SALMI 3 E 4: DALLA SERA AL MATTINO CONFIDO IN TE, SIGNORE

Transcript

SALMI 3 E 4: DALLA SERA AL MATTINO CONFIDO IN TE, SIGNORE
Salmo 4
Il Signore
mi ascolta
quando lo invoco
1
Il contesto del salmo 4
Il salmo 4 è una preghiera della sera ed è
l’espressione della piena fiducia del
credente, che in pace si affida alla custodia
del Signore. Questa fiducia è fonte di gioia
piena anche di fronte all’angoscia e al freddo
della notte.
Il testo1
Salmo 4
Quando grido a te, rispondimi,
Dio mia giustizia,
dall’angustia liberami, abbi pietà di me
e ascolta la mia preghiera.
3.
Fino a quando, o figli dell’uomo,
oltraggerete la mia gloria
adorando il nulla e cercando l’illusione?
passi paralleli2
2.
Sal 13,4; 27,7-8
Sal 55,2-4
Sal 6,4;13;35,6;62,4
selah Sal 119,37
Sappiate che Jhwh
compie prodigi per il suo fedele,
Sal 40,6;60,14;65,6.9
Jhwh ascolta, quando a lui grido.
5.
Fremete e non peccate, sul vostro letto esaminate
la vostra coscienza e state tranquilli.
selah
6.
Sacrificate sacrifici giusti e confidate nel Signore.
4.
7.
1
Molti esclamano:” Chi mai ci mostrerà la felicità?”.
Traduzione di G. Ravasi in RAVASI G., I salmi. Introduzione, testo e commento, San
Paolo 2006, p. 36.
2
SHOEKEL L.A.- CARNITI C., I salmi. 1, Borla 1992, p.185
Risplenda su di noi, Jhwh, la luce del tuo volto!
8.
Hai infuso più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
9.
In pace mi corico e subito mi addormento.
Tu solo, Jhwh, in fiducia mi fai riposare.
Sal 44,4;89,16;90,8
Sal 3,6
2 Traduzione di L.A. Shoeckel3
Quando ti invoco, rispondimi, Dio mio difensore;
Tu che nelle strette mi hai aperto spazio,
abbi pietà di me, ascoltala mia preghiera.
2.
Signori, fino a quando
sarà infangato il mio onore,
amerete la falsità
e ambirete la menzogna?
4.
Sappiatelo: il Signore ha distinto un suo fedele,
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
5.
Tremate e non peccate più,
sul vostro letto riflettete e tacete;
6.
offrite sacrifici legittimi
e confidate nel Signore.
3.
Molti si chiedono: «Chi ci farà godere felicità,
se la luce del tuo volto, Signore,
da noi si è dileguata?
8.
Mi hai infuso nel cuore più gioia
di quando abbonda il loro grano e il loro mosto.
9.
In pace mi corico e subito m’addormento,
perché Tu solo, Signore,
mi fai vivere tranquillo.
7.
Il confronto tra le diverse traduzioni ci aiuta a cogliere sfumature
diverse del significato del salmo. Si può confrontare la terza traduzione
che è quella della CEI proposta nelle nostre bibbie e nel salterio corale
che utilizziamo come sussidio.
3
SHOEKEL L.A.- CARNITI C., I salmi. 1, Borla 1992, p.187
Lectio
Il Salmo 4 si distingue per la sua tensione drammatica. Non esiste
dialogo; la parola è solo del salmista, ma egli chiama in causa una serie
di personaggi coinvolti nella composizione. Con il salmo 3 ha in
comune la fiducia dell’orante in mezzo al pericolo, manifestata nel
coricarsi e nel dormire, poggiata nell’invocazione dell’orante e nella
3
risposta di Dio.
Il salmo si sviluppa secondo tre movimenti: un’ouverture nello stile
delle lamentazioni e delle preghiere di invocazione, un corpo centrale e
una finale esclamativa.
v. 2: il salmo 4 parte come una lamentazione individuale anche se due
sono gli interlocutori: l’io dell’orante e Dio invocato come «mia
giustizia» che le linguaggio biblico significa anche salvezza, liberazione
e speranza.
