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PARROCCHIE di S. Maria delle Croci
24 aprile 2016
Durante l’ultima cena con i suoi discepoli, prima della sua
passione, Gesù ha lasciato un solo comandamento: «Amatevi
gli uni gli altri». L’amore fraterno fa «nuove tutte le cose» e
rivela il vero volto di Dio. - Oggi si celebra la Giornata di
sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica.
LA MISURA DELL’AMORE È CRISTO SIGNORE
LA missione di Paolo e Barnaba è il riflesso
dell’intera Chiesa che afferma se stessa come realtà di salvezza istituita
da Cristo. Essa, che di Cristo costituisce il prolungamento nella storia,
testimonia agli uomini la verità del Risorto e comunica a tutti le meraviglie di Dio, attraverso le quali annuncia la novità di vita del Regno (I
Lettura). Dopo l’Ascensione del Signore si attua infatti il «tempo della
Chiesa», cioè l’opera di annuncio, di evangelizzazione e di salvezza
che si protrarrà fino alla fine dei tempi. In questo tempo tutti noi siamo
stati vitalmente inseriti per mezzo del Battesimo. Con la forza dello
Spirito Santo, Cristo agisce nella persona degli apostoli, secondo la sua
promessa di rimanere «con loro» fino alla fine del mondo (II Lettura).
Egli stesso affida loro il «comandamento nuovo»: «Come io ho amato
voi, così amatevi gli uni gli altri» (V angelo). Invochiamo ancora lo
Spirito Santo che, oltre che agli apostoli, è stato effuso anche nei nostri
cuori. Esso diviene per noi sostegno irrinunciabile nel cammino della
nostra vita cristiana.
Giuseppe Lipari
LA PAROLA DEL PAPA
Il Battesimo ci inserisce nel corpo della Chiesa, nel popolo santo di
Dio. E in questo corpo, in questo popolo in cammino, la fede viene trasmessa di generazione in generazione: è la fede della Chiesa. E’ la fede
di Maria, nostra Madre, la fede di san Giuseppe, di san Pietro, di
sant’Andrea, di san Giovanni, la fede degli Apostoli e dei Martiri, che
è giunta fino a noi, attraverso il Battesimo: una catena di trasmissione
di fede. E’ molto bello questo! E’ un passarsi di mano in mano la candela della fede. Il grande cero rappresenta Cristo risorto, vivo in mezzo
a noi. Voi, famiglie, prendete da Lui la luce della fede da trasmettere ai
vostri figli. Questa luce la prendete nella Chiesa, nel corpo di Cristo,
nel popolo di Dio che cammina in ogni tempo e in ogni luogo. Insegnate ai vostri figli che non si può essere cristiano fuori dalla Chiesa.
075-694776 - 335-6188863
www.diocesi.perugia.it/parrocchie/montelaguardia/
Lunedì 25 aprile
S. MARCO EVANGELISTA
Lett.: 1Pt 5,5b-14; Sal 88; Mc 16,15-20
ore 17.45 S.Rosario
ore 18 S.Messa alla
Sal.: I
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Martedì 26 aprile
ore 17.45 S.Rosario
ore 18 S.Messa alla
Lett.: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31a
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Mercoledì 27 aprile
ore 17.45 S.Rosario
ore 18 S.Messa alla
Lett.: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8
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Giovedì 28 aprile
ore 17.45 S.Rosario
S. Luigi Montfort
ore 18 S.Messa alla
Lett.: At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11
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ore 17.45 S.Rosario
S. CATERINA DA SIENA
ore 18 S.Messa alla
Lett.: 1Gv 1,5 - 2,2; Sal 102; Mt 11,25-30
———————————————————–———————————Sabato 30 aprile
ore 17.15 S.Rosario
S. Pio V
Lett.: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21
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Domenica 1 maggio
ore 8.30 Santa Messa
VI DOMENICA DI PASQUA(C)
ore 11.15 S. Messa nella chiesa
Lett.: At 15,1-2.22-29; Sal 66;
Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29
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GIOVEDì ore 21 Incontro sul VANGELO.
Sabato Catechismo per i ragazzi
Domenica ore 16.30 Esposizione Eucaristica poi
alle 17. S.Rosario, Vespri e benedizione
Da domenica 1 maggio per tutto il mese alle
ore 21 Santo rosario in Chiesa
«Vi do un comandamento nuovo»
IL TELECOMANDO
Da "La vita secondo l’aurora" - Bruno Ferrero © Elledici
Massimo era un ragazzino a cui non piaceva aspettare. Quando era
inverno desiderava l'estate e durante l'estate desiderava l'inverno. Se
qualcuno chiedeva a Massimo qual era la cosa che più desiderava al
mondo, riceveva una risposta ben precisa: «Io vorrei che il tempo passasse in fretta...».
