T2 La tragicommedia

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T2 La tragicommedia
Età arcaica
T2
La tragicommedia
Il personaggio prologante, Mercurio, tende un tranello agli
spettatori: a sorpresa, annuncia che andrà in scena una
tragedia. Tra il pubblico, che si aspetta uno spettacolo
comico, serpeggia lo sconcerto. Ma il dio, che sa come
accattivarsi il favore degli spettatori, promette di ricorrere
vv. 50-63
ai suoi poteri pur di non deluderne le aspettative; niente
paura, dunque: assisteranno a uno spettacolo ibrido, in
cui si ride – come accade nella commedia – ma con personaggi “altolocati”, e dunque tipici della tragedia. In una
parola: una tragicommedia.
metro senari giambici
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mercurius
Nunc quam rem oratum huc veni, primum proloquar;
post argumentum huius eloquar tragoediae.
Quid contraxistis frontem? Quia tragoediam
dixi futuram hanc? Deus sum, commutavero.
Eandem hanc, si voltis, faciam ex tragoedia
55 comoedia ut sit omnibus isdem vorsibus.
Utrum sit an non voltis? Sed ego stultior,
quasi nesciam vos velle, qui divos siem:
teneo quid animi vostri super hac re siet.
Faciam ut commixta sit tragico comoedia:
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nam me perpetuo facere ut sit comoedia,
reges quo veniant et di, non par arbitror.
Quid igitur? Quoniam hic servos quoque partis habet,
faciam sit, proinde ut dixi, tragicomoedia.
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50-51 Nunc … tragoediae, “Ora vi dirò
anzitutto (primum con valore avverbiale) la
cosa che vi sono venuto a chiedere (oratum: supino attivo, con valore finale), poi
esporrò l’argomento di questa tragedia”.
| tragoediae: costituisce un aprosdòketon (“inatteso”) perché il pubblico non
si aspettava assolutamente di assistere
a una tragedia, e per questo Mercurio,
nei versi seguenti, immagina di vedere gli
spettatori corrugare la fronte, maldisposti, e fa immediatamente retromarcia, annunciando invece della tragedia una tragicommedia; i personaggi, infatti, non saranno di bassa condizione, come di solito
quelli della Commedia nuova, ma divinità e persone elevate, quali erano i personaggi tragici; tuttavia l’azione scenica e
il discorso saranno quelli divertenti della
commedia.
52-53 Quid … commutavero, “Perché
avete corrugato la fronte? Perché ho detto che questa sarà una tragedia? Sono
un dio, ecco, la cambierò in un baleno”.
| quid equivale a cur. | futuram: sott. esse. | commutavero: il futuro anteriore indica la certezza che l’azione annunciata
si verificherà; nel composto commuto il
preverbio cum ha valore perfettivizzante
e indica che l’intervento divino avverrà in
un batter d’occhio.
54-55 Eandem … vorsibus, “Se volete, farò sì che questa da tragedia diventi
commedia, con tutti gli stessi versi”. La
sintassi ricalca il parlato. | Eandem hanc:
funge da oggetto di faciam ma è anche
il soggetto logico di ut sit (subordinata
completiva), come se il dio avesse iniziato il suo discorso in un modo e l’avesse concluso in un altro. | voltis e vorsibus
sono forme arcaiche per vultis, versibus.
56-58 Utrum … siet, “Volete che lo sia
o no? Ma che sciocco, come se non sapessi che lo volete, io che sono un dio
(qui … siem): so bene (teneo) quale sia
la vostra intenzione (quid animi vostri …
siet) su questa faccenda”. | Utrum …
voltis? Interrogativa diretta disgiuntiva.
| stultior: comparativo assoluto con valore intensivo. | quasi nesciam: comparativa ipotetica. | qui divos (= divus) siem:
divus sostituisce qui il più comune deus,
mentre siem è un’antica forma di ottativo abbastanza frequente in Plauto (vedi
siet al v. 58) che equivale al cong. sim; la
relativa è impropria, con valore causale.
| quid … siet: interrogativa indiretta; animi
vostri (= vestri): genitivo partitivo retto dall’interrogativo quid. L’espressione equivale a qui animus vester … sit
(siet = sit).
59-61 Faciam … arbitror, “Farò in modo che sia una commedia mista con il tragico. Infatti non ritengo opportuno (non
par arbitror) fare che sia una commedia
dal principio alla fine (perpetuo) quella dove (quo) intervengono (veniant) re e dèi”.
| ut … sit: sub. completiva introdotta da
faciam. | me … facere: infinitiva ogg. retta da arbitror; perpetuo: avverbio di derivazione verbale (da peto: “dirigersi”); il
preverbio per indica l’azione compiuta fino in fondo. | quo: avv. relativo, “dove”.
| veniant: il congiuntivo ha valore avversativo. | di: = dei.
62-63 Quid igitur? … tragicomoedia,
“E allora? Poiché qui anche lo schiavo
ha la sua parte, ne farò, proprio come ho
detto, una tragicommedia”. | Quid igitur?:
espressione colloquiale. | hic: avverbio di
stato in luogo. | servos: forma arcaica per
servus. | partis: acc. plurale, originario nei
temi in -i; partes indica qui il ruolo drammatico.