vv. 3-7: «Il messaggio centrale del Salmo è un vigoroso appello a
optare per Dio, abbandonandosi al suo progetto e al suo amore,
vincendo ogni tentazione di sfiducia e di sbandamento. L’appello è
segnato nei vv. 4-6 da ben sette imperativi ed è preparato nel v. 3 da un
interrogativo che è lanciato contro i “figli dell’uomo”. Costoro sono gli
interlocutori del poeta: essi vengono ammoniti a distaccarsi dalle “cose
vane”, dal “nulla”, dall’ “illusione”, dalla “menzogna”. I termini nel
linguaggio biblico indicano l’idolatria e raffigurano plasticamente A
vuoto di chi costruisce la propria esistenza sulla sabbia delle cose,
dell’orgoglio o di un essere morto com’è l’idolo
Alla misera condizione dell’idolatra il poeta contrappone nei vv. 4ss la
beatitudine della fede. Il vero credente è definito nell’originale ebraico
del v. 4 come hasid. Il vocabolo è particolarmente suggestivo perché
esprime un ventaglio di sentimenti e di relazioni che toccano la volontà,
l’amore, la passione, la conoscenza e l’azione. La traduzione in “fedele”
è perciò limitativa e non riesce a rendere la sottile trama di rapporti che
intercorrono tra Dio e il credente sincero. In lui il Signore compie due
operazioni: lo ricolma di «prodigi» e lo «ascolta» quando egli invoca
aiuto.
Ai dubbiosi e agli uomini in crisi il salmista fa balenare non solo
l’assurdità del ricorso agli idoli freddi e morti, ma propone, contro tutti
i surrogati, l’autenticità della vera fede. Non è l’uomo che salva né la
superstizione né le manovre umane, è solo il Signore vivo e operante
nella storia.
L’appello continua nei vv. 5-7 particolarmente difficili nell’originale. Il
salmista invita ora i suoi interlocutori a «non peccare» e a riflettere
compiendo un esame di coscienza nel segreto della notte quando si è sul
“letto”. Nella calma della notte l’uomo scopre con terrore il suo peccato
ma, attraverso il pentimento e la conversione, ritrova la serenità dello
4 spirito (“essere tranquilli”). Questa purificazione-conversione si deve
esprimere in due atteggíamentí fondamentali tratteggiati nel v. 6: il
culto e la fede. Il primo elemento appartiene alla dimensione sociale
dell’esperienza religiosa ma, come è stato ripetutamente ribadito dalla
predícazione profetica (Sal 50; Is 1; Ger 7; Am 5; Os 6,6), esso si riduce
a farsa esteriore, a magia, a ritualismo se non è innervato e alimentato
dalla fede che è impegno della coscienza e della vita.
La strofa si chiude con un versetto colmo di luce (v. 7) che anticipa
nella sera ormai incombente lo splendore dell’aurora. Nell’aria si leva
una domanda che attende una risposta. Essa è lanciata da tutti coloro,
che, insoddisfatti della loro miseria, cercano una soluzione che dia
senso all’esistenza: “Chi mai ci mostrerà la felicità?”. La risposta per
l’orante è una sola ed è espressa attraverso l’antica metafora del volto
luminoso e benevolo di Dio. La nostra vera felicità è la luce della
rivelazione di Dio. “Io per la giustizia contemplerò a tuo volto, al
risveglio mi sazierò della tua immagine” (Sal 17,15).
vv. 8-9: A questo punto l’orante chiude la sua lirica con un finale
maestoso (vv. 8-9) nel quale ci offre quasi un profilo autobiografico:
una vita serena e felice, deposta nelle mani del Signore. La notte scende
ma il cuore è colmo di gioia e di speranza e attende lo schiudersi di una
nuova giornata. “Io ho l’anima mia distesa e tranquilla: come un bimbo
svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me
l’anima mia” (Sal 131,2).
La gioia e la pace (shalóm) sono i due sentimenti che reggono questa
strofa. Essi sono misurati su simboli di tipo agricolo. Vino e frumento
sono i segni del benessere e della pace; nella Bibbia sono quasi, assieme
all’ulivo, i frutti nazionali.
Il Salmo si chiude su un notturno molto delicato, dominato
dall’immagine del sonno, segno del riposo ma anche, nella simbologia
biblica, della rivelazione divina (il sogno)»4.
Parole chiave
(dalle concordanze sui salmi)
- grido a te
Sal 28,1; 30,9; 86,3; 88,2.14; 102,2;
- Dio mia giustizia
Sal 119,169; 130,1; 141,1
Sal 43,1; 51,16
5
- la luce del tuo volto Sal 44,4; 89,16; 90,8
- gioia nel cuore
Pr,12,20; Ct 3,11
- riposo
Sal 22,3; 55,7; 83,2; 94,13; 132,4.8.14; 139,3
Lettura cristologica
Anche in questo salmo il legame più evidente con la vita di Gesù è il
testo della Passione in cui Cristo consegna il suo spirito al Padre e in
pace si addormenta confidando nella liberazione del Signore.