Un giorno, Massimo si sentì chiamare da un signore distinto in giacca
e cravatta. L'uomo mostrò al ragazzo un telecomando e gli disse:
«Questo è il telecomando della tua vita. Se proprio desideri che il tempo per te trascorra velocemente, non devi far altro che fare clic. Un
clic corrisponde a un'ora di vita».
Massimo collaudò il telecomando a scuola. In pratica, quasi ogni mattina, partiva con tre o quattro clic del telecomando e così, appena entrato in classe, sentiva la voce del maestro che diceva: «Le lezioni
sono finite. Potete andare a casa». Il ragazzo era felicissimo: la vita
era un susseguirsi di giornate di vacanza e di giochi all'aria aperta.
Una notte in cui non riusciva ad addormentarsi, Massimo decise di
fare un bel po' di clic sul telecomando e così, la mattina seguente, si
svegliò che aveva i baffi, faceva l'ingegnere e aveva messo su una bella fabbrica.
Si sposò con Maria. Un giorno Maria gli annunciò sorridendo che stava aspettando un bambino.
«Aspettare» era un verbo che a Massimo non era mai piaciuto. Non
seppe resistere alla tentazione di abbracciare presto suo figlio e
ricominciò a pigiare i tasti del telecomando quasi ogni giorno. Una
sera esagerò e il giorno dopo si trovò un bel po' più maturo e con due
figli: uno andava al liceo e l'altro all'università.
Ogni volta che si presentava un problema, Massimo usava il telecomando per risolverlo in fretta: quando gli affari andavano male, quando qualcuno era ammalato, quando gli veniva voglia di sapere chi
avrebbe vinto il campionato di calcio...
Una mattina, Massimo si guardò allo specchio e scoprì di avere i capelli bianchi. Si sentiva molto stanco e insoddisfatto. Ora la sua casa
era vuota e Maria (mamma mia, com'era invecchiata anche lei) non
riusciva a capire come mai lei e il marito non avessero molto da ricordare della vita passata insieme.
«Sembra anche a te che tutto sia passato in un soffio?», gli chiedeva.
Massimo non poteva rispondere e si sentiva molto triste. Erano ormai
due vecchietti, pieni di acciacchi, e le giornate erano più lunghe che
mai. Ora stava ben attento a non premere più il tasto del telecomando
magico.
Un giorno che sonnecchiava nel parco, sulla solita panchina, il vecchio
Massimo si sentì chiamare. Aprì gli occhi e vide il distinto signore che,
tanti e tanti anni prima, gli aveva regalato il telecomando magico.
«Allora Massimo, com'è andata? Il telecomando magico ti ha procurato una vita felice, secondo i tuoi desideri?».
«Non saprei... Grazie a quel telecomando non ho mai dovuto attendere
o soffrire troppo nella mia vita, ma ora mi accorgo che è passato tutto
così in fretta ed eccomi qui, vecchio e debole...
Vorrei tornare
ragazzino», sospirò con un po' di vergogna, «e poter rivivere la mia
vita senza il telecomando magico. Vivere come tutte le altre persone e
accettare tutto quello che la vita mi riserva, senza più essere impaziente». «Allora restituiscimi il telecomando e... buona fortuna, Massimo!».
Appena Massimo pose nella mano dell'uomo il telecomando si addormentò di un sonno profondo. Quando si risvegliò corse allo specchio,
vide il suo solito volto paffuto da ragazzino e tirò un enorme sospiro di
sollievo.
Non vivere ammazzando il tempo, in attesa che il tempo ammazzi te!
Don Bosco e il Santo Rosario
San Giovanni Bosco per tutta la sua vita si è dedicato a coltivare e a
diffondere la devozione a Maria ed a incoraggiare la recita del Rosario.
Ecco cosa scrisse sul Santo Rosario:
«Sono innumerevoli i celesti favori che si ottennero con la pratica di questa devozione. Col Rosario furono combattute le eresie, si riformarono i costumi, si allontanarono le pestilenze, si
pose fine a molte guerre; Si ravvivi dunque la devozione al santo Rosario in noi e nelle nostre famiglie. Se nelle nostre case, nei nostri laboratori e scuole si farà risuonare il Rosario di
Maria, abbiamo fondamento a sperare che cesseranno i flagelli,
rifiorirà la fede, ricompariranno tra di noi giorni di pace e di tranquillità.