uoc accreditamento 1 Prev. recidive eventi cerebro e cardiovascolari 2 Prev. recidive 3 Prevenzione delle recidive nei soggetti ricoverati per accidenti cardiovascolari acuti 4 Counselling alla dimissione su stili di vita, continuità terapeutica, con la distribuzione opuscoli informativi 5 Audit con Mmg per la gestione post Ima/Sca 6 Presa in carico ospedale e territorio dei dimessi con diagnosi Ima/Sca. Promozione sani stili di vita 7 Riduzione della mortalità in pazienti affetti da Stemi Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.12. Prevenzione cardiovascolare: prevenzione recidive × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × Sì No Eff. sal. × × × Sì No Gradim. 1 Monitoraggio ed intervento sui fattori fisici rischio cardiovascolare 2 Educazione motoria e attività fisica in soggetti disabili per stroke 3 La presa in carico delle persone con ictus cerebrale 4 Promozione attività motoria nel setting scuola 5 Okkio alla salute 6 Pranzo sano fuori casa 7 Gruppi di cammino Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.13. Prevenzione cardiovascolare: altro Uo medicina dello sport Pnp-Iss-Regione-Asl Pnp-Regione-Asl Promozione Salute/Cardiologia territoriale/Medicina Sportiva Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × Sì No Gradim. 15 13 14 11 12 Centro screening oncologici Regione Asl/Ares/Oer Uo screening/consultori Uo Screening Screening Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Epidemiologia-Senologia Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Screening mammografico Personale Sisp, Distretti e Radiologia Mammella Centro Screening, Distretto Puo Presidi Ospedalieri Screening carcinoma della mammella Uo Screening Screening Sep, Centro Gestione Screening, Uo mammografica Progetto di mantenimento e consolidamento dei pro- Sc Radiologia diagnostica grammi di screening organizzati del carcinoma della mammella e della cervice uterina Screening seno Seno Seno Seno Seno Seno Screening ca. mammario Screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella 9 Programma di screening 10 Promozione screening per carcinoma della mammella 1 2 3 4 5 6 7 8 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.14. Prevenzione tumori seno × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × × × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. × × Sì No Eff. sal. 30 29 28 27 25 26 24 Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp (Centro screening) Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp (Centro screening) Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp (Centro screening) Ssr/Asp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Uo educazione sanitaria Uo educazione sanitaria Regione, Asp Cl, Dipartimenti Ospedalieri Chiamata attiva popolazione target, gestione II livello Isp e presa in carico Raggiungimento e mantenimento standard Ssr/Asp Potenziamento e miglioramento qualitativo delle infra- Uoc Materno Infantile strutture coinvolte nei programmi di screening oncologici regionali della mammmella Estensione totale inviti Dip/Sisp – Uos Malattie Cronico Degenerative Promozione screening nei soggetti fragili Dip/Sisp – Uos Malattie Cronico Degenerative Promozione screening oncologici femminili popolazio- Epidemiologia-comunicazione ne rumena La valutazione del rischio eredo-familiare nello screen ing dei tumori del colon-retto e della mammella 16 Consolidamento dei livelli di qualità (aumento inviti e risposte all’invito) 17 Invito al percorso di screening da parte della Uo Senologia per utenti ad accesso spontaneo 18 Promozione ulteriore del coinvolgimento dei soggetti fragili nei programmi di screening 19 Superamento criticità 20 Superamento criticità screening cancro mammella 21 Recupero non responders 22 Promozione accesso 23 Progetto implementazione screening mammografico Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.14. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 1 Screening cervice uterina Asl/Ares/Oer 2 Consolidamento dei livelli di qualità (aumento inviti e Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp risposte all’invito) (Centro Screening) 3 Cervice uterina Centro Screening, Distretto Puo Presidi Ospedalieri 4 Screening cervice uterina Personale Sisp, Distretti, Consultori, Laboratorio Analisi 5 Cervice uterina Uos centro gestionale screening/Uos prevenzione tumore cervice uterina e consultori familiari 6 Promozione screening per carcinoma della cervice ute- Il Dipartimento di Prevenzione coordina rina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 7 Programma screening Epidemiologia-Laboratorio Citologia 8 Cervice uterina Uo Screening/consultori 9 Cervice uterina Uo Screening 10 Screening ca. cervice uterina Regione 11 Cervice uterina Centro screening oncologici 12 Screening carcinoma della cervice uterina Uo Screening 13 Screening carcinoma della cervice uterina Uo Screening 14 Cervice uterina 15 Cervice uterina Screening Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.15. Prevenzione tumori cervice uterina × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Ssr/Asp Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp (Centro Screening) Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp (Centro Screening) Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp (Centro Screening) Sep, Centro Gestione Screening, Uo Consultori Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Uo educazione sanitaria Uo educazione sanitaria Regione – Asp – Consultori Familiari Dipartmenti ospedalieri 26 Chiamata attiva popolazione target, gestione II livello Isp e presa in carico 27 Raggiungimento e mantenimento standard Ssr/Asp 28 Potenziamento e miglioramento qualitativo delle infra- Uoc Materno Infantile strutture coinvolte nei programmi di screening oncologici regionali cervice uterina 17 Screening per la diagnosi precoce e prevenzione dei tumori del collo dell’utero 18 Invito al percorso di screening per utenti che hanno effettuato solo accesso spontaneo 19 Promozione ulteriore del coinvolgimento dei soggetti fragili nei programmi di screening 20 Monitoraggio e valutazione delle evidenze scientifiche emergenti e partecipazione a studi sperimentali riguardanti innovazioni tecnologiche screening con introduzione dell’utilizzo di altri test di screening (Test Hpv) 21 Superamento criticità 22 Superamento criticità screening cancro cervice uterina 23 Recupero non responders 24 Promozione accesso 25 Progetto implementazione screening Cervice uterina 16 Cervice uterina Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.15. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Dip/Sisp – Uos Malattie Cronico Degenerative 30 Promozione screening nei soggetti fragili Dip/Sisp – Uos Malattie Cronico Degenerative 31 Promozione screening oncologici femminili popolazio- Epidemiologia-Comunicazione ne rumena 29 Divulgazione materiale informativo in lingua straniera Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.15. (segue) × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × Sì No Ris. oper. × × × Sì No Eff. sal. × × × Sì No Gradim. 15 7 8 9 10 11 12 13 14 5 6 4 3 2 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Centro Screening, Distretto Puo Presidi Ospedalieri Screening colon-retto Personale Sisp, Distretti, Laboratorio Analisi Programma per l’attivazione dello screening del cancro Uo C. Epidemiologia del colon retto in regione Promozione screening per carcinoma del colon retto Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Colon/retto Epidemiologia-Laboratorio Citologia Colon/retto Sep, Centro Gestione screening, Uo gastroenterologia Screening ca. colon/retto Colon/retto Centro Screening oncologici Screening carcinoma del colon-retto Uo screening Colon/retto Colon/retto Screening Colon/retto Uo screening/gastroenterologie Colon/retto Uo screening Screening per la diagnosi precoce e prevenzione dei tumori del colon-retto Progetto di mantenimento e consolidamento del pro- Sc Gastroenterologia, Farmacie Territoriagramma di screening organizzato del cancro del colon- li ed Associazioni di Volontariato retto 1 Colon retto Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.16. Prevenzione tumori colon/retto Sì No Sì No × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. × × × × × Sì No Eff. sal. 28 27 26 25 Ssr/Asp Isp × × × × × × × × × × ed Innovazione Dsp ed Innovazione Dsp Malattie Cronico Degene- Malattie Cronico Degene- Malattie Cronico Degene × × × × × × × × × × × × × × ed Innovazione Dsp × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. ed Innovazione Dsp Malattie Cronico Degene Uoc Pianificazione (Centro screening) Uoc Pianificazione (Centro screening) Uoc Pianificazione (Centro screening) Uoc Pianificazione (Centro screening) Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Dip/Sisp – Uos rative Creazione rete capillare distribuzione/raccolta kit Dip/Sisp – Uos rative Coinvolgimento Mmg per screening colon retto Dip/Sisp – Uos rative – Asp Formazione operatori front office screening (comuni- Dip/Sisp – Uos cazione) rative – Asp Raggiungimento e mantenimento standard Ssr/Asp 16 