Quando grido a te, rispondimi,
Dio mia giustizia
3.
Fino a quando, o figli dell’uomo,
oltraggerete la mia gloria adorando il nulla
e cercando l’illusione?
4.
Sappiate che Jhwh
compie prodigi per il suo fedele,
Jhwh ascolta, quando a lui grido.
6.
Sacrificate sacrifici giusti
e confidate nel Signore.
8.
Hai infuso più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
9.
In pace mi corico e subito mi addormento.
Tu solo, Jhwh, in fiducia mi fai riposare.
2.
4
RAVASI G., o.c., pp. 41-43.
Gv 11,41-42
Mt 17,17 par
Mt 18,19;
Gv 11,22; 14,13
Mc 12,33;
Mt 11,25-27
Lc 23,46
Spunti di meditazione
Dal testo di L.A Shoeckel5
… Ci restano i due grandi simboli, spazio e sonno, sempre aperti e
disponibili a nuove letture che li sfruttino senza esaurirne la
ricchezza.
a) Spazio. Suggeriamo prima quattro testi che aprono l’orizzonte per
6 la contemplazione:
1 Re 8,27: «Se non può contenerti il cielo, né il più alto dei cieli».
Sal 139,7-10: sull’immensità di Dio che abbraccia e oltrepassa tutto.
At 17,28: «In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo».
Ef 3,18: Le dimensioni del Cristo: «siate in grado di comprendere
quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità... l’amore di Cristo»
Dio ci dà spazio, ampiezza, liberandoci per mezzo di Cristo dalle
costrizioni della Legge, allargando il senso della Scrittura, dilatando
dal di dentro la nostra capacità. Facendo un passo più avanti,
possiamo meditare sul fatto che Dio è il nostro spazio, in cui noi ci
muoviamo ed esistiamo: uno spazio infinito che dobbiamo percorrere
eternamente senza esaurirlo, senza confini. «Sia Egli dopo questa
vita il nostro luogo!» (Agostino, commentando il Sal 30, par. 8).
Massimo di Torino parla di Dio come spazio della Chiesa (PL
57,514).
b) Sulla trasposizione del simbolo del sonno, che è stato
diffusamente commentato dai Padri, anche riguardo ad altri salmi ed
in collegamento con il sabato, basti notare la morte = sonno = riposo
di Cristo, come passaggio alla vita, che ha ottenuto uno stupendo
commento musicale nel coro finale della Passione secondo S. Matteo
di J.S. Bach (Rube sanfte, sanfte ruh). Ricordiamo ancora con
Agostino l’unità tra riposo di Cristo e riposo della Chiesa: «Il Cristo
e la Chiesa sono due in una sola carne, in una sola voce, in una sola
passione. E quando l’iniquità sarà tolta di mezzo, saranno due in un
solo riposo» (Exp. Sal 61, al v. 4)
Nella sequela di Cristo abbiamo il sonno = morte = riposo del
5
SHOEKEL L.A.- CARNITI C., I salmi. 1, Borla 1992, pp. 200-201
cristiano, così come la nostra liturgia ha accolto il «riposino in pace»
di Ap 14,13 nella liturgia dei defunti.
Per concludere, là dove la poesia diventa preghiera e le antiche
parole ridiventano nuove, lasciamo la voce ad un poeta del nostro
secolo. Nella sua parafrasi del Sal 4 scrive: «C’è in me questa pace
che va incontro al sonno. C’è in me un tesoro di speranza, che tu mi
hai donato» (P. Claudel).
7
Domande
per la riflessione e il confronto
1. Qual è il grido che innalzo a Dio e cosa penso sulla possibilità
che mi risponda?
2. Adorare il nulla e cercare l’illusione cosa significa per la mia
vita?
3. Quali sono i prodigi che Dio compie oggi e che rappresentano
una testimonianza della sua presenza nel mondo?
4. Di cosa tremo sul mio giaciglio? Da cosa devo essere
riconciliato?
Bibliografia
minima per i salmi:
8
- RAVASI G., I salmi. Introsuzione, testo e commento, San Paolo 2006.
- SHOEKEL L.A. - CARNITI C., I salmi. 1, Borla 1992.
- I Padri commentano il Salterio della Tradizione, ed. NESMY J-C,
Gribaudi 1983.
- RINAUDO S., I salmi preghiera di Cristo e della Chiesa; Elle di Ci
1990.