Consolidamento dei livelli di qualità (aumento inviti e risposte all’invito) 17 Invito al percorso di screening per utenti che hanno effettuato solo accesso spontaneo 18 Promozione ulteriore del coinvolgimento dei soggetti fragili nei programmi di screening 19 Monitoraggio e valutazione delle evidenze scientifiche emergenti e partecipazione a studi sperimentali riguardanti innovazioni tecnologiche screening con introduzione dell’utilizzo di altri test di screening di 2o (p. es. colon-tac virtuale, Dna test, video capsula ecc.) 20 Superamento criticità screening cancro colon retto 21 Superamento criticità 22 Chiamata attiva popolazione target, gestione II livello e presa in carico 23 La valutazione del rischio eredo-familiare nello screen ing dei tumori del colon-retto e della mammella 24 Estensione totale inviti Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.16. (segue) × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 1 Linea Guida screening spontaneo carcinoma prostata 2 Linee guida per lo screening spontaneo della prostata 3 Ricerca ammine urine lavoratori Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.17. Prevenzione tumori: altro Ssr/Asp Asl Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × Sì No Ris. oper. × × × Sì No Eff. sal. × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 2 Progetto «L’importanza della rete per la prevenzione Dipartimento di Prevenzione in collabodel tabagismo» razione con l’Area Territoriale, l’Ospedale e Associazioni di Volontariato 3 Progetto integrato per la prevenzione della sindrome metabolica e del rischio cardiovascolare 4 Gestione integrata Bpco e insufficienza respiratoria Ambulatorio pneumologia 5 Miglioramento decorso clinico Bpco 6 Studio Respirare Università, Aosp, Ausl 7 Prevenzione osteoporosi nella donne in menopausa 8 Progetto Diabete: riorganizzazione assistenza diabetologica 9 Migliorare la gestione ambulatoriale dei pazienti diabetici 10 Controllo Ian 11 Somministrazione esercizio fisico Ministero Salute, Assessorato Sanità, Dipartimento di prevenzione, università, Mmg 12 Artrite reumatoide Regione 13 Promozione e verifica uso sale iodato Uo Igiene della Nutrizione 1 Progetto «Definizione e implementazione di un siste- Dipartimento di Prevenzione ma di monitoraggio del rispetto della normativa sul fumo nell’Azienda Usl per la prevenzione delle patologie fumo correlate negli operatori» Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.18. Prevenzione altre malattie cronico degenerative × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 14 15 16 17 18 19 Studio Moss (Monit. Stato di salute) Sorveglianza con Passi Passi Passi Malattie di genere Anziani promotori di benessere Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.18. (segue) Uoc Epidemiologia-Comune Uo Screening Uoc Epidemiologia Uos Malattie Cronico Degenerative cardiologia e promozione salute Promozione Salute Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × Sì No Sì No × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × Sì No Gradim. Guida sicura in assenza di alcol e droghe Progetto trasporto no alcol Incidenti alcol correlati Guida Sicura nei professionisti (autotrasportatori) Studio uso cinture di sicurezza della prevenzione del rischio lavorativo La prevenzione degli infortuni di lavoro per incidente stradale Prevenzione conseguenze incidenti con l’utilizzo di strumenti di ritenuta Prevenzione conseguenze incidenti con l’utilizzo di strumenti di ritenuta Guida sicura nei giovani Guida sicura nei giovani Scegliere la strada della sicurezza Scegli strada della sicurezza Giovani e guida sicura Suem Settore Isp Dipartimento Prevenzione Spsal Uff. Ed. salute Dsp Dsp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Suem Promozione Salute/Uoisp/Alcologie/Scuole Guida 14 Guida sicura nei giovani Programma gudagnare salute in adolescenza/Asp 15 Scegliere la strada della sicurezza – Moltiplicatori Programma gudagnare salute in adoledell’azione preventiva scenza/Asp 16 Interventi per la sicurezza stradale nei bambini e negli utenti deboli 9 10 11 12 13 8 7 6 1 2 3 4 5 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.19. Prevenzione incidenti stradali × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 29 30 31 27 28 26 25 22 23 24 21 Isp – (Intersettoriali) Sisp-Dip Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Isp – (Intersettoriali) Personale Sisp, Prefettura, Polizia Stradale, Scuole Progetto «Sicurezza Stradale su Ciclomotore» rivolto Personale Sisp, Prefettura, Polizia Stradaai ragazzi le, Scuole Promozione uso seggiolini per bambini in automobile Dsp Progetto Sicurezza Stradale nelle scuole Dsp Prevenzione incidenti stradali Medicina scolastica, Comando Polizia Municipale, Polizia stradale, Direzione Istruzione Promozione della salute (autoscuole esercizi pubblici) Igiene Sanità Pubblica, Distretto, Sezione Epidemiologia Acquisizione dati epidemiologici Igiene Sanità Pubblica, Distretto Sezione Epidemiologia Progetto Prevenzione incidenti stradali Ministero Istruzione Incontri informativi sulla sicurezza stradale rivolti al Personale Sisp, Prefettura, Polizia Stradatarget anziani le, Scuole Prevenzione incidenti stradali Isp Vp Riduzione incidenti stradali Uoc epidemiologia Campagne di comunicazione Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 17 Promozione attraverso materiale informativo e mini counseling ai genitori di bambini da 0-4 anni 18 Promuovere salute in contesti promotori di salute: giovani e guida responsabile 19 Promozione stili di vita salutari negli adolescenti 20 Incontri informativi rivolti alla Scuola Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.19. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Prevenzione incidenti Formazione sulla sorveglianza Prp 2010-12 Progetto n. 3 Prp 2010-12 Progetto n. 4 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale. Prevenzione incidenti stradali Uso del casco Piano regionale prev. Campagne di comunicazione e interventi specifici per incidenti stradali Sorveglianza degli incidenti stradali Insieme x la sicurezza Monitoraggio annuale Il sistema di sorveglianza regionale integrato degli incidenti stradali e domestici Sistema regionale di sorveglianza integrato degli incidenti stradali e domestici 46 Prevenzione incidenti stradali 47 Educazione alla Sicurezza Stradale 45 41 42 43 44 38 39 40 33 34 35 36 37 32 Interventi specifici Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.19. (segue) Uoc Epidemiologia Ps Presidi Ospedalieri Forze dell’Ordine Istat Uoesa Serv. Igiene Sanità Pubblica Ufficio promozione della salute Ufficio epidemiologia Ssr/Asp Sisp Uff. Ed. salute Uo Educazione alla Salute Dip Regione Regione Uoc Sisp Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. × × × × × × × × × × × × Uff. Ed. salute Uo medicina dello sport Dip × × × × Ssr/Asp × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Asl Ufficio promozione della salute Distretto, Dipartimento Tutela Materno Infantile, Centro Infanzia, Riabilitazione aziendale, Igiene Sanità Pubblica Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 13 Interventi sperimentali sul tema degli incidenti dome- Personale Sisp stici presso le sedi dell’Università della Terza Età Università della Terza Età 4 Anziani in cammino 5 Promozione dell’attività dei gruppi di cammino per la popolazione anziana Strategie ed azioni di educazione motoria per gli anziani 6 Attività motoria per anziani 7 Promozione attività fisica anziani 8 Prevenzione delle cadute degli anziani nelle civili abitazioni 9 Prevenzione cadute anziani in ambito domestico 10 Promozione attraverso consegna materiale informativo e gruppi di cammino nei centri di aggregazione anziani 11 Prevenzione dei traumi dell’anziano 12 Interventi mirati per la popolazione anziana 1 Casa sicura 2 Casa Sicura 3 Genitori più Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.20. Prevenzione incidenti domestici × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 14 Anziani 15 Programma per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici nell’anziano 16 Incontri di educazione alla prevenzione del rischio presso centri di aggregazione di anziani. Successivi accessi domiciliari (verifiche e counselling), da parte di anziani «esperti» formati dal Dsp 17 Progetto di riduzione del rischio di caduta nell’anziano fragile a domicilio: intervento da parte di un Fisioterapista di promozione dell’attività fisica adattata (su 3 distretti) 18 Interventi per la sicurezza domestica dei bambini e degli anziani 19 Progetto «La sicurezza in casa per i bambini 0-6 anni» 20 Riduzione del rischio incidenti domestici sulla fascia 0-6 anni – formazione rivolta ai genitori tramite i servizi socio-educativi; formazione sul tema rivolta alle educatrici dei servizi 0-6 21 Promozione attraverso materiale informativo e mini counseling ai genitori di bambini da 0-4 anni 22 Prev. Incidenti fascia età 0-5 anni 23 Realizzazione di un pacchetto didattico per la scuola dell’infanzia di supporto agli insegnanti per i temi di sicurezza Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.20. (segue) × Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp × Uo Medicina scolastica Asp/Scuole × × × Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp Dip × Dipartimento di Prevenzione × × Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. Dipartimento di Prevenzione Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 24 Prevenzione incidenti domestici nei bambini 25 Acquisizione dati epidemiologici 26 Messa a punto di un modello di comunicazione del rischio di incidente domestico in età pediatrica efficace per donne migranti e famiglie di nuovi cittadini della regione 27 Progetto rilevazione incidenti domestici 28 Prevenzione incidenti domestici 29 Messa a punto di linee guida e sensibilizzazione dei comuni 30 Incidenti domestici 31 Prevenzione infortuni in abitazione 32 Prosecuzione progetto precedente rischio donne adulte 33 Prp 2010-12 Progetto n. 4 34 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico 35 Prevenzione incidenti domestici 36 Prevenzione incidenti domestici 37 Prevenzione incidenti domestici 38 Sicurezza domestica 39 Infortuni domestici Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.20. (segue) Servizio Igiene e Sanità Pubblica Servizio Epidemiologia Uoesa Uo Educazione alla Salute Uoc epidemiologia Ssr/Asp Regione Uoc Sisp Medicina scolastica Ministero della Salute-Iss-Regione Sisp, consultorio, Pls Settore Pisll e Settore Isp Sezione Epidemiologia Uoc Pianificazione ed Innovazione Dsp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Piano regionale di prevenzione in edilizia Piano regionale di prevenzione in Edilizia Piano regionale di verifica attività in edilizia Riduzione infortuni in edilizia Azioni di controllo in attuazione al piano regionale edilizia Tutela della salute e la prevenzione degli infortuni nel comparto delle costruzioni Progetto nazionale «la sicurezza in edilizia non è una favola» prevenzione incidenti in edilizia Riduzione Infortuni in edilizia Progetto edilizia: vigilanza, con particolare riferimento alla prevenzione di cadute, sprofondamento ed elettrocuzione Progetto «Salute e sicurezza nei cantieri edili» Grandi opere Attività di vigilanza attività delle «Grandi opere infrastrutturali – quadrilatero» Salute e sicurezza nelle grandi opere infrastrutturali Piano mirato di prevenzione nelle «Grandi Opere» 15 Piani mirati in edilizia e agricoltura 16 Piani mirati in edilizia e agricoltura 13 14 10 11 12 7 8 9 6 5 1 2 3 4 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.21. Prevenzione infortuni sul lavoro Uoc Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Settore Pisll Settore Pisll Dipartimento di Prevenzione Regione-Asl Personale Spsal Uoc Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Uo spisal Spsal Spresal Dipartimento di Prevenzione Personale Spsal Ssr Asp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 17 Promozione salute in agricoltura, edilizia e metallurgia 18 Incremento controlli ispettivi comparto agricolo ed edile 19 Ispezioni in edilizia ed in agricoltura 20 Riduzione infortuni in agricoltura. Azioni di controllo in attuazione al piano regionale agricoltura 21 Prevenzione infortuni in agricoltura 22 Prevenzione incidenti in agricoltura 23 Agricoltura più sicura 24 Riduzione infortuni in agricoltura 25 Vigilanza in aziende agricole, rivenditori e noleggiatori di macchine agricole 26 Piano regionale di verifica macchine comparto agricoltura e aziende del territorio 27 Corsi rilascio patentini fitofarmaci 28 Prevenzione e vigilanza nel settore dell’agricoltura e della silvicoltura 29 Piano regionale di prev. in agricoltura e selvicoltura 30 Piano regionale di prevenzione in agricoltura e selvicultura 31 Progetto silvicoltura 32 Prevenzione infortuni in quota 33 Prevenzione degli infortuni derivanti dalle attrezzature di lavoro e degli impianti soggetti a verifica periodica Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.21. (segue) Asl, comunità locali Asl Spresal Dipartimento di Prevenzione Spresal Dipartimento di Prevenzione Uoc Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Personale Spsal Spresal Ssr Asp Regione Asl Uo Spisal Regione/Asl Spresal Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 49 45 46 47 48 42 43 44 Dipartimento Prev./Società alcolisti Spsal Dip-Spresal × × × × × × × × × × × × × × Uoc Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Dip-Spresal × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. Inail-Asl Dipartimento di Prevenzione Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Settore Prevenzione nei luoghi di lavoroDirezione territoriale del lavoro-Inail-Inps Controllo Pisll Vigilanza Pisll Vigilanza sui fattori di rischio per la salute negli am- Uoc Medicina del lavoro bienti di lavoro Sorveglianza infortuni mortali Spresal Varie attività di controllo Uopsal Prevenzione infortuni sul lavoro Spisal Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavo- Uoc Spresal rativo e delle patologie lavoro correlate Prevenzione infortuni sul lavoro Spresal 34 Carrelli elevatori 35 Prevenzione e vigilanza nei settori con rischi di patologie del rachide dorso-lombare 36 Vigilanza sul sistema degli appalti, in relazione alla gestione della sicurezza del lavoro 37 Promozione del rispetto del divieto di assunzione delle bevande alcoliche nei luoghi di lavoro 38 Promozione salute alcol e lavoro 39 Progetto trasporto no alcol 40 Tabagismo e lavoro: programma di sensibilizzazione delle aziende sulla esposizione al fumo di tabacco attivo e passivo 41 Vigilanza-Controllo Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.21. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Prevenzione infortuni sul lavoro Prevenzione infortuni Studi Progetto Prp Prp 2010-12 Progetti n. 5 e 6 Prp 2010-12 Progetti n. 13 e 14 Corsi di formazione per lavoratori, datori di lavoro e Rssp 57 Definizione del programma di legislatura in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro 50 51 52 53 54 55 56 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.21. (segue) Spresal Spresal Ingegneria mineraria Psal Regione Regione Spresal Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × Sì No Gradim. 18 17 9 10 11 12 13 14 15 16 7 8 1 2 3 4 5 6 Stress lavoro correlato Progetto stress lavoro correlato Indagine stress lavoro correlato Stress e altro Alcol free Campagna sensibilizzazione rischi e danni da consumo di alcol sui luoghi di lavoro Formazione-Assistenza-Indagini Zoonosi professionali Dalla valutazione del rischio alla malattie occupazionali Nei cantieri per la realizzazione di grandi opere Nei cantieri per la realizzazione di grandi opere Interv. microimprese Controllo Assistenza Vigilanza Indagine su benessere organizzativo infermieristico Prevenzione patologie legate a interrelazioni ritmi, organizzazione, sul luogo di lavoro Prevenzione patologie legate a interrelazioni ritmi, organizzazione, sul luogo di lavoro Prevenzione patologie legate a interrelazioni ritmi, organizzazione, sul luogo di lavoro Principali interventi/piani/progetti Spresal Spesal Unità Funzionale Tav e Grandi opere Settore Pisll Regione-Asl Pisll Pisll Psal Sep Simel Settore Prevenzione nei luoghi di lavoro Spsal Spsal, Dsm Personale Spsal Spsal e ufficio promozione salute Uopsal Uopsal Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Tab. 11.3.22. Prevenzione patologie legate a interrelazioni, ritmi, organizzazione sul luogo di lavoro × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 14 15 16 17 18 13 9 10 11 12 8 1 2 3 4 5 6 7 Controllo Vigilanza Vigilanza Attuazione dei regolamenti Reach/Clp Metalli pesanti Prevenzione Malattie professionali Prevenzione Malattie professionali Prevenzione Malattie professionali Prevenzione Malattie professionali Malattie prof. – Sistema di Sorveglianza Sanitaria Implementazione progetto Malprof Anagrafe delle malattie correlate al lavoro utilizzando il programma Malprof dell’Inail/Ispesl Regioni Valutazione ed analisi congruità notifiche di malattie professionali (progetto Malprof) Diagnosi precoce di malattie professionali Inchieste Mp Indagine malattie professionali Indagini sui casi prioritari di malattia professionale, garantendo la collaborazione con l’Autorità Giudiziaria Indagine-vigilanza-Controllo Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.23. Prevenzione malattie professionali × × × × Asp/enti privati × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. Uo Igiene e Salute Ll-Inail, Centro Regionale per infortuni e malattie professionali (Cerimp) Pisll Pisll Psal Settore Pisll Psal Spsal e ufficio promozione salute Personale Spsal Simel Spresal Spesal Spresal Spresal Spresal Dipartimento di Prevenzione Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 19 Collaborazione, in sinergia con altre strutture Apss ed Enti, ai programmi attivati per la prevenzione e la sicurezza nell’utilizzo di gas tossici 20 Amianto 21 Progetto cancerogeni: piano di vigilanza finalizzato al miglioramento della valutazione dei rischi e delle misure di prevenzione adottate 22 Lotta ai rischi e danni da esposizione professionale a sostanze cancerogene 23 Monitoraggio e contenimento del rischio cancerogeno di origine professionale 24 Indagine di igiene industriale per esposizione a cancerogeni 25 Ospedale – Territorio. Neoplasie di origine professionale: la ricerca attiva 26 Tumori professionali 27 Tumori professionali 28 Attività di indagine su neoplasie di origine professionale (mesiotelioma pleurico) 29 I tumori professionali monitoraggio dei rischi e dei danni da esposizione a cancerogeni 30 Progetto malattie muscolo-scheletriche: verifica congruità valutazioni del rischio e adozione delle conseguenti misure di prevenzione Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.23. (segue) Uoc Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro × × Ssr Asp × × × × × × Uo Spisal Personale Spsal × × × × Personale Spsal × × Spsal × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Spresal Uoc Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × Sì No Gradim. 38 35 36 37 31 32 33 34 Prevenzione patologia da polvere di legno Prevenzione patologia da polvere di legno Ipoacusia Verifica di congruità dei documenti di valutazione dei rischi e verifica congruità attività medico competente Ambulatori Ml Corsi di formazione per medici competenti e Mmg Progetto formativo che coinvolge i medici di medicina generale e i medici competenti finalizzato a facilitare l’individuazione delle malattie professionali e promuovere la corretta gestione dei casi Ricerca attiva Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.23. (segue) Regione-Asl Psal Spresal Dipartimento di Prevenzione Settore Pisll Settore Pisll Spresal Personale Spsal Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × Sì No Gradim. 9 10 11 12 Collegio Mobbing Indagine stress lavoro correlato Ambulatorio mobbing Attività centro 1 Mobbing 2 Mobbing 3 Istituzione funzione «Consiglieri di Fiducia» al fine di prevenire e gestire situazioni interne all’azienda, legate a discriminazioni, molestie e mobbing 4 Interventi su denuncia 5 Nei cantieri per la realizzazione di grandi opere 6 Nei cantieri per la realizzazione di grandi opere 7 Gruppo di Lavoro per analisi segnalazione casi di mobbing 8 Centro Aziendale Prevenzione e Cura Mobbing Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.24. Prevenzione mobbing Uoc di Psicologia in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione Psal-Medleg-Psicologo-Psichiatra Spsal e ufficio promozione salute Spsal Uopsal Personale Spsal Spesal Urp Direzione Generale Ausl Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × Sì No Gradim. 1 Promozione corrette abitudini alimentari «Il patto della merenda» per promuovere prima colazione e spuntini salutari 2 «Un giro al mercato» per promuovere attraverso l’esperienza il consumo di frutta e verdura 3 Alimenta la tua salute – prevenzione obesità sul personale dipendente (Ausl di Bologna) intranet aziendale 4 Allenare il gusto 5 Più frutta più benessere 6 «E vai con la frutta» 7 Più frutta 8 Prevenzione del sovrappeso e dell’obesità Frutta e verdura nella scuola 9 Progetto Frutta e verdura a scuola 10 «Di gusto in Gusto» corso di educazione sensoriale – Laboratori del gusto nelle scuole 11 Predisposizione linee guida rist. scolastica 12 Adeguatezza menù scolastici 13 Applicazione delle linee guida regionali per la ristorazione scolastica 14 Applicazione delle linee guida regionali per la ristorazione scolastica 15 Applicazione delle linee guida regionali per la ristorazione scolastica Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.25. Promozione nutrizione corretta × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Sian, Comuni, Istituzioni scolastiche × × × × × × × Dipartimento di Prevenzione Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Asl, Coni, Comune, Scuole medie inferiori Sian, Istituzioni scolastiche Assessorato alle Politiche per la Salute Sian Uo Igiene della Nutrizione Uo Igiene Alimenti e Nutrizione × × Uo Igiene Alimenti e Nutrizione × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 16 Verifica nutrizionale menù mense scolastiche, aziendali ed ospedaliere 17 Mense scolastiche e strutture sanitarie e socio-sanitarie residenziali e semiresidenziali 18 Interventi educativi in ambito scolastico (Okkio alla salute) 19 Progetto Sorveglianza con Okkio alla Salute 20 Prev. del sovrappeso e dell’obesità Okkio alla salute 21 Okkio alla salute sorveglianza nutrizionale sui bambini e comunicazione dei risultati ai genitori 22 Okkio alla salute sorveglianza nutrizionale sui bambini e comunicazione dei risultati ai genitori 23 Okkio alla salute sorveglianza nutrizionale sui bambini e comunicazione dei risultati ai genitori 24 Okkio 25 Hbsc 26 Guadagnare salute negli adolescenti: attività fisica e alimentazione 27 Percorso nascita 28 Corsi di formazione per Osa su celiachia 29 Tutela della Celiachia 30 Progetto no al Glutine sì al gusto 31 Educazione sanitaria per la prevenzione della celiachia Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.25. (segue) × × × × × × Dip-Sian. Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Personale Sian Regione Asl Sian Dip-Sian × Dip-Sian. × × × × Dip-Sian. Sian Sian × × × × × × × × × × × × × × × × × Dipartimento di Prevenzione Uo Igiene della Nutrizione × × Distretto, Igiene della Nutrizione, Igiene Sanità Pubblica Personale Sian × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Personale Sian Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 32 Campagne di informazione e comunicazione contro l’eccessivo consumo di sodio 33 Campagne di informazione e comunicazione contro l’eccessivo consumo di sodio 34 Campagne di informazione e comunicazione contro l’eccessivo consumo di sodio 35 Uso sale iodato Sian 36 Progetto Iodo-Profilassi Sian 37 Prevenzione patologie tiroidee Asp 38 Promozione Nutrizione corretta 39 Promozione Nutrizione corretta Sian 40 Counselling nutrizionale di gruppo Uo Igiene Alimenti e Nutrizione 41 Su fasce di popolazioni a rischi Settore Igiene alimenti e nutrizione 42 Su fasce di popolazioni a rischio Settore Igiene alimenti e nutrizione 43 Sian 44 Prevenzione dell’obesità Asl 45 Controllo Ian 46 Vigilanza Ian 47 Uos prevenzione alimenti e nutrizione, scuola e Pls 48 Mangiare imparando Ian 49 Educazione Sanitaria Sian 50 Screening ponderale ed educazione alimentare ai pa- Dip-Sian zienti di una comunità terapeutica 51 Screening ponderale ed educazione alimentare ai pa- Dip-Sian zienti di una comunità terapeutica 52 Screening ponderale ed educazione alimentare ai pa- Dip-Sian zienti di una comunità terapeutica Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.25. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 1 Sicurezza alimentare 2 Vigilanza igienico sanitaria sulla produzione, manipolazione, trasporto, deposito, conservazione, distribuzione e vendita di alimenti e bevande, sui loro contenitori e sui lavoratori addetti 3 Controllo sulla produzione e sul commercio dei prodotti dietetici e degli alimenti per la prima infanzia 4 Prevenzione e sorveglianza delle tossinfezioni alimentari e delle patologie collettive di origine alimentare 5 Gestione dell’Ispettorato micologico: attività certificativa informazione ai consumatori e vigilanza sulla produzione e commercializzazione di alimenti a base di funghi per la prevenzione delle intossicazioni da funghi 6 Attività di controllo e gestione delle allerta sanitarie di competenza 7 Ispezione e controllo sulla macellazione degli alimenti in tutte le sue fasi 8 Ricerca di residui di principi farmacologicamente attivi o da contaminanti ambientali di sostanze illecite nelle carni, nei prodotti ittici e negli altri prodotti di origine animale Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.25.bis. Sicurezza alimentare × × Iaoa/Iapz × Ian/Iaoa Iaoa × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Ian Ian/Iaoa/Iapz Ian Settore Isp e Settore Veterinaria Ian/Iaoa/Iapz Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × Sì No Gradim. 1 Piano Regionale per Alimentazione Animale 2 Profilassi delle zoonosi e malattie infettive in animali d’affezione (cani, gatti) ed esotici e loro eradicazione 3 Profilassi delle malattie infettive e diffusive animali e bonifica sanitaria degli allevamenti ed eradicazione malattie d’interesse antropozoonosico e zoosanitario negli stessi 4 Profilassi malattie infettive animali da reddito e da cortile 5 Profilassi delle malattie infettive e diffusive animali da reddito e da cortili anche attraverso la gestione delle anagrafiche 6 Bonifica sanitaria degli allevamenti ed eradicazione malattie d’interesse antropozoonosico e zoosanitario negli stessi 7 Bonifica sanitaria allevamenti e controllo zoonosi 8 Prevenzione delle zoonosi favorendo l’integrazione della sorveglianza, dei sistemi informativi e delle procedure mediche e veterinari 9 Randagismo 10 Prevenzione randagismo, anche tramite campagne programmate di sterilizzazione Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.25.ter. Sanità pubblica veterinaria × × × Ssr Asp Enti locali Sa × × × × × × × × Sa Veterinaria Pubblica × × Sì No Sì No × Veterinaria Pubblica Ob. salute Ril. epid. Sa Regione Personale Sanità Personale Iapz Personale Sanità Personale Iapz Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × Sì No Gradim. Pubblica Pubblica Pubblica Pubblica Sanità Iapz Sanità Iapz Sanità Iapz Sanità Iapz Veterinaria Veterinaria Veterinaria Veterinaria Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 11 Prevenzione randagismo, anche tramite campagne Personale programmate di sterilizzazione Personale 12 Gestione anagrafe animale 13 Gestione anagrafe bestiame Personale Personale 14 Benessere animale 15 Vigilanza preventiva e permanente in materia di be- Iapz nessere degli animali allevati, detenuti o utilizzati nella sperimentazione ai fini scientifici 16 Farmacovigilanza e farmacosorveglianza Iapz 17 Farmacovigilanza e farmacosorveglianza Personale Personale 18 Farmacosorveglianza e farmacovigilanza 19 Riproduzione 20 Vigilanza, controllo su impianti raccolta e smaltimen- Iapz to, trasformazione e commercializzazione dei sottoprodotti di origine animale 21 Controllo vigilanza su industria alimentare 22 Controllo alimentazioni zootecniche 23 Controllo e vigilanza sulla produzione e commercia- Personale lizzazione del latte e dei prodotti lattiero-caseari e Personale sulla produzione, commercializzazione ed uso mangimi ed integratori e negli alimenti zootecnici Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.25.ter. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 24 Controllo e vigilanza sulla produzione e commercializzazione del latte e dei prodotti lattiero-caseari 25 Vigilanza sulla produzione, commercializzazione ed uso mangimi ed integratori e negli alimenti zootecnici 26 Vigilanza preventiva e permanente idoneità impianti di allevamento animali da reddito e da cortile; vigilanza in materia di benessere degli animali da reddito Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.25.ter. (segue) Personale Sanità Personale Iapz Pubblica Veterinaria × × Iapz × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Iapz Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × Sì No Ris. oper. × × × Sì No Eff. sal. × × × Sì No Gradim. 1 Vigilanza e controllo lavorazione carni e somministrazione 2 Tracciabilità carni bovine 3 Prevenzione pericolo Bse 4 Ricerca di residui di principi farmacologicamente attivi o da contaminanti ambientali di sostanze illecite nelle carni, nei prodotti ittici e negli altri prodotti di origine animale e vegetale 5 Sorveglianza sulla presenza di residui di farmaci e contaminanti ambientali negli alimenti di origine animale 6 Piano residui nei mangimi 7 Vigilanza igienico sanitaria e ispezione sulla macellazione 8 Sorveglianza sugli impianti di macellazione di bovini, suini, ovini, equini, pollame, lagomorfi 9 Sorveglianza sugli stabilimenti riconosciuti di carni, prodotti ittici e uova 10 Prevenzione pericolo Anisakis 11 Controllo delle patologie da consumo di pesce crudo 12 Miglioramento dei Piani di controllo e campionamento alimenti 13 Valutazione della qualità e appropriatezza dei servizi di sicurezza alimentare Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.26. Tutela alimenti animali × × × × Uo Veterinaria area B × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Uoc Sanità Veterinaria Dip/Vet-Sian Regione Asl Personale Iaoa Personale Ian Regione/Asl Uoc Sanità Veterinaria Personale Iaoa Personale Ian Uo Igiene Alimenti di origine animale Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 14 Valutazione della qualità e appropriatezza dei servizi di sicurezza alimentare 15 Programma di sicurezza alimentare, audit e autocontrollo 16 Progetto regionale vacanze sicure 17 Latte di qualità 18 Latte di qualità 19 Controllo sul latte e produzione lattiero-casearia 20 Sorveglianza sulla produzione di latte e sulle produzioni lattiero-casearie, sulla produzione di miele e uova 21 22 Attività di controllo e gestione degli allerta sanitari di competenza 23 Controllo 24 Vigilanza 25 Vigilanza e Controllo 26 Vigilanza strutture produttive alimenti 27 Sorveglianza e controllo sulla produzione e commercializzazione degli alimenti di origine animale 28 Programma di sorveglianza di alimentazione nel centro storico Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.26. (segue) Dip/Vet-Sian Siav-B Personale Iaoa Personale Ian Iaoa Iaoa S.Vet. Uoc Veterinaria B Uo Veterinaria area B Settore veterinaria Settore sicurezza alimentare Uo C. Veterinaria C Ssr Asp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Piano Regionale Residui Regione Piano Regionale Alimenti Animali Regione Sistema di allerta Gestione degli stati di allerta inerenti gli alimenti destinati al consumo umano e gli alimenti per animali 33 Registrazione degli stabilimenti del settore alimentare 34 Vari Iaoa 29 30 31 32 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.26. (segue) × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × Sì No Ris. oper. × × Sì No Eff. sal. × × Sì No Gradim. 11 12 10 9 8 7 6 5 3 4 2 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Dipartimento Prevenzione (Igiene Alimenti e Nutrizione) con Lsp (Laboratorio di Sanità Pubblica) Vigilanza e controllo prodotti IV e V gamma (com- Dipartimento Prevenzione (Igiene Alimercio) menti e Nutrizione) con Lsp (Laboratorio di Sanità Pubblica) Piano di controlli integrato Ian Definire ed implementare piani regionali integrati di campionamento Miglioramento dei piani di controllo e campionamen- Ssr Asp to Miglioramento dei piani di controllo e campionamen- Uo Sian to alimenti e bevande Miglioramento della efficacia dei controlli ufficiali Sian, Regione, Izs sulla base delle evidenze Miglioramento dei Piani di controllo e campionamento alimenti Applicazione di modelli di audit sui servizi di con- Dipartimento di Prevenzione trollo Applicazione di modelli di audit sui servizi di con- Sian trollo Implementazione audit Osa Uo Sian Implementazione audit su Osa Ssr Asp 1 Vigilanza e controllo produzione primaria (locale) Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.27. Tutela alimenti vegetali × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 13 Programma di sicurezza alimentare, audit e autocontrollo 14 Valutazione della qualità e appropriatezza dei servizi di sicurezza alimentare 15 Sorveglianza e Controllo attività connesse alimenti vegetali 16 Controllo 17 Vigilanza 18 Tutela alimenti vegetali 19 Tutela alimenti vegetali 20 Piano monitoraggio alimenti vegetali 21 Vigilanza e Controllo 22 Vigilanza e controlli 23 Sorveglianza e controllo sulle attività dei laboratori e degli stabilimenti di produzione e lavorazione degli alimenti e sui depositi all’ingrosso 24 Controlli ufficiali sulla filiera 25 Controllo e sorveglianza prodotti fitosanitari 26 Migliorare la valutazione dei rischi correlati all’utilizzo di prodotti fitosanitari 27 Piano nazionale residui fitosanitari 28 Rischio presenza antiparassitari 29 Rischio presenza antiparassitari 30 Piano nazionale ricerca micotossine Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.27. (segue) Regione/Asl Settore Isp Settore sicurezza alimentare Asl/Usmaf Sian Sian Sian Regione Sian Sian e Lsp Ian Ian Ssr Asp Sian Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Controllo su funghi, compresa la radioattività Controllo su funghi, compresa la radioattività Piano nazionale residui isotopi Controllo della filiera con particolare attenzione alle Utenze Sensibili (scuole, ospedali, residenze per anziani, comunità di recupero) Formazione operatori della ristorazione scolastica Tutela dei celiaci nella ristorazione pubblica e commerciale con momenti di formazione e specifici interventi di controllo Realizzazione centro regionale di riferimento Mta Prog. Reg. Vacanze sicure Dal campo alla tavola Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Ispettorato micologico Ispettorato micologico Arpa/Asl Uo Igiene Alimenti e Nutrizione Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Uo Sian Uo Sian Sian, Associazioni di categoria Sian. Uos prevenzione alimenti e nutrizione, scuola 42 Pareri autorizzativi Sian 43 Programma di sorveglianza di alimentazione nel cen- Dip/Sian tro storico della città 44 Registrazione delle imprese del settore alimentare 37 38 39 40 41 35 36 31 32 33 34 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.27. (segue) × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 17 18 19 20 21 22 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Vigilanza e Controllo Vigilanza e Controllo Vigilanza Controllo Controlli Campionamento e controlli Controllo sistematico della rete idrica Controllo sistematico della rete idrica Controlli analitici su punti rete pubblici acquedotti Controllo qualità Acque destinate al consumo umano Sorveglianza acque destinate al consumo umano Controllo e sorveglianza acque potabili Tutela Acqua potabile Tutela Acqua potabile Controllo delle acque destinate al consumo umano con campionamenti sistematici della potabilità Piano monitoraggio pozzi di emungimento Pozzi e sorgenti Pareri attivazione nuove fonti di approvvigionamento Idoneità all’uso potabile approvvigionamenti privati Controlli acque imbottigliate Controllo qualità acque potabili trattate 1 Vigilanza-Controllo Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.28. Tutela acqua potabile Regione Sian e Lsp Personale Sisp Igiene Sanità Pubblica P Sian Ian Sian-Enti Comunali Sian, Siav Sian Sanità Pubblica-Laboratorio Sanità Pubblica Sian Sisp Isp/Ian Isp/Ian Ian Sian e Lsp Settore Isp Settore Isp Personale Sisp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 23 Controllo interno da parte dei gestori dei servizi idrici 24 Controlli qualità acque acquedotti pubblici e attività enti gestori 25 Campionamenti captazione e distribuzione acquedotti pubblici 26 Verifiche della Asp sui controlli interni effettuati dai gestori dei servizi idrici 27 Verifica controlli di Enti Gestori 28 Verifica strutture ed infrastrutture 29 Rete idrica 30 Monitoraggio attraverso prelievi e controlli periodici sulle acque potabili erogate dai comuni di competenza 31 Linee guida e formazione per il controllo di qualità dell’acqua destinata al consumo umano 32 Formazione per il controllo interno della qualità delle acque dest. al consumo 33 Svil. Sist. Integrato e informazione alla popolazione 34 Supporto ai Comuni e regione su situazioni di inquinamento acque superficiali 35 Rilevazione pseudomonas 36 37 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.28. (segue) Personale Sisp Arpa/Asl Sian Isp-Arpa Ian Ssr-Asp Personale Sisp Igiene Sanità Pubblica P Sian e Lsp Uo Sian Dipartimento di Prevenzione Igiene Sanità Pubblica P × × × × × × × × × × × × Sian × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. Sian Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 12 13 14 15 16 17 18 10 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Vigilanza-Controllo Vigilanza e Controllo Vigilanza e Controllo Campionamento e controlli Sorveglianza Vigilanza piscine Campionamenti in vasca Pareri autorizzativi piscine recettivi Verifica requisiti igienico sanitari strutture comprensive di indagini microclimatiche, dei requisiti igienico sanitari del servizio mensa e applicazione dei protocolli in materia di prevenzione delle malattie infettive Controlli impianti natatori Vigilanza, controllo, monitoraggio piscine pubbliche e acque di balneazione Acque di balneazione Campionamenti acqua di balneazione Tutela Acque di balneazione Acque balneazione Vigilianza spiagge Lago Campionamenti stagionali Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.29. Tutela acque di balneazione Regione e Asp Lsp-Siav Siav Lsp Siav Isp-Regione-Comune Siav e Lsp Uoisp Sanità Pubblica – Lab. San. Pubb. Sisp Sisp Siav e Lsp Arpa Igiene Sanità Pubblica P Igiene Sanità Pubblica P Igiene Sanità Pubblica P Personale Sisp Personale Sian Personale Distretto Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 19 Sorveglianza qualità scarichi e corpi recettori 20 Controlli specif. in collaborazione con Arpa Uo Igiene Pubblica 21 Tutela della salute nell’uso delle piscine pubbliche e delle acque di balneazione mediante attività di vigilanza, controllo e monitoraggio in ambito provinciale Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.29. (segue) × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × Sì No Ris. oper. × × Sì No Eff. sal. × × Sì No Gradim. 2 Progetto «Lotta alla depressione» 3 Progetto contrasto ai disturbi del comportamento alimentare 4 Individuazione precoce della sindrome depressiva nei pazienti ospedalizzati 5 Individuazione precoce della sindrome depressiva nei pazienti ospedalizzati 6 Individuazione precoce della sindrome depressiva nei pazienti ospedalizzati 7 Seminari formativi ai Mmg per diagnosi precoce 8 Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti 9 Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti 10 Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti 11 Prevenzione del disagio 12 Stress lavoro correlato 1 Progetto «Depressione post-partum» Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.30. Tutela salute mentale × × × × × × Ssr Asp min. salute-Iss-Regione-Dsm Spsal, Dsm × × × × Dsm × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. Csm Ssr-Asp Dipartimento di Salute Mentale in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 13 Implementare e migliorare lo stile di lavoro integrato fra servizi sociali, educativi, scolastici, formativi, sanitari, ricreativi e associazioni utenti e familiari Dca 14 Prp 2010-12 Progetto n. 21 Regione 15 Tutela Salute mentale Dsm 16 Tutela Salute mentale Salute mentale Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.30. (segue) × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × Sì No Ris. oper. × Sì No Eff. sal. × Sì No Gradim. 1 Screening neonatali: ipoacusia, cecità, malattie dismetaboliche, displasia anca 2 Screening ambliopia e vizi rifrazione in età evolutiva 3 Prevenzione primaria e diagnosi precoce sordità infantili 4 Presa in carico pz. ictus implementazione percorsi di cura integrati e gestione Ssr/Asp 5 Prevenzione handicap Dsm Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.31. Prevenzione handicap Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × Sì No Ris. oper. × × × × Sì No Eff. sal. × × × × Sì No Gradim. Osservatorio delle dipendenze Piano regionale tabagismo: stili di vita: fumo «Mamme libere dal fumo» Prevenzione Antitabagismo Sisp, Consultori Dipartimento Prevenzione Patologiche Dipendenze Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Prevenzione del tabagismo Centri antifumo Il tabagismo Ufficio promozione salute, Sert Piano regionale tabagismo: azioni di prevenzione, Ssr/Asp cura e controllo e campagna informativa stili di vita 9 Prevenzione dell’uso del tabacco, alcool e droghe nelle scuole 10 Attività Peer Education Scuole Dipartimento Prevenzione Dipendenze Patologiche 11 Progetto alcol, pub, disco 12 Prevenzione uso di sostanze 13 Sostanze Stupefacenti Psicotrope» Dalla gestione del Spsal, Dsm Rischio alla gestione del lavoratore 14 Incontri sul rischio sostanze psicotrope Ufficio promozione salute, Sert 15 Progetto Unplugged Il Dipartimento di Prevenzione coordina i referenti delle attività che fanno capo ad articolazioni aziendali diverse 16 Unplugged Asp Regione 17 Prevenzione Malattie Infettive Dp-Sert 5 6 7 8 1 2 3 4 Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.32. Prevenzione dipendenze patologiche × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No Sì No Ris. oper. Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 18 Sensibilizzare i cittadini delle diverse classi di età sui fenomeni del consumo di sostanze e i rischi connessi, sulle pressioni sociali sottostanti, favorendo l’adozione di scelte consapevoli per tutelare la propria salute e rispettare quella degli altri 19 Difendiamo la vita: Formazione nelle scuole (licei) Équipe di formazione interdistrettuale + Agenzia tossico dipendenze 20 Promozione all’interno di aziende pubbliche e private Uoc Spresal di modelli d’intervento atti ad eliminare l’esposizione al fumo passivo e favorire la disassuefazione dell’abitudine al fumo 21 Informativo/esperenziale Scuole medie e superiori – Ambulatorio per i disturbi alimentari 22 Varie Dip. Dipendenze/Prom. Salute 23 Prevenzione Dipendenze patologiche Sert Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.32. (segue) × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No Sì No Ris. oper. Ob. salute Ril. epid. × × × Sì No Eff. sal. × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 1 «Mettiamoci in moto» intervento di promozione atti- Uoc Medicina dello Sport vità fisica negli anziani 2 Anziani in cammino 3 Gruppi di cammino nei centri di aggregazione anziani 4 Progetto «Anziani e cronicità» Sc Geriatria in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione 5 Passi d’Argento Coordinamento Uo Anziani – Uoc Epidemiologia 6 Sorveglianza delle condizioni di fragilità dell’anziano Dipartimento di Prevenzione «Passi d’Argento» 7 Comunicazione integrata dei dati Passi e delle altre Sian sorveglianze di popolazione a sostegno degli interventi di promozione della salute e dell’empowerment dei cittadini 8 Passi d’Argento 9 Passi d’argento Ufficio epidemiologia 10 Passi Ufficio epidemiologia 11 Messa e regime in regione del monitoraggio sullo Ssr stato di salute della pop. anziana e sulla qualità degli Asp Passi Argento interventi assitenziali e socio assistenziali 12 Progetto di prevenzione delle patologie odontostoma- Sc Otorinolaringoiatria/Odontoiatria e cologiche negli anziani chirurgia maxillo-facciale in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.33. Tutela fragilità (anziani, indigenti, migranti, ecc.) × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × Sì No Gradim. 20 Gruppo di miglioramento tutela lavoratrici madri 21 Gruppo miglioramento prevenzione Tbc extracomunitari 22 Progetto immigrazione 23 Assistenza migranti 24 Assistenza salute migrante 25 Sviluppo di sistemi di sorveglianza sulla fragilità 26 Tutela Fragilità (anziani, indigenti, migranti, ecc.) 27 Sistema integrato per la gestione e il monitoraggio nelle persone non autosufficienti 28 La protezione e la promozione della salute risorsa potenziale della collettività 13 Protezione e promozione salute anziani: risorsa potenziale per collettività 14 Monitoraggio stato salute anziani, disabilità e qualità interventi socio-assistenziali 15 Monitoraggio della copertura della qualità percepita degli interventi sociosanitari nella popolazione degli anziani 16 Sorveglianza condizioni fragilità anziani 17 Sorveglianza qualità clinico assistenziale Rsa 18 Sistema sorveglianza e-care 19 Sistema sorveglianza ondate di calore Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.33. (segue) Adi Ssr Asp Ssr Asp Asl 4 Sep Dip + Equipe inter-distrettuale Spsal Sisp Azienda Usl Regione, Azienda Usl Amb. Adi Uoc Sisp Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 11 9 10 6 7 8 5 3 4 2 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Sanità Pubblica – Igiene Alimenti e Nutrizione Ispezioni carceri Siav e Uos autorizzazioni e controllo distrettuali Ispezioni nelle carceri Siav Sistematico controllo condizioni igienico sanitarie car- Settore Isp cere Sistematico controllo condizioni igienico sanitarie car- Settore Isp cere Monitoraggio condizioni igieniche nelle carceri Dipartimento di Prevenzione Monitoraggio condizioni igieniche carceri Siav Verifica requisiti igienico sanitari strutture compren- Personale Sisp sive di indagini microclimatiche, dei requisiti igienico Personale Sian sanitari del servizio mensa e applicazione dei proto- Personale Distretto colli in materia di prevenzione delle malattie infettive Protocollo operativo Regione/Asl Miglioramento igienico e nutrizionale dei pasti offer- Uo Igiene Alimenti e Nutrizione ti e dell’alimentazione in genere, oltre a formazione e l’aggiornamento periodico dei detenuti addetti alla ristorazione e del personale di sorveglianza Sorveglianza e Controllo Tbc Uoc Epidemiologia 1 Vigilanza Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.34. Tutela salute reclusi × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 15 16 12 13 14 10 11 7 8 9 1 2 3 4 5 6 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Uoc Medicina dello Sport Unità funzionale Medicina dello sport Unità funzionale Medicina dello sport Uo medicina sportiva Distretto Sanità Pubblica-Prevenzione Luoghi di Lavoro-Medicina dello sport Controllo ambulatori privati di medicina dello sport Unità funzionale Medicina dello sport Controllo ambulatori privati di medicina dello sport Unità funzionale Medicina dello sport Visite medico sportive complete di prova da sforzo Personale Sisp finalizzate alla verifica della idoneità alla pratica sportiva agonistica e non agonistica in soggetti a rischio Visite mediche Medicina dello sport Visite e certificazioni attività agonistica e non Medicina dello sport e specialisti ambulatoriali interni Interventi Vigilanza impianti sportivi Regione-Asl Questionari su stili di vita Dip/Sisp Informazione su doping/stili di vita/Certificazione Dip/Sisp Medico Sportiva Controlli individuali Medicina Sportiva Promozione attività fisica Promozione salute e Medicina Sportiva Samba (Scuole elementari) Controllo sanitario su minorenni Controllo sanitario su minorenni Tutela salute attività motorie sportive agonistiche e non Tutela attività sportive Vigilanza-Assistenza Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.35. Tutela attività sportive × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × × × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti 1 counseeling per la prevenzione dei viaggiatori inter- Personale Sisp e dei Distretti sanitari, nazionali Mmg, Pls, Direzioni di Presidio 2 Centro medicina viaggi e delle migrazioni Asl/università 3 Ambulatorio di medicina dei viaggi 4 Ambulatori Medicina dei viaggi e migranti Sep 5 Promozione attività medicina del viaggiatore Asl Sorveglianza Malattie dei viaggiatori Uoc Epidemiologia 6 Profilassi-Informazione Sanità Pubblica 7 Tutela viaggi/aeroporti/porti Isp 8 Sicurezza del viaggiatore Sisp 9 Vari Uoisp Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.36. Tutela viaggi/aeroporti/porti × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × Sì No Gradim. 18 17 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 4 5 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Isp Uos centri vaccinali, Uos epidemiologia Uoc Farmaco vigilanza-Uoc epidemiologia Reazioni avverse a vaccini Sep Farmacovigilanza attiva: campagna di sensibilizzazio- Asl Farmacovigilanza + Regione ne per Mmg sulla segnalazione degli effetti avversi Farmacosorveglianza e farmacovigilanza Farmacovigilanza Sisp-Servizio Farmaceutico Medica Profilassi-Informazione Sanità Pubblica Produzione reportistica per prescrittori Azienda Usl Studi Audit Clinico Azienda Usl Prelievi matrici varie per ricerca residui farmacologici Uo Veterinaria Area C Controllo distribuzione e somministrazione farmaco Collaborazione con Asl Asl Veterinaria Iapz Per il farmaco animale. Controllo annuale del 25% Settore veterinario punti vendita Per il farmaco animale. Controllo annuale del 25% Settore sicurezza alimentare punti vendita Controllo ed ispezione farmacie territoriali Asl 1 Segnalazione eventi avversi a vaccini 2 Notifiche eventi avversi vaccinali 3 Rilevazioni reazioni avverse da vaccinazione Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.37. Farmacovigilanza × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 1 Commissione Infezioni Ospedaliere 2 Controllo infezioni ospedaliere 3 Infezioni correlate alla assistenza sanitaria e sociosanitaria e prevenzione dell’antibioticoresistenza 4 Good practices in ambiente ospedaliero: protocolli e linee guida prevenzione infortunio biologico 5 Good practices implementazione protocolli e linee guida infortuni biologici 6 Controlli acque dialisi 7 Valutazione rischio antiblastici 8 Elaborazione procedure operative percorsi clinici diagnostici 9 Audit clinici ed organizzativi 10 Monitoraggio infortuni dei lavoratori del settore sanità 11 Verifica requisiti accreditamento strutture sanitaire 12 Rischio clinico: incident reporting 13 Controllo 14 Formazione del personale sui Dpi 15 Segnalazione errori 16 Corso di formazione agli operatori Asl su: gestione del farmaco 17 Indagini epidemiologiche in occasione di cluster epidemici 18 Indagini epidemiologiche in occasione di cluster epidemici 19 Risk management Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.38. Prevenzione rischi clinici/ospedalieri × × × × Servizio Epidemiologia Servizio Epidemiologia Direzione di zona e epidemiologia × × × × × × × × × × × × × × × × × Spsal, Dsm Regione Asl Direzione Sanitaria/Formazione Sanità Pubblica Dipartimento prevenzione Dipartimento prevenzione Direzione Sanitaria/Formazione × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × × Ob. salute Ril. epid. Ian Uopsal Uo Medicina Legale Ssr/Asp Azienda Usl Direzione presidio ospedaliero Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Gradim. 9 10 11 8 6 7 3 4 5 2 1 Ob. salute Ris. oper. Eff. sal. Gradim. × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No Sì No Sì No Sì No Ril. epid. Uos autorizzazioni e controlli distrettuali, Medici medicina legale e fiscale × Asl × Asl × × Personale Ml Personale Ml Unità operativa Medicina Legale Unità operativa Medicina Legale Personale Ml Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Procedure di valutazione rilascio certificazioni medicina legale Attività medico legale per programmi preventivi e valutativi Prevenzione del contenzioso Prevenzione del contenzioso Attività ambulatoriale di certificazione medico legale finalizzata al rinnovo patente auto, porto armi ecc. Controlli medico fiscale sulle assenze per malattia Certificazione per astensione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio Medicina necroscopica e controlli lavoratori assenti per malattia, visite patenti Consulenza Uo ospedale Database rischio Rct Tutte le attività di Upg Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.39. Medicina legale 13 12 7 8 9 10 11 6 4 5 3 Soggetti organizzativi responsabili o collaboranti Dipartimento di Prevenzione Uoc Epidemiologia Uoc Sian Passi Dipartimento di Prevenzione in collaborazione con l’Area Territoriale Passi d’Argento Dipartimento di Prevenzione Sistema di sorveglianza Passi Ssr Asp Comunicazione integrata dei dati Passi e delle altre Sian sorveglianze di popolazione a sostegno degli interventi di promozione della salute e dell’empowerment dei cittadini Hbsc/Gyts Dipartimento di Prevenzione Sispc Regione, Asl Rendicontazione fatturazione Asl Sgq Regione, Asl Prp 2010-12 Sorveglianza di popolazione Progetto n. Regione 11 Prp 2010-12 Sorveglianza di popolazione Progetto n. Regione 22 Comunicazione dei dati delle Sorveglianze e collabo- Uoc Sisp razione con stakeholder esterni al Ssr 1 Okkio 2 Okkio alla salute, Hbsc, Passi Principali interventi/piani/progetti Tab. 11.3.40. Altro × × × × × × × × × × × × × × × × Sì No Sì No × Ob. salute Ril. epid. × × × × × × × × × × Sì No Ris. oper. × × × × × × × × Sì No Eff. sal. × × × × × × × × × Sì No Gradim. 1.200 92 1.000 800 97 311 333 477 600 400 960 917 685 626 464 200 No Effetti di gradimento Effetti di salute Risultati operativi Obiettivi di salute Indagini epidemiologiche 0 Sì Fig. 11.1. Attività di contesto per i diversi interventi, n.a. segnalazioni Sì/No. Totale interventi segnalati: 1.146; presenza di almeno una segnalazione Sì/ No su indagini pre-intervento, obiettivi, risultati, effetti: 1.065 (93%). 314 Abbreviazioni Adi assistenza domiciliare integrata Af area funzionale Afas azienda speciale farmacie Agci associazione generale cooperative italiane Aic associazione italiana celiachia Aids acquisite immune deficiency syndrome Aie associazione italiana epidemiologia Anmilassociazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro Aosp azienda ospedaliera Api associazione piccole e medie industrie Apps analisi, prevenzione e promozione della salute Apss azienda provinciale servizi sanitari Aqp acquedotto pugliese Ares agenzia regionale sanitaria Aroa area omogenea assistenziale Arpa agenzia regionale protezione ambiente Ars agenzia regionale sanitaria Asl azienda sanitaria locale Asp azienda sanitaria provinciale Ass azienda per i servizi sanitari Ausl azienda unità sanitaria locale Azip anagrafe zootecnica insediamenti produttivi Bdn banca dati nazionale Bmi body mass index Ccm centro controllo malattie Cerimp centro regionale infortuni e malattie professionali Cia confederazione italiana agricoltori Clp classification, labelling and packaging of substances and mixtures Cnaconfederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa Coni comitato olimpico nazionale italiano Cpt comitato paritetico territoriale Dca disturbi del comportamento alimentare Dia dichiarazione inizio attività Dip dipartimento Dp dipartimento prevenzione Dpi dispositivi di protezione individuale Dsm dipartimento salute mentale 315 Dsp dipartimento sanità pubblica Eas educazione alla salute Ebe evidence based education Ebp evidence based prevention Epi epidemiologia Euroqol euro quality of life Flc filiera lattiero-casearia Fored formazione educazione permanente Geva gestione vaccinati Ghsglobally harmonized system of classification and labell ing of chemical Goat gruppo operativo alcologico territoriale Gyts global youth tobacco survey h24 ventiquattro ore Haccp hazard analysis and critical control points Hbsc health behaviour in school-aged children Hpv human papilloma virus Ian igiene alimenti nutrizione Iaoa igiene alimenti origine animale Iapz igiene allevamenti produzioni zootecniche Iarn international audiotex regulator network Ima infarto miocardico acuto Inail istituto nazionale assistenza infortuni sul lavoro Inps istituto nazionale previdenza sociale Isl igiene e salute sui luoghi di lavoro Iso international standardization organization Isp igiene e sanità pubblica Ispo istituto scientifico prevenzione oncologica Istat istituto nazionale di statistica Isvrodindirizzo e vigilanza strutture ricovero ospedaliero diagnostica Izs istituto zooprofilattico sperimentale Lea livelli essenziali di assistenza Lsp laboratorio di sanità pubblica Mca materiali contenenti amianto Mcd malattie cronico-degenerative Mcv malattie cardio-vascolari Mds medicina dello sport Ml medicina del lavoro Mmg medici di medicina generale Moca Montreal cognitive assessment Moss monitoraggio stato di salute 316 Mp Mpr n.a. Nas Noe Oa Oer Ogm Osa Osru Passi Pblsd Pd Pes Pf Pisll Pls Pnp Pnv Po Prp Psal Psr Puo Reach Recam Rencam Rp Rsa Rso Rss Rssp Sa Samba Sater Sc Sca Sdo Sds Semp Sep Sert malattie professionali morbillo parotite rosolia numero assoluto nuclei antisofisticazione carabinieri nuclei operativi ecologici carabinieri origine animale osservatorio epidemiologico nazionale organismi geneticamente modificati operatore socio assistenziale organizzazione sviluppo risorse umane progressi aziende sanitarie per la salute in Italia pediatric basic life support and defibrillation punti deboli promozione ed educazione alla salute punti forti prevenzione igiene sicurezza luoghi di lavoro pediatri di libera scelta piano nazionale della prevenzione piano nazionale vaccini posizioni organizzative piano regionale della prevenzione prevenzione sanità luoghi di lavoro piano sanitario regionale presidio universitario ospedaliero regulation evaluation authorization of chemicals registro cause di morte registro nominativo cause di morte residenze protette residenze sanitarie per anziani rifiuti speciali ospedalieri relazione sullo stato di salute responsabile servizio prevenzione e protezione sanità animale sorveglianza attività motoria bambini servizio assistenziale tecnico-sanitario e riabilitativo struttura complessa sindromi coronariche acute scheda dimissioni ospedaliera società della salute servizio di epidemiologia e medicina preventiva servizio epidemiologia servizio tossicodipendenze 317 Sgq sistema gestione qualità Sian servizio igiene alimenti e nutrizione Siaoa servizio igiene alimenti di origine animale Siapz servizio igiene allevamenti e produzioni zootecniche Siav servizio igiene assistenza veterinaria Simel società italiana medicina del lavoro Simi sistema informatizzato malattie infettive Simvim società italiana medicina dei viaggi e migrazioni Sisa società italiana scienza alimentazione Sismecsocietà italiana di statistica medica ed epidemiologia clinica Sisp servizio igiene e sanità pubblica Sispc sistema informativo sanitario prevenzione collettiva Sistri sistema controllo tracciabilità rifiuti Siva sistema informativo veterinario e alimentare Spem servizio sanità pubblica epidemiologia e medicina preventiva Spempservizio sanità pubblica epidemiologia e medicina preventiva Spesal servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Spisalservizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro Spresal servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Spsal servizio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro Spv sanità pubblica veterinaria Ss struttura semplice Ssa struttura semplice aziendale Ssd struttura semplice dipartimentale Ssn servizio sanitario nazionale Ssr servizio sanitario regionale Sst struttura semplice territoriale Ssvd struttura semplice a valenza dipartimentale Stemi S-T elevation myocardial infarction Stisaoa servizio tutela igienico sanitaria alimenti di origine animale Suap sportello unico attività produttive Suem servizio urgenza emergenza medica Svet servizio veterinario Svm servizio veterinario multizonale Tav treno alta velocità Tbc tubercolosi 318 Tdp tecnici della prevenzione Ucad ufficio di coordinamento delle attività distrettuali Uf unità funzionale Uo unità operativa Uoc unità operativa complessa Uocps unità operativa complessa pronto soccorso Uoesa unità operativa educazione alla salute aziendale Uoisp unità operativa igiene e sanità pubblica Uop unità operativa professionale Uopsalunità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro Uos unità operativa semplice Uosd unità operativa semplice dipartimentale Upg ufficiale di polizia giudiziaria Urp ufficio relazioni col pubblico Usl unità sanitaria locale Usmaf ufficio sanità marittima area e di frontiera Vas valutazione ambientale strategica Vet veterinaria Via valutazione impatto ambientale Vim vendita ingrosso medicinali Vv.Ff. vigili del fuoco Vv.Uu. vigili urbani 319 Hanno attivamente dell’Oip 183 Colleghi: collaborato alle rilevazioni 2012 Agostini, Amadio, Antonelli, Arcangeli, Baffoni, Baldaccini, Balocchini, Bandirola, Bernardi, Bianco, Bicchielli, Bichi, Bodo, Bonciarelli, Borsellino, Brianti, Caiazzo, Caliendo, Campo, Candura, Cannone, Canzoneri, Capelli, Capezzone, Capone, Cappuccini, Cardinalini, Carella, Castellan, Castelli, Cauzillo, Celebre, Ceppitelli, Chiovoloni, Cianti, Ciccone, Cimini, Coccia, Colao A.M., Colao G., Conversano, Corda, Corso, Covarino, Cristaudo, Curia, D’Alessandro A., D’Alessandro G., D’Orsi, Dal Carobbo, De Lucia, De Padova, De Pasquale, De Vito, Di Bella, Di Fant, Di Gregorio, Di Martino, Di Meo, Di Rosa, Di Silvestre, Facibeni, Fantini, Fedele, Fedi, Ferrari, Ferretti, Fiacchini, Filippetti, Foppa, Francia, Frega, Fresina, Furnari, Gallone, Gamberale, Garofalo, Gasperi, Gaviani, Giai, Giaimo, Gigli, Gilli, Gisone, Guarnieri, Iacovacci, Lattanzi, Lucchetta, Macchioni, Macellari, Madrucci, Maggio, Malandrucco, Maragliano, Marchetti, Marensi, Margheri, Marinelli, Marino, Martucci, Massara, Matera, Mattei, Mattioli, Mauro, Mencarelli, Messineo, Micossi, Miglio, Migliozzi, Minni, Miscetti, Monaldi C., Monaldi M., Monsignori, Montù, Moscato, Negrone, Neri, Nicolardi, Orlando, Paduano, Palazzini, Palermo, Palombi, Panico, Parlato, Pecora, Pedote, Pellegri, Pelliccioni, Perna, Perrelli, Petramala, Petrioli, Pompili, Ponzio, Proietti, Properzi, Quarto, Ragionieri, Ravaglia, Reggiani, Renga, Requirez, Ricci, Roffin, Rossi, Ruina, Russo, Saba, Sabatucci, Sallese, Saltarelli, Saluto, Sansonetti, Sansoni, Santocchia, Sciarrone, Sconza, Sezian, Simeoni, Simoni, Smilari, Sonaglia, Spica, Striglioni, Taurasi, Tedesco, Tomasi, Tomassetti, Toni, Torringhi-Berretti, Trivellini, Turco, Vaccaro, Valentini, Valiani, Vallet, Valsecchi, Vannucchi, Vannucci, Verardo Eventuali dimenticanze nelle citazioni (delle quali ci scusiamo fin d’ora) potranno essere emendate nell’edizione del prossimo anno del Rapporto Prevenzione